La Bilancia NeraQuest C

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Roroo 2.0
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    Nei pressi della Foresta della Vita


    Chapter II - ... In viaggio...





    E lì non metterò mai piede. Rispose, terrificato all'idea di trovarsi in un luogo pieno di neve e ghiaccio. La sua temperatura ideale si attestava sopra i trenta gradi, trentacinque se in presenza di vento.
    Wow Esclamò, felice per il suo amico. Per essere stato un barbone, ne aveva fatta di strada. Quando giunse il suo turno, Masayoshi ebbe un momento di esitazione. Avrebbe voluto rivelare il suo essere un Jinchuuriki, ma decise di soprassedere e rinviare quell'argomento più avanti, così da avere del tempo per pensare se rivelarlo a tutti o meno.
    Nulla di che. Il Chunin è un miraggio. Poi si ricordò della missione ai confini di Suna, dove aveva stretto un forte legame con i suricati. Ah, io ho stretto amicizia con loro. Si indicò la maglia, raffigurante un suricato.
    Sono creature fantastiche! Vivono nel deserto sai?

    [...]



    La risposta della donna venne anticipata dal rintocco del suo shamisen, strumento musicale che Masayoshi non aveva mai visto in vita sua. Ella rivelò come i falegnami fossero consapevoli del valore delle loro abilità e che le loro creazioni, come il fodero della katana che possedeva, avevano proprietà uniche, compresa la capacità di interagire con il chakra.
    Alla richiesta di Hebiko di poter assistere alla trasformazione del legno, Masayoshi si sarebbe sporto in avanti per osservare meglio la scena e di conseguenza il materiale.
    Nella sua mente immaginò come sarebbe stata la sua scimitarra perfetta, da battezzare con un nomignolo che avrebbe dovuto richiamare le profonde dune del suo amato deserto.
    l machete servivano per preservare il filo delle loro armi se avessero dovuto farsi spazio tra alberi e arbusti.

    Quando vide la Kakita sbuffare per l'intromissione del vecchio, Masayoshi sorrise, divertito dalla scena, perché vide se stesso le prime volte che aveva avuto a che fare con gli anziani del suo palazzo, convinti che avvicinarsi a una comitiva per dare aria alla bocca con discorsi privi di interesse fosse un azione lecita e non maleducata. Con il trascorrere degli anni, aveva imparato a conoscerli e ad approfittare della loro memoria storica per conoscere la storia di Suna.
    Come la Kakita, nemmeno Satoru fu in vena di spiegazioni: con un sorriso sornione, rispose ai dubbi della comitiva con due banalità in serie e se ne andò, lasciandoli con le buste in mano.
    Il sunese non lo richiamò, come nessuno del gruppo fece. Si limitò a scrivere al centro dell'oggetto una bella frase:

    Profugo di Suna. Rokubi. Se non ricordi, apri questa lettera.


    E senza farla leggere a nessuno, la nascose nelle tasche, sicuro che non sarebbe stata necessaria. Come avrebbe potuto dimenticarsi del suo passato e del demone che ospitava al suo interno?

    [...]



    Con lo zaino in spalla, la sciarpa a protezione del naso infreddolito e la scimitarra ciondolante sul fianco, Masayoshi partecipò alla prima riunione, ascoltando con interesse i botta e risposta tra il kiriano ed Hebiko. Non si intromise nei loro discorsi né si sforzò di capire chi tra i due avesse avuto ragione.
    Era chiaro che il ruolo di leader spettava alla Vipera di Oto, l'unica a poter sfoggiare il titolo di Consigliera di un villaggio accademico, così, senza fiatare, il sunese seguì le sue indicazioni, affiancandosi a Fudoh.
    Ti guarderò le spalleAvrebbe avuto sette giorni per conoscere i suoi colleghi e creare l'affiatamento necessario per reagire d'istinto contro qualsiasi cosa avesse potuto ferirli. 

    [...]



    Dopo sei ore di marcia, Masayoshi decise di rivelare al suo amico il suo vero potere.
    Coperte dalla sciarpa, le labbra del Genin si mossero in un sussurro impercettibile, ma la sua voce sarebbe risuonata forte nella mente di Fudoh. [Abilità]

    Sono il Jinchuuriki del sei code. Per il momento, voglio che lo sappia solo tu. E continuò a camminare, in silenzio, senza voltarsi per vedere la reazione del kiriano. Per il momento si fidava solo di lui. Più avanti, forse, avrebbe rivelato "quel dettaglio" a tutti gli altri, ma non sarebbe stato facile. Lo aveva visto troppe volte. Le espressioni e i giudizi su di lui sarebbero cambiati.
    Lo avrebbero considerato come una bomba ad orologeria, più pericoloso dei nemici stessi.


    [...]


    Il gruppo accademico non incontrò alcun intoppo, forse grazie alla misteriosa Kakita che li precedeva. Transitarono lungo strade ciottolate, sentieri disseminati di arbusti e zone di montagna, sotto il sole, la pioggia e le nuvole.
    Concentrato nel captare ogni movimento anomalo, Masayoshi sarebbe stato di poche parole. Avrebbe lasciato ad altri il compito di esortare i ninja alla conversazione. La prima a prendere la parola fu Harumi, la ragazza di Oto che viaggiava dietro di lui.
    Per qualche motivo, il demone sembrava interessato a lei. Ogni volta che la sentiva parlare, il Bjuu alzava le proprie antenne di chakra, scuotendosi.
    Sono un combattente da corpo a corpo. I suoi muscoli e la scimitarra lo testimoniavano. e uso i Doton. Terminò, curioso di conoscere i punti di forza dei suoi alleati.
    Curiosa fu la risposta di Hebiko. Cosa intendeva per strozzare i nemici? Gli otesi erano proprio gente strana.

    Nessun ruolo. Disse alla successiva domanda di Fudoh, senza dilungarsi oltre.
    Aveva toccato un nervo scoperto. Per sua sfortuna, o fortuna, i Jinchuuriki costituivano un ruolo a sé stante e visti i tempi che correvano sarebbe stato impossibile rivestire il ruolo di guardiano.
    E quando, qualche giorno dopo, Fudoh chiese a Satoru se conoscesse diversi ninja, Masayoshi decise di intromettersi per chiedergli di un ninja di cui non aveva più sentito parlare.
    Conosci un certo Yato Senju? Aveva un vecchio conto in sospeso con lui. Qualche mese dopo la sua promozione a Genin, in un lontano villaggio vicino Kiri, il sunese aveva perso i sensi sul margine di una strada e il suo compagno di missione lo aveva abbandonato senza soccorrerlo. Forse il foglioso si era dimenticato di lui, ma il profugo aveva giurato di fargliela pagare, di dimostrargli di poterlo battere in uno scontro uno contro uno.

    [...]


    Al settimo giorno esatto, i ninja giunsero ad Higami.
    Non vi furono guardie da convincere o gate da attraversare, il villaggio contava una manciata di case sparse qua e là, in legno e minimali, senza decorazioni lussuose che il Genin si sarebbe atteso dopo aver udito il valore del loro prezioso materiale.
    Lungo la strada che divideva in due il centro abitato, era visibile la Foresta della Vita, una distesa verde senza fine, con alberi alti e piuttosto fitti. Rispetto ad altri suoi compagni, lo sguardo di Masayoshi si spostò subito altrove.
    Era una foresta bella, ma non poteva competere con la bellezza e la maestosità dell'Anarouch.
    L'idea di creare dei gruppi per ottimizzare il tempo a disposizione venne accolta da Masayoshi con entusiasmo, così, per essere coerenti fino in fondo, il sunese si propose per unirsi a Fudoh, interessato a dirigersi verso l'ambulatorio.
    Si sarebbe limitato a fargli da scorta, senza interferire con le sue domande che trovò pertinenti e utili alla missione.




     
    .
77 replies since 7/3/2020, 16:40   1694 views
  Share  
.