Acciaio di Contrabbando

Yato e Munisai

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  1. Yato Senju
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    Missione nel Riso
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    La missione non era qualcosa di particolarmente complesso, tanto che avevano scelto solo dei Genin da affiancare al Jonin caposquadra. Io avevo appena concluso una serie di brevi missioni nel paese del The e invece di tornare a Konoha ero stato intercettato per recarmi verso nord, nei territori più meridionali del Paese del Riso, dove avremmo dovuto sabotare un gruppo di contrabbandieri di metallo. Con Kumo alle porte il Paese del Suono aveva un disperato bisogno di risorse e perdere materie prime necessarie alla fabbricazione di armi per via di un gruppo di criminali era un problema da mettere a tacere nel più breve tempo possibile.

    A quanto sembrava Konoha voleva schierarsi con Oto e fornirle supporto per quella specifica missione, inviando me, ma ignoravo che esistessero debiti di riconoscenza tra i due villaggi o anche solo dei vantaggi per la Foglia nell'immischiarsi, se non ai fini dell'Alleanza Accademica. Con indosso la mia classica tuta da ginnastica e la sciarpa che mi contraddistinguevano mi presentai al gruppo, riunitosi per l'occasione in un locale senza troppe pretese dove il caposquadra aveva ordinato dei Nikuman per tutti. Era uno strano individuo dai lunghi capelli, l'aria trasandata e uno sguardo che oscillava tra l'apatico e l'ostile, ma percepivo una discreta forza in lui. Kenzo Tenma, sono un ninja medico e Jonin di Oto. Spiegò mentre mangiava...avevo come l'impressione che avesse qualcosa attorno, come un refolo l'aria che evitava accuratamente di toccare le cose o farsi notare, ma non mi sarei spinto oltre per chiedere. Se non vi conoscete a vicenda credo che delle presentazioni siano d'obbligo. Annuii, abituato a quel protocollo. Il mio nome è Yato, Genin del clan Senju di Konoha. Sono un ninja medico, ma anche specializzato nell'uso di genjutsu e nell'arte della spada, uniti alle capacità del mio clan.

    Il ragazzo accanto a me non poteva avere più di diciotto anni ma si atteggiava a teppista della peggior specie. Rimasi stupito nel notare il flauto che portava alla cintura, decisamente discordante rispetto alla sua aria da duro. Mi chiamo Tamao Shimasu. Genin di Oto. Uso Taijutsu con le gambe e Genjutsu sonori. E poi si voltò verso il tizio dai capelli rossi che concludeva il trio. E anche tu sei del mio villaggio, no? Mi pare di aver sentito che sei tra quelli che si sono avvicinati al nuovo Kage. Oto aveva un nuovo Kage? Non avevo sentito nulla al riguardo, ma le missioni al The erano durate quasi un mese, per quanto semplici e poco pericolose. Mancava solo la presentazione del terzo membro, prima che il Jonin fornisse i dettagli della missione.

    La nostra missione prevede un attacco diretto alla base dei contrabbandieri, già individuata da Saki, una mia parigrado otese. Dovrebbero essere sei uomini, di cui due guardie che stanno sempre all'esterno e un leader, con capacità paragonabili a un chunin, che sarà il mio avversario. Dalle informazioni in nostro possesso apre che i bersagli siano al soldo di Ame, se non direttamente parte dell'organizzazione criminale di quella città. Ascoltai avidamente: eravamo tre contro cinque se non si teneva conto della forza individuale nostra e dei nemici. Niente di inarrivabile con un po' di strategia. Oggi alle sei di sera, fra cinque ore esatte, dovrebbe essere prevista la consegna di un carico nel capannone che usano come base. Colpirò in quel momento attirando il leader lontano. Voi dovrete attaccare gli altri. Non è necessario uccidere, anche da vivi potrebbero fornire utili informazioni. Una situazione abbastanza basilare, tutto stava a prevenire gli inconvenienti.

    Io non amo perdere tempo in chiacchiere. Non pensavo che degli Otesi potessero essere utili per la mia Missione, quindi non aveva senso perdersi in tentativi di ingraziarmeli: dovevo solo finire quell'incarico e tornarmene a Konoha. Posso immobilizzare o colpire di sorpresa con la mia kekkei genkai, e sono abbastanza silenzioso. Se Tenma-san fornisce il diversivo, forse un attacco diretto è la cosa migliore, al massimo correlato a un'illusione per creare ulteriore confusione. Non mi era sfuggito che quegli uomini potessero essere di Ame, ma anche fossero stati diretti sottoposti del Sensei avrei dovuto abbatterli. Lui avrebbe capito, in molte cose eravamo simili.
     
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