Il Regno della TenebraOblia è la Via delle Anime Clandestine

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    Missioni Inaspettate


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    Camminavano spediti per il bosco dei sussurri con la fronte della Montagna che non prometteva nulla di buono corrucciata com’era servivano a poco sia le parole di Hebiko che di Febh, ed era quasi strano vederlo interagire mantenerlo costantemente quell’espressione corrucciata nonostante il tono cambiasse. Certo non era saggio continuare ad interagire con lui considerando che era come stare davanti ad un rogo di 3 metri ad alimentarlo con una bottiglietta d’alcool.

    Te l’ho già detto, uno dei miei ninja è capace di controllare il suo spirito, e per farglielo apprendere diciamo che gli ho dato una spintarella… verso l’altro mondo.
    Deve aver compreso che un luogo simile può togliere parecchi dubbi riguardo… praticamente qualsiasi domanda sia possibile avere e ha deciso di farci una gitarella.
    Il problema è che quel luogo è tutt’altro che sicuro.


    Aveva dovuto ripetere tutta la solfa a Febh, nonostante la prima volta fosse stato esaustivo era evidente che fosse stato ignorato fino a che la giusta combinazione di parole non aveva solleticato l’attenzione dell’otese.

    [Qualche ora prima]

    Il corvo partito da Konoha non si era dato pace, il suo volo non aveva beneficiato di una singola pausa, per lui non esistevano ne voliere, ne mura o cancelli, nemmeno intermediari, il suo messaggio andava recapitato ad una persona: l’Hokage. Avrebbe cercato nella villa qualsiasi finestra per entrare senza troppi complimenti, sfruttando persino il camino casomai non avesse trovato null’altro, un indecente quanto inopportuno gracchiare nella che ospitava due kage ed una capoclan e si sarebbe poggiato sul tavolo, incerto. Il capo pennuto, ruotò qualche volta, era un corvo certo, ma un corvo sveglio addestrato a riconoscere il l’Hokage ed in quella stanza tutta la sua intelligenza stava venendo messa alla prova, c’erano infatti due omaccioni candidabili, normalmente non avrebbe avuto dubbi, ma ora quello che sarebbe dovuto essere il suo obiettivo non solo aveva un decimo dei capelli, ma indossava anche abiti differenti.
    Saltellò sul posto indispettito per poi mostrare una delle sue penne primarie tinta di rosso e col simbolo di Konoha sopra che permise a Raizen di riconoscerlo.

    Oh!
    Vieni da Konoha!
    Chiedo scusa, avevo lasciato traccia dei miei spostamenti, non pensavo sarei stato contattato.
    Con permesso...


    Il corvo gli gracchiò contro offeso, avendolo però riconosciuto dalla voce gli svolazzò incontro porgendogli la zampa con la lettera. Turbato dall’urgenza Raizen la lesse rapidamente capendo cosa era successo: Youkai dopo la sua esperienza e senza informarlo minimamente dell’accaduto era riuscito a trovare il luogo da cui la sua anima aveva fatto ritorno dopo che era stata scollegata dal corpo, non era infatti stato un viaggio semplice, senza la connessione col suo corpo era nel mondo reale che si era mosso e certamente non per sua precisa volontà, camminando a ritroso e chissà con quanta fatica aveva triangolato la posizione di quel luogo ameno.
    La montagna fece capolino dal foglio, affatto rasserenata dal suo contenuto.

    Temo di dover abbandonare questo piacevole incontro.
    Purtroppo il mio ruolo mi domanda altrove, e non ho alternative se non quella di rispondere con la massima celerità.
    Troverò il modo di farmi perdonare.


    Si alzò e con un cenno della testa salutò i presenti.

    Febh, potresti seguirmi?

    Giunti fuori dalla sala si sarebbe voltato verso di lui.

    Ricordi il drago nero, vero?
    Quel bestione gigante che vi risparmia la fatica di fare nuovi cunicoli sotto Oto.
    Non ho potuto aiutarvi ne aiutarlo concretamente perché fino ad ora non sapevo se il luogo di cui mi parlò mio padre esisteva veramente… ma pare che uno dei miei ninja l’abbia trovato, inizialmente non fui in grado di connettere le due cose, ma ora si.


    Cercava un corridoio verso l’esterno mentre parlava.

    Andiamo fuori intanto, ho una certa fretta.
    Dicevo, il luogo in questione è, o sembra essere la Voragine Abissale, a Taki, ne avrai sicuramente sentito parlare, è quasi una leggenda ma si sa davvero poco su cosa sia realmente, sto scemotto di un genin, in barba a quello che è successo a ninja ben più preparati ha deciso di fiondarsi lì.
    Il problema?
    Secondo ciò che ha vissuto durante la sua morte che chiameremo per comodità Spintarella, è una zona in cui il margine tra i mondi si assottiglia.
    Ed anche il luogo di cui mi parlò mio padre: in quella voragine sta l’individuo leggendario in grado di aiutarmi con l’antidoto per i draghi neri, non solo, se quel luogo è realmente ciò che Youkai teorizza, se così tante persone non sono tornate indietro, se esiste un veleno in grado di decidere quando muori e viene creato li sotto… mi restano pochi dubbi sulle leggende ma parecchie certezze riguardo le teorie di quello sciocco.


    Si rabbuiò leggermente, ricordava la faccia che aveva fatto Tian quel giorno, ed ogni tanto ci ripensava, probabilmente proprio in quell’occasione si poteva notare la differenza tra loro due, purtroppo Raizen queste cose le afferrava tardivamente, ma dopotutto era davvero colpa sua l’esser cresciuto senza alcun tipo di affetto stabile?
    Non si era mai posto una domanda simile, ma probabilmente le sue incapacità sociali avevano radice proprio lì, eppure in quel momento si pentì di non aver fatto una prima domanda differente in quell’occasione, la cosa curiosa era che neanche in quell’occasione aveva il tempo di fermarsi e riflettere, purtroppo nella sua vita le pause erano cosa rara, e le apparizioni di suo padre veri e propri miracoli, due cose inconciliabili con qualcosa che potesse anche solo avvicinarsi alla definizione di famiglia. Avrebbe fatto qualcosa in merito, quella maledizione dopotutto giocava dalla sua parte, finché avrebbe avuto fiato in corpo per Tian non sarebbe mai stato troppo tardi.
    Inspirò, scacciando dalla mente l’ennesimo compito da portare a termine ed intrecciò i sigilli per evocare Kubomi.

    Ciao Kubomi, mi dispiace andare di fretta piccoletto, ma mi serve un cambio, fa presto.

    Il piccolo drago, sempre simpatico nelle sue movenze, pose una mano sulla fronte e si dileguò in una nuvola di fumo.

    Mi chiedevo quindi, ti serve ripassare qualcosa sui veleni o ti accontenti di quella roba puzzolente che abbiamo usato con lo straccione cornuto?

    Non che gli servisse aiuto per andare a stuzzicare le creature che vivevano in quello che si presentava come il luogo di ingresso al regno dei morti, no no. Poco dopo comunque sarebbe tornato anche Kubomi con tutto l'equipaggiamento di Raizen che senza dilungarsi troppo sarebbe tornato all'interno facendosi indicare la prima stanza vuota per un rapido cambio d'abiti. Certo quelli di Touno erano ormai da lavare ma ebbe addirittura l'accortezza di piegarli prima di darli a Febh.

    [Poco oltre i confini otesi]

    Raizen si guardò alle spalle, verso Hebiko, e con una certa insistenza, mostrandosi dubbioso.

    E comunque non ho capito com’è che ci sei finita anche tu qui dentro.

    Giunto al paese del ferro avrebbe iniziato a curvare, smettendo di scavalcare ostacoli per mantenere una linea retta con l’obiettivo.

    Youkai è partito da Konoha, a considerare dalla mappa venendo dalla Foglia l’unico punto in cui si può accedere alla vallata della voragine ci costringe a questa deviazione, inoltre visto che non lo stiamo cercando dentro ad un villaggio forse è meglio cercare di ricalcare i suoi passi il più possibile.

    Mano a mano che si avvicinavano all’obiettivo le due traiettorie andavano congiungendosi, non trovarono tracce, sintomo forse del fatto che non erano esattamente sulla stessa strada, ma non potevano sbagliare di troppo, li avrebbero trovati, o si sarebbero fatti trovare, dopotutto era insieme alla Hyuuga, anche se inesperta per lei sarebbe stato come un faro.

    [A poca distanza dalla voragine]

    Quando Murasaki venne fuori dalla criniera dello Shishi il più piccolo e arzillo tra tutti pareva saperla ben più lunga di quando non dimostrasse, guardando Youkai e Strizzando l’occhio verso di lui in un modo così umano che si faticava a vedere in lui il muso di un cane. Terminate le spiegazioni di Youkai probabilmente Murasaki sarebbe stata leggermente confusa visto ciò che era accaduto in sua assenza e visto che non capitava tutti i giorni di vedere un canide in armatura da battaglia che dava l’impressione di un palazzo fortificato su quattro maestose zampe artigliate.
    Presto sarebbero stati colti tutti, senza alcuna distinzione, da un pesante terrore e non era solo un eufemismo, potevano chiaramente sentire un chakra immenso esercitare su di loro una PressioneIntento Assassino
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva entro un raggio di 9 metri se percepito dalla vittima. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. Le vittime saranno Semiparalizzate e avranno un malus di 2 tacche a Velocità e Riflessi per azioni contro l'utilizzatore o alleati. L'efficacia è pari a 40; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione.
    Tipo: Genjutsu - Bakkin/Tameshi
    Sottotipo:
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Faro del Terrore
    Talento: L'utilizzatore può estendere la paura generata da Intento Assassino in un raggio decuplicato. La paura permette a chiunque nel raggio d'azione di percepire la presenza dell'utilizzatore, ma non causa malus a meno che la vittima non sia un sensitivo che sta sfruttando le sue capacità. Subire la paura non permette automaticamente di comprendere l'esatta posizione dell'utilizzatore. Utilizzabile una volta ogni 2 round, non è possibile usare altre abilità "talento" in associazione.
    [Da chunin in su]
    fuori dal comune, era evidente che l’Hokage, accompagnato da Febh, aveva abbandonato l’approccio stealt per qualcosa che potesse dargli un vantaggio psicologico.


    Edited by F e n i x - 4/6/2020, 10:10
     
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    Un solo sbuffo dell'enorme shishi provocò uno spostamento d'aria tale da spostare gli alberi di fronte a loro per diversi metri. Ai due jonin sarebbe arrivata una leggera folata dall'intenso odore di bruciato. Il genin, nel frattempo, andò a recuperare la sua compagna, appena uscita dalla criniera della leonessa. Quest'ultima aveva percepito la genin utilizzare chakra, rendendosi così conto del fatto che si fosse risvegliata. Il suo folto pelo iniziò a brillare, aprendo così il portale per la Hyuga, che ritrovò la tanto agognata libertà. Si sistemò la criniera con una leggera scrollata, andando a sedersi al fianco del suo compagno, fissando entrambi la direzione da cui il boss aveva percepito qualcosa avvicinarsi.

    Lo shishi più giovane, invece, era più concentrato sui due ragazzi, arrivando persino a fare strane allusioni con i suoi gesti. Youkai non era molto bravo nel cogliere simili dettagli, ma qualcosina aveva imparato grazie alla televisione. La reazione del corgi lo fece arrossire, osservando prima lui e poi Murasaki, trattenendosi dal lasciarla andare di colpo per l'imbarazzo. Siamo amici!! Borbottò, a bassa voce. Stai bene? Chiese, stavolta alla ragazza. Non appena il rosso avesse saputo della sua esperienza, avrebbe preso fiato, preparandosi ad una lunga spiegazione: Oh eri al sicuro! Eri dentro la criniera di uno di questi shishi! Sei svenuta, di nuovo, e c'era quello spettro che abbiamo visto che non prometteva di buono, e per fortuna loro avevano la soluzione a portata di mano! Abbiamo dovuto trovare quello spettro perchè era pericoloso per l'aldilà, e loro quando ruggiscono creano portali e siamo diventati velocissimi, ma lo spettro aveva creato una zona dove i portali non funzionavano, e poi sembrava volesse colpire ME!! Allora abbiamo dovuto combatterlo insieme, e Hidashi è diventato di pietra, mentre Migi mi proteggeva, e poi sono riuscito a sconfiggerlo solo che lui non era cattivo davvero ma era la maschera a controllarlo, qualche scienziato ha fatto degli strambi esperimenti, e ora tutto quello che resta di lui è questa. Condì tutto il suo discorso gesticolando ampiamente, agitando il suo rotolo a destra e a manca, concludendo mostrandole la maschera. Non appena lei avesse chiesto delucidazioni su quel buffo rotolo brillante, con la faccia degli stessi leoni intorno a lei ai lati, l'Uzumaki avrebbe sorriso entusiasta, aprendolo e mostrandole la firma. Ah, già! Ho firmato un contratto! Ora io e gli shishi combatteremo fianco a fianco. Il piccolo corgi blu si era presto portato al loro fianco, alzandosi sulle zampette inferiori, abbaiando un paio di volte per attirare l'attenzione. Io sono Tayoko! E' raro per noi shishi avere evocatori. Dicevano sarebbero passate centinaia di lune prima che potessi collaborare con un umano!! Possiamo metterci al servizio solamente dei più puri degli umani! Il cucciolo era chiaramente troppo giovane per aver vissuto ciò che stava raccontando, ma sembrava fosse stato ben istruito.

    Presto l'allegria si sarebbe spenta. L'incredibile pressione esercitata dal genjutsu di Raizen travolse tutti i presenti. Tayoko guaì in preda al terrore, correndo a nascondersi dietro l'enorme shishi corazzato. I due leoni adulti tremarono nel percepire quella presenza, arruffando il loro pelo. Il loro severo addestramento però costringeva loro a restare in posa, come due guardiani, di fronte al loro stesso capo. Fu quest'ultimo che, seppur travolto lui stesso dalla presenza, dopo aver solcato il terreno con i suoi artigli, avrebbe risposto ad essa con un poderoso e terrificante ruggito, udibile per chilometri. La paura era entrata nei loro cuori, ma essi erano Guardiani. La loro specie era nata per proteggere, e quello avrebbero fatto, a costo della loro vita. E lì, di cose da proteggere, ne avevano ben due: l'enorme portale alle spalle del gigante, e il minuscolo evocatore, il loro nuovo protetto dall'animo puro. Youkai si lasciò scappare un grido stridulo nel percepire la temibile presenza, prendendo Murasaki per un braccio e trascinandosela dietro una delle enormi zampe di Yōsai, seguiti dal trottare di Tayoko. Tutti e tre gli shishi avrebbero mostrato i denti, ringhiando. Erano pronti ad affrontare qualsiasi minaccia gli si fosse posta davanti. Anche il cucciolo abbaiò un paio di volte, per quanto la paura fosse troppo intensa per lui da far valere realmente il suo spirito di guardiano.



    Edited by Waket - 6/6/2020, 00:26
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Era stato un pranzo diverso da molti altri, un pranzo dove molto era stato detto, molto era stato fatto e molto era stato appreso. Ma anche un pranzo dove forse qualcosa era stato perso, forse nell'innocenza dell'ignoranza, e sicuramente qualcosa era cambiato. Ma non è questa la sede in cui parlarne o ricordarlo, qui raccontiamo solo cosa accadde verso la fine, quando ormai tutto era stato detto e fatto, e certe cose non potevano più tornare indietro. Parliamo di quando un corvo entrò nella sala da pranzo di Palazzo Yakushi e di come venne fulminato da uno sguardo di Ogen, la capoclan, che pareva assolutamente interessata a farne uno sformato per aver avuto l'impudenza di entrare con le sue zampacce luride nella stanza, e lo stesso Febh Yakushi borbottò qualcosa sull'aver appena dato la cera...se il pennuto non avesse consegnato all'Hokage un messaggio (pur dopo qualche istante di incertezza), quasi certamente si sarebbe mangiata carne bianca a cena. Pochi secondi dopo Raizen Ikigami si riaffacciò, chiedendo che l'Amministratore di Oto lo raggiungesse per una faccenda personale, dopo aver salutato. Ogen si limitò a un formale cenno di assenso, mentre il nipote lo seguì.

    Erano nel lungo corridoio che a mò di porticato dava all'elegante giardino del Palazzo (un tempo assai più fatiscente, Febh aveva impiegato anni a rimetterlo in sesto) quando l'Hokage gli porse delle domande. Drago nero? Mai sentito. Disse con onesta innocenza: tendeva a mettere da parte diverse informazioni quando non gli servivano ed era dura richiamarle alla mente se le reputava inutili. Cunicoli...sicuro che non è una talpa? Poi si accigliò. Tuo padre...aveva detto qualcosa su un veleno per distruggere un veleno, no? Lo hai più rivisto poi quel tizio uguale a te ma con l'aria da morto di fame? L'onore e il rispetto innanzi tutto, come sempre. Cioè, anche tu hai la faccia da pezzente, ma lui sembrava davvero uno che non mangiava da giorni. Si fece dubbioso. Cosa che, ora che ci penso, forse era vera. Forse avrei dovuto dargli qualche provvista che avevo appresso. Oh beh, inutile piangere sul latte versato. Sarebbe stato un incredibile e catartico evento se Tian fosse apparso proprio là nel giardino del palazzo per fare un gestaccio e poi sparire di nuovo proiettato avanti nel tempo, ma non era il tipo da simili esternazioni e soprattutto in quel preciso momento il suo vagabondaggio temporale lo aveva fatto apparire nel mezzo di una sorgente termale piena di donne nude per un ritrovo annuale contro i molestatori di kunoichi. Non sarebbe stata una bella giornata per Tian, ma questo suo figlio non lo avrebbe saputo. Inoltre era la seconda volta che gli capitava una cosa simile nella vita e cominciava a pensare che la maledizione fosse spiccatamente infame, più che casuale.

    Comunque, mi stai dicendo di andare in un posto che è a un passo dall'oltretomba per cercare un tizio esperto di veleni...e per aiutare un tuo genin che si diverte a vedere la luce in fondo al tunnel? E poi siamo noi di Oto quelli strani...bah! Disse mentre l'altro andava a raccogliere le sue cose richiamando a sè uno dei draghi più piccoli. E chi sarebbe questo Youkai? Il genin scemotto di cui parli? Ciao Biscia svolazzante. Salutò Kubomi mentre questi spariva per eseguire gli ordini, ascoltando quindi il resto. Pivello, il mio veleno è un capolavoro, infinitamente più utile ed elegante di quei quattro ferri che di solito ti porti dietro. Che poi, ti hanno mai detto che sei ridicolo con tutte quelle armi oversize? Mai pensato a qualcosa di più comodo, tipo un pugnale? Poi si fece sospettoso, come se cercasse di comprendere quali fossero le vere motivazioni che spingevano Raizen a chiedere quel supporto, sebbene a modo suo...e in effetti trovò una risposta. Sbagliata, ma la trovò. Ah, ma certo! Ora è evidente: hai paura di fare brutta figura davanti al tuo genin in quel posto così pauroso. E quindi vuoi che ti stia vicino per avere un minimo di sicurezza, per non sentirti solo e abbandonato come il Pivello che sei. Dovresti imparare a essere più aperto e dire direttamente quello che pensi. Fece spallucce. Vorrà dire che, anche se impegnativo, troverò un pò di tempo per te nella mia agenda. Dopotutto non ho di meglio da fare e non sono contrario a dare una mano quando serve. Più corretto dire che era assolutamente in vena di fare una gita e di aiutare Raizen anche se non lo avrebbe mai ammesso. E va detto che la settimana successiva era previsto l'inventario degli archivi segreti, un lavoro lento e tedioso che avrebbe volentieri scaricato su Hebiko (anche se tecnicamente serviva la firma di entrambi), quindi stare lontano e magari prolungare il rientro sarebbe stato molto, molto interessante.

    [...]

    Non era andata esattamente come previsto. Non solo Febh aveva dovuto eludere la Vecchia Ogen per uscire da Oto, ma si era ritrovato con Hebiko alle calcagna e sospettava che l'inventario non fosse l'unico motivo...e questo implicava anche che il gruppo doveva muoversi più lentamente perchè Raizen aveva bocciato l'idea di muoversi con la Regina delle Salamandre aprendo un varco fiammeggiante da Oto fino alla destinazione, così da viaggiare comodi. Una cosa per cui lo Yakushi ancora lo fissava imbronciato, con disapprovazione. La mia idea avrebbe aumentato la viabilità e ci avrebbe fatto notare da questo Youkai senza che fossimo noi a doverlo trovare. Utile e dilettevole, oltre che meno faticoso. Io dico che sei un pessimo organizzatore, altro che Hokage! Disse lo Yakushi con il tono di chi la sapeva lunga. Certo non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello quanto la sua idea fosse bislacca e potenzialmente pericolosa visti i rapporti a malapena neutrali con il Paese delle Cascate, ma non avrebbe mai ammesso il contrario. Tu sei sicura di voler venire? Magari ne potresti approfittare per...non so...una breve vacanza? Disse rivolto a Hebiko, certo ancora provata dagli eventi del palazzo, a stranamente determinata a seguirli. Certo che era risoluta a voler seguire così il suo compagno fisso di team multivillaggio. Chissà chi erano il terzo e il quarto elemento? Quel tizio strano chiamato Fudoh, forse?

    [...]

    Ma sentite anche voi odore di bruciato? Sicuri che è la direzione giusta? Se c'è del fuoco allora tanto valeva venire sul dorso di Ssalaard, no? Peccato che la massiccia e materna lucertola apprezzasse ben poco la presenza di donne vicino al suo evocatore, come Hebiko aveva già avuto modo di sperimentare. Gli si rizzarono i capelli sulla nuca quando poi Raizen diede il via al suo Genjutsu, anche se non era specificatamente rivolto verso di lui. Ma che diavolo fai? Non stiamo andando dal tuo genin ritardato? Vuoi farlo svenire? Mai capito il gusto di imporre la paura agli altri con un jutsu...il vero terrore deve venire dalle tue azioni e parole, non da un misero flusso di chakra. Sogghignò, cercando approvazione nello sguardo di Hebiko. Avete presente la sensazione di quando giochi con la preda e le dai persino speranze di poter sopravvivere, e quindi gliele strappi a una a una? Era il sorriso di un bambino demoniaco, ma forse l'altra consigliera, non certo così amante del perdono verso i nemici, avrebbe potuto apprezzare quella filosofia. In risposta al faro di terrore dell'Hokage giunse un terribile ruggito che fece tremare più di una foglia. Ecco! Qualcosa del genere, ma meno animalesco e più diabolico! Disse, per nulla preoccupato. Ma come mai il tuo genin ruggisce? O è un Inuzuka e questo è il suo botolo?

    Arrivarono infine là dove erano attesi, annunciati dal terrore e dall'aggressività, con un maestoso animale che pareva a metà tra un cane e un leone, e che proteggeva come cuccioli due figure umane. Non erano loro però a interessare lo Yakushi, quanto piuttosto ciò che avevano alle spalle...qualcosa che gli fece irrigidire tutti i muscoli del corpo, qualcosa verso cui la sua intera esistenza sembrò lanciare un grido d'allarme. Cosa c'era dietro di loro così potente da risvegliare il suo istinto? Ehi...che diavolo è quella roba? Disse, assai più circospetto del solito. Il cagnolone fa la sua figura, ma quella cosa...non mi piace affatto. Accigliato, cercò di dissimulare l'improvviso nervosismo con una facciata ombrosa: braccia conserte, piedi ben piantati a terra e sguardo truce (per quanto possa essere truce uno sguardo dietro occhiali finti e con un broncio palesemente forzato). Ehi voi! Non si saluta il vostro Kage? Avrebbe fatto un cenno verso Raizen. E tu Pivello, non fai le presentazioni? La sua faccia esprimeva chiaramente il concetto di "ma dove diavolo mi hai portato?".
     
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    Jigoku

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    Le era parso più un sogno, che non la realtà. Ricordava a malapena la sua permanenza nel mondo parallelo, e ogni secondo che trascorreva fra quel momento e la sua ricomparsa di fronte a Youkai sanciva uno sbiadirsi di quella rosata sensazione di abbandono e sicurezza.

    Youkai... Non so dove fossi, non so cosa sia successo. Ricordo poco, solo la sensazione di essere stata lontano da qui per lungo tempo. Io...

    La testa le doleva, così come ogni singolo muscolo del corpo risultava intorpidito. Rimase in ascolto mentre il ragazzino dalla zazzera rossa sciorinava una serie interminabile di informazioni. Poteva chiaramente vedere come l'argomento lo agitasse, a giudicare dal ritmo con cui le parole scivolavano via veloci dal suo volto paonazzo. Non capì ogni singola parola, in quanto il discorso era condito da nomi che non riconosceva. Eppure il suo sguardo si posò dapprima sugli animali che circondavano guardinghi il non-morto, e poi sul rotolo che esso stringeva freneticamente tra le mani.

    E il rotolo, Youkai?

    Annuì, lasciando che un sorriso appena accennato le illuminasse il volto. Il ragazzo non aveva avuto una vita semplice, e anche la sua esperienza a Konoha era stata di certo solitaria. Non poteva contare su una rete di appoggi e conoscenze come sempre era stato per lei, e il pensiero che d'ora in avanti avrebbe sempre avuto qualcuno su cui contare e al quale appoggiarsi la rinfrancò non di poco.

    Tayoko, è mio onore conoscere la tua gloriosa stirpe. Vi affido Youkai, sono certa che saprete proteggerlo e crescerlo nel modo che si confà ad una tradizione millenaria come la vostra.

    Si esibì in un piccolo inchino con il capo verso la buffa evocazione. Avere al proprio fianco un aiuto non avrebbe di certo nociuto alla siatuazione, era bene che gli shishi vedessero anche nella Hyuga qualcuno di cui fidarsi.
    Stavano ancora scambiando ameni convenevoli, quando il respiro di Murasaki si interruppe, mozzato. Una incredibile sensazione di schiacciamento si impadronì del suo petto, mentre la mente veniva invasa da un terrore cieco. I suoi occhi si spalancarono, cercando tramite il proprio sguardo bianco l'origine dell'improvvisa minaccia. La qual cosa non fu comunque necessaria, in quanto in breve due figure irruppero nello spiazzo, una conosciuta, l'altra mai vista prima.
    L'imponente figura dell'Hokage si stagliava alta di fronte ai due ragazzi e ai leoni, e pareva che quel terrore e annichilimento venissero emanati dall'uomo stesso. Murasaki avrebbe voluto chiedere conto di tale assurda situazione, ma l'aria nei suoi polmoni era così pesante da renderle difficile anche il respiro.

    H-Hokage, così... Ci uccide.
     
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    Hebiko non aspettava altro che un'occasione per liberarsi da quella scomoda situazione. Certo, aveva la protezione di Raizen, Febh e forse Ogen stessa, ma restare incastrati lì dentro con il Mikawa non era comunque piacevole. Quando Raizen dovette uscire, seguito da Febh, non ci pensò due volte nel far valere i suoi doveri da babysitter e seguire a sua volta l'ex Amministratore, raggiungendoli quando ormai sembravano aver finito di parlare. Niente l'avrebbe convinta a lasciarli andare da soli.

    Raizen sembrava abbastanza scosso da quella lettera che se la prese con la rossa. Sibilando nervosa, alzò la testa con fare altezzoso, mantenendo il passo. Tzk! Sei arrivato ad Oto da solo e guarda lì come ti hanno conciato! Tu e Febh sarete anche tra i Jonin più potenti del continente, ma senza qualcuno a tenervi a bada non fate altro che mordevi a vicenda. Sono qui perchè avete bisogno di me, che vi piaccia o no! Borbottò, ignorando i suoi personalissimi motivi che l'avevano spinta ad allontanarsi da Oto almeno per qualche ora. E poi devo assicurarmi che il mio collega torni al lavoro il prima possibile. Fulminò lo Yakushi con lo sguardo. Ma quale vacanza e vacanza, se ti mollo un secondo demoliresti qualsiasi cosa ci circonda! TU sei quello in vacanza, io sono quella che deve assicurarsi che prima o poi torni a casa.

    Anche lei avrebbe preferito un mezzo di trasporto rapido al doversela fare a piedi, ma ancora non andava troppo d'accordo con la regina delle lucertole, e l'ultima cosa che voleva quel giorno era trovarsi altre creature che non gradissero la sua presenza. Su, su. Un po' di moto ti fa bene. Elimineresti questi cuscini che ti porti addosso da mesi. Lo prese in giro, toccandogli la pancia con un dito. Stuzzicandolo abbastanza poteva forse convincerlo a camminare con le braccia fino alla destinazione finale.

    Le spiegazioni di Raizen sul chi fosse lo shinobi in questione e perchè lo stessero cercando non erano molto chiare per la Vipera. Per quello che aveva sentito, la cosa era molto confusa. Huh... Quindi tu stai dicendo che hai già cercato di uccidere questo tuo shinobi una volta, insegnandogli nuovi poteri... Ed ora vuoi impedire di farglieli sviluppare da solo? Non devi mica fargli da babysitter sai, sono sicura che se la caverà benissimo da solo. Disse la Genin, che insistette per fare da babysitter a due Jonin.

    L'odore di bruciato li avvolse, facendo storcere il naso alla donna. L'ondata di Raizen invece le fece venire la pelle d'oca, paralizzandosi per qualche secondo. Si trovava d'accordo con le parole di Febh, ma l'aura era tale da impedirle di voler ribattere all'Hokage stesso. Non riuscì però a trattenersi dal borbottare tra sè e sè, offesa: Non che mi aspettassi un uscita romantica, ma questo mi pare esagerato... Febh si riprese in fretta da quella sensazione, descrivendo alla Vipera il suo metodo per creare terrore. La donna ghignò a sua volta, trovando le sue parole stimolanti: Hmmm, mi piace il tuo metodo. La tensione data da Raizen mista al ruggito improvviso la fecero gridare, stridula, paralizzandosi per un istante e ricomponendosi subito dopo. Voi e la vostra mania di farvi grossi!! UGH! Quanto vi detesto!!!

    A destinazione, troppe cose insolite regnavano la scena. Delle bestie simili a leoni, seppur con tratti che li rendevano più simili a dei canidi, erano posizionati in difesa di due shinobi, ed un'enorme e terrificante portale che, per quanto non lasciasse intravedere molto del suo contenuto, non prometteva nulla di buono. Una... porta sull'aldilà?? ...E' davvero possibile?? Per quanto degli shishi fossero creature mistiche, così rare che solo la loro presenza sarebbe bastata per rendere increduli la maggior parte dei presenti, il portale alle loro spalle era nettamente superiore. Grazie agli indizi di Raizen, riuscì ad immaginare di cosa si trattava. Lo sguardo andò a cercare lo o gli shinobi responsabili, incrociando lo sguardo con il ragazzino che, terrorizzato, si nascondeva dietro alla più grossa delle creature. Si voltò verso l'Hokage, incredula. QUELLO è il tuo shinobi?? Quella robina tremante è stata in grado di trovare un fottuto passaggio per il regno dei morti!?! Si aspettava perlomeno qualcuno del calibro di Raizen, era vero che non poteva sapere il rango del ragazzino, ma non si sarebbe mai aspettata che andasse oltre al misero Genin. Non restava che attendere che il Colosso prendesse le sue decisioni, pregando che queste non fossero "combattere l'enorme cane drago di fronte a loro".
     
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    Il Sipario Oscuro


    II






    Alzò gli occhi al cielo, con Febh si poteva discutere di tutto ma bisognava scendere a patti col fatto di dover ascoltare un buon novanta percento di pareri non richiesti e voli pindarici, cosa che mischiata alla propensione di Raizen al voler puntualizzare su tutto tendeva spesso a degenerare.

    No che non me lo hanno mai detto perché hanno un minimo di immaginazione e si accorgono che non posso combattere con uno stuzzicadenti, non è mica semplice per me gestire armi piccole.

    Innegabile, era evidente che Febh stesse tralasciando un fattore non da poco nonostante gli coprisse in quel momento gran parte del campo visivo: Raizen era l’unico a potersi permettere di manovrare quelle armi, per quanto fosse strano da comprendere per qualcuno con proporzioni tanto differenti dalle sue, quelle armi non erano un problema.

    Sono decisamente grandi, ma non abbastanza da essere troppo, quindi va bene ahahah!
    Comunque sto iniziando a lavorare a qualcosa di grandioso, sarà lungo e travagliato, ma sarà grandioso ed elegante.
    E comunque è un bene che tutti mi vedano grande, grosso e rozzo, aiuta sempre in qualche modo, forse non ad essere Hokage, ed il tuo taglio non migliorerà le cose.


    Quando Febh infine accettò gli sorrise viperino.

    Ah, bene, se lo fai solo per me allora non dovremmo sforzarci per trovarti qualcosa di interessante, pensavo che un po' di ricerca nel tuo campo ti facesse sempre comodo.

    Era ormai evidente che punzecchiarlo lo divertisse, ma era altrettanto evidente che la cosa fosse reciproca.
    Durante il viaggio dovette subire qualche protesta da parte dell’otese, ma che accolse con la serietà che queste meritavano: scarsa.

    Mi sembra normale, siamo in un periodo decisamente brutto fuori dai villaggi se ti guardi attorno è più semplice trovare nemici che amici, e pure dentro i villaggi la cosa non va a gonfie vele, vorrei arrivare dove devo senza correre il rischio di subirmi un imboscata tra capo e collo e soprattutto non so cosa ci aspetta, il chakra potrebbe servirci, non è mai una passeggiata evocare robe giganti.

    Si voltò poi verso Hebiko.

    Quanta solerzia, non è mica una gita di piacere, anzi, potrebbe addirittura essere considerata un azione diplomatica che richiede l’intervento degli shinobi più forti dell’accademia.

    Poteva non aver detto nemmeno una bugia, o quantomeno così lasciava intendere la sua sua espressione seria, per quanto resa tale dalle sue doti recitative.

    E comunque non è questione di Oto, per quanto i sorci che vi girano per le strade siano grandi come carrozza, è Febh ad essere una principessa delicata che si offende facilmente.
    E niente, siccome una volta ogni tanto non aveva poi tutti i torti ho dovuto rivedere un po' lo stile.


    Hebiko continuò poi a tentare di capire le azioni di Raizen, cosa che lo fece sorridere, un po' perché mostrava un forte allineamento ai metodi otesi ed un po' perché ragionava come leader seppur alle prime armi, una commistione divertente considerando che non c’era niente di più distante di Oto e Konoha da quel punto di vista.

    Era una situazione controllata, morire realmente era molto, molto difficile, era supportato da ninja esperti e medici, qui invece rischia di essere molto facile, per quanto sia un fan dei metodi poco ortodossi non posso mandarli letteralmente a morire, non è nello stile di Konoha.
    Non devi aver ben compreso dove ci stiamo dirigendo Hebiko.


    La guardava severo, come se percepisse che la situazione venisse presa sotto gamba.

    Queste potrebbero probabilmente essere le cose che più si avvicinano al concetto di porte per l’inferno.

    Avvicinandosi al punto indicato da Youkai la natura cambiò, un poco alla volta tutto sembrava spegnersi, prima il tipico rumore di fondo che tutti gli animali facevano, qualche cinguettio, un frullo d’ali, un cespuglio che si muoveva: lentamente sparirono. Fu poi la volta del vento ma il passaggio fu così graduale che ci volle qualche secondo perché alzassero la testa e si rendessero conto che non si muoveva neanche una singola foglia, persino la terra insolitamente morbida attutiva i suoni, quel luogo era particolare, senza ombra di dubbio. Prima che l’odore di zolfo li cogliesse però poterono notare che attorno a loro l’ambiente aveva nuovamente sfumato in qualcosa di ancor più silenzioso, decisamente morto gli alberi erano antichi ma sembrava che per loro fosse sempre inverno, si stendevano nodosi e bitorzoluti verso il cielo come le mani di un prigioniero costretto alla fame che sente l’odore del suo ultimo pasto, pur senza riuscire ad arrivarci. Fu in quel momento che Raizen rilasciò il suo istinto omicida non trovando l’approvazione dei suoi due accompagnatori.

    Certo, ma il mio genin non puzza ne di carbone e nemmeno ruggisce.
    Un genjutsu è utile quando vuoi un approccio morbido, o vuoi che ci lancio una bijudama e il genin me lo riporto dietro con un sacchetto?


    Ed in realtà oltre quel ringhio un secondo indizio, proprio dalla medesima direzione gli fece capire che stavano andando per la giusta direzione: un grido di Youkai.

    Vedi?
    Adesso sappiamo che stiamo andando nella giusta direzione.


    Sospirò leggermente affranto, non era di certo nei programmi che quello urlasse come una donnicciola. Fortunatamente però non ci fu bisogno di rimodulare la sua aggressività in qualcosa di ben più efficace che non la mera paura, i suoi due obbiettivi infatti erano proprio davanti a lui, quello che rimodulò era il suo volto, e di sicuro il nuovo taglio di capelli non aiutava a renderlo più gentile.

    Voi due!
    Sbaglio o dopo l’Abete vi avevo espressamente proibito scampagnate di questo tipo senza autorizzazione?
    Pensate forse che avvisarmi MENTRE partite sia sufficiente?
    Le missioni vanno organizzate, si deve sapere qualcosa non si parte a caso senza alcun tipo di informazione, e se si vogliono cercare informazioni ci si deve infiltrare.


    Li guardò entrambi.

    E se non erro nessuno di voi è una cima nell'infiltrazione.

    Non aveva fino a quel momento interagito con la gigantesca creatura, non degnandola praticamente della minima attenzione, quantomeno all’apparenza, seppur con la visione periferica infatti la teneva sott’occhio pronto a reagire a qualsiasi movimento sospetto, dopotutto era abbastanza intimidatorio da essere catalogato come problema, ma non a sufficienza da limitare l’incedere deciso di Raizen che si fermò ad una decina di metri, il minimo per tenere l’intera situazione entro il campo visivo.

    Spero non siate in ostaggio.
    Dunque?
    Volete spiegarvi?
    I due avventurieri qui comunque sono la principessa degli Hyuga, Murasaki e Youkai Uzumaki.
    I miei alleati l'amministratore più pigro della storia, Febh Yakushi, e la sua pari e balia Hebiko Dokujita.


    Quella situazione aveva leggermente del surreale, da una parte c’erano due Shishi grandi come cavalli ed uno grande quanto un palazzo, corazzato come una fortezza e dall’altro un Hokage ben piantato che avrebbe potuto rilasciare in un attimo il potere di un demone, eppure per quanto tesa fosse la situazione ancora aspettava ad interagire con le creature che non era difficile immaginare come legate ad un contratto. Poteva apparire surreale, ma era una dimostrazione di forza: Poteva permettersi di ignorarli e se la situazione fosse degenerata era pronto a scattare, dieci metri sarebbero stati divorati da un singolo salto.

    E voi?

    Giunse finalmente a loro con poco garbo se non gli fosse stato spiegato chi fossero.

    Chiedo perdono per la mia irruenza e maleducazione, vi pensavo nemici e preferisco sempre battermi con un nemico il cui pensiero sia viziato dalla furia.
    Sono Raizen Ikigami, superiore dei ninja che l’hanno disturbata.


    Avrebbe detto quando il leone si fosse presentato o gli fosse stato presentato.
    Se i due avessero preso a parlare però la sua concentrazione sarebbe scemata presto, c’era qualcosa dietro quel gruppetto, oltre il portale che illuminava la scena dal basso, come un sipario di tenebre che in un primo momento pareva rilassato e innocuo ma che con la permanenza dei nuovi intrusi sembrò ribollire, lentamente, come se alle sue spalle, nonostante fosse immateriale, qualcosa si muovesse. Era strano, come se dietro al gruppo più che qualcosa di fisico si stesse muovendo qualcosa di così sbagliato da non poter avere immediatamente sembianze, come se cercasse di adattarsi al loro modo di percepire.
    Eppure non era l'unica sensazione che gli arrivava da lì.
    Alzò un dito per imporre il silenzio ai due mentre dubbioso si sporgeva lateralmente cercando di superare con lo sguardo l’imponente figura dello Shishi. La pessima sensazione che la fragile divisione presente al momento tra loro e la cosa che poteva esserci li dietro stesse per esplodere forzata da qualcosa in grado di sfamare l’intero esercito di Armi di Iwa gli fece drizzare ancor di più quella stupida cresta che si ritrovava e lo sguardo che rivolse a Febh non era certamente la risposta che si aspettava: ne sapeva solo qualche virgola in più di lui.
    Il suo sguardo davanti alla minaccia si indurì e la sua posa si fece più salda, aveva le spalle coperte, non solo dalla sua stessa forza ma anche dal supporto di Febh, un duo che avrebbe dato filo da torcere a chiunque.

    Suggerimenti?
    O ti riconfermi l’essere millenario più ignorante della storia?


    Teso si, ma non abbastanza da non prendere in giro Kurama.



    Edited by F e n i x - 27/6/2020, 21:50
     
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    Sensi di colpa


    II




    Murasaki sembrava piuttosto confusa dalla sua esperienza. Il giovane era certo che fosse stata al sicuro, si fidava di quelle creature. Dopo averle spiegato la sua disavventura, la Hyuga si sentì in dovere di ringraziare Tayoko, che per l'emozione si tinse di giallo, iniziando a brillare come un piccolo sole. Purtroppo l'influenza di Raizen non tardò ad arrivare, ed il giovane shishi guaì per la paura, nascondendosi insieme ai due genin.

    Tremante come una foglia, Youkai restava ancora dietro la zampa del colossale shishi, mentre i due più piccoli restavano immobili come statue, forse aspettando gli ordini del loro superiore. L'avvicinarsi degli sconosciuti li rendeva irrequieti, ma addestrati com'erano non mossero un muscolo. Il portale e l'evocatore erano ora responsabilità di Yosai, il grado più alto lì presente. L'enorme zampa scavò nel terreno, e man mano che Raizen si avvicinava, qualcosa iniziò a ribollire nella sua bocca. Una spaventosa quantità di chakra fiammeggiò ai lati delle fauci, la sua stessa pelliccia si muoveva come plasma, quasi fosse infusa da pura energia. Per quanto il genin fosse terrorizzato dall'idea di affrontare l'Hokage stesso, non poteva certo permettere ad una sua evocazione di ridurlo in cenere. Con il poco coraggio che gli restava, si piazzò davanti all'enorme creatura, in bella vista, agitando le mani e gridando. FEEEEEEEEEEEEEEEERMO!!

    Il potere caricato svanì in uno sbuffo. Yosai abbassò lo sguardo verso l'umano, in cerca di spiegazioni. Youkai strinse il contratto tra le mani, deglutendo preoccupato. Fo-Forse si è presentato un po' male... Ma è il mio Hokage! Io... Sono stato io a disobbedirgli. Devo affrontarlo io. La Fortezza mosse appena la testa in segno di assenso. Youkai era ancora troppo inesperto per controllarlo del tutto, ma l'evocatore da loro scelto aveva sempre l'ultima parola, perlomeno finchè si trovava nel suo mondo. L'enorme creatura si sedette di fronte al portale, proteggendolo. Hidariashira e Migiashira tenevano sott'occhio l'evocatore stesso, pronti ad agire al primo passo falso degli sconosciuti. Tayoko, il più giovane ed inesperto, tremava nascosto tra le gambe di Youkai, sforzandosi però di mantenere il suo ruolo di guardiano.

    Il genin si spostò di fronte a loro, mostrandosi fiero mentre l'Hokage lo avvicinava. Questo iniziò a parlare, facendo gonfiare il petto dell'Uzumaki. La faccia divenne rossa per un momento, e dopo aver gonfiato le guance, scoppiò in un pianto liberatorio. Mi dispiaceeeeeheheh! Singhiozzava rumorosamente, colpevole. Volevo reincontrare Lady Morte, volevo avere risposte sulla mia famiglia! Non pensavo fosse una cosa pericolosa... Aveva preso sottogamba tutta la situazione, accecato dalla speranza. Certo, forse per lui e le sue peculiari abilità poteva davvero essere più facile rispetto ad altri, ma portarsi dietro Murasaki l'aveva messa a rischio, e chissà cosa le sarebbe successo se fossero riusciti ad attraversare il portale. Si asciugò il viso con il braccio, mettendo così in mostra il contratto. No, non siamo ostaggi! Li abbiamo incontrati. C'era una creatura strana, li ho aiutati a sconfiggerla, e mi hanno fatto firmare il loro contratto. Lo aprì, mostrando la sua firma. Per quanto era sicuro che Raizen si fidasse della sua onestà, sentiva spesso il bisogno di dimostrarla. Se si fosse mostrato un minimo orgoglioso per i suoi nuovi alleati, Youkai sarebbe riuscito a calmarsi, frenando il suo pianto singhiozzante.

    Nell'udire la nomina con cui l'Hokage presentò Murasaki, spalancò la bocca sorpreso. Lui stesso sosteneva che la ragazza fosse bella ed elegante quanto una principessa, ma non pensava di certo che lo fosse davvero! Non le aveva mai visto una corona in testa, dopotutto. Anche i due accompagnatori del colosso stuzzicarono la sua curiosità, e se la Vipera lo intimoriva solo con lo sguardo, il viso dell'altro gli tornava familiare, ed il ridicolo broncio che si era stampato in faccia era tutto fuorchè spaventoso. Forse l'ho visto su un giornale... Il gremlin di Oto, credo lo chiamassero. Bisbigliò verso Murasaki. Non aveva purtroppo tempo per indagare, decise di fare un rapporto improvvisato a Raizen per spiegargli dello spettro, della maschera, cedendogliela, e della visione che aveva avuto. Pensavamo tutti fosse uno spirito sfuggito... in realtà è stato creato da qualcuno. E questa maschera lo controllava.

    Le creature sembrarono apprezzare le scuse dello shinobi. La Fortezza mosse la testa in segno di rispetto. Raizen Ikigami, guida della foglia. Il mio nome è Yosai-Hashira. Io, insieme alla mia consorte, siamo i sovrani di ogni shishi e guardiani dell'aldilà. La sua voce profonda sembrava fare eco, nonostante stesse parlando in un campo aperto. Come lei ha appena fatto notare, non è semplice tenere a bada i propri sottoposti. Lo sguardo si abbassò verso i suoi sottoposti, che arruffarono il pelo intimoriti. Nessuno dei due avrebbe obiettato. Avevano spiegato la situazione, ma erano consapevoli di aver fallito nell'interrompere del tutto il rituale. Addestrati duramente, non si sarebbero mai opposti ad un rimprovero dall'alto. Tuttavia, mi è stato riferito che il loro intervento è stato impeccabile. L'apertura di questo portale non è da imputare ad alcuno di loro. C'era un lato positivo nel loro addestramento: l'estrema fiducia e lealtà. Nessuno degli shishi avrebbe mai osato assegnarsi meriti inesistenti. Uno dei tanti motivi per cui per loro era molto importante che l'evocatore scelto avesse gli stessi principi. I due sottoposti si inchinarono, ringraziando la sua fiducia.

    Youkai si trovava in un terribile limbo. Aveva davanti uno dei portali più pericolosi che potessero essere aperti in tutto il continente, che apriva le porte ad un luogo tanto pericoloso quanto ricco di risposte. La tentazione era forte, ed era semplice leggergliela nel volto. Nonostante tutto, fece un sospiro profondo. Si stava finalmente rendendo conto della gravità della situazione, ed ora che le creature lo avevano accolto nel loro clan, doveva portargli rispetto ed assecondare le loro decisioni, nonostante queste rischiassero di impedirgli di scoprire di più sulla sua persona. Più tempo passavano di fronte a quel portale, più questo sembrava mostrarsi instabile. Nonostante gli stessi portali creati dagli shishi potessero considerarsi innaturali, la sensazione che usciva dalla porta su quel mondo oscuro era quanto di più impuro e inquietante si potesse immaginare. Sembrava un'abisso senza fondo, e da come ribolliva, dava l'impressione che da lì potessero uscire spiriti maligni in grado di portare secoli di oscurità e corruzione in tutto il continente. Non potevano stare con le mani in mano. Yosai-sama. Lo osservava, minuscolo al confronto, con determinazione. Cosa possiamo fare per aiutarla?


    Edited by Waket - 27/6/2020, 21:40
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Ehi! Io non sono...non ho nessun cuscino! Ruggì lo Yakushi colto sul vivo e un pò rosso in volto. E comunque non è che vado a distruggere le cose, questo è il bestione mohawk qui davanti, che pensa che i coltelli siano armi da femminuccia! Non aveva detto proprio così qualche ora prima, ma la parafrasi era una delle attività principali dell'Amministratore di Oto. E tu dici che servono gli Shinobi più forti dell'accademia? Chiese perplesso, scoccando a Hebiko un'occhiata eloquente, forse ricavandone le punizioni del caso.

    Approfondita la questione del genin di Konoha, Raizen ottenne una lunga occhiata di disapprovazione. Lo hai quasi ammazzato? E poi sarebbe Oto a essere barbarica! Bah! In tanti anni di insegnamento non ho mai messo in pericolo la vita un mio allievo durante un addestramento, e quasi sempre con ottimi risultati! Disse tronfio e a braccia conserte. Accanto a uno che aveva inseguito a dorso di lucertola su un lago durante una tempesta frustandolo e lanciandogli armi mentre a stento riusciva a camminare sull'acqua, e a una che aveva inseguito per giorni in una delle foreste più pericolose al mondo, senza lasciarle equipaggiamento nè provviste. A volte la nostra mente vede e registra le cose a modo suo. Nel caso di Febh invece è un'azione quasi quotidiana. Alle repliche di Raizen sui suoi metodi, poi, lo Yakushi raggiunse ulteriori livelli di negazione della realtà: Ti ho insegnato diverse cose negli anni, Bue ottuso che non sei altro. E con il tuo talento quasi nullo ho fatto un lavorone, ma devo ammettere mio malgrado di non averti mai trasmesso il mio tatto nell'affrontare le situazioni. Posto che Febh mostrava tatto solo quando cercava di fregare o infinocchiare qualcuno, basta pensare a quando stava per scardinare le porte di Konoha con una mano per capire quanto assurda fosse quella frase.

    [...]

    Erano davanti a una scena strana. Enormi animali tenevano vicini due giovani shinobi (e a giudicare dagli occhi una era una Hyuga) e sembrava che nessuno dei presenti sapesse esattamente cosa stesse capitando. Inoltre alle spalle delle creature Febh avvertiva una spiacevolissima sensazione, come se qualcosa fosse in agguato, come se ci fosse qualcosa che non doveva esserci. Fu Raizen a prendere la parola mentre il suo Genin, una cosina striminzita e tremante, si faceva avanti per cercare di mediare e spiegare la situazione. Fammi capire, quel coso pensava che non fosse pericoloso incontrare la morte? Chiese, un pò turbato ma di fatto apprezzando l'idea. Beh...perlomeno è più interessante del ninja di Konoha medio. Ammise facendo spallucce e guardando Hebiko, come a vedere se condivideva l'idea. E quindi tu evochi queste specie di... Si accigliò. Ma sono cani o gatti? Mai apprezzato i patchwork. Se voleva essere poco offensivo, allora aveva decisamente sbagliato strada. Alla presentazione poi si limitò a un cenno del capo verso i due, salvo poi sbottare quando venne il suo turno. EHI! Amministratore Pigro sarà tua sorella! Io sono un amministratore controvoglia, è ben diverso. Nemmeno la minaccia sovrannaturale poteva distoglierlo da quelle questioni fondamentali, quindi indicò Hebiko. Lei invece è il nostro futuro Kage.

    Comunque...se siamo qui e i tuoi genin sono in salvo abbiamo finito, no? Salutiamo i gattoni qua e andiamo. C'era una strana urgenza...possibile che, fra tutti, proprio lui avesse paura di quel posto? Non era una cosa razionale ma nel profondo sentiva di dover andare via da quel posto il prima possibile, anche se probabilmente sarebbe stato capace di affrontare ogni genere di avversità. Ovviamente le cose non sempre vanno come dovrebbero, e quella presenza alle spalle degli Shishi si stava facendo più intensa e ribollente, come se fosse pronta a scoppiare, come se ci fosse una qualche interferenza, se non peggio. Mi state dicendo che quella...cosa...non è opera vostra? Ma nemmeno del tappetto rosso e della Shiro-hime? Ragione di più per andarsene, no? Ma Raizen non sembrava affatto della stessa idea, e lo stesso, anche se a modo suo, sembrava per i grandi cani-leoni e il loro evocatore. Va notato, ma forse era una coincidenza, che più il gruppo dell'Hokage si era avvicinato e più la perturbazione di quel velo era diventata intensa, come se stessero trasportando qualcosa che la accentuasse. Ma qui ci si ripete: probabilmente era una coincidenza.

    Così come fu una coincidenza che Febh Yakushi facesse un passo in avanti per cercare di poggiare una mano sulla spalla dell'Hokage e convincerlo ad allontanarsi, mentre la Volpe canzonava il suo Jinchuuriki ricordandogli che in quanto chakra vivente non era mai morta realmente e dell'aldilà non ne sapeva quasi nulla (se non quella volta che il quarto Hokage portò via parte di lei, ma appunto era sigillata al tempo). E fu comunque una coincidenza che, all'accorciarsi della distanza, una violenta vibrazione scuotesse lo spazio dietro gli Shishi facendo digrignare i denti alla Fortezza e sobbalzare i più piccoli. Sottili scariche di chakra completamente nero, familiari, avvolsero la zona per una frazione di secondo, quindi il velo esplose, più simile a un fumo nero che a uno spostamento d'aria, avvolgendo tutti senza che ci fosse speranza di disperderlo e scappare. Dopotutto chi può mai disperdere la morte?

    [...]

    Era freddo e distante. Una landa ghiacciata e inospitale, con pochi alberi ricoperti di neve e arbusti che sopravvivevano a stento. Neve a terra se non lungo i corsi d'acqua completamente gelati, e alte montagne di puro ghiaccio che tagliavano completamente fuori l'orizzonte. Difficile dire quanto fosse grande quella vallata ma per percorrerla tutta sarebbero servite almeno sei ore anche per un ninja esperto. E tuttavia, nel vedere tutto quel gelo ci si sarebbe aspettati di tremare fino alle ossa e invece il freddo, pur presente, era tollerabile per chi aveva un cuore che batteva ancora, come Raizen, Murasaki e Youkai. Febh, Hebiko e gli Shishi erano spariti nel fumo e di fatto non avevano idea di come fossero arrivati in quel luogo, senza tracce o altro.

    Il cielo era lontano, distante, dominato da una luna piena e sinistra ma sufficientemente luminosa da non lasciarli immersi nelle tenebre. Nessuna stella, ma anzi una sorta di vaga foschia che rendeva tutto sfumato. Youkai era già stato nell'aldilà, la sensazione era la stessa anche se il luogo era differente. In qualche modo quell'ambiente aveva una sua "stabilità", per quanto il mondo dei morti mutasse in base alle percezioni, emozioni ed esperienze di chi vi si trovava. Che ci fosse un qualche elemento che manteneva quel posto così? E in quel caso...di chi si trattava?

    Immagini lontane nella prateria sembravano intente in lavori manuali, ma non avevano lineamenti chiari, erano poco più che ombre mal disegnate che sparivano non appena si smetteva di guardarle. Residenti? Schiavi? Allucinazioni? Solo il freddo e il ghiaccio sembravano avere consistenza in quel luogo, e la neve.
    I loro stessi corpi agivano in modo leggermente diverso. Se Youkai avesse provato a estrarre lo spirito dal corpo, la sua anima avrebbe avvertito un gelo terrificante, tale da quasi paralizzarlo...che fosse ciò che sentivano i morti che stavano in quel luogo? [Nota]Se usi la TS, ogni estrazione ti causa una Leggera alla vitalità ogni round per il freddo, e l'anima è sempre Semiparalizzata Murasaku avrebbe scoperto che sfruttare il Byakugan per guardare distante non avrebbe dato grandi informazioni: oltre il suo normale campo visivo tutto era un turbinare di nebbia e foschia, con cose terribili che si muovevano all'interno. Raizen invece, pur avendo libero accesso alla Volpe e al suo potere, avrebbe avuto seri problemi a comunicare con essa...il Cercoterio sembrava scostante, svogliato e soprattutto assai poco affiatato, come se non le interessasse avere a che fare con lui...quasi come se lo conoscesse appena.

    Dovevano cercare di capire qualcosa, e pur con la sua vista limitata, Murasaki avrebbe notato due cose molto distanti da loro, in direzioni diametralmente opposte (inutile parlare in termini di punti cardinali, anche se la vallata era grosso modo circolare). Da una parte, due piccoli punti luminosi si muovevano intorno a una delle sagome scure e sfumate che tuttavia continuava a zappare quel terreno freddo e arido scacciandole come fossero insetti...a giudicare dal volo irregolare con i bruschi cambi di direzione quelle lucine erano decisamente frustrate [Immagine]

    . Dall'altro lato, cosa assai più inquietante, notò che una persona dai capelli rossi, con un corpo definito e non una semplice sagoma, era appesa a un albero. Impiccata. Impossibile vederla senza il Byakugan dalla loro posizione. Certo, c'erano anche altre sagome più vicine, chi innaffiava, chi zappava, chi faceva cesti con rametti secchi (con scarsi risultati) e chi spostava pietre o cercava di rompere il ghiaccio per pescare. Ma anche avvicinandosi e parlando loro, o provando a interagire normalmente, non avrebbero ottenuto alcun risultato: quelli si interrompevano e poi tornavano a fare quel che facevano prima, ignorandoli.

    Ma Hebiko e Febh invece dove erano capitati?

     
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    L'altro Lato


    III







    Era infine riuscito a sporgersi quanto bastava per vedere cosa stesse succedendo, e forse non avrebbe mai voluto. La sensazione diventò percepibile, qualcosa che seppure solo attraverso la vista era tangibile, alle spalle degli shishi c’era il più terribile dei viaggi psichedelici, era come se una porzione d’aria stesse modificando la sua densità formando delle lenti che distorcevano la luce e di conseguenza le immagini, quando Febh gli si avvicinò la distorsione sembrò aumentare, in dimensioni e persino intensità.

    Febh sta indietro…

    Inizialmente fu poco più di un sussurro a mezza voce ma quando questo fece le prime falcate in pompa magna poggiandogli la mano sulla spalla Raizen connesse.

    NO NO NO NO NO!

    Si stava voltando per spingerlo via, in meno di un istante persino le code uscirono dal corpo per poterlo spingere il più lontano possibile, ma non servì, venne portato via, un fumo nero e denso si insinuò tra i due, persino nei suoi occhi fu possibile vedere quella tenebra così densa da essere palpabile cancellare l'otese come se venisse depennato, ma le tenebre non si fermarono a lui...

    HEBIKO!

    Stava ancora compiendo il balzo quando la tenebra lo avvolse, portandolo con se.

    […]

    Non era ne come la tecnica della sostituzione, ne tantomeno come un teletrasporto, quando il fumo venne a contatto con loro avrebbero sentito qualcosa afferrarli molto più a fondo del loro tantien, ed a dirla tutta non sentirono neanche qualcosa stringerglisi attorno, ne vennero come attratti, rapiti come se interrotti all'apice di un'inalazione.
    Quando il terreno gli si poggiò sotto i piedi forse le domande avrebbero faticato a concretizzarsi nella loro mente, interminabili folate di vento spiravano alla loro destra, e mai avrebbero cambiato posizione rendendo complesso orientarsi, spazzava qualsiasi cosa e gli alberi sparuti che li si ergevano faticavano ad opporsi, piegati e sofferenti, quando qualche folata si faceva più intensa o per un attimo cambiava leggermente direzione era possibile sentirne scricchiolare il legno antico.
    Ma oltre quello?
    Il nulla.
    La terra non era solo arida, era polvere, ed il primo fiume che gli fosse capitato davanti sarebbe stato poco più che un solco nel terreno. Il vento li sotto (?) non fischiava, ululava con voce di fuoco e sussurri di tuoni ed oltre agli alberi era l’unico suono che si sentiva, il primo passo permise ai due di saggiare il terreno compatto ma polveroso, quasi tutte le asperità erano state levigate e non rimaneva che polvere e ombre, seppur tenui in quel crepuscolo. L’unica fonte di luce era infatti la luna, la più pallida e grande che avessero mai visto, quasi adagiata sull'orizzonte faceva proiettare agli alberi lunghe ombre, sempre dirette verso di loro, così come il ceruleo satellite che rimaneva fisso, come se fosse il mondo sotto ai loro piedi a spostarsi.
    Iniziando a muoversi si sarebbero accorti di quanto quel luogo fosse sconfinato ma al contempo piccolo, era infatti difficile inquadrare le distanze che raramente seguivano una logica, correre o passeggiare erano azioni del tutto prive di senso se non controproducenti per la sanità mentale. Dopo un tempo ne troppo lungo ne troppo breve l’aria cambiò, o forse la sensazione che questa dava, era come se a quel suono di legno secco che ardeva se ne aggiungesse un altro come di foglie secche, stranamente chiaro, come se il sottofondo del vento fosse stato abbassato di volume. Appena lo percepirono poterono identificarlo ad una decina di metri da loro, ma non si avvicinava minacciosamente, anche perché non poteva esserlo. Sembrava una lanterna di carta che arrancando tra tutti i bitorzoli delle sue pieghe rotolava verso di loro ignorando bellamente il vento che avrebbe dovuto soffiarla via, la sua apparenza mutò quando tutta sola si rizzò.

    Bengiunta.

    Non era una voce ne buona ne cattiva, ma era decisamente strano che una lanterna parlasse.
    Certo che erano in un mondo del tutto sconosciuto, ma non in una delle strambe fantasie di Febh, ed infatti, spiegandosi e gonfiandosi come se qualcuno ci soffiasse dentro quella che capirono essere la pelle di un serpente si gonfiò, scricchiolando come carta vecchia e mostrando l'impronta delle squame di chissà chi. Un evento assai curioso che poteva rapire l’attenzione di Hebiko, ma non certo quella di Febh. Molto probabilmente all'amministratore sarebbero saltati all'occhio i tratti assai caratteristici che comparvero sul volto di dell’amministratrice quando la Muta parlò con lei.


    Ma non fù l’unica cosa che successe, Hebiko infatti sentì un pronunciato fastidio, e non era la prima volta che lo sentiva in vita sua, sembrava quasi come se gli si stesse rivoltando lo stomaco, solo che la sensazione era estesa a tutto il corpo.

    Vogliate seguirmi.

    E la muta, senza parlare ulteriormente si sarebbe mossa, non rotolando come prima ma strisciando, come se avesse in corpo un pò più vita di quanto non ne avesse al suo arrivo, il suo allontanamento inoltre avrebbe acuito la spiacevole sensazione.
    Potevano seguirla?
    Dovevano farlo?
    E perché l’ombra di Febh aveva una coda di lucertola che gli spuntava dal bacino?

    […]

    Girò più volte su se stesso come se cercasse di sorprendere alle sue spalle i nemici che gli avevano rubato da sotto il naso gli alleati, ma per quanto lo facesse non riusciva a vedere ne Febh ne Hebiko: spariti.
    Solo quando il suo cervello iniziò a rassegnarsi sentì il freddo di quel posto, la neve scrocchiare sotto i piedi… Alzò lo sguardo vedendo le montagne di ghiaccio tutto attorno a loro, non serviva troppa immaginazione per capire che lì c’era parecchio freddo, o quantomeno ce ne sarebbe dovuto essere. Stranamente Raizen e per quel che vedeva anche Murasaki e Youkai sembravano affrontare decentemente quel clima, nonostante attorno a loro tutto suggerisse una temperatura a dir poco polare. Cercò di sondare quel mondo con i propri occhi ma oltre la neve che immergeva quel luogo in un perenne inverno non potè vedere nulla se non per una luna quasi opprimente.
    Cercò di comunicare nuovamente con la volpe, giusto per vantarsi del fatto che nonostante avesse chissà quanti anni in meno di lei era riuscito ad avere molte più esperienze, tuttavia non ottenne la risposta che sperava, anzi, per le prime volte non ne ottenne proprio, solamente continuando a punzecchiare quello che ormai era un compagno di vita ottenne una risposta seppur assai più piccata di quanto immaginava. Un problema non da poco, condividere parte di se stessi con un altra mente è un processo mentale che va oltre l’aspettarsi qualcosa, è quasi come parlarsi allo specchio.
    Persino all’esterno sarebbe stato possibile vedere la sua faccia stranita.

    Datemi solo qualche secondo.

    Senza troppe spiegazioni si sarebbe quindi seduto sulla neve, o su un masso qualsiasi se l’avesse trovato più comodo e incrociate le gambe si sarebbe chiuso in una meditazione profonda, cosa decisamente strana per l'Hokage che conoscevano, eppure in pochi secondi riuscì a restare totalmente immobile apparendo del tutto estraneo a quel mondo.  Youkai e Murasaki avrebbero potuto notare che la sua posa era leggermente diversa dalla tipica meditazione, neanche lui ne sapeva la ragione, era stata la volpe stessa ad insegnargliela in quanto identica a quella che lei usava per recuperare le forze quando necessario. Dal giorno in cui gli venne trasmessa i due usarono sempre la posa per raggiungere uno stadio superiore di connessione, l’intento di Raizen era ben chiaro: avere un indizio in più su cosa stesse succedendo.
    Se il mondo infatti gridava a gran voce Freddo e lui sentiva al massimo Freddino c’era qualcosa che non quadrava, e se la volpe gli appariva così distante quel qualcosa era più preoccupante, il suo sospetto infatti era che quella distorsione vista poco prima si fosse trasformata in una porta e quello che li aveva assorbiti li aveva trascinati niente meno che in un angolo di inferno, ciò che non capiva era come mai ne aveva quella percezione parziale, forse perché ancora in vita e più che morto semplicemente separato dal suo corpo?
    La volpe infatti gli aveva detto di non poter morire, che fosse rimasta lontana da lui per quella ragione?
    Si sentiva infatti fuori posto, come in quei racconti dove le anime travagliate si attardano sul mondo dei vivi perdendo lentamente ogni ricordo e sensazione, se avesse funzionato e fosse riuscito a stabilire un contatto con la volpe il passo successivo sarebbe stato chiederle di assorbire un po' del chakra che aveva attorno, azione pericolosa, ma non quanto quella che avrebbe tentato di lì a breve se quel metodo non avesse prodotto risultati.

    Quindi dici che questa è... l’oltretomba?

    Youkai che già c’era stato confermò i suoi timori, ma non ricevette probabilmente la risposta che si aspettava.

    Youkai a volte perdi decisamente di vista il problema.
    Siamo.
    Al.
    Maledetto.
    Inferno.


    Scandì bene ogni parola.

    Una cosa che generalmente i vivi vogliono evitare, e per un ottima ragione: è impossibile tornare indietro.

    Ed a proposito di morti attorno a loro qualcuno c’era, interagirci però non sembrava semplice, proprio come per il freddo infatti sembrava che stessero su due piani differenti, magari però poteva trovare un punto di incontro, visto che effettivamente erano li presenti perché non fare un tentativo?
    Il più vicino a lui tentava inutilmente di fare un buco nel ghiaccio per pescare, e visto che proprio non poteva aiutare il poveretto che tentava di intrecciare i cestini decise di aiutare lui, in modo da vedere se le interazioni con l'ambiente fossero particolari.
    Caricò un discreto pugno, e non sapendo quanto il ghiaccio era spesso lo caricò parecchio[For + 8 + Tocco distruttivo superiore (potenza contro oggetti 80) + Manipolazione della natura danno x3 ] , con l’intento di fare un bel buco preciso, eventualmente poco più grande della sua mano. Se l’anima aveva ancora una parvenza di umanità forse avrebbe potuto ringraziare ed in quel caso dargli prova che un interazione poteva esserci, cosa che l’avrebbe portato a chiedere con cortesia una semplice indicazione: la posizione di Amesoko. Se avesse notato interesse da parte dell'anima ma impossibilità di comprensione avrebbe chiesto il supporto di Youkai.

    Te puoi estrarre l'anima no?
    Magari ci riesci a parlargli, prova.


    In caso contrario avrebbe semplicemente osservato cosa avrebbe causato il suo gesto, stando ben attento a non finire dentro il fiume gelido, non voleva tirare troppo la corda, ed un fiume gelato poteva essere un discreto problema.
    Se invece grazie alla meditazione fosse riuscito a proiettarsi oltre quel luogo e stabilire un contatto con la volpe la sua richiesta sarebbe stata assai diversa dal solito.

    Questo è un luogo Kurama, un luogo fisico.
    Ma non sono troppo certo di essere arrivato qui col mio corpo.
    Se Amesoko è qui sotto questo luogo potrebbe essere meno vasto di ciò che sembra, non un vero e proprio mondo, ma un luogo della mente in cui solo lo spirito soddisfacendo una condizione può accedere, o per meglio dire Percepirlo.
    Se Ogen ha detto il giusto Amesoko è qui, nell'esatto punto in cui noi abbiamo varcato la soglia.
    Se assomiglia a suo fratello lui sa cosa accade in ogni centimetro quadro di questo gigantesco scantinato e guarda costantemente a noi come Tenchou guarda agli eventi della terra.
    Ma è pur sempre un re, ed io temo dovrò essere molto maleducato, se le sole parole non verranno ascoltate avrò bisogno di tutto ciò che puoi darmi in un unica volta, portare una creatura dove non vuole essere portata, soprattutto di questa entità non è semplice, quindi lascia stare il fisico, voglio chakra da canalizzare, se necessario ne scambierò più del solito.


    Non sapeva quanta influenza poteva avere una creatura simile in quel luogo, e soprattutto quanto pericoloso potesse essere se le sua capacità potevano influire sull'anima in un luogo in cui queste erano particolarmente esposte, un passo falso equivaleva a piazzarsi la falce sopra il collo. In realtà evocare il drago non era che un passo per trovare ciò che realmente cercava, ed era un passo che non voleva potesse mettere in pericolo i due genin, cosa che apriva ad un dilemma, per quanta esperienza Raizen avesse sulle spalle infatti era difficile valutare qualsiasi tipologia di rischio, erano nel regno dei morti e tutto dava l'impressione che esistessero delle mezze misure: un errore, che forse già avevano compiuto arrivando li sotto, significava morte certa. Come poteva dunque esser certo di non coinvolgerli nelle eventuali rappresaglie del drago?
    Certo l’evocazione l’avrebbe limitato, ma nulla gli avrebbe impedito di pareggiarsi e farsi beffe del moscerino che era dentro al mondo che lui comandava. Mentre rifletteva i due fecero rapporto distogliendolo dai suoi pensieri.

    Nel nulla più totale che è questo luogo gli unici appigli che ci impediscono di vagare come anime perse sono unicamente quelli…

    Ma poteva lasciare che si dirigessero da soli verso di essi?
    Seppure volesse metterli al sicuro questo significava rinunciare a capire cosa stesse succedendo li sotto, e sapeva che in quel frangente comprendere veniva prima di qualsiasi cosa. Lui fino a quel momento aveva un unica informazione certa, sapeva che Amesoko era lì e forse proprio da quello doveva partire. Aveva le mani ferme, pronte a toccarsi per compiere un sigillo, ma restava estremamente indeciso.

    … aspettiamo un secondo, voglio solo provare una cosa e non ci vorrà tanto, intanto Murasaki puoi accertarti che quella persona sia effettivamente morta?
    Potrebbe nascondere il suo chakra è vero, ma mi parrebbe strano.


    Non poteva lasciarli da soli, e neanche tenerli vicino a lui in quel caso era l’idea migliore, cosa fare dunque?
    Fidarsi ciecamente e lasciare due genin da soli nel regno dei morti oppure prendersi tutto il peso delle proprie azioni e proteggerli qualora queste li danneggiassero?
    Proprio nel regno dei morti però si accorse che un tempo aveva chiesto un consiglio e che ora lo stava ignorando, non era difficile leggergli in viso quelle emozioni e i due ninja avrebbero notato che la faccia in un primo momento dubbiosa si era fatta più decisa.

    Anzi.
    Uno a destra e l’altro a sinistra.
    Mi raccomando, dovete essere prudenti, usate la trasformazione per mimetizzarvi e avvicinatevi con cautela, cercate di capire cosa sta succedendo e soltanto dopo agite.
    Pensate, la prudenza è l'arma più forte che avete insieme al cervello.


    E nel dare il consiglio guardò Youkai che aveva dovuto fermare poco prima prendendolo per la collottola.

    Cercherò di raggiungervi al più presto, dovrei farcela, anche se penso che questo possa rendere i sovrani di questo mondo… contrariati.
    Se non vi sentite sicuri potete andare in due, ma deciderete voi dove.


    Appena i due si fossero allontanati, si sarebbe seduto in attesa.

    Ti sto aspettando Amesoko, drago del Nadir.
    So che puoi sentirmi, ho bisogno del tuo aiuto per la vendicare i tuoi simili e portare qui sotto chi cerca di sovvertire l’ordine naturale delle cose.


    Dopotutto, chi più di Hayate poteva stare antipatico alla creatura che vigilava sul ciclo delle anime?
    Avrebbe dunque aspettato, portando una discreta pazienza ma di sicuro non intenzionato ad attendere per l’eternità, Murasaki gli aveva detto più o meno a quanto distavano gli obiettivi e decise che prima di mostrare quanto faceva sul serio avrebbe dato ai due il tempo di arrivare ai loro obiettivi, un lasso di tempo abbastanza casuale in realtà che tuttavia avrebbe passato placidamente a braccia conserte e capo chino, continuando a meditare.

     
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    Nella bocca dell'Inferno


    II




    La rossa ghignò estremamente soddisfatta nel vedere lo Yakushi punto nell'orgoglio. Quello cercò di spostare immediatamente l'argomento su altro, borbottando qualcosa sui coltelli e sulle donne. Beh ha ragione, voi uomini siete così rozzi, siete solo in grado di prendere il bastone di ferro più grosso che riuscite a trovare e sbatterlo in giro, sperando di colpire qualcosa. Osservò Raizen, poi Febh. Però scommetto che tu i coltelli li sai usare. E dopo avergli dato dell'effemminato, questo era già pronto a vendicarsi (involontariamente) seguendo il discorso di Raizen e pugnalandola metaforicamente. Hebiko ringhiò con furia, colpendogli il fianco con un pugno. Non mi addestri a modo, e sono comunque tra le migliori scelte di Oto!! Sbuffò, innervosita. Le cose non sembrarono migliorare quando nominò il loro pessimo addestramento, ed in un lampo gli avvolse le braccia al busto, rovesciandosi su te stessa e facendogli sbattere la testa per terra in una elegante mossa di wrestling. Nessuna delle sue offese gli avrebbe mai fatto davvero del male, entrambi lo sapevano bene. Ma spesso un gesto vale più di mille parole, soprattutto con qualcuno che non ti ascolta.


    I due otesi rimasero distanti, assistendo alla patetica scena del gigantesco Hokage costretto a sgridare dei ragazzini. Febh tuttavia sembrava affine alla loro follia. Hebiko roteò gli occhi, dell'idea opposta. Bah! Io lo vedo più come un cretino. Un cretino pericoloso. Non le piaceva quel portale, per niente. E l'idea che per colpa di un konohaniano qualcosa di terribile potesse scatenarsi sul continente non le permetteva di vederlo come "interessante".

    RIdacchiò di gusto sentendolo offeso per la sua descrizione. Ma naturalmente lo Yakushi non gliel'avrebbe lasciata vinta, oh no. La sua affermazione la fece arrossire di colpo, spingendolo di lato con entrambe le mani. Sembrava stesse sudando freddo. Ma che- Ma ti pare- Ancora non- ...SILENZIO! Sembrava ridacchiare nervosa, per niente abituata all'idea e per niente pronta. Fortunatamente c'era qualcosa di più grande di un'elezione a distrarli.

    Febh sembrava avesse fretta di andarsene. Non la solita fretta annoiata, o quella di quando la loro telenovela preferita stava per iniziare. Era la fretta di andarsene da qualcosa di più terribile di lui stesso. Hebiko non potè non notarlo, ma non gli diede peso. Forse qualcosa di così sconosciuto lo turbava più del dovuto. Porta pazienza, torneremo a casa presto. Non possiamo di certo lasciare che quella... cosa resti aperta e liberi chissà cosa contro di noi. Meglio prevenire che curare. Doveva farsi coraggio anche per lui. Ma la "cosa" non aveva intenzione di uscire. Voleva loro.


    Non fu chiaro cosa accadde. Lo Yakushi si avvicinò a Raizen, insistendo per andarsene, ed il loro contatto fece precipitare tutto. Nonostante i tentativi dell'Hokage di allontanarlo, il loro contatto scatenò qualcosa, attivando del tutto il portale: le tenebre li avvolsero, annebbiando la loro vista. Hebiko sussultò, sforzandosi di mantenere la lucidità per aggrapparsi ai due Jonin, ma più allungava le braccia, meno sembrava di essere in grado di raggiungerli, nonostante Febh fosse a poco più di un metro da lei prima dell'oscurità. Il grido del Colosso arrivò alle sue orecchie, ma nell'aprire la bocca per chiamarlo a gran voce si sentì come soffocare, trascinata con forza.

    Non appena l'oscurità svanì, la Vipera si ritrovò in un'ambiente non troppo diverso, ma molto più desolato del precedente. Il vento regnava sovrano, facendo scricchiolare la morente vegetazione tutt'intorno a lei. Inspirò, sempre più velocemente, voltandosi per cercare gli altri. Febh era poco lontano, e fu in grado di raggiungerlo con un paio di falcate. Febh!? In preda alla confusione, come prima cosa si aggrappò al suo braccio, chiaramente intenzionata a restarvi legata. Tu lo stavi toccando. Si voltò, guardandosi attorno nervosamente. Dov'è Raizen?? Non una vera accusa, ma il suo tono di voce era cambiato. L'ansia crescente la rese irrequieta. Più si concentrava sull'ambiente che li circondava, più ne notave le stranezze, restandone inquietata. Il rumore del vento, così insolito per il suo elemento, le ombre che seguivano loro, invece della "naturale" luce della luna, stranamente più grande del normale. Dove... Dove siamo noi...? Ringraziava il fatto di non essere da sola.

    Restarsene lì fermi era inutile. Nonostante fosse completamente persa, incapace di spiegarsi tutti quei fenomeni, sapeva che non avevano altra scelta. Andiamo. Magari gli altri sono finiti più distanti. Dobbiamo riuscire a riunirci. Ed iniziarono ad incamminarsi verso... una direzione qualsiasi, se Febh non avesse avuto idee migliori. Hebiko sapeva bene come trovare l'orientamento, di solito. Tutto era così confuso che, passo dopo passo, la si sentiva borbottare Non ha senso. Tutto questo non ha senso. Non c'erano stelle visibili, non c'era muschio, non era nemmeno in grado di capire da quale direzione stesse arrivando il vento, sembrava ruotasse a seconda di come lei stessa si spostava. Man mano che proseguivano, ripensò nuovamente al commento di Febh sul ragazzino, e dopo che la sua mano strinse il braccio del consigliere, scoppiò: Interessante!! Interessante, dicevi!? Quel maledetto beota di interessante ha solo la sua follia! Ed è pericolosa!! Nonostante detestasse i contatti fisici, quello era necessario. Chiunque attorno a lei era appena scomparso. Non poteva certo permettere che gli sfuggisse anche lui.

    Continuava a guardarsi attorno, nervosa. Dovevamo lasciarlo lì! Cosa sarà mai, uno o due konohaniani in meno! Qualsiasi accenno sul fatto che anche Raizen, suo fidanzato, fosse niente di meno che il konohaniano per eccellenza, l'avrebbe fatta esplodere una seconda volta. LUI E' DIVERSO!! Non ragiona come uno di quei fogliosi beoti! Dopotutto ha imparato tutto da te, certo che è diverso. E NONOSTANTE TUTTO E' MENO STUPIDO DEI FOGLIOSI!! Nuovamente, un celato accenno alle capacità facoltative di Febh, perlomeno quando era rilassato. Chissà come si sarebbe sentito in quel luogo.

    Dopo chissà quanto tempo effettivo di camminata, qualcosa attirò la loro attenzione. Attirati da un nuovo rumore, come di foglie secche (che si stessero avvicinando alla zona autunnale di quel luogo sperduto?), poterono notare una lanterna rotta. Per Hebiko quello era un buon segno. Ah!! C'è una civiltà da queste parti! Come a volerle dar torto, la "lanterna", dopo essersi avvicinata al suo, si... innalzò a loro. La Vipera si irrigidì, soprattutto quando la cosa, che riconobbe essere la muta di un serpente, o perlomeno di qualcosa con le scaglie, le parlò. Strinse i denti, emettendo un fastidioso stridio, avvolgendo entrambe le braccia al corpo dello Yakushi. Hnnnnnnnnngh... Perchè le cose disgustose capitano tutte a me... Iniziò a percepire il voltastomaco. Era strano che un qualcosa di così familiare (dopotutto faceva la muta abbastanza spesso) le provocasse un simile fastidio. Non diede troppo peso alla cosa, forse sentir parlare una muta era davvero troppo. Eppure, quando questa chiese loro di seguirli, iniziando ad allontanarsi, il fastidio sembrò peggiorare, sentendosi come se tutto il suo corpo si stesse contorcendo infastidito. Sarebbe sbiancata, più del solito. Hnf... Mi viene da vomitare. ...Temo che non abbiamo altra scelta. Si voltò verso lo Yakushi, sperando che avesse un'idea migliore, ma aveva poche speranze.

    Seguendo la muta, sentì che la spiacevole sensazione si affievolì. La cosa non le piacque per niente. Senti qua, scarto di pelle, potresti dirci qualcosa di più su questo posto? E magari su di te? Perchè dovremmo seguirti? Ignorò il fatto che la stessero già seguendo. Poteva sempre inventarsi che quella era proprio la direzione in cui volevano andare anche loro. Nella sua testa suonava come un'ottima scusa.

    Le stranezze però non sembravano voler finire. L'occhio le cadde sull'ombra del suo compagno, notando qualcosa di troppo. Strinse gli occhi, iniziando a credere che quella bizzarra nausea le stesse dando le allucinazioni. Huh. Hai portato Ssalar?
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Hell's Bells


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    Il gelo di quel mondo così innaturale era qualcosa che non scalfiva il corpo vivente dell'Hokage e dei suoi accompagnatori, ma certamente Youkai avrebbe avvertito quanto era profondo e pericoloso per chi viveva di solo spirito, se solo avesse osato separare la sua anima dal corpo. In ogni caso, appellandosi a un vecchio suggerimento di fatto mai messo in atto, Raizen decise di lasciare che i suoi sottoposti affrontassero le loro battaglie, anche se questo li esponeva a un rischio. Essere una mamma chioccia, per quanto brusca e impicciona (come lo avrebbe definito Yato) lo avrebbe fatto arrivare solo fino a un certo punto come leader. Essere Kage era tutt'altra cosa.

    Mandati in esplorazione i due shinobi, si focalizzò su sè stesso e sul rapporto con la volpe che appariva assai distante, come se il loro rapporto fosse tornato indietro di anni, quasi si fossero appena conosciuti. La meditazione appresa nel tempo gli permetteva di entrare rapidamente in comunione con la creatura leggendaria che ospitava nel suo corpo, legata a doppio filo con la sua stessa anima. E l'anima, l'essenza e la consapevolezza di essere, in un posto come l'oltretomba, è qualcosa che è bene non sottovalutare mai. Certamente non si aspettava di trovarsi al cospetto di Kurama in un modo completamente diverso da quello abituale...la volpe stessa era completamente nera e nei suoi occhi si leggeva solo ostilità, pur non avendolo rifiutato nè aggredito in alcun modo.

    Certo che questo è un luogo fisico. Ma al contempo non lo è. Se tu ci entri e sei fisico, allora sicuramente è un luogo fisico. Tu definisci ciò che hai intorno, non il contrario. Replicò bruscamente, con tono scocciato e scostante. Non sei il più sveglio che poteva trovare, vero? Vedi di levarti di torno in fretta e tornartene da dove sei venuto. Borbottò come un vecchio irritato, accovacciandosi e mettendo a riposo le code, ma mantenendo uno sguardo di sbieco verso il ninja in quel loro mondo interiore. Tutto era diverso, più cupo e malevolo, ostile, in quella comunione mentale. Non ho altro da dirti, non ho idea di chi sia Ogen e francamente non ho nulla da fare con quello che è rimasto fuori da qui. Tu però sei qua col tuo intero corpo come quegli altri due idioti con cui ti accompagni. Se ci sarà da combattere e vorrai chakra prendilo, a me non importa. Un cambiamento fin troppo radicale per avere senso.

    Sarebbe stata la volpe stessa a chiarire la situazione se l'Hokage avesse avanzato delle richieste di spiegazioni, interrompendolo poco prima della fine della frase. Esatto, RA-I-ZEN. Non sono il TUO Kurama coccolone e non mi importa di esserlo. Ero qui tranquillo a farmi i fatti miei quando all'improvviso mi sono ritrovato dentro di te. Non pensare che mi faccia piacere. Prima ti levi di torno e meglio sarà per me. Io sono Kurama, ma non il tuo. Sono un suo frammento, quasi interamente composto dallo Yin del suo chakra e sinceramente non so come io sia finito dentro di te. Mi ripugni un pò e non ho alcuna intenzione di fare l'amico solo perchè sei in buoni rapporti con l'altro me. Ti tollererò finchè serve. Con un artiglio fece un gesto come a voler disperdere del fumo. E non stare a cercare chakra ambientale: siamo all'inferno e il chakra è energia vitale. Niente vita qui...qualunque cosa supporti gli esseri che sono qui, se non vengono da fuori, di sicuro non è chakra, non nel senso che conosci tu. Quanto ad Amesoko...non mi è simpatico e non so dirti nulla di lui, non bado troppo alla sua ingombrante presenza. Addio. E con quella parola avrebbe spezzato il collegamento, rifiutando per il momento ulteriori contatti, se non per fornire supporto in battaglia.

    Forse ancora spiazzato dal cambiamento improvviso della sua situazione (anche se non sembrava inficiare le sue capacità), Raizen si sarebbe rivolto altrove...ma dove poteva trovarsi il SUO Kurama? Che fosse rimasto all'esterno? E in quale contenitore se il suo corpo fisico era all'inferno? Quella situazione poteva degenerare in qualcosa di terribile e al momento non poteva farci assolutamente niente! Concentrandosi sul momento presente (per quanto nell'oltretomba il concetto di tempo fosse tutt'altro che solido) Raizen decise di rivolgere la sua attenzione a una delle anime sfocate che stavano cercando invano di fare "qualcosa" in quello scenario ghiacciato e da brividi. Aiutò il pescatore spaccando quel tanto di ghiaccio che serviva per permettergli di pescare.

    Quello fece un cenno del capo in segno di ringraziamento. Ringrazio per l'aiuto. Disse con voce distante e monotona, quasi come se non avesse un preciso punto di origine, quindi iniziò a pescare immergendo la lenza nell'acqua. Evidentemente nessun pesce nuotava sotto la lastra di ghiaccio ma la cosa non pareva interessargli, anche se si fece un poco più definito, apparendo per una frazione di secondo come una sagoma con dei lineamenti, sebbene nera, invece che un'ombra a malapena umanoide. Il ghiaccio, va detto, cominciava già a rinsaldarsi, tanto era il freddo, e in poche ore sarebbe tornato a chiudere il foro, ma l'entità non ci badava. Alle domande su Amesoko parve confusa. Amesoko? Inclinò il capo. Non so cosa sia. Una mano con un cenno indicò l'intero ambiente. Qui siamo dove la strega vuole che siamo. E' la strega a comandare. Ma non sapeva indicare dove fosse la strega o perchè, limitandosi, alla domanda, a indicare l'intero circondario. Tornò a pescare, e a quel punto avrebbe smesso di rispondere. Dopo qualche istante di silenzio, tuttavia, ebbe la chiara sensazione di qualcosa che si muoveva nella parete di ghiaccio che costituiva il bordo di quella landa desolata, a parecchie centinaia di metri. Non era uno degli spiriti dall'aspetto confuso e nemmeno si trattava di qualcosa di preciso...era più come se l'aspetto traslucido del ghiaccio fosse divenuto traslucido in maniera diversa in un'ampia porzione per un breve periodo, e che quella porzione si fosse spostata. Poteva essere Amesoko come non esserlo.

    Poco dopo l'Hokage pronunciò il nome del grande Drago del Nadir, quasi a mò di provocazione, di sfida, con il tono di chi pensa di avere in mano tutte le carte. Ma si ritrovò solo con un pugno di mosche e l'aria frizzante sotto quella luna placida. Mentre i suoi ninja erano intenti nella loro indagine, cosa avrebbe fatto lui?
    [Other Side]
    Tutto ciò che poteva essere lo scherzo, lo scambio di battute pungenti o frecciatine, così come i commenti su quegli strani cani-leoni che pensavano di poter essere in qualche modo fonte di intimidazione passò rapidamente in secondo piano, come anche i commenti di Hebiko, quando quella strana anomalia esplose di colpo avvolgendoli tutti. Febh percepì chiaramente la mano venire strappata via dalla spalla di Raizen così come la chiara e assoluta certezza di QUALCOSA che lo chiamava in una direzione in cui assolutamente non voleva andare.

    Realizzò dove si trovava quando la luce della luna illuminò la zona intorno a lui. Alberi. Alberi che non avevano senso in un terreno tanto arido da trasformare un fiume in una distesa di polvere. E un terreno polveroso che non aveva senso con quel vento che ululava tra gli alberi come ad annunciare una tempesta che si avvicina o che se ne va...sempre che non fossero nell'occhio del ciclone ma anche là...perchè la polvere non volava? Non mi piace per nulla... Borbottò lo Yakushi, improvvisamente meno arrogante del solito e anzi con un barlume di preoccupazione non dissimile da quello di poco prima dell'incidente: era spaventato, e non era abituato a esserlo. La paura doveva essere il combustibile per raggiungere uno scopo ma là sentiva solo quella sensazione aliena e contemporaneamente di vicinanza che non gli dava pace.

    Cercò inutilmente di darsi un contegno e localizzare un punto di riferimento, un punto cardinale...qualcosa. Qualunque cosa! Ma quella luna pareva ferma e immutabile così come le ombre anche dopo averle osservate per qualche tempo, e tutto intorno tutto era uguale. temeva che anche salendo sulla cima di un albero e guardandosi attorno avrebbe solo continuato a percepire aridità e vegetazioni in ogni direzione...sempre che la parola direzione avesse senso. Fu Hebiko a scuoterlo da quella sorta di ganascia che gli stava lentamente stringendo lo stomaco, anche se sobbalzò lanciando un urletto isterico quando lei urlò il suo nome avvicinandosi. KYAAAAH!!! Chissà, forse anche lei avrebbe urlato nel vedere lui che urlava, ma almeno la scarica di adrenalina gli diede modo di riprendere a pensare e percepire sè stesso...la propriocezione era attiva. Era sano, illeso, nessuna sostanza anomala, un pelo tachicardico, adrenalina a mille. Il suo corpo era là. NON...FARLO...MAI...PIU'! Questo posto mi mette i brividi già da solo! Disse senza alcuna voglia di scherzare.

    Lei si era aggrappata al suo braccio con forza e anche se la cosa era fastidiosa Febh appariva francamente turbato e del tutto interessato a mantenere il contatto umano. Toccando? Chi? Quella cercava Raizen...in effetti quel buo ottuso non era da quelle parti. Non...non lo so, lo spostamento d'aria ci ha separato...che poi non sono convinto che fosse aria. O che fosse uno spostamento...ma che ti frega del Pivello? E noi? Magari quello è rimasto là con i cani-leoni e quei due cretini di Konoha! Lei parve realizzare in quel momento la propria condizione, ma Febh non aveva risposte a quella domanda. Beh...un posto che ha a che fare con l'aldilà. Una specie di anomalia, o un varco, che esplode e ci avvolge. Io sospetto che siamo dove nessuno vorrebbe mai essere. E no, non parlo del bagno dell'Hungry Bug. Per quanto, ironia della sorte, anche là ci fosse un varco per il mondo dei morti, ma decisamente meno gradevole...fortunatamente nessuno lo sapeva tranne qualche malcapitato cliente che aveva premuto troppe volte di fila lo sciacquone e di cui non si era più saputo nulla.

    Annuì quando lei propose di spostarsi. Si...anche se ho come la sensazione che fare due passi o cento chilometri non cambierebbe granchè...sono molto confuso. E' come se fossi già stato qui e sapessi come funziona, ma non me lo ricordassi...come se intuissi qualcosa ma non ci arrivo, ma nonostante questo mi spaventa. Lo aveva persino ammesso! Ed era pallido e sudato, scena decisamente preoccupante. Una specie di sogno premonitore, ma a occhi aperti...non lo so. Comunque spostiamoci, si. In effetti camminare fu abbastanza inutile. Lo scenario non cambiava e gli alberi parevano sempre gli stessi. Si stavano muovendo, sicuramente, ma la luna e le ombre restavano uguali, e non c'era differenza nel paesaggio. Poichè nell'oltretomba la percezione soggettiva è importante, il loro sentirsi smarriti ovviamente contribuiva a renderli smarriti, loro malgrado. Ma forse col tempo avrebbero imparato come funzionava da quelle parti. Sul mollare tutti i fogliosi e pensare alla nostra pelle per ora sono più che daccordo. Bue ottuso incluso. Ma come abbiamo fatto a farci convincere a venire qui? L'arriga difensiva e decisamente fuori luogo sull'Hokage gli fece battere le palpebre due o tre volte in preda alla perplessità, ma poi fece spallucce. Immagino che il livello dei fogliosi sia miseramente basso se lui è tra i più svegli...per quanto ne sappiamo è stata la sua stupida batteria pelosa a precipitarci qui. Il bue dava spesso del cornuto all'asino quando si trattava di Febh. E ovviamente ignorò il messaggio celato tra le parole della ragazza.

    L'arrivo di qualcosa da poco distante, dopo una sensazione di cambiamento, fu evidentemente un segnale d'allarme che mise entrambi i ninja sul chi vive. Quella specie di lanterna luminosa catalizzò la loro attenzione e mise (si perdoni la battuta vista l'ambientazione) sul chi vive lo Yakushi, pronto a scatenare un jutsu di potenza immane al minimo accenno di ostilità. Poi alla preparazione fece seguito una smorfia sgradevole. Quella cosa è...una pelle di serpente? Si voltò verso Hebiko, sicuramente più ferrata di lui a riguardo, sbiancando quando vide gli occhi da rettile e l'espressione che era stata di Orochimaru, a conti fatti suo mortale nemico. Ma non la lasciò andare, per quanto si sarebbe certo irrigidito. Se prima non mi piaceva ora sono sul punto di radere al suolo questo posto. Un Kunai guizzò tra le sue mani al solo scopo di mostrare a Hebiko il suo riflesso. QUESTO non è normale. Non era sotto controllo il tuo frammento? Anche il malessere di lei era decisamente fuori posto. Poi il Kunai venne puntato verso la Muta che li invitava a seguirla. Siamo nel posto dove risiede l'anima di Orochimaru? O quel che ne resta, perlomeno? Questa la sua unica domanda...ma anche se non avessero avuto risposta probabilmente avrebbero finito per seguire quella "cosa", anche se con la massima cautela. Non ho intenzione di richiamare Ssalar o altre lucertole qui, potrebbero restarci bloccate, non sappiamo come funzioni lo spazio/tempo qua e io sono il miglior evocatore di sempre...ma ho qualcosa che potrebbe essere molto pericoloso per chiunque viva qui. O almeno credo. Non badò alla sua ombra, era troppo concentrato sulla Muta e sul guardarsi intorno casomai ci fossero attacchi improvvisi.
     
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    Nel Regno dei Morti


    III



    Il gruppetto era destinato a separarsi. Il portale, scatenato da chissà cosa, emetté una terribile energia, trascinando con sè gli shinobi davanti ad esso. Se i jonin avevano a malapena il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo, pur senza speranza di reagire, i due genin a stento ebbero il tempo di iniziare un grido che venne soffocato immediatamente.


    L'arrivo (se così si poteva chiamare, sembrava fossero stati catapultati in quell'ambiente come un sogno) non fu traumatico: davanti a loro vi era un mondo di ghiaccio, completamente bianco, sporcato solo dalle scure cortecce degli alberi. La sensazione che Youkai percepiva era quasi familiare, aiutandolo a capire che sì, nonostante l'ambiente fosse ben diverso dalla macchia nera in cui era stato catapultato la prima volta, quello era l'aldilà. E per lui, che tanto sperava di arrivarci, quell'ambiente nevoso risultava stranamente accogliente. L'alone di mistero e inquietudine che li avvolgeva veniva visto dal rosso come un'atmosfera più mistica che inquietante, che nascondeva gelosamente le risposte che tanto cercava. Dal suo volto era facile leggerne una certa eccitazione, dimenticando il vero problema che assillava tutto il gruppo: come sarebbero tornati a casa?

    L'Hokage gli avrebbe ben presto ricordato la gravità della situazione. Alla sua domanda retorica, il giovane rispose eccitato: E' un po' diverso dalla prima volta, ma sento che ci siamo! Forse da qualche parte potrò trova- La brusca interruzione di Raizen gli fece percepire tutto il gelo che quell'ambiente non aveva. Si irrigidì, facendosi piccolo. Ma ancora aveva un barlume di speranza. Era già uscito, una volta. Anche se le condizioni erano differenti. So-Sono sicuro che la signora Morte ci farà uscire da qui... Dobbiamo solo trovarla. Forse, la strega che poco più tardi avrebbe citato il pescatore, era proprio la persona che stavano cercando. Ma Youkai sarebbe stato già lontano in quel momento, stava a Raizen ragionarci sopra.

    Mentre l'Hokage interagiva con la prima delle anime lì attorno, Il rosso si fece guidare dall'istinto. Ed esso lo portò a concentrarsi sull'anima più simile a lui lì in mezzo: tra tutti era la persona che vedeva più definita, e non era sicuro se quella visione fosse condivisa anche dagli altri, o se fosse il suo istinto che gli diceva "ecco, è lui che stai cercando". Come una falena davanti ad una lampada, il genin si fece strada nella nebbia fino ad arrivare a quello che, nel mondo dei vivi, sarebbe ormai un freddo cadavere. Gli si avvicinò quieto, con le braccia dietro la schiena, per nulla intimorito. Salve. mugolò, incerto. Ha bisogno di una mano per scendere? Dopotutto, in quel luogo impiccarsi era solo uno scomodo modo per passare il tempo. Sperando in una risposta, che fosse positiva o negativa, si sarebbe presentato. Io sono Youkai! Io e i miei amici siamo finiti qui per sbaglio. Conosci la signora Morte? Una donna alta, vestita di nero... L'ho incontrata la prima volta che sono finito qui. Ah, e se non disturbo... si fece più quieto, quasi temesse che Raizen, ormai ben distante, potesse sentirlo: ...non è che saprebbe dirmi se qui in giro c'è qualche Uzumaki? Era arrivato fin lì, non valeva la pena andarsene senza ricavare almeno qualche informazione. Lui stesso, dal colorito dei capelli, poteva benissimo far parte del clan.
     
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    Hell Fantasia


    IV







    Entrare nella dimensione della volpe lo riportò indietro di qualche anno, la presenza del demone era ingombrante come non lo era da tempo, e fu proprio quello a colpirlo prima che la sua apparenza, e proprio come le regole che la volpe avrebbe enunciato poco dopo era probabile che proprio quella sensazione ostile aveva dato vita a quell’immagine del demone.
    Ne sarebbe stato intimorito se non conoscesse le regole di quel luogo quanto e più del demone stesso.

    Andarmene?
    Sei qui accovacciato da un centinaio di anni, grasso, lento e allenato solo a sprimacciarti le code, apro la finestra in questo scantinato che sa di ramen precotto per far cambiare l’aria e cerchi di cacciarmi?


    Una vecchia scintilla si accese negli occhi di Raizen, spentasi quando credette che il legame con Kurama fosse il potere più grande al quale potesse ambire, certo poi con l’esperienza sarebbe maturato ulteriormente, ma avere altra materia prima era cosa ben diversa. Sapeva grazie alla storia dei suoi predecessori che la volpe era stata divisa dal quarto, ma fino a quel momento non credeva certo che avrebbe mai avuto la possibilità di riunire quelle parti visto che erano state poste in piani dell’esistenza differenti.
    Raizen non era certo un uomo alla ricerca di potere, non più, trovava quello in suo possesso sufficiente a proteggere il suo mondo: il villaggio, Hebiko e le persone a lui care, certo era pur sempre un cannone che poteva mancare il bersaglio, ma ciò che aveva era sufficiente ad allontanare quel vecchio spettro egoista.
    Ma poter riunire le due parti di Kurama era ben altra cosa, tante, troppe strade e ambizioni confluivano in quell’opportunità: rimettere in equilibrio l’anima della volpe non era certamente da ultima, era in debito col demone, non soltanto per il potere che gli concedeva ma anche della promessa di rendergli la libertà, ed odiava sentirsi in debito.
    Poter spostare il traguardo più lontano gli permetteva di contrastare con l’intraprendenza quel fare passivo aggressivo della volpe, d’improvviso quel viaggio agli inferi che pensava come una noiosa partita a scacchi si trasformò in qualcosa di più fluido e dinamico.

    Mettiti nell’ordine di idee di alzare il culo, la vacanza è finita.
    Iniziamo col chiarire perch…!


    Ma Kurama non era poi cambiata troppo e sbottò come suo solito, un copione che lo fece sorridere visto che per lui era come ripercorrere a ritroso i suoi stessi passi.

    Strano però, dalla parte nera mi sarei aspettato di peggio, ma immagino che non tutto possa essere definito da due colori così netti.
    Lo yang li fuori era molto distante dall’essere il Positivo.
    E tu, ora che ricordo… sei molto lontano dall’essere la parte che era sigillata dentro il settimo.


    Stava per chiedere delucidazioni in merito visto che per quanto ne sapeva proprio la parte che stava li sotto doveva essere quella presente nel piano dei vivi ma quella già alzava il dito in un modo che non gli piaceva affatto, segno che aveva tempo solo per un ultima interazione.

    Dimmi solo come è o era questo mondo ai tuoi occhi.

    Che rispondesse o meno, tornò a se stesso con poche parole.

    Starò qui sotto anche se non a lungo, avrai del tempo per pensare: vuoi restare in questa landa desolata o sfruttare questo biglietto omaggio per uscire da qui?
    Non sono una cima, è vero, ma a lungo andare sono sopportabile, pensaci.


    La vera domanda, assorbita dalla velocità di quello scambio, era: dove stava l’altra metà di Kurama?
    La sua vita era certamente salva grazie alla sostituzione equa tra le due metà, ma seppure si fidasse della metà ora libera di scorrazzare per il continente non si fidava sicuramente di chi poteva metterci sopra le mani, se privarlo della sua volpe durante il passaggio da un piano all’altro poteva essere qualcosa di pianificato e la sua unione con la parte Yin solamente un caso fortuito.
    Gli tornò alla mente l’immagine di se stesso crivellato di lance e senza un braccio, ad un passo dalla morte, e non fu piacevole.
    Dovette faticare per allontanare quel pensiero così ingombrante, prima di desiderare di restare in quel buco per sempre, ma quando ci riuscì, avvicinandosi all’anima solitaria questa confermò le parole della volpe dando una logica a quel luogo seppur il senso rimase ben poco chiaro.

    Tutto è ovunque, se tutto è ovunque e io sono qui… sono vicino a tutto ciò che mi interessa.

    Eppure il suo tentativo di interagire con Amesoko non portò a nulla, era il drago poco incline a rispondere ad una simile provocazione o era lui a fraintendere le regole di quel posto?
    La volpe, come lui in quel momento, era stata in quel luogo, ma pur non interagendo con Amesoko ne percepiva la presenza, quindi che l’Anima ne fosse al corrente o meno voleva dire che era li, ma ne ignorava l’esistenza.
    Diverso per la strega, dal punto di vista dell’Anima pareva avere un ruolo ben più concreto, che fosse la stessa di cui Youkai gli aveva parlato?
    Se tutti erano lì allora il suo primo obiettivo non sarebbe stato Amesoko bensì la soluzione al problema: lui era lì perché Tian gli aveva indicato quel luogo come il posto in cui avrebbe potuto trovare un uomo in grado di fare potenti distillati, non sapendo la sua posizione il drago sarebbe stato un aiuto efficace, ma con le nuove informazioni le carte in tavola cambiavano. Non provare a cercare la strega inoltre era un gesto fraintendibile, un passo falso che non voleva compiere dovendo interagire con una “presenza ingombrante”. Decise quindi che avrebbe parlato successivamente con il grande drago, dopotutto era una parte della soluzione al problema, contrariamente al distillato che curava solo un sintomo.
    Mentre si guardava attorno pensò alle parole di Tian, suo padre gli aveva infatti indicato un uomo, non una donna, possibile che le due figure combaciassero e che fosse la strega, quindi non un lui ma una lei?
    Dopotutto parlava di leggende, per sentito dire, era possibile che qualcosa fosse stato frainteso, senza contare che con un pizzico di abilità travestirsi non era complesso.
    Il suo filo di pensieri venne tagliato con poco garbo da un curioso fenomeno: per un momento quella realtà si incrinò, mutando il suo aspetto in una porzione.
    Subito la fronte si increspò.
    Se era vero che quel mondo era definito da chi ci stava dentro quello poteva essere il segno che qualcuno stava interagendo con quella realtà, per quanto questo significato fosse labile lì dentro. Poteva fare altrettanto per trovarsi maggiormente a suo agio dentro a quel mondo?
    Quando meditava per comunicare con la volpe, o combatterci nei tempi più remoti doveva fare qualcosa di simile, uno degli obiettivi infatti era quello di concretizzare il suo stesso io e posizionarlo nel suo subconscio per interagire con l’essenza della volpe, mettendo la propria immagine spirituale e mentale su una scacchiera immacolata e influenzabile da entrambi nella lotta che decideva quale tra le due volontà avrebbe primeggiato. Solamente una coscienza forte, allenata e decisa poteva contrastare il demone che cercava con la sua presenza di avviluppare quell’ambiente col risultato di farlo proprio e divorare la mente del jinchuriki sottraendogliela insieme alla padronanza di se stesso. Se quel luogo rispondeva in maniera similare, venendo definito da lui allora era necessario definire qualcosa al suo interno.
    Doveva agire.
    Se il mondo rispondeva al suo desiderio gli occhi erano qualcosa di totalmente inutile, poteva chiuderli, lasciarli aperti l’avrebbe solamente distratto, la vista era un senso di primaria importanza in grado di inquinare costantemente le sue capacità con i preconcetti normalmente applicati alla realtà immutabile di tutti i giorni. Davanti a se avrebbe avuto solo ciò che immaginava escludendo la contaminazione data dal primo impatto che quel luogo aveva avuto sulla sua mente. Le sue necessità avrebbero definito il suo cammino e la sua immaginazione l’avrebbe creato conducendolo verso la dimora della strega.
    Dove?
    In quell’ambiente freddo come il più lungo degli inverni aveva visto un unico segnale di vita che aveva incrinato l’aria, per cui avrebbe mosso verso quel punto continuando semplicemente ad immaginare cosa avrebbe trovato dinnanzi a se, al contrario di Hebiko lui non era afantasico, e non avrebbe avuto problemi.
    Un passo dopo l’altro, la neve ghiacciata scrocchiava sotto i suoi piedi come un deserto di sale, illuminata da quella luna così apatica da rendere difficile persino fantasticare sulle sue macchie mentre quelle strane montagne di ghiaccio si avvicinavano affilandosi sempre di più.
    Lentamente gli spigolosi ghiacciai mutarono, somigliando sempre più a qualcosa di artificiale, di architettonico o quantomeno adatto al gusto umano per le cose che somigliano alla natura ma abbastanza semplificate da poter essere replicate dalle sue laboriose mani. In quei giochi di gelide trasparenze e opacità una luce, scoraggiata dalla mille rifrangenze attraversate, suggeriva la presenza di un ingresso, o un uscita.
    Dietro il confine delle creste ghiacciate, ora vicino, il cielo nero sembrava agitarsi, che fossero o meno le nuvole a descrivere un corpo serpentino su quello sfondo però non gli era ancora dato sapere, concentrato com’era a procedere verso l’increspatura.
    Immaginava infatti che quel cambiamento visto poco prima potesse essere dovuto a qualcosa che si frapponeva nel percorso delle rifrazioni della luce dando vita ad un tremolio percepibile.
    Se qualcosa l’avesse accolto o gli si fosse palesato, che fosse Amesoko o la strega gli si sarebbe rivolto con tono educato questa volta.

    Sono un estraneo e un ramingo in questo luogo, ma non sono giunto senza scopi, descriviti in modo che possa vederti e conoscerti.
    Io sono Raizen.


    E rimase in attesa con gli occhi chiusi, certo non per questo avrebbe evitato di acuire gli altri sensi per percepire eventuali ostilità da parte del suo interlocutore o dell’ambiente.
    Se non si fosse presentato nessuno avrebbe nuovamente aperto gli occhi per vedere se l’increspatura vista poco prima, e verso la quale si era mosso, nascondeva qualcosa.



    [Oltre l'Orizzonte]


    La pelle si voltò verso Hebiko senza cambiare espressione, non poteva, come non avrebbe potuto farlo un calzino, ma il tono della sua voce oltre la cortesia mostrata poco prima mostrò una venatura di insolenza.

    Perchè non potete fare altrimenti, mi sembra ovvio.

    Era evidente che, oltre il leggero cambiamento del viso di Hebiko, lui sapesse cosa stesse succedendo.

    Non riesce ad immaginarlo, comunque?
    Soltanto osservandomi dovrebbe osservare che sotto questa pelle non c’è che il ricordo della vita.


    Ed era curioso notare come avesse parlato si di vita, ma non della sua, bensì in maniera generica, senza specificare quante e quali.

    Una materia che anime tormentate come le vostre dovrebbero avere assai cara.
    Sbaglio, Frammento?
    Sbaglio…


    La muta parve avere un indecisione, ruotando leggermente la testa ed inclinandola, stranamente più espressiva in quel frangente mentre guardava Febh.

    ...Mutilato?

    E nell’indecisione scelse quell’aggettivo per definire un anima persa, poi manipolata ed infine divisa.

    Abbassi pure la guardia, ho solo il compito di guidarvi, come ho detto potete addirittura scegliere di non seguirmi ma non penso vi convenga, non mi sembrate due persone che sanno dove si trovano ne tantomeno dove vorrebbero trovarsi.
    E qui la volontà è tutto.


    Allo stupore di Febh riguardo il cambiamento di Hebiko il serpente sorrise, forse. Il suo involucro incartapecorito non cambiò forma, ma i suoi sentimenti era come se fossero intuibili, quasi avesse sostituito le espressioni con un emanazione emotiva. Quando gli venne puntata l’arma contro ebbero un ulteriore conferma perché al divertimento si aggiunse lo scherno.

    Un Kunai?
    Qui sotto?
    A Me?
    E poi?
    L’oltreoltretomba?


    Commentò mesto.

    Camminiamo, vi risponderò se questo vi farà muovere.
    I frammenti, caro ninja, restano frammenti.
    Se hai un vaso integro non puoi appiccicarci sopra un coccio e dire che gli sta bene, sarà sempre un po' posticcio, l’unica cosa che puoi fare è mettercelo dentro e chiuderlo ma questo non vuol di certo dire controllarlo.
    Nemmeno riuscirai a dimenticarlo, ad ogni passo un fastidioso tintinnio ti ricorderà che è sempre lì.
    Sempre una parte dell’oggetto di cui hai voluto disfarti sperando che bastasse romperlo.
    Non puoi avere il controllo di qualcosa che rinneghi, non conosci neanche un jinchuriki?


    Era evidentemente provocatorio, ma quale reazione stesse cercando non era facile dirlo.

    Qui, caro Mutilato, siamo dove risiede tutto ciò che è stato.

    Se i tre si fossero incamminati, con la coda nell’ombra di Febh che non accennava a scomparire avrebbero sperimentato la stessa sensazione di prima nello spostarsi, sennonché dopo qualche minuto la pelle si sarebbe fermata e avrebbe spazzato leggermente con la coda, rivelando una botola.

    Un piccolo stratagemma, sperando sia d’aiuto.

    Avrebbe quindi indicato con la punta della coda la maniglia.

    Siate cortesi.

    Disse indicando le mani dei due.

    botola



    Appena la botola fosse stata aperta, rivelandone l’oscurità interna, la coda della lucertola si sarebbe avvinghiata [Setole di Van Der Ssalp-disturbo
    Arte: le lucertole non sono in grado di controllare il chakra a causa di particolari setole poste sulla parte inferiore del corpo, tuttavia incanalando lo stesso al loro interno disturbano i flussi avversari annullando il controllo se applicato in oggetti o zone del corpo con cui sono a contatto

    Setole di Van Der Ssalp-adesione
    Arte: L'utilizzatore aderisce con facilità con qualsiasi superficie con cui entra a contatto, anche se scivolosa, l'oggetto è considerato soggetto a presa anche se assente una stretta. ]
    alla vita di Febh traslandosi dalla sua ombra a lui che avrebbe chiaramente potuto sentire come una cintura stringergli la vita e contemporaneamente una coda così nera da essere insondabile materializzarsi sopra essa.

    EsssshhhhHHH abbellu!
    Seshhhh currende troppu peddinzone!
    Non erano quesssSSSSsti gli accordi!


    La manò di Febh scattò rapida e se il kunai con cui aveva mostrato ad Hebiko il suo volto fosse stato ancora nella mano sarebbe stato scagliato verso la muta con un rapido guizzo, un movimento che non gli apparteneva, sentiva infatti la sensazione di essere stato utilizzato come una marionetta. Poteva evitarlo, ma la rapidità con il quale il suo corpo era stato utilizzato non era indifferente [SA1][L’effetto sorpresa ti toglie 4 tacche ai riflessi, la lucertola ha velocità pari a nera +3, devi superarla per evitare di venir manipolato]
    Se il kunai non fosse stato impugnato invece una zampa squamosa l’avrebbe fatto cadere sulla mano di Febh, seppur compiendo quel movimento più lentamente[viola] di quanto non avesse eseguito il lancio col suo corpo.
    Andato o meno a segno l’attacco tutto il corpo della lucertola si sarebbe materializzato come se uscisse da una pozza di liquido nero che era l’ombra di Febh come aveva fatto poco prima la coda, la testa del rettile si posizionò esattamente su quella dell’amministratore e così fecero tutti gli arti definendo un esemplare piuttosto grande, seppur non fosse affatto paragonabile ai grandi boss.
    Il rettile, nero come la pece, era saldamente ancorato sull’otese e dalla sua sagoma solamente gli occhi gialli erano facilmente distinguibili, il resto si perdeva[Vantasquame: il rettile vanta una colorazione così scura da rendere indistinguibile le parti del suo corpo se sovrapposte tra di loro, se rispettate queste condizioni gli attacchi potranno essere considerati sotto copertura parziale] all’interno del contorno. Pochi istanti e con un guizzo lucertola e Febh-marionetta avrebbero cercato di svignarsela, certo non che la cosa potesse apparire in qualche modo naturale visto che l’amministratore avrebbe ancheggiato da una parte all’altra mentre scappava muovendosi su tutte e quattro le zampe come il rettile che gli stava addosso.
    Se Febh si fosse opposto a quel controllo si sarebbe accorto che quella particolare presa gli impediva di fare tutto in una sola mossa, doveva infatti sviluppare in ogni arto una forza superiore a quella della lucertola [SA vari][aderisce con forza pari a viola + 8 sfruttanto le setole di van der Ssalp
    Sono la tua ombra
    Abile: l'utilizzatore se utilizza setole di van der ssalp può impastare nella presa fino al massimo concesso per grado]
    che tuttavia avrebbe tentato di aderire nuovamente appena separata rendendo azioni troppo semplici del tutto inutili.
    Se il kunai fosse andato a segno colpendo la pelle questa avrebbe sospirato.

    Ahhh, stupidi corporei, quando impareranno.

    Era evidentemente scocciata, ma non preoccupata, nonostante un buon pezzo della sua coda fosse stata recisa, ed il rimedio poteva forse risultare un po' troppo raffazzonato: la parte ancora integra del corpo si sarebbe annodata con quella persa, riconnettendola con un il tipico bozzo che i nodi lasciano sui lacci, sicuramente poco elegante, ma la Pelle pareva non curarsene, continuando a muoversi come aveva fatto fino a quel momento.

    Dovrò di nuovo usare quelle orribili cuciture...sshhh

    E MMMMMMudu!
    Questo è un allocco ma non uno sprovveduto, non è che perché sono entrato facilmente nella sua ombra è tutto finito!
    AdessSSSsso dovrò faticare il quadruplo!
    ...n’ di’ deppi pattiri tottu su poberu...


    Erano incastrati tra due fuochi, ma erano le uniche luci da seguire li sotto.



    Edited by F e n i x - 1/11/2020, 13:47
     
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    III




    Il grido di Febh spaventò la Vipera a sufficienza da causare un urlo acuto di risposta. Con un borbottio stizzito, gli rispose con altrettanta enfasi: Io!? Tu hai gridato come una checca!! Pensavo che tra i due fossi tu quello coraggioso! Aggrappatasi, dandosi coraggio l'un l'altro grazie a quel contatto, in una sorta di tentativo di impedire un'ulteriore separazione, i due iniziarono a condividere le loro sensazioni riguardo quel posto. La paura dell'ignoto non avrebbe spento la loro accesa dinamica, perlomeno aiutava a mantenerli vispi. Certo che mi importa di noi! Ma voglio tirar fuori anche lui da qui! Per quanto mi riguarda gli altri due possiamo usarli come sacrifici in cambio del nostro biglietto d'uscita. L'insistenza l'avrebbe solo fatta gridare più forte. M'importa solo di una manciata di persone in questo schifo di mondo!! Voglio almeno che tutte loro siano dove IO voglio che siano!! La possessività era comunque una forma d'affetto, a suo dire persino di gran valore.

    L'idea di trovarsi nel mondo dei morti prima del tempo non le piaceva. Non che avesse un vero e proprio tempo: essere una creazione di Orochimaru dava quantomeno il vantaggio di non morire di vecchiaia. Considerando la longevità degli Yakushi, aveva anche ottimi motivi per non terminare la sua vita troppo presto: chi avrebbe registrato a Febh le sue telenovela preferite, preparato il suo cocktail preferito, e tenuto sull'attenti quando Ogen non era in circolazione? Ottimo. Fantastico. Borbottò sarcastica. Dobbiamo solo trovare il portiere di questo luogo e spiegargli dell'errore. Cosa se ne fa l'aldilà dei vivi? Come minimo gli stiamo solo rovinando... l'atmosfera.

    Il tempo dei vaneggiamenti per distrarsi era destinato a morire in fretta. L'osservazione dello Yakushi su quel posto la portò a riflettere, coprendosi la bocca con le dita, quasi non volesse dire ciò che pensava. Febh... Penso che tu sia già stato qui... Se si fosse dimostrato meno sveglio del solito, avrebbe continuato in maniera piuttosto goffa. Beh, sai, insomma... Sei un po' uno zombie, no? Voglio dire... In un momento della tua vita non sei stato... Del tutto vivo. Non so se mi spiego... Aveva quasi il terrore di rivelare la sua teoria, eppure tutto tornava. Febh, o per meglio dire Kaji, era morto, seppur per poco. Non si spiegava lo sdoppiamento di personalità, o il perchè si fossero evolute due persone diverse, una destinata a restare tra le braccia della morte, e l'altra che continuava a camminare sbeffeggiante nel regno dei vivi. Fece ruotare le mani, come se parlasse di qualcosa di poco conto. Nel senso... Sei sicuro che ciò che ricordi fose un sogno? E soprattutto... ricordi cosa è successo prima di svegliarti? Domandò, speranzosa. Forse la risposta era racchiusa nella sua memoria.

    Non lo so! Ma se sapevo che andava a finire così, me ne sarei rimasta tra le grinfie del Mikawa! Sbottò nuovamente. Probabilmente in quella situazione avrebbe sostenuto il contrario. Febh sembrava avere le idee chiare su chi li avesse trascinati in quel luogo. Hebiko invece era pronta a puntare il dito contro colui che solitamente causava disastri inimmaginabili. Mh-mh. Giusto, non è stata colpa di quel minacciosissimo portale che era presente già da prima che noi arrivassimo. Rinunciò a dargi un coppino solamente per la tensione provata in quel luogo.

    Hebiko osservò titubante il misterioso cartoccio, quasi temesse potesse prendere vita, come avrebbe fatto da lì a poco. Febh invece fu in grado di notare il suo cambiamento, non mancando di mostrarglielo tramite un riflesso. La rossa trattenne l'istinto di spingerlo via, ma si mostrò piuttosto scossa. Cos... Sì, certo che è sotto controllo!! Da' qua! Riavvicinò nuovamente il kunai, osservandosi il volto e andando a toccare quei segni violacei, quasi cercando di eliminarli a forza di strusciarci sopra. La cosa sembrava innervosirla parecchio, cercando di nascondere il timore di non averlo sotto controllo. Eppure si sentiva sè stessa. L'osservazione dello Yakushi la rese più irrequieta. Quindi... Forse la sola presenza basta a potenziare il mio di frammento. Che è comunque sotto controllo!! Ci mancava solo che l'Amministratore decidesse di abbandonarla in quel posto solamente per colpa della sua maledizione.

    Aggrappata sempre più stretta al suo compagno, si decisero a seguire quella pelle animata, che presto si rivolse a loro. Ma utilizzò per entrambi due termini ben lontani dai loro nomi, e per il quale Hebiko si sentì particolarmente offesa, tanto da abbandonare temporaneamente la paura di quel posto, per sfogare del tutto la sua rabbia verso quell'ammasso di scarti. FRAMMENTO?! Fissò la serpe, incredibilmente offesa. L'idea che nuovamente rischiasse di essere solo una piccola parte di qualcuno ben più grande di lei la mandava in bestia. Aveva lottato a lungo per mantenere la sua identità, non l'avrebbe persa proprio nell'oltretomba. Parli bene tu, razza di scarto che non sei altro! IO sono HEBIKO DOKUJTA! Tua madre sarà un frammento! Non sono il frammento di nessuno! L'avrebbe strozzata, se fosse servito a qualcosa. Era quasi pronta a lanciargli addosso lo Yakushi, ma preferiva tenerselo ben stretto.

    Purtroppo non avevano realmente altra scelta. A meno che i ricordi di Febh non rivelassero qualcosa, quella era l'unica strada possibile. E di certo non portava all'uscita. Ma che alternative avevano? L'idea di provare a bruciare ciò che restava di quella pelle per mandarlo, come diceva lui, nell'oltreoltretomba, un po' la stuzzicava. Fai il grosso per uno che può essere spazzato via con un soffio. Il suo discorso sul frammento non fece altro che farla adirare di più. Sorrise stizzita, mostrando i denti: Sì, bel discorso, ma io vorrei liberarmi di quel frammento senza rompere il vaso nuovo, sai com'è. Il commento sui jinchurichi la fece riflettere su quanto poco ne sapesse su di loro. Ne sapeva abbastanza poichè, da come il sunese le aveva risposto, un demone non si comportava poi in maniera molto diversa dal frammento che lei possedeva. Tuttavia non aveva mai condiviso informazioni approfondite sull'argomento, o perlomeno in quel momento sembrava non ricordarlo. E, infastidita com'era, lo prese come un'insulto, che come un consiglio. Ma a te che t'importa di chi conosco o no!? Io faccio quello che voglio col mio frammento! E se lo voglio controllare fino a sopprimere, non sarà la tua storiella sui cocci ad impedirmelo!! Disse la donna con eventuali segni di un coccio che non voleva farsi sopprimere.

    La pelle mostrò loro una botola, facendo nascere nella Vipera pessimi ricordi. No. Sentenziò, stizzita. No no no no. Non ci penso neanche. Siamo nell'oltretomba, e tu vuoi farci andare ancora più in basso!? Senti qui, vermicello. Gli puntò il dito contro, ancora meno minaccioso del kunai. Se il tuo obiettivo è portarci da chi pensiamo noi, per farlo uscire al posto nostro, ti sbagli di grosso. Possiamo benissimo cavarcela da sol- Una quarta voce interruppe la kunoichi, prima aggredendo la muta e poi, con estrema velocità, costringendo Febh ad una rapidissima fuga. Hebiko, se lo Yakushi non fosse riuscito a resisterle, appiccicata com'era a lui sarebbe stata violentemente trascinata nella loro direzione, non solo sbattendo sul terreno, ma sentendo una violentissima nausea non appena la spinta la costrinse troppo lontano dalla serpe. Mollò la presa, ritrovandosi così a terra, in preda ai conati di vomito ed un'orribile sensazione in tutto il resto del corpo, come se le sue stesse membra si stessero accartocciando tra loro. Per quanto detestasse l'idea, fu costretta a riavvicinarsi a quella pelle parlante, sentendo quell'orribile sensazione affievolirsi man mano che le si riavvicinava. Non mollava però lo sguardo verso Febh, incerta sul dafarsi. Stava accadendo tutto così in fretta che a stento riusciva ad intravedere sagome precise. Le sue orecchie però, sentivano benissimo. Osservò minacciosa la pelle, che sembrava noncurante della situazione. Che tipo di accordo avete, voi due? La pelle era stata rovinata da quel kunai. Seppur "immortale", aveva qualche difetto. Spiega un po' la situazione. Non ci metto niente a darti fuoco. Vuoi passare l'eternità come un mucchietto di polvere, o tenerti quei quattro stracci di scaglie che ti sono rimasti? Con un piede a tener chiusa la botola, per assicurarsi che la serpe non potesse scappare, o che niente potesse uscire da lì per trascinarla a forza, si impose con superiorità contro di essa. Che cosa. Vogliono. Da noi. Il chi era quasi superfluo. Uno di loro lo conoscevano bene. E sull'altro c'erano pochi dubbi. Persino sul cosa aveva qualche idea... Eppure trascinare con sè anche i konohaniani non avrebbe avuto senso. C'era altro sotto, e voleva capire che cosa.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    In quel luogo gelido per gli spiriti Youkai aveva, nonostante le differenze con la volta precedente, l'aspetto di chi si trovava a proprio agio, ma ancora non aveva realizzato nè cercato di comprendere quanto innaturale potesse essere, perchè implicava un'immensa affinità con quel luogo...o il fatto di esserci già stato, e per un lungo periodo. Per nulla impensierito dalla figura dai capelli rossi con il volto tirato che oscillava appesa al ramo, una donna a primo acchito, si avvicinò iniziando una conversazione come se nulla fosse. Occhi che per la pressione parevano sul punto di uscire dalle orbite lo fissarono, iniettati di sangue e realistici come lo era tutta quella figura, a differenza delle sagome sfumate tutto attorno. Suoni gutturali orribili uscivano dalla sua gola, con mani adunche che cercavano invano di spezzare la corda. Agh...ghz...gack... Se fosse stata una persona in carne e ossa certo la scena sarebbe stata orribile, ma Youkai sapeva e percepiva che quell'entità era solo uno spirito, e la sua sofferenza nasceva solo dal suo in qualche modo sottostare a quella penitenza. Quando poi si presentò, lo sguardo si fece ancora più intenso, come se lo stesse vedendo solo in quel momento...e alla parola Uzumaki si agitò terribilmente, cercando ancor più di liberarsi, invano, prolungando e accentuando ogni sua sofferenza.

    SE Youkai avesse deciso di liberarla tagliando la corda o comunque in qualche modo, la donna dai capelli rossi sarebbe crollata a terra, sorretta o meno, dissolvendosi in fumo che, dopo poco, si sarebbe nuovamente concretizzato in una figura umana, non più sofferente ma dall'aria distante, triste, come se fosse consapevole che la sua sofferenza sarebbe presto cominciata nuovamente, mentre il rosso dei capelli e degli abiti spiccava contro lo sfondo dell'albero e dell'ambiente innevato. [Immagine di Riferimento]

    Io sono Kirie. Kirie Uzumaki...perchè sei qui e non al Tempio dei Sussurri? Hai deluso Amesoko anche tu e poi sei stato catturato dalla Strega? Si voltò a guardarlo. Il tuo volto...non lo rammento ma mi provoca...qualcosa. Di spiacevole. Chi è la Signora Morte? La Santa, forse? Tanti nomi, tante entità, quante le stelle nel cielo. Ma tu...tu cosa sei?

    Non molto distante nel mondo interiore lo scambio era a suo modo qualcosa di familiare e al contempo di nuovo, quasi si trovasse in una stanza nella nuova casa in cui aveva però messo i mobili della precedente. Oh, hai una bocca tagliente e irritante, sei forse cresciuto per strada? Di solito i miei portatori erano persone di cultura e carattere, ma credo tu abbia solo il secondo. Persino Kushina era più elegante di te. Replicò la volpe nera alle prime parole di Raizen, mantenendo la sua espressione ostile. Minato mi trasferì a suo figlio durante la lotta al culmine della vostra Guerra Mondiale, ma una parte di me rimase con lui, non si rescinde così facilmente un sacrificio fatto al mondo dei morti. Io sono quella parte. E' passato molto tempo e non so come mai io ora sia in te, ma spero bene di non restarci. Tagliò corto, mentre Raizen cercava di raccapezzarsi e trovare informazioni su quel mondo così assolutamente distante da ogni sua precedente concezione. Alla sua domanda la Volpe Yin si guardò intorno, per quanto fosse un atto figurato: era attraverso gli occhi del portatore che aveva scrutato il circondario. Non mi trovavo qui. Ero con Minato in una zona molto diversa e molto più accogliente. Lui era un brav'uomo e l'ambiente che lo circondava lo rifletteva. Qui sembra freddo e stranamente stabile...come se chi determina l'aspetto di questo luogo avesse una chiara idea di ciò che ha intorno e di ciò che vuole ottenere, ma non so chi sia. Probabilmente è un'anima che ha letto la Pergamena...anche se mi sembra tutto anomalo persino per loro. Se questo ambiente è figlio di una volontà e immaginazione concreta, non potrai spostarti semplicemente pensando a un luogo diverso o all'idea stessa di spostamento, dovrai seguire le regole di questo posto, quali che siano.

    C'era una singola Pergamena di Indra nell'aldilà, lasciata da lui stesso durante le sue sperimentazioni, e conteneva informazioni su una specifica pratica meditativa che permetteva alle anime di mantenere concretezza e ricordi anche dopo la morte. La aveva creata per poter interrogare i morti senza dover star dietro alla loro naturale vaghezza e inconsistenza: bastava leggere la pergamena e ricordarne i passaggi per ottenerne gli effetti, anche se ovviamente era utile solo a chi era già morto. Questo almeno avrebbe spiegato la volpe, senza però voler fornire ulteriori informazioni al riguardo. Distolta la mente dall'ambiente interiore, Raizen tornò a concentrarsi su quello che capitava intorno a sè, aiutando quell'anima errante e priva di concretezza ottenendo in cambio solo una manciata di informazioni, ma forse fondamentali, unita a una sorta di presenza che influenzava quel luogo. Dovette spostarsi di parecchio da Youkai e dalla principessa Hyuga per raggiungere la parete di ghiaccio, e dovette farlo con le sue gambe: chiunque mantenesse una qualche solidità in quell'angolo di oltremondo aveva limitato la possibilità di ignorare le distanze, almeno fino a un certo punto. Trovatosi solo davanti al confine apparentemente invalicabile di quel luogo, scrutando nelle profondità del ghiaccio poteva vedere anime intrappolate mentre compivano le azioni più disparate: chi tagliava legna, chi riparava tetti di case ridotte a ruderi, chi zappava. Cristallizzati nel ghiaccio, eternamente prigionieri di quel luogo e di quell'istante di lavoro senza futuro. Forse quel ghiaccio avanzava, a poco a poco, e presto avrebbe inglobato tutto quell'ambiente, ma lui non aveva modo di saperlo, nè di contemplare il concetto stesso di "tempo" o di "presto". Sapeva solo che qualcosa era presente e parlò, cercando un contatto. Fu il gracchiare di un corvo alle sue spalle a richiamare la sua attenzione. Effettivamente qualcosa era comparso.

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    Una donna dal volto in parte coperto e dal corpo in gran parte scoperto, circondata da corvi evanescenti e poco realistici era appoggiata a un albero morente poco distante, mentre quella "sensazione" di presenza era chiaramente percepibile sotto di loro, come se quel ghiaccio fosse animato. Raizen è un nome che non mi trasmette nulla. Non era te che cercavamo. La donna disperse i corvi con un cenno della mano, avvicinandosi a lui senza armi nè intenzioni chiaramente ostili, facendosi un pò più seducente nei movimenti quando la distanza fu minima. Non sei come noi...ma nemmeno sei del tutto come gli altri. Curioso...una copia, forse? Non pensavo fosse possibile mandare una copia in questo luogo senza un qualche appoggio. Portò una mano sulle labbra carnose appena visibili oltre il cappuccio. Ah...la volpe, ma certo. Sei qui per una sorta di pesca alla volpe? Lei è come noi, ma non sta con noi, puoi portarla via se ne sei capace. Allargò le mani. Io sono la sovrana di questo luogo, dove raccolgo e punisco le anime che rientrano nella mia giurisdizione. Io sono la Strega, così mi chiamano. Sorrise mentre abbozzava un lieve inchino. Questo è ciò che ho scelto di essere. Coloro che hanno peccato contro la famiglia sono le mie prede, condannati a un gelo eterno e all'assenza di significato. Dimmi, sei forse un peccatore, per essere stato attirato con tanta forza nel mio regno? Entrarvi non è per tutti. Ma non credo che tu nè gli altri due ne uscirete, francamente puoi provare ad andartene, non mi importa, ma il ragazzino coi capelli rossi stuzzica il mio interesse. Ha avuto un contatto con uno di noi ma è stato lasciato libero di andare...e non apprezzo quelle creature con cui si è legato...non amano il nuovo ordine che abbiamo instaurato.
    [Other Side]
    Quando Hebiko accennò alla faccenda dell'Edo Tensei Febh per un secondo impallidì. Tecnicamente lui era un cadavere, anche se identico a un normale essere umano, ma pur sempre un cadavere. E se l'Edo Tensei era l'unica cosa che poteva creargli difficoltà nel mondo dei vivi, era impossibile capire cosa potesse succedere in quello dei morti! Beh...ma non è proprio così. Nel senso, l'anima era uscita e poi è rientrata poco dopo, pagando con le sue esperienze e i suoi ricordi la resurrezione. Non dovrebbe essere mai nemmeno entrata da queste parti. Credo...non sono esattamente un esperto, purtroppo. Non aveva mai osato approciarsi agli studi esoterici dell'Edo Tensei perchè avrebbe potuto sollevare sospetti in chi insegnava, o in chi magari cercava un suo punto debole: meglio non mettere pulci nelle orecchie a nessuno. Ma in quel momento si pentiva di non sapere nulla su quella roba. Certo però che prendendo per buono che l'anima non avesse mai lasciato il mondo dei vivi, allora come si spiegava quella sua sensazione?

    L'incontro con la Muta non migliorò la loro situazione e certamente nemmeno il loro umore, ma almeno avere qualcuno con cui prendersela e contro cui minacciare e gridare, anche se a vuoto, era liberatorio. Hebiko lo aggredì verbalmente ottenendo solo l'amara verità: non avevano altra scelta che seguirlo, a meno di restare in quel bosco per chissà quanto tempo. Anime tormentate? Noi? Amico, la mia testa è un gioiello di perfezione e non c'è nulla che possa turbare il suo perfetto equilibrio. E poi mutilato a chi? Mutilato sarai tu, razza di pezzo di pelle sfilacciata volante! Oto aveva un suo imprinting culturale, questo era certo, visto che entrambi presero a inveire contro il loro misterioso quanto inquietante interlocutore. E attento, io con un Kunai in mano posso fare miracoli...una volta ho distrutto un intero universo! Certo, era un piccolo mondo alternativo creato da un'essere antico, non certo l'intero oltretomba, ma il concetto era quello. Quando poi, mentre lo seguivano, il discorso si portò sul concetto stesso dei frammenti di orochimaru, Hebiko fu salda nel rifiutare l'analogia del vaso, e Febh le diede manforte. Un vaso non ha bisogno di contenere solo frammenti dei vasi vecchi. Puoi sempre riempirlo di qualcosa che blocchi ogni tintinnìo o spostamento, o che renda il frammento parte di qualcosa di nuovo, che può esisitere solo perchè c'è il vaso. Paglia ad esempio. O batuffoli di cotone. O caramelle gommose! Lungo la strada il bel concetto di appoggio a Hebiko di era perso nell'eccesso di analogie, ma Febh era turbato e questa era una cosa cui non era abituato, quindi lo si può perdonare...forse.

    La strada con il loro ostile accompagnatore li portò in un posto che era del tutto identico a tutti quelli in cui erano stati fino a quel momento, senza che ci fossero segnali o differenze. Dubito che "tutto ciò che è stato" sia una radura in mezzo a un bosco infinito dove si vede a malapena. Commentò, poco convinto, anche se dovette ricredersi quando l'altro rivelò la presenza inaspettata di una botola. E secondo te ora io dovrei entrare in una botola all'inferno in mezzo a un bosco perchè una pelle svolazzante me lo dice? Ma tu sei sciroccato! In tutto questo non aveva ancora prestato attenzione alla sua ombra o alla sua coda: negli scontri dopo le esperienze con Shika e Kuroka aveva preso l'abitudine di dare sempre un'occhio a ciò che il corpo proietta, ma in quel posto dove la Luna era costante e l'ambiente insensato non gli era nemmeno passato per l'anticamera del cervello.

    Per questo all'apertura della botola la coda che gli cinse la vita lo colse del tutto alla sprovvista! Aveva combattuto e si era allenato per così tanto tempo con le lucertole che capì immediatamente di cosa si trattava ma non ebbe il tempo di razionalizzare o capire con precisione cosa stava succedendo prima che la sua mano si levasse scagliando un Kunai contro la Muta! EHI! La voce gutturale che si era levata dall'Ombra era quasi incomprensibile, anche se aveva come il vago ricordo di averla sentita in precedenza, e non sentiva particolari necessità di opporsi (avrebbe potuto, in extremis) all'attacco contro il loro serpentino psicopompo. Io non so di cosa stiate parlando però... L'improvvisa emersione della lucertola lo avvolse, intrappolandolo come fosse una marionetta con una forza che si poteva considerare significativa, ma ben lungi dalla potenza generabile dallo Yakushi. Si sentì forzato in una posizione innaturale mentre quell'essere provava a trasportarlo via...ma le cose non andarono come si immaginava il rettile dell'oltretomba. Afferrare Febh Yakushi era per CHIUNQUE una pessima idea. Il chakra adesivo si estese a piena potenza da tutto il corpo sia verso il terreno, per bloccarli, sia verso la lucertola anche se senza successo. ...non intendo lasciarmi trasportare come una valigia! Lo stupì che il chakra non aderisse a quell'essere, ma per fortuna sul terreno funzionava, e la forza generata era nettamente superiore a qualunque tentativo di muoversi dell'animale [Azione 1]StatisticheForza Nera+8 tacche, Resistenza Viola+1 tacca

    Corpo Perfetto +6 For, -6 Res
    Controllo del Chakra Potenziato +2 For
    .

    B5Vu3oe


    Sforzando il collo per voltarsi il tanto che bastava per vedere quella lucertola, lo Yakushi le riservò uno sguardo che avrebbe intimorito il più crudele dei demoni. Rettile...vuoi scoprire cosa succede alle lucertole che si comportano male? Il tempo di quella breve minaccia e dalla sua manica con un gesto sarebbero emersi svariati filamenti di Nylon che ruotavano rapidamente cercando di intrappolare tanto Febh quanto l'animale che provava a controllarlo [Tecnica 1 e 2]Statistiche: Concentrazione Nera +3 tacche

    Azione Rapida
    Tratto Combinazione
    Stile di Combattimento Perfetto +3 Con
    . Se avesse avuto successo nel suo jutsu di cattura, di fatto intrappolando in una sorta di presa o trappola l'aggressore, immediatamente dopo lo Yakushi avrebbe lasciato che il chakra scorresse con prepotenza nei fili di Nylon fino a estendersi sul corpo d'ombra e sfumato dell'animale, applicandovi una forza notevole, forse sufficiente a sottometterlo [Tecnica 3]Statistiche: Presa con Forza Nera+4 tacche, Potenza 60 (40 base, 20 nin inarrestabili). Ora mi dirai quello che sta succedendo e cosa c'è in quella dannata botola O potrei iniziare a fare sul serio...non sono il Cavaliere delle Lucertole per nulla, nessun rettile può sperare di sconfiggermi.

    Se invece la manovra coi fili fosse stata inefficace, lo Yakushi avrebbe dovuto ricorrere a qualcosa di assai più grossolano per liberarsi dalla presa, e lo avrebbe fatto, a dispetto dell'abilità avversaria, opponendo uno strapotere non altrimenti raggiungibile, senza perdere troppo tempo a impastare nei singoli arti nel tentativo di divincolarsi. Davanti a una forza mostruosa non c'è margine per la tecnica: LEVATI DI DOSSO! [Tecnica 3 e Azione 2,3,4]Forza Nera+8 tacche (6 base, 2 da Seimei Kikan)

    Muove prima le braccia per divincolarsi, quindi le gambe, in ultimo cerca di spingere con una duplice gomitata dietro di sè per allontanare il torso del rettile.
    Hebiko, afferralo o dammi una mano se non si leva del tutto! Una richiesta chiara e precisa: perchè la ragazza se ne era restata in disparte?


    Edited by Febh - 7/11/2020, 12:10
     
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