Una questione di cibo

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  1. OldCannella
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    Insonnia


    Parte I – In giro per Oto


    Chissà perché mi ero illuso di riuscire a dormire, dopo tutto quello che è successo con Hebiko. Almeno sono riuscito a mangiare un boccone. Meglio di niente. Quando ho provato a mettermi a letto, però, su uno scomodo pagliericcio (tutto quello che le mie magrissime finanze sono riuscite a procurarmi), il sonno ha deciso che aveva di meglio da fare che venirmi a visitare. Pensieri, troppi pensieri, che mi affollano la testa. Sono rimasto per un po' a rigirarmi, attanagliato dai dubbi, poi mi sono ricordato le parole del Maestro. «Quando sei in dubbio su qualcosa, e temi che il Fato ti abbandoni, l'unica cosa sensata da fare è partire. Non importa dove, come sai. Le tue gambe sanno dove dirigersi». E così ho fatto. Mi sono alzato, ho raccolto le mie poche cose, e sono uscito in strada.

    Ed ora eccomi qui, in piena notte, a vagare per le strade di un Villaggio che fino ad ora non mi ha mostrato che il suo lato peggiore. Faide, persone-serpente e colossi ricuciti solo vagamente femminei. Fato, mio caro, perché mi prendi per il culo? Cosa potrebbe andare storto? Se di giorno questi sono matti, di notte immagino diventino tutti agnellini, penso, con rassegnazione.

    Le nuvole che mi hanno accompagnato al Cancello si sono diradate, rivelando una grande luna lucente. Una moneta d'argento nel cielo, o un occhio pallido che mi fissa. Ripenso alle maree. Dove mi stai attirando stasera, Luna?

    Oh, ecco dove. Ovvio. Ovvio! OVVIO!!! Come diamine ho fatto a non vederlo, come? Non è che si a proprio nascosto, eh. È lì, a pochissimi metri da me, chino su di una piccola figura supina a terra. Rumori sgradevoli, umidi, gocciolanti si levano dalle due sagome contornate di luce lunare. Sembra che qualcuno stia masticando qualcosa di viscido, di...carnoso.
    Oh no, oh no, oh no. Ti prego, Fato, dimmi che non era qui che volevi arrivassi. Dovunque, ma non qui! Questi non sono matti, sono mostri! Bestie immonde. Sento le gambe abbandonarmi. Vorrei correre, verso il Cancello, verso il resto del mondo, quello normale. I problemi e i dubbi che mi hanno impedito di dormire ormai sembrano cosette de niente.
    Cosa cazzo sto vedendo?!?
    Un conato, acido per il poco cibo ingerito ultimamente, mi scuote il petto. Vomito sul selciato la magra cena di iersera. Forse un po' troppo rumorosamente.
    Uh-oh.
    Mi sa che mi ha sentito.
    Merda.
    Merdissima.
    Cervello, Fato, che so io, fate qualcosa!
    La mia bocca si apre di nuovo, e non per rimettere. La mia voce suona stranamente piatta, lontana, come se non fossi io a parlare.

    Ehi, ehi, amico. Senti, non ho visto nulla io, ok. Cioè, sì, ma no. Niente di niente. Me ne sto andando, lascio il Villaggio. Non dirò niente, giuro. Ah-ah, ognuno è libero di fare quello che vuole, no? Starò zitto. Prometto. Oh dei, ti prego, non farmi del male…

    Stupidamente come sono arrivate, le parole mi abbandonano.
    Grazie Fato, grazie mille.
    Maestro, giuro che se riesco a trovarti questa te la faccio pagare!
    Se riesco a uscirne vivo, intendo.
    Se, quanti se.
     
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7 replies since 7/2/2018, 00:25   88 views
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