La Via della Discordia

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    I due shinobi mascherati erano arrivati
    «No, » – rispose secco con un tono che non ammetteva alcuna replica a Kunihiro. Nonostante il suo tono di voce che faceva trasparire una certa età e quel "siete magnanimo" che gli fece pensare che l'Accademia gli aveva mandato chissà quale nonnino, non si scompose. Il suo tono era serio; la voce – imperativa. - «Sarai Masu.» – Volente o no, Kunihiro difficilmente avrebbe potuto ottenere qualcosa di diverso da quell'uomo che, - si diceva, - avesse sangue nobile. E non era solo nobile: era anche oltremodo testardo per le questioni che riguardavano i simboli, gli emblemi e i nomi. E se aveva detto Masu, allora era Masu. - «Miei i soldi, miei i nomi,» – disse ancora indicando il copri-fronte, la maschera e il mantello. - «Non dimenticarti di questi oggetti, giovanotto » – finì indicando tutta quella roba che averebbe dovuto far apparire i due come dei shinobi del Paese dei Fiumi a tutti gli effetti.

    L'altro partecipante alla missione parve al "Mutou" ben più giovane, soprattutto dal tono della voce. E, forse per l'inesperienza o forse per fretta, riempì il vecchio di domande, tant'è che questi dovette sorseggiare un po' di acqua prima di rispondere a tutte le domande, cercando di non dimenticarle e fissandosele per bene nella mente. - «Hah, piano giovanotto, piano!» – Sorrise. - «Dunque, i pirati, per quanto ne sappiamo, sono persone abbastanza caotiche. Arrivano dalla Baia, navigano i fiumi, saccheggiano delle proprietà agricole e scompaiono... e... beh... non so se sono entità autosufficienti oppure sono finanziate da qualcuno che invece dovrebbe obbedire ai miei ordini... e soprattutto cosa vorrebbe fare con quell'accozzagglia di gente. Creare instabilità? Caos? Disordine? Portare a un rovescio ai vertici? Non lo so. Per quanto riguarda le loro abilità, non dovrebbero essere troppo particolari. Per quanto ne so, si tratta di semplice accozzaglia di gente... e, sempre per quanto ne so, puntano più sul numero che sulla qualità... Per quanto riguarda i ninja,» – il vecchio sbuffò, cercando di farsi tornare alla mente le informazioni, - «Per quel poco che ne sappiamo, sono pochi, ma di qualità. Shinobi di alto livello, che potrebbero essere davvero ben preparati. Per quanto mi riguarda sono dei chunin, se non dei Jonin... ma anche loro potrebbero essere finanziati da qualcuno, ma da chi? O forse vogliono fare il Colpo di Stato per mettere sul vertice un proprio uomo? O un capo dei villaggi minori? Tutte domande senza risposta... per ora.» – Disse Hisao prendendo fiato per rispondere quindi alla successiva domanda di Koi. - «Sinceramente? Non so cosa aspettare. Così come non so di chi posso fidarmi e di chi no. E, soprattutto, non so cosa passa nella mente di "quelli la"...» – sottolineò quella parola riferendosi ai capi dei 4 villaggi minori che avrebbero dovuto visitare. - «Non ho ricevuta alcuna minaccia diretta, né il daimyo l'ha ricevuta: ma è questo che mi preoccupa. Lo conoscete il proverbio, no? Il can che abbia non morde. E losche cose stanno succedendo nel Sud di queste terre. Losche. Tanto che potrebbero portare alla scissione e alla creazione di una nuova entità statale nel Meridione del Paese dei Fiumi. Per quanto riguarda la Via della Discordia,» – il rappresentante del daimyo si alzò per indicarla meglio sulla mappa che si ritrovava dinnanzi, - «è un collegamento cruciale che collega la parte centrale del Paese del Fiume con la sua parte Meridionale e proprio lungo la Via della Discordia si trovano i 4 villaggi che dobbiamo visitare. Questa strada non è una strada qualsiasi: la sua importanza è legata al passato e alle guerre che sono accadute in questo posto tantissimi anni fa. Proprio lungo questa via, difatti, si scatenò il primo conflitto tra un clan che abitava nella zona centrale del Paese dei Fiumi e uno che, invece, era localizzato al Sud. Quella, per noi, è una strada di onore e camminarci sù è una prova di forza soprattutto quando si va di nuovo al Sud per sottomettere i signori feodali locali al volere dell'autorità centrale. Nessun cittadino del Sud riconoscerebbe il daimyo come un legittimo capo, qualora ci andassimo di soppiatto, nascondendoci nella giungla. Dovete sapere, voi che provenite da chissà dove, che la gente del Sud è molto... come dire... legata ai concetti di onore ed è anche parecchio capricciosa. Per non dire che si crede migliore degli altri. Noi crediamo che sia l'aria di mare a dar loro alla testa, ma chi lo può sapere. Per quanto riguarda i villaggi, beh... mi sembra ovvio... è importante rassicurarci sulla fedeltà di tutti e 4 i capi. Qualora un solo capo di uno dei 4 villaggi minori provasse a ribellarsi e per giunta ci riuscisse, perderemmo il controllo su delle vaste zone del Sud. Per questo è importante visitare TUTTI i villaggi, nessuno escluso e SOTTOMETTERE tutti i capi. Il cancro, in quanto tale, va estirpato alla radice, tagliato via con una lama rovente... » – Si fermò un attimo per riflettere sul successivo gruppo di domande. - «Ogni villaggio è dotato di 1) un gruppo di militari incaricato unicamente alla protezione del villaggio; 2) le guardie del corpo del signore del villaggio. I primi li scegliamo e gli inviamo noi, nella quantità che riteniamo necessaria. Abbiamo aumentato la quantità per via dei problemi legati alla pirateria locale. I secondi il capo del villaggio se li sceglie autonomamente, assumendo anche dei ninja a propria protezione... proprio come io ho fatto con voi. Ovviamente sull'addestramento dei secondi non vi posso dire molto, ma dubito che "quelli la" si farebbero difendere proprio da chiunque. Sui primi, invece, vi posso dire con assoluta certezza: sono soprattutto dei soldati, tra i quali ogni tanto capita un ninja di grado genin e, se non sbaglio, un chunin incaricato a gestire la difesa dei villaggi.» – Infine arrivò la domanda sui rapporti tra i villaggi. E, sebbene fossero tutti del Sud quei villaggi, con delle tradizioni praticamente uguali se non del tutto simili, avevano comunque avuto qualche scaramuccia in passato. - «Attualmente ogni villaggio è gestito dal rappresentante di una famiglia nobile diversa. In passato queste famiglie hanno avuto non pochi screzi tra di loro e non di rado si sono verificati anche degli scontri armati, ma il precedente daimyo ha posto fine alle lotte nel Sud riequilibrando le forze e, soprattutto, distribuendo le terre in maniera equilibrata e sobria. Ma, come potete ben capire, c'è sempre qualcuno che vuole un ponte, qualcuno che vuole un albero e qualcuno che vuole un cespuglio. Attualmente, in ogni caso, i villaggi sono in uno stato di pace tra di loro... ma temo che sia abbastanza fragile come stato. Per questo non dobbiamo avvantaggiare una famiglia rispetto a un'altra, altrimenti ci ritroviamo ben presto in una situazione a dir poco "calda".» – Una volta che le domande erano finalmente terminate, il rappresentante del daimyo avrebbe ancora una volta fatto cenno alle maschere e ai mantelli, nonché ai coprifronti. - «Hisaki vi accompagnerà nelle vostre stanze, dove trascorrerete la notte. Potete lasciare i vostri mantelli e le vostre maschere lì e indossare, invece, quelli che recano il simbolo di Tani. Nella vostra stanza non vi vedrà nessuno, non vi preoccupate.» – A quel punto si sarebbe fatto in avanti il maggiordomo.

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    «Vi prego, seguitemi,» – avrebbe detto il maggiordomo accompagnando i due nelle rispettive stanze al secondo piano. Durante il tragitto Hisaki non avrebbe proferito alcuna parola, ma avrebbe comunque risposto a delle domande abbastanza generiche. Si sarebbe rivelato un tipo alquanto silenzioso, un tipico maggiordomo nelle vesti da maggiordomo. Tuttavia, una volta arrivati dinnanzi a una porta azzurra vicino alla quale erano posizionate ben due guardie armate di lance, Hisaki si sarebbe rivolto a Kunihiro:
    «La prego,» – avrebbe detto aprendo la porta. Dentro Kunihiro avrebbe trovato... una stanza. Non era proprio una stanza di lusso, ma vi era tutto il necessario per trascorrere la notte: un comodo letto, una coperta niente male, un tavolo su cui scrivere, una sedia, una bottiglia d'acqua con un bicchiere e persino un cesto con la frutta. Stranamente, però, il ragazzo nella maschera non vi avrebbe trovato alcun specchio e vi era soltanto una finestra in quell'ambiente e anche quella era coperta da un telo, proprio come la finestra vista nella stanza dove si erano incontrati con il rappresentante del daimyo. - «Signor Masu... ho personalmente provveduto a coprire la finestra in modo tale che nessuno vi possa spiare attraverso. Le guardie servono perché nessuno a parte me entri nella vostra stanza e per non recarvi disturbo o... minaccia. Per il resto,» – gli avrebbe indicato una sottile corda vicino alla porta, che avrebbe tirato giù e tutti nel corridoio avrebbero percepito il suono di un campanellino, - «se ha bisogno di qualcosa, tiri pure questa corda. Ha la mia piena e massima disponibilità, anche nelle ore notturne, per qualsiasi cosa le serve.»
    Quindi se ne sarebbe andato insieme a Koi, la stanza del quale si trovava nell'altra ala della villa. Hisaki lo avrebbe accompagnato fino alla porta, dove Koi avrebbe visto 2 guardie uguali-identiche a quelle viste prima, dinnanzi alla porta della camera di Kunihiro. La stanza sarebbe stata diversa rispetto a quella di Masu, ma non di molto: le stesse cose, senza uno specchio e con la finestra coperta da un telo (sebbene la finestra fosse più grande rispetto a quella presente nella stanza di Kunihiro, anche il telo era più grande).
    «La prego, si accomodi» – avrebbe detto Hisaki. «Signor Koi... ho personalmente provveduto a coprire la finestra in modo tale che nessuno vi possa spiare attraverso. Le guardie servono perché nessuno a parte me entri nella vostra stanza e per non recarvi disturbo o minaccia. Per il resto,» – gli avrebbe indicato una sottile corda vicino alla porta - «se ha bisogno qualcosa, tiri pure questa corda. Ha la mia piena e massima disponibilità, anche nelle ore notturne, per qualsiasi cosa le serve.» – Avrebbe quindi terminato a ripetere esattamente ciò che aveva detto a Masu.
    A quel punto il maggiordomo avrebbe chiuso la porta e se ne sarebbe andato: del resto era sera e i due all'alba dovevano partire.

    [...NOTA...]Dal questo momento e fino all'alba avete la piena libertà di azione. Potete uscire, entrare, fare il giro del palazzo e così via. Ovviamente non potete entrare in alcune stanze e avrete difficoltà ad abbandonare la villa, considerando le guardie all'accesso. Per il resto potete fare ciò che volete: se servirà un interpost, lo farò.



    La partenza sarebbe avvenuta alle prime luci dell'alba, non appena i raggi del sole mattutino avrebbe tagliato le nubi illuminando quella povera terra. Proprio a quell'ora, così presto, i due shinobi scelti per quella missione avrebbero potuto raggiungere il cancello d'ingresso, dal quale sono entrati. Tuttavia non avrebbero trovato il rappresentante del daimyo, bensì una piccola carovana. Su di essa il simbolo del Paese dei Fiumi. Dinnanzi ben 4 cavalli, dei merini neri, stupendi. Tutti e 4 i cavalli erano legati in modo tale da poter essere "gestiti" da un solo uomo che si trovava seduto proprio davanti alla carovana. La simpatica faccia di Hisao Mutou, invece, sarebbe apparsa da una finestra laterale della carovana e avrebbe guardato i 2 ninja mascherati con fare perplesso. - «Spero abbiate preso le cose che vi sono state assegnate...» – avrebbe detto quello la prima ancora di osservare i due, con il tono di chi non sarebbe partito se quei due avessero disobbedito agli ordini. - «E spero anche che possiate reggere il passo.» – Avrebbe quindi aggiunto chiudendo la finestrina del tutto per dare l'ordine al conducente di far partire i cavalli. La carovana sarebbe quindi praticamente "schizzata" in avanti trainata da quelle magnifiche bestie, mentre i due shinobi sarebbero rimasti indietro.
    In ogni caso non avrebbero fatto fatica a stare al passo con la carovana, in quanto circa 2 volte prima di soprassare il confine tra il centro del Paese dei Fiumi e il Sud dello stesso Paese, la carovana si sarebbe fermata vicino a una locanda lungo la strada principale... semplicemente perché il tizio doveva andare al bagno. Sarebbe stato un modo per riposare e rifocillarsi prima di ripartire. La terza fermata, invece, sarebbe stata fatta all'incirca verso le 2 di pomeriggio, quando la coravana si sarebbe di nuovo fermata vicino a una piccola locanda situata nelle immediate vicinanze di un fiume abbastanza ampio. La porta della carovana, allora, si sarebbe aperta e, con gran sorpresa dei due ninja, sarebbero prima uscite due stupende donne con un decolté ben in mostra, ben decorate con vari gioielli e profumi. Solo dopo, tenendo in mano un fiasco di vino e senza preoccuparsi di nient'altro, si sarebbe anche fatto vedere il vecchietto. - «Ah! Ma ci siamo già! E' la Via della Discordia...» – avrebbe indicato una larga e lunga strada che procedeva verso la Baia. La Via della Discordia non aveva niente di particolare, se non fosse che attraversava davvero molti fiumi e quindi continuava su numerosi ponti in legno. - «Tu, » – avrebbe indicato Koi, - «Devo usufruire dei servizi igienici di questa locanda... se non ti dispiace farmi da guardia... Tu invece...» – indicò Masu, - «resta qui a far da guardia alla mia carovana. Non far entrare nessuno dentro, eh! »
    Il vecchio si sarebbe quindi aspettato l'immediata esecuzione degli ordini e quindi, insieme a Masu, sarebbe entrato nella locanda chiamata "Il Fiume d'Oro". Entrandoci vi avrebbe trovato dentro diverse persone: contadini, mercanti, fabbri. Alcuni giocavano a carte, altri – agli scacchi giapponesi. Girando le loro teste verso il rappresentante del daimyo, molti avrebbero abbassato il capo in senso di rispetto; altri, invece, pur riconoscendolo, non avrebbero fatto alcun cenno visibile.
    «Mitsunari,» – avrebbe quindi detto l'uomo avvicinandosi al bancone. L'uomo dietro, il locandiere, avrebbe guardato il nuovo arrivato con fare stranito. - «Signor Mutou... » – avrebbe abbassato il capo egli. - «Spero si sia portato dietro un esercito... considerando tutto ciò che avviene qui.» – Il vecchio, però, avrebbe solo scosso il capo. - «La mia forza non è la quantità, ma la qualità...» – avrebbe fatto un cenno verso il vicino shinobi, indicandolo con la testa. Poi avrebbe ordinato un bicchiere d'acqua per sé e uno per Koi, prima di recarsi al bagno obbligando Koi a restare davanti alla porta.

    Masu, invece, avrebbe avuto vita più facile... fino a un certo punto. Perché prima avrebbe visto un uomo strano avvicinarsi alla carovana. Con fare amichevole l'avrebbe raggiunto e, sorridendo, avrebbe iniziato a parlare. - «Hey, amico! Ciao amico! Tu compri cose? Perché io vendo cose! Rose, fiori, ma anche oggetti ninja...» – Quasi avrebbe cercato di toccarlo: non sembrava volerlo ferire comunque o provocargli il dolore. - «Oh, siano lodati i Kami che siete qui, se siete mercanti! Mi conosci? Mi chiamo Riku! Il leggendario Riku: il mercante errante! Mai sentito? No? Mai sentito? Cerco di vendere e comprare le cose e poi rivendere quelle che ho comprato a un prezzo più alto. E voi cosa comprate? E che vendete?» – L'uomo si sarebbe piazzato di fronte a Masu in modo tale da bloccargli la visuale sul fiume. Per giunta il mercante avrebbe messo a terra uno zaino iniziando a tirare cose: fiori, pentole, dei cuscini e altre cose che non si sapeva nemmeno come ci fossero entrate. Per giunta avrebbe tirato fuori una mela e una banana. - «Sono deliziosi. Compra amico, compra!» - Per questo Masu non avrebbe visto...

    ...non avrebbe visto una piccola nave navigare sulle acque del fiume, in avvicinamento della locanda, a meno che in qualche modo non fosse riuscito a liberarsi di quell'ostacolo. Aveva le bandiere nere, con un simbolo in bianco scritto sopra. In qualche attimo o anche meno la nave sarebbe attraccata vicino alla locanda e almeno una quindicina di persone, - tutte con un'arma, - sarebbero scese della stessa circondando la locanda, e la carovana, con un stretto cerchio.
    «Pirati,» – avrebbe spiegato Riku osservando quei tizi. Molti avevano delle armi a distanza; altri – delle armi da mischia. Tutti, però, erano equipaggiati con qualcosa e non sembravano mica amichevoli. Non appena quelle persone avrebbero circondato la locanda, un tizio si sarebbe fatto avanti. - «Sono Shinkichi, il Pirata Nero,» – avrebbe detto questi ad alta voce, tanto che anche all'interno della locanda lo avrebbero sentito. - «E questa è una rapina! Signori dentro alla locanda! Uscite con le mani alzate! Altrimenti raderemo al suolo tutto in meno di un attimo! E non fate scherzi se vi è cara la vita! Non abbiamo niente da perdere!» - Masu, a quel punto, si sarebbe ritrovato con almeno 3 balestre puntate contro.

    Solo a quel punto il rappresentante del daimyo sarebbe uscito dal bagno e si sarebbe rivolto a Koi. - «L'hai sentito?» – Avrebbe chiesto. - «Cosa facciamo ora? Non posso essere catturato dai pirati, altrimenti mi rivenderanno e mi faranno diventare uno schiavo! Fai qualcosa!» – Ma cosa fare? Come avrebbero agito i due?



     
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