Una questione di cibo

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  1. OldCannella
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    Parte IV - In Giro per Oto


    Il bizzarro (leggi: completamente fuori di testa) cannibale che mi sono trovato come compagno per la serata sembra davvero in vena di socializzazione. Da qualche minuto mi ha abbrancato le spalle, e camminiamo come vecchi compari in giro per le strade. Puzza dannatamente, e sono quasi sicuro che dovrò passare a smacchiare i vestiti. Nel mentre parla cordialmente, come se niente di quello che l'ho visto fare fosse mai successo. Come se fosse del tutto normale mangiare la gente per strada, in mutande e cravattino.

    Oh, mi sembra un ottimo consiglio...ehm...insomma, non morire mi sembra la base della riuscita di una missione, no? Se muori non serve a molto, no? E i souvenir dicevi, eh? Posso vedere di portarteli, sì, cioè, non credo di dover uccidere nessuno, in realtà. Devo solo consegnare una lettera. Ma se dovessi trovare dei cuori te li porto!

    Sì, come no. Mi è bastato quello che sei in grado di fare da solo, Minoru, non voglio alimentare ulteriormente la tua follia. Battuta di pessimo gusto, lo riconosco.
    Il folle coniglietto non accenna a zittirsi, ed attacca a parlare del suo Dio, che ho come l'impressione sia in realtà un prodotto della sua mente malata. Un modo per giustificare a se stesso gli atti atroci che compie. Non l'ho mai sentito, questo Somujo, ma di sicuro non sembra un buon Dio. Neppure una buona voce in testa, se ti dice di mangiare altre persone. Devo smetterla di pensarci, o rischio che qualcos'altro mi torni a gola.
    Però è strano, stare qui a braccetto con questo tipo, conversare in tono leggero di cannibalismo con uno sconosciuto coperto di sangue mi sta stranamente calmando, e mi sta aiutando a superare lo shock di poco fa. E, cosa più strana, Minoru non mi fa per nulla paura.

    Oh, sembra un dio interessante, questo Somujo. Certo, magari sarebbe meglio ti dicesse altro, no, invece di farti venire solo fame, no? Vuoi sapere una cosa?

    Non so perché, ma mi sento di dirglielo, a lui soltanto.

    Anche io seguo una specie di Dio, anche se in realtà non è esattamente tale. Io sono un Uomo-Onda, e seguo il Fato. Di fatto non saprei spiegarti come funziona, ma più o meno il concetto è che io, e quelli come me, ci lasciamo trasportare dagli eventi, convinti che il destino ci porterà sempre esattamente dove dobbiamo andare. Osteggiare il Fato è proibito, perché chi si oppone allo scorrere della corrente causa la propria distruzione, come la roccia che tenta invano di resistere alle onde.

    I dubbi che mi sono venuti negli ultimi due giorni affiorano tutti, e non riesco a non parlarne con quello sconosciuto coperto di sangue.

    Ma ultimamente non mi sembra molto giusto, sai? Il Fato a volte è un infame, ti mette in situazioni che non vorresti mai affrontare. Eppure ti tocca, se sei un Uomo-Onda, non puoi opporti. E io sinceramente mi sono un po' stancato. Dovrei fare cose cehe davvero preferirei evitare. Come te con il mangiare, credo, magari ogni tanto non avresti voglia di seguire Somujo, e invece ti tocca, dico bene?

    Siamo arrivati al Cancello. Mi sento stordito e confuso. Davvero mi sono appena aperto in confessione ad un pazzo cannibale vestito da stripper? A quanto pare sì, e questa è la dimostrazione, mio malgrado, che il Fato mi porta davvero dove devo andare.

    Io allora devo andare, Minoru. È stato un...piacere...conoscerti. Spero di rivederti, prima o poi.

    E poi, faccio una cosa gravissima.

    Senti, nel caso volessi venire a trovarmi, il nascondiglio degli Uomini-Onda si trova...

    Glielo dico. Gli rivelo il nostro più grande segreto. La sede del luogo dove risiede il Maestro, rivelata ad un mostro assassino. Dio, che casino ho combinato? Ma, stranamente, l'averlo fatto mi fa sentire meglio.
    Sento il Fato che mi tira da una parte all'altra, burattino nelle sue mani.
    Non so se adesso mi sto comportando esattamente come si aspetta che mi comporti, o sto iniziando a recidere i fili che mi controllano.
    Non lo so, e non so se voglio saperlo.
    Saluto Minoru con una mano, e mi avvio verso il Cancello.
     
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