[MG] - InfiltrazioneTerritorio: Suiminami

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  1. Munisai
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    Infiltrazione


    Suiminami • Capitolo III

    Junko abbassò il bicchiere dopo l'ennesimo sorso, l'ultimo. Il boccale era ormai vuoto, è ciò non era un bene. Né per lei né per i suoi interlocutori.
    La ragazza fissò Kasai fino a quando non smise di parlare, notando come la mano dello straniero fosse scivolata minacciosamente sullo tsuka della wakizashi. Rimase un attimo interdetta, poi scoppiò in una sonora risata.
    Ahahahah! Frena un attimo, fammi capire disse, mentre un'espressione di finta incredulità le si dipingeva sul volto.
    Voi due, dei maiali dell'Accademia, vorreste presentarvi nella base di Umiuso portando la testa di una sua affiliata...e vi aspettate pure che vi diano una pacca sulla spalla e vi accolgano nell'organizzazione?
    AHAHAHAHAHA...HIC!! Ma tu sei uno spasso, amico!
    Direi che il tuo piano è geniale, se il vostro obiettivo è farvi squartare vivi!

    Quando il riso della ragazza si spense, asciugandosi una lacrimuccia continuò, ma con tono sempre più serio.
    Tutti quanti sanno che sono una forte bevitrice, inclusi i miei capi.
    Non a caso sono conosciuta come Junko l'Ubriacona da queste parti
    aggiunse gonfiando il petto, come se un epiteto del genere fosse motivo di vanto per lei.
    Eppure a Umiuso nessuno si è mai lamentato di me, e sai perché?
    Perché il mio lavoro lo faccio, e lo faccio bene. Da sobria o brilla, anzi, dopo essermi fatta un goccetto sono ancora più efficiente!

    Indicò nuovamente col dito la casetta del pescatore.
    Quella troia e la sua mocciosa sono praticamente morti che camminano, prima di fare il mio dovere mi stavo facendo la mia bevutina...hic!...come ogni sera.
    Ma poi siete spuntati voi.
    Per inciso, non mi avete ancora detto i vostri nomi, quindi siete anche dei cafoni del cazzo. Ma comunque, siete saltati fuori pretendendo di unirvi a noi.

    L'espressione della donna a quel punto era seria come non mai. In un gesto di stizza, gettò ai propri piedi il boccale vuoto, che si infranse rumorosamente.
    Pensi di potermi parlare come se fossimo sullo stesso piano? Mh? domandò a Kasai.
    Siete voi ad essere venuti da me.
    Siete voi che avevate qualcosa da dimostrare a me, un vostro ipotetico superiore nell'organizzazione, se vi avessi reputato degni.
    Per questo ti ho assegnato un compito da svolgere
    spostò lo sguardo su Juzo.
    Per metterti alla prova. Perché, come ho detto, non possiamo tirarci in casa cani e porci...hic!
    Dei pusillanimi cacasotto incapaci di eseguire gli ordini di un superiore, tra l'altro di una semplicità disarmante, sono l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. E voi questo avete dimostrato di essere, stasera.

    La ragazza era stata dura, ed era evidente che le sue parole fossero definitive. Convincerla ormai sembrava impossibile, ma se non altro sembrava che non avesse preso troppo sul personale la tutt'altro che velata minaccia di morte. Era altresì chiaro che la giovane dai capelli verdi non avesse intenzioni bellicose verso gli otesi, e li avrebbe lasciati andare per la loro strada senza rappresaglie da parte dei suoi compari.
    Tutto questo parlare mi ha fatto seccare la gola borbottò con tono seccato, mentre cominciava a percorrere il vicolo nella direzione dalla quale erano venuti, piantando in asso i due ragazzi senza troppe cerimonie.
    Grazie per aver sprecato il mio tempo eh.



     
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