Le Lacrime del CieloAdd. Chakra Distruttivo Satoru

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    Le Lacrime del Cielo


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    Le Lacrime del Cielo, queste erano state le ultime parole che il fratello di Tsuyo aveva lasciato a Satoru prima di spirare. Un messaggio di speranza, una possibilità seppur remota di poter fare qualcosa di concreto per combattere la corruzione dilagante che colpiva i Tengu.

    Ma che cosa erano veramente queste Lacrime? Nessuno lo sapeva con esattezza, da quanto ne poteva desumere il Genin di sicuro erano un’ottima arma per combattere gli esseri alati che si erano macchiati di omicidio di propri simili, ma qualunque altra idea rientra nel campo delle supposizioni. Tuttavia una realtà ben peggiore avrebbe presto toccato il giovane Ninja della Foglia.

    Erano passati diversi giorni dalla notizia, a dir poco sconvolgente, di Tsuyo e probabilmente Satoru si stava abituando al fatto che ben presto sarebbe stato chiamato papà dai propri figli. Una gioia immensa del resto, soprattutto per un Ninja di Konoha. Shinobi ligi al dovere, devoti alla famiglia e aspiranti campioni del bene.

    La tranquillità di quella improvvisata famiglia sarebbe stata messa alla prova molto velocemente. Già, perché durante la notte probabilmente Satoru, che si sarebbe trovato nello stesso letto di Tsuyo, sarebbe stato svegliato da un urlo. Un grido di terrore.

    Aprendo gli occhi avrebbe visto la sua amata Tengu sbiancare. Si trovava alzata, ai piedi del letto. Intenta a fissare i propri figli, che ancora erano conservati e protetti dal guscio delle uova. Un urlo di terrore avrebbe scosso l’intero monastero, svegliando sicuramente molti dei Tengu lì presenti (ma non tutti, alcuni lo scambiarono per altri tipi di rumore girandosi così nuovamente dall'altra parte del letto). Comunque Satoru avvicinandosi al cesto si sarebbe accorto con i suoi stessi occhi della gravità della situazione.

    Le uova presentavano sulla loro superficie delle venature violacee, lo stesso colore che richiamava la corruzione che avevano sconfitto nella foresta! Era qualcosa di gravissimo, e proprio per questo Tsuyo letteralmente svenne tra le braccia di Satoru facendo affidamento sul suo amorevole compagno come sostegno.

    - Amore, amore. AMORE. LE UOVA! I NOSTRI PICCOLI! – gridò al cielo, invocando quasi istintivamente l’aiuto dei Kami. Ogni tentativo di Satoru di calmare Tsuyo sarebbe stato inutile, girandosi attorno avrebbe continuamente vociferato il peggio. Solo quando bussò ed entro Yuudai la situazione prese una piega diversa.

    Anche egli posò lo sguardo sui suoi nipotini e fu visibilmente sconvolto: - No… non è possibile. E’ la prima volta che succede…. – rimase in silenzio qualche secondo – Cara Tsuyo e Satoru-san non ho parole di circostanza per rammaricarvi con voi… ma i vostri figli sono condannati. Moriranno, la corruzione li ha colpiti. Forse il contatto stretto di Satoru con Urameshi e il Clan rivale ha rilasciato la corruzione che si era accumulata e questa malvagità è stata assorbita dalle uova… non c’è nulla da fare. – quasi strappandosi i capelli dalla disperazione Tsuyo gridò verso il capo dei Tengu: - NO, NON VOGLIO CREDERCI! Mio fratello era riuscito a ritornare in se. Deve esserci un modo! – e fu in quel momento che negli occhi del Tengu anziano Satoru avrebbe intravisto un’idea – Le Lacrime del Cielo! Dobbiamo cercare Kato Yotsuki. Vi voglio entrambi, forza Satoru dirigiamoci ad Oto. Dobbiamo partire il prima possibile! –

    A Satoru non sarebbe rimasto che seguire l’ordine di Yuudai. Doveva contattare, in qualche modo, e il più velocemente possibile Kato.

    Ad Oto nel frattempo...

    Starnutii fragorosamente e questo non era che il classico segnale d'allarme. Qualcosa o qualcuno stava parlando di me, pensai. Mi trovavo come di consueto al Gate e fu l'occasione giusta per spronare ulteriormente le guardie ad almeno altri tre giri di ricongnizione. Prepararsi sempre al peggio, quello era il motto che mi contraddistingueva alle Mura. Non si poteva mai sapere che cosa o chi sarebbe arrivato alle porte di Oto.




    Edited by ~Cube - 25/3/2020, 20:02
     
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    Il genin riposava tranquillamente al fianco di quella che di fatto era divenuta la sua compagnia. Erano serviti parecchi giorni per comprendere e sopratutto accettare completamente la situazione familiare venutasi a creare tanto improvvisamente. In fin dei conti Satoru era un bravo e buon ragazzo con grande senso del dovere, onore e orgoglio degni più di un prode samurai che di un subdolo ninja.

    L'urlo improvviso della tengu fece subito saltare giù dal letto il ninja in posizione di guardia

    Tsuyo che cavolo succede? Stai bene?

    Disse prima di abbassare lo sguardo sul cesto delle uova vedendo qualcosa di tremendo che gli riportò in mente Urameshi in persona.

    Noo, ca$$o...La corruzione perchè?!

    Imprecò rabbiosamente per poi cercare di stringere a se Tsuyo nel vanno tentativo di calmarla almeno un poco.

    Finalmente giunse Yuudai osservando sconvolto e sorpreso ma abbastanza lucido da capire la situazione e decidere cosa fare. Era davvero la corruzione, unica speranza Le Lacrime del Cielo e bisognava cercare nuovamente Kato il chunin di Oto.

    Prima di muoversi il diciannovenne prese per mano Tsuyo e dolcemente ma con estrema determinazione disse:

    Tsuyo tornerò presto. Troverò le lacrime e salverò i piccoli a costo della mia vita lo prometto!!!

    seguendo il sesto capo fino alle mura del villaggio del suono.

    Qualora il foglioso fosse giunto dinnanzi al gate di Oto avrebbe semplicemente urlato alle guardie:

    Sono Satoru Kusano genin di Konoha. Sto cercando il chunin Kato Yotsuki. E' importante vi prego!!!



     
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    Venni richiamato con una certa urgenza dai miei uomini alle mura. Un Ninja di Konoha, accompagnato da una figura ammantata, si era presentato davanti al Gate e questo Shinobi chiedeva proprio di me. Non mi feci attendere, muovendomi mi affacciai dagli spalti del South Gate e aguzzando la vista ci misi un istante per riconoscere lo Shinobi. Era Satoru Kusano, il giovane Genin della Foglia… L’Eremita dei Tengu!

    Presi a ridere, sorpreso da quella visita inaspettata. Al suo fianco si ergeva una figura alta le cui fattezze erano nascoste da un lungo mantello. Avrei scommesso che si poteva trattare di un Tengu, uno dei suoi compagni magici: - IhIhIhIhIhIh! E’ sempre un piacere rivederti, giovane Satoru. Cosa ti porta in questi lidi? – fu la mia domanda più che onesta che posi al mio conoscente.

    Ma non fu lui a rispondere bensì il Tengu, e ne ebbi la conferma perché le sue parole non vennero pronunciante ma espresse nella mente, come una sorta di comunicazione mentale molto sofisticata: - Kato Yotsuki, la Corruzione della nostra Stirpe ha colpito i figli di Tsuyo e Satoru. Essa è irreversibile ma nelle leggende esiste una via per combattere questo processo mortale. Ma non è il luogo idoneo per parlarne, ti prego Kato Yotsuki. Seguici, abbiamo bisogno del tuo supporto per la nostra missione. –

    Sorrisi, non capitava spesso che un essere antico come quel Tengu si abbassasse ad una richiesta del genere e questo mi poneva in una interessante posizione di vantaggio. Un favore nei confronti dei Tengu e di Satoru. Un favore che un giorno avrei riscosso, del resto i Ninja della Foglia erano prevedibili. La maggior parte di loro basava il proprio credo sull’onore e Satoru non era da meno. Di conseguenza la mia risposta fu scontata: - Certo, vi aiuterò. Tuttavia dovete darmi del tempo. Devo organizzare i Gate. Partiremo domani mattina, vi sono vari posti fuori Oto dove potete alloggiare. – fu la mia proposta. Il Vecchio uccellaccio accettò e perciò non ci rimase che aspettare la conclusione del mio turno al Gate e l’organizzazione dello stesso in mia assenza.

    Il giorno dopo mi presentai ai due viaggiatori e il Tengu anticipandomi prese a parlare, sempre mentalmente: - Partiamo per il Monte Zabasu – avevo già sentito quel nome, tuttavia non riuscivo a focalizzare la località – Si trova in questo Paese. E’ una montagna che si staglia tra il Paese del Riso e quello delle Sorgenti Termali. Il Monte Zabasu è luogo in cui è nato il padre di mio padre. Il luogo in cui noi Tengu del Monte Furaidesu siamo nati. – non ci fu nemmeno bisogno di chiedere per la domanda successiva, che mi sorse praticamente spontanea – Perché ci siamo spostati allora? Kato Yotsuki e Satoru-san… non lo so. Non conosco il motivo per il quale mio nonno ha trasferito l’intero Clan in luoghi così distanti dalla terra natia. Ma se le parole del fratello della tua amata… - e Yuudai abbassò lo sguardo verso il Genin –... sono veritiere allora in qualche modo, per qualche motivo le Lacrime del Cielo si trovano in quel posto. Ma che cosa sono? La leggenda narra che la progenitrice del nostro Clan fosse una donna di incommensurabile saggezza e pietà. Si chiamava Awaremi. Si dice che fosse in grado di percepire eventi negativi, di vedere il flusso di malvagità e anche di anticiparlo. E che un giorno, durante una delle sue meditazioni, vide un flusso talmente corrotto… talmente oscuro da risvegliarla in maniera scioccante. Si narra infine che da quell’evento smise di parlare definitivamente e pianse, ininterrottamente, per tre giorni e tre notti. Quelle lacrime sono le Lacrime del Cielo. Oggetti intrisi di chakra purissimo, in grado di ripristinare qualunque forma di corruzione. – il vecchio Tengu sbuffò – Sono leggende che si perdono nella storia e nel mito… ma se ci fosse anche solo una possibilità di recuperarle dovete provarci! – quelle furono le parole quasi di disperazione del Capo del Clan. Da parte mia rimasi in silenzio, non aveva senso commentare una vecchia storia… ma Satoru avrebbe avuto tutto il tempo per approfondire la questione qualora l’avesse ritenuto necessario.

    A quel punto il vecchio ci accompagnò per qualche chilometro finché fermandosi prese di nuovo la parola: - Ora vi devo lasciare. Non posso abbandonare troppo a lungo il Monte Furaidesu… - e dietro a quelle parole sembrava che ci fosse un motivo ben preciso – Però non sarete soli. Alcuni membri del nostro Clan vi hanno preceduto. Si presenteranno a voi una volta che sarete arrivati, sapranno individuarvi. Buona fortuna, Ninja. La posta in gioco è ben più alta di quanto possiate immaginare. – e con quelle parole il Tengu scomparve, pareggiandosi.

    Abbassando lo sguardo verso il Genin mi limitai ad una semplice considerazione: - Solo a me è passato per la testa che quelle Lacrime potrebbero pure curare la Corruzione per i Tengu in generale? Mah, non so. Comunque il Monte Zabasu ora ho in mente dove si trova e di certo non sarà un viaggio comodo né breve. Forza, Sali sul Maestro. Andremo in volo! – E così avrei fatto. Evocando il Kuroi avrei invitato Satoru a salirci sopra e partire così alla volta della nostra destinazione!



     
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    Dopo qualche interminabile decina di minuti finalmente il guardiano delle porte di Oto si presentò davanti al foglioso e all'imponente figura del sesto capo del clan Furuidesu. Immediatamente il tengu informò il chunin della situazione chiedendo il suo aiuto; aiuto che non fu rifiutato - ma che sarebbe certamente costato prima o poi - bisognava attendere il giorno successivo. Così il buon Satoru si sistemò insieme al tengu sopra un ramo di un grosso albero, vicino al gate, passando in sostanza una notte tormentata dalla preoccupazione e incertezza.

    La mattina dopo Kato raggiunse gli altri due e Yuudai fornì tutte le informazioni che aveva: in pratica potevano fare esclusivamente affidamento su un antica leggenda dei tengu. Il punto di partenza era il il Monte Zabasu mitico lungo d'origine del clan Furuidesu. Il genin, durante il cammino, aggiunse soltanto poche parole

    Le lacrime non sono una leggenda...Yotsu le ha usate su Urameshi...Yuudai le Lacrime del Cielo sono intrise di chakra naturale? Sono legate al dono della natura?

    Dopo poco il tengu lasciò gli umani per tornare sui monti Mumei ma altri tengu li avevo già preceduti.

    Sconfiggere la corruzione e liberare ogni tengu sarebbe veramente bello, vedremo. Va bene Kato-san.

    Rispose all'otese per poi salire sul corvo...L'inizio di una nuova avventura ma quanto difficile e pericolosa?

     
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    Il viaggio verso il Monte Zabasu fu privo di inconvenienti, sul dorso del Maestro io e Satoru avemmo modo di osservare il mondo dall’alto e in particolare il luogo a cui appartenevo. Il Paese del Riso. Certo, l’appartenenza per me era un concetto molto strano ma se dovevo per forza di cose associare un luogo della mia crescita come Ninja fino a quel punto lo dovevo ai miei singoli sforzi, e al Gate di Oto.

    Una cosa era certa: ero sempre stato solo. Avevo affrontato le sfide cercando di superare gli ostacoli, ma sempre cavandomela bene o male senza appoggiarmi ad altre persone. L’eccezione c’era ed era rappresentata da un gruppo ristretto: Shin, Shunsui e Kairi. Gli unici tre Ninja che per me aveva senso ritenere alleati e compagni di guerra. Le vicende di Iwa ci avevano cambiato e unito allo stesso tempo, in un modo che solo il destino sarebbe stato in grado di descrivere.

    Comunque dopo qualche ora di viaggio all’orizzonte apparve la sagoma del Monte e richiamando l’attenzione del Genin presi parola: - Ci siamo quasi, non so perché… ma ho una brutta sensazione a riguardo. Di tutta questa faccenda, in generale. Come sta Tsuyo? – era una domanda sincera. In effetti, in qualche modo, mi ero affezionato a quei Tengu, sebbene tra me e loro esisteva un muro invalicabile. Una barriera oscura che mi impediva di fatto di avvicinarmi al loro modo di essere e alla loro purezza.

    In ogni caso giusto il tempo di qualche ora che oramai il Monte era a portata di mano, figurativamente parlando, che il Maestro come io e probabilmente Satoru percepimmo una sensazione diversa dal solito ma allo stesso tempo famigliare… Era quella comunicazione tanto cara ai Tengu. Guardammo verso il basso e venimmo richiamati da una sorta di voce. Indistinguibile, e difficile da udire ma allo stesso tempo rassicurante. Che fossero i Tengu mandati in supporto dal vecchio? Appoggiando una mano sul dorso del Maestro indicai al Corvo di scendere così da avvicinarsi alla fonte e inoltrarsi allo stesso tempo tra gli alberi della foresta.

    Una volta atterrati su una sorta di piccola radura fu solo questione di qualche minuto prima che dagli arbusti di quella foresta spuntarono due figure, o meglio due Tengu. Erano due maschi, mai visti prima. Forse non erano presenti al Monte Furaidesu. Il primo, alto, e dai vestiti che richiamavano i colori della foresta fece un passo in avanti: - E’ un piacere e onore conoscervi. Il mio nome è Kuro, sono il fratello maggiore di Shiro. – e con la mano indicò l’altro Tengu lì presente. Molto diverso dall’aspetto del maggiore Shiro aveva lungi capelli bianchi e uno sguardo assente e allo stesso tempo più profondo. Difficile da inquadrare, decisamente – Piacere – non era neanche di molte parole – Vi ho richiamati con la nostra comunicazione mentale. Vi abbiamo anticipati entrambi su ordine di Yuudai. Sappiamo della tua situazione Satoru e della disperazione che alberga in Tsuyo per i vostri figli. Se c’è anche una minima possibilità di migliorare le vostre condizioni hai il mio pieno supporto e anche quello di mio fratello. – Shiro annuì – Siamo arrivati poco meno di mezza giornata fa e abbiamo eseguito una prima esplorazione. Sostanzialmente il Monte Zabasu è privo di ostacoli o avversari. Solo animali di vario genere vivono in questi posti. Come ci aveva anticipato il nostro Capoclan qua e là abbiamo trovato alcune vestigia di un passato dimenticato e sepolto. Abitazioni e case crollate sono sparse in giro per il monte. Ovviamente nessun collegamento a quello che stiamo cercando. Ma… - e fu interrotto da Shiro – Ho percepito qualcosa di strano. Proseguendo verso il monte c’è una sorta di caverna, o meglio di entrata e da essa perviene un’energia decisamente singolare. – e fu Kuro a concludere – Forse dovremmo indagare partendo da lì. Ma non possiamo escludere altri percorsi. Potremmo impegnarci in tal senso e provare a cercare altri posti. – incrociai le braccia, ero d’accordo con quel Tengu, ma aspettai prima di sentire l’opinione del Foglioso.

    Se avesse accettato allora non sarebbe rimasto altro che dirigersi verso il luogo descritto dalla coppia di Tengu finché non giungemmo all’ingresso della grotta, che tale però non era. Chiaramente era una costruzione artificiale. Una creazione di qualche essere umano o bestia magica. Questo perché banalmente l’entrata era rifinita, circolare e larga; niente che poteva richiamare in alcun modo l’erosione del tempo. La luce, stranamente non mancava, come l’aria. Questo perché non era propriamente una grotta bensì un corridoio come presto scoprimmo e molte aperture sui lati fornivano ossigeno e luminosità. Dopo circa mezz’ora di cammino ci fermammo davanti ad una struttura che lasciò me per primo senza parole.

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    Era una sorta di struttura sotterranea elaborata, complicata e intricata. Una luce soffusa impediva all’ambiente di essere completamente avvolto dall’oscurità e numerosi ponti, aperture, collegamenti rendevano quel posto simile ad un labirinto. Venimmo richiamati da una figura difficile da distinguere, distante quasi venti metri dalla nostra posizione.

    Fermi, stranieri. Cosa vi porta al Santuario?



    La mia attenzione per un attimo cadde verso il Maestro, che nel frattempo si era trasformato nella sua forma umana. Era irrequieto, mai come prima. Cosa stava succedendo? Voltando poi lo sguardo verso il genin mi limitai a proferire poche parole: - Forse è meglio se comunichi te. Non so essere molto diplomatico… -



     
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    Un tranquillo viaggio abbordo del Maestro il fidato kuroi del chunin di Oto, normalmente un tipo come Satoru si sarebbe tranquillamente goduto quel volo ammirato lo stupendo panorama, le nuvole ovattate, il sole splendente e tutte le meraviglie della natura riflettendo su qualche stramba idea sul fato. Ma in quella occasione il genin fissava il vuoto visibilmente sofferente pensando ossessivamente alla dolorosa scelta compiuta alla presenza del piccolo Hinoaku, al sacrificio da compiere, ai segreti della corruzione e alla cosa più dolorosa di tutte: la disperazione di Tsuyo. La tristezza di lei era come una lama ardente conficcata dritto al cuore del foglioso qualcosa che non aveva mai provato prima d'ora.

    Il Kusano fu letteralmente strappato da quei tetri pensieri da Kato e da quella domanda inaspettata, in cuor suo sapeva di non potere veramente considerare l'otese un amico anche se avrebbe sinceramente voluto non ostante le parole di Yuudai.

    Lei sta bene fisicamente ma psicologicamente distrutta. Grazie di interessarti.

    Rispose riuscendo comunque a sorridere. Continuando ancora il viaggio per qualche tempo nel silenzio.

    Dopo poco tempo il diciannovenne fu raggiunto dall'ormai familiare voce dei tengu segno che erano finalmente giunti al monte Zabasu. Atterrando immediatamente nel lungo indicato devo 2 tengu maschi si fecero avanti spiegando la situazione al suolo.

    Kuro-san e Shiro-san piacere mio. Grazie per l'aiuto vi sono grato. Dobbiamo partire dalla caverna sono d'accordo anche io Kuro-san, non abbiamo tempo per girare a vuoto.

    Rispose senza minimamente tentennare, non poteva fare altro era semplicemente inutile perdersi tra dubbi e incertezze e doveva fidarsi anche dei suoi compagni tengu.

    Quindi immediatamente si diressero alla cosiddetta grotta ma ci volle praticamente un solo attimo a capire come non si trattasse di una conformazione rocciosa naturale era senza dubbio artificiale. Corridoi scavati con eccellente abilità e perizia ma da chi o cosa? E perché? Fatto sta che avanzare era sempre l'unica possibile opzione e dopo circa mezz'ora il piccolo gruppo si ritrovo davanti ad un vero e proprio labirinto intricato di vie cunicoli.

    Nel buio una voce chiese chi fossero e ovviamente l'onere della risposta a Satoru che tipico della sua natura rispose con esplicita sincerità.

    Salve signora ombra?! Sono Satoru Kusano genin di Konoha eremita dei tengu perdoni il disturbo. Ecco sto cercando le lacrime del cielo sono per caso qui? Potrebbe darmi qualche informazione? Grazie.

    Mostrandosi più amichevole possibile.

     
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    - Quella non è una signora ombra, giovane Satoru. – fu il commento improvvisato del Maestro, raramente interveniva e se succedeva il motivo doveva essere decisamente grave – E’ un Kuroi, uno della mia specie… Ma… - non ci fu il tempo per concludere il discorso che quell’essere, identificato dal Maestro come un suo consanguineo si spostò dalla propria nicchia spalancando entrambe le ali e rimettondosi apposto la pipa sulla bocca. Un bagliore di luce illuminò il suo volto dimostrando la veridicità delle parole del Maestro. I suoi occhi rossi scandagliarono per bene tutti i presenti e con una frase lapidaria sentenziò il nostro destino.

    - Come osate richiamare il sacrificio di Awaremi con co tanta leggerezza? Pentitevi. –



    E muovendo l’ala, sbattendola ma senza prendere il volo, l’intero ambiente cambiò di colpo. Una pressione dall’alto, come se un peso di immane potenza fosse calato sulle nostre spalle, ci impedì letteralmente di muoverci costringendoci senza molte possibilità a subire il destino che quel Kuroi aveva in serbo per noi. A fatica riuscii a spostare lo sguardo verso Satoru e gli altri Tengu. E poi la roccia si aprì, si inclinò facendoci scivolare lungo il burrone, verso l’ignoto. Per la prima volta maledissi quel Kuroi, un membro delle mie evocazioni.

    Fu difficile dire quanto tempo passo da quella discesa verso l’abisso tuttavia ci risvegliammo tutti, chi prima e chi dopo. Una tenue luce impediva all’oscurità di appropriarsi completamente della stanza, già perché ci trovavamo in una sorta di stanza chiusa. Ampia, immensa.

    Controllando subito il mio stato di salute e accertandomi così di non aver ricevuto alcun genere di danno osservai gli altri compagni: - Satoru? Maestro? Tutto bene? Voi, Tengu? – a quanto sembrava nessuno aveva subito ferite, nonostante la discesa. Kuro e Shiro si alzarono e sbattendosi i vestiti così da rimuovere lo strato di polvere che avevano accumulato si guardarono a vicenda.

    Fu il Maestro però a richiamare l’attenzione di tutti: - Signori, guardate le pareti. I basso rilievi. – avvicinandoci notammo quello che si poteva definire una vera opera d’arte. Qualche abile artigiano aveva impresso la sua maestranza in quella roccia. Erano scolpite le scene di vita dei Tengu, dei predecessori di Kuro e Shiro, e forse degli albori della loro razza – Uhm, interessante. Ma io guardo alle cose concrete. – alzai le braccia indicando almeno dieci porte di pietra, che circondavano tutta la stanza. Provai a smuoverne una ma il risultato fu alquanto deludente. Niente riusciva a spostarla, così sorrisi – Se proprio mi costringi – e colpendo la superfiece della porta con il mio pugno, carico di Chakra distruttivo, cercai di sfondare direttamente l’uscita. La pietra si scheggiò e in parte venne sfondata… e solo colpendola più e più volte riuscii a sfondare la porta per scoprire che dietro non c’era nulla! Solo altra roccia.

    - E’ una sorta di stanza trappola! – fu il commento di Kuro – E l’aria sta iniziando a mancare. Dobbiamo muoverci! – fu la conclusione di Shiro. Voltandomi verso Satoru spronai il Genin a darmi una mano: - Forza, Satoru. Colpisci e distruggi quelle porte con il Chakra distruttivo! Io mi occupo di questa metà e te dell’altra! – tuttavia come ben presto avrei scoperto Satoru non era in grado di usarlo, e imprecando ai Kami mi limitai ad avvicinarmi verso di lui – Ascolta, il tempo ci è contro. E a meno di non voler morire asfissiati devi dare un piccolo imput alla tua capacità di apprendimento del Chakra Distruttivo! Mi posso considerare un esperto in materia. E’ molto semplice teoricamente, te lo posso assicurare. Devi concentrare il Chakra sulla mano libera, o sul piede come preferisci. E poi lo devi liberare contro la porta, letteralmente! Concentrane troppo poco e non succederà nulla, concentrane di più e il contraccolpo ti ferirà! E’ solo questione di pratica, e se posso darti l’unico consiglio: visualizza l’azione. Tu devi voler distruggere quella porta e trasmetti questa tua forza mentale al tuo chakra, al momento in cui lo richiami e lo modelli secondo la tua volontà e vedrai che si tramuterà in chakra distruttivo! Forza! – non avevo altro tempo da perdere. La situazione d’altro canto era impellente e il supporto di Satoru sarebbe stato fondamentale!

    CITAZIONE
    Bene dunque iniziamo con la parte sul Chakra distruttivo! Segui le indicazioni di Kato per sviluppare il tuo Chakra distruttivo! In questa prima parte approfondiremo questo aspetto della competenza:

    Tocco Distruttivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari.
    (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza
    [Consumo massimo: 2 Bassi])
    [Da genin in su]


    Quello che ti chiedo e di descrivere, magari con vari tentativi o comunque con una certa enfasi, i primi utilizzi del Chakra distruttivo contro 5 porte di pietra. Prova a sfondarle tutte!

     
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