Acciaio di Contrabbando

Yato e Munisai

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  1. Yato Senju
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    Tutto andava come previsto, con i miei attacchi che andavano a segno e l'Oni dello Shimasu che approfittava della distrazione del fuoco e del caposquadra per sconfiggere facilmente i suoi avversari, mentre Munisai a sua volta si dava da fare con le sue armi, muovendosi occultato fino all'ultimo istante salvo poi tornare visibile e colpire quando era ormai tardi per riorganizzare le difese. I Kunai ferirono e gettarono a terra il primo dei suoi bersagli mentre l'onda tagliente avvolse la donna che gettò un grido sofferente, con la pelle lacerata in più punti. A corpo a corpo con il nemico rimanente il Fuuma Kunai era già pronto a trapassare la sua vittima, il cui campo visivo era coperto parzialmente dalla mano del Rosso...quando improvvisamente il terreno venne a mancare sotto i piedi di tutti noi!

    Ma che cosa...? Anche se mi trovavo ancora lontano il terreno era ceduto, e lo stesso valeva per i miei compagni, come se l'intera area fosse una gigantesca... UNA TRAPPOLA! Svelato l'ovvio dallo Shimasu, non potemmo che cadere impotenti, dato che anche usando il mokuton non riuscii a trovare un appiglio adeguato per frenare la mia rovinosa discesa in quel mare di sabbia e detriti che ci avrebbe inesorabilmente trascinati verso il basso in quella sorta di cono che terminava in una larga voragine che presto inghiottì anche i nostri avversari....che si erano nel mentre trasformati in semplici ammassi di terra, e il carro ancora avvolto dall'illusione! No!! Non ho appigli! Piantare la spada in quella frana era inutile e lo stesso valeva per i mio legno...invano cercai pateticamente di afferrarrmi al bordo per non cadere di sotto ma era inutile. Chi poteva aver mai creato una trappola così estesa...e come era sfuggito ai nostri informatori?

    Mentre cadevo nel buio che la mia illusione di fiamme non riusciva a spezzare, l'ultima cosa che vidi, e forse lo stesso valeva per i miei compagni, era la sagoma di Tenma che veniva gettato a sua volta nella trappola: non era riuscito a scappare. Poi il buio.

    [...]

    Eravamo in una stanza senza finestre con solo l'umidità e una goccia che cadeva da delle vecchie tubazioni ogni tanto a tenere il conto del tempo. Stavo, esattamente come Munisai e Tamao, appeso al soffitto con delle catene metalliche che terminavano in manette in acciaio massiccio talmente stretto che pareva quasi ce lo avessero fuso addosso, ma non c'erano segni di ustioni nè odore di carne bruciata quindi doveva essere frutto di un Jutsu. Tenma era nella stessa stanza, ma legato da quattro catene, una per arto, e sospeso. Tenma-san, Tamao, Munisai...siete svegli? Sapete dove siamo? L'intera parete era rivestita da lamiere metalliche, senza una vera e propria porta. Siamo prigionieri...il capo era un clone di terra e mi si è gettato addosso imprigionandomi con il fango. Non so chi sia o perchè siamo ancora vivi...temo possa essere per estrarre le nostre capacità. Siete feriti? Forse posso riuscire a curarvi anche da questa distanza. Si guardò intorno mentre io mi chiedevo come fosse possibile estendere per tutti quei metri il raggio d'azione delle Mani Curative. Non riesco a manipolare questo acciaio...ci deve essere il chakra di qualcuno che mi è almeno pari dentro. Le strattonai, provando a emettere legno dai polsi per forzarle, senza risultato. Io non riesco a spezzare l'acciaio col mio legno...voi potete fare qualcosa? Tenma era cupo e pensieroso, e si guardava intorno come se cercasse qualcuno, ma non sembrava affatto disperato, mentre lo Shimasu sudava profusamente ed era palesemente sull'orlo di una crisi di nervi. Dal canto mio io non sapevo bene cosa fare...la situazione pareva senza via di uscita, ma ero stato catturato altre volte. Avevo solo bisogno di un pò di tempo...e di un piano. Mi hanno preso tutto! Tutto! Non ho ferite ma non riusciremo mai a liberarci! MALEDIZIONE! MALEDIZIONE! Tamao non stava reagendo in maniera razionale, da bruto quale era, nonostante la sensibilità musicale. Arriva qualcuno... Annunciò Tenma, catturando l'attenzione di tutti noi prigionieri.

    L'acciaio che rivestiva le pareti si deformò mentre un uomo dall'aria estremamente soddisfatta, con lunghi capelli neri

    faceva il suo ingresso, avvicinandosi a Tenma e schiaffeggiandolo appena. Chi sei? Non è da tutti riuscire in una trappola del genere. Specie contro di me. Calmo e misurato nonostante la situazione critica...per un secondo lo ammirai, prima di preoccuparmi, ma il suo interlocutore sorrideva. Sono ArijigokuFormicaleone, Principe di Fiori. Lord Goemon ha un conto in sospeso con Oto e non aspettava altro che imprigionare un ninja di alto rango di oto, ma non mi sarei aspettato di certo una delle tre guardie personali del Daimyo. Come stai Tenma, non riconosci un vecchio amico? Ho sentito che ti sei dedicato ai Draghi nel paese del Fulmine. Asami...pensavo fossi morto dopo averci tradito. Sono Arijigoku ora. La morte ha tante sfaccettature, vecchio amico. Asami...Asami Shimasu...è un traditore del mio clan!

    Non sono più Asami. Ho imparato molto ad Ame, dopo che mi hanno salvato. E ho ottenuto potere...un potere tale da eguagliare il tuo. Conservo le note del mio clan originario, ma ho strappato il potere del metallo dall'uomo che ti ha addestrato, Tenma. Ottenne solo uno sguardo torvo come risposta. Oh, sempre così poco emotivo...ti detesto. E rise, con uan vena di isterìa che certificava la poca sanità mentale rimasta in quell'uomo. Non avrai molte soddisfazioni da questa cattura. In tutta risposta ottenne un kunai conficcato nella spalla già tirata allo stremo dalle catene, e una smorfia sofferente sul volto, ma il medico non fiatò oltre. Per ora siete nella mia trappola sotterranea. Presto i miei ragazzi saranno qui per portarvi ad Ame, e là ci divertiremo a estrarre dalla vostra mente e dal vostro corpo tutto ciò che può valere qualcosa. Ebbi un lampo di speranza negli occhi: il mio Sensei era di Ame...ma non potevo rivelare le mie associazioni così alla leggera...avevo bisogno di tempo...e Arijigoku si levò di torno, convinto di averci in pugno.

    Tenma aspettò qualche secondo per essere sicuro che il nostro carceriere si fosse allontanato prima di parlare. Abbiamo ancora delle possibilità. Un mio...alleato...è rimasto fuori e il nostro carceriere non lo ha notato. So per certo che si sta avvicinando e potrà darci una mano, ma dobbiamo trovare un modo per liberarci da soli. Sembrò combattuto per un secondo, poi chiuse gli occhi. Non riesco a manipolare le mie catene, ma sento che le vostre non hanno chakra estraneo...però sono troppo vicine a voi per poterle influenzare con la mia capacità. C'è un modo, però. Ma è rischioso. Aprì gli occhi, fissando i suoi due compatrioti. Io sono esperto dell'arte della manipolazione metallica, una Hijutsu di Oto. Munisai, avevo promesso di insegnartene le basi e spiegarti le origini di questo potere, ma non c'è il tempo di farlo. Normalmente ti avrei insegnato come far vibrare il tuo chakra e mandarlo in risonanza con il metallo con delle tecniche di respirazione e poi saremmo passati alla fase successiva...ma servono settimane di allenamento e non le abbiamo. Tamao...Munisai. Esiste un metodo per apprendere l'arte del metallo molto più rapido, ma potenzialmente fatale. Tu Yato non appartieni a Oto e non posso tramandarti questa conoscenza, anche a costo della vita, ma voi due avete una possibilità, se volete tentare.

    Userò questo Kunai che Asami mi ha gentilmente conficcato nella spalla. Ne estrarrò una piccola quantità di metallo, non più spessa di un capello...e ve la conficcherò nel petto. Poi la stringerò intorno ai vasi cardiaci del cuore...sono abbastanza esperto da trovarli anche a distanza, quindi bloccherò la manipolazione. Strozzare i vasi vi provocherà qualcosa di simile all'infarto, rischiando la vostra vita ma vi farà anche respirare nella maniera corretta per mandare il chakra in risonanza col metallo. La vostra vita sarà in pericolo perchè una volta all'interno del corpo io non potrò più manipolare il metalllo, ma in quei minuti prima di perdere i sensi avrete la possibilità di percepirne la vibrazione. Se accettate, da questo dipenderà la vostra sopravvivenza: percepite la vibrazione del metallo e poi cercate di influenzarla...anche la minima manipolazione, per quanto rozza, basterà a rilasciare il filo metallico e salvarvi.


    Dopodichè dovrete solo replicare quella sensazione per cercare di allentare le vostre catene. Io ero inorridito...la nostra vita era in pericolo ma quell'uomo stava proponendo ai due sottoposti di suicidarsi prima di finire sotto le attenzioni del nemico! Io avrei preferito arrivare ad Ame e poi tradirli, dopotutto non potevo mettere in pericolo la mia Missione, ma l'alternativa proposta dal medico apatico era folle! La possibilità di riuscita doveva essere molto bassa, tanto che Tamao era atterrito e stava scuotendo il capo, pronto a rifiutare, anche se sapeva bene che l'alternativa era rischiare di essere sezionato vivo. E' davvero l'unica opzione? Forse con il legno posso cercare di liberarci, anche se ci vorrà del tempo... Ma parlavo senza convinzione...in ogni caso quella decisione non era mia. Mi voltai verso Munisai, appeso accanto a me, e verso Tamao dall'altro lato. Non dissi nulla. Era il loro momento.
     
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