Il ninja della compagnia teatraleFree Namae e Shin

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    Il ninja della compagnia teatrale


    Chapter I



    Tra la moltitudine di persone che affollavano gli spalti, trepidanti e in attesa dell'inizio dello spettacolo, spiccavano due individui: uno era alto circa 2 metri, capelli lunghi, viso burbero e corpo avvolto in un lungo abito nero, l'altra raggiungeva a malapena il metro e mezzo, sfoggiava una chioma rosa,  occhi blu come il mare e un sorriso in grado di sciogliere i cuori più gelidi.
    Namae e Hounko erano una coppia speciale e quella sera erano ai confini del Paese del Fuoco per assistere all'esibizione di una compagnia celebre e popolare nella regione Nord Ovest del Continente. A ogni tappa registravano dei clamorosi sold out.
    I motivi del loro successo erano molteplici: la bambina credeva che gli attori fossero i veri protagonisti delle favole che qualche spacciatore con un pizzico di umanità gli aveva raccontato nei suoi trascorsi nella Drosera; per alcuni erano le musiche a rendere i loro spettacoli imperdibili; per altri il pieno controllo degli elementi che essi sfoggiavano, mentre per Namae la questione era diversa e coincideva con il fatto che un evento nelle vicinanze di Amegakure fosse impossibile.
    Papà papà quando iniziano?
    Adesso, manca poco. Mettiti seduta e fai la brava. La bambina si mise seduta al suo posto, impaziente, per poi rialzarsi dopo meno di un minuto.
    Faranno tante magie?
    Sì Hounko, ne faranno tante...ora però rimettiti seduta. Obbedì la seconda volta, poi la sua mente andò altrove.
    Nanako? Non è voluta venire? L'Oleandro si attendeva quella domanda.
    Nanako era diventata una sorella per lei, una persona da prendere ad esempio, da imitare, ma la gatta se n'era andata, scomparsa dal giorno alla notte senza dire nulla a nessuno.
    Era occupata. Deve sconfiggere tante persone cattive. Non era pronta per la verità, dolorosa e cruda.
    Oh sì, io sarò come lei. Mi farò insegnare a usare le unghie, la coda e i salti.
    Ne sono felice, Hounko.
    In quel momento le luci si abbassarono e fuochi d'artificio di ogni colore diedero inizio allo spettacolo, con l'entrata in scena degli attori, pronti ad emozionare e a stupire i presenti.

    [Metà spettacolo]



    Vado a prendere qualcosa da sgranocchiare. Lei annuì, ma prima che potesse chiedere qualcosa per sé, suo padre era già scomparso, diretto alle carrozze posteggiate dietro le quinte.
    Inghiottito nell'oscurità, con il cappuccio che copriva il suo volto, Namae apparve davanti a uno degli addetti alla sicurezza.
    Senza dire una parola, gli porse una busta chiusa da un adesivo e alcuni Ryo per il servizio.
    Al ragazzo del fuoco. Il destinatario della lettera era un ragazzo che nello spettacolo aveva generato una palla di fuoco. Non era stata magia, ma un jutsu...e lui aveva bisogno di un ninja.
    Non conosceva il suo nome né il suo ruolo, ma con un po' di domande, lo sfortunato steward non avrebbe sbagliato.
    Fallisci nel compito e ti ucciderò. E senza aggiungere altro fece ritorno al fianco di Hounko, dopo essersi fermato a prendere le patatine che desiderava. Non l'aveva udita, ma conosceva i suoi gusti.

    Di ritorno dal palcoscenico, Shin si sarebbe visto arrivare un uomo della sicurezza, uno dei tanti che seguiva la compagnia di tappa in tappa, sollevato e felice di averlo trovato. Gli porse la missiva, descrivendo nel dettaglio il colosso che gliel'aveva data, minacciandolo. Una volta aperta, il Nukenin avrebbe potuto leggere le seguenti frasi.
    CITAZIONE

    Locanda della Malora nel paese qui affianco, appena puoi. Portala con te.


    Cosa dovesse portare con sé non era stato specificato, ma forse si riferiva al fiore profumato che era stato appiccicato alla carta. Conosceva l'Oleandro? [LINK]

    [...]



    La locanda della Malora era una classica osteria di paese. Non aveva nulla di diverso rispetto a quelle in cui era già stato durante il tour della sua compagnia teatrale.
    Varcata la soglia dell'edificio e mostrato il fiore all'oste, un omone grosso ma dal volto anonimo, quest'ultimo avrebbe annuito e con un gesto della mano gli avrebbe indicato le scale che conducevano al secondo piano.
    Secondo piano. Camera 2B
    Trovare la camera sarebbe stato un gioco da ragazzi.
    Al suo bussare, qualcuno al di là avrebbe aperto la porta. Chissà lo stupore di Shin nel trovarsi davanti una bambina di dieci anni, con un orsacchiotto sotto al braccio destro e una tunica da notte color rosa, con espressione assonnata e due occhiaie nere.
    Papà ti sta aspettando.
    Se lo sarebbe ritrovato davanti. Namae Taiyo. Un colosso rispetto a lui. Se ne stava seduto sulla poltrona, con un calice di vino rosso nella mano destra e un sigaro fumante tra le labbra, incurante della presenza di sua figlia. Dietro di lui vi era una vetrata da cui filtrava la luce riflessa dalla luna, la quale donava al Fiore di Ame un aria sinistra e orrenda.
    Lo sguardo dell'Oleandro si posò su di lui.
    A Shin le dovute presentazioni.

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