Il Lupo e la... Capra?Corso alle Basi per Sekiro

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  1. ~Sekiro~
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    Un'altra Hirata?






    Moli, navi, mura esterne, torri, palazzi, campagna tutto intorno. Che strana sensazione! C'era in quella vista un non so che di familiare. Un apparente déjà-vu che il il Lupo non riusciva a spiegare. Non passò molto tempo prima che quei dubbi furono fugati dall'improvvisa illuminazione: la tenuta Hirata. Quel Buddha dal volto gentile lo aveva forse trasportato nuovamente in un altro ricordo dimenticato?
    Eppure molto dell'ambiente attorno a lui era diverso: laddove l'elemento di spicco di Hirata era sicuramente il fuoco, in questo caso invece erano acqua e nebbia gli elementi principali; laddove ad Hirata vigeva il contrasto tra la notte scura e le accese colorazioni degli edifici a cui si aggiungevano le variegate sfumature date dall'incendio che divampava nella tenuta, qui invece dominava una notte sbiadita in colorazioni grigio-bluastre che penetravano in ogni dove rendendo tutto uguale e tutto diverso allo stesso tempo. Luoghi differenti, certo, ma il medesimo sentore nell'animo del Lupo: quello di essere un pesce fuor d'acqua, di essere una nota stonata in mezzo ad una composizione armoniosa, di essere, insomma, qualcosa di estraneo a quell'ambiente.
    Il lupo diede un'ultima occhiata alla sua fievole immagine riflessa nell'acqua dal pallore di una luna parzialmente coperta, e s'incamminò. Attorno a lui, nel silenzio del vespro, navi di ogni genere erano intente ad attraccare, sbarcare e partire; gente che pescava, gente che sistemava il proprio banco o il proprio chiosco per la quotidiana chiusura, gente che, soddisfatta del proprio affare ittico giornaliero, se ne ritornava a casa: il luogo era decisamente un porto che ospitava un mercato del pesce. Guardiani ninja controllavano e pattugliavano la zona. Un dettaglio alquanto particolare: tutti gli shinobi che vedeva portavano lo stesso coprifronte con uno strano simbolo inciso.

    Ehi tu! Braccio monco! Dove credi di andare?!

    Un guardiano alto e robusto dotato di lancia gli si avvicinò con solerzia. Sembrava molto abile. Immediatamente la mente dell'Ōkami riandò ai samurai dei dintorni di Ashina. Temibili in apparenza, affrontati singolarmente non erano nulla e la sua Kusabimaru aveva trafitto le loro carni innumerevoli volte. Al loro confronto questo shinobi pareva sicuramente più difficile da eliminare in un eventuale scontro. Non era uno sprovveduto il Lupo: con un braccio solo, dopo moltissimo tempo che era rimasto senza fronteggiare nemici, chiuso nel Tempio a scolpire Buddha, le sue capacità ne avevano risentito parecchio. Non era ancora tempo di combattimento. Nonostante ciò un'insana voglia di sangue s'accese e si spense all'improvviso negli occhi dello shinobi d'Ashina.

    Ho conosciuto uno shinobi che è caduto nelle grinfie dello shura dentro di sé... quello stesso fuoco arde in te, Lupo.

    L'avvertimento di lady Emma risuonava nella mente...

    Ehi parlo con te straniero! Sei sordo oltre che monco?

    L'insolenza della guardia ridestò lo shinobi.

    No. Cosa vuoi?

    Qual è il tuo nome e da dove vieni?

    Mi chiamano Sekiro. Provengo dalle terre di Ashina.

    E che nome è? Ma soprattutto, che diavolo di posto è? Ah... non mi interessa, senti prosegui per questa strada, fatti riconoscere al villaggio più avanti e vedi cosa ti dicono di fare. Non è affar mio.

    […]



    S'incamminò, lo shinobi, lungo un sentiero angusto coperto di vegetazione. Sapeva che sicuramente la guardia non lo aveva lasciato andare incontrollato. Occhi penetranti, occhi nascosti nell'oscurità... se li sentiva addosso. Spie ninja... dovevano averlo seguito da quando aveva lasciato il molo.
    Ingoiò la spiacevole sensazione e continuò la sua avanzata.
    Le alte torri, gli imponenti bastioni, le possenti mura di quello che sembrava essere un villaggio militarizzato ormai sempre più dominavano il panorama. Era in cammino da circa cinque minuti quando un bizzarro animale che brucava ai lati della strada, tra cespugli e fitti alberi, attirò l'attenzione del Lupo: una capra dalla testa al contrario. Non brucava l'erba, bensì aveva avvicinato la testa rigirata verso il dorso ad un cespuglio, ed era intenta con voracità a spogliarlo delle foglie. A quell'animale la natura aveva giocato un brutto tiro. Sembrava quasi più abominevole di un essere che non può morire, quasi...
    A qualcuno forse avrebbe fatto effetto quella visione, ma non al Lupo, non dopo aver affrontato un Demone infuocato alto almeno 5 metri. Ignorò la bestia, aveva altro a cui pensare. Ci fu un dettaglio però che si aggiunse a quella scena e che risvegliò la sua curiosità: un individuo grasso e calvo, dalla stazza massiccia, di almeno due metri di altezza, dotato di una imponente clava ad una mano, col torso nudo, con l'addome globoso e sporgente, un mutandone come unico vestiario, accarezzava, accovacciato, la strana capra con la mano libera.

    Ti voglio bene... ti voglio taaaanto bene. Akihiko non ti abbandonerà mai. Sei la mia capra, la capretta di Akihiko, sì sì!

    […]



    L'enorme cancello svettava sopra l'esile figura dell'Ōkami. Era giunto a destinazione, ma ora, a chi chiedere? Si stava ponendo questa domanda, il Lupo, quand'ecco che vide apparire lentamente uno spiraglio nel cancello, mentre questo si apriva con pesantezza, facendo attrito con il terreno. Ne uscì un ragazzo con capelli blu marchiati da un ciuffo bianco frontale. Sicuramente una caratteristica bizzarra. Il Lupo non aveva mai visto capelli del genere.

    Carotina! Hai visto mica passare da qui una capra?

    Se quello schifo lo chiami una capra, si trova a circa cinque minuti da qui. Piuttosto, dimmi, che posto è questo? Siamo per caso nell'anno del Pellegrinaggio alla Fonte del Drago?


     
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