La Bilancia Nera

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    La Bilancia Nera
    Parte III






    L’Emporio

    Satoru e Harumi entrano nell’esercizio commerciale e quello che poterono osservare non fu altro che una grande stanza, con molti scaffali e banconi. In ciascuno di essi erano presenti generi di qualunque necessità: alimenti, utensili, vestiti, qualche libro (anche se la polvere che copriva i volumi dava l’idea che non fossero una merce molto venduta). Dando un’occhiata più ravvicinata superando testi di grammatica o romanzi come Occhi del Deserto (sembrava ancora la prima edizione) la coppia avrebbe potuto notare un vecchio libro intitolato: Inochi No Mori, la Foresta della Morte. Strano, quando tutti la chiamavano Foresta della Vita.

    Comunque provando a toccare o a sfogliare il libro il tipo da dietro il bancone si sarebbe alterato, gridando verso il duo: - Prima si compra e poi si usa! Scostumati! – al sentire poi la domanda su una sorta di manufatto in legno vivo gli occhi del vecchio venditore, dai vestiti malconci e dalle rughe profonde centimetri sul viso, si sgranarono. Era come se avesse sentito una vera bestemmia! – TU, insolente! – sputò per terra – Come osi paragonare il Legno Vivo a queste cose! Infanghi il mio emporio! – si avvicinò claudicante, le età d’altro canto era avanzata, ma non per questo meno agguerrito – Compra subito qualcosa, o vattene. Subito! –

    Non avevano molte alternative, i prezzi erano ben chiari. E difficilmente sarebbero riusciti ad ottenere uno sconto, viste le premesse.


    L’Ambulatorio Medico

    La coppia di Genin quando entrò all’interno del locale avrebbe trovato il giovane medico, o quantomeno quella sarebbe stata la loro prima impressione, intento a professare il proprio lavoro. Infatti vicino ad un banco il dottore, vestito in maniera fin troppo elegante rispetto allo standard di quel luogo, con una pinza stava operando la mano di un vecchio signore. Era ferita, ma nulla di grave. Una grossa scheggia di legno si era infilata all’interno della carne del palmo.

    Giusto qualche secondo di silenzio e dopo un grido di dolore del paziente la scheggia era stata rimossa. A quel punto alzando lo sguardo ritornò alla realtà presentandosi così alla coppia: - Oibò, ordunque mi trovo al cospetto di un esimio collega. – sorrise, nel mentre si stava occupando quasi come se fosse una cosa naturale di medicare la ferita – Fudoh di Kiri? Da quale Accademia è stato formato nell’Arte della Medicina? Io sono il terzogenito di una famiglia che da ben oltre tre secoli si occupa nella cura e guarigione delle povere anime. Operiamo principalmente all’interno del Paese dell'Orso. I miei avi sono stati pionieri di tecniche chirurgiche di immensa portata e rivoluzione. Già, io qui mi posso considerare a loro pari… Sono il genio delle schegge di legno. – di sottofondo fu evidente una grossa vena sarcastica. Perché un medico così rinomato era finito in quel posto? – Quindi per risponderLe: nessun pericolo specifico… a meno di non considerare le schegge di legno! Mentre per quanto riguarda Loro – e quel pronome personale fu pronunciato con una certa enfasi – Non vengono qui, non escono mai. Solo Ukoi-sama è ammesso ad avere a che fare con persone straniere. Di solito lo trovate alla locanda. Ogni tanto mi chiede qualche consiglio, ma credo che sia più per scambiare due parole che per una reale necessità. Altre domande esimio collega? – avrebbe cercato di chiudere velocemente l’argomento, forse Fudoh stava toccando argomenti scomodi.


    Il Barbiere

    Hebiko entrando avrebbe realizzato molto velocemente l’assenza totale di clienti, davanti a lui avrebbe notato solo il cartello con i prezzi e due posti a sedere vuoti. In nessun punto si indicava piega o colore. Comunque un uomo si affacciò da una porta, infondo alla stanza: - Necessità di una spuntatina? – disse imbarazzato e visibilmente in difficoltà, era un barbiere infondo. Lui generalmente trattava le barbe, di falegnami alti due metri e dal temperamento tutt’altro che estroverso.


    La Locanda

    Il falegname con molta calma si voltò verso la donna che l’aveva appena disturbato. Davanti a lui il locandiere ad osservare la scena comprese subito la portata eccezionale dell’evento: Ninja Accademici che interagivano con persone come lui… non erano situazioni che capitano tutti i giorni e si defilò con estrema velocità, quasi come se lo stufato di carne stesse andando a fuoco. Lo sguardo, pesante, dell’uomo si posò sulla consigliera. Le sopracciglia del falegname sembravano spesse quanto il tronco di un albero centenario: - Ukoi Mori Rokku. Quarto discendente del Clan Rokku, il Clan dei Mercanti. Puoi chiamarmi Ukoi, semplicemente – si era già preso la confidenza del tu, era comunque una persona dai modi poco elaborati – Porto cattive notizie, e sì sono stato io fare da tramite tra l’Accademia e i Daiku no Mori, il mio popolo, per avvisare dell’evento. Ogni settimana un membro del mio Clan proviene dalla Sacra Foresta e mi aggiorna riguardo l’arrivo del carico di Raibuuddo, a che punto è la lavorazione, quanto manca alla spedizione. Insomma la trafila solita. Ma è da tre settimane che nessuno del mio Clan compare dalla Sacra Foresta. Nessuno. – l’ansia era più evidente nel volto dell’uomo – Non ho idea di cosa possa essere successo. Il mio ruolo è molto semplice, lo è stato fino ad ora: restare qui e fare da mediatore tra l’Accademia e il mio popolo. Il contatto tra i Daiku no Mori e gli Altri, voi, è vietato. Solo i membri del Clan Rokku possono interagire. E fino ad oggi, da quasi tre secoli, non c’è mai stato un solo problema. Tuttavia sebbene non passa giorno e notte che non resista alla tentazione ad inoltrarmi nella Sacra Foresta per raggiungere i miei fratelli, oltre che mia moglie e i miei tre figli, sto fermamente adempiendo al mio ruolo e spinto dalla disperazione ho chiesto una mano a voi. – l’uomo a quel punto spostò la propria mano verso l’ascia – Non so cosa stia succedendo, ma il mio spirito è in subbuglio… e le mie orecchie percepiscono il dolore della Foresta. Qualcosa o qualcuno la sta usurpando. Come se fosse violentata. Vi prego, ora che siete qui. Ora che l’Accademia è informata, fatemi tornare al mio Villaggio. Devo sapere cosa sta accadendo. E diavolo, non mi interessa essere esiliato… ma se è davvero come penso il pericolo potrebbe andare oltre alle mie capacità. Per quello vi chiedo il vostro aiuto Ninja. Io mi assumerò la responsabilità del vostro ingresso alla Foresta della Vita. Siete solo voi due?– non aggiunse altro, era chiaramente in attesa di una risposta da parte della Consigliera e del Kiriano. E non sembrava molto in vena di rispondere ad altre domande, se non quello prima di ricevere risposte rassicuranti.
     
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