Albatros Cinereo[Comasterata - Isole Nagi e O'Uzu]

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    Albatros Cinereo


    I

    Tamburellavo assorto le dita sulla scrivania dell'angusto ufficio che, in seguito la promozione al grado chunin, il capo della Mano Nera mi aveva affidato. Lì tenevo i documenti che più mi interessavano: c'erano i rapporti della missione del Paese del Ferro e di Taki, le misere informazioni che avevo raccolto sul conto di Benimaru Nikaido; una mappa cui era cerchiata una zona tra Soyo e Tsuya al cui centro vi era, in una calligrafia stretta e rapida, accompagnata da un punto interrogativo finale, la parola "Artista"; i disegni dei progetti della ristrutturazione del Liceo di Genosha; infine, che spiccava sulla pila di tutti quei fogli, un disegno circoscritto in un ovale: l'apertura alare di un albatros grigio scuro.
    La finestra era ancora aperta, lasciando l'aria fredda e umida entrare, le figure dei corvi, a cui avevo affidato i messaggi, si erano già confuse tra le ombre e sagome innaturali che spiccavano nel denso banco della nebbia ottobrina.
    I fidi corvi dello stormo di Kenku-san trasportavano diversi messaggi ad alcuni ninja del villaggio, i primi tre erano diretti ad altrettanti genin del villaggio e il contenuto e la forma erano la medesima:

    A *nome del pg*
    Con la presente è tenuto a partecipare ad una missione di villaggio di grado D. Dovrà presentarsi all'alba del 18 Ottobre al Molo Nord, lì troverà i chunin Youshi Tokugawa e Etsuko Akuma che le forniranno tutte le informazioni del caso.
    La missione prevede un viaggio di circa dieci giorni, si prepari di conseguenza.
    La Mano Sinistra del Mizukage

    [ Incarico di Villaggio ]Incarico di villaggio
    Speciale: L'utilizzatore può imporre gratuitamente un incarico ai ninja di grado inferiore del proprio villaggio. L'incarico deve portare un vantaggio per il proprio villaggio. L'utilizzatore deve partecipare anch'esso all'Incarico di Villaggio.
    [Da genin in su]
    La firma, riportata in basso a sinistra del foglio arrotolato e tenuto sulla zampa del corvo, riportava alla memoria di un antico patto che il Kage della nebbia stringeva con due suoi collaboratori più stretti. La Mano Destra, mano forte e primaria, avrebbe aiutato il Kage nelle situazioni ufficiali, nei rapporti diplomatici con gli altri villaggi; la Mano Sinistra, invece, avrebbe operato nell'ufficiosità del villaggio, compiuto azioni per il suo bene ma senza doversi tediare nell'ufficialità di come agiva. Proprio per questo ruolo che il Mizukage mi aveva affidato, ragionai portando e chiudendo le mani dietro la schiena in piedi di fronte alla finestra, avevo lasciato che un gruppo di non meglio noti criminali prendesse possesso di un discreto quantitativo di esplosivo. Le uniche informazioni che avevo su di loro erano dei collegamenti alle Isole Nagi e la loro natura sovversiva nei confronti del regnante, questo il motivo della mia scelta: non intralciare chi stesse tentando di destabilizzare un paese a noi vicino per, un giorno, permettere azioni militari sul loro territorio con buona causa.
    Quando anche l'ultimo corvo uscì dalla stanza con il suo messaggio, chiusi la finestra alle sue spalle decidendo di andare a ritirarmi prima dell'imminente partenza.
    Il messaggio, diretto ad Etsuko, riportava il seguente messaggio:

    Gentile Etsuko-san,
    Necessito un tuo aiuto per una missione che avrà luogo nell'isola Nagi e O'uzu, con un team composto da genin dovremo scortare un mercante fino alla capitalo dell'ultima isola citata. La presenza di un secondo chunin è dovuta a delle frequenti azioni di brigantaggio su tali territori, il nostro obiettivo sarà quello di raccogliere informazioni su di loro. All'alba del 18 Ottobre Molo Nord.
    La Mano Sinistra,
    Youshi Tokugawa

    Certo non avevo i poteri di affidare un incarico di villaggio ad un altro chunin, ma potevo mettergli pressione sottolineando, nuovamente, il ruolo ufficioso che giocavo nelle gerarchie di Kiri.

    [...]


    L'alba kiriana ci avrebbe accolto sul molo lasciando qualche spazio di veduta verso l'orizzonte che, lentamente, si tingeva di rosso. La nebbia, infatti, era ancora bassa e si mischiava alla brina che la notte aveva depositato.
    Giunti al molo nord, gli altri ninja del villaggio, mi avrebbero trovato chiuso nel mio mantello nero contrassegnato da una mano argentea ricamata all'altezza del cuore, simbolo della Mano Nera, le squadre speciali. Dietro di me, oscillava seguendo il moto ondoso, la nave Saetta su cui, da lì a breve, saremo saliti.
    Avrebbero potuto sentire il suono di un Yokobue trasportato dal vento provenire dalla imbarcazione e notare che, arrivando a volte soli altre volte in piccoli gruppi, un non indifferente gruppo di corvi si stava concentrando in ordine sparso sulla nave.



     
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    Un Risveglio Inaspettato



    Guardavo con i miei occhi splendenti di orgoglio l'uomo che, davanti a me, stava scrivendo su di una pergamena le ultime formalità prima di consegnarmi l'oggetto che tanto stavo agognando da ormai tempo.
    Allungai la mano per toccare quella piastra di ferro e la portai vicino, in modo da esaminarla più scrupolosamente, il simbolo di Kiri, illuminato dalla luce lunare, risplendeva di un colore simile all'argento.
    Finalmente ero riuscito a diventare un Genin di Kiri! il primo passo verso la grandezza.
    Mi sveglia di soprassalto portando la mano sul comodino, per assicurarmi che ancora tutto fosse in ordine, la fascia che identificava la mia appartenenza a quel gruppo di Shinobi era li, non era stato solo un sogno e quella che era un'espressione di preoccupazione si trasformò in un sorriso.

    Toc... Toc... Toc... un suono continuava a d arrivare dall'esterno della casa della nostra famiglia, sembrava venire dalla finestra, e subito mi diressi verso di essa per capire cosa provocava quel suono fastidioso che aveva turbato il mio sonno.
    Capii subito trattarsi di qualcosa di importante quando vidi il piccolo, nero e piumato uccello con, stretto vicino ad una zampa, un messaggio, scritto su di una pergamena e riportante il simbolo della "Mano Sinistra" del Mizukage.
    Sapevo che gli Shinobi più importanti di Kiri venivano messi al servizio del Mizukage e chiamati Mani, ma non sapevo ancora chi loro fossero, sicuramente però quel messaggio sarebbe stato importante e fu un orgoglio per me averlo ricevuto.
    Dopo aver spezzato un pezzetto di pane per il corvo, un semplice modo per ringraziarlo del lavoro che aveva svolto, srotolai il messaggio in modo da poter leggere il contenuto scritto a mano e utilizzando un inchiostro di colore nero.

    manonera

    A Hideo Nishimura.
    Con la presente è tenuto a partecipare ad una missione di villaggio di grado D. Dovrà presentarsi all'alba del 18 Ottobre al Molo Nord, lì troverà i chunin Youshi Tokugawa e Etsuko Akuma che le forniranno tutte le informazioni del caso.
    La missione prevede un viaggio di circa dieci giorni, si prepari di conseguenza.
    La Mano Sinistra del Mizukage



    Grado D, la mia prima missione da Genin, sapevo che non doveva essere troppo difficile, probabilmente me la sarei cavata egregiamente.

    Chissà, sarò di nuovo scortando da Fudoh-san, non sarebbe male, mi sono trovato molto bene con lui, ma soprattutto chissà se ci saranno altri Genin del villaggio, sarebbe bello fare squadra anche se per un compito apparentemente semplice.

    Preparai subito il nuovo equipaggiamento in modo che l'indomani sarei potuto partire di prima mattina ed essere uno dei primi a raggiungere il molo come scritto nel messaggio, per il resto della giornata continuai l'allenamento che mi ero prefissato ormai da molti giorni, stavo potenziando l'utilizzo della natura elettrica del mio chakra, avevo scoperto di possedere una grande propensione per quell'elemento e volevo portare al massimo la sua efficacia in previsione di una missione come questa.

    [...]


    La mattina del diciotto mi sveglia veramente presto, quella notte non avevo riposato molto a causa dell'adrenalina creata dal mio corpo, arrivare in ritardo non era un'opzione.
    Feci velocemente colazione e dopo aver ricontrollato l'attrezzatura indossai, sotto i vestiti, la cotta di maglia e successivamente il mantello, coprendo il mio viso con il cappuccio per poi uscire in strada.
    Avevo lasciato un messaggio ai miei famigliari, la missione sarebbe durata parecchi giorni e non si sarebbero dovuti preoccupare per la mia assenza.



    ideogramma-giapponese-yu-coraggio-ottima-idea-regalo-japanisches-ideogramm-yu-mut-nette-geschenkidee-japanese-kanji-yu-courage-nice-gift-idea

    Mentre camminavo sguainai di qualche centimetro il Wakisashi, in modo da esporre il simbolo di famiglia, quel simbolo che mi rendeva orgoglioso e che mi dava coraggio e forse anche un po' di fortuna, passai due dita unite su di esso in segno di rispetto prima di rinfoderare la lama.






    Dopo una ventina di minuti ero finalmente arrivato al porto, velocemente cercai il molo dove avevo l'appuntamento mentre un'alba di colore rosso si stava estendendo sempre di più sull'orizzonte, quasi come se il sole volesse salutare il mio volto.
    Una musica molto leggera si riusciva a percepire e più mi avvicinavo al molo designato più si riuscivano a distinguere le note di quella fantastica melodia.
    La nebbia, ancora bassa, dava al tutto una sembianza molto magica, mi sentivo a mio agio in quell'ambiente, aumentai il passo, curioso di ciò che mi si sarebbe parato davanti, per ritrovarmi quindi sul molo fradicio, con davanti un'imbarcazione da cui arrivava quel suono così melodico e con quelli che sembravano dei corvi che, sempre più numerosi e rumorosi, stavano creando uno stormo nelle vicinanze della nave.

    Hideo Nishimura a rapporto, sono qui per la missione!



    Modificato url alla scheda (per qualche motivo rindirizzava al nulla)


    Edited by Kaystar - 19/10/2020, 00:52
     
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    Albatros Cinereo


    ~I~



    Fantasmi del Passato



    Notte fonda. Il Lupo, ad occhi chiusi, sedeva in silenziosa meditazione davanti al piccolo Buddha di legno che aveva appena finito di scolpire. Quella casupola diroccata, in realtà, non era così diversa dal Tempio in Rovina che aveva “ereditato” dallo Scultore. Dislocata rispetto alle altre abitazioni, essa era stata assegnata allo shinobi da un braccio solo dall'amministrazione di Kiri, di ritorno dalla sua prima missione per il villaggio: una minuta baracca di legno, completamente spoglia, se non un letto di paglia in un angolo ed anonimo mobilio nell'altro. Cosa c'era di diverso rispetto al Tempio in Rovina? L'assenza della miriade di idoli di Buddha in legno, dall'espressione furiosa, ammassati l'uno sull'altro. Fu così che il Lupo decise di apportare un ricordo della sua terra d'origine nella sua nuova casa: un idolo lentamente derivato da un tronco abbattuto.

    Antico-Khmer-Stile-Seduta-Legno-Statua-di-Buddha



    Gli occhi dello shinobi all'improvviso s'aprirono. Una piccola tazza di sakè venne sollevata dal suo unico braccio e portata alla sua bocca. Il sapore pungente di quel liquore fu come ricevere uno schiaffo in faccia e, di colpo, le parole dello Scultore, parole di un passato non molto lontano, risuonarono nella mente.

    I tuoi occhi... gli occhi di un lupo che ha fallito nei suoi doveri... O così mi appaiono...

    Devo scolpire Buddha, tu fai quello che vuoi...

    Qualunque cosa io faccia, ogni Buddha che scolpisco è un'incarnazione dell'ira: tale è il destino di coloro verso i quali abbiamo un debito karmico. Capirai quando proverai a scolpirne uno tu.

    Fiamme. Non vedo altro. Qualunque sia l'offerta che faccio. Fiamme... si estendono a perdita d'occhio e consumano Ashina... qui abbiamo finito.

    Ed il Lupo infine aveva capito: aveva compreso cosa significasse vivere, senza mai poter porre un freno alla propria esistenza, nel continuo rimorso, per quanto riguardava lui, o nella continua rabbia, per lo Scultore. Sekiro, il lupo da un braccio solo, era diventato, quasi inconsapevolmente, lo Scultore... con l'unica differenza che i Buddha che creava non erano l'espressione dell'ira, ma della tristezza: Kuro, l'Erede Divino, il suo padrone, con il sogno di spezzare i vincoli d'Immortalità che affliggevano la loro terra – la ragione per cui aveva tradito il Codice di Ferro e, con esso, suo padre, il Gufo – non era più in questo mondo. Egli era stato ucciso, su sua richiesta stessa, proprio da colui che aveva giurato di proteggerlo con la vita: il Lupo, appunto. Il motivo? Completare quella missione folle di salvare le anime degli uomini della loro terra, recidendo definitivamente la fonte da cui derivava la maledizione che aveva portato l'Immortalità, la Non-Morte, tra gli abitanti di Ashina.
    Tutto questo vorticava trai pensieri del Lupo, quando l'ultimo colpo di scalpello venne bruscamente interrotto... un corvo, alla cui zampa destra era legata una pergamena arrotolata, gracchiando rumorosamente si posò davanti all'entrata dell'abitazione malmessa. Lo shinobi si alzò, coperto dalla sua solita mantella arancio, con una tunica sottostante grigiastra, e, avvicinandosi all'animale, strappò via il rotolo che trasportava.

    manonera

    A Sekiro,
    Con la presente è tenuto a partecipare ad una missione di villaggio di grado D. Dovrà presentarsi all'alba del 18 Ottobre al Molo Nord, lì troverà i chunin Youshi Tokugawa e Etsuko Akuma che le forniranno tutte le informazioni del caso.
    La missione prevede un viaggio di circa dieci giorni, si prepari di conseguenza.
    La Mano Sinistra del Mizukage




    Un messaggio di comparizione al Molo Nord del villaggio per dare inizio ad un'altra missione... il Lupo era appena tornato da un viaggio estenuante in lungo e largo nell'Oceano di Kanashi e nell'Oceano di Nanmen, assieme al "Corvo" Tasaki Moyo, ed ora questi ninja dalle strane capacità già gli imponevano di ripartire. Il messaggio sembrava presupporre che i destinatari non fossero liberi di scegliere se parteciparvi o meno: era un ordine diretto da parte di superiori... un vero e proprio obbligo. Il Lupo si guardò indietro: il Buddha che aveva appena scolpito era lì, a ricordargli il suo passato di fallimento... lo scalpello cadde d'un tratto a terra: un ninja solitario correva verso il futuro, che lo attendeva, tra poche ore, all'alba di quello stesso giorno...

    […]



    Dunque, al sorgere del sole, ad aspettarlo, v'era ancora il porto di Kiri, con i suo mercanti di pesce che alle prime luci del giorno preparavano il banco, con le guardie armate che controllavano i mercantili in arrivo, con i gabbiani alti nel cielo che volavano in circolo in trepidante attesa di rubare qualche scarto, con l'odore di fritto, di griglia e di marcio delle offerte ittiche ivi disponibili. La notte, buia e punteggiata di luccichii luminosi, piano piano faceva posto al sole nascente, che spuntava dal mare, creando sfumature arancio, rosse, gialle e rosa che tingevano, mischiandosi col blu e con l'azzurro, il confine tra mare e cielo. Lì, al limitare del Molo Nord, davanti ad una grande nave ormeggiata, v'era una strana e misteriosa figura, avvolta in un mantello nero, con una mano argentea ricamatavi sopra. Quella figura sembrava quasi mischiarsi con il gioco di ombre che le luci dell'alba creavano interrompendosi bruscamente contro la nave, quasi come se questa fosse stata una barriera d'oscurità. Almeno così pareva agli occhi del Lupo. C'era qualcosa di familiare in tutto questo... l'Ōkami, forse, aveva già visto qualcuno del genere nella sua ultima missione. Inoltre, adesso che ci faceva caso, quella mano argentea, quella mano sinistra, era la stessa che faceva da timbro al messaggio che quel corvo, poche ore prima, gli aveva recapitato. Che fosse stato lui il mittente? La Mano Sinistra del Mizukage... gli era stato spiegato che il Mizukage fosse il capo del villaggio, ma non aveva mai sentito parlare della sua Mano Sinistra. Mentre il Lupo rifletteva sull'identità di quell'uomo nell'ombra, avvicinandosi ad esso, il suono dolce e melodioso di quello che sembrava essere una sorta di flauto, proveniente dallo scafo ormeggiato, accarezzò le orecchie dello shinobi dell'Erede Divino. Egli ricordava una nenia, delicata almeno quanto quella, in passato, prodotta però da uno shamisen... e dietro ad essa si era nascosto un avversario pericoloso e mortale... fu per questo, probabilmente, che il Lupo entrò in stato di cautela. Avanzando lentamente, l'Ōkami giunse davanti all'uomo avvolto dal mantello.
    Nel frattempo un altro ragazzo era già arrivato nel luogo dell'appuntamento e si stava presentando.

    Hideo Nishimura a rapporto, sono qui per la missione!

    Il Lupo fu altrettanto laconico.

    Sekiro. Genin. Ho ricevuto un messaggio con lo stesso simbolo che hai ricamato sul mantello.

    Corvi dal piumaggio nero, profondo come la notte, si stavano raggruppando disordinatamente sulla nave...

    Il Corvo è stato mio compagno nell'ultima missione... ed ora... corvi? Che sia un caso?



    Edited by ~Sekiro~ - 19/10/2020, 14:19
     
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    Gli Inizi


    Era passato qualche tempo da quando Akuraguri si era trasferito nel quartiere dei Kenkichi ma il ragazzo non aveva ancora fatto l'abitudine a quell'atmosfera silenziosa, così diversa da quella a cui lui era abituato. Infatti, da quando si svegliava, a quando andava a dormire, egli si sentiva appensantito da una certa tensione, forse derivata dal sentirsi estraneo a tutto quello che gli stava attorno, alla facce, le strade, gli edifici.

    Non che egli si trovasse male in quel posto, semplicemente sentiva la mancanza di un pezzo, non meglio specificato. Quel giorno però, non aveva tempo per pensare a questi suoi problemi esistenziali, poichè era finalmente arrivato il diciotto ottobre, ovvero il giorno scritto sulla lettera attraverso la quale la sua partecipazione ad una missione, di grado D, era stata richiesta.

    Era strano che per una missione di grado D fossero stati assegnati due chunin, ma forse la recente promozione del Tokugawa giustificava la presenza dell'Akuma, che aveva più esperienza. Akuraguri si soffermò un attimo, lasciando che la sua mente vagasse attraverso le milioni di possibilità che tale stranezza apriva, ma una voce calma e dolce lo riportò alla realtà:

    Aku, sarai in ritardo se non ti muovi

    La bambina aveva ragione e dunque il giovane iniziò a muoversi, lasciando comunque i suoi pensieri vagare, tanto erano incisi quei movimenti, compiuti fin troppe volte, nella sua mente. Questa volta però, la sua mente iniziò a pensare al rapporto che egli aveva, ormai da qualche tempo, intrapreso con Harmashita e Satsubatsu. Da quando si erano uniti, non avevano mai avuto conversazioni sul passato di lei, nè si erano scambiati diverse conversazioni. Avevano una certa confidenza, naturalmente, vivendo praticamente insieme ed avendo la bambina accesso ai pensieri dell'altro, ma non si erano propriamente conosciuti.

    Non ci fu risposta ed il genin continuò nella sua preparazione senza pensarci più, per evitare di infastidire la sua compagna. Arrivata l'ora prestabilita, lui arrivò al Molo Nord, forse con qualche minuto di ritardo, dato che già due personaggi, più il tetro Youshi erano presenti. Akuraguri inalò quella familiare aria di mare e si annunciò con un messaggio laconico:

    Salve Tokugawa!




    La Sanguinaria
    SPOILER (click to view)

    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Gentile Etsuko-san,
    Necessito un tuo aiuto per una missione che avrà luogo nell'isola Nagi e O'uzu, con un team composto da genin dovremo scortare un mercante fino alla capitalo dell'ultima isola citata. La presenza di un secondo chunin è dovuta a delle frequenti azioni di brigantaggio su tali territori, il nostro obiettivo sarà quello di raccogliere informazioni su di loro. All'alba del 18 Ottobre Molo Nord.
    La Mano Sinistra,
    Youshi Tokugawa



    Non erano di certo giorni in cui ci si sarebbe potuti annoiare quelli che trascorrevano tranquilli a Kiri, sebbene la situazione nel mondo ninja versasse in uno “stallo” apparentemente di pace, le missioni ninja non erano ferme e risolvere tafferugli, azioni di brigantaggio o scortare qualche mercante, assicurava al villaggio liquidità per finanziarsi e sostenersi. Non capiva però Etsuko la vera ragione per cui fosse stato convocato. C’era gia un chunin a presenziare a quella missione e ad essere chiari dopo l’incontro con il Mizukage aveva come l’impressione di essere un “sorvegliato speciale” situazione che a dirla tutta non gli piaceva affatto.
    Auron gli aveva portato una tazza di un buon Thè, bevanda che giungeva direttamente dalle lontane terre d’occidente e il ninja, rilassato e sprofondato nella poltrona che stazionava davanti al camino acceso di casa Akuma , sorseggiava la bevanda bollente, rilassato ma assorto nei suoi pensieri.
    Era ancora in dubbio se accettare o rifiutare l’incarico, non vi era richiesta ufficiale ma pura e semplice formalità di un amministrativo che chiedeva aiuto, la “Mano” non incuteva alcun tipo di timore reverenziale, era stato lui stesso in passato un fondatore delle squadre speciali della nebbia, quindi non era di certo questo un incentivo ad accettare.
    Fu tra le fiamme che trovò la risposta o semplicemente tra i suoi pensieri, rifiutare avrebbe attirato l’attenzione amministrativa su se stesso e di rigetto quella della più alta carica di Kiri ed era proprio quello che voleva evitare. Cosi si sarebbe comportato da buon soldatino e avrebbe così presenziato alla missione dando il suo contributo a Kiri.
    Alzatosi si sarebbe appoggiato a braccia distese sul ripiano portaoggetti del camino in pietra, vi avrebbe lasciato la tazza di porcellana, quasi vuota e avrebbe assaporato più da vicino il calore suadente e rassicurante del fuoco. All’indomani all’alba il fresco pungente della notte ottobrina l’avrebbe accompagnato nel risveglio, scostato il plaid con cui amava coprire le nudità prima di addormentarsi, si sarebbe vestito accanto alle ceneri quasi spente del comignolo, godendo ancora del quasi sopito calore. Quando tutto fosse stato ultimato, avrebbe lasciato la casa nel quartiere, chiudendo la porta dietro di se.

    … AL MOLO …


    La nebbia bassa lasciava intravedere le prime luci dell’alba, costeggiava le banchine che iniziavano a popolarsi dei primi pescatori kiriani ma non sarebbe risultato difficile scorgere il gruppetto di ninja che si era radunato poco più in là per adempiere alla missione che gli era stata affidata. Tra quelli riconobbe subito il compagno di missione Akuraguri e si rassicurò del fatto di poter almeno contare su una faccia amica. Per il resto l’avrebbe scoperto vivendo…

    Salve a tutti, Sono Etsuko Akuma e mi unirò a voi nella missione affidataci.



    Avrebbe poi rivolto un cenno di saluto all’altro Chunin che era palesemente membro delle squadre speciali, visto l’abbigliamento inconfondibile.



     
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    II

    Lentamente, ma senza lunghi lassi di tempo, arrivarono uno dopo l'altro tutti i ninja convocati per quella missione. Da prima i due genin freschi di promozione, era evidente che - essendo la loro prima missione - ci tenessero particolarmente e anticiparono gli altri due più scafati compagni. Alla constatazione di Sekiro, forse avulso dalle dinamiche del villaggio, risposi calmo Questo è il simbolo della Mano di Kiri, ninja selezionati direttamente dal Kage o dai suoi consiglieri. E' bianca per i ninja della squadra medica, nera per le squadre speciali dissi lasciando che il silenzio che seguì le mie parole venisse riempito dal suono del flauto di Kenku-san.
    Quindi giunse Akuraguri, risposi al suo saluto con brevi parole Salve a te, Akuraguri-san. E' un piacere rivederti un breve sorriso sorse tra le ombre proiettate sul mio volto, avevo avuto modo di collaborare con lui ad una missione tempo addietro, ero curioso di vedere i passi avanti che aveva fatto nel frattempo. Era un ninja dotato, una risorsa importante che cresceva sana nel terreno fertile di Kiri.
    Dunque, alla fine, mi raggiunse l'altro chunin richiesto per la missione. Era Etsuko Akuma, un tempo primario dell'ospedale, sparito per lungo tempo era ora tornato al servizio del villaggio. Sul suo conto avevo le poche informazioni che erano rimaste nei dossier della Mano Nera, si parlava di un legame che lo univa a Seinji Akuma dovuto alla medesima semenza, ma poco altro. Con lui non avevo ancora collaborato ed ero decisamente curioso di scoprire le sue potenzialità e ciò di cui gli Akuma erano capaci di fare, inoltre le sue doti di sensitivo e di medico si sarebbero potute rivelare fondamentali. Etsuko-san, ben arrivato risposi facendo un leggero cenno con il capo.

    Calai dunque il cappuccio, lasciando che i primi raggi del sole filtrati dalla nebbia illuminassero il coprifronte tenuto in diagonale a coprire l'occhio mancante. Il mio occhio severo si appoggio sui volti dei ninja e piegai un lato della bocca prima di iniziare a parlare La missione che ci aspetta è una missione di Protezione. Dovremo fare in modo che il commerciante Sumiatsu Kakita, giunga nella capitale di O'uzu passando attraverso l'isola di Nagi feci una pausa a quel punto sentendo dei passi muoversi in nostra direzione dalla nave, dopo qualche attimo scese sul molo un uomo austero vestito elegantemente. Aveva una lucida pelata, i lineamenti affilati incorniciavano uno sguardo torvo e severo, il kimono era riccamente ricamato e di colori che si muovevano dal grigio scuro al blu. Superò la mia persona avvicinandosi ai ninja del villaggio, posizionandosi d'avanti uno ad uno, prima Hideo e Sekiro e non riuscì a nascondere una smorfia; quindi a Akuraguri, inizialmente ne studiò lo sguardo, quindi la sua attenzione venne attirata dalla lama che portava con sé e dalle labbra fine uscì un commento Almeno uno...; dunque rapidamente a Etsuko e fece un segno di assenso allontanandosi. Io lo guardai con aria interrogativa, non mi piaceva per nulla essere interrotto, soprattutto quando dovevo fare rapporto ai miei compagni di missione. Mi si avvicinò e in un sussurro [ nota ]Con percezione pari a 9 sentite mi disse sprezzante Considerato che mi avete vietato di provvedere personalmente ad assoldare una scorta per la mia salvaguardia, speravo che almeno mi portaste qualcosa di meglio che quei genin Si accomodi pure sulla nave, tra poco partiremo non si preoccupi risposi gelido.
    Sumiatsu-sama è uno dei proprietari dell'industria di katane del villaggio feci una pausa, forse a quel punto avrebbero realizzato di avere a che fare con uno delle persone più ricche del villaggio Come dicevo dovremo accompagnarlo nella capitale per parlare con un possibile importante acquirente. Sicché non è nostro interesse rendere nota la presenza di Kiri su queste due isole, agiremo senza indossare i nostri simboli. Per questo quando arriveremo nelle isole Nagi, dovrete togliervi i coprifronte ed eventuali altri segni riconducibili al villaggio. Lanciai uno sguardo verso di loro cercando di individuare eventuali dubbi o domande, in caso contrario ripresi Bene possiamo salpare Quindi salii sulla nave dove, mai interrotto, il suonatore di flauto continuava ad accompagnarsi al suono delle onde sullo scafo della nave. Una volta che fossimo saliti, fatto un cenno al comandante della nave, i marinai si misero all'opera e in qualche minuto salpammo.
    A quel punto mi rivolsi verso Etsuko Etsuko-san, avrei bisogno di parlarti, puoi seguirmi? domandai indicando la porta che portava sottocoperta.
    I tre genin sarebbero invece dovuti rimanere sul ponte della nave, erano liberi di fare ciò che più gli pareva. Se avessero cercato la fonte di quel suono melodioso, muovendosi verso la prua della nave avrebbero trovato il misterioso suonatore: Kenku-san. Il KarasuTengu, attorniato dai corvi, muoveva leggiadro le dita sul flauto mentre le ali scure si muovevano a ritmo.

    Con Etsuko, invece, ci saremmo accomodati nella stanza del comandante. Lì ad aspettarci c'era Sumiatsu, quando entrammo alzò lo sguardo e, tornando a darsi da fare, domandò distratto Etsuko, Youshi, volete una tazza di thè? Se lo avessi saputo avrei portato quello di casa mia, questo è più acqua sporca ma non abbiamo molte altre possibilità notò laconico prima di sedersi al tavolo e, eventualmente, dare una tazza all'altro chunin in seguito al mio rifiuto.
    Ci sono un po' di cose che devi sapere prima di iniziare questa missione e che non devono interessare gli altri genin dissi calmo sedendomi a mia volta Abbiamo intimato Sumiatsu-sama ad affidarsi alla protezione del villaggio Costretto mi interruppe stirando le labbra prima di bere un sorso Perché un aristocratico del paese O'uzu ha richiesto, non ufficialmente per conto del suo paese, un numero elevato di katane ed altre armi 150 katane, 200 wakizashi, 20 naginata e armi da lancio che ci siamo rifiutati di trattare concluse tornando a sorseggiare. Lanciai uno sguardo eloquente verso Etsuko-san Un numero elevato che potrebbe armare un esercito privato o qualcosa del genere, da qui il nostro interesse feci una breve pausa guardando l'arredo spartano della stanza in cui ci trovavamo Inoltre, poco tempo fa, Kiri non è riuscita ad evitare o meglio non aveva voluto, ma non c'era bisogno che Etsuko lo sapesse che un gruppo più o meno organizzato riuscisse a prendere controllo di un gran quantitativo di esplosivo. Sul loro conto abbiamo ben poche informazioni, sappiamo che si pongono in antagonismo con il potere centrale del regnante delle due isole compiendo azioni di sabotaggio e brigantaggio. Per questo è stata richiesta la presenza di un secondo chunin, dovremo raccogliere informazioni sul loro conto per carpirne gli obiettivi. mi feci zitto, comprendendo che avrebbe potuto porre domande per avere un quadro più chiaro della situazione.

    Una volta che avessi risposto ai suoi dubbi, sempre che possedessi le eventuali risposte, avrei raggiunto gli altri genin e Kenku-san sul ponte della nave.
     
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    ~II~



    Il Tengu



    Una volta avvicinatosi alla figura avvolta dal mantello, confusa con le ombre, e al ragazzo, che era giunto sul posto poco prima di lui, il gioco di chiaro-scuri, che il sole sorgente proiettava oltre la nave ormeggiata, non fu più in grado di impedire al Lupo di riconoscere chi avesse di fronte: Youshi Tokugawa e Hideo Nishimura. Il primo, colui che, nottetempo, aveva tramortito e rapito lo shinobi per farlo risvegliare in una landa desolata coperta di neve e circondata da alberi tetri; il secondo, colui che, nella stessa landa innevata, era stato suo avversario nel rituale di villaggio chiamato Nebbia di Sangue.

    Questo è il simbolo della Mano di Kiri, ninja selezionati direttamente dal Kage o dai suoi consiglieri. E' bianca per i ninja della squadra medica, nera per le squadre speciali.

    L'abitudine per cui i ninja del posto si chiamassero, tra loro, con il nome di battesimo era qualcosa che il Lupo non riusciva ad accettare o, per meglio dire, comprendere. Che qualcuno conoscesse un'informazione importante come il nome di un ninja, equivaleva ad esporsi in maniera spericolata ai nemici. Per questo motivo, nonostante il Tokugawa si fosse già presentato al Lupo a Genosha, il ninja di Ashina gli aveva dato un nome in codice, come faceva con tutti.

    Ombra, sei tu? Non ti avevo riconosciuto...

    "Ombra"... per la sua capacità di fondervisi letteralmente, se serviva. Il Lupo rimase in silenzio per qualche istante. Non avrebbe mai immaginato che quell'individuo misterioso, Tokugawa, o meglio, l'Ombra, potesse far parte delle squadre speciali del villaggio. Se questo era il caso, doveva essere molto abile, cosa che tra l'altro era intuibile dal grado di chunin, nonché dal fatto che avesse potuto far perdere i sensi al Lupo, poco tempo prima, senza che questi nemmeno se ne accorgesse.

    Squadre speciali? Buono a sapersi...

    Il Lupo poi rivolse il suo sguardo al ragazzo che aveva di fianco, accennando un flebile sorriso.

    Pantera, anche tu qui! Ti sei ripreso dal nostro scontro?

    Pantera... era invece l'appellativo che il Lupo aveva dato al Nishimura, per il vestiario scuro che, come un manto nero, lo faceva nascondere tra le tenebre e che ricopriva una carnagione chiara corredata da occhi penetranti da predatore.
    Nel frattempo giunsero altri due ninja.
    Innanzitutto uno dai capelli arancio e dall'aria distratta. Il ragazzo portava con sé una spada che non faceva fatica a spiccare tra tutte le armi che erano lì assembrate tra quegli shinobi. Il Lupo provò immediatamente una sorta di fatale attrazione per quell'arma, quasi ne fosse stato in qualche modo richiamato. D'altronde era uno spadaccino ed è naturale, per uno spadaccino, desiderare una lama sempre più micidiale, giusto? Il ninja dai capelli arancio e dall'aria distratta andò dritto a salutare il Tokugawa, senza accennare al proprio nome per far sapere chi fosse agli altri, cosa che il Lupo, in parte, apprezzò. Il suo nome comunque venne esplicitato qualche istante dopo proprio dall'Ombra: Akuraguri.
    Poi fu il turno di un altro individuo che, appena arrivato, si presentò subito al gruppo intero.

    Salve a tutti, Sono Etsuko Akuma e mi unirò a voi nella missione affidataci.

    Etsuko Akuma... era l'altro chunin che avrebbe guidato il gruppo nella missione: era un ragazzo alto, snello, con tratti fini ed eleganti e con un aspetto quasi nobiliare. Quelle sembianze potevano davvero nascondere delle capacità temibili?

    La missione che ci aspetta è una missione di Protezione. Dovremo fare in modo che il commerciante Sumiatsu Kakita, giunga nella capitale di O'uzu passando attraverso l'isola di Nagi.

    L'Ombra aveva cominciato a parlare, spiegando in cosa sarebbe consistita la missione. Poi un uomo calvo, mentre l'Ombra veniva interrotta nella spiegazione dal suo sopraggiungere, iniziò a discendere dalla nave, sfoggiando un aspetto ed un vestiario che lasciavano chiaramente trasparire l'appartenenza ad una casata facoltosa. Questi passò trai membri del gruppo della missione, scrutandoli uno ad uno... a ciò fece seguire una sorta di smorfia di disapprovazione, guardando il Lupo e la Pantera, un commento di sufficienza, notando invece il ragazzo che sembrava chiamarsi Akuraguri, ed infine un cenno di compiacimento vedendo l'Akuma. L'uomo si avvicinò all'Ombra, sussurrandogli qualcosa che il Lupo non fece fatica ad origliare [Nota]Percezione: 9. In effetti il Lupo non era nuovo nell'arte di spiare ed ascoltare, anche di nascosto, sotto i pavimenti, dietro i muri, da sopra i tetti, ciò che qualcun altro voleva tenere lontano da orecchie indiscrete come le sue: ad Ashina era venuto a conoscenza in questo modo di molti fatti e segreti che si erano rivelati vitali.

    Considerato che mi avete vietato di provvedere personalmente ad assoldare una scorta per la mia salvaguardia, speravo che almeno mi portaste qualcosa di meglio che quei genin...

    Così quell'uomo era il Kakita che avrebbero dovuto scortare? Della sua approvazione il Lupo se ne faceva ben poco... quel che contava era portare a termine il compito assegnatogli e questo di certo non prevedeva di fare amicizia con colui che doveva essere protetto.

    Sumiatsu-sama è uno dei proprietari dell'industria di katane del villaggio. Come dicevo dovremo accompagnarlo nella capitale per parlare con un possibile importante acquirente. Sicché non è nostro interesse rendere nota la presenza di Kiri su queste due isole, agiremo senza indossare i nostri simboli. Per questo quando arriveremo nelle isole Nagi, dovrete togliervi i coprifronte ed eventuali altri segni riconducibili al villaggio.

    Un'infiltrazione in incognito non era un problema per il Lupo, dal momento che era una presenza assolutamente nuova per tutti, nuova anche per gli stessi abitanti di Kiri, in quelle terre così lontane da Ashina. Non era un problema, in realtà, per lo shinobi da un braccio solo, nemmeno mettere da parte il coprifronte del villaggio. Questo gli era stato consegnato dall'amministrazione quando era diventato genin ed a tutti gli effetti un abitante della Nebbia, ma il Lupo non lo aveva mai indossato, tenendolo invece riposto all'interno dei vestiti, nelle tasche interne. Era un ninja di Kiri, sulla carta, ma, nel suo animo, si sentiva ancora senza più un posto al mondo.
    Il Sole aveva ormai preso possesso del cielo, scacciando definitivamente la notte. Il mare brillava di riflessi abbaglianti, mentre l'eccitazione di un nuovo viaggio si faceva sempre più palpabile nell'aria...

    [...]



    Il gruppo era finalmente salito sulla nave e questa era partita, prendendo il largo. La dolce melodia del flauto, che, fin dall'arrivo del Lupo, si era sparsa nell'aria come una brezza primaverile in pieno autunno, continuava ad allietare le orecchie degli astanti. L'origine di quella musica pareva essere l'estremità della prua. I due chunin, l'Ombra e l'Akuma, si erano intanto defilati sottocoperta. Il Lupo, dal canto suo, sul ponte, fece cenno ai suoi due compagni genin di seguirlo verso la provenienza del suono.

    Voglio scoprire chi è che sta suonando questa melodia...

    Una volta avvicinatosi abbastanza, il Lupo, eventualmente assieme ai suoi compagni, se questi lo avessero seguito, vide una strana creatura, accerchiata dai corvi, che in modo leggiadro ed aggraziato faceva scorrere le mani sullo strumento musicale: un Tengu... ma per un momento gli occhi del Lupo videro un altro Tengu, quello di Ashina, e dove c'era il Tengu d'Ashina, c'erano quasi di sicuro anche dei ratti, ma morti...

    Isshin-sama, siete voi?

     
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    Che la Missione Abbia Inizio


    La Nave Della Melodia



    Non ero il solo ad essere stato convocato, più il tempo passava e più persone si facevano avanti per presentarsi ed entrare in squadra, alla fine eravamo un bel gruppo, tre genin e due chunin per una missione di livello D, uno dei più bassi gradi nella scala di Kiri, un gruppo del genere era troppo per come la pensavo.
    Uno di quei genin si fece avanti dopo essersi annunciato, riconobbi subito quello Shinobi, un braccio mancante e quello sguardo così fiero erano difficili da dimenticare!

    Lupo! E' un piacere rivederti, per fortuna questa volta da alleati spero! è stata dura ma mi sono ripreso completamente e vedo che anche tu sembri completamente guarito, questo mi rende felice!

    Accennai un rispettoso inchino per salutare il ninja contro cui avevo combattuto in passato.
    Guardai poi negli occhi Youshi-san, accennando anche a lui un inchino, speravo ormai si ricordasse bene di me e delle mie capacità, portavo parecchio rispetto per lui e ormai lo vedevo come un Sensei, la sua presenza in questa missione era molto rassicurante.
    Iniziò il briefing della missione, avremmo dovuto scortare un mercante di armi, un certo Sumiatsu Kakita, in modo da proteggerlo durante il suo viaggio di lavoro che lo avrebbe portato a O'uzu.
    Le Parole di Youshi-san vennero poi interrotte dall'arrivo di un uomo, una persona sicuramente ricca a vedersi dal vestito finemente ricamato e ricco di dettagli e ornamenti, l'uomo si fermò davanti a me, guardandomi dall'alto verso il basso con una strana smorfia stampata sulla faccia.

    Questo probabilmente sarà il mercante, a pelle non mi sembra una persona di cui ci si può fidare, quell'espressione mi da sui nervi!

    Passò poi davanti agli altri ninja squadrandoli come fatto con me, spese solo poche parole guardando l'ultimo arrivato, uno strano e silenzioso ragazzo dai capelli arancioni, che lo conoscesse già? non era il momento di pensare a queste inutilità, tornai a concentrarmi sul discorso che il mercante incominciò ad imbastire venendo a conoscenza che noi gli eravamo stati a assegnati e che non gli bastavano pochi Genin ma avrebbe voluto una forza più imponente, pazzia pensai, eravamo in cinque con la presenza di probabilmente due dei ninja più forti del villaggio, cosa voleva di più?
    Mantenni la calma per non rispondere in malo modo al mercante e aspettai gli ordini dei miei superiori che, dopo aver finito la spiegazione della missione, decisero di salpare.
    Lentamente salii sulla nave, il legno scricchiolava mentre i nostri passi percorrevano il legno della banchina e, appena partiti, il vento iniziò a far muovere quell'imbarcazione sulle fredde e limpide acque di Kiri.
    Finalmente partiti e in mare i Chunin, insieme al mercante, si ritirarono subito per discutere del da farsi, ebbi il tempo quindi di squadrare il secondo Chunin che si muoveva veloce verso, probabilmente, gli alloggi del mercante, non lo conoscevo ma sembrava una persona più tranquilla e composta di Youshi-san, i suoi occhi non davano l'impressione di essere quelli di un assassino.
    Rimasto da solo con gli altri due ninja solo il suono del flauto rompeva il silenzio che si era venuto a creare in quel momento, un suono leggiadro che veniva da una figura molto strana, il Lupo si diresse a vedere chi fosse quella creatura ma a me non faceva ne caldo ne freddo.
    Trovai un posto comodo, per quanto il legno di una nave lo possa essere, contro il parapetto della nave, mi sedetti li e ripresi fiato, era stato molto difficile controllarsi dal piantare una lama nel collo di quel pomposo mercante che, a vedersi, pensava di essere l'uomo più importante dell'intero mondo.
    Chiusi gli occhi in modo da essere cullato solo dalle note della creatura che sempre più delicate portavano i miei pensieri verso l'orizzonte e verso fantasie di ciò che sarebbe potuto accadere nella missione ormai iniziata.

    Dovrei cercare di sapere qualcosa sugli altri ninja di questa squadra di protezione, sarebbe un bene avere una visione a tutto tondo delle nostre abilità. so bene che il Lupo sarà un compagno affidabile, chissà se il silenzioso sarà della stessa pasta.

    Riaprii gli occhi al sentire la porta degli alloggi del mercante aprirsi con Youshi-san, primo ad uscire, che ci raggiunse sul ponte della nave, che ci volesse comunicare qualche decisione?



     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    AGGUATI ?



    Sorseggiai il thè assaporandone più che il gusto, il leggero torpore che riscaldava membra e spirito. Avevo ascoltato con attenzione le parole di Youshi e Sumiatsu dopo aver lasciato il ponte della nave per ritirarci sottocoperta. quelle erano cose da “Grandi” cose che i Genin in missione non avrebbero dovuto udire, eppure quelle erano comunque informazione che facevano parte della missione che si apprestavano a svolgere. Mi chiedevo quanto fosse stato saggio portarsi dietro i 3 che erano sul ponte in quel momento. possibile che fossero sacrificabili per una missione di copertura? Si sarebbero rivelati all’altezza qualora le cose non fossero andate per il verso giusto?
    Erano riflessioni quelle che il chunin faceva, mentre la bevanda, che confermò essere di pessima qualità, terminava nella tazza prima di essere riposta sul tavolino in quella piccola cabina, in quell’anonima imbarcazione, in quell’immenso mare che circondava l’arcipelago della nebbia.
    Così kiri ha pensato bene d’indagare su questo probabile esercito per non farsi trovare impreparata… o magari per trarne qualche tipo di vantaggio…
    Avrebbe osservato Etsuko, guardando prima Youshi e poi il magnate del commercio di Katane che nella storia era semplicemente stato tirato in ballo. Era il modo d’operare dei poteri forti, era il modo d’operare delle mani di Kiri, per conto della mente massima, IL MIZUKAGE.
    Bene, se questo è il volere della Nebbia, non possiamo che compierlo…
    Avrebbe concluso Etsuko, lasciando che l’inequivocabile commento potesse raggiungere orecchie e menti dei suoi interlocutori. Che non si dicesse infatti che il Chunin non fosse al servizio del villaggio… doveva allontanare da se ogni forma di sospetto.
    Il laconico contributo del kiriano che avrebbe sancito la fine della discussione in altri casi sarebbe continuato.
    Ho solo una richiesta… avrebbe detto il chunin avvicinandosi ai due in richiesta d’intimità, continuando una conversazione troppo privata per essere udita, persino da qualsiasi lettore.
    [… CONVERSAZIONE CRIPTATA…]



    POCO TEMPO DOPO QUESTI EVENTI




    Sarebbero riapparsi i due chunin agli occhi dei presenti sul ponte della nave, Etsuko avrebbe rivolto un saluto a Akuraguri, era la prima volta che si rincontravano dopo la missione…
    Credo che dovremmo sopportarci a vicenda anche questa volta… come stai? Avrebbe detto il chunni, rivolgendosi al ragazzo. Si sarebbe poggiato con i gomiti sul balcone in legno ad osservare il mare, così placido e calmo, così rassicurante… così…
    Youshi!!! L’esclamazione del chunin a richiamare l’attenzione del compagno di missione…
    Lo vedi anche tu? Qualcosa non torna… un fitto ammasso di nebbia, in progressivo avvicinamento, in pochi secondi avrebbe avvolto la nave… Ninja, a raccolta! l’invito di Etsuko a formare un cerchio per evitare di esporre fianchi e punti deboli. Non credo vi faccia piacere saperlo, ma credo che siamo sotto attacco. Youshi che ne pensi?
    Prima che potessero rendersene conto, l’urlo sottocoperta… Maledetti, lasciatemi… l’inconfondibile voce di Sumiatsu chiedeva aiuto. Non avrete mai quello che mi chiedete. Aiutooooo! Il primo che avesse provato a rispondere a quel disperato grido d’aiuto provando a raggiungere la porta che conduceva alle cabine sottostanti, si sarebbe accorto di non potersi muovere. I piedi infatti sarebbero risultati inchiodati al pavimento, una melma era diffusa su tutto il ripiano sottostante e aveva intrappolati i ninja. Merda, ci hanno colto alla sprovvista. Non perdete la lucidità, ho un’idea.si sarebbe accovacciato rapidamente, per studiare la sostanza melmosa che si trovava ai loro piedi, una luminescenza sarebbe apparsa a prolungamento dell’arto del chunin, quasi a creare un piccolo bisturi di chakra che sarebbe affondato nella melma tagliandola e dividendola, per un piccolo istante, prima che si ricompattasse e diventasse nuovamente adesiva. Come immaginavo… si sarebbe piegato sulle ginocchia, concentratosi per impastare una quantità di chakra sufficiente sui piedi, avrebbe atteso il momento giusto per rilasciarlo rendendo e trasformando quello stesso in chakra repulsivo, facilitando così il salto che avrebbe spiccato di lì a poco che gli avrebbe permesso di liberarsi dalla presa e posizionarsi sull’albero maestro a 7 metri di altezza da dove era partito. Avrebbe effettuato il tutto con estrema semplicità, sinonimo di assoluta maestria nel controllo del chakra stesso.
    Avrebbe osservato, gli altri membri con sguardo interrogativo, avrebbe solo in seguito immaginato che non conoscevano l’arte del controllo del chakra. Allora, che aspettate? Abbiamo una missione da compiere…

    OSSERVAZIONIBene ragazzi, questa è la situazione… direi, visto la semplicità con cui il mio pg ha eseguito l’impasto e salto repulsivo, diciamo che l’utilizzo del chakra potrebbe risultarvi alquanto intuitivo e vista la situazione di pericolo… direi che ognuno dei vostri pg, possa nel primo post, provare a concepirne utilizzo, con svariate tecniche e modi per ottenere il raggiungimento finale. Il mio pg, vi darà consigli utili in base ai vostre descrizioni e difficoltà a partire dal prossimo post utile.
    Spero vi piaccia e buon divertimento

     
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    Bloccati



    Le introduzioni furono veloci ed efficaci, senza frinzoli. A parte, naturalmente, quella dell'Akuma, che ogni volta che apriva bocca faceva meravigliare il giovane, proveniente da un ambiente ben poco raffinato. La missione sembrava abbastanza lineare, ma un sentimento di sconforto permeava all'interno del giovane. Due chunin, per una missione che sembrava semplice, erano un po' eccessivi e qualcosa puzzava. Nonostante ciò, non c'era niente che il giovane potesse fare, dunque egli scacciò quei pensieri e si mise a studiare i suoi compagni, con i quali, se la situazione l'avesse richiesto, avrebbe dovuto rischiare la sua vita.

    Prima però che potesse fare un'attenta analisi, un uomo si presentò di fronte a loro, studiandoli con uno sguardo attento e pungente. Un elegante pelato, che dopo aver osservato il gruppo ed aver tratto le sue conclusioni, si avvicinò al Tokugawa per bisbigliargli qualche parola, con una faccia abbastanza strana, quasi arrabbiata. Il chunin continuò il suo discorso, specificando i dettagli della loro missione, parole che il giovane Akuraguri ascoltò, ma senza prestarci troppa attenzione, dato che il loro compito era stato già presentato.

    La partenza fu rapida e senza intoppi, solita di un equipaggio esperto. In pochi minuti la nave si staccò dal molo e si avviò verso il mare aperto. I due chunin si appartarono all'interno insieme al commerciante, mentre i tre genin rimasero sul ponte, dove un dolce suono di flauto veniva accompagnato dal rumore delle onde sullo scafo della nave. Akuraguri, che non aveva nessun interesse particolare nel conoscere i due che sarebbero stati i suoi compagni per quei prossimi giorni, si mosse, attratto dal suono, in quella direzione.

    Trovata la fonte della musica, egli si mise seduto sulle assi di legno, con le gambe incrociate, tenendo Satsubatsu su di sè, meditando e parlando con Haremashita, del più e del meno, per far passare il tempo. In quello che ad egli sembrò un secondo, ma che in realtà furono diversi minuti, Akuraguri sentì il suo nome venire pronunciato dalla bocca di Etsuko, che, insieme a Youshi, era uscito sul ponte, dopo aver evidentemente concluso la sua conversazione con il commerciante.

    Prima però che potesse rispondere però, il ragazzo vide che l'Akuma, agitato da qualcosa che aveva visto mentre si sprogeva dalla murata, chiamò il gruppo a raccolta, intimandoli di prendere una posizione difensiva. Il genin fece appena in tempo a mettersi in piedi e mettere al suo fianco la sua fidata lama che già nell'aria risuonarono le grida del mercante, che era stato evidentemente attaccato da un nemico. Il ragazzo provò a muoversi, scoprendo di non poter staccare i propri piedi dal legno.

    L'Akuma non ci mise molto a liberarsi da quella situazione, incitando il resto del gruppo a seguirlo. Akuraguri aveva da poco imparato e compreso le basi del controllo del chakra e dunque non ci volle molto prima che riuscisse a concentrare una quantità non indifferente di quel potere sulle piante dei suoi piedi, proprio come avrebbe fatto se avesse dovuto usarlo per arrampicarsi su di una qualche superficie. Il suo problema però, consisteva nel farsì che il chakra spingesse sul pavimento, liberandolo.

    Ci provò nuovamente e nuovamente, immaginando il processo nella sua mente, per vedere se riuscisse poi a tradurlo in realtà. Niente, neanche un piccolo movimento a testimoniare la sua persistenza. Il chakra arrivava alle piante dei suoi piedi e rimaneva lì, senza muoversi. Alla fine, dovette di nuovo affidarsi alle conoscenze di Haremashita, che lo rimproverò, proprio come l'ultima volta che aveva imparato a controllare il suo chakra. Nonostante ciò però, la ragazza gli diede anche un consiglio importante, ovvero di svuotare la sua mente e di non pensare a niente, per poi concentrarsi sul far uscire quanto più chakra possibile dalle piante dei suoi piedi.

    Egli iniziò a fare ciò, senza ancora nessun risultato. Forse qualche consiglio da parte del chunin avrebbe sbloccato la situazione...

    La Sanguinaria
    SPOILER (click to view)

    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


     
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    III

    Inclinai il capo di lato ascoltando le poche parole di Etsuko-san, a cui risposi altrettanto laconicamente Se non fosse per il volere della Nebbia non ci troveremmo qua, Etsuko-san Ma non aggiunsi altro circa le motivazioni che avevano spinto il Mizukage a muovere le proprie pedine sull'isola di Nagi, infondo non era né il momento né il luogo adatto per farlo.
    Dunque continuò con una richiesta, a sentirla sul mio volto non poté che dipingersi un sorriso maligno

    [...]

    Nel frattempo, Sekiro si era avvicinato allo scontroso Kenku-san, forse non conoscendo il carattere del KarasuTengu, osò interromperlo mentre allietava l'aria con il dolce suono del suo flauto. L'antico tengu, prima di chiedersi se realmente quello sprovveduto storpio, che aveva visto combattere nella foresta di Genosha, conoscesse Isshin-sama, si alzò ergendosi in tutti i suoi due metri di altezza. Aveva smesso di suonare e impugnava il flauto come fosse una mazza, si avvicinò di qualche passo a Sekiro e provò a colpirlo sulla tempia Brutto maleducato, non ci provare più a interrompermi con la tua voce stonata! Youshi-sama non ti ha insegnato le buone maniere? [ I Slot Azione - Colpo con Arma | For 200, Vel 500][Yokobue]Yokobue [Mischia]
    Classico flauto a traverso giapponese composto da una canna di bambù. Il legno è stato lavorato e rinforzato per poter reggere gli urti ed essere utile come arma contundente.
    Tipo: Asta - Contundente -
    Dimensione: Mediopiccola
    (Potenza: 20 | Durezza: 3)
    [Da genin in su]
    domandò con voce gracchiante e palesemente seccata. Dunque si scrollò le spalle e le ali, emise un suono strano, quasi spazientito, come se non si ricordasse che cosa avesse in mente E poi come fai a confondermi con Isshin? rimase un attimo in silenzio, come se avesse delle difficoltà a pronunciare il titolo onorifico Quel vecchio tengu... Era evidente che dei ricordi stessero affiorando nella sua mente, ma bruscamente li interruppe e si rivolse seccato a SekiroSei cieco oltre che monco? Non noti la differenza di stile tra un tengu e un Karasutengu? Alzo leggermente le braccia, Sekiro avrebbe presto scoperto che oltre essere suscettibile era un Karasutengu piuttosto vanitoso.
    La discussione sarebbe potuta continuare, ma se non avesse attirato la curiosità di Kenku-san, questo dopo poco gli avrebbe detto Va bene piccolo umano, eri più divertente quando combattevi nella foresta con l'altro tuo simile. E' tempo che vada, i miei corvi non possono stare giorni in mare. Salutami Youshi-sama Quindi con il flauto si sarebbe toccato la testa con un gesto di commiato e, prima di sparire in una nuvola di fumo, avrebbe aggiunto E per la prossima volta, chiamami con il mio nome: Kenku

    [...]

    Quello che avvenne dopo successe tutto rapidamente: se prima infatti mi stavo muovendo verso la zona della nave dove avevo lasciato Kenku-sama, subito mi precipitai seguendo la voce del secondo Chunin. Un fitto banco di nebbia aveva avvolto la nave, mentre da sottocoperta le urla del nostro contatto richiedevano la nostra assistenza.
    Provai a muovermi in sua direzione quando mi accorsi di essere bloccato, una sorte di strato paludoso bloccava i nostri arti inferiori. Lasciai un maligno sorriso sul volto mentre lo sguardo ne osservava ogni particolare, dovevo ammetterlo: era bravo. Dunque Etsuko si mosse - dopo aver studiato la sostanza sulle travi - spiccando un notevole balzo sull'albero maestro. Il mio sorriso si trasformò in una smorfia di disappunto quando, dopo un paio di tentativi, realizzai che avevo delle difficoltà a muovermi da lì. L'ex primario della Nebbia, concentrata una discreta quantità di chakra nelle gambe, era riuscito a muoversi senza problemi, mentre io ero ancora inchiodato.
    Guardai in sua direzione e lasciai andare un sospiro, quindi, svuotati i polmoni, chiusi gli occhi; abbassai il capo, mantenendo gli occhi serrati e inspirando profondamente. Pago degli insegnamenti del mio maestro Shunsui-sama a Suna, concentrai la medesima quantità di chakra che ero solito usare quando camminavo sui muri o sull'acqua. Questa volta, invece di mantenere la patina di chakra inerte, iniziai ad applicarle un movimento, controllai il chakra fino a quando questo non avrebbe reagito al contatto con il terreno respingendomi da esso e, con una leggera flessione delle gambe, non mi avesse spinto con forza verso l'alto.


    [Chakra: 57/60]
     
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    Terzo Atto



    Maledetti, lasciatemi…Non avrete mai quello che mi chiedete. Aiutooooo!

    Quella voce era facile da riconosce, veniva da sottocoperta e solo una persona era rimasta li, volevano rapirlo per magari chiedere un riscatto o più semplicemente ucciderlo rubando poi il prezioso carico che stavamo trasportando?
    Non avevo molto tempo per pensare, era stato veramente cafone e insensibile il nostro datore di lavoro ma non avevo altra scelta se non quella di salvarlo, così subito cercai di scattare verso la porta dalla quale pochi momenti prima erano usciti i due Chunin più esperti.
    Secondo i miei calcoli in pochi secondi sarei riuscito a raggiungere l'uomo ed ero pronto a qualsiasi nemico mi si fosse parato davanti, mano alla Wakisashi, alzai la gamba destra per iniziare a muovermi ma in quel momento realizzai che anche se i miei muscoli si contraevano con estrema forza non riuscivo a muovermi dalla mia posizione, qualcosa bloccava i movimenti di tutta la squadra sul ponte della nave.
    Il tempo trascorreva veloce mentre cercavo di liberarmi, vidi Etsuko, il Chunin dalle capacità sconosciute, cercare di capire le fattezze della sostanza che ci aveva incollato sulle robuste assi di legno scuro, sembrava aver già visto qualcosa di simile visto che andò subito a centro tagliandola con del chakra e capendo probabilmente qualcosa sulle sue proprietà, successivamente si accovacciò per poi spiccare un incredibile salto, fuori dal comune per un semplice umano, riuscì ad atterrare sull'albero maestro della nave ad una cospicua altezza.

    Sbrigati!, liberati da questa melma, non ti farai certo fermare da qualcosa del genere!

    Iniziai a cercare di impastare il chakra nelle gambe in modo da aumentarne la forza, volevo in tutti i modi cercare di muovermi verso quella porta ma lo sforzo fu solo un fallimento epocale, le gambe non accennavano a muoversi, forse bastava davvero seguire le mosse del Chunin?
    Questa volta sempre potenziando le mie gambe cercai di spiccare un salto, non sarebbe stato alto quanto quello di Etsuko, ma abbastanza alto per appendermi ad uno dei pioli della scala che portava in cima all'albero maestro ma, anche questa volta, non riuscii a staccarmi dal ponte della nave.
    Le poche idee che mi balzavano in mente in quel momento di stress mi sembravano tutte inconcludenti, utilizzare la lama per cercare di liberarmi da quella viscida sostanza o utilizzare una qualche tecnica in mia conoscenza non avrebbe sortito nessun effetto se non peggiorare la mia situazione.
    Forse il problema era da ricercarsi in un alto punto e non nelle mie gambe, fino ad ora avevo cercato di concentrare il Chakra solo nei muscoli per potenziare il mio salto, che fosse questo il mio errore?
    Cercai di ricordare i movimenti di Etsuko, aveva usato il chakra per tagliare quella melma poco prima di spiccare il salto, forse la chiave era togliere un po' di quella melma da sotto i miei piedi in modo di riuscire successivamente con meno sforzo a spiccare quel salto?
    Estrassi uno Shuriken e mi accovaccia cercando di utilizzare una delle punte per graffiare e rimuovere un po' della melma da i miei piedi.
    Ritentai il salto e, nuovamente, i miei piedi non si staccarono da terra.
    Dovevo ragionare ancora e con più acume! cosa era capitato quando il Chunin aveva spiccato il salto? dovevo cercare di concentrarmi sui più piccoli dettagli.
    L'Idea mi venne quando, riguardando nella mia mente le gesta del ninja, mi accorsi che effettivamente la sostanza sembrava diversa nel momento in cui era stato effettuato il salto, magari irrorare quel materiale di chakra poteva aiutarmi.
    Cercai di concentrarmi per far fluire l'energia nei miei piedi, non mi ero mai spinto tanto in la con quello che, all'accademia, chiamavano "controllo del chakra".
    Sentivo di riuscire nel mio intento, il chakra ora era concentrato verso il basso ma la sostanza sembrava essere ancora al cento per cento funzionante, cercai di spiccare un salto con ancora scarsi risultati.
    Guardandomi intorno non ero l'unico ad aver problemi, anche gli altri Genin non riuscivano a staccarsi dal terreno probabilmente ci mancava qualche base o qualche nozione da dover applicare proprio in questo frangente.
    Con lo sguardo preoccupato alzai lo sguardo verso Etsuko, cercando in lui una qualche risposta che mi avrebbe aiutato a ribaltare questa spinosa situazione.



     
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    ~III~



    Il Ghepardo



    L'immagine della creatura alata, dal naso aquilino e dalla folta barba, si rifletteva nelle iridi dello shinobi d'Ashina. Ora che prestava maggiore attenzione, il tengu suonatore di flauto non somigliava granchè al Tengu d'Ashina. Chissà perchè lo aveva scambiato per Isshin-sama. D'altronde ciò era del tutto insensato: Isshin-sama era morto... per ben due volte addirittura... e la seconda di queste era stato proprio il Lupo a metter fine definitivamente alla sua esistenza. Probabilmente lo scambio di persona era stato causato dal fatto che quella creatura mistica, che allietava i presenti con la sua musica, fosse circondata dai corvi. Mentre il tengu s'avvicinava al Lupo, richiamato dalla sua precedente esclamazione, interrompendo bruscamente la sua melodia, i ricordi di una vita passata si riaffacciarono ai suoi occhi sotto forma di un flash improvviso che balenò nella sua mente. Isshin-sama, o meglio, il Tengu d'Ashinasekiro-shadows-die-twice-tengu, con la sua maschera dalla proboscide adunca, circondato dai cadaveri dei soldati e delle spie del governo centrale, trucidati dalla sua lama sotto i colpi dell'essenzialità e della perfezione dello stile Ashina, di cui era maestro, gli si parava dinanzi alle porte del Castello del suo clan. Il Lupo era appena uscito dal duro combattimento contro quel “Demone” a cavallo, maestro di lancia, che aveva rappresentato sino a quel momento l'ultima linea difensiva degli Ashina contro l'avanzata degli invasori: Gyoubu Masataka OniwaGyoubu-Masataka-Oniwa. Come al solito, dovunque c'erano i Morti, non poteva mancare un membro della Congrega Memore, circondato dai corvi che banchettavano sulla miriade di resti umani sparsi su quel campo di battaglia davanti all'enorme Cancello del Palazzo. Il Tengu d'Ashina offriva al Lupo il testo che conteneva i segreti dello stile Ashina, non prima però di aver dimostrato la sua dedizione alla caccia di quelli che il Tengu chiamava “ratti”... le spie del governo e del Tempio Senpou...

    Brutto maleducato, non ci provare più a interrompermi con la tua voce stonata! Youshi-sama non ti ha insegnato le buone maniere?

    Il colpo alla tempia giunse fulmineo ed inaspettato mentre le scene di un passato ormai non più raggiungibile s'infransero in mille pezzi nella mente dello shinobi da un braccio solo come un fragile calice di cristallo che cade al suolo.

    SBAM!



    Il rumore sordo ed improvviso della rottura di quel cristallo corrispose alla sonora batosta ricevuta alla tempia sinistra [Nota]Non credo che il danno procuratomi dal Karasutengu abbia valore ai fini della giocata. In caso, il danno è il seguente: potenza 20 ---> ferita MedioLeggera alla tempia sinistra., che, quasi fosse stato un violento e repentino strattone temporale, riportò il Lupo alla realtà del presente, così diversa da quella della sua terra d'origine. L'Ōkami cadde pesantemente a terra alla sua destra, mentre le parole dell'attuale tengu, che aveva di fronte, giungevano come proiettili alle sue orecchie. Per la precisione si trattava di un Karasutengu, un Tengu dei Corvi, e, giustamente, si meravigliava, quasi offeso, che il Lupo avesse potuto commettere in modo così avventato un altrettanto grossolano fraintendimento.
    Il Lupo, lentamente, si alzò in piedi, massaggiandosi la tempia, e guardò negli occhi l'alata creatura mentre questa alzava le braccia per mostrare al ninja tutta quella, che, a quanto pareva, il tengu riteneva essere la propria maestosità.
    L'Ōkami fece un breve inchino, abbassando la testa.

    Perdona il banale errore, Karasutengu. A volte, i ricordi giocano brutti i scherzi ed ingannano i sensi...

    A quel punto il Karasutengu si congedò, facendo un commento malizioso sul suo ultimo combattimento a Genosha contro la Pantera. Fece infine un gesto di saluto con il flauto, lo stesso flauto che poteva essere usato, come aveva scoperto suo malgrado il Lupo, sia come strumento di piacere che di morte, per poi sparire in una nuovola di fumo. Non prima però di aver rivelato al ninja da un braccio solo il suo vero nome: Kenku!

    Arrivederci, Kenku! Stai pur certo che la prossima volta ti riconoscerò al primo sguardo!

    E lo avrebbe potuto dir forte, il Lupo d'Ashina, visto che quella mazzata di flauto in testa non se la sarebbe scordata tanto facilmente...

    […]



    Una fitta nebbia all'improvviso circondò la nave.

    Ninja, a raccolta!

    ll richiamo perentorio dello sconosciuto chunin, dall'aspetto nobile e dai delicati lineamenti, ma dai poteri non ancora rivelati, stabilì definitivamente che qualcosa stava andando storto. Ancora parzialmente stordito dal non del tutto piacevole incontro col Karasutengu, il Lupo si avvicinò ai suoi compagni radunatisi attorno all'Akuma. Prima ancora che qualsiasi decisione o interpretazione dello strano fenomeno atmosferico potesse sfiorare le loro menti, ecco provenire un urlo disperato da sottocoperta. La voce era inconfondibile: quella di Sumiatsu Kakita, colui per il quale, almeno per quanto ne sapeva l'Ōkami, erano stati chiamati come scorte.
    Gli shinobi si mossero all'istante per andare in soccorso dell'uomo, ma prima che potessero fare qualsiasi gesto d'eroismo, furono letteralmente inondati sino alle caviglie da una specie di poltiglia, una melma appiccicosa che inchiodò il gruppo al pavimento della nave, impedendogli di muoversi.

    Merda, ci hanno colto alla sprovvista. Non perdete la lucidità, ho un’idea.

    L'Akuma si chinò e, con una strana tecnica, fece scaturire dalle mani una luminescenza che tagliò parte della melma. Il campione così ottenuto si ricompattò quasi all'istante.

    Come immaginavo…

    A quanto sembrava, l'Akuma aveva una qualche idea su cosa componesse la trappola in cui erano finiti. Ed il ninja misterioso finalmente mostrò al Lupo e agli altri una parte, probabilmente minima, dei suoi poteri, che colse tutti di sorpresa, in quanto unico, tra loro, a padroneggiare simile abilità: spiccando un grande salto, si liberò senza troppe difficoltà dalla stretta di quella melma schifosa per posizionarsi, in perfetto equilibrio, sull'albero maestro, a circa sette metri di altezza.

    Allora, che aspettate? Abbiamo una missione da compiere…

    L'Akuma... con quelle iridi quasi violette, con i movimenti rapidi, sinuosi, fini ed eleganti, incitava i suoi compagni intrappolati a terra, ma gli occhi del Lupo videro in quello shinobi l'agilità e le movenze di un vero e proprio Ghepardo. Era così. Un Ghepardo aveva surclassato il resto degli animali con la sua inafferabilità.
    Come aveva fatto, dunque, il Ghepardo, ad eseguire ciò che per gli altri era risultato impossibile?
    Se lo chiese, il Lupo, mentre guardava con un pizzico d'invidia il chunin. D'un tratto ricordò l'allenamento fatto per imparare a camminare sulle superfici verticali durante la sua prima missione con Tasaki Moyo, il Corvo [Nota]Non possiedo ancora il chakra adesivo, perchè la giocata menzionata non è ancora terminata. Essendo tale giocata cronologicamente precedente a questa, il riferimento è, quindi, atto solo ad arricchire la narrazione e a dare un pretesto al mio pg per ragionare su come iniziare a convogliare il chakra repulsivo., e di come questi gli avesse mostrato, in quel frangente, anche una particolare abilità che permetteva di scagliare oggetti con una specie di onda repulsiva nonché di compiere balzi più lunghi ed alti di quanto uno shinobi, con solo le proprie capacità fisiche, non potesse fare. Così, immaginandosi la scena del Corvo che gli scagliava incontro, repulsivamente, un ramo che poco prima era aderente al suo piede, e confrontando tale ricordo con il grande salto appena compiuto dal Ghepardo, il Lupo pensò che il segreto fosse quello di concentrare il chakra sotto la propria pianta dei piedi. Inutile. Il chakra veniva convogliato in un cuscinetto adesivo che incollava ancor di più lo shinobi d'Ashina al suolo. Il suo corpo era ormai abituato ad attivare il chakra adesivo, ma ora gli si richiedeva di fare qualcosa di esattamente opposto. Allora l'Ōkami provò a superare il limite: quel giusto dosaggio che aveva imparato a riconoscere affinchè lo strato di chakra sotto i piedi fosse adesivo e non così eccessivo da affondare e penetrare le superfici sopra cui doveva rimanere aderente. Insomma, cercò di commettere gli errori, stavolta intenzionalmente, che aveva fatto durante l'apprendimento del chakra adesivo: creare uno strato lineare di chakra talmente ripieno, sotto le proprie piante, che non potesse fare altro che traboccare, sperando che, in questo modo, il chakra avrebbe avuto l'effetto contrario a quello previsto, respingendolo e allontanandolo dal pavimento. Fu un altro fallimento.
    Il Lupo, come il resto dei suoi compagni, era in evidente difficoltà. Alzò gli occhi al cielo. Il Ghepardo osservava dalla sua posizione sopraelevata. Ora, forse, soltanto un ninja del suo livello avrebbe potuto sbrogliare quella situazione intricata, letteralmente intricata...

     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La Forza Del Chakra


    L'IMPORTANZA DI...



    mmm… quindi non mi sbagliavo!
    Avrei volto il mio sguardo in direzione di Youshi a confermare quelle che erano le mie impressioni iniziali, sorprendendomi tuttavia che pure lui fosse ancora nel folto gruppo di ragazzi impegnati con l’intralcio provocato dalla melma.
    Con una contrazione del core e facendo leva sul bacino mi rimisi in posizione eretta sull’albero maestro.
    In missione bisogna scorgere la forza dentro di se e raggiungere il giusto equilibrio in ogni situazione, non lasciandosi travolgere dalle emozioni.
    No… no vi prego, non fatemi del male…
    Le urla perentorie arrivavano dalla cabine, dove Sumiatsu era in evidente difficoltà.
    Coraggio accademici, non potete abbandonare la missione ancor prima di cominciare.
    Dovete concentrarvi sul controllo del chakra (チャクラコントロール , chakura kontorōru). Ricordate i fondamenti dell’utilizzo del chakra. Un ninja dotato di ottimo controllo del chakra impasta solo la quantità minima necessaria ad eseguire una tecnica. Se viene usato più chakra del necessario, la quantità superflua viene dispersa, con conseguenze negative per la resistenza dell'utilizzatore, che si stancherà più in fretta.
    Così come in questo caso… alcuni di voi stanno concentrando giustamente quantità più o meno giuste, più o meno variabile sulla pianta del piede probabilmente consci di saper utilizzare quello che conoscete come chakra adesivo, che vi permette di camminare su superfici verticali o in situazioni in cui la gravità non permetterebbe di farlo. Ma quello che io ho utilizzato in questo caso è il chakra che viene definito repulsivo.


    Avrebbe osservato uno ad uno i ragazzi presenti davanti ai suoi occhi.

    Avrete mai visto una molla… si esatto una molla…



    il concetto è il medesimo. La legge di Hooke, che regola il principio d’elasticità della molla afferma che l'allungamento di un corpo elastico è direttamente proporzionale alla forza di trazione applicata, nel nostro caso il giusto quantitativo di chakra. Allo stesso modo, la contrazione è proporzionale alla forza di compressione. Impastando e trattenendo il giusto quantitativo di chakra nei nostri piedi, esercitiamo una forza ponendola in trazione.
    Quanto sopra vale entro il limite di deformazione elastica, definito come il limite di forza massima applicata, entro il quale il corpo elastico, rilasciato, ritorna alle sue dimensioni precedenti all'applicazione della forza; oltre questo limite, i legami atomici si rompono e si riconfigurano diversamente: la molla perciò rimane deformata
    Rilasciando giusto quantitativo, nel giusto momento di massima trazione, il nostro chakra repulsivo eserciterà il medesimo concetto di liberazione della forza accumulata, trasformandola in repulsione del nostro corpo. Andare oltre i limiti di chakra accumulato significherà spezzare l’equilibrio annullando il principio di repulsione, il caso in cui la molla si deforma senza allungarsi più.
    Adesso…
    Quantità, momento e spreco sono altamente soggettivi, ciò che oggettivamente utile è il concetto che vi ho espresso.
    Dunque sbrigatevi perché non c’è tempo da perdere… oppure volete giustificare voi a Kensei sama il motivo del rapimento di Sumiatsu?

    avrebbe lasciato il tempo ai ninja di assimilare le nozioni, si erano tante e sarebbero potute risultare complicate, in realtà bastava ragionarci un pò.



     
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    Quarto Atto



    No… no vi prego, non fatemi del male…

    Le parole di Etsuko mi presero alla sprovvista, non mi aspettavo certamente che si mettesse a fare un discorso sulle proprietà fisiche delle molle, ma forse era proprio quello che ci serviva per arrivare a capire il funzionamento di quel tipo di chakra cosiddetto repulsivo.
    In più non conoscevo ancora neanche il chakra adesivo quindi non avevo nemmeno un punto di partenza da cui iniziare ad imparare e creare questa nuova tipologia di chakra.
    Cercai di immaginare il movimento dell’oggetto, quando la molla veniva compressa e successivamente rilasciava tutta la sua forza, proprio come quando qualcuno cerca di saltare, il principio è molto simile, si contraggono i muscoli delle gambe per poi rilasciare quell’energia cinetica di cui si ha bisogno per spiccare il volo.
    Ma in quel ragionamento mancava ancora l’applicazione del chakra, doveva essere utilizzato per potenziare i muscoli delle gambe? No! Sicuramente una buona parte di esso doveva essere diretto sulla pianta del piede, in modo da irrorare anche quella stupida melma che ci teneva bloccati a terra.
    Il tempo di pensare era finito, doveva agire e almeno provare a fare qualche tentativo seguendo le indicazioni del Chunin della nebbia.
    Inizia a concentrare una grossa quantità di chakra all’altezza delle caviglie per poi cercare di spingerlo sempre più verso il terreno cercando di creare un contenitore che contenesse i miei piedi, sempre più spesso e concentrato, avevo ancora bene in mente le parole di Etsuko, dovevo stare attento a non esagerare altrimenti la molla si sarebbe deformata perdendo le sue proprietà elastiche ma, non avendo mai utilizzato quel tipo di chakra dovevo in qualche modo capire da solo quale era il giusto quantitativo da utilizzare.
    Chiusi gli occhi in modo da privarmi di uno dei miei cinque sensi, in questo modo forse sarebbe risultato più facile concentrarmi su ciò che stava succedendo in quel momento all’interno del mio corpo, forse sarei riuscito a sentire quel vorticoso flusso di energia che dava forza e vita a tutto ciò che ero.
    Ad un certo punto qualcosa di strano ruppe la mia meditazione, un strano calore proveniente proprio dal punto dove stavo concentrando quella grossa quantità di chakra, che fosse il segnale giusto? Non potevo esserne certo ma quel calore era così…piacevole, i muscoli in quella zona sembrarono rilassarsi e quasi diventare un tutt’uno con il chakra.
    Inizia a contrarre i muscoli in modo da portare il pese verso il basso, quasi accovacciandomi in modo da comprimere il più possibile la “molla” che stavo cercando di diventare, ma non mi lancia subito nel tentativo bensì cercai di far risalire quel chakra, che prima avevo concentrato verso il basso, lungo tutto il corpo, per poi nuovamente cercare di riportarlo verso il basso, proprio come una molla che sempre più velocemente si comprimeva e rilasciava.
    Sempre più tempo stava passando e chissà cosa stava succedendo al povero mercante, ma la fretta non era una buona consigliera doveva restare fuori dai miei pensieri in quel momento di così grande concentrazione e difficoltà.
    Sempre più preoccupazioni però iniziarono ad invadere la mia mente, e se non ci fossi riuscito? se Sumiatsu fosse già stato catturato e portato via? Tutta quella preoccupazione era difficile da reprimere ed ebbe un brutto riscontro proprio sulla mia concentrazione che lentamente perso il controllo del chakra che fluiva avanti e indietro per tutto il mio corpo, dei piccoli archi di elettricità iniziarono a fuoriuscire dai miei piedi dove poco a poco la maggior parte del chakra si stava radunando.

    Smettila di pensare e concentrati Hideo! Non è il momento di farsi prendere dal panico!

    Per un secondo il mio sguardo si posò su Youshi per poi passare al Lupo, non potevo perdere nuovamente, non potevo essere nuovamente sconfitto da un colpo ben piazzato come era successo nel duello con il ninja da un braccio solo e come stava succedendo in quel momento per colpa di quella strana e melmosa sostanza.
    Ripresi coscienza dell’energia che fluiva dentro di me ristabilendone il flusso costante che iniziò a muoversi come un meccanismo ben oliato, i muscoli, ancora in tensione, iniziavano a bruciare per l’estremo esercizio anaerobico che stavo dilungando ormai da qualche secondo ma oramai quel calore che dapprima stavo sentendo solo al livello delle caviglie si era spostato ed espanso a tutto il corpo.
    Cercai di saltare con tutte le mie forze, e nel momento in cui i miei muscoli iniziarono la distensione feci esplodere, in un guizzo fulmineo, la maggior parte del chakra che avevo accumulato direttamente dal basso verso l’alto, come se il flusso nel mio corpo puntasse ad arrivare a toccare il sole con un dito.
    Ero riuscito a liberarmi da quella trappola? Potevo finalmente muovermi ed andare ad aiutare e proteggere il mercante?
    L’unica cosa che in quel momento riuscivo a capire e sentire era, solamente, il calore del chakra che abbandonava il mio corpo cercando di raggiungere il cielo.


     
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