La Fonte dell'Eterna VecchiaiaQuest D

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    La Fonte dell'Eterna Vecchiaia


    La missione fondamentale

    Durante un violento temporale, un ninja ferito e coperto del sangue di 2 criminali appena uccisi, correva sul terreno fangoso più veloce che poteva, saltando pozzanghere ed evitando i rami bassi degli alberi, per uscire il più velocemente possibile da quella foresta.

    Devono saperlo! Devo avvertire tutti!

    Indifferente alla pioggia incessante che continuava a battere sulla sua testa, avrebbe fatto di tutto pur di non mollare la presa sul cristallo che stringeva nel pugno. Era allo stremo delle forze, ma non si fermò fino a quando con grande soddisfazione non arrivò alla sede principale dell'Accademia, fiondandocisi immediatamente e richiamando l'attenzione di tutti i guardiani, che subito accorsero per proteggerlo e respingere i nukenin che lo stavano inseguendo, scatenando una tremenda battaglia fuori le mura del palazzo più importante della regione.
    Finito in salvo, anche se non sapeva per quanto, con un ultimo sforzo si precipitò dai membri del Consiglio Accademico per metterli al corrente della situazione.

    Chiamate subito tutto l'aiuto possibile, l'intero continente è in pericolo!!!

    Così iniziò la missione di fondamentale importanza per la sopravvivenza dei Paesi Accademici. Che però non è quella di cui andremo a parlare ora, perchè quella sì che sarebbe stata una missione figa, mentre di questa non frega niente a nessuno, tanto meno all'Accademia, che difatti mandò a chiamare 2 studenti e 2 genin qualunque, pur di mettere a tacere le continue richieste di una squadra di ricerca per investigare un mistero che avvolgeva un villaggio i cui abitanti erano tutti vecchi, dal primo all'ultimo.

    La missione fondamentale nella media

    I 4 aspiranti e novelli ninja ricevettero alla propria dimora la missiva che classificava la missione come di Grado D, consegnata da un anonimo ninja del villaggio, e nella quale erano riportate poche indicazioni; i ragazzi si sarebbero dovuti dirigere al porto all'estremo sud del Paese del TheQuest_fonte_0 entro 5 giorni, dove vi sarebbe stato ad attenderli il loro mandante, che li avrebbe scortati fino alla loro destinazione finale. Nella missiva, inoltre, vi era una breve descrizione del compito che avrebbero dovuto svolgere, ovvero indagare su degli strani fatti che stavano accadendo nel villaggio di Rojin, come l'organizzazione misteriosa che vi faceva spesso visita ed il fatto che ogni singolo abitante del villaggio fosse molto anziano.
    Il porto di Kocha era un luogo particolarmente trafficato, essendo situato in un punto strategico sulla rotta di diversi Paesi ed arcipelaghi, ed i 4 ragazzi avrebbero trovato innumerevoli persone e marinai scesi dalle molte navi ormeggiate, impegnati in un frenetico viavai trasportando ogni genere di merce e bagagli. In tutto quel trambusto, accanto alla barca a vela ormeggiata nel piccolo e lontano molo 11, quello designato dalla loro missiva, non avrebbero trovato difficoltà ad individuare 2 ragazzine281c5be2d9a3a1f7d7e4cc57ca20a2af1238580799_full che sembravano non aver nulla a che fare con quella frenetica attività portuale, nonostante il mandante sarebbe dovuto essere soltanto uno.
    Le 2 bambine sarebbero corse subito incontro al primo ninja che si fosse fatto vivo sul molo, agitando le mani per attirare la sua attenzione.
    Heeeyy! Io sono Hana! Io sono Kohana! Tu sei uno dei ninja mandati dall'accademia? Abbiamo fatto chiamare dei ninja, ci serve aiuto per un problema al villaggio di Rojin.
    Le ragazzine sarebbero sembrate molto felici di vedere i ninja accorsi in loro soccorso, ed avrebbero atteso che tutti fossero arrivati prima di spiegare loro la situazione.
     
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    La Vecchiaia


    Arrivo



    Quel periodo della sua vita era diventato il più frenetico, stressante, ma francamente, il più interessante che egli avesse mai avuto in tutta la sua vita. Stava passando da una missione all'altra, diventando sempre più forte e accumulando sempre più esperienza. Così, fu con un po' di dispiacere che scoprì che la sua prossima missione sarebbe stata di grado D, il grado più basso nella scala di importanza delle missione. Egli, naturalmente, non si lamentò per niente, dato che era una missione assegnata dall'Accademia, ma era visibilmente frustato. Si mise dunque in viaggio per raggiungere il Paese del The.

    Avrebbe aprofittato dell'occasione per visitare posti a lui sconosciuti, mangiare nuove prelibatezze e magari riposarsi anche un po'. Tutti questi pensieri positivi fecero il loro effetto. Infatti, arrivato alle frontiere del paese del The, egli sarebbe stato di perfetto umore, pronto a lanciarsi all'avventura. Durante il viaggio aveva inoltre analizzato meglio la missiva, leggendola più volte ed aveva una buona compresione di cosa gli venisse chiesto. Arrivato al porto di Kocha, egli si sarebbe sentito a casa.

    Un porto affollato, le risate dei marinai, i canti degli ubriachi, l'odore onnipresente di pesce. Era il suo ambiente naturale e lui molto probabilmente sarebbe rimasto lì per un paio di giorni non avesse avuto niente da fare. Ma, purtroppo, la missione non poteva attendere, così si recò verso il molo 11, come indicato nella missiva e lì con sua grande sorpresa trovò due ragazzine, gemelle, che si presentarono come Hana e Kohana. Egli, stupito dalla giovane età delle ragazze, per un attimo non rispose alle loro domande, ma poi disse:

    Si, sono uno dei ninja dell'Accademia.Il mio nome è Akuraguri, piacere di conoscervi!

    Un sorriso si dipinse sul suo volto, dettato dal contrasto fra le due giovani e qualsiasi cosa ci fosse nel porto, incluso lui stesso. Dato che era il primo ad essere arrivato, egli decise di tirare fuori un panino e di mangiare per ingannare l'attesa. Si sarebbe seduto all'estremo del molo con le gambe lasciate a penzoloni ed ogni tanto avrebbe lanciato qualche pezzo di pane a voraci gabbiani. Inoltre avrebbe detto alle due ragazze:

    Se volete mangiare, fate pure, io ne ho altri sei

    Poi si sarebbe girato verso il mare e con un senso di nostalgia avrebbe sospirato:

    Ah, quanto è bello il mare!

     
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    La fonte dell' eterna vecchiaia

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    Ricordo che era mattina, ero nel mio letto ad ammazzare il tempo con un libro fino a quando qualcuno non bussò alla mia porta.
    Mi fu consegnata una lettera un uomo che non avevo mai visto, sarà stato un nuovo postino, non ho mai capito perche a Oto i postini cambiano così spesso.
    Avevo ricevuto un' altra missione, una missione di grado D; Questa volta la mia destinazione sarebbe stato il paese del the, a dire il vero non sapevo dove si trovasse questo posto, fui costretto a prendere una piccola mappa geografica che stavo usando come segna libro per capire dove sarei finito, e bene non ci sarei arrivato con una semplice passeggiata, avrei dovuto attraversare tutto il paese del fuoco e mi ci sarebbero voluti diversi giorni per arrivarvici.
    A quanto pare avrei dovuto indagare su delle strane circostanze nel villaggio di Rojin, la popolazione era composta solamente da persone molto anziane ed in più si sa che degli uomini misteriosi visitavano periodicamente il posto per non si sa quale motivo.

    Avevo 5 giorni per presentarmi al punto d' incontro, dunque decisi di partire il giorno stesso in cui mi arrivò la lettera in modo tale da arrivare in tempo senza andare di fretta; Attraversai il paese del fuoco facendo una piccola sosta vicino Otafuku ed un' altra poco prima di entrare nel paese del the.

    Arrivai finalmente nel porto di Kocha, il via vai di gente era incredibile, tra chi trasportava merci, passeggeri con i loro bagagli e marinai in partenza o appena tornati da chissà dove, non ci si capiva nulla, in più un orribile tanfo di pesce mi stava lentamente asfissiando.
    Mi diressi al molo designato e 2 ragazzine mi salutarono calorosamente, si chiamavano Hana e Kohana, sembravano essere loro le mandanti, cosa alquanto strana vista la loro giovane età.

    Seduto in fondo al molo vidi un altro ragazzo con i capelli arancioni intento a dar da mangiare a dei gabbiani, una bella scena devo dire, molto più tranquilla rispetto al trambusto che ci circondava.
    Ciao a tutti, mi chiamo Kyuke, e si, sono stato mandato qui per aiutarvi
    Prima di porre qualsiasi domanda riguardo la missione avrei aspettato che tutti siano arrivati, nel frattempo sarei rimasto in silenzio a guardare il mare, provando ad abbassare il volume di tutto quel via vai
     
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    Ad essere sinceri, non fu proprio del tutto colpa sua. In parte.
    Non aveva mai preso parte a una missione, o ad un allenamento, o a qualsiasi altra cosa fuori dal villaggio; anzi a dirla tutta non era quasi mai uscito dal palazzo Yakushi; ogni tanto sgattaiolava nel bosco a guardare le stelle, ma non immaginava certo che la vecchia, senza dirgli nulla, lo avesse iscritto ad una missione per iniziare a fargli fare le ossa. Quindi quando il messo del villaggio si presentò a palazzo a consegnare la missiva, la prese, ringraziò, chiuse la porta e lanciò il rotolo sul tavolo dove stavano tutti i documenti che arrivavano per Ogen e per Febh, convinto fosse roba per loro. Riprese la sua coperta e tornò a farsi il quinto pisolino della giornata. Nemmeno si era accorto che sul rotolo c'era chiaramente impresso il suo nome.

    3 Giorni dopo, mentre girava per il palazzo, si rese conto con la coda dell'occhio che il tavolo, che solitamente ospitava la pila dei documenti, era stato completamente ripulito, eccezion fatta per un solo rotolo, si avvicinò e lo prese tra le mani.


    cooooooosaaa ?!?!?



    Ma nonna Ogen andiamo non ha senso, perchè proprio io, come sarebbe devo andare. Ogen non perse nemmeno tempo a discutere, lo prese letteralmente a bastonate con un comodino di legno massiccio. Lo seguì fino alla sua stanza, corcandolo di mazzate, e continuò a lanciargli roba fino a che non avesse preso la sua roba e fosse uscito dal palazzo. E questo fece. Demoralizzato e con le spalle basse.
    Quando uscì dai confini della tenuta Yakushi, pensò che quella sarebbe stata una camminata decisamente lunga e noiosa, e che probabilmente si sarebbe perso per la strada innumerevoli volte.

    Ufffff, almeno non c'è fretta. In realtà era in ritardo di 3 giorni, ma a questo non aveva pensato.
    Ovviamente si perse, più di una volta, e non cercò affatto di arrivare per tempo, perchè era troppo distratto e aveva dimenticato il rotolo a casa con le informazioni; ricordava solo che la destinazione era il porto di Kocha nel paese del Tè.
    Quando arrivò, era in realtà in ritardo, arrivando il giorno dopo quello previsto, e chiaramente non trovò nessuno ad aspettarlo. Quindi cominciò a girare per il porto, alla ricerca di qualcuno che nemmeno conosceva. Fermando persone di tanto in tanto per chiedere informazioni.

    Hem..salve, sono di Oto, sto cercando...uhm, non so chi in realtà, qualcuno ci ha chiamato per una missione? E avrebbe ripetuto quella litania un po' a tutti, nella speranza che qualcuno sapesse aiutarlo.

    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Dadao × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Accendino × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1

    Note
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    Mother of dragons

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    Ecce Deus fortior me


    I



    Poco lontanto dal caotico centro di Oto, era sito un piccolo tempioshintoista apparentemente in rovina. Rampicanti crescevano sulla facciata crepata dalle intemperie e dal tempo, mentre il gracidare di animali sconosciuti riempiva l'ambiente di note melancoliche.
    Tuttavia, rimanendo in ascolto per qualche minuto, qualcuno avrebbe potuto distinguere in lontananza un vociare melodico e ritmato, scandito da quello che pareva un canto in un'antica lingua. Ciò che pareva abbandonato, pullulava in realtà di vita celata, e in sé stesso celava morte incarnata.
    Attorniata da sete e cuscini impregnati di incenso, Izanami giaceva assisa in trono. Il corpo mortale della Dea era abbandonato sulla dura seduta in legno, mentre il capo riversato all'indietro celava due occhi bianchi riversati in una trance spirituale da cui si sarebbe presto risvegliata.
    Così come era iniziato, il canto mistico terminò. Uno dei bonzi del tempio si premurò di risvegliare lentamente la donna, aiutandola a riguadagnare la posizione seduta e rassettandone le vesti in tutta la loro lunghezza. La fronte di Izanami era imperlata di sudore, il respiro rotto dalla fatica della meditazione.

    Dimmi, bonzo, come pensi che proceda il processo di rafforzamento della nostra forma umana?

    Interrogò l'uomo di fronte a sé, mentre quello con timore indietreggiava alla sua postazione, prestando estrema attenzione a non mostrare la schiena alla Dea. Il tempio e la Setta lavoravano da lungo tempo alla ricostituzione fisica della potenza della loro preziosa incarnazione, ma i risultati, e l'uomo ne era cosciente, erano parsi scadenti.
    Alzò una braccio, osservando la propria mano aprirsi e chiudersi ritmicamente di fronte a sé. Era ancora estremamente debole, ma non poteva in tutta onestà accettarlo. I muscoli non rispondevano ai lenti stimoli nevralgici impartiti dal cervello, e perfino le sue ossa parevano stridere ad ogni movimento. Di certo l'incarnazione era un processo complesso, un rituale antico che era stato studiato nei suoi particolari nel tempo dalla Setta. Ma non era perfetto, e una delle sue maggiori controindicazioni risiedeva nel lungo periodo di infermità a cui costringeva il nuovo ospite.

    Mia Signora, il processo è lento e inesorabile, ma in corso. Bisogna avere pazienza, io credo. E' stata la morte stessa a scegliervi come propria incarnazione. Dobbiamo avere pazienza e fede.

    La Dea si limitò a spostare lo sguardo sulla pipa appoggiata su un vicino tavolino finemente intagliato. Pazienza. Cosa ne poteva sapere un semplice mortale della pazienza. Nella patetica vita di un uomo tutto accadeva velocemente, in un continuo nesso di cause ed effetti che pur nella loro chiarezza apparevano ad essi niente più che una serie di eventi non collegati. Inspirò a fondo, meditando su quanto le era ora chiaro.

    Comunque, abbiamo ricevuto un nuovo invito dal Villaggio. Potrebbe essere l'occasione che stavamo aspettando per fortifare le vostre membra, mia Signora.

    Una sonora risata ruppe il silenzio immutabile dell'ambiente. Roca, antica, lontana. La voce di Izanami sembrava provenire direttamente dalle voragini dell'inferno. Ne era trascorso di tempo da quando il Demone di Oto e i suoi accoliti avevano richiesto la sua presenza. Ne erano degni? Certamente no. Ma negli ultimi anni la Dea aveva avuto poche occasioni di divertirsi con qualche piccola cavia umana. Quale migliore occasione?

    [...]

    I geta della donna stridevano sommessamente a contatto con il terreno. Era giunta al Paese del The all'alba del quinto giorno, vestita del suo tradizionale kimono e accompagnata dalla sua lunga pipa. I lunghi capelli neri, in contrasto con la pelle diafana, erano cosparsi di piccole perle che raccoglievano delle morbide ciocche ribelli. Un piccolo parasole portato nella mano sinistra schermava la Dea dai raggi cocenti del sole.
    Stava percorrendo il molo del porto di Kocha nella sua lunghezza, avvicendando lentamente un passo dopo l'altro. In lontananza, le parve di scorgere appena delle figure estremamente giovani. Dovevano essere i restanti sacrifici destinati a quella sciocca misisone. Un sorriso si dipinse sul volto della donna, mostrandone appena i denti. Cosa ne avrebbe fatto di loro, l'avrebbe deciso il tempo.

    Il viaggio sarà lungo e pieno di insidie. Ma il timore della Morte redimerà tutti.

    Sentenziò, parandosi appena dietro ai quattro giovani, due donne e due uomini. Il viaggio sarebbe stato lungo, era vero. Ma erano le insidie del fuoco amico ciò a cui avrebbero dovuto porre maggiore attenzione.
     
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    La Fonte dell'Eterna Vecchiaia


    L'isola di Rojin

    3 ninja arrivarono al molo quel giorno, mentre l'ultimo era ancora in viaggio. Le 2 ragazzine rimasero ad aspettare per circa un'ora dopo l'arrivo della Dea reincarnata, quando infine decisero di salpare ugualmente per la loro ultima meta. Sarebbe dovuto arrivare anche un altro, ma forse ha avuto un contrattempo. Se arriverà, ci raggiungerà lì, non possiamo perdere altro tempo. Le gemelle sarebbero quindi salite sulla barca ed avrebbero preso a remare all'unisono verso sud, non appena anche gli altri fossero saliti a bordo e dopo aver slegato le corde che la tenevano legata al molo; per via della loro ridotta forza fisica, ci sarebbe voluto più di un'ora per raggiungere l'isolotto, se nessuno dei ninja avrebbe voluto sostituirle per remare, ma in ogni caso le 2 ragazzine avrebbero provveduto a spiegare la loro drammatica situazione ai ninja.
    Nella lettera vi abbiamo spiegato che l'isola di Rojin è abitata solo da persone anziane. Sembra che fanno tutti finta di non saperlo, ma noi vogliamo capire perchè, non è normale. I nostri nonni si sono trasferiti lì quasi un mese fa ed è così che noi lo abbiamo scoperto. E per di più, i ninja del villaggio dicono che degli uomini misteriosi arrivano continuamente sull'isola per cercare qualcosa, ma non sono mai riusciti a catturarli. Abbiamo chiesto aiuto all'Accademia tante volte, perchè ci serve aiuto per scoprire il segreto di quest'isola e capire che vogliono quei tipacci. Le ragazzine erano visibilmente turbate mentre descrivevano la situazione dell'isola, ma sarebbero state liete di fornire altri dettagli e rispondere alle domande dei ninja, se gliene avessero voluto fare.
    Dopo aver percorso vari kilometri in mare, all'orizzonte sarebbe finalmente stata visibile la piccola isola, e da subito sarebbe sembrato un vero paradiso terrestre.


    Rojin


    Nonostante il sole battesse forte sulla sabbia bianca della spiaggia, la fresca brezza del mattino rendeva l'aria estremamente piacevole; il gruppo si sarebbe ritrovato sul lato nord ovest dell'isola, poco trafficata e tenuta talmente pulita che anche a pochi metri dalla riva sarebbero stati visibili molte tipologie di pesci in quell'acqua cristallina, mentre la lunga spiaggia era separata dai boschi interni dell'isola da numerose palme tropicali.
    Una volta trascinata la barca sulla riva, le ragazze avrebbero condotto i ninja all'interno della piccola foresta appena dopo la spiaggia, colma di alberi in fiore che emanavano un gradevole profumo, e sarebbe bastato seguire il sentiero per una decina di minuti per ritrovarsi all'ingresso del fatidico villaggio di Rojin.
    bdb4247c8cfd9868e6fc266875578545
    Qui, il gruppo venne accolto da un uomo particolarmente anziano che indossava un'antica armatura da samurai, ma nonostante lo sguardo duro ed il portamento rigido, si rivolse alle bambine con molta dolcezza.
    Hana-san, Kohana-san, bentornate. Sono questi i vostri amici? Salve Mifune-sama. Sì, sono loro. Ci aiuteranno a scoprire chi sono quei criminali che invadono la vostra isola. L'uomo rise di gusto sotto i baffi, prima di squadrare dalla testa ai piedi i nuovi ospiti ed accennando un saluto a questi ultimi. Molto bene, siete i benvenuti allora. Passate pure.
    L'interno del villaggio sembrava provenire da tutta un'altra epoca, non c'era assolutamente niente che assomigliasse alla modernità a cui probabilmente erano abituati i 3 giovani ninja, non essendoci la minima traccia di apparecchi elettrici o abiti che non fossero estremamente tradizionali; le case erano interamente costruite in legno e non c'era traccia di cemento nelle strade, che erano quasi completamente immerse nel verde, ed avrebbero potuto notare come la popolazione era effettivamente tutta appartenente alla terza (ma anche quarta, quinta e sesta) età, essendo loro gli unici giovani in tutto il villaggio.
    brentwood-bay-butchart-gardens-dragon-fountain-water
    Durante il tragitto avrebbero potuto sicuramente fare altre domande alle 2 gemelle, che intanto li avrebbero guidati attraverso la principale piazza, nella quale si trovava una grande fontana con un drago al centro, circondata da vari alberi di ciliegio in fiore, un edificio molto più grandi degli altri ed un piccolo ed umile tempio shintoista.
    Alla fine giunsero all'abitazione dei nonni delle 2 ragazze, le quali venivano ospitate momentaneamente in una delle loro stanze, e fu l'anziana padronaold-woman-hana-saku-iroha-135781 di casa ad accoglierli con un profondo inchino, dopo che ebbe salutato le sue nipotine. Buongiorno e benvenuti. Io mi chiamo Kimiko Yamada, è un piacere conoscervi.
    Dopo le presentazioni, la donna li avrebbe invitati ad entrare, dopo ovviamente aver fatto togliere le scarpe a tutti, conducendoli ad una stanza8f molto accogliente, con un grosso armadio dalle ante scorrevoli (in cui vi erano sistemati futon, cuscini e coperte per tutti), un piccolo tavolino con fogli di carta bianca ed inchiostro, ed un piccolo altarino dove poter accendere l'incenso; in tutta la casa si respirava un delicato odore di incenso, mentre il pavimento delle varie stanze era ovviamente ricoperto da tatami.
    Potete sistemarvi qui, mettetevi a vostro agio. Io vado a preparare del the e se vi va potete unirvi a noi. A dopo! Ciao!
    I ninja non avrebbero avuto altro da fare che pensare a come muoversi, non essendo certo obbligati a prendere il the con loro, ma sicuramente gli avrebbe fatto molto piacere.

    [Ieyasu - Il giorno dopo]

    Nel frattempo, il piccolo Yakushi viziato era ancora in viaggio ed arrivò al porto con un giorno di ritardo. Il porto di Kocha era un luogo particolarmente caotico ed affollato, in cui la gente andava e veniva in continuazione, compresi ninja di passaggio e che partivano per i loro viaggi. Fu infatti un ninja di Suna che rispose positivamente alla domanda del ragazzo, invitandolo a recarsi insieme a lui al molo 2, dove li attendeva la loro nave in partenza. Oh, finalmente sei arrivato. Ti stavamo aspettando, ma a dirla tutta pensavo fossi un po' più grande. Sei sicuro di essere un jonin? I giganti di fiamme immortali del Paese dei Demoni non si abbattono certo da soli.
    Lo studente avrebbe potuto seguirlo liberamente e partire insieme a lui, ma avrebbe saputo fin da subito che quella destinazione era sbagliata, dato che sulla missiva inviatogli era detto chiaramente che la sua destinazione era il villaggio di Rojin, nella omonima isola. Se quindi il giovane avesse chiarito il malinteso (con grande dispiacere del jonin sunese) ed avesse chiesto in giro dove si trovasse quel luogo, non ci avrebbe messo molto a farsi dire da un passante qualunque che si trattava di un'isola a pochi kilometri a sud del porto, ma sfortunatamente per lui, non era un luogo molto trafficato da navi e mercanti.
    Avrebbe quindi potuto noleggiare una barca o provare a chiedere un passaggio a qualcuno, magari nelle varie taverne locali, di cui la più grande era anche famosa per suoi takoyaki e le promiscue cameriere che accettavano di soddisfare i bisogni dei marinai per pochi ryo.


    Edited by Yusnaan - 6/4/2020, 18:43
     
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    Arrivo sull'isola



    Alla fine, al molo 11, dopo un'ora attesa ad aspettare, non tutti e quattro i ninja che dovevano presenziare alla missione si presentarono. Akuraguri si presentò brevemente agli altri, poco prima di salire insieme al gruppo sulla barca delle due gemelle, che sembravano intenzionate a darsi da fare ai remi. Akuraguri immediatamente prese Hana, la sollevò, la spostò e la riappoggiò in mezzo alla barca, sedendosi lui al posto di rematore, senza dire niente. Si voltò verso Kyuke, l'unico altro ragazzo presente sulla barca e, richiamata la sua attenzione con un veloce gesto, gli indico Kohana, invitandolo a seguire il suo esempio.

    Durante la mezz'ora di viaggio, le due ragazze iniziarono a spiegare nel dettaglio quale fosse la missione del gruppo ed inoltre, come fossero loro coinvolte nella faccenda. Ascoltata la spiegazione, Akuraguri mantenne il silenzio, lasciando maturare le informazioni all'interno del suo cervello. Non che ci fossero tante informazioni, ma tant'è.

    Arrivati all'isola, il kiriano si stupì della limpidezza dell'acqua, chiaro simbolo della purità e pulizia di quest'ultima. Intuizione supportata anche dalla presenza di una moltetudine di pesci, contenti di vivere in quelle pure acque. Approdati sulla riva, i ragazzi si fecero strada sulla sabbia ed in mezzo alla foresta circostante, fino ad arrivare al fatidico villaggio di Rojin. Fu lì che incontrarono Mifune, un anziano signore, bardato di tutto punto di un'antica armatura da samurai, che molto probabilmente serviva da guardia del villaggio.

    Il villaggio stesso sembrava fosse stato generato dall'isola, tanto era in armonia con quel luogo. Nessun tipo di tecnologia contaminava la sua bellezza naturale che veniva esaltata con cura e con grazia da ogni casa di legno, ogni albero in fiore ed ogni decorazione. Dopo aver attraversato una particolare piazza, il gruppo arrivò, finalmente, davanti alla casa delle due gemelle e vennero invitati dentro dalla padrona di casa, nonna delle due ragazze.

    Dopo aver fatto i dovuti complimenti sull'abitazione e sull'ospitalità, Akuraguri avrebbe accettato l'invito della donna di gustare con lei ed il marito del the, bevanda gradita dal kiriano. Si sarebbe dunque seduto, in attesa. Una volta che il the fosse stato portato e servito a tutti, egli avrebbe preso la parole e avrebbe chiesto, con cortesia:

    Se non le dispiace, signora Kimiko, sarebbe così gentile da spiegarci completamente la situazione, con qualsiasi dettaglio, anche quelli meno importanti? Abbiamo più o meno tutti una comprensione base di ciò che sta accadendo, ma vorrei e, credo, vorremmo tutti delle informazioni più dettagliate.

    Così si rimise al suo posto, avendo sporto il suo corpo in avanti per quella sua lunga domanda. Magari avrebbe avuto tempo di pescare qualche pesce o anche di ascoltare il rumore che il mare faceva infrangendosi contro quella splendida isola, una volta la missione fosse stata portata a termine.

     
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    La fonte dell' eterna vecchiaia



    II



    Ne mancava uno ma le giovani decisero comunque di salpare, le ragazzine iniziarono a remare ma con la loro forza non saremmo arrivati mai, Akuraguri prese il posto di Hana e con un cenno della mano mi chiese di prendere il posto di Kohana.
    Se non mi fosse stato chiesto non mi sarei proposto ma vedendo lui lo usai come esempio e presi il posto di Kohana ai remi, nel frattempo le ragazze ci spiegarono in cosa consistesse la missione ma nulla di ciò che dissero non era già stato scritto nella lettera.

    Arrivammo all' isola che ospitava il villaggio di Rojin.
    La vista era qualcosa di magnifico, la spiaggia, il bosco, l' acqua cristallina, era possibile addirittura vedere i pesci nuotarvici, sembrava di essere arrivati in paradiso,
    Ci addentrammo nel bosco per poi arrivare alle porte del villaggio di Rojin dove un certo Mifune ci stava aspettando; Mifune era un signore anziano che indossava un' armatura da samurai.
    Anche il villaggio era meraviglioso, sembrava essere parte integrante della natura circostante.

    Arrivammo a destinazione, la casa dei nonni delle due ragazzine, se avessi dovuto fare qualche domanda sarebbe stato meglio chiedere a loro.
    Fu la nonna ad accoglierci fuori dall' abitazione, una certa Kimiko Yamada
    Piacere, il mio nome è Kyuke
    Ci togliemmo le scarpe ed entrammo, nell' aria era percepipile un gradevole odore di incenso.
    Fummo portati nella nostra stanza ed invitati a prendere una tazza di the con loro.
    In qualsiasi altra situazione sarei rimasto felicemente in camera o sarei andato fuori per esplorare questo bel villaggio ma in questo caso sarebbe stato meglio andare da loro, sarebbe stato un buon momento per fare qualche domanda agli anziani.

    Una volta riuniti rifiutai la tazza di the porgendo la mia al ragazzo di Kiri ed avvisando la signora di non prepararne un altra.
    Ad ancipirare tutti fu proprio quel ragazzo che chiese maggiori informazioni riguardo ciò che stava accadendo a Rojin.
    Non aggiunsi nulla dato che tutto ciò che volevo chiedere era stato già chiesto dunque rimasi in attesa di una risposta
     
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    Dritto a testa bassa




    Quando Ieyasu si rese conto di essere in ritardo, dato che una volta giunto sul luogo non solo non trovò nessuno, ma chiedendo venne a sapere che l'incontro si era svolto già da un pezzo, gli caddero le spalle. Che sfiga, la vecchia Ogen gli avrebbe lanciato sicuramente contro qualcosa o gli avrebbe impedito di spiare Febh durante i suoi allenamenti. Quindi iniziò a cercare indizi, sconsolato. Fortunatamente per lui venne indirizzato ad un molo in particolare, e pensò che forse la dea bendata non lo aveva abbandonato. Una volta sulla nave, vide dei combattenti decisamente più equipaggiati di lui, e pensò che forse non avrebbe dovuto venire vestito così leggero per quella missione.

    Oh, finalmente sei arrivato. Ti stavamo aspettando, ma a dirla tutta pensavo fossi un po' più grande. Sei sicuro di essere un jonin? I giganti di fiamme immortali del Paese dei Demoni non si abbattono certo da soli.



    Maledizione, non era la nave giusta. Stava per rispondere a quell'uomo, stava per scusarsi e scendere, poi però pensò che forse, la fortuna aveva voluto proprio quello per lui, forse la sua stella stava davvero risplendendo.

    Dannazione se me ne vado da questa nave la vecchia lo verrà a sapere e sarò nei guai fino al collo. Però se vado con loro, sarà sicuramente fiera di me. A fianco di altri jonin nella mia prima missione, vedrai nonna, questa non te la saresti mai aspettata.

    Certo ma le pare. Jonin di Oto al vostro servizio, quando partiamo?

    In realtà non solo non era un jonin, ma non aveva ancora ricevuto il lasciapassare da ninja, era un vero e proprio brigante, e non era mai nemmeno stato in grado di imparare la tecnica della moltiplicazione da Ogen, al punto che la vecchia si era persino spazientita e aveva smesso di insegnargliela. Eppure eccolo lì, stava per partire a caccia di giganti in un luogo lontano. Sicuramente sarebbe stata la più grande avventura della sua vita. Sarebbe tornato a Oto come un eroe.
    C'era in realtà un altro piccolo problema a cui Ieyasu non aveva pensato. Non era mai stato in barca, non per un viaggio lungo almeno, probabilmente avrebbe iniziato a vomitare ovunque non appena partito.
    Nel frattempo però avrebbe avvicinato un tizio a caso, e con fare sicuro avrebbe chiesto:

    Heylà, hai già combattuto contro i giganti? Che sai dirmi di loro, come mai li chiamano "giganti di fiamme" ahahahhahhaha.


    In cuor suo, proprio nell'ultimo recondito angolo, sperava che il nome fosse una metafora.
     
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    Ecce Deus fortior me


    II



    Lo sciabordio dell'acqua salmastra contro i fianchi della piccola imbarcazione riempiva l'aria, librando nell'atmosfera milioni di particelle d'acqua salata. Izanami usciva di rado dal proprio tempio, data la sua ancora precaria condizione di salute dovuta al rituale di qualche tempo prima, e dunque la sensazione frizzante di quei vapori le parve decisamente peculiare. Posizionata il più lontano possibile dai quattro ragazzini che la accompagnavano, preferì trascorrere il viaggio in solitaria, nascondendo il proprio profilo e la pelle chiara sotto un ombrellino parasole finemente ricamato.

    O ci state prendendo in giro, o il vostro quoziente intellettivo è ancora più basso di quanto già temessi.

    Sospirò, prendendo una generosa boccata di denso fumo dalla pipa che portava sempre con sé. Inclinò appena un po' il capo, osservando uno ad uno i quattro individui che le si paravano davanti. Poteva vedere distintamente le rotelle arruginite dei loro limitati cerebri arrovellarsi di fronte all'ovvio. Non pervenne alcuna domanda dai due uomini, ma questo la Dea già lo immaginava. D'altronde, non era colpa loro. Come poteva pretendere da essi una parvenza di ragionamento superiore, quando il loro intelletto era abbietto e limitato, noncurante della infinita libertà e potenza del Divino? La Morte stessa, unica Signora, aveva preso possesso della mente di Izanami, quando ella non era altro che un pallido riflesso del suo vero sé, del tutto simile agli umani che ora si trovava dinnanzi.

    Quando l'ora fatale sarà giunta, la Signora si svelerà anche a voi, e tutto sarà finalmente chiaro. Fino ad allora, mi auguro che la vostra idiozia non ci conduca in acque pericolose.

    Proprio mentre terminava la sua criptica invettiva, la barca su cui viaggiarono si arenò sulla spiaggia, permettendo la discesa dei componenti di quel malassortito gruppo. Izanami richiuse rapidamente il parasole, smontando dall'imbarcazione e lasciando che i geta sprofondassero nella soffice sabbia del litorale. Il sole regnava caldo in cielo, emettendo raggi caldi che si trasformavano in fuoco sulla sua pelle color latte. Procedettero nel silenzio più assoluto per qualche minuto, inoltrandosi nell'ombra di una rigogliosa foresta che Izanami accolse con sollievo, data la protezione che essa poteva fornire contro i fastidiosi raggi solari. Lì, quasi celato agli occhi avidi del restante continente, giaceva addormentato e stanco il villaggio di Rojin. Non solo gli abitanti parevano congelati nel tempo, quasi un riflesso di sé stessi, ma anche la struttura architettonica del villaggio stesso era antica e in un certo qual senso decadente.

    Rojin, nomen omen. Tutto olezza di vecchio in questo posto.

    Arricciò il naso, badando appena alle varie presentazioni che intercorrevano tra i presenti. Si limitò ad abbassare il capo quando fu il suo turno, e a sussurrare il nome del suo antico casato, i Tachibana. Non occorreva che i mortali conoscessero il suo primo nome, non sarebbero comunque stati in grado di comprenderne la grandezza e gravità.

    Prenderò volentieri del té. Nero, se possibile, senza miele né zucchero. In secondo luogo, portate qui la massima autorità del Villaggio, se concesso. Non abbiamo tempo da perdere.
     
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    La Fonte dell'Eterna Vecchiaia


    Thè a casa Yamada

    La signora Yamada sembrò molto felice di fare la conoscenza dei 3 ragazzi Accademici ed accontentò le loro richieste sulle preferenze del the, facendoli accomodare intorno ad un tavolo basso, in legno d'ebano, da 6 posti, su dei cuscini con fini decorazioni blu e oro; entrambe le bambine si sedettero ad un lato del tavolo, mentre la padrona di casa prese posto a capotavola, servendo del the nero a tutti (eccetto Kyuke) e ponendo una ciotolina con del miele e dei biscotti a centro tavola, ma non vi sarebbe stata traccia del signor Yamada.
    yrPEZ5N

    Purtroppo mio marito non c'è, la mattina si incontra sempre con gli amici per le strade del villaggio, ma potrete conoscerlo più tardi. Disse la donna, per poi rivolgersi alla Dea in incognitoMi dispiace non potervi accontentare, ma ho paura che il capo villaggio abbia questioni più importanti a cui pensare, che passare a prendere un the a casa mia. La signora Kimiko aveva un dolce sorriso stampato in volto, a metà tra il divertito e l'accondiscendente, quasi come se non volesse prendere troppo sul serio la missione dei 3 giovani ninja.
    Successivamente fu il genin kiriano a parlare, chiedendo giustamente quante più informazioni possibili.
    Oh bè, non so se Hana e Kohana ve l'hanno già detto, ma io e mio marito siamo qui da appena un mese, quindi non ne sappiamo molto. E' un posto così tranquillo e adorabile, ma di tanto in tanto i nostri samurai trovano degli intrusi aggirarsi per la foresta, le coste, il cimitero...sì, insomma, gironzolano un po' dappertutto. Prese un sorso di the. Il fatto è che non sappiamo cosa vogliono. Se ce l'avessero semplicemente chiesto, avremmo potuto aiutarli, ma hanno un comportamento alquanto schivo e aggressivo. E sappiamo che si tratta sempre delle stesse persone perchè indossano sempre delle cappe blu.
    Sono cattivi, sono sicuramente dei ladri! Bè...un paio di volte si sono intrufolati nel villaggio di notte, ma non hanno mai portato via niente, a quanto ne sappiamo. Fece una pausa per bere un altro po' di the. Queste ovviamente sono cose che so grazie alle chiacchiere con i miei vicini. Il capo villaggio o i samurai potranno dirvi certamente di più. O probabilmente chiunque abiti qui da prima di noi. Concluse con una piccola risata, prima di finire il suo the.
    Se avessero voluto fare altre domande, la signora sarebbe stata più che felice di fornirgli tutte le informazioni di cui disponeva, sebbene non fossero molte; se invece avessero voluto seguire il suo consiglio, l'anziana donna li avrebbe invitati a recarsi agli uffici amministrativifGGwGDa, che si trovavano nei pressi della piazza principale, oppure dai samurai, il cui capo, che avevano già conosciuto, era in quel momento di guardia all'ingresso del villaggio.
    Se si fossero messi alla ricerca del capo villaggio, avrebbero dovuto attendere circa mezz'ora, dopo aver chiesto di lui alla sua segretaria, prima che l'uomoYswKDD7 avesse avuto il tempo per riceverli nel proprio ufficio; nell'edificio c'erano appena una manciata di dipendenti, tutti ovviamente anziani, ma a dispetto dell'ambiente austero ed anonimo, si respirava un gradevole profumo proveniente dai ciliegi in fiore che si trovavano nella piazza.
    Le 2 piccole ragazzine però, non ricevettero il permesso di seguirli, dato che la nonna, dopo l'uscita dei ninja, le avrebbe messe presto a pulire la casa ed aiutarla a preparare il pranzo, quindi i ninja avrebbero dovuto cavarsela ed orientarsi da soli.

    [Ieyasu - Il giorno dopo]

    Il jonin che accolse Ieyasu sulla nave fu sollevato di sentire che il ragazzo era effettivamente la persona che stavano aspettando, accompagnandolo sulla nave e preparandosi alla partenza. Ci fu un po' di movimento, quando infine la nave partì, distaccandosi lentamente dal molo, ed il giovincello infiltrato avvicinò uno dei suoi nuovi colleghi.
    Bè, perchè sono davvero giganti, non è mica un eufenismo ahahah. Il più piccolo che ho visto arrivava ad una ventina di metri. Sì, ma dopo che gli stacchi una o due braccia, diventano un filo più docili. Il problema è abbatterli prima che gli ricrescano e raddoppino di numero. Aggiunse un altro ninja intervenuto nella conversazione, ma l'arrivo di una donna dai capelli scuri e gli occhi completamente bianchi, raggelò all'istante l'aria gioviale che si respirava.
    Che ci fa qui questo marmocchio? Disse, fissandolo coi suoi occhi glaciali, mentre il ragazzo avrebbe avuto la sgradevole sensazione che quella persona gli stesse scrutando anche l'anima.

    8XPNfYP

    E' l'otese che aspettavamo. Cazzate. Questo bambino non sarebbe capace nemmeno di stendere un tonno, col chakra che si ritrova. Non ha neanche il coprifronte, come hai potuto pensare che fosse un jonin? Tra l'imbarazzo e la confusione generale, inutile dire che i ninja convennero di dover far scendere immediatamente l'imbucato dalla nave, ma il porto era ormai a decine di metri di distanza. Ahahahah mi dispiace ragazzo. Mi piace il tuo stile, ma se vieni con noi ci crepi sicuro. Magari andremo in missione insieme un'altra volta. Ma ora... E interrompendo la frase, lo prese per la collottola ed il pantalone e lo lanciò in mare dandogli un ultimo saluto.
    Il giovane non ci avrebbe messo molto a raggiungere la riva, nuotando o lasciandosi trascinare dalla marea, dato che il ninja lo spedì in direzione del porto facendogli percorrere parecchi metri in aria. Una volta ritrovatosi ancora nel porto, non gli sarebbe rimasto altro da fare che cercare di raggiungere l'isola nominata nella missiva o tornarsene a casa, ma ci sarebbe voluto poco a scoprire che un gruppo di persone si recava in quel luogo periodicamente, facendo magari una capatina ad una delle taverne, dove il traffico di marinai e passeggeri delle navi era decisamente alto.
     
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    La Vecchiaia


    Curiosità



    La gentile signora non aveva molte informazioni, ma si mostrò molto ospitale verso i tre ragazzi. Infatti li fece accomodare intorno ad un basso tavolo d'ebano ed si prestò alle esigenze della giovane otese. Lei durante il viaggio era rimasta un po' in disparte, pronunciando ogni tanto qualche frase di cui l'illetterato Akuraguri non capiva il significato, completamente. Ad un certo punto decise anche di tirare fuori una frase in uno strano linguaggio, straniero, quasi sicuramente dell'est. Strana ragazza.

    Dunque, dopo aver fatto accomodare tutti ed aver fatto un breve giro di presentazioni, la mamma delle due gemelle iniziò a parlare, descrivendo il problema che il villaggio stava affrontando, ovvero quello di alcuni misteriosi intrusi, riconoscibili poichè vestivano sempre delle cappe blu. Non si sapeva chi fossero, da dove venissero e cosa volessero. Sicuramente però, rimanere in quel posto non avrebbe dato loro le risposte che cercavano. Nonostante non condividesse la fretta che sembrava muovere la giovane ragazza di Oto, condivideva con lei il desiderio di parlare con qualcuno di altolocato, per quanto potesse esistere un altolocato in quella pacifica e calma isola.

    Dunque, dopo aver lasciato gli altri due porre le domande del caso, egli avrebbe preso in mano la situazione e guardando sia la ragazza che il ragazzo, disse:

    Io direi che per coprire più terreno e non perdere tempo, come saggiamente dice la Tachibana qui, sia opportuno dividersi. Io e la ragazza andremo negli uffici, dato che mi sembra lei sia più brava di noi altri a parlare e tu, mio caro

    Con una strizzata d'occhio nei confronti di Kyuke ed una pacca sulla spalla:

    Tu andrai da solo a parlare con il capo dei samurai. Lo so che da solo sarà più difficile, ma fra due guerrieri come te e quell'uomo, sono sicuro che saprete interdervi e che ne uscirai vittorioso.

    O almeno, quelle erano le parole che gli uscirono dalla bocca. Infatti, il suo vero obiettivo era rimanere da solo con la ragazza, non per motivi romantici, ma per curiosità. La sua conoscenza scolastica, unita alla sua giovane età, facevano frullare il cervello di Akuraguri con milioni di domande. Solitamente gli studiosi non diventano ninja. I nobili non diventano ninja. I ninja sono degli assasini, dei traditori, dei mercenari. Quindi perchè lei aveva deciso di diventare un ninja? Questo era uno dei molti interrogativi ed il ragazzo voleva una risposta.

    Se tutto fosse andato secondo i suoi piani ed i tre si fossero divisi come previsto, egli avrebbe passato il viaggio fino all'amministrazione a cercare di costruire un rapporto con la ragazza, partendo da una prima frase, forse pericolosa:

    Perchè non ci hai detto il tuo nome prima ? Hai qualche segreto? Sei ricercata da qualche parte? Hai un passato scandaloso?

    Disse, ridendo ogni volta più forte ad ogni domanda. Sicuramente non era niente di serio. O forse...

    Comunque, serietà o meno, i due sarebbero arrivati con abbastanza calma davanti all'amministrazione, frutto del giovane kiriano che trattenne il suo passo per farlo combaciare a quello della più bassa ragazza. Una volta arrivati sarebbe stato chiaro ai due che per vedere il capovillaggio ci sarebbe stato da aspettare, così Akuraguri tirò fuori un panino e con uno sguardo lo offrì alla donna, aggiungendo:

    Ne vuoi? Tanto ce ne ho un altro paio in borsa.

    Se la ragazza avesse accettato l'offerta, egli le avrebbe dato il panino e se ne sarebbe preso un altro per lui. Se non avesse accettato, si sarebbe mangiato il primo e dopo un arduo conflitto mentale durato qualche secondo, si sarebbe mangiato un secondo. Finalmente sarebbero stati chiamati dal capovillaggio, che si presentò a loro nel proprio ufficio. Appena entrato egli avrebbe raggiunto l'uomo e tesa la mano avanti, avrebbe detto:

    Akuraguri di Kiri, al suo servizio. Siamo qui per prenderci cura degli intrusi con cui state avendo a che fare. Ma abbiamo bisogno di informazioni, quindi siamo venuti da lei. Inoltre, mi accompagna un'altro valido ninja e la qui presente..

    e con un gesto della mano, fece segno alla Tachibana di presentarsi.



    Se invece, per uno strano caso del destino, fosse stato mandato da solo dal capo dei samurai, Akuraguri avrebbe mantenuto un passo veloce e l'avrebbe ritrovato nello stesso posto nel quale l'avevano lasciato. Così, avendolo salutato con la mano, disse:

    Akuraguri di Kiri, al suo servizio. Siamo qui per prenderci cura degli intrusi con cui state avendo a che fare. Ma abbiamo bisogno di informazioni, quindi sono venuto da lei. Spero di esserle d'aiuto

    E si sarebbe messo con le braccia conserte ad ascoltare.

    SPOILER (click to view)
    OT/ Yo! lascio la decisione a voi, ma akuraguri vuole davvero scoprire i segreti della Tachibana


     
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    La fonte dell' eterna vecchiaia


    III



    La giovane donna fu molto diretta, voleva che il capo del villaggio venisse da noi, cosa a quanto pare impossibile a detta dell' anziana signora.
    Quella ragazza era parecchio strana, la sua carnagione era chiarissima, non si era neanche presentata, non sapevamo il suo nome, quella sera fu la prima volta che la sentii parlare da quando la incontrai al porto di Kocha.
    Dalla chiacchierata con la nonna uscirono fuori anche le strane figure che venivano a far visita al villaggio; si venne a sapere che si trattava sempre delle stesse persone e che indossavano sempre delle cappe blu.
    Qui sorgeva un problema; queste informazioni non avevano una fonte certa, erano prese dai pettegolezzi che giravano nel villaggio e si sa, quando le informazioni viaggiano in questo modo e abbastanza facile che vengano alterate in qualche modo.

    Quando la signora Yamada finì di parlare fu Akuraguri a prendere iniziativa.
    Propose una separazione e con una pacca sulla spalla ed un occhiolino mi propose di andare da Mifune da solo e lasciare che loro due andassero agli uffici.
    Sperai vivamente che quella iniziativa di Akuraguri non fosse un modo per provarci con quella ragazza, a dire il vero era abbastanza inquietante, ma comunque l' idea non mi dispiacque, era una buona idea
    Non preoccuparti per me, so cavarmela da solo, e comunque mi sembra una buona idea, andrò da Mifune e proverò a raccogliere il maggior numero di informazioni possibili. Una volta che avremo finito ci rincontreremo qui

    Se la ragazza non avrebbe avuto nulla da ridire avrei ripercorso la strada fatta in precedenza a ritroso fino al punto in cui incontrammo il samurai.
    Avrei fatto con calma, quel posto era molto bello, sarebbe stato un peccato andare di fretta e perdersi la bellezza di quel villaggio, ed una volta arrivato al cospetto del Samurai avrei iniziato
    Ciao, sono Kyuke, ci siamo presentati poco fa, potrei farti qualche domanda ?
    Se il samurai avesse acconsentito avrei continuato
    So che delle strane persone vengono a fare visita al villaggio, avrei bisogno di sapere tutto ciò che sapete riguardo loro, dove compaiono di solito, come si comportano, quando vengono, da dove vengono, ogni dettaglio che abbiamo riguardo loro
     
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    Buttato a mare




    Ieyasu si stava ancora scuotendo via l'acqua di dosso quando vide un pescatore intento a caricare la sua barca in vista di una spedizione, e pensò di avvicinarsi a chiedere informazioni, mentre nella sua testa ancora vorticava quello successo poco prima:

    Si trovava nella nave e stava chiedendo dei giganti, che a quanto pare non erano affatto chiamati così per una metafora, ma erano veramente grossi, quando una strana tipa con degli strani occhi gli si presentò addosso, dubitanto delle sue parole e della sua identità. Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a spiegarsi o a divincolarsi, che la donna lo prese a ceffoni e non si sa come lo fece letteralmente volare fuori bordo. Non solo, ma anche "volare" non era affatto una metafora. Il giovane venne colpito con una qualche strana capacità, che lo fece letteralmente schizzare via dalla nave come un proiettile, facendolo filare sul pelo dell'acqua per parecchi metri, prima di caderci dentro, a una decina di minuti a nuoto dalla riva.
    Il ragazzo a quel punto rimase immobile con l'acqua fino a sotto gli occhi, a chiedersi perchè non si fosse fatto colpire da uno dei mobili della vecchia Ogen, lanciatogli qualche giorno prima, così da evitare di partire per quella che oltre alla sua prima missione, si sarebbe rivelata anche la sua più grande fatica.
    Dopo alcuni minuti di smarrimento avrebbe preso a nuotare verso il porto.

    Arrivato a una delle banchine si sarebbe tirato su, aiutato da un ragazzo che stava scaricando delle casse e che lo aveva visto avvicinarsi a nuoto, non senza corrugare la fronte, chiedendosi come mai quel giovanotto volesse fare il bagno proprio nel porto. Fu a quel punto, tornato sulla terraferma, che decise di guardarsi attorno per chiedere ad ogni singola persona di essere accompagnato dove doveva recarsi. Se non avesse trovato nessuno disposto a farlo, allora se ne sarebbe davvero tornato a Oto, avrebbe preferito farsi picchiare da Ogen che restare un minuto di più in quel maledetto porto a perdere tempo. Tempo che poteva essere dedicato a dormire.

    [...]

    Sentendo nuovamente le persone in giro per il porto, gli avrebbero indicato un tipo, probabilmente un pescatore, che faceva avanti e indietro a portare persone in un'isola vicina, magari un colpo di fortuna gli avrebbe permesso di raggiungere gli altri.
    Quando si avvicinò al pescatore, l'uomo gli fece capire che aveva appena scaricato delle casse e che stava tornando verso casa. Ieyasu cercò di convincerlo ad accompagnarlo sull'isola in questione. Non fece parola della missione, non per astuzia, ma perchè non sapeva chi fosse il committente, e non ricordava praticamente nulla, dato che aveva lasciato a casa il rotolo con le informazioni, ma non era possibile che ci fossero tutti questi bisognosi di ninja di Oto in quell'angolo di mondo. Aveva sentito dire che quell'individuo portava spesso persone avanti e indietro, e magari avrebbe potuto aiutarlo, si sarebbe offerto di ripagare l'uomo per la sua gentilezza non appena fosse arrivato dall'altra parte, aveva con sè del denaro lasciatogli da Ogen, non molto, ma abbastanza per pagare un traghetto. L'ultima cosa che voleva fare però era proprio nominare Ogen; se la vecchia avesse saputo che Ieyasu aveva contratto debiti a suo nome, lo avrebbe legato a un cavallo e gli avrebbe dato il via.
    Già era in ritardo di chissà quanto tempo, quando avesse raggiunto l'isola, probabilmente gli altri ninja avrebbero già risolto il compito a loro assegnato.

    Chakra: ???/10
    Vitalità: ???/8
    En. Vitale: ???/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Dadao × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Accendino × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1

    Note
    ///





    Edited by Jotaro Jaku - 26/4/2020, 21:51
     
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    Ecce Deus fortior me


    III



    L'aroma intenso e scuro del té catalizzò i suoi sensi, mentre intorno a lei il chiacchiericcio della vecchia continuava ininterrotto. Aveva provato a imprimere un'altra velocità alla questione, comandando di scortare alla presenza del gruppo di accademici la più alta carica del villaggio, ma a nulla era valsa la sua richiesta. La Dea si era limitata a mantenere lo sguardo fisso negli occhi della anziana donna di Rojin, non tradendo alcuna emozione di fronte al diniego della stessa.

    Comprendo.

    La sua voce era risuonata ferma e monotono, mentre Izanami appoggiava la tazzina da té sul suo piattino, facendone risuonare la ceramica. L'amaro delle foglie di té le aveva inebriato le papille gustative, inondando il suo cerebro ancora affaticato con un'estenuante catena di stimoli che ne catalizzarono l'attenzione per qualche secondo. Quando la sua concetrazione si dedicò nuovamente all'interlocuzione in corso, la Dea ascoltò in silenzio la proposta del ninja Kiriano, studiandone fattezze e movenze, così come del suo compare di Oto. Akuraguri e Kyuke. Non potevano essere molto più che in età di pubertà, o poco oltre. I visi imberbi e il generale impaccio nel muoversi tradivano il loro essere novizi a situazioni in cui la responsabilità della missione ricadeva sulle loro spalle. Provò quasi un moto d'invidia, o mancanza, nei confronti di quella loro ingenuità apparente: non ricordava un momento della sua vita in cui la responsabilità del suo destino non l'avesse schiacciata con un enorme peso asfissiante. Eppure aveva resistito, eppure aveva vinto. Era sopravvissuta.

    Lasciarono la casupola dell'anziana coppia che oramai il sole aveva preso il posto più ambito nel cielo, scaldando l'aria e la pelle dei giovani ninja. Izanami lasciò che Kyuke si dirigesse verso il suo destino. Si chiedeva se avesse dovuto provare più compassione nel lasciar a sé stesso un ragazzo che ufficialmente figurava come suo commilitone, ma l'appartenenza della Dea ad Oto era per il momento più una questione di opportunismo che una vera e propria adesione all'ideale del Villaggio del Demone di Oto. Aprì il parasole, mentre già i raggi arrossavano la sua pelle bianco latte, affiancandosi al Kiriano e dirigendosi verso l'amministrazione del villaggio di Ryojin. Avrebbe volentieri trascorso il tragitto immersa in un pensoso silenzio, rotto solo dal ritmato incedere dei geta sul fondo del sentiero, ma il suo compagno di viaggio non parve della stessa idea. Con una sfacciataggine che quasi divertì l'Incarnata, il ragazzo le chiese di rivelargli il suo nome, e il motivo della sua reticenza nel comunicarlo in precedenza.

    Akuraguri.

    Disse, come sovrappensiero, e l'altro avrebbe sentito pronunciare il proprio nome quasi come una melodia, dolce all'udito e al contempo inquietante. Izanami, fece roteare il manico del parasole, quasi come se stesse ponderando le parole che sarebbero seguite. Il suo viso era animato da un sorriso appena accennato.

    C'è del potere, nei nomi. Un oggetto, una persona, qualsiasi elemento del creato diventa per noi riconoscibile esclusivamente grazie al proprio nome. Saper definire qualcosa o qualcuno ci fornisce la possibilità di pensarlo, evocarlo, persino maledirlo.

    Si fermò per un secondo, fissando i grandi occhi viola dritti in quelli del ragazzo, inespressivi. Ora non sorrideva più. Pochi millesimi di secondo dopo riprese a camminare, estraendo la pipa e prendendo una lunga boccata di fumo, che poco dopo rimise nell'aria attorno a loro.

    Conoscere un nome ci dà potere, controllo, un vantaggio. Akuraguri, ninja di Kiri. Il tuo nome è un nome senza lignaggio, povero. Un nome segnato dalle fatiche, come le tue mani. Fatiche del passato e del presente, certamente. Ma anche del tuo futuro. Alla fine di tutto ciò cosa ti aspetta, Akuraguri? Quando capirai ciò, forse sarai degno di conoscere il mio nome.

    Inspirò nuovamente, lasciando che il fumo denso e scuro le riempisse i polmoni. Probabilmente il ragazzo non avrebbe capito le sue parole, o ne sarebbe risultato divertito e stranito. Eppure lei vedeva, lei sapeva. Prima o poi avrebbe compreso anche lui, o sarebbe morto nel tentativo. Ancora qualche passo, e furono in vista dell'edificio principale del villaggio.

    Forse non ho nome, forse ne ho diversi. Forse tra questi vi è Akuraguri da Kiri, o Kyuke da Oto. Mi duole declinare la tua gentile offerta, ma io non mangio.

    Considerò la questione chiusa, dirigendosi placidamente verso l'amministrazione. L'edificio rispecchiava il generale tema vetusto che regnava in tutta l'isola. Con i suoi tetti arcuati e i giardini zen, Izanami non poté che sentire un certo senso di familiarità con l'ambiente, non del tutto dissimile a quello antico e malandato del suo tempio alle porte di Oto. L'ingresso dell'edificio rivelò un'ulteriore pletora di dipendenti della terza età, tra cui la Dea riuscì ad individuare la segretaria, a cui si rivolse per prima.

    Abbiamo necessità di interloquire col capovillaggio, con la massima urgenza. Siamo membri dell'Accademia.

    Quando vennero ricevuti, Akuraguri si lanciò in una presentazione dettagliata, a cui la Dea rispose con un breve cenno del capo e ponendosi di fronte all'anziano capovillaggio, imperturbabile.

    Necessitiamo della vostra piena collaborazione, e dell'accesso a qualsiasi informazione a riguardo in vostro possesso. Classificate o meno.
     
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