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-Max
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Il mare si infrangeva placidamente contro gli scogli del golfo arso dal sole di quella regione del Paese del Vento. Yukio, più ubriaco che sobrio, era nascosto dietro una grande roccia sul ciglio della strada dritta, larga circa cinque metri che, scoscesa, affiancava l'alto crinale roccioso che svettava sul mare agitato. Su quella strada Ochiyo camminava tenendo tra le mani un povero gatto afferrato chissà dove che tentava disperatamente di sfuggire alle amorevoli attenzioni della donna. Ma chi è il mio bel gattino? Chi è? Disse alzando poi la bestiola in aria. Nya! Strillò esaltata. Nel suo nascondiglio l'ubriachissimo Yukio stava per vomitare. Dio se è idiota. Vecchia e stupida! Pensò con voce più ferma di quanto fosse capace. Non appena la donna ebbe superato la roccia, Yukio balzò fuori, cercando di colpirla alle spalle con un calcio, al fine di gettarla a terra, mentre la catena di un Kusari Fundo pendeva da entrambe le sue mani. Ochiyo però schivò l'attacco e si voltò, pronto a reagire, soffiando come un gatto!
In tutto ciò Kunihiro si sarebbe trovato ad una decina di metri dai due, più vicino alla donna otese, sulla strada. Che avrebbe fatto? Quella era un'aggressione in piena regola!
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