Punti di VistaFree con Murasaki

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    Punti di Vista


    III



    Corri a quell'albero e scalalo utilizzando unicamente il chakra e le piante dei piedi prima che io sia arrivata lì.

    Murasaki guardò con fare confuso la donna, che non accennò a fermarsi. Guardò poi l'albero, cercando di capire quale fosse l'intenzione della sua maestra.

    Io... Mi ricordo di aver letto qualcosa a proposito delle tecniche di controllo del chakra, ma niente di particolarmente dettagliato. Ho bisogno...

    Nel breve tempo in cui Murasaki aveva parlato, le due erano già giunte a destinazione. Oboro non accennò a fermarsi, passando inesorabilmente oltre l'albero che le aveva prima indicato.

    Ho bisogno di più informazioni.

    La ragazza continuò a seguire l'ANBU, con l'intenzione di ricavare qualche consiglio.

    Continueremo senza fermarci, una volta a Otafuku avrai imparato, in un modo o nell'altro.

    Disse la kunoichi più esperta, indicando il prossimo albero di fronte a loro. Murasaki inspirò profondamente. La situazione non le era per niente chiara, e Oboro non pareva essere intenzionata a dare ulteriori spiegazioni. Improvvisamente, scattò verso l'albero indicato dalla donna.

    Dovrò cavarmela da sola.

    La giovane genin arrivò presto alla meta, fermandosi di fronte all'albero. Ne osservò il nodoso spessore. Il legno pareva solido e robusto, di sicuro un ottimo piano d'appoggio.

    Devo concentrarmi. È tutta una questione di bilanciamento del chakra.

    Chiuse gli occhi, portando le mani congiunte di fronte al petto. Intorno a lei, la vita del bosco continuava rumorosa; in sottofondo, la ragazza riuscì a percepire il ritmico e inesorabile incedere di Oboro.

    Devo riuscire a percepire il flusso del chakra, e poi a dirigerlo dove voglio io.

    L'aveva fatto diverse volte, in allenamento come durante il suo primo combattimento. Poteva sentire il familiare formicolio che accompagnava lo scorrere dell'energia pervaderle le gambe, e concentrarsi poi ai piedi. In quanto Hyuga, lo studio del chakra e del suo sistema circolatorio era stato un punto fondamentale della sua educazione. Una manciata di secondi dopo aprì gli occhi, decisa a muovere i primi passi sull'albero.

    Dovrei esserci.

    Con quanto più chakra possibile concentrato nella pianta del piede, la ragazza si apprestò a compiere il primo passo. Poi successe tutto in un attimo.

    Ma cosa?!

    Murasaki venne sbalzata via violentemente, e atterrò a un paio di metri dall'albero.

    Com'è possibile?

    Proprio mentre si stava rialzando, l'ANBU si palesò vicino a lei.

    Devi creare una patina adesiva sotto la pianta dei piedi, troppo spessa e la superficie che cerchi di scalare ti scaccerà, troppo sottile e non farai presa. Serve concentrazione.
    Sì signora, riproverò.

    La giovane si rialzò, pronta a correre verso il prossimo obbiettivo.

    [...]

    Da qualche parte nelle vicinanze, un timido grillo salutava l'approssimarsi dell'estate, cimentandosi in un flebile gracidare. Intorno a lei, gli alberi pullulavano di energia vitale. Sotto le fronde di un monumentale acero secolare, vi era Murasaki. Ferma, ansimante, il busto piegato dalla fatica e dalla mancanza di forze.

    Venti... cinque.

    Era il venticinquesimo albero che la giovane aveva provato a scalare. In lontananza, Oboro continuava imperterrita la sua passeggiata. Con le lacrime agli occhi, la ragazza si rimise in posizione eretta, congiungendo nuovamente le mani di fronte al petto.

    Le ho provate tutte. Ho provato ad attaccarmi agli alberi modificando la forma del chakra, ho provato a cambiarne lo spessore. Ho provato persino ad ancorarmi orizzontalmente rispetto al terreno col chakra.

    Ma niente pareva funzionare. Albero dopo albero, kilometro dopo kilometro, la sicurezza di Murasaki aveva cominciato a vacillare, mentre il suo corpo si era riempito di tagli ed ematomi. In tutto questo, la sua compagna di viaggio aveva taciuto.

    Posso implorare, posso gridare, ma niente sembra smuoverla. Comincio a pensare che non sia stata un'ottima idea quella di chiederle di allenarmi.

    Scosse la testa, cercando di riprendere concentrazione. Poteva chiaramente sentire le gambe tremare, mentre la gravità pareva costringerla a terra con una forza sempre maggiore.

    Riproviamo.

    Per l'ennesima volta, il chakra prese a scorrere nelle sue oramai esauste membra. Non vi era un centimetro del corpo che non le facesse male, e le pareva che al posto del chakra nei suoi arti inferiori scorresse veleno. Veleno freddo e denso. Provò a modificare la forma del chakra, nuovamente, dandogli questa volta l'aspetto di tanti, piccoli rampini.

    Qualsiasi superficie, anche quella che ad occhio nudo appare più liscia, ha delle imperfezioni, delle fessure. A maggior ragione, dovrei riuscire ad ancorarmi ad un albero.

    La ragazza fece un passo, poi un altro, tanto che le parve di aver finalmente raggiunto la soluzione di quell'enigma. Poi, quasi si trovasse in un sogno, sentì il proprio corpo cadere nel vuoto. Un secondo dopo, la sua schiena trovò il terreno, con un impatto che le fece perdere il respiro, e per poco non i sensi. Un rivolo di sangue sfuggì dalle sue labbra.

    E ora... Eccola che arriva.

    Murasaki si mise sulle ginocchia, voltandosi verso Oboro. In pochi secondi, la donna fu di fronte a lei.

    Otafuku dista parecchie ore. Ci arriverai con le tue gambe dopo aver appreso questa capacità, oppure la tua missione avrà termine.
    Non riesco. Mi dispiace, non ce la faccio. Ne ho provate di ogni, questo è il venticinquesimo albero che provo a scalare. Non ho più energie, Oboro-san, di questo passo io...

    Ma la donna non sembrava nemmeno ascoltarla. Continuò a camminare, precedendola in direzione del prossimo albero. Murasaki sentì la rabbia e la disperazione crescerle dentro. Aveva provato, e aveva fallito. Portava sul suo corpo i segni di ogni tentativo, e internamente i danni di ogni fallimento. Era distrutta nel corpo e nell'animo. E di questo, la sua maestra pareva non essersene nemmeno resa conto.

    IO NON RESISTERÒ! DI QUESTO PASSO, NON ARRIVERÒ MAI AD OTAFUKU!

    Alla fine, la calma che contraddistingueva la giovane Hyuga pareva averla abbandonata. Provata fino alla sconfitta, la parte più fragile e infantile della ragazza pareva aver preso il sopravvento.
    Con le lacrime agli occhi, Murasaki corse verso Oboro. Voleva che le rispondesse, voleva che la guidasse. Non era forse questo il compito di un maestro?

    NON MI STA NEMMENO ASCOLTANDO! LA PREGO...!

    Era a meno di un metro dalla donna, eppure non accennava a calmarsi. Poi, un tremito scosse la ragazza, che si accasciò a terra.

    Non ce la faccio, Oboro-san. Non ne sono all'altezza.



     
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