Sabotaggio Missione di protezione - Suna

Era una normale giornata autunnale in quel di Kiri. Un pallido sole giallastro riscaldava e illuminava faticosamente il grigio cielo nuvoloso mentre la solita nebbia ammantava case, alberi e tetti. Un'atmosfera soporifera e piuttosto tetra, ad animare l'ambiente solo una gelida pioggerella saltuaria. In conseguenza di ciò le strade e i vicoli del villaggio apparivano quasi completamente deserti, infatti in giro vi era solamente chi aveva obblighi o impegni inderogabili oppure coloro che non aveva trovato una scusa adatta per restare in casa a poltrire.
Ma almeno uno aveva dovuto trovare una scusa per sottrarsi a una casa fin troppo abitata: il solito Kitori preferì passare quei rari momenti libri in una fucina praticamente deserta a perfezionare le sue dati da fabbro. In una fredda giornata passare il tempo davanti ad una forgia bollente non era una brutta idea anzi.
Ad un tratto alla porta si sentì un bussare abbastanza leggero - Chi cavolo era? Il padrone della bottega?! - In ogni caso il ragazzo andò ad aprire e con sua sorpresa un grosso corvo lo fissava con aria seccata - sembrava voler dire quanto cavolo ci metti ad aprire? - Senza dubbio era un messaggero accademico, avevano tutti animali e non quell'atteggiamento particolarmente seccato. Kitori prese la missiva, legata alla schiena del volatile che lo ringraziò beccandogli il braccio e fuggendo gracchiando beffardo:

Bastardo di un piumino usato!

In tutto ciò rimaneva il mistero di come l'uccello aveva fatto a trovare il genin...

Dalla lettera il Kenkichi ottenne tutte le informazioni necessarie o alle quali poteva avere libero accesso dato il suo grado. Alcune notizie però non furono molto gradite.

Proteggere un insulto criminale?! Rispondere alle direttive di un membro del clan?!

il Kuro, non ostante il tempo trascorso aveva ancora del risentimento verso il clan che praticamente dopo il tradimento del padre aveva ripudiato lui e sua madre. Ma niente di ciò avrebbe influito sul rendimento durante la missione. Il ventenne corse immediatamente a casa dove velocemente fece una doccia, pranzò e prese tutto il tipico equipaggiamento. In meno di 2 ore il nebbioso raggiunse il porto e si imbarcò sul primo traghetto per il continente.
Era il terzo viaggio verso Suna ormai il Kenkichi conosceva praticamente a memoria la strada e arrivare in tempo non era un grosso problema. Il ragazzo decise anche che appena conclusa la missione sarebbe inevitabilmente passato per il D.E.S.E.R.T. a fare un saluto all'amica "speciale" Netsu e non certo a Hoshi...

Quindi giunse il giorno designato e come previsto Kitori, perfettamente puntuale, si presentò alla guardia davanti l'entrata del piccolo carcere.

Sono Kitori Kuro Kenkichi, genin di Kiri. Devo scortare il prigioniero Hiro Okano al tribunale.

rispose con estrema calma al tipo.

Piacere mio. Grazie.

replicò per seguire poi le indicazioni ricevute dall'uomo, attraversando il cortile lungo il passaggio designato. Raggiunse ed entrò trovando l'altro Kenkichi.

Salve...

Seguendolo osservando silenziosamente le varie celle vuote ascoltando le parole di Masujiro e annuendo, per nulla convinto, da quegli inutili discorsi. - ma chi credeva di essere quel tizio? - Attirando ben poca simpatia dal biondo che di certo non amava presunzione e lamentele.
Finalmente giunsero al cospetto del prigioniero e nuovamente una nuova sequela di inutili parole.

Novellino a chi?! Questo ha qualche problema...Troppo sicuro di se.
Signor prigioniero lei pensi soltanto ad obbedire alla lettera agli ordini. Masujiro tieni pure le chiavi. Ti spiace se mi occupo della retro guardia? Cerchiamo di non abbassare la guardia.

Voleva occuparsi della retro guardia perché pensava che più probabilmente un attacco sarebbe venuto da quella parte, e anche perché preferiva tenere bene d'occhio entrambi gli altri due.