Il combattimento stava esaltando Akuraguri, che ad ogni colpo gioiva sempre di più e si inebriava dell'odore del sangue e del sudore. E fu così che si lanciò all'attacco, cercando di scagliare un fendente mortale, ma venendo bloccato da una lama nascosta che, scattando dal braccio dell'avversario, impedì al genin di sferrare il suo colpo. Le parole che gli rivolse l'otese si persero all'interno della brama di sangue del kiriano che era stata moltiplicata dalla capacità di Yukine di rimanere alla pari con Akuraguri. Furono quella brama e quella rabbia a concepire quell'ultimo attacco.
Il kiriano dunque utilizzò la sua tecnica e, nell'attimo di distrazione che essa gli diede, colpì il suo avversario, aprendogli uno squarcio tremendo all'interno del ventre e provocando la sua caduta a terra dalla quale egli lasciò sfuggire un grido di dolore. Forse quel grido, forse il non avvertire più lo spirito combattivo dell'avversario, fermarono la brama di Akuraguri e per la prima volta da quando era arrivato lì , egli guardò veramente Yukine, scoprendo di avere davanti un ragazzo dall'aria simpatica.
Alle sue parole che lo invitavano a fermarsi e che si appoggiavano sull'incapacità del kiriano di continuare il combattimento, Akuraguri, con la mano destra, prese la sua lama e la conficcò in terra, con forza e disse:
Io potrei continuare a combattere finchè uno di noi non cade a terra, svenuto o morto. Ma la verità è che mi sta venendo fame e non credo di poterti affettare con il mio braccio destro e con lo stomaco che mi brontola
Egli non avrebbe scoperto completamente le sue carte, preferendo tenere per sè come avrebbe voluto concludere lo scontro, ovvero utilizzando una delle sue tecniche per formare dei piranha ed andare ad attaccare le numerose ferite dell'avversario, ma continuò il suo discorso, rilassandosi e dicendo:
Quindi questo combattimento sarà un pareggio, ma sappi che tornerò più forte di prima e non avrai speranze contro di me!
Nonostante le sue parole, Yukine avrebbe potuto chiaramente osservare come anche Akuraguri fosse allo stremo delle forze e come la sua faccia, da quel sorriso si fosse trasformata in una smorfia di dolore. Detto ciò il ragazzo ascoltò la proposta dell'otese e seppure sospettoso, si avvicinò a lui scrutando la mano che gli veniva offerta:
Mh! Non ho mai visto questa tecnica prima d'ora. Non so se posso fidarmi di te. E come fai tu a fidarti di me? Fino ad un secondo fa stavo cercando di squartarti in due!
Nonostante avesse detto ciò egli raccolse la sua spada, si sedette davanti a Yukine e continuò il suo discorso:
Ma, tu mi sembri uno propio ingenuo quindi mi fiderò. Ho la mia spada a portata di mano però, quindi niente brutti scherzi
E si sarebbe lasciato curare dal ragazzo. Una volta bendate le sue ferite e avendo aspettato che l'otese si fasciasse le proprie, Akuraguri tirò fuori dalla sua sacca due panini e allungò uno di essi al ragazzo, dicendogli:
Mangia, che sei ancora basso.
Così in silenzio avrebbe consumato il suo pranzo.
