Crisi all'Ombra del FerroEvocazioni per Youshi

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  1. Youshi2
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    All'ombra del ferro


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    Il capitano ed i marinai si erano inizialmente rifiutati di accettarmi a bordo per via dello stormo di corvi che, da quando ero uscito da casa mia per dirigermi nel territorio della missione assegnatami, mi seguiva volteggiandomi sopra alla testa. Lo ritenevano, a ragion veduta, un chiaro segno di sventura che avrebbe reso il viaggio ostico e che si sarebbe ripercosso sui loro affari futuri.
    Dovetti, mantenendo un tono calmo e gelido, costringerli ad accettarmi a bordo in quanto ninja accademico in missione e, come se ciò non bastasse, membro della mano nera. Solo dopo averlo minacciato di requisirgli la barca e di gettare in galera i suoi sottoposti, accettò i miei soldi e diede ordine di levare le ancore.

    Quando vidi all'orizzonte la terra mi trovavo da solo sul ponte ed i corvi, gracchiando forse perché avevano realizzato che il viaggio in mare era finito, stavano appesi sugli alberi dell'imbarcazione mentre il resto della ciurma stava in sotto coperta. Il capitano estrasse a sorte due marinai che mi aiutassero, una volta giunti ad un centinaio di metri da riva, a portare la piccola scialuppa sulla terra ferma in un luogo appartato. Questi, con occhi bassi a terra e tra le mani tremanti dei piccoli portafortuna, mi portarono rapidamente a riva e con altrettanta velocità tornarono alla nave dove, dal ponte dell'imbarcazione, si vedeva tutta la ciurma pronta ad assistere a chissà quale calamità che avrebbe dovuto colpire i loro sfortunati compagni.
    Un sorriso amaro piegò le mie labbra assistendo a tale spettacolo, la maledizione di essere stato scelto come - questa era la spiegazione che mi ero dato dopo tanto tempo in loro compagnia - membro dello stormo si stava di fatto attuando allontanandomi dalla società in cui vivevo piuttosto che realizzandosi in effettive serie di sfighe.
    Con il tempo avevo anche iniziato ad apprezzare la loro compagnia, erano animali molto intelligenti e, alcune volte, sembravano anche avere un particolare senso dell'umorismo, forse un po' macabro.

    L'Accademia mi aveva affidato una missione nel paese del ferro, fui informato che il mio compagno sarebbe stato un altro genin del villaggio della foglia, tale Yato Senju e mi furono resi noti la data ed il luogo di ritrovo per il briefing: una piccola locanda ai margini del territorio interessato.
    Il mio viaggio fino al luogo designato fu accompagnato da una leggera nevicata che finì una volta varcata la porta della locanda, una gelida brezza entrò nella sala prima che richiudessi alle mie spalle la porta e abbassassi il cappuccio del mantello nero. Il mio sguardo passò dall'oste con viso sognante all'uomo seduto sul divano in compagnia di quello che scoprii più tardi essere il mio compagno di squadra. A passo lento mi avvicinai al loro tavolo e mi sedetti su una sedia facendo un leggero cenno con il capo a mo' di saluto.
    Subito il capo squadra si presentò - una un ninja della foglia, appartente al clan Uchiha - e ci spiegò cosa ci era stato ordinato di fare: assassinio. Avremmo dovuto uccidere tale Motonari Fuumi, funzionario locale che aveva spinto per iniziare una guerra non assicurandosi di avere i giusti alleati.
    Quindi si rivolse al mio compagno, parlando di maschere, un discorso che non mi fu chiaro e che venne lasciato cadere anche dal Senju. Poi si rivolse a me, mi riconobbe come nipote di Ossuri-sama e mi disse che aveva collaborato con lui in una missione precedente proprio in quel territorio. Faticai a mantenere un'espressione disinteressata, non sapevo nulla del passato di mio nonno, durante le numerose ore di addestramento non ero riuscito a scucirgli nulla. Sì, Ossuri-sama è mio nonno. risposi con tono serio, sottolineando il titolo onorifico e squadrando quel ninja di Konoha con l'unico occhio buono che avevo. Lo so, l'ultima volta che mi è stato parlato di debiti o regali nei suoi confronti, questi avevano a che fare con la Speranza di Hayate. lasciai cadere il silenzio per poi abbassare lo sguardo ripensando a quel inconro particolare sull'isola dell'Abete, poi ripresi Ma è sempre stato molto attento nel non informarmi di nulla ciò che ha fatto nella sua carriera. Per questo non riesco a trattenere la mia curiosità, di che missione si trattava? Avrei atteso, sperando di non mostrare quanto fremessi nel ricevere anche la più piccola informazione sul passato di mio nonno.

    Quando prese parola il genin del villaggio della foglia, ebbi il tempo di studiarlo con più attenzione. Aveva i capelli corvini che incorniciavano uno sguardo severo di un'azzurro glaciale, sembrava potesse avere qualche anno più di me ma non riuscii a realizzare quanti, indossava una tuta imbottita scura che lasciava intravedere qualche arma, tra cui una wakizashi e quella che sembrava essere una katana d'addestramento. Feci un cenno con il capo dopo aver ascoltato le sue parole, apparteneva dunque al clan Senju ed era in grado di utilizzarne i suoi geni, si rivelò essere uno spadaccino - cosa che avevo già potuto intuire - e utilizzatore di genjutsu che alteravano la percezione dell'ambiente.
    Presi parola con voce calma, il coprifronte copriva in diagonale l'occhio che avevo perso qualche tempo addietro e lasciava vedere la profonda cicatrice che percorreva il mio viso da zigomo a zigomo. Io sono Youshi Tokugawa genin di kiri, piacere di conoscerti Yato-san feci un cenno con il capo Preferisco combattere ad una distanza ravvicinata e senza l'ausilio di armi, so celarmi abilmente nell'ombra e sfrutto questo per avvicinarmi senza farmi notare dalla mia vittima. Non conosco ninjutsu e sfrutto a mia volta illusioni, alcune ad ampio raggio altre immediate.
    Il capo team riprese quindi parola fornendoci le poche informazioni in nostro possesso, avevamo a disposizione tre giorni per compiere la missione con la premura di non fare ricadere l'azione direttamente all'Accademia.
    Sorrisi accarezzandomi il mento, elaborare un piano con quelle poche informazioni era cosa da pazzi quindi avrei semplicemente dato una mia prima opinione, senza la pretesa di definirlo "un piano" Dalle informazioni che ci ha fornito, forse il posto più ottimale per tendergli un'imboscata è al ristorante oppure nel tragitto per raggiungerlo, per via del numero residuo di guardie... dissi con calma, riflettendo che nella sua magione aveva il maggior numero di guardie a proteggerlo e, probabilmente, il palazzo amministrativo era altrettanto sorvegliato per altri e molteplici motivi. Sono in grado di riprodurre semplici veleni, ho con me cinque dosi di uno che annebbia i riflessi e un altro che rende la vittima più debole. alzai lo sguardo verso il capo team Con qualche ora a disposizione potrei crearne qualche dose in stato gassoso, anche se, se riuscissimo a infiltrarci nella cucina del ristorante, l'idea migliore sarebbe sicuramente avvelenargli il cibo. Rimasi un attimo in silenzio, abbassai lo sguardo per poi rialzarlo in direzione del mio compagno Però abbiamo bisogno di altre informazioni, ad esempio la concubina. Non esce di casa perché costretta o per sua volontà? Forse potrebbe aiutarci se volesse sbarazzarsi di quello che potrebbe essere il suo aguzzino.
    Quindi, prima di rimanere in silenzio aspettando che i miei compagni esponessero le loro opinioni o idee, avrei domandato con espressione curiosa Come mai ci sono state fornite 72 ore? Cosa c'è in ballo e cosa cambierebbe se rimanesse vivo oltre quel limite?
     
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18 replies since 14/2/2020, 23:48   280 views
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