Incontri Mondani[Combattimento] & [Free]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Incontri Mondani


    Prologo


    Atto II
    Brindare ai ricordi col sangue. †



    Il Kokage aveva da poco dato il via al combattimento tra i nostri due ninja ed io ascoltai le sue parole mentre i miei occhi seguivano severi lo scorrere dello scontro. Il Clan dei Tokugawa mi aveva sempre affascinato: come noi Kenkichi anche loro erano letali assassini. Non avevano sviluppato la nostra stessa capacità di legarci a delle lame ma erano capaci di rendere se stessi delle micidiali armi. Ciò che più mi incuriosiva e affascinava era la loro capacità di rendersi praticamente invisibili. Noi Kenkichi eravamo in grado di alleggerire i nostri passi, di limitare l'aria che spostavamo quando ci muovevamo, di contenere le vibrazioni che il nostro corpo causava all'ambiente circostante: loro erano letteralmente capaci di mimetizzarsi con l'aria. Un dono incredibile ed un'arma potentissima che il giovane Youshi sembrò adottare dalle prime fasi dello scontro. La sua avversaria, una kunoichi, sembrava agile e sprezzante. Probabilmente era più matura di lui ma né dalle prime fasi dell'incontro né dall'aspetto fisico sembrava trasparire qualche abilità speciale. Sembrava una ragazza comune. Per essere scelta dal Kokage in persona, però, non si doveva avere assolutamente niente di comune. Il Tokugawa prediligeva uno stile di lotta molto particolare: su qualche antico manuale Kenkcihi qualcuno avrebbe detto che i suoi movimenti erano rapidi e veloci come quelli di una farfalla e le sue finalizzazioni chirurgiche e accurate come quelle di un'ape. Fintava molto, si ritirava e ripartiva all'assalto come un canide fa con la sua preda. Era deciso eppure pareva danzare, anziché combattere. Lo stesso poteva non poteva dirsi della sua avversaria.
    Benché quest'ultima sapesse controllare il campo di battaglia bene quasi quanto il Tokugawa - l'incapacità di muoversi tra le ombre non giovava in questo senso -, i suoi colpi erano più ragionati, meno furenti, più direttamente letali. Se Youshi pungeva come un'ape, la Kunoichi di nome Harumi, scorticava come gli artigli di un gigantesco felino.
    Seguire quell'incontro si sarebbe rivelato assai divertente. Perché non fosse più usanza tra i villaggi davvero non riuscivo a comprenderlo. La tua domanda va dritta al punto, Mizukage. Io preferirei partire da un po più lontano, dobbiamo pur dare il tempo ai nostri due genin di scaldarsi, no? ahaha Disse il Kokage, aggiungendo una risata. Annuii senza unirmi all'esternazione di piacevolezza, non tanto perché non volessi quanto perché davvero quasi non ne ero più capace. La prima domanda che vorrei porti, invece, riguarda la Rosa d'Acciaio e gli accadimenti di quei giorni, in quel piccolo villaggio tribale....Keiji Kagome. No, non credo di sbagliarmi chiamandoti in questo modo; in caso contrario vorrai scusare questo povero vecchio e la sua incurabile presunzione di sapere eheh Se le mie domande erano state dirette, le sue erano state dei veri e propri macigni scagliati contro la mia persona. Dopo tutto quello successo nel Paese del Ferro non doveva essere stato troppo difficile per lui fare le giuste inferenze. La sua divinità voleva me per quanto successo alla Rosa d'Acciaio eppure io non apparivo neanche lontanamente come l'uomo che aveva combattuto a Kotetsu Bara. E, parliamoci chiaro, non lo ero affatto. Certo, i miei ricordi sono confusi ma credo che potrai fare chiarezza alla grande incertezza che alberga nella mia mente; ti pregherei di non mancare i dettagli, dietro i quali molto spesso risiede l'essenza delle cose. Posso affermare di comprendere bene quanto di vero possa celarsi dietro un aspetto non proprio, un esperimento fallito o, perché no, la scelta di indossare una maschera. Una storia che non mi sento in diritto di chiederti e della quale non mi aspetto confidenze... Più la conversazione proseguiva più mi sembrava che quell'invito fosse un'interrogazione alla mia persona che un evento diplomatico. Ma potevo comprenderlo: fossi stato nei suoi panni, tra possessioni demoniache e di divinità, rapimenti e rituali falliti, anche io avrei avuto molte domande. Infilai quindi una mano dentro il mantello nero e azzurro che copriva la mia armatura in direzione di una tasca interna ben nascosta. Tirai fuori una piccola ampolla e, nel giro di pochi istanti, la irrorai con un po' di chakra. Qui dentro c'è più di quanto le parole possano mai spiegare. Dissi, mentre ancora la tenevo tra le mani e incidevo su quel mio sangue qualche informazione in più. [Note]Arte della Creazione Cremisi
    Arte: L'utilizzatore è in grado di immagazzinare una quantità di sangue proprio od altrui pari ad una Leggera di Vitalità. Il contenitore prende il nome di filatterio e può registrare informazioni o ricordi relativi al proprietario del sangue. Non c'è limite alla quantità di informazioni; possono essere aggiornate liberamente. Solo l'utilizzatore può leggere il filatterio. Registrare od aggiornare le informazioni richiede uno slot Istantaneo.(Consumo: ¼ Basso)
    [Da genin in su]

    Arte della Conoscenza Scarlatta
    Arte: L'utilizzatore è in grado di far apprendere temporaneamente la competenza "Arte dei Filatteri" ad un ninja previa ingerimento di una goccia di sangue proveniente da un filatterio contenente il sangue dell'utilizzatore. I filatteri creati dal ninja che impara "Arte dei Filatteri" in questo modo sono leggibili anche dall'utilizzatore e viceversa. (¼ Basso per round di acquisizione)
    [Da genin in su]
    Per esattezza, alla fine degli eventi della Rosa d'Acciaio, inserii degli sporadici flash dell'attacco a Cantha, della guida di Keiji Kagome del plotone di fanteria più immerso nel combattimento diretto, dell'esplosione che prima brutalizzò e deturpò il corpo del ninja e che poi lo uccise, della nascita di Kensei Hito, del dolore della vita ritrovata e dell'operazione che mi portò ad avere un nuovo corpo. Aggiunsi, insomma, il collegamento tra chi fosse Keiji Kagome e chi era Kensei Hito. Porsi quindi il filatterio a Diogene, con fare amichevole benché il mio elmo non potesse trasparire alcuna emozione. È necessario un brindisi perché tutto ti sia chiaro. Lo avrei guardato, incitandolo col capo a bere dal contenitore. Alla salute. Se lo avesse fatto si sarebbe reso conto, come se gli fosse naturale, che quel sangue poteva parlargli, che quel sangue poteva mostrargli come se fossero propri i miei ricordi: l'arrivo a Kotetsu Bara, lo scontro con Morua, la notte con la luna insanguinata, la pioggia di sangue che inondò il villaggio, la morte di Sione, la rivelazione sull'anziana del villaggio, il viaggio tra le nevi del tempio, la slavina, il rituale e ... lui. Il suo enorme corpo manovrato dalla burattinaia Kenkichi, figlia secondogenita di Kenkichi Mikawa, padrona del Controllo del Sangue quanto delle Lame Insanguinate, creatura abominevole e genitrice di un peccato che ancora lasciava tracce di sé nei figli di entrambi i Clan. E poi il dolore, l'immenso dolore della morte di Keiji Kagome e la mia nascita. Il mio nome è Kensei Hito. avrei detto, quando avrei visto l'uomo tornare nel a camminare nel mondo dei vivi, lontano dai ricordi dei tempi e delle persone che furono. Ed in me vivono tutti i Kenkichi. Colui che stai cercando e che sei convinto sia qui dinnanzi a te è morto durante l'assalto di Cantha a Kiri. Feci una breve pausa. E questo è il mio aspetto, non un esperimento fallito, non qualcosa da coprire per pudicizia: questo elmo è il mio volto, queste gambe sono le mie gambe, questo braccio è il mio braccio - anzi, questi pezzi di me non costituiscono una persona, ma un simbolo: sono l'Inquisitore di Kiri e sono Kiri stessa. Non sono da temere ma da temere è ciò che rappresento. Se c'era un orecchio in grado di comprendere quello che stavo dicendo, probabilmente, era proprio quello di Diogene. Le mie parole trasudavano austerità, marzialità, ideale, coscienza. Tutte idee che durante la riunione dei Kage non erano mai state neanche prese in considerazione: ideali antichi, di un passato onorevole e fastoso, ideali che andavano ottenuti lottando, che bisognava, in sostanza, guadagnarsi. Adesso, invece, l'Accademia si proponeva come un mediatore che costruiva sulla fiducia, sulla mollezza, sulla tolleranza: niente era guadagnabile, tutto era dovuto. Il clima perfetto per far proliferare corruzione, ozio e inettitudine. Lasciai comunque che proseguisse il discorso. Dal mio canto, come promesso durante la riunione dei Kage, ho debellato il problema artefice dei miei comportamenti, rimuovendo la possessione alla radice ed estirpando Khorne dalle mie membra. La ragazzina che oggi vedi in quell'arena mi ha aiutato in questo processo... Feci un piccolo cenno con la testa, come a significare che per me la situazione poteva considerarsi superata. Mi incuriosì oltremodo però la sua ultima affermazione: lo avevo detto io che per essere scelti dal Kokage per un evento del genere non bisognasse essere semplicemente dei bravi shinobi. Non ebbi tempo di controbattere però, e segnai quella curiosità tra le cose da affrontare, in un qualche momento, ascoltando Diogene continuare il discorso.
    Sembrava leggermi nella mente: era come se il nostro sangue parlasse per noi, come se l'intesa fosse ancestrale, come se fossimo geneticamente portati a convergere con le nostre opinioni. Non avrei saputo usare parole migliori delle sue per esprimere la rabbia, il dolore, lo sconforto che provavo nel vedere l'accademia crogiolarsi dei suoi effimeri traguardi e voltarsi davanti alle reali incombenze dei suoi Paesi costituenti. Provo disgusto per tutto ciò con ogni singola fibra del mio corpo. Dissi. L'Accademia è l'emblema del dovuto. Non si ottiene più ciò che si vuole ma ci si arroga per diritto. Non si combatte per esso ma ci viene fornito alla stregua di come si dà ad un bambino il suo gioco per smettere di farlo piangere. E cosa abbiamo ottenuto con tutto ciò? La Pace? Tsk. Mi voltai a guardare lo scontro, continuando a parlare con Diogene. Siamo circondati ovunque da nemici, siamo costretti quotidianamente a stringere le mani più lerce per evitare che la nostra gente muoia o possa rimanere vittima di agguati. Cos'è la Pace? La Pace è una menzogna. Ci furono degli attimi di silenzio. Non volevo continuare il discorso: sapevo che Diogene mi stava parlando in quel modo, mi aveva portato in quel posto, mi aveva mostrato le vecchie spade di Kiri e mi aveva esibito quella sua peculiare Kunoichi perché aveva qualcosa da chiedermi, qualcosa da propormi. Io, dopotutto, ero lì per ascoltare. Il nostro sangue sia pure la panacea salvifica che stiamo cercando. Dissi, spezzando nuovamente il silenzio. Ma, perdonerai nuovamente la schiettezza, dimmi Aloysius, quale sarebbe il tuo piano? Le tue parole ed i tuoi modi pacati non riescono a nascondere le tue intenzioni.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note

    Combattere con Handicap Attivo.


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    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
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