Fuoco e Vendetta

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    Quando i due arrivarono sopra la testa di Naruto trovarono Raizen ad attenderli di spalle, rivolto verso il villaggio, in piedi su uno dei grandi spuntoni di roccia che si affacciavano nel vuoto da un altezza ragguardevole per qualsiasi essere non dotato di ali.
    Il viaggio infatti fu forse più impegnativo del previsto per i due. Il piccolo canide abbaiò a mezz’aria e come se il suono avesse impattato in un punto invisibile davanti a lui si materializzò un cerchio di scintille al cui interno era chiaramente visibile uno scorcio di Konoha visto dall’alto. Non durò però troppo, dall’altra parte infatti sembrava che qualcuno stesse sovrascrivendo quel passaggio, la transizione duro qualche istante con l’immagine che sfarfallava e sfumava verso un ambiente ben diverso, più tetro.
    Dall’altra parte sentì lo stesso odore di quando davanti a lui apparve il colossale Yōsai ma pareva fosse soltanto un avvertimento in quanto non fu lui a far capolino dal portale bensì uno shishi che sembrava avere ben più anni sulle spalle e dimensioni assai più contenute: era Tenjō. L’imponente criniera si era sfoltita e gli cadeva attorno al muso come una lunga barba anche se una corda dall’aria importante cercava di sorreggerla. Proprio sulla corda erano legati una quantità di Fuuinjutsu a dir poco innumerabili, ognuno firmato con l'impronta di una zampa, a volte canina a volte felina, ma solamente uno stava brillando in quel momento.
    Tenjō sapeva e a Tenjō non piaceva.


    Rimbrottò Tayoko con un breve ringhio e questo rientrò nel portale con un saltello e il muso triste, entrambi poterono chiaramente vedere il saggio shishi scuotere la testa verso Youkai, pareva che quell’uso di un potere così grande non fosse concesso, e forse il fatto che il chunin avesse scelto di aggirare le regole evocando il più corruttibile degli shishi era sintomo che stava passando un po' troppo tempo con Raizen.
    Gli shishi però sapevano con chi avevano a che fare, e quel gesto di disappunto sarebbe stato l'unico rimprovero che avrebbero fatto a Youkai, dopotutto era giovane, e la giovinezza porta a cercare scorciatoie non sempre percorribili, ma erano certi che avrebbe imparato dai suoi errori, no?54db51136c5d0420017e9783e797723d
    Al loro arrivo Youkai potè notare che Raizen aveva indossato anche il suo haori smanicato, l’indumento che tradizionalmente gli Hokage indossavano, modificabile nei dettagli ma non in alcuni elementi come le fiamme alla base, la scritta sulla schiena e il colore bianco.
    Lui, al contrario del settimo che aveva scelto una specie di mantellina ad esempio, aveva optato per un mantello più lungo da poter indossare senza doverlo allacciare al collo e poterlo tranquillamente indossare sopra al kimono.
    Se l’altezza non bastava di sicuro la scritta fugava ogni dubbio: aveva davanti a se il decimo Hokage.

    Ben arrivato, Kaguya.
    Perdona la tediosa camminata, ma ho trovato questo luogo più adatto al nostro incontro.
    Spero che Youkai sia stato degno del titolo che porta.


    Mentre parlava si sarebbe voltato.

    Non penso tu abbia mai visto Konoha da qui, non penso l’abbiano mai fatto in tanti, ed è un peccato.
    Da alle cose la giusta dimensione.


    Con un cenno della mano verso il villaggio gli offrì dunque quello spettacolo, voltandosi a guardarlo insieme a lui.
    Sotto di loro, leggermente spostata sulla destra l’amministrazione appena costruita poi la piazza antistante, connessa alla grande via principale che si connetteva direttamente all’ingresso del villaggio, generalmente sfruttata per accogliere gli ospiti di una certa rilevanza in visita per occasioni di pubblico interesse e dominio, le ultime cose facilmente distinguibili erano le vie che collegavano tra loro le tre porte del villaggio e poi un ordinato dedalo di strade, tetti e qualche sporadico camino fumante per gli ultimi strascichi d’inverno.
    Tra di loro la vita, persone che si spendevano negli affanni della vita quotidiana, dai mercati minori interni, visto che il più grande dedicato alle merci esterne alla produzione del villaggio era fuori dalle mura, fino ai campi di addestramento, era tutto un unico pulsare e tra loro le fronde di qualche albero si annodavano facendosi spazio tra le case e dando al tutto l’aspetto tranquillo e nobile che ci si aspettava dal villaggio della foglia.
    Sembrava che Raizen non potesse stancarsi di osservare cosa accadeva sotto di loro ma non era quella la ragione per cui era lì.

    Prima di qualsiasi domanda, Feng, una precisazione.
    È dai tempi dell’Abete che non ci vediamo e temo che allora non diedi la giusta impressione, quindi vorrei rimarcare la mia posizione.
    Non mi piacciono gli Hayate.
    Hanno cercato di distruggere il mio villaggio.
    Hanno corrotto e torturato le creature a cui mi sono legato e credimi in modo tutt'altro che superficiale.
    Non ho proposto ne proporrei mai un alleanza a loro ma una collaborazione che forse ci avrebbe permesso di prendere le misure per piantargli un coltello tra le scapole, ma soprattutto di Sfruttare le informazioni in loro possesso piuttosto che accontentarci delle nostre.
    Non farò sconti a nessuno di loro, come non ne ho mai fatto a nessuno di quelli che ho avuto modo di incontrare.
    Ma, soprattutto, mi infastidisce terribilmente che qualcuno possa accusarmi di mancanza di polso nei loro confronti quando ha permesso che i propri connazionali venissero rapiti continuamente sotto il suo naso risvegliandosi paladino e facendo propaganda della propria integrità per coprire la sua incompetenza.
    E insieme a loro tutti i benpensanti che almeno una volta hanno avuto bisogno di un patto col diavolo, perché io sono consapevole che il destino costringe a prendere vie traverse e che una deviazione non è per forza una macchia nel proprio onore, ma potrebbe diventarlo.
    La consapevolezza dell’esistenza di queste eventualità dovrebbe portare prudenza ma soprattutto la capacità di trasformare persino un nemico in una risorsa e il buonsenso di non vantarsi ne di una simile collaborazione ne di scartarla a priori.
    Oppure, sapendo che per una qualche eventualità una delle tue fenici potrebbe morire definitivamente, la lasceresti andare incontro alla morte pur di non farti aiutare da un acerrimo nemico?
    Non mi piace sventolare la bandiera della giustizia, facendomene portavoce con la certezza che abbia solamente un colore, preferisco avere un bastone da ficcare tra le costole di qualcuno molto più efficace e coerente.
    Se sono quelle di un Hayate ancora meglio.
    Spero di essere stato chiaro e magari di aver fatto luce su qualche affinità.


    Il suo tono era abbastanza conclusivo a dimostrazione che quella era la sua visione e l’aveva esposta solamente per chiarirla non per raccogliere pareri su di essa, ma sapeva che Feng aveva dei conti in sospeso con gli Hayate e che alcuni passaggi di quel discorso non sarebbero stati chiarissimi alla sua visione in bianco e nero, per quanto fosse certo che la domanda sulla fenice avrebbe rubato qualche secondo persino a lui, per cui avrebbe cercato di passare oltre.

    Ora che il clima è quello giusto dimmi dunque, cosa ti porta qui?

    Sorrideva, anche se non era facile decifrare cosa avesse inclinato la sua bocca, se la sfida o la cortesia, era certo che quando Raizen non alzava le difese il suo volto era una maglia di espressioni diametralmente opposta al volto di ferro dell’ultimo kage a cui aveva fatto visita.

    Edited by F e n i x - 20/6/2021, 21:07
     
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