[MG] - SalvataggioTerritorio: Foresta del Fuoco

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  1. Munisai
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    Salvataggio • Capitolo IV

    La strategia di aggredire la kunoichi sulla breve distanza si rivelò vincente. D'altronde non era stato difficile immaginare che una combattente che sembrava contare così pesantemente sugli attacchi a distanza portati mediante quelle dannate bordate fiammeggianti si sarebbe trovata in difficoltà se incalzata in corpo a corpo, e così fu.
    L'assalto combinato dell'otese, che colpì alle spalle in maniera insidiosa, più per distrarre e rallentare che per procurare un reale danno, e quello del kiriano, che invece ci andò giù duro con i doppi fendenti di spade ossee, condussero all'inevitabile disfatta della criminale.
    Solo alcuni momenti di agonia dopo esser stata trafitta dalle lame, poi spirò.

    Munisai si guardò intorno sincerandosi della situazione generale. La donna era morta, e a quanto pareva anche Bunjiro il quale, dopo esser stato messo fuori combattimento dal rosso, era stato finito dalle comete di fuoco della sua stessa alleata, che non si era fatta alcuno scrupolo nel colpire ripetutamente il complice pur di far fuori il nemico.
    Ma le era andata male.
    Sei tutto intero? chiese Munisai al Chunin, mentre riponeva il Fuuma Kunai e ingeriva un tonico per ripristinare un po' della vitalità perduta.
    Un po' bruciacchiato, ma niente di irrimediabile tagliò corto l'altro, mentre metteva via le due peculiari katana e ingeriva anch'egli un paio di tonici.
    Poi, usò le Mani Curative quanto bastava per rimettere in sesto se stesso e il compagno, trattando le ustioni subite almeno per alleviarne parecchio l'entità.
    La prigioniera? chiese l'otese, avvicinandosi al corpo esamine di Yuma.
    E' viva, ha solo perso i sensi.
    Bene commentò, legando nuovamente mani e piedi della Psicopatica, stavolta con del robusto filo d'acciaio.
    In fondo era stato loro chiesto di consegnarla all'Accademia viva, per l'appunto, così che potessero interrogarla e strapparle qualche utile informazione sull'organizzazione terroristica Kurotenpi. Sarebbe stata una bella rottura se in quel putiferio la ragazza ci avesse lasciato le penne.

    Il carro è andato, ma laggiù vedo una fattoria riprese il rosso, indicando con un cenno della testa un fabbricato e il terreno ad esso adiacente, a circa duecento metri nella campagna.
    Vedrò di procurarmi una carrozza o qualcosa del genere, così potremo trasportare questi sacchi di letame fino a destinazione. Nel peggiore dei casi, requisirò qualche cavallo.
    Resta qui di guardia, io vado e torno.

    E così, dopo che il Genin fu tornato con un umile carretto ma trainato da un paio di buoni destrieri, gli accademici caricarono i tre farabutti sul mezzo per poi rimettersi in viaggio verso l'Accademia, dove avrebbero consegnato la prigioniera da torchiare e i due cadaveri, venendo ricompensati di conseguenza.



     
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