L'attacco dei Tengu

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  1. leopolis
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    Tengu


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    Alle parole del Tengu sorrisi allargando le mie labbra. Aveva toccato un punto neuralgico del mio essere: la convinzione dell'essere il più forte sul Continente. Perciò ciò che feci fu semplicemente girarmi verso il Tengu con un'espressione divertita stampata sul volto, quasi come se avessi appena sentito la più divertente delle barzellette. - A parole siete tutti forti, stupida gallina, - lo provocai con una sola intenzione: vedere se avrebbe ingoiato quell'offesa o no. - Ma in uno scontro tra di noi, saresti tu quella che morirebbe e... ti ucciderei senza nemmeno faticare troppo. - A quel punto la sfida era stata lanciata e considerando il tutto era inutile aspettarsi il riprendere delle trattative. Certo, non sarei mai stato come mio fratello o padre anche per colpa del mio stesso carattere, che non era per niente buono o magnanimo. E quando aveva detto che era in grado di uccidermi senza faticare, non potei proprio fare a meno di divertirmi all'idea. Alla fine dei conti, cosa avevo da perdere? Se fosse stato troppo forte per me, avrei di nuovo provato a superare il mio limite. E se, invece, avessi vinto io (ed ero sicuro che avrei vinto, dopotutto), l'avrei risparmiato in cambio dell'acciaio che cercavano quei dannati samurai. Mi sembrava un buon accordo, no? Tutto quello che dovevo fare continuando quella strana storia era solo recitare. - Tu minacci solo a vuoto. Parli a vanvera, gallina. Preferisci la guerra a un paio di kan e mi minacci? Che comportamento disonorevole. Come sei caduta in basso, gallina. Ma sai, almeno io ci tengono all'umanesimo, alla democrazia, al salvare le vite innocenti. Al progresso. - Insomma, a tutte le cose positive contro quelle negative ed ero anche uno di quelli che pensava ai bambini mentre tutti gli altri non lo facevano mica. - D'altro canto, considero che tu, gallina, mi abbia appena offeso e credo che non ci sia alcun bisogno di andare li a nasconderti dietro a un esercito. Vuoi il sangue? Lo avrai. Ma sarà il tuo stesso. Ti sfido, qui e ora, - dissi piantandomi su due piedi davanti al Tengu. Non sapevo se avesse accettato o no; dubitavo comunque che l'avrebbe fatto considerando che poteva andare benissimo a nascondersi dove sapeva lui, optando quindi per una battaglia completa su vasta scala invece che su "quello".

    Per quanto riguardava i samurai, invece, si mostrarono, come al loro solito, degli inutili testardi. Uno si mise a gridare, al che gli indicai di nuovo la strada per l'invasione, ma lasciai un commento: - Se il tuo talento nel gridare cose a caso fosse uguale al tuo talento nel combattere, non avremmo problemi nel sconfiggere i Tengu. - Era, ovviamente, un commento che giunse prima della risposta del suo fratello, che si dimostrò più diplomatico, ma toccò un altro punto neuralgico: la Codardia. Già in procinto di andare, nel sentire la parola "Codardo" mi girai velocemente verso quel tipo. - Come siete mercantili e disonorevoli... I soldi! E voi sareste dei samurai? Uomini d'onore? Forse ne siete l'ombra. Un lontano richiamo, degli spettri che pensano ai soldi e alla ricchezza. Siete dei mercanti, politici schifosi. Nient'altro. L'onore non sapete nemmeno cosa sia. Volete invadere quella valle? E mi avete assunto per farlo perché siete incapaci a farlo da soli? Ebbene, visto che io ho dato la mia Parola nel aiutarvi, vi aiuterò. Da questo momento in poi voi assumete il comando e date gli ordini. Se volete trattare, trattate. Se volete invadere, invadete. Se volete esplorare, vi aiuterò. Ma non sono un assassino che viene pagato; non uccido la gente per soldi. Non ucciderò quei Tengu, perché non mi hanno fatto nulla. L'unico che potrei uccidere è quello lì, - indicai Sojobo, - dato che mi ha arrecato offesa. Non toccherò nessun altro. Se vi va bene ascolto gli ordini. - A quel punto, insomma, le cose leggermente cambiavano e se da un lato non vedevo l'ora di piantarli tutti quanti in asso, portarmi a casa la testa di quel Tengu fastidiosa sarebbe stata un'ottima missione per me.

    [...]



    Uno dei pochi ninja sul Continente a poter al contempo studiare le cose, produrre le cose e far incazzare Tasaki Moyo se la stava passando abbastanza benone, bisogna dire. Gli archi ai quali pensava per poter fermare l'avvento dei samurai, sempre che quella battaglia fosse avvenuta stavano prendendo sempre di più una forma precisa. Ciò che fu, in realtà, era un lavoro di perfezionamento dovuto anche alle sue conoscenze in materia, oltre che alla possibilità di consultare la sua permanera indrese. - Che bell'idea, - commentò uno dei tengu li presenti restando parecchio curioso di vedere come l'Hokage avrebbe sviluppato il resto del suo lavoro. Sorrise quando questi si mise a elencare una serie di materiali tutti differenti tra loro. - Sì, e poi magari anche sangue della vergine e pelle di capra, - commentò questi senza però intromettersi nell'opera svolta da Raizen e, anzi, restando a debita distanza dallo stesso. Infatti, non voleva assolutamente interferire in quell'opera di realizzazione svolta dall'Hokage. Bisogna dire che tutta quella roba che stava facendo Raizen era molto bella da vedersi. Quella montagna lì, concentrata su sé stessa, nel mentre si muoveva abbastanza rapidamente e con una certa precisione, cercando di dare una forma a quei suoi pensieri e idee. - Aha, giusto, - commentò il Tengu alla vista delle altre azioni svolte dalla montagna. Alla fine dei conti, dopo tanti procedimenti svolti e vari passaggi completati, alla vista della freccia che veniva tesa sull'arco appena creato dal Kage di Konoha, il Tengu non poté che fare un sorriso. - L'arco che hai creato mi sembra perfetto, - disse semplicemente dopo averlo impugnato. - E sicuramente supera molte delle creazioni che ho visto sino ad ora. Un gioiello divino, così lo definirei. Ma è solo un arco. Servono molti archi per una battaglia. E per fare molti archi servono due cose: tempo e materiali. I materiali vanno raccolti e quindi serve altro tempo. - In pratica gli stava dicendo che no, non erano per niente pronti per la battaglia. Tuttavia, considerando anche che l'arco era stato completati ed era un Signor Arco, restava a Raizen decidere cosa fare: poteva farne altri ed era una buona idea, oppure provare quell'arco su qualche samurai...





    Chakra: 60/60
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  550
    Resistenza: 400
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 525
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken Gigante × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Katana × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 2

    Note
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