L'attacco dei Tengu

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  1. leopolis
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    Attacco dei Tengu


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    Sapete quando arriva uno di quei momenti di completo relax? Quando tutto ciò che si desidera di fare è solo stare nel proprio letto senza fare niente, magari tutta la giornata? Ecco, quello era uno di quei giorni. Non sarei stato a letto tutta la giornata, però. Nei miei piani rientrava ben altro: cucinare, pulire la casa in cui abitavo ancor prima di trasferirmi nella Villa di Diogene, stirare i panni e portare tutto il luogo in cui vivevo a uno stato di profonda brillantezza. Per fare tutto questo, però, ormai avevo una domestica di cui non sapevo nemmeno il nome. Era lei a occuparsi di tutto ciò che riguardava la pulizia della casa, motivo per cui a me non restava niente da fare. E con niente da fare intendo proprio niente: non potevo pulire i piatti, spazzare le stanze della casa, togliere la polvere dai mobili, lavare i miei vestiti o stirarli perché tutto questo lo faceva già lei. E non potevo nemmeno prepararmi il cibo in santa pace, perché lo faceva lei al posto mio. Da un canto si vedeva quanto ci tenesse a quell'opportunità che le avevo dato; d'altro canto la sua presenza, pur mettermi una certa pace nell'animo e portarmi a una maggiore calma di quella che già potevo manifestare, mi dava anche un certo fastidio proprio perché non potevo fare nulla da solo. Non avevo più il piacere di spazzolare per ora i vetri dei mobili portandoli a brillare perché già brillavano e mi dava anche fastidio non riuscire a farli brillare ancora di più. Insomma, quella donna che avevo salvato dai Vicoli di Oto era un po' la mia benedizione e maledizione al contempo. Una cosa decisamente insolita e strana, non potevo chiamare tutto quello altrimenti... Ecco, per questo fu una fortuna che quel mio giorno di fastidio in cui non dovevo far nulla osservando come faceva tutto Lei venne bruscamente interrotto da due (o anche di più, nemmeno me lo ricordo) suoni alla porta. Fu quando mi alzai mettendo le mani alle katane (almeno quelle riuscivo a pulirle ancora io, per fortuna), che sentii una voce dal corridoio. - Vado io! Vado io! - Ovviamente era la mia maledetta domestica che mi aveva anticipato anche in quella che sembrava un'azione oltremodo semplice. - Maledetto Kato e le sue avventure nei Vicoli... - Bisbigliai fra me e me, anche se sapevo bene che la mia incapacità di pulire quel posto era solo una mia colpa. Io l'avevo portata a casa e io dovevo pagarne le conseguenze. Non solo: mi ero tolto il piacere di fare io quel lavoro e persino la pagavo per fare quello che piaceva a me. E no, non potete nemmeno lontanamente capire la grandezza di quello che si poteva a tutti gli effetti considerare un vero e proprio disastro. In ogni caso, quando aprì la porta sentii la voce del solito postino accademico in un modo abbastanza forte e chiaro. Cosa diceva? Beh, che c'era una missiva per me da parte dell'Accademia e quando la Domestica chiuse la porta, quella missiva venne recapitata tra le mie mani. - "Finalmente" - pensai eccitato e voglioso di andarmene il prima possibile da quel posto che non era stato pulito da me in persona e per questo sicuramente sporco. La aprii di scatto rispondendo poi allo sguardo interrogatore della Domestica, che avrebbe potuto vedere sul mio volto una specie di sorrisetto strano. - In pratica l'Accademia m'invia nel Paese del Ferro, - iniziai a spiegare. - Perché hanno dei problemi con dei Tengu e a loro serve uno specialista come me che possa risolvere tutti i loro problemi con quella specie di uccelli. Devo partire subito per una locanda nel Paese del Ferro. - A quel punto, senza dire più niente, andai a fare il mio zaino in cui non mi dimenticai d'includere tutti i miei accessori da notte, compresa la mascherina per gli occhi senza la quale non riuscivo proprio ad addormentarmi. A quel punto scesi rapidamente al primo piano, abbracciai la signora e felice di aver trovato qualcosa da fare abbandonai Oto per andare in direzione del Paese del Ferro.

    Ora, se siete mai stati nel Paese del Ferro saprete sicuramente che a) non è molto lontano da Oto, motivo per cui il mio tragitto non era per niente lungo o faticoso; b) il Paese del Ferro è uno dei più freddi di tutto il Continente. E io, ovviamente, non mi ero per niente preparato per quel strano freddo, il che aveva reso il mio viaggio in quel posto ancora più duro e difficile. Arrivato, difatti, mi ritrovai in un clima che non era ancora propriamente gelido, ma di sicuro era molto freddo. Fu per quello che creai un mantello (comunque abbastanza sottile) in modo da ripararmi il più possibile da quelle temperature così rigide e avverse alla vita. Come facevano i samurai per viverci? Quello era un segreto non da poco persino per me, ma era anche una di quelle cose di cui difficilmente potevo preoccuparmi. A dirla breve, la loro vita m'interessava decisamente poco: l'unica cosa che m'interessava era affondare le mie spade nella carne e nel sangue dei Tengu che minacciavano quel Paese tanto che i nobili e valorosi Samurai avevano addirittura richiesto l'aiuto di coloro che tanto cercavano di evitare: noi, ninja. - "Devono essere proprio gravi questi attacchi, se i samurai non riescono a respingerli..." - pensai fra me e me superando i vari paesaggi innevati per giungere infine nel cuore del Paese del Ferro, nella città minacciata. Lì avrei trovato il luogo indicato dalla missiva: una specie di missiva. Un po' di caldo, forse del cibo e qualcosa da bere. Ma speravo che non fosse stato tropo sporco, altrimenti avrei odiato quel posto. La mia presentazione alla gente del posto sarebbe stata breve e coincisa, proprio come in molti si aspettavano da uno come me. - Buongiorno signori samurai. Sono Tasaki Moyo. Chunin di Oto e specialista delle pulizie, di tutti i generi. - A quel punto, sedendomi dietro a un tavolo con una candela, avrei chiesto a loro, con una voce molto calma: - Allora? Qual è il problema che non riuscite a risolvere tanto da aver chiamato persino uno specialista come me? - Alla fine dei conti quella era una domanda che faceva spesso il mio fratello più grande, quello che era rimasto a Kumo per fare la vita da mercante insieme a mio padre. Lui diceva che spesso bisognava sapersi vendere bene per ricavare qualche ryo in più rispetto a quello che meritavamo. Era quello che stavo facendo a quel punto, no? Stavo cercando di fare lo stesso, seguendo il consiglio del mio fratello maggiore. Se la cosa mi avesse portato qualche ryo? Non potevo saperlo, ma di certo se fossi riuscito ad aiutare quei maledetti samurai, qualcosa l'avrei pure avuta, no?


    Chakra: 60/60
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  550
    Resistenza: 400
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 525
    Precisione: 500
    Slot Difesa
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    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
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    2: ///
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    Slot Tecnica
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    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken Gigante × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Katana × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 2

    Note
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19 replies since 2/2/2020, 00:10   245 views
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