[MG] - Assassinio

Ontaichi, come la maggior parte del territorio del Fuoco, era ricoperta di lussureggianti foreste, ed era possibile viaggiare per intere giornate senza incontrare anima viva. Il posto ideale insomma per ordire un'imboscata.

Ichiro si rialzò, dopo aver finito di recitare un mantra in ginocchio. Finalmente le divinità avevano deciso di affidargli la possibilità di provare a dare un senso alla sua vita, prima del suo termine che percepiva ormai prossimo. Nonostante l'età avanzata, non aveva mai spiccato tra le fila degli shinobi di Oto, rimanendo un eterno studente. Ma quel giorno la sorte poteva finalmente girare, se fosse riuscito a portare a termine quella missione. Un gracchiare sinistro si alzò dalle fronde poco distanti. Tsk, porta male. Infilata la mano in una delle numerose tasche del borsello a tracolla, nell'estrarla si gettò una manciata di sale alle spalle. Ma oggi mi sono attrezzato... Sono pronto ad affrontare ogni possibile segno nefasto! L'anziano ninja pareva in tutto e per tutto più preoccupato di finire vittima degli influssi malevoli di qualche intangibile entità, piuttosto che di avere problemi ad occuparsi del bersaglio. Ciò nonostante, si strinse sotto il telo che fungeva da rivestimento mimetico, praticamente scomparendo nel folto della boscaglia. Ormai mancava poco.

Il bersaglio era una nukenin quasi altrettanto anziana, sebbene portasse gli anni decisamente meglio dell'Accademico. In parte contribuiva di certo l'elegante vestito lungo che le avvolgeva i fianchi alla perfezione, evidentemente fatto su misura. L'abito la faceva assomigliare più ad una dama di corte che ad una spietata kunoichi senza padrone, per la quale era stata spiccata una condanna a morte dal Villaggio del Suono. Priva di scrupoli, quella volta aveva pestato i piedi alle persone sbagliate. Purtroppo per lei non se ne era ancora resa conto e non poteva immaginare, mentre vagava per le Terre del Fuoco, che il sicario messo sulle sue tracce fosse prossimo a far scattare la sua trappola. Era invece intenta a rievocare con disgusto gli avvenimenti del giorno precedente all'unico essere che potesse ascoltarla, un gatto nero dall'aria piuttosto snob che camminava al suo fianco. Cioè, ti rendi conto? Quella sgualdrina della cameriera... No, un'idiota del genere non si merita neppure di essere chiamata cameriera... Ecco, quella serva disgraziata... Beh insomma, dopo avermi pestato l'abito non ha neppure fatto seppuku per farsi perdonare! Ma ti rendi conto? Dove andremo a finire di questo passo? Il felino, dall'alto della sua superiorità, la ignorò completamente, scattando in avanti. Aveva fiutato qualcosa, forse un piccolo roditore. Oppure uno shinobi nascosto, chi poteva dirlo?