Un fabbro che batteva forte

Atto II
Sciamaniche convocazioni †

Mi creava sempre un po' di impressione, certo anche molto orgoglio, vedere come la gente era solita riconoscermi - in particolar modo all'interno di Kiri - e spesso ritrarsi stizzita. Tutta la questione aveva un sapore tuttavia assai dolcemaro: non interessavo a nessuno finché non ho messo la maschera.
Ricevuta la planimetria dalla puntuale Hisae, osservai la situazione mentre ascoltavo le parole del nostro protetto, anche se furono gli eloquenti gesti a distogliere maggiormente la mia attenzione. Capisco le preoccupazioni, ma non c'è un vero pericolo, è la prima volta della mia giovane moglie in un misterioso paese esotico, sono sicuro che saprete difendere mio figlio mentre io penso a lei... Un atteggiamento nient'affatto consono alla situazione. Bene. Dissi secco e rapido, con evidente intenzione di bloccare qualsiasi altra manifestazione scurrile dell'uomo. Io veglierò su vostro figlio. Kyofu ed Hisae starete fuori dalla camera del Mastro. Ho capito, Kensei-senpai! Dopo un breve scambio di sguardi con i presenti, ripresi parola, dando fin da subito le direttive per il giorno seguente. Se la situazione è questa, Kyofu e Hisae sorveglieranno le finestre al lato della stanza dall'interno mentre io starò sull'ingresso principale. Mi accertai che tutti avessero capito i loro ruoli. Ci vediamo domattina.

[...]

La notte trascorse tranquilla, almeno sul versante lavorativo. Lo stesso non si poteva dire per i violenti rumori provenienti dalla stanza del Mastro Affilatore che, di fatto, lasciavano ben poco spazio all'immaginazione. Anche Kyofu ed Hisae non se la passarono un granché bene. I miei microcicli di sonno, insegnati proprio dal pipistrello canuto, mi permisero di rimanere vigile senza sacrificare l'efficacia e la reattività di ogni mia ipotetica azione. Lo stesso, forse, non si poteva dire di Hisae che il giorno seguente mi salutò con un sorriso incerto e due occhi grandi come lo spioncino di una porta. Kyofu si avvicinò per sussurrarmi due parole. Ho provato a stabilire un dialogo ma la ragazza è distante, preoccupata ed impaurita. Non usi i suoi soliti metodi. Non può permettersi comportamenti anti-accademici, anche se la ragazza si dimostrerà debole. Feci un cenno col capo. Dovevo, in ogni caso, forgiare quello shinobi della Nebbia. Veglia tu su di lei, non si sa ma. Sussurrai, subito prima di incamminarmi verso la ragazza, rivolgendomi a lei con voce calma e rassicurante benché la statica espressione del mio elmo non tralasciasse altre emozioni. Spero tu abbia passato una buona nottata, Hisae, al di là dei rumori poco piacevoli che ci hanno accompagnato. La ragazza arrossì in viso. Resistiamo ancora qualche ora, dopo di che questa semplice missione sarà conclusa. Con un gesto della mano la invitai a farmi strada. Dopo di te. Grazie, Signore, cercherò di non deluderla.
La delegazione di Sunesi fu particolarmente riconoscibile e così il mercante con cui il nostro cliente aveva a che fare. Ci fu una conversazione che durò alcune ore: io, dal canto mio, rimasi in disparte con Kyofu e Hisae, guardingo di ogni ipotetico dettaglio fuori posto e pronto ad entrare in azione qualora avessi visto qualcosa di particolarmente strano. Tenete gli occhi aperti. Non abbassate la guardia.
Dopo i convenevoli, i sunesi si ritirarono nelle loro stanze per procedere col pranzo. Se posso darle un consiglio, non mangerei niente di cui non vedo l'esatta provenienza, signore. Dissi al mio cliente. L'ipotesi veleno non era da escludere e se era stata richiesta una protezione il mio compito era di adempiere a quel dovere fino in fondo.
Finita la pausa pranzo, toccò finalmente il momento decisivo. Hisae,
Kyofu, prendete posizione. Io Sorveglierò la Hall dall'altro ingresso, di modo da tenere d'occhio anche moglie e figlio. Hisae sembrava piuttosto spaventata. Sta' tranquilla, ragazzina. Hai Kyofu con te. Io stesso affiderei a quel pipistrello la mia vita.

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