Assassinio

L’assalto di Kyushichi si rivelò in un certo senso un successo. I colpi che il Nunkenin riuscì ad inferire contro il vecchio Accademico riuscirono, ferendo il nemico. In particolare il pugno finale andò ad impattare violentemente contro le braccia dell’uomo. Questo per Kyushichi fu una sorta di sollievo. Lui era un uomo di parola e altrettanto si sarebbe aspettato dai suoi avversari. Una vita, la sua, per la vita della persona davanti.

Avrebbe lottato fino alla fine, per i suoi ideali. Per le sue aspettative, per la sua libertà. Ma ben presto si sarebbe scontrato con l’ingenuità delle sue convinzioni. Poco servì a difendersi dal contrattacco portato dall’Accademico. Certo, l’illusione che andò a colpire il Nunkenin contribuì ulteriormente, così come gli attacchi successivi malamente incassati. No, fu il colpo alle spalle. Il tradimento a metterlo a terra. A costringerlo verso un’unica e semplice strada, che ormai non corrispondeva più a quella verso il mercato. No, era in una parola sola: sconfitta.

La spada lanciata a velocità folle, per le sue capacità, schizzò in aria mangiando in un attimo la distanza che separava le due entità. In un attimo quindi l’arma colpì il busto dell’uomo e altrettanto velocemente, senza possibilità di risposta e senza possibilità di realizzare quanto avvenuto, il povero Nunkenin cadde. Alla mercé degli Accademici.

La breve parabola di Kyushichi terminò. Così, bruscamente. Yoichibei Il solitario ebbe la meglio sul suo avversario. L’Accademico concluse dunque la sua missione.