Il prezzo del piattoPer Rex

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  1. -RexDraco-
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    Il prezzo del piatto


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    Era ormai pomeriggio inoltrato, il pomeriggio di una tranquilla e normale giornata invernale. Fin dal mattino una continua e birbante pioggerellina gelida si era divertita a inzuppare per bene ogni cosa: tetti, alberi, animali, passanti frettolosi, rocce ed erba. Perfino i mitici volti degli hokage scolpiti nella montagna erano bagnati come pulcini, così tanto zuppi da sembrare di supplicare per un riparo o anche una brevissima tregua da quel continuo bombardamento liquido. Ma cieca e sorda a ogni supplica, lamentela, gesto e imprecazione la pioggia non accennava a smetterla di lanciarsi dal cielo grigio. Piccoli e testardi kamikaze a forma di goccia che vanamente si schiantavo contro nemici insuperabili?


    Ogni buca, piccola o grande, era diventata un piccolo lago impetuoso. Una miriade di rivoli e rigagnoli d'acqua nascevano e morivano in un effimero frammento d'eternità. Per la strada si notava perfettamente un ombra rossa: un ombrello. Umile e coraggioso scudo contro le intemperie. Protezione per una coppietta di giovani fidanzati che evidentemente non temeva il clima - Avevano proprio bisogno di una doccia fredda?! -

    Su nel cielo il sole latitava, rapito da enormi e neri cumulonembi carichi di pioggia e ancora pioggia proprio come dei muli lungo un'antica mulattiera. Ad illuminare l'orizzonte una miriade di serpeggianti dragoni di luce viola impegnati in una lucente danza: una spettacolare tempesta di fulmini. In lontananza riecheggiavano tuoni rabbiosi come bestie affamate. Enormi tamburi percossi brutalmente dal mitico Rajin dio del tuono.
    Il tutto pareva l'opera di un qualche tetro e sconosciuto pittore impressionista

    Nel frattempo nella zona sud del villaggio della foglia, difronte ad un vecchio albero ancora ricco di foglie verdi rigogliose. In una piccola ma asciutta e accogliente casetta a due piani dal tetto a spiovente azzurro. Seduti al tavolino della cucina i 2 membri della famiglia Kusano si rilassavano e sopratutto si scaldavano le membra con una bevanda calda. Degustavano un semplice té verde preso al vicino super mercato, un infuso non certamente molto pregiato ma abbastanza per lo scopo. Il padre Shiro amava allungare la bevanda con il sake ma a causa della sua malattia ara dovuto passare, mestamente, al latte di riso. Il figlio preferiva la bevanda in purezza con 1 zolletta di zucchero.

    Improvvisamente il ragazzo, che tra un sorso di té e l'altro stava leggendo l'ultima missiva accademica recapitatoli dal solito volatile, sbottò abbastanza infastidito e più che altro perplesso dalle scarne e quanto meno curiose informazioni.

    Un piatto? Uno stupido piatto! Paese dei demoni?!
    Che cavolo ti urli così Satoru? Mi stavi facendo rovesciare il té...
    Scusa vecchio mio!
    Vecchio a chi? Ti ballo in testa anche senza gambe...
    ... Ne saresti capace! Lo so! Comunque devo andare fino al Paese dei demoni a recuperare un vecchio piatto sporco rubato. Con un chunin! Non mi piace giocare a guardie e ladri.
    Gioco? Stupido figlio! Un vero ninja non gioca. Non devi mai sottovalutare una missione anche se sembra semplice. Quel piatto deve avere un qualche valore sconosciuto. Rubato e portato via! Non si fa tanto per niente e se c'è roba di valore c'è sicuramente qualcuno disposto anche ad uccidere. Ragazzo fai il serio...Attento. Ora vai, ciao.
    Siii...Hai sempre ragione scusa papà. Non abbasserò la guardia! Farò attenzione. A presto.

    Il genin finì così la sua bevuta e si congedò dal genitore subito corse in camera sua, al piano superiore dell'edificio. Dove con attenzione e perizia controllò e poi raccattò tutto il suo armamentario shinobi, ovviamente senza tralasciare la fidata wakizashi. Indossata la per nulla appariscente giacca rosso cremisi e gli stivali - Tipico abbigliamento ninja - lasciò la casa e l'amata Konoha in direzione di Oto.

    Una bella corsettina in campagna niente di speciale o di particolare per un genin. Così il giorno dopo la partenza dalla foglia Satoru, di buon mattino, era giunto davanti alla locanda Kurenao. Senza attendere oltre il giovane dai capelli corvini entrò tranquillamente nel locale raggiungendo il tavolo dove il chunin suo collega aspettava non con particolare entusiasmo. Gli occhi viola del foglioso scrutarono velocemente ma con attenzione l'altro shinobi poi un sorriso leggermente abbozzato, lieve inchino del capo in avanti in senso di assenso e rispetto formale.

    Si Sono io...Piacere! Tasaki-san? Il viaggio è andato bene, nessuna sorpresa grazie. Ho mangiato e bevuto qualcosa per strada. Stavo morendo dalla fame. Ahahah.

    Finiti i primi convenevoli, dopo una rapida visita al bagno ovviamente sporco e puzzolente, il diciannovenne si pose alla destra dell'otese cercando di mantenere la velocità di marcia. Lo shinobi del fuoco non si sotrasse alla conversazione ma non fu comunque logorroico.

    Mi occupo del mio vecchio...Dunque conosco un paio di katon, qualche taijutsu e preferisco usare la wakizashi. Della missione...Recuperare un piatto rubato nel paese dei demoni...Ti pare curiosa anche a te la situazione Tasaki-san? Non mi piace molto la cosa. Comunque tu come combatti? Che armi preferisci? Sei mai stato nel paese dei demoni? Cosa ci aspetta?




     
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