La Bilancia NeraQuest C

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    Il legno della vita


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    Alla domanda di Satoru, che fu l'unico a risponderle con più di un cenno del capo, l'espressione sul volto di Harumi mutò da un'espressione neutra all'udire il primo nome ad una più insofferente con il secondo, che scomparì in un attimo nascosta dietro uno sgargiante sorriso. Kato-san, sì, è il guardiano di uno dei cancelli del Villaggio, ma è anche un armaiolo abbastanza esperto. Non siamo in chi sa che rapporti, ma appoggia le posizioni del Kokage. Un attimo di pausa, quasi stesse raccogliendo le energie psicologiche. Tasaki invece è... uno shinobi particolare. Soppeso per un attimo se parlare del suo fare spavaldo di fronte alle maggiori cariche del Suono, cui aveva assistito personalmente nel caso di Febh e le era stato riferito da Anteras nell'altro. Ha una sua concezione di giustizia, rispettabile per carità, ma i suoi metodi per ottenerla mancano di... Intelligenza? Basilare istinto di conservazione? ...tatto? Una domanda rivolta a se stessa e non al suo interlocutore, a cui invece si rivolse subito dopo per cambiare discorso. Come mai li conosci? Siete stati in missione insieme?

    Al pari dei suoi compagni, Harumi scrisse con l'indelebile delle brevi note sull'interno degli avambracci. Nel destro un semplice leggi la lettera, nel sinistro un misterioso, per gli altri ovviamente, chiedi al Gatto. Quanto alla sua richiesta, sembrava che l'Accademia non fosse provvista di carte dettagliate perciò dovette arrangiarsi con quella che aveva, studiando il percorso più rapido per raggiungere il Paese dell'Orso. Mmm... A nessuno preoccupa dover attraversare da un capo all'altro il Paese della Terra? Non è che Iwa sia esattamente un'amica dell'Accademia... A quanto pareva il responsabile aveva organizzato un passaggio sicuro al confine con il Paese dell'Erba, ma per il resto si sarebbero inoltrati in terre scarsamente popolate, dove avrebbero dovuto tenere un basso profilo. La Vipera del Suono prese il controllo del gruppo, nonostante la premessa di non voler fare da caposquadra. Un atteggiamento a mezza via, che non aiutava certo a risolvere il problema della catena di comando, a quanto pareva assente. Un ciascuno per sé insomma.

    Indipendentemente da ciò, l'idea delle coppie non era male. La giovane si guardò un poco attorno, con un vacuo sorriso. A quanto pareva Fudoh e il freddoloso sunese di nome Masayoshi si erano già messi d'accordo, perciò spostò la sua attenzione su Youshi. Il kiriano però era stato abbordato da Hebiko, la quale ne aveva forse apprezzato la indole schietta. Non restava che il giovane foglioso, quindi gli sia avvicinò con fare propositivo. A quanto pare dovrai sopportarmi... Volevo dire supportarmi! Mi affido a te. Un piccolo inchino e un sorriso, l'arma migliore della kunoichi del Suono. Spero che impareremo a conoscerci meglio. Al ragazzo sembrò che avesse ammiccato, ma poteva esserselo solo immaginato. Di certo trasmetteva un'aura positiva.

    Durante il viaggio, che proseguiva rapido e senza intoppi, Harumi ebbe modo non solo di interagire con il suo compagno, ma anche con il resto del gruppo. Non sono mai stata a Konoha, com'è Satoru-san? Ah però ho conosciuto una Uchiha, una volta... Chi sta se sta bene... Memorie di un tempo lontano, che portarono un passeggero velo di tristezza sul volto della ragazza, il tempo di alzare il capo per ascoltare la risposta ed era già scomparso. Attese invece una sosta per chiedere delucidazioni sulle capacità degli shinobi. Intorno al fuoco, saltando Hebiko e Youshi di cui già aveva testato le doti, partì dal foglioso con cui aveva preso un po' di confidenza, per poi passare a ruota a Fudoh e a Masayoshi. Ragazzi, penso che sia importante conoscerci meglio per poter collaborare, quindi vorrei sapere in cosa siete più portati e in cosa meno. Inizio io. Un segno di buona volontà, o meglio voleva dare l'esempio, in modo che la seguissero. Non ho particolari doti, me la cavo con i ninjutsu rapidi ad area, perciò cercate di non finirci in mezzo... Uno sguardo divertito al Tokugawa, che lo aveva provato sulla sua pelle. All'occorrenza posso battermi anche corpo a corpo, ma cercherei di evitarlo fintanto è possibile. Ah, nel caso se vi chiedo di allontanarvi, fatelo per favore. Tendo a perdere un po' il controllo. Avrebbe inclinato il volto amabilmente su un lato, sorridendo. Un contrasto tanto adorabile quanto preoccupante.

    Hebiko e il sunese non furono molto espansivi, più apprezzabile il contributo di Fudoh, mentre il suo collega kiriano non si scoprì. D'altro canto anche lei aveva evitato di fare riferimento al Nibi. Si trattava di uno dei tesori di Oto e lei non conosceva ancora così bene i suoi compagni da poterlo divulgare con leggerezza. Tale era stata la lezione impartitagli da Eiatsu prima di partire per la sua prima missione, ormai molto tempo fa, e lei ne aveva fatto tesoro. Come sei freddo, Youshi-kun. Un vero assassino della Nebbia. Difficile dire se lo stesse realmente prendendo in giro o solo canzonando un po' per i suoi modi distaccati. O magari era solamente gelosa per la mancanza di attenzioni, rivolte verso la Vipera del Suono. Probabilmente non lo sapeva neanche lei. Non aveva mai ricevuto un'educazione sentimentale ed era in tutto e per tutto un'autodidatta che procedeva a intuito al riguardo.

    Anche il medico di Kiri aveva le sue curiosità, e durante il cammino chiese loro se ricoprissero qualche ruolo specificio nei propri villaggi. Di Hebiko, che era Consigliere, si era già parlato, mentre l'altro nebbioso come suo solito era stato laconico, affermando di appartenere alla Mano Nera, le famigerate squadre speciali. Quando venne il suo turno, Harumi fece atto di pensarci un po' su. Beh, sono segretaria dell'Amministrazione, quindi mi occupo di compilare tutte quelle scartoffie su cui alla fine i consiglieri mettono la firma. A volte senza leggerle, aggiunse mentalmente. Ma sono anche l'assistente del Kokage. Non le era venuto un termine migliore per riassumere ad un estraneo il suo complesso rapporto con il Mikawa, di cui era la protetta, nonché ospite alla Villa. Dopo aver affrontato Khorne qualcosa era cambiato tra loro, ma non vedeva come dilungarsi sull'argomento potesse interessare agli altri ninja.

    Dopo aver attraversato un territorio brullo e arido, finalmente davanti a loro iniziava a intravedersi la maestosa muraglia verde della Foresta della Vita. Il villaggio di Hagumi era poco più di un avamposto di frontiera, probabilmente l'ultima traccia di civilizzazione prima di inoltrarsi nella natura quasi incontaminata all'estremità del continente. La Hebiko, fedele al suo ruolo di non-capogruppo, decise che era tempo di separarsi per raccogliere qualche informazione prima di proseguire. Lei e il tenebroso Tokugawa si sarebbero recati a incontrare il loro contatto. Fudoh e il sunese puntarono invece sull'ambulatorio, probabilmente per deformazione professionale del primo. A loro non restavano che l'emporio e il commissariato. Tanto vale andare con ordine, non trovi Satoru-kun? Aveva cambiato suffisso con estrema leggerezza, ma d'altro canto aveva iniziato ad usarlo con Youshi subito dopo il loro breve scontro, invece con il foglioso aveva passato giorni ormai fianco a fianco. Inoltre, erano entrambi più giovani di lei, quindi non c'erano problemi.

    Lo spaccio della cittadina non doveva presentare grosse sorprese, inoltre Harumi reputò inutile cercare di nascondere la loro identità di ninja in missione. Sarebbe stato inutile, nelle piccole cittadine gli stranieri venivano notati immediatamente. E poi, se i rapporti commerciali con l'Accademia erano così frequenti come sembravano, non sarebbero sembrati particolarmente fuori posto. Certo, ammesso che nel frattempo non fosse successo qualcosa, ma se ne sarebbe preoccupata nel caso. Varcata la soglia del negozio avrebbe salutato a voce alta, mostrandosi subito interessata ai beni esposti con un'artefatta curiosità femminile. Trovato qualcosa in legno, si sarebbe avvicinata, alzando un poco la voce per farsi sentire dal proprietario o dal commesso di turno.Ohhh...dunque è questo il famoso legno di Inochi no Mori? Una domanda solo apparentemente tra sé e sé, per nulla casuale. Avrebbe studiato la reazione dell'uomo, o donna, per poi rivolgervisi direttamente con un sorriso. Sa, abbiamo fatto molta strada per ritirare un carico, ma pensavo di riportare a casa un ricordino... Ha qualcosa da consigliarmi? L'importante era rompere il ghiaccio e fare una buona prima impressione. E quale modo migliore che presentarsi come un possibile cliente?
     
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