La polveriera

- Difesa -

La donna, che aveva subito il colpo al petto, non si lasciò imbambolare dalla tecnica del mio compagno. La così non mi stupì, si era dimostrata anche in precedenze non attaccata alla propria vita ma addirittura lanciarsi in quell'ultimo assalto suicida, questo no, proprio non me lo aspettavo. Il sorriso si allargò lungo tutto il volto e un po' di sangue vi entrò, lo feci passare sulla lingua e nella bocca, sarebbe stato un gusto che non avrei dimenticato.
Si scagliò verso di me e risultò, fin da subito, palese l'illusione di Motsuyo che stava intaccando la sua velocità. Risi forte con spregio al suo primo affondo, feci un semplice passo indietro deviando con la lama il suo colpo portato con il braccio sinistro; l'unico che potesse usare e che realmente avrebbe potuto rappresentare una minaccia. Per difendermi dal secondo attacco non reagii diversamente: nuovo passo a destra e indietro per evitare la spazzata portata dalla gamba destra verso il mio ginocchio sinistro, anche questa volta appoggiai la mia lama lungo la sua gamba seguendo il suo attacco a vuoto.
Per poi alzare repentinamente la lama e poggiargliela sulla guancia mentre la nukenin provava una testata che schivai spostando leggermente il tronco all'indietro e continuando a tenere la lama sulla sua guancia per scherno.
L'attacco successivo fu tanto imprevedibile quanto rapido, dovetti concentrare una gran quantità di chakra al braccio destro che reggeva al dadao per deviare il colpo portato con il suo braccio sinistro armato di quella fastidiosa lama interna. Per farlo colpii con il piatto della lama il suo braccio spingendolo verso il basso e mi allontanai di un passo.

- Attacco -

Le tue ultime parole sono state vuote e banali, tanto questo tuo patetico ultimo assalto. Vorrei tanto poterti tagliare i legamenti dietro le ginocchia e lasciarti qua viva mentre tutto esplode. Sì, sarebbe bello. Ma inutile, vale più la tua taglia che questo mio sfizio. Alzai lo sguardo verso di lei, la furia omicida illuminava i miei occhi e le sorrisi. Questa sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto e la cosa mi riempiva di gioia.
Scattai verso di lei tenendo alta la lama, giunto a mezzo metro da lei avrei scartato alla mia destra e tentato un colpo violento al suo braccio sinistro, sperando di poterglielo mozzare. Ma non mi sarei fermato a vedere il risultato, avrei nuovamente ruotato verso l'esterno per provare un ultimo fendente al collo, con il chiaro intento di decapitarla.
Se i miei attacchi non fossero andati a segno e fosse stata ancora in grado di attaccare, avrei riso più forte aspettando un'altra offensiva.
Se i miei colpi fossero andati a segno e la sua testa stesse rotolando per terra, avrei tirato un sospiro di sollievo. Era finita e avevo vinto, quella maledetta puttana non avrebbe più fatto del male a nessuno. Quindi mi sarei rivolto a Matsuyo con voce calma Dai muoviti, raccogli quella cazzo di testa che ci servono le prove per riscuotere le taglie mi sarei abbassato e pulito la mia lama sui vestiti della morte per poi rinfoderarla, quindi avrei aggiunto Andiamocene da questo posto, il nostro lavoro è finito.
Quindi avrei imboccato l'uscita della polveriera, avevo bisogno di cure al più presto, quelle ferite, malgrado non avessero intaccato organi vitali, andavano rattoppate al più presto. Fortunatamente con me avevo un tonico che deglutii, certo non sarebbe bastato ma almeno non sarei svenuto tentando di raggiungere Suna.