Una questione di cibo

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  1. leopolis
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    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    E beh, alla fine aveva accettato... un aperitivo in compagnia! E che compagnia, per giunta! Dopo aver mangiato Minoru non poteva che sentirsi decisamente bene. Sentiva l'energia e la linfa vitale scorrere praticamente dappertutto. Si sentiva vibrante, per davvero, come non lo era stato da... 48 ore? Il ricordo di quella fame che aveva dovuto patire artificialmente era così duro da provocargli una smorfia sul viso. Alla fine dei conti la sua maledizione, proprio come aveva detto, era anche il suo dolore. Alla fine dei conti aver trovato un amico, - un vero amico, per giunta! - lo sollevava non molto. Gli amici servivano proprio per condividere i piaceri e le maledizioni e Reiji lo avrebbe aiutato a superare quelle voci nella testa e quel Dio. Forse. O forse avrebbe iniziato anch'egli a sentire le voci nella testa: non si poteva mai dire niente di certo a proposito. Quando venivi a contatto con un Somujo, con il suo Dio, o resistevi o venivi risucchiato. L'abisso ti guardava dentro e iniziavi a sclerare un po'. Almeno finché non ti mangiavi qualcosa di succoso, - o meglio qualciuno di succoso, - e non calmavi la tua fame e la tua sete per un po' di tempo. Almeno in quella maniera, beh... i pensieri strani a proposito di quel Dio e del suo cibo venivano meno. Per un po'. Giusto finché la fame non ti saliva di nuovo conquistandoti completamente, da capo a piedi, e divenivi un suo schiavo. - «Anche a me piacciono le bambine vive, Reiji.... hehehehiaihah» - disse ridendosela. - «Che corrono su di un prato recintato da del filo spinato,» - finì immaginandosi la bella scena. In effetti non poteva non pensare a tutto quello: un branco di bambini, felici e rosei, che scorrazzavano qua e la su e giù per un prato verde in un recinto. E qualcuno che li pascolava, li faceva mangiare e li assopiva con qualcosa per trasmetterli poi a Minoru che li sacrificava a Somujo e poi li sviscerava nel mentre erano ancora vivi.
    Un sogno.
    «Vuoi l'acqua? Io so dov'è l'acqua qui. Io non la bevo, però qua c'è una villa grande-grande, con dentro un sacco di cose e c'è anche l'acqua!» - esclamò. Il ragazzo, però, non sembrava essere tanto propenso ad andare nella camera di Minoru. - "Uhm?" - Si fermò Minoru guardandolo dall'alto. - «In che missione devi andare, amicooo? un po' tardi ora...» - si guardò intorno come a voler trovare qualcosa nella notte. Era tutto chiuso, probabilmente. - «Se vuoi vengo io con te!» - Gli sorrise. - «Io sono veramente, ma veramente, veramente-veramente braaaavo nelle missioni. E poi mi piacciono tanto!» - Riuscì a dirgli prima che vide la smorfia di disgusto sulla faccia di quel tizio e il conato di vomito che gli saliva su per la gola per riversarsi sulla piazza. - «Ahahaahaha! Devi avere mangiato qualcosa di pesante, amico mio! mio! amico!.. Non mi sembra proprio il caso di andare in missione oggi! hehehe perché non vieni a casa del mio Boss?» - Gli chiese alzandolo con la forza per metterlo con i piedi per terra. Odorava bene e aveva un bel profumo, ma all'idea di mangiare ancora dopo quell'abbuffata al centro della piazza si contorse.
    "Devo resistere..." - e si leccò le labbra.




     
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