[MG] - Reclutamento forzatoTerritorio: Kurohai

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  1. Munisai
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    Reclutamento Forzato • Capitolo I

    Quella mattina Munisai e un certo Naoto, anch'egli Genin del Suono, si sarebbero dovuti incontrare davanti al South Gate e partire per una nuova missione.
    Avrebbero dovuto scortare una carovana circense da una località pochi chilometri a sud di Oto fino a Otafuku, nel Paese del Fuoco. Il convoglio avrebbe compreso, oltre a contorsionisti, pagliacci, acrobati e chi più ne ha più ne metta, anche un ricco serraglio di animali da spettacolo. Tigri bianche, scimmie, e un pugno di elefanti giganteschi erano solo alcune delle attrazioni che sarebbero state date in pasto al pubblico pagante. Molte altre bestie facevano parte di altrettanti numeri che alcuni avrebbero definito mozzafiato, e la maggior parte di esse appartenevano a specie rare se non in via di estinzione.
    Nelle ultime settimane i manager del carrozzone avevano ricevuto chiare minacce da parte di quella che sembrava a tutti gli effetti una organizzazione ambientalista, e nello specifico che si batteva per i diritti degli animali sfruttati e maltrattati. Gli avvertimenti erano stati inizialmente derubricati come le vuote parole di un manipolo di fanatici, tuttavia i padroni del circo erano venuti a sapere che gli attivisti avevano infine deciso di passare ai fatti, arrivando addirittura ad ingaggiare delle braccia armate pur di porre fine al business, e nel peggiore dei casi alla vita, di individui così odiosi e scellerati.
    Per questo erano stati richiesti i servigi di Oto. Due dei suoi Genin avrebbero dovuto sventare eventuali attacchi e accertarsi che il convoglio arrivasse sano e salvo alla tappa successiva del tour.
    Il problema era che Naoto, proprio all'ultimo, si era beccato una meningite fulminante finendo in ospedale in condizioni piuttosto gravi.
    Cosa fare, dunque?

    Il rosso si era recato in Amministrazione per ricevere istruzioni. Avrebbe dovuto svolgere l'incarico in solitaria?
    Ricevette risposta negativa. Ai piani alti ritenevano che la missione non sarebbe stata la passeggiata di salute che qualcuno avrebbe potuto pensare, quindi non se la sentivano di mandare da solo un Genin neanche troppo esperto, tra l'altro. Senza perdersi d'animo, avevano messo mano ai loro schedari e cercato tra i fascicoli qualche Genin non impegnato al momento in missione o che non fosse previsto ne iniziasse una a breve.
    Al ragazzo quindi furono date le generalità del sostituto selezionato e il suo indirizzo. La soluzione più rapida sarebbe stata che Munisai in persona si recasse a casa del rimpiazzo e, comunicata la decisione dell'Amministrazione, che si mettessero in viaggio il prima possibile, per evitare ulteriori ritardi.

    Senza perdersi in lamentele che sarebbero state comunque inutili, il rosso scese in strada e percorse rapidamente la strada principale del Villaggio. La meta distava appena tre chilometri dal centro, non ci volle molto a raggiungerla.
    La donna, perché di una kunoichi si trattava, si chiamava Sadako e aveva la bellezza di sessant'anni. Ora, come si facesse ad arrivare a una veneranda età del genere, presumibilmente dopo una vita intera a fare quel mestiere, e ricoprire ancora il rango di Genin, era qualcosa che sfuggiva completamente alla comprensione del giovane, ma così stavano le cose e sinceramente a lui non fregava più di tanto. L'importante era che facesse la sua parte in missione e non lo intralciasse.

    Arrivato a poche decine di metri dall'abitazione della compaesana, Munisai notò un gruppetto di ragazzetti che bisbigliavano e ridacchiavano tra loro, e poco più avanti un paio di uomini che camminavano a passo incerto con il collo girato all'indietro quasi di 180°, neanche fosse un film dell'orrore. Per finire, un vecchio sul ciglio della strada si stringeva il petto con una mano e boccheggiava, gli occhi fuori dalle orbite.
    Evidentemente stava infartando, ma il rosso non aveva tempo o voglia di preoccuparsi di un vecchiaccio che stava tirando le cuoia, quindi tirò dritto con grande nonchalance.
    Imboccò un vicolo, raggiungendo la presunta destinazione. Davanti all'abitazione di Sadako c'era già qualcuno, ma bastò un'occhiata per capire che non poteva trattarsi della proprietaria.
    Si trattava di una donna dai lunghi capelli viola e dalle iridi giallo paglierino. Era molto attraente, e provvista di curve mozzafiato. Malgrado avesse circa il doppio dell'età del ragazzo, dimostrava almeno dieci anni in meno di quelli effettivi. A giudicare dall'abbigliamento probabilmente era anche lei un ninja, anche se con le doti che aveva, secondo il rosso, avrebbe fatto faville al Neko Senzai, il più prestigioso bordello del Quartiere dei Piaceri.

    Il giovane la raggiunse di fronte all'ingresso del modesto edificio subito dopo che lei ebbe bussato.
    La donna si sarebbe ritrovata affiancata da questo ragazzo sui vent'anni, muscoloso e alto quasi due metri, caratterizzato da capelli rossi che somigliavano a delle fiamme e da penetranti occhi verde acido, e con varie cicatrici a segnargli il corpo e la parte sinistra del viso.
    L'otese avrebbe usato la sua stazza importante per farsi spazio, in qualche modo scavalcando la provocante sconosciuta che era arrivata per prima.
    Non so cosa tu voglia da Sadako, ma io ho affari più urgenti con lei sentenziò con tono netto e inflessibile, guardandola dritto in faccia.
    Quindi smamma.
    Non lo disse a parole, ma quello era il chiaro sottinteso.
    Si voltò dunque verso la porta e cominciò a battervi sopra con un pugno in maniera veemente. Non la bussata più elegante al mondo, indubbiamente, ma sicuramente efficace.
    Sadako! Sadako!!! la chiamò con voce potente.
    Apri questa dannata porta! Devi venire subito in missione con me!
    E poi, la porta cominciò ad aprirsi.



     
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