L'attacco dei Tengu

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  1. leopolis
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    Una questione d'acciaio


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    Alla fine dei conti, la lezioncina che il samurai mi stava dando su tutto quello che riguardava il mondo delle loro spade, della loro arte, aveva preso una piega molto interessante. Non potevo certamente che la mia era un'arte: spade come spade, oggetti come oggetti: tagliavano, infilzavano. Modestamente, ero io troppo bravo a usarle quelle spade ed ero di sicuro migliore nel loro uso di molti ninja, anche del grado pari al mio (come Kato, per esempio. D'altro canto, pur restando incredibilmente affascinato da quanto il samurai stava spiegando sull'arte delle spade, non potevo negare che ero un po', come dire, perplesso sul non essermi interessato al mondo dei samurai prima e ormai c'era anche un'altra sicurezza dentro di me: avrei fatto loro una visita, magari se tutta quella storia fosse finita bene per tutte le parti in gioco. - Apparteniamo a due mondi troppo diversi, - dissi semplicemente. - Potrei cercare di affinare la mia anima come affino la mia katana, ma è la mente il problema. Sin da quando eravamo bambini ci hanno insegnato delle cose diverse. Ci hanno fatto vedere il mondo da una prospettiva differente. - Gli avrei concesso la mia katana senza molti problema (e questa, ahimé, è una cosa che facevo realmente con pochissime persone) e questi mi avrebbe infine detto quello che sapevo già: le armi erano armi. Ma c'erano armi di qualità differenti: dei semplici pezzi di metallo contro delle opere d'arte realizzate da abili artigiani con una grande esperienza alle spalle. Di certo usava le sue capacità con non poca maestria, roteando anche una delle mie due katane nel suo pugno con una certa finezza. - Sicuramente sono uno dei migliori spadaccini sul Continente, - gli dissi con la voce seria e la faccia seria. - Ma non ho comunque ancora abbastanza capacità per usare le katane al livello di veri e propri Maestri. Cosa che richiede studio e ammetto che piacerebbe molto imparare diventando il miglior spadaccino in assoluto su questo Continente. - Decisi comunque di chiudere quel discorso sulle katane (non perché non mi piacesse, anzi), virando su un argomento del tutto e completamente differente: le armi a distanza. Ma non ero un appassionato delle armi a distanza; tutt'altro, non posso dire che mi facevano del tutto schifo, ma sicuramente preferivo le armi per il combattimento stretto in corpo a corpo. - Se non riusciremo a trovare un accordo, ci serviranno tantissime armi a distanza e tantissimi samurai in grado di usarli. Alla fine dei conti, inutile andare con le spade contro creature che con il 100% di probabilità hanno conoscenze e capacità utili per tenere i propri nemici a una certa distanza. - E anche quella era la solita questione a cui molto tempo prima si era appassionata mia sorella: arco Vs spada, chi vincerebbe? Di certo sarebbe tutto una questione di distanza, ma in linea di base ero propenso a dire che un ottimo arciere fosse sempre avvantaggiato contro un ottimo spadaccino e in quel caso ci trovavamo in una situazione simile: ci avrebbero bersagliato dall'alto, in ogni modo possibile, ferendoci e uccidendoci prima che fossimo stati in grado di raggiungerli. E non era nemmeno detto che fossimo stati in grado di arrivare in combattimento a corpo a corpo, dato che loro sapevano volare e noi no. Il che ci riportava lentamente alla questione precedente: come agire? Per giunta, anche le informazioni che mi vennero date dall'altro generale non erano molto rassicuranti: efficacia degli archi limitata e creature in grado di deviare le frecce e contrattaccare usando il chakra, cosa che i samurai non sapevano fare. - Tanto vale provare a fare i negoziati, - dissi infine. - Se non riuscissimo a trovare un accordo che soddisfi tutte le parti in questa terra di confine, allora torneremo qui, studieremo tutti insieme un piano d'invasione e invadiamo: per farlo non abbiamo alcuna fretta e possiamo fare noi la prima mossa. Per come la penso siamo in svantaggio tattico, ma probabilmente non numerico... In ogni caso proviamoci. - Dissi infine mentre i miei occhi posavano sul Torii meridionale. La vallata era ampia e i Torii non erano pochi. Ma chi aveva detto che dovevamo per forza invadere attraverso i Torii? - Se arriverà alle armi dovrò prima andare in avanscoperta da solo... - pensai fra me e me preferendo comunque non rifletterci ancora: sarebbe stato meglio pensare al da farsi se fossimo arrivati al punto della guerra.

    Mentre le coppie di Raizen sudavano e si davano da fare come potevano nelle fucine, la Sua Maestà l'Hokage si diede da fare anch'egli di persona e dopo aver assunto la forma del volatile e nascosto bene il suo chakra, si presentò all'incontro accompagnato da due altri Tengu che, però, non avevano nascosto il loro chakra. In quel stesso momento, quando vidi quel gruppo composto da 3 Tengu, li analizzai Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva. [Da chunin in su]
    con il mio sguardo, scoprendoci tutto ciò che potevo scoprire, ma non scoprendo nulla su di uno dei 3. - Tutti hanno del chakra, eppure da questo Tengu non riesco percepire proprio nulla, - pensai riflettendoci fra me e me. - D'altro canto, riesco a percepire il chakra degli altri due... Ma cos... Sta nascondendo il suo chakra? E perché? Forse non vuole solo darmi delle informazioni prima della battaglia? Intelligente. - In ogni caso, mi sarei avvicinato al trio in testa al gruppo composto da 3 persone. Raizen mi avrebbe subito riconosciuto, anche grazie a quel mio sguardo troppo annoiato per essere vero. Io, però, avrei solo fatto un inchino in segno di rispetto e i miei occhi si sarebbero poggiati un attimo sulle lance argentee che stringevano i pennuti. - Più lunghe delle katane, - pensai in ogni caso prima di presentare me e la mia compagnia: - Gentili Tengu. Io sono Tasaki Moyo, chunin del Villaggio Militare del Suono. Lui è Masaharu Takakage, generale dell'esercito dei samurai; mentre il signore qui è Minamoto Takakage, anch'egli generale. Con chi abbiamo l'onore di negoziare? - Avrei infine chiesto attendendo una risposta. Se mi fosse stata data o no, avrei continuato. - Come potete vedere, siamo venuti qui con la Pace, non con la Spada. Non sarebbe nelle nostre intenzioni scatenare una guerra, anche se siamo sicuri di vincerla. Veniamo qui soprattutto per la possibilità di aprire un dialogo e far sì che entrambe le parti coinvolte fossero soddisfatte. - A questo punto vale la pena aprire una piccola parentesi sul mio passato. Certo, lo so che non vi piacciono i flashback, ma quello che segue è quantomai calzante con la situazione. Come ben sapete, sono nato a Taki, nel Paese delle Cascate, nella famiglia di un commerciante. Come sapete, ho un fratello maggiore e una sorella minore, Yuki. Il mio fratello, così come mio padre, è rimasto a Kumo dopo che quand'ero piccolo siamo fuggiti da Taki in cerca di una vita migliore e più piena. La nostra famiglia ha sempre fatto delle negoziazioni il proprio lato forte, riuscendo a guadagnare proprio grazie alla capacità di usare la Parola e non la Spada. Io, ovviamente, in famiglia sono sempre stato una specie di Corvo Bianco: non ero mai stato bravo con le parole, preferendo dire quello che pensavo, nel modo più diretto possibile, senza giri di parole. Questo mi aveva portato a essere decisamente poco diplomatico in tantissimi casi e mi aveva anche procurato non pochi problemi con vari ninja importanti. D'altro canto, però, ero anche abbastanza cosciente del fatto che non potevo essere sempre tagliente e diretto cercando di risolvere i problemi di Oto o del mondo. Ciò che potevo fare era semplicemente usare le mie capacità (e le negoziazioni non era fra queste) nel miglior modo possibile per rendere il mondo un posto un po' più buono rispetto al suo stato normale. Ed ero quello che ero intenzionato a fare. Se ci fossi riuscito? Se avevo almeno un pizzico di talento delle negoziazioni di mio fratello e mio padre? Beh, non potevo affatto saperlo, ma valeva la pena provarci. - Mi manda l'Accademia e sinceramente vorrei evitare di spargere il sangue quest'oggi. Ciò che ci interessa è il Ferro che si può trovare in questa vallata, elemento fondamentale e necessario per le armature e le armi di questi signori. Si tratta di una necessità profonda: nel Paese il materiale manca e come ben sapete, il ferro per i samurai è come il cibo per tutti gli altri. -



    A quel punto mi sarei fermato un attimo, cercando di osservare il volto (o il becco, c'era un modo per leggere le emozioni di quei pennuti, o no) dei Tengu. Quale emozione ci avrei potuto scorgere? Cosa ci avrei visto? Che emozioni avrei sentito? Dopo una breve pausa e forse anche una loro risposta a quel mio primo monologo, avrei continuato. - Nelle nostre negoziazioni partiamo da alcune fondamentali capisaldi della questione 1) Ci serve il Ferro della Valle dei Tengu; 2) Anche se abbiamo un esercito sufficiente e ben addestrato, vogliamo evitare inutili spargimenti di sangue: cosa di cui non beneficerà nessuno. La mia prima proposta è quella di avere il permesso di estrarre il ferro presente in questa Valle restando amici e cooperando, eventualmente dando ai Tengu una percentuale sulle future compravendite realizzate con le armi forgiate usando l'acciaio della Valle. Che ne dite? - Chiesi infine. Sapevo bene che i Samurai erano persone d'onore: i soldi per loro non contavano molto. E sapevo anche che forgiando le loro armi, una parte delle stesse veniva venduta. Una soluzione al caso diplomatico che si era creato, dunque, poteva essere proprio nei soldi: i Tengu, che forse non ne guadagnavano proprio, potevano finalmente avere dei ryo da spendere come volevano. - Ma cosa vogliono i Tengu? - Mi chiesi capendo di non sapere nulla di quelle creature. Certo, se quelli non fossero stati Tengu ma, per esempio, dei cani, avrei potuto offrire loro un sacco di ossa in cambio del permesso di estrapolare il ferro in quella vallata. Ma non erano cani; erano Tengu. E non sapevo cosa volevano. - In alternativa, devo chiedervi cosa volete da noi in cambio del permesso di estrapolare e usare il ferro di questa Valle. Entro limiti ragionevoli, ovviamente. - Fu più o meno in quel momento che sentii un tocco sulla mia spalla sinistra e mi girai verso Masaharu, che intanto ebbe da ridire su quelle mie proposte: - I soldi? - disse questi. - Non ne abbiamo molti con noi e dubito che a loro servano quelli... - Io rimasi comunque in silenzio. Anche se i samurai non avessero accettato le mie condizioni di pace per mancanza di denaro, che a quanto mi pareva di capire veniva disprezzato da loro, forse trovare dei ryo per i Tengu non sarebbe stato così difficile come poteva sembrare a prima vista. Specialmente per un daimyo che non voleva guerre nel proprio territorio... E io, sì, mi sarei abbassato tanto da sorpassare i miei ideali di uguaglianza, progresso, umanesimo e democrazia per andare a chiedere un finanziamento a qualcuno che detestavo, così come detestavo tutti gli altri daimyo che avevano avuto tutti i piaceri della vita senza nemmeno dover fare qualcosa, mentre gli altri dovevano essere uccisi, o feriti e soffrire in continuazione... Con lui potevo parlare anche di un'altra cosa: "Bisogna rendere questa valle a statuto speciale, territorio condiviso tra Fuoco e Ferro... Facendo sì che i due popoli lo abitino in sintonia e pace aiutandosi gli uni con gli altri."

    Ascoltando la mia proposta, Raizen avrebbe potuto pensare che fossi un pazzo o qualcosa del genere, ma mentre le sue coppie lavoravano in lontananza, avrebbe chiaramente sentito la voce di un pennuto vicino a lui. - E ora? Possiamo proporgli la cooperazione? Ma i soldi... A te la scelta Sojobo... - Toccava, quindi, al falso Sojobo fare la sua mossa: i negoziati erano appena stati avviati e di certo Tasaki non voleva che finissero presto, anche se l'idea di una guerra, di un'invasione e della possibilità di misurare le proprie forze con Tengu lo alliettava. La Pace, il Progresso e il Benessere, però, venivano prima di tutto.
    Quella, del resto, era una Questione d'Acciaio.





    Chakra: 48/60
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  550
    Resistenza: 400
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 525
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken Gigante × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Katana × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 2

    Note
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