L'attacco dei Tengu

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    Novità dall'Alto


    -II-






    Visualizzata la mappa il Colosso annuì qualche volta, come se stesse soppesando il da farsi.

    Il picco su cui stiamo è il più alto della valle suppongo, giusto?

    Si, Raizen.
    Monte Corvo.


    Non avrebbe commentato il nome, solitamente si sarebbe dilungato sulla scarsa fantasia di chi l’aveva ideato, ma questa volta la concentrazione sul lavoro ebbe la meglio.

    Che poi in realtà non è un informazione così vitale, ma se non altro so che questa zona è libera dai guardoni, ci serve però capire con chi abbiamo a che fare, dalle condizioni di Hagane mi pare di aver capito che ci sono già stati degli scontri.

    Si, per ora li abbiamo tutti vinti per via della nostra abilità nell’uso del chakra e di conoscenza del territorio, ma si adatteranno rapidamente, conosceranno noi e il terreno e a quel punto potrebbero avere ragione di noi.

    Certo.
    Innanzitutto ci servono informazioni più precise, se stanno esplorando, e se già non l’hanno scoperto, scopriranno presto i torii, e se un ninja li sta aiutando potrebbero comprenderne la funzione.
    Ci serve uno di voi su nell’aria di ogni cancello, li voglio armati, voglio che attacchino a vista, meglio con armi da distanza, meglio prigionieri che morti, mi raccomando.
    Non mi serve sapere con precisione dove sta la cava del metallo ma dobbiamo disporre delle difese nella strada che porta ad essa.
    Immagino voi abbiate ranghi simili ai nostri, mi servirebbero dei chunin sia sui torii che per il campo base vicino alla cava.
    Se non ne abbiamo a sufficienza sui torii andranno bene anche dei genin, ma non in numero inferiore a due.


    Sojobo annuiva a tutte le richieste senza troppe discussioni.

    Tuttavia c’è un problema Raizen.
    Le loro corazze sono spesse.
    Molto spesse.
    Ed il loro numero è superiore al nostro.


    Oh bene, dammi qualche informazione.

    Si sono accampati a sud, hanno una quindicina di tende e pensiamo abbiano quasi duecento uomini.

    Mh, quindi di sicuro potrebbero cercare di sparpagliarsi per cercare più di un punto d’accesso.
    Immagino conosciate la vallata come le vostre tasche, no?


    Si, è corretto, inoltre la barriera è un mezzo efficace contro gli intrusi, tuttavia possono…

    ...sempre trovare un modo per varcarla, certo.

    Qualche secondo di pausa.

    Le corazze invece?
    Cosa mi dicevi su di loro?


    Il Tengu mise su un espressione preoccupata.

    Sono incredibili.
    Qui abbiamo buone armi, e sappiamo sfruttarle, ma loro… loro vanno oltre.
    Ti avevo accennato che credevamo fossero qui per l’acciaio, no?
    Beh, non l’hai potuto vedere ma siamo in una terra di confine qui, dall’altra parte c’è la nazione del ferro, e sembra che le loro corazze siano effettivamente in grado di fare qualcosa.
    Non abbiamo avuto modo di scontrarci al meglio con loro, ma sappiamo che le armi da lancio nemmeno li scalfiscono, e quando il chakra inizia a scarseggiare capirai che le loro qualità fisiche iniziano ad essere un problema bardati come sono.


    Comprendo.

    La Montagna tacque per qualche secondo

    Temo bisognerà andare oltre la tradizione.
    Ma loro… è strano.
    Capisco siano bravi e ben equipaggiati, potrei arrivare a pensare che abbiano un fabbro eccelso… ma perché venire qui da voi proprio adesso?
    Nel senso, quell’acciaio è qui da quando ci sta sopra la montagna.


    Pensi ad una talpa?

    Non lo so, ma di sicuro sarebbe meglio fare mente locale e pensare cosa è cambiato di recente.
    Intanto.


    Estrasse da dietro la schiena uno dei suoi spiedi sovradimensionati.

    Pensi questi possano essere efficaci?

    Mhhhh.
    Grossi, rozzi… pesanti e con una buona gittata in compenso.


    Disse il tengu mentre saggiava l’arma, pur non incontrando l’approvazione di Raizen, li aveva infatti appositamente richiesti con una linea pulita e semplice quasi come se fossero un raggio di luce, la punta andava affilandosi così dolcemente che quasi non si distingueva dal manico.

    Forse potrebbero tornare utili, ma non mi danno certezze.

    Non sono armi create con uno scopo preciso, ma potrebbero diventarlo.
    Qualche leggera modifica e potremmo aumentarne la penetrazione e volendo dovremmo riuscire a sfruttare il punto debole delle corazze.


    Intendi i lacci di ancoraggio?

    Esattamente.
    Per quanto si possa esser bravi sotto a quelle piastre ci sono dei lacci, se tiriamo abbastanza si staccheranno, certo sono in cuoio, ma vedremo di essere efficaci anche con quello.
    Ma come vedi questi non si adattano.


    Ripose il suo spiedo.

    Abbiamo ancora un po' di tempo, mi serve una fucina, e lo scalpellino più abile che hai.
    Intanto rinfrescami la memoria sui vostri numeri.


    Siamo un intero popolo, Hokage.
    E tutti sappiamo qualcosa, è nella nostra natura avvantaggiarci col chakra rispetto alle altre specie, ma non tutti sono bravi a sufficienza da combattere a livelli troppo elevati.
    Per fare il paragone con i vostri gradi… abbiamo un numero abbastanza alto di genin, intorno alla sessantina, chunin quaranta e una decina di jonin.


    Con simili numeri potrei conquistare l’accademia intera, me ne serviranno molti meno, SE serviranno.
    Non vorrei arrivare a dover versare del sangue.


    Il tengu annuì, rasserenato.

    Hagane, Indicagli la via per il becco d’acciaio.
    Si troverà a suo agio li.


    Sojobo sorrise e Raizen ricambiò mentre estraendo nella tasca interna toccava la Leggenda.




    [All’accampamento]

    Quando il vecchio samurai venne interpellato rispose dopo un sorriso di cortesia.

    La nostra unica via è la spada.
    Abbiamo una concezione ben diversa delle spade noi samurai, raramente ci comportiamo come voi ninja, per voi l’arma è un pezzo di metallo affilato, per noi è… tutto.
    Arte, poesia, ascensione… tutto si può raggiungere con la fede in essa.
    Ma forse è meglio osservare.


    Si mise dinnanzi ad un albero secco, un colosso abbattuto da un fulmine che necessitava di almeno tre uomini per essere cinto in un abbraccio, curvò le ginocchia acquattandosi leggermente.
    Una mano sul fodero ed una sull’elsa, movimenti precisi, misurati, lenti.
    Il pollice si distese e con un piccolo scatto la lama era pronta ad essere estratta.
    Un ultimo respiro, le gambe che premevano sul terreno ed un fascio di luce a mezzaluna si diresse verso l’albero.
    L’impatto parve non produrre alcun effetto inizialmente ma quando l’uomo si rimise in posizione eretta la parte superiore cominciò a scivolare mostrando un taglio a quarantacinque gradi così perfetto da essere innaturale.

    No, te lo dico io, non l’hai visto.
    Era una tecnica di estrazione, un colpo, una morte.
    Così rapido da pulire la lama prima che torni nel fodero.
    Come è potuto succedere?
    Io non ho estratto la lama, è la mia anima che l’ha spinta via.


    Era un movimento istantaneo sia l’estrazione che il rinfodero erano invisibili anche agli occhi dei più allenati.

    Voi usate il chakra, ma noi abbiamo solo l’anima.
    Una comunione che ci permette di spingerci oltre i limiti umani.
    Prendi in mano le tue lame, studiale, pesale, osservale, memorizzale, passerai interi anni ad esitare sull’uscio cercando di capire cosa esse cercano di insegnarti mentre noi avremmo già percorso tutte le strade della conoscenza.
    C’è qualcosa di più oltre il freddo metallo, qualcosa che si trova oltre la dedizione, oltre la costanza, oltre i gesti eseguiti allo sfinimento, oltre tutto ciò che vedi e percepisci… c’è sempre dell’altro.
    Tutti i samurai del ferro si creano la propria lama, possono crearne più di una se il loro talento evolve, se la loro anima cercherà una dimora più consona.
    Si, le creiamo in modo esclusivo, ma le parole non basterebbero.


    E con forse più domande di quelle a cui aveva dato risposta lasciò cadere il discorso, continuando il cammino.
    Dentro la tenda la situazione non era delle migliori, o meglio, Tasaki non aveva di certo impostato al meglio il suo ingresso, ma per il momento aveva solo infastidito i presenti.

    Vedi forse del The a questo tavolo Tasaki?

    Lo interruppe il generale.

    No, non c’è n’è, perché questo non è un salotto, è un tavolo da guerra, quindi lascia fuori la retorica da donnicciole, la cortesia non ci farà avere ciò che ci serve.

    Ascoltò quindi il sunto delle abilità del ninja annuendo di quando in quando.

    Bene.
    Se non altro hai qualcosa di utile, un esploratore che non necessita di cavalli può fare la sua parte.
    Comunque, veniamo alle informazioni.
    Innanzitutto io sono Masaharu Takakage.


    Il generale si alzò dalla sua piccola sedia curule alla romana, spartana ma decorata quanto bastava a far intendere chi comandava li.

    Sono il generale di questo piccolo ma potente contingente.
    I samurai vivono della qualità del loro equipaggiamento, giovane ninja.
    Un’armatura e il Daisho.
    Se sei curioso quanto sembri mio fratello avrà già avuto modo di illustrarti il legame che abbiamo con essi ed avrai quindi capito in che maniera ci leghiamo alle nostre armi.


    Disse indicando Minamoto.

    Il problema è che stiamo scomparendo giovane ninja.
    Nelle nostre terre scarseggiano i materiali adatti a forgiare le nostre armi, e se le anime non hanno dimore adatte è solo una questione di tempo prima che uno dei due muoia.
    In questa valle però c’è un luogo in cui riposa abbastanza metallo da garantire il prosperare delle nostre tradizioni ed usanze, e con esse il nostro modo di combattere, di vivere!
    Purtroppo non siamo gli unici interessati ad esso, delle fastidiose creature hanno deciso di nidificare nella vallata e ci impediscono l’ingresso, si sono mostrati aggressivi fin dal primo momento nonostante non li avessimo minimamente infastiditi.
    Contiamo duecentoventicinque unità totali, non siamo tutti esperti in egual modo.
    La maggioranza di noi, duecento unità sono paragonabili ai vostri genin, venti chunin e cinque jonin, quelli qui presenti, più mio fratello che ti ha accompagnato qui.
    Non sappiamo però usare il chakra e questo ci limita moltissimo nello scontro contro quelle creature.


    Poco dopo gli uccelli facevano il loro lavoro, poter sfruttare la loro prospettiva in quel frangente poteva quasi essere considerato barare.
    Grazie ai pennuti Tasaki potè constatare la presenza dei torii nei luoghi indicati dalla mappa, non avevano le sembianze di fortificazioni, erano infatti i tipici cancelli che segnalavano l’ingresso ad un luogo sacro e niente di più, sicuramente non potevano impedire a nessuno di entrare.
    Per il resto la vallata era una semplice vallata, certo molto scenica visto il monte che si ergeva al centro addirittura più alto di quelli che lo circondavano, ma pareva non esserci nulla che la cartina non riportasse.
    Aveva anche avuto la possibilità di vedere di sfuggita qualche creatura dalle dimensioni umanoidi, e l’incertezza sulla loro natura li categorizzava come Tengu, ma oltre qualche spostamento qua e la negli alberi sottostanti nulla di più.
    Dopo qualche ora di perlustrazione avrebbe però notato che qualcosa aveva iniziato a muoversi, non nella vallata, ma al di sopra.
    Grossi volatili erano scesi dalle nubi che attorniavano il monte centrale, e mentre alcuni si dirigevano nelle catene montuose circostanti altri compivano lunghi cerchi, perdendo gradualmente quota fino a lasciare delle vettovaglie all’ingresso di una zona particolarmente ostile, pietre scure, quasi nere, e da qualche strato sedimentario la pioggia aveva raccolto strisciate di ruggine.
    Ad un occhiata più attenta avrebbero compreso che avevano portato il necessario per un accampamento, ma da dove?
    Per gli uccelli la quota era troppo elevata, e trovare dei rapaci che potessero spingersi così in alto avrebbe richiesto parecchio tempo, senza contare che Tasaki sentiva il contatto mentale indebolirsi mano a mano che i suoi alleati si avvicinavano a quella coltre di nubi.
     
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