Il ninja della compagnia teatraleFree Namae e Shin

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  1. Pyotr
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    La Prima Volta


    Una bottiglia tira l'altra



    La sua frase doveva aver risvegliato qualche tipo di memoria nella mente dell'uomo davanti a lui, poichè Shin lo vide perso per un attimo nei suoi pensieri, prima di ripetere la frase del ragazzo, accompagnandola da una risata. Prima che la conversazione potesse proseguire però, i due vennero interroti dalla bambina, che ancora non si era presentata. Dopo aver portato all'interno della stanza una sedia, lei porse al giovane un bicchiere colmo di rosso vino.

    Nonostante l'ordine dell'uomo di tornare a fare i compiti, la ragazzina si avvicinò a Shin ed iniziò a chiedergli di dove fosse, ma prima che egli potesse rispondere, venne interrotta dall'uomo e mandata a dormire. Però prima che la piccolina uscisse dalla stanza Shin le disse:

    Quando finisco di aiutare il tuo papà, ti racconterò un po' di storie, va bene Hounko?

    La curiosità della giovane l'aveva infatti interessato e divertito, complice l'avere lo stesso tipo di curiosità stampata a fuoco nella sua di anima. Una curiosità bambinesca ed innocente, sempre in cerca di cose nuove da toccare, leccare, assaggiare, vedere, sentire. Finalmente però, senza interruzioni, i due si misero a parlare di affari. O meglio, l'uomo si mise a parlare, dopo aver offerto al giovane un sigaro, prontamente rifiutato.

    La spiegazione del compito affidatogli da Namae portò solo dubbi al giovane ragazzo. Doveva rubare qualcosa, che era la ragione per la quale la sua compagnia era stata presa di mira. Shin la prese con calma, iniziando con il capire meglio i dettagli della sua missione:

    Cosa sarà presente nel kit? Sa quanti siano i mercenari, che tipo di abilità abbiano?

    Dopo aver ascoltato la risposta del ninja a quel primo set di domande, egli avrebbe continuato con un secondo, più personale:

    Perchè siamo stati presi di mira ? Che io sappia, siamo una compagnia di scappati di casa, reietti della società. Insomma, niente che giustifichi una sentenza di morte.

    All'iniziale opposizione di Namae di svelare perchè la carovana fosse stata presa di mira, egli rispose con un franco sorriso:

    Purtroppo sono nato con un grande senso di curiosità e un piccolo senso del pericolo. Inoltre, ogni situazione che mi si presenta davanti è un passo in più verso il mio obiettivo. Quindi se non le dispiace, gradirei sapere per cosa siamo stati presi di mira.

    Alla fine della conversazione, il ragazzo si sarebbe alzato e si sarebbe inchinato:

    Grazie per la sua pazienza e comprensione, la ripagherò con una missione portata a termine senza inghippi.

    E sarebbe uscito dalla stanza, dileguandosi nella notte.

    La sera successiva, tutto sarebbe andato come descritto dal ninja di Ame. Egli avrebbe trovato, davanti all'ingresso est del capannone designato, una mappa del luogo, un paio di fiale dal contenuto sconosciuto ed inoltre un importantissimo rivestimento mimetico, che egli indossò immediatamente. Studiata sommariamente la mappa del luogo egli sarebbe entrato.

    Una volta dentro, osservata la disposizione delle guardie e le loro tempistiche, egli si sarebbe mosso, scendendo dalla piattaforma ed andando a destra. Avrebbe camminato fino a raggiungere l'angolo destro basso della stanza. Avrebbe aspettato lì fino a che l'uomo dall'altra parte della stanza non si fosse girato e velocemente ma cercando di fare meno rumore possibile, avrebbe cercato di arrivare al riparo dei cassettoni di fronte a lui. Arrivato senza problemi, si sarebbe mosso con calma fino alla fine della stanza, arrivando all'angolo destro alto.

    Da lì il gioco si faceva difficile. Si sarebbe mosso verso sinistra, arrivando alla fine della copertura offertagli dalle casse. Da lì, avrebbe aspettato che la guardia accanto a lui si girasse dall'altra parte e poi, con calma e sangue freddo, avrebbe camminato lentamente e senza fare rumore verso la cassa davanti a lui. Lì si sarebbe fermato e avrebbe realizzato che sarebbe stato quasi impossibile passare quell'ultima guardia senza farsi beccare.

    Così avrebbe preso dalla sua borsa una delle due bottiglie di alcool che si portava sempre appresso e l'avrebbe tenuta in mano qualche momento, calibrando la distanza e la forza che doveva imprmere all'oggetto e avrebbe provato a lanciarla dall'altra parte della stanza, cercando di scegliare un momento in cui nessuno fosse girato verso di lui, in modo tale da non dare indicazioni sulla sua posizione. La bottiglia si sarebbe dunque schiantata sulla cassa dalla parte opposta della stanza, producendo il caratteristico rumore di vetri infranti. Se la guardia che si frapponeva fra lui e l'entrata del sotterraneo si fosse mossa per andare a guardare cosa fosse successo, egli si sarebbe velocemente infilato in esso, tirando un sospiro di sollievo.

    Se ciò non fosse successo, egli avrebbe preso la seconda bottiglia, maledicendo gli dei e avrebbe preso un fazzoletto o comunque un pezzo di stoffa infiammabile. Avrebbe bagnato quel pezzo di stoffa con parte dell'alcool e l'avrebbe inserito all'interno della bottiglia, facendo in modo che toccasse il liquido. Fatto ciò, l'avrebbe acceso con il suo accendino e l'avrebbe lanciata nuovamente nella direzione nella quale l'aveva lanciata prima. Se una bomba molotov non avesse attirato l'attenzione delle guardie, poco l'avrebbe fatto. Inoltre, il fuoco sarebbe stato alimentato dall'alcool dell'altra bottiglia, oramai versato in terra.

    Così, con l'attenzione dei mercenari rivolta altrove, egli avrebbe provato ad entrare nel sotterraneo, sperando di non aver allarmato troppo le guardie.


     
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