Cuor d'Acciaio

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    IV






    Raizen alzò un sopracciglio.

    Cento Ryo?
    Ahahah! Era un maiale d’oro spero!


    Annuì al piatto preferito di Sho, rasserenato.

    Va bene, ti salvi, un po' il piatto degli indecisi, ma ti salvi.
    Parlare da persone è difficile in questo mondo Sho, non abbiamo una vita che ci permette di essere umani, persone.
    È normale, come dire… allontanarsi dalla sfera umana.
    Sei sempre sotto attacco per una ragione o per l’altra, dentro il villaggio, fuori dal villaggio.
    Ogni singolo giorno la tua mente pensa a come non farti morire.
    La gentilezza e l’interazione difficilmente riescono a ritagliarsi un loro spazio.


    Inspirò.

    Ma credo sia normale, infondo.
    Vabbè va… vai pure, altrimenti qui ci passiamo la sera.


    Alzò un pollice con un mezzo sorriso alla battuta di Sho, ma avrebbe evitato una risposta alla battuta, preferiva mantenere ancora un minimo di distanza.
    Sho non trovò impedimenti nel pacifico villaggio che gli impedirono di raggiungere la meta, solamente qualche passante che l’avrebbe guardato con una smorfia a metà tra la compassione e il disgusto, ma tutto sommato riuscì ad addentrarsi nel vicolo.
    Salire la parete sarebbe stato più complesso, non tanto per la scalata in se, roba da tutti i giorni per uno shinobi, quanto per il fatto che la finestra della camera si trovava sulla via principale e per raggiungerla bisognava esporsi maggiormente rispetto a quanto programmato, anche se la notte, per quanto scura non offriva tutto il buio necessario ad occultare totalmente Sho nella parete scura.
    Se avesse deciso di fare il rapido passaggio ed affacciarsi alla finestra avrebbe quasi fatto infartare il ragazzo che, se poco preparato al ticchettio del ninja che gli bussava sul vetro di sicuro non lo era al viso sorridente che gli si presentò davanti quando si voltò.
    Scattò sulla sedia così scomposto da non riuscire ad alzarsi e con uno squittio così acuto che quasi gli si soffocò in gola.

    Pehhhh! Pehhhh!
    Pezzo di cretino vieni dentro!


    Aprì la finestra di corsa e lo prese al fondo dei pantaloni per dargli una mano, guardandosi intorno prima di richiudere.
    Guardandosi intorno Sho non potè che confermare le informazioni ricevute al bar, la stanza era un disastro, attorno a lui c’erano vestiti sporchi e persino qualche cartaccia, ma l’angolo in cui stava il plastico era perfetto, tanto quanto il plastico stesso.
    Quando però l’attenzione del Consigliere sarebbe tornata sul ragazzo questo aveva un coltello in mano, discretamente lungo, e abbastanza vicino alla gola da rendere complesso far prevalere la maggiore preparazione fisica che sicuramente aveva su di lui.

    Chi cazzo sei?
    Chi ti ha mandato?


    No, non si fidava.
     
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