Incontro Fortuito

Ichiro era un ninja piuttosto stano anche per i canoni di Oto. Il viso incartapecorito dall'età, una massa di capelli neri piuttosto disordinati, lunghi baffi piuttosto appariscenti e un paio di inquietanti occhi rossi lo rendevano sicuramente un tipo piuttosto appariscente, ma la sua indole era qualcosa di ancor più stravagante. Ossessionato dalla fortuna e devoto a qualsiasi genere di superstizione, non si separava mai da decine di amuleti e altre inutili chincaglierie che aveva accumulato negli anni. Era convinto che se ne fosse liberato, la sventura l'avrebbe perseguitato, portandolo a morte certa. Anche quella sera, mentre correva tra la foresta di una delle isole Orientali, non aveva abbandonato l'abitudine di gettare ogni tanto del sale alle proprie spalle. Inutile dire che questa cosa non l'aveva molto aiutato a fuggire e presto sarebbe stato raggiunto dal suo inseguitore.

Correndo a perdifiato tra fitta vegetazione, lo il genin si imbatté in un giovane parigrado di Kiri. Appena vide Kitori e il suo scintillante coprifronte, l'anziano shinobi arrestò la sua corsa, avvicinandosi al ragazzo. Lo sapevo! Sapevo che la zampa di coniglio sunese mi avrebbe aiutato! Esclamò, agitando con orgoglio quel macabro ninnolo che stringeva nella mano destra. Mi chiamo Ichiro, sono un genin di Oto! Sono stato incaricato di trovare informazioni su Kurotenpi e di catturare un membro di quell'organizzazione, ma le cose non sono andate come avevo previsto. Tralasciò volontariamente la parte in cui rapiva e torturava una giovane locandiera solo per trovare informazioni sul suo inseguitore. Quei bastardi mi hanno teso un agguato. Sputò per terra in segno di sdegno. Ne ho fatto fuori uno, ma l'altro è troppo potente. Presto sarà qui e se non mi aiuti, non penso riuscirò a portare a casa la pelle. A guardarlo bene, Ichiro era piuttosto malconcio. Evidentemente doveva essersela vista davvero brutta.

Nel frattempo, l'infiltrato sunese stava riducendo la distanza che lo separava dal suo obiettivo.