Il Nettare dell'Orchidea[Negozio - Namae Taiyo]

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    Nettare dell' Orchidea


    Il locale di Namae Taiyo


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    Il Nettare dell'Orchidea è un locale d'alta classe situato nella zona centrale di Amegakure. Esso rappresenta l'eccellenza e l'esclusività, un luogo vietato ai balordi e alla gente di poco conto di cui Amegakure è piena. All'esterno, sotto i fasci di luce blu elettrico, due bodyguard armati selezionano la clientela non presente nella lista degli invitati, modificata giornalmente dal solo Namae Taiyo.

    Sebbene all'esterno il Nettare sembri un night club, quest'ultimo è un cocktail bar, un luogo intimo dove i clienti possono assaggiare dei drink fuori dal comune, preparati con la sapienza e la professionalità di Namae Taiyo, aspirante Principe dei Fiori. Gli abbinamenti tra alcool (legali e non) e  sostanze droganti nobili, come ormoni, allucinogeni e prodotti top secret, fanno di questo locale il luogo ideale per chi cerca qualcosa di strabiliante.
    Provare per credere.

    Esso si sviluppa su tre piani, ma solo i primi due sono adibiti ad attività commerciale mentre il terzo, protetto da un complicato meccanismo meccanico, rimane un mistero anche per i clienti più affezionati.

    Per chi è così fortunato da superare l'ingresso, si troverà in un vasto piano terra, ampio circa 150 mq, distribuito su una superficie quadrata.
    A una decina di metri, sul lato opposto all'entrata, risplende come un diamante un lussuoso bancone realizzato interamente in vetro rinforzato, dietro la quale si erge una lunga parete piena di liquori, piante e barattoli riempiti di pillole colorate.

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    Al centro vi è un open space arredato con tavoli e poltrone di ottima qualità, acquistati senza badare ad alcun costo.
    Le pareti sono grigio ghiaccio, colore scelto da Namae per rendere l'ambiente più moderno. L'illuminazione è affidata a un grande lampadario centrale, anche questo in vetro, da cui viene emessa una luce bluastra, quasi celestiale; a terra vi sono altre luci, più flebili, che costituiscono possibili corridoi per raggiungere il bancone.
    Grazie a un impianto di aerazione ad hoc, dal soffitto viene emessa una dolce flagranza di vaniglia, dosata da Hounko in modo da non risultare mai fastidiosa.

    Per chi desidera privacy o un luogo per trascorrere al meglio (previo pagamento anticipato) il proprio viaggio mentale, Namae ha allestito delle camere al piano superiore: vi sono sia comode stanze da letto sia conference room, utili per chi sceglie il Nettare come casa per i propri affari.



     
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    Quella sera non sarebbe stata una convenzionale serata come tante altre alla Lacrima D'Argento. No, quella sera avrei fatto letteralmente il primo passo nel mondo di Ame come Yuri Zahard. Certo, avevo già incrociato nella mia strada Fy o il Fauno nelle forme attuali. Ma era ovvio che non bastava. Se volevo crearmi una reputazione dovevo costruirmela e il punto di partenza era proprio il Seme a cui appartenevo.

    Sapevo che Namae aveva aperto un locale, e sapevo che l'aveva chiamato il Nettera dell'Orchidea. Era da tempo che volevo incrociarlo di nuovo, certo con la mia identità nuova senza dare adito a sospetti su Kato Yotsuki. Ad essere sinceri per quel poco con cui avevo avuto a che fare mi aveva dato una ottima impressione. Non era sincero, come tutti ad Ame, ma era fedele ai Fiori e aveva contatti sparsi ovunque. Un punto di partenza fondamentale.

    Mi preparai a modo e a dovere quella notte, spendendo molti dell'introiti della Lacrima in profumi costosi e vestiti alla moda, deliberatamente provocanti. Io ero Yuri Zahard, il fiore più prezioso tra i Fiori. E doveva essere il mio biglietto da visita. Così lasciando in mano il mio locale a Botan, Peonia, decisi di dirigermi al Nettera dell'Orchidea accompagnato dalle mie più preziose collaboratrici: Tsubaki e Aijasi.

    Ero certo di una cosa, avrei attirato l'attenzione di chiunque. I miei vestiti al limite della legalità, così come la mia apparenza, i miei capelli lungi e curati insieme allo stacco di gamba lungo come i grattacieli di Ame. Mi accompagnava il profumo di fiori, delicato ma pericoloso, che mi lasciavo dietro insieme alla comparse delle mie due straordinarie Matrone avrebbero richiamato tutti i presenti. Tutti a fissare me.



    All'ingresso dunque mi sarei limitata ad una semplice, quando sincera domanda.

    Possiamo entrare, tesoro? Stasera abbiamo proprio voglia di un buon drink, io e le mie servitrici...



    Non avrei chiesto di parlare con il proprietario, perché ne ero certo lo sarebbe venuto a sapere subito. Mi sarei fatta attendere, e desiderare come le femmine più audaci.
     
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    Il Lupo e l'Oleandro


    Chapter I



    Pioveva a dirotto. Da giorni, senza alcuna sosta.
    Le strade si erano trasformate in piccoli laghi colmi di sporcizia, per i liquami risaliti dalle fogne, in cui si celavano molti dei segreti di quel villaggio maledetto, e per il sangue dei cadaveri ammassati da giorni laddove pochi osavano mettere piede. Uno spettacolo raccapricciante, a cui tutti si erano abituati.
    Sarebbe stato lo stesso per Yuri? L'odore emanato da tale degrado era nauseante, orrido, in grado di impregnare anche il più sottile e nascosto filo di lana. Per fortuna, le continue sferzate di vento gelido che flagellavano Amegakure aiutavano a render tollerabile quel disagio olfattivo.

    Nel Secondo Livello di Ame, lungo la strada che conduceva in una delle piazze di spaccio più attive di Ame, fasci di luce di diverso colore, in perenne movimento, fuoriuscivano dai vetri bagnati di un locale che, da come si vociferava in giro, aveva aperto i battenti da poco. E in una via per lo più oscura, con quello spettacolo illuminotecnico a squarciare le tenebre, pochi individui la superavano senza donarle uno sguardo incuriosito.
    Namae aveva organizzato una serata diversa.
    La musica rilassante con cui si accompagnavano i soliti cocktail del Nettare dell'Orchidea era stata sostituita con la musica dance, di quella commerciale, perfetta per incrementare la clientela di un certo tipo. Aveva bisogno di giovani, di forze fresche, di cavallini, soldati e persino corpi forti da distruggere negli anni a venire, con la mercanzia che stava perfezionando da diversi mesi. Per l'occasione aveva cambiato la sua drink list, approvata persino dal suo Principe, esperto di alcool.
    L'idea di una serata diversa, più giovanile, aveva funzionato, perché all'interno del locale dovevano esserci almeno settanta persone, trenta di loro al centro di una pista improvvisata, mentre il resto sgomitava davanti al banco di lavoro di Namae, in attesa di una bevuta che sembrava non arrivare mai.
    Eri abituato a lavorare con il tuo ritmo ahahah Tra le urla dei giovani che avevano preso d'assedio il bancone, la voce di un cliente lo raggiunse.
    Questi ragazzi hanno sete ahahah Namae si limitò a sorridere. Aveva ragione. In una serata classica, con le comande appese sul banco da lavoro, l'Oleandro avrebbe lavorato con calma, misurando bene gli ingredienti e senza subire gli insulti e gli incitamenti sputati di chi ignorava la natura dell'uomo che li serviva, perché quel barman con uno strano tatuaggio su un occhio non era un barista qualsiasi. Ma quella sera l'età media si era abbassata. Si viaggiava sui trenta, trentacinque ad occhio e croce, ma non mancavano individui maturi e adolescenti, figli di uomini ricchi che approfittavano della loro fortuna per godersela.
    Bisogna mantenersi giovani in qualche modo. Rispose l'Oleandro, sorridendo.
    In realtà, il Fante stava lavorando celermente, preparando un cocktail dopo l'altro, senza curare il loro sapore. non ce ne sarebbe stato bisogno: qualunque liquido il Fiore avrebbe servito, l'interazione tra esso e le loro papille gustative avrebbe generato un gusto perfetto, seppur alterato. Avete capito bene. Le bottiglie davanti all'Oleandro avevano nomi altisonanti, ma il loro contenuto era stato sostituito con alcool di scarsa qualità. Immondizia. §
    Quando sarebbe stato il momento, a una kunoichi esperta come Yuri non sarebbe sfuggito il ruolo di quel signorino seduto dietro i bodyguard, con un paio di occhiali spesso un centimetro, che timbrava gli avambracci dei clienti con un timbro raffigurante un fiore di Oleandro.

    All'improvviso, una seconda voce giunse sul ricevitore che indossava regolarmente nel proprio locale.
    Si avvicinano delle ragazze sospette. Non hanno nulla a che vedere con gli altri clienti. Posso giocarci tutto. Il Fiore si arrestò per qualche secondo, come colpito da uno schiaffo improvviso, poi annuì e con un cenno del capo chiamò a sé due barman.
    Sostituitemi. Non furono necessari spiegazioni.

    [All'esterno]


    La voce non aveva mentito.
    Sotto la tettoia verniciata di rosso, costruita per proteggere i clienti dai lunghi temporali che si abbattevano sul villaggio, erano comparse tre giovani signorine.
    Con il loro charme, la loro bellezza e i loro profumi, superare l'intera fila fu un gioco da ragazzi.
    Nessuno osò affrontarle. Nessuno pensò di farlo. Le donzelle avevano catturato gli sguardi di ogni maschio e femmina presente nel raggio di un chilometro. Fissavano quello spettacolo indescrivibile di forme e sensualità con un'insistenza tale da superare la decenza. In pochi secondi, avevano trasformato la folla di clienti in un mucchio di servi bavosi. Consci di non essere alla loro altezza, tutti pensavano solo a memorizzare ogni piccolo dettaglio di quelle muse per poterlo richiamare in futuro. E festeggiarono quando, con l'entrata a pochi metri, le donne vennero fermate dai due bodyguard.
    Dove pensate...di andare?
    CITAZIONE
    Possiamo entrare, tesoro? Stasera abbiamo proprio voglia di un buon drink, io e le mie servitrici.

    Per quanto esperti, sotto ai loro muscoli e la loro espressione da macho, i due addetti alla sicurezza erano solo giganti dai piedi di argilla; sarebbe stato offensivo paragonarli a dei Genin freschi di accademica. Così, davanti ai loro occhi, attirati dalla mercanzia offerta dalle servitrici del Fiore Lupo, la loro arroganza si sciolse come neve al sole, rivelando ciò che erano realmente: briganti della peggior specie. Se la prima parola che dissero fu un severo "no, non siete in lista", pian piano i loro sguardi truci si ammorbidirono in sorrisi maliziosi e accondiscenii.
    Le ragazze avrebbero potuto assaporare la debolezza dell'animo maschile. Ma cantare vittoria sarebbe stato un grosso errore.
    Pensare che la sicurezza del Nettare dell'Orchidea fosse nelle mani di quei due scagnozzi di bassa lega sarebbe stato un grosso errore.
    Alle spalle degli energumeni, ora trasformati in piccoli bambini desiderosi di coccole e attenzione, era comparsa (quasi dal nulla) una ragazzina con lunghi capelli rosa, alta un metro e sessanta, gracile come uno stuzzicadenti, ma con un portamento e un carisma fuori dal comune, frutto degli insegnamenti della vecchia Umezawa.
    Yuri ne aveva sentito parlare. Era proprio lei. La figlia adottiva di Namae Taiyo. Una piccola fanciulla che stava seguendo un addestramento speciale con la Rigattiera di Ame.
    Sostava affianco all'ingresso, con le mani dietro la schiena, e i suoi occhi verdi fissi su ciascuna delle ragazze.

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    L'Oleandro vi aspetta al piano superiore. Seguitemi. Con una sola frase, una ragazzina di appena tredici anni aveva oscurato i due possenti bodyguard, riducendoli in due macchie senza importanza.
    Aprì l'ingresso del locale e senza percorrere il corridoio centrale che conduceva nel vivo della festa, Hounko svoltò verso destra, proprio laddove sembrava esserci solo una semplice parete in vetro. In realtà, vi era una porta e la ragazzina l'aprì. Salirono al piano superiore, con la musica e le urla che rimbombavano tra le pareti strette. In un corridoio molto simile a quello sottostante, che avevano percorso solo per qualche metro, Hounko aprì la prima porta a sinistra, invitando le giovani ad entrare.
    Davanti a loro si apriva una stanza privé, destinata a chi, oltre a bere e a divertirsi, contribuiva alle reali finanze del locale. Vi era tutti gli accessori per mandare in estasi qualsiasi uomo: un palo di lap dance, divanetti di pelle nera e persino un letto circolare, con lenzuola dorate. Tutto era immerso in una luce rossa soffusa. Nell'aria vi era un forte profumo di vaniglia. Davanti all'entrata vi era un piccolo open bar e oltre il carrozzone, con bottiglie, bicchieri, ghiaccio e frutta fresca, si ergeva l'Oleandro, concentrato a preparare uno dei suoi cocktail. Hounko lo raggiunse, posizionandosi al suo fianco, indifferente a quel luogo che avrebbe dovuto solleticarle la curiosità.
    Accomodatevi
    Non so chi siete, ma so chi non siete. Esordì l'Oleandro, per nulla intimorito di essere in inferiorità numerica.
    Semplici donne che amano girovagare per Amegakure conciate in quel modo. Shackerò il primo cocktail, versandone poi il contenuto in un bicchiere pasabache.
    Perciò...parlate. Per la prima volta, i suoi occhi si posarono sulle ospiti.

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    Come avevo immaginato la mia presenza, unita a quella delle mie due servitrici, bloccò letteralmente chiunque all'ingresso. L'insieme delle nostre forme, del nostro di apparire e di muoversi richiamò l'attenzione di tutti gli astanti, rapiti da quella situazione decisamente inusuale per le strade sporche e luride di Ame.

    Gli uomini all'ingresso dopo qualche attimo di incertezza cedettero il passo a me e alle due Matrone permettendoci di entrare direttamente nel Locale. Il Nettare dell'Orchidea non si presentò molto diversamente da come lo ero immaginato. Riuscii a fare una veloce ispezione con gli occhi, sondando l'ambiente circostante e incrociando lo sguardo ogni tanto con qualche avventore che accorgendosi dello scambio di occhiate per lo più abbassava lo sguardo, intimorito dalla mia presenza o da quelle di Tsubaki o Aijasi. Probabilmente la maggior parte di loro si sentiva inadeguata, in qualunque modo lo si vedeva.

    Il Locale dunque rispecchiava il carattere dell'Oleandro. Riservato, ma allo stesso tempo accomodante. Un bel posto dove consumare un aperitivo e passare la serata... certo questo in un'altra vita. Io invece ero lì per presentarmi ufficialmente al Fante e non ci volle molto che qualcuno, decisamente di animo più fermo, si presentasse davanti a me e alle concubine.

    Per un attimo il mio sguardo si fece glaciale. Già, perché fu una ragazzina a fermarmi. Dannatamente più piccola del più giovane dei clienti. Nella mia testa balenò un pensiero... e se fosse stata la figlia dell'Oleandro? Azzardava una tale mossa? Certo, era nel suo locale. Nel suo posto verosimilmente più sicuro di Ame... ma gli artigli velenosi di Lord Goemon potevano benissimo arrivare lì e il Fante non avrebbe potuto fare nulla, se non morire. Sapevo bene che se si fosse trattato veramente della figlia dell'Oleandro quella ragazza era il suo punto debole. Non che l'avrei mai sfruttato, ma di certo sapevo che Lord Goemon aveva minacciato proprio lei. E sicuramente non era andato a genio come gesto per il padre. Dunque fosse stato per me avrei affidato a tempo pieno la ragazza, fino a che non poteva caversela da sola, alle cure dell'Umezawa. Poteva essere una stronza di prima categoria, ma ero certa che nessuno meglio di lei avrebbe potuto temprarla alla vita Ninja, se l'avesse voluto.

    Comunque risposi alla ragazzina Sì, tesoro. Avrei chiesto di lui, ma mi ha anticipato come posso vedere... Ti seguiamo. non era vero, non avrei mai chiesto di lui. Sapevo che lui sarebbe venuto da me. Questo sarebbe stato il mio stile di vita ad Ame. Le persone si sarebbero inchinate davanti al Fiore Lupo.

    E così superando una porta finestra, se possiamo così dire segreta, salimmo di un piano mentre il rumore e le luci del locale si affievolivano. Proseguimmo lungo un corridoio fino a trovarci in un'ampia stanza. Mi guardai attorno e notai la presenza di un letto, dalle coperte dorate, e un sorriso malizioso mi si stampò sul volto.

    La ragazzina dunque ci invitò ad accomodarci, e io accettai di buon grado Grazie, tesoro. Sei stata molto gentile. La superai, con un cenno di rispetto con la testa. Poteva essere una bambina ma le Geishe mi avevano insegnato la cortesia e la buona educazione. Doti che a Kato erano praticamente sconosciute.

    Ascoltai con molta cura e attenzione le parole del padrone del Locale, puntando gli occhi rossi su lui e dimostrandogli di essere ben attenta. Sorrisi, e prima di rispondere mi sedetti sulla sedia che mi aveva preparato, suggerendo anche alle mie Geishe di fare altrettanto. E fu in quel momento mentre mi stavo sedendo che mi presentai, accavallando le gambe con una tecnica che stavo poco alla volta affinando... il cui risultato era quello di essere la più sinuosa e sensuale possibile.

    Indicai la prima, la donna formosa dai capelli rosa Io sono Tsubaki, Camelia. Prima Matrona. Piacere di incontrarla, mio Signore. Mentre lei Io sono Aijsai, Ortensia. Per me è un onore, Oleandro-sama. Difficile rimanere impassibili al calore delle loro voci, allenate da anni e anni di onorato servizio e addestramento. Poi toccò a me parlare Io sono Yuri. Yuri Zahard. E loro sono le mie servitrici. Io sono la proprietaria della Lacrima D'Argento. Un locale che ho aperto da poco, qui ad Ame. Sotto il consenso dei Fiori. E fu proprio in quel momento che avrei veramente attirato l'attenzione dell'uomo Sono giunta qui per presentarmi ad un Fante di Fiori, te... l'Oleandro e portare il mio rispetto e i miei omaggi per la tua posizione e per il tuo ruolo. attesi qualche secondo, l'avrei sicuramente scosso. Non erano informazioni pubbliche, né alla mercé di tutti Sicuramente ti chiederai come conosco la tua gerarchia nel Seme e io ti risponderò che noi donne abbiamo i nostri segreti. Sappi solo che ho speso una cifra importante, come investimento iniziale qui ad Ame. E i Fiori hanno accettato i miei Ryo e accolta. A me interessano i soldi, e quale posto migliore di Ame e dei FIori per me e le mie passioni per guadagnare Ryo? feci spallucce, e con velato un occhiolino mandai un messaggio difficilmente interpretabile, ma segno chiaro che non avrei risposto a domande che riguardavano il mio passato o i miei collegamenti. Avevo dato una spiegazione plausibile del mio arrivo ad Ame e della mia presenza nei Fiori. Amavo le sostanze illegali, usavo il mio corpo... tutto per guadagnare Ryo, nella classica mentalità criminale di Ame Come te, siamo tre Kunoichi. E come ti dicevo ho aperto da poco il locale, sotto il permesso del Seme, e sotto di esso ho intenzione di crescere sia come attività di scambio di sostanze illegali, che come ruolo nel Seme. Tuttavia non ho alcuna intenzione ostile, né concorrenziale nei tuoi confronti. Sono però in prova, e devo dimostrare la mia fedeltà ai Fiori, in qualche modo... era l'assoluta verità, non ero lì per sfidarlo. E avrei cercato di evitare in tutti i modi un atteggiamento del genere D'altra parte ritengo che sia di terribile gusto sponsorizzare il mio locale qui, al Nettare, ma se ti può gradire posso dirti che i miei servizi... qualunque genere di servizio... e il messaggio era assolutamente provocatorio Per te saranno scontati della metà, in buona fede. attesi di nuovo Non ho molto altro da aggiungere su di me, Oleandro, ma se vuoi chiedermi qualcosa sarò ben lieta di risponderti... prima di passare ad una proposta di collaborazione. Un lavoro che potrebbe interessarci entrambi. conclusi, indicando a Aijsai di servirmi il cocktail, non prima però di averlo assaggiato lei stessa.

    Forse quel gesto avrebbe colpito l'Oleandro, ma era una sicurezza affinché quel liquore non fosse avvelenato. Le mie matrone erano abituate, dopo una vita passate come Geishe quella di assaggiatore non era di certo una novità.
     
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    L'inizio di una collaborazione?


    Chapter II



    Quando le tre donne varcarono la soglia della stanza, guidate da una Hounko glaciale, Namae le osservò dal riflesso del bicchiere che stava maneggiando.
    La voce che aveva avvisato il Fiore del loro arrivo non aveva esagerato nel definirle "donne fuori dal comune". E non era la loro bellezza che stava elogiando, bensì il loro portamento, la sicurezza con cui riuscivano a riempire la stanza con i loro corpi e il loro profumo, così intenso da soffocare l'aroma di vaniglia emesso da una candela accesa vicino al letto.
    Non sono affatto deboli. Aveva fiuto per i criminali e, in quel caso, se avesse alzato lo sguardo su di loro, difficilmente sarebbe riuscito a staccargli gli occhi di dosso. Non concesse loro una soddisfazione di quel tipo.


    Quando le Matrone si presentarono al Fante, Namae annuì a ognuna di loro, inchinando il capo in segno di rispetto. Poco importava se fossero kunoichi o bagascie: lui stesso era stato un servo, lo schiavo di un maiale che aveva minacciato di morte sua figlia; ora era diventato ufficialmente un Fante, con concrete possibilità di scalare la gerarchia del Seme, nutrendosi della rabbia che ogni giorno alimentava contro l'uomo che aveva immaginato Hounko tra le sue sporche braccia. Ma quella era un'altra storia.
    Quello che Namae aveva appreso era semplice: Ame concedeva possibilità anche a chiunque, dalle prostitute ai senzatetto, e uno su mille, per talenti nascosti o chissà quale motivazione, forse riusciva a diventare qualcuno. Per questo si ricordava di trattare bene ogni brigante con cui scambiava qualche parola.
    La prova lampante era Toshiro Umezawa. Chi avrebbe scommesso su di lui? Rispetto al massiccio e aggressivo Goemon, Toshiro era un vecchio poeta, effemminato e quasi sempre ubriaco; tuttavia il divin codino rivestiva un ruolo importante nel Seme dei Fiori.
    Piacere mio. Rispose, mostrando loro un sorriso.
    A chiudere il cerchio della presentazioni fu la donna dai capelli neri corvino, con delle curiose ciocche rosse sul lato destro del capo. Il suo nome era Yuri Zanhard, proprietaria della Lacrima d'Argento, un nuovo locale che aveva aperto i battenti con il consenso dei Fiori. A quella notizia, Namae sollevò le sopracciglia, sorpreso di trovarsi davanti a una nuova ninja dei Fiori. Concesse alla donna solo pochi istanti per captare il suo stupore. L'istante successivo, il volto appariva serio e freddo come lo era stato fino a quel momento.
    È qui per minacciarmi? Perché presentarsi in tre? Si domandò, chiedendosi se non avesse dovuto far scendere Hounko di sotto. Altri Fiori si sarebbe sentiti minacciati dalle parole della donna, ma Namae non era un uomo paranoico e prima di lasciarsi andare a giudizi affrettati verso qualcuno che era agli inizi, lasciò che l'incontro continuasse. Yuri rispose subito alla sua domanda interiore, dichiarando di essere lì solo per una presentazione a un Fante del suo stesso seme, gestore di un locale simile al suo. La motivazione era plausibile, pensò Namae, tranquillo di essere stato nominato con il suo soprannome. Era il nome che usava più spesso nelle introduzione o per rivendicare le sue azioni, sia dentro sia fuori i confini di Amegakure, ma per quanto riguardava il suo rango nella gerarchia del Seme, il Fiore provò un certo fastidio.
    Lei continuò nel suo monologo lungo e senza soste, rivelando poche altre informazioni utili, ad eccezione dell'ultima frase da lei pronunciata.
    Un lavoro? Le labbra si inarcarono in un sorriso.
    Alzò lo sguardo verso le ospiti e quando vide la Matrona testare il suo cocktail prima di porgerlo a Yuri, l'Oleandro non si sentì offeso ma si limitò a mantenere quel sorriso inalterato e dare inizio ai preparativi di un secondo cocktail. Prese un bicchiere con la mano destra e iniziò a versare della vodka secca.

    Una decisione mica da niente...unirsi ai Fiori Appoggiò la vodka e prese un contenitore ad ampolla dal vetro oscurato, con all'interno chissà quale contenuto.
    I soldi qui ad Amegakure sono tutto. Un principio ormai conosciuto da tutti e ovunque. Ma c'era un però. Così importanti da mettere Amegakure in secondo piano. Per me non è così. La Pioggia è la mia casa. Spero che con gli anni lo sarà anche per te. Aggiunse del succo di ananas e delle erbe aromatiche.
    Posso chiederle da dove proviene? E se avesse risposto di no, Namae avrebbe fatto spallucce, indifferente.
    Mescolò il cocktail e ne bevve un sorso.

    Ti ringrazio per gli sconti, ma nei miei trent'anni sono un uomo vecchio stile. Tuttavia verrò sicuramente a portare i miei saluti al locale, a cui auguro il meglio. I Fiori sono una grande famiglia. Gli scappò una piccola risata. Le ho sentito parlare di un lavoro. Sono curioso. Come posso aiutarti Yuri Zanhard? Chiese, indicando alle due Matrone le bottiglie davanti a sé, come ad invitarle a scegliere un cocktail.
    Nessuno doveva uscire dal Nettare delle Orchidee con la gola secca.

     
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    L'uomo, l'Oleandro, ascoltò con molta attenzione le mie parole e notai fin da subito un suo certo... atteggiamento. Evitava espressamente di guardarmi, spostando spesso lo sguardo verso il suo cocktail o verso un punto diverso da me o dalle mie servitrici. In sostanza stava cercando di reprimere i suoi naturali istinti che il mio corpo, la mia presenza e il mio profumo scatenavo in lui. In sostanza dimostrava un notevole autocontrollo. E un segnale per me che dovevo ancora migliorare parecchio in quell'ambito, come era prevedibile del resto.

    Dopo la mia introduzione fu il Fante a parlare e ascoltandolo poggiai l'indice sul vetro sottile e liscio passando il bordo del bicchiere con il dito e sorseggiando di tanto in tanto il cocktail che poco prima Ortensia si era assicurata fosse privo di veleni. Rimasi in silenzio qualche secondo, in attesa di ordinare le idee e rispondere adeguatamente alle sue parole... non prima però di incrociare nell'altro senso le gambe, in una sorta di gioco di seduzione... un trucco che mi aveva insegnato Camelia. Che l'Oleandro avesse notato il gesto o meno non lo avrei mai dato a vedere. Sapevo che se ne sarebbe accorto, semplicemente.

    Cuori, Picche o Quadri non sono mai stati un'opzione per me, Oleandro sentenziai, quando in realtà fu semplicemente un gioco macabro del destino a farmi conoscere Madama Umezawa e dal suo incontro collegarmi con Lord Goemon I Fiori sono sempre stata la mia unica scelta. Adoro provare esperienze sensoriali sempre nuove... leggasi droghe e sostanze allucinogene e usare le mie abilità... tutte le mie capacità sottolineai quell'ultima parola ... da condividere con altre persone. Certo, a pagamento perché ad Ame i Ryo sono fondamentali. Quindi perché non mettere insieme le due cose? Piacere e Dovere. Da qui mi sono trasferita ad Ame. non avrei dato risposta all'Oleandro sulla mia provenienza senza nulla in cambio Se ti svelassi ogni cosa su di me... dove finirebbe il mio fascino? conclusi accennando ad un sorriso malizioso, se avesse voluto quell'uomo avrebbe dovuto sborsare molti soldi per sapere alcune cose su di me, erano le regole implicite di Ame e il Fiore ne era perfettamente consapevole. Poi compresi perfettamente il discorso sulla Pioggia, sapevo che l'Oleandro era parte di Ame, fino al midollo. Servitore fedele dei Fiori, come seme. Dunque la sua fedeltà andava al Seme e non a Lord Goemon, una differenza sottile ma sostanziale che un giorno avrei sfruttato per condurre l'Oleandro a vendicarsi della Regina di Fiori e io allo stesso tempo di eliminare le persone che erano a conoscenza della mia vera identità. Ma era un percorso lungo, e mi limitai a rispondere di cortesia Lo spero anche io, Oleandro. Sono qui proprio per questo motivo, per farmi conoscere e accettare. Spero che apprezzerai il mio gesto... pronunciai quelle ultime parole con un fare decisamente sincero.

    Poi venne il momento degli affari, e mi piegai in avanti con il torace portando virtualmente vicino il mio busto al Fante, mostrando come la gravità potesse influenzare il mio seno e richiamare decisamente la sua attenzione Un lavoro... direi molto complesso. Ma estremamente redditizio. Sarò breve e coincisa, tuttavia ho la necessità di sapere una cosa prima di parlare. Le persone qui presenti sono affidabili? Possiamo parlare privatamente?Le informazioni che ti darò sono esclusive, se qualcuno altro le verrà a sapere perderemmo un vantaggio enorme.

    Una volta confermata la mia domanda proseguii Dunque... esiste un luogo fuori dalla giurisdizione accademica in cui Orochimaru ha eseguito numerosi esperimenti. Se non sai chi è Orochimaru... beh è stato un nunkenin che ha sconvolto il mondo con le sue scoperte, molte delle quali terribili e mostruose. attesi qualche secondo Il punto della questione è molto semplice: Orochimaru fa parte del passato ma ha lasciato dietro di sé molti laboratori. Luoghi di scienza occulta dove sono presenti un'infinità di macchinari, farmici e sostanze praticamente introvabili. Per lo più a nessuno interesserebbe usare quelle cose, non se ne farebbero niente... se non noi, i Fiori. Ci vorrà poco per convertire i macchinari per produrre droghe, e sostanze ad un livello prima impensabile. Sbaglieremo la concorrenza di Ame in pochissimo tempo. probabilmente con le conoscenze giuste e le capacità adeguate potevamo pure superare la droga sintetizzata da Lord Goemon dai Sigilli, ma questo fu un pensiero che tenni per me La mia idea è semplice: andiamo in quel posto, ci prendiamo le macchine, ci prendiamo le materie prime. Ritorniamo ad Ame e iniziamo a produrre per conto nostro. Il sessanta per cento del ricavato futuro andrà alla Lacrima d'Argento e il quaranta al Nettare dell'Orchidea. Questo per ripagare il tuo supporto. Inoltre ti chiedo la tua buona parola al termine della missione nel farmi entrare come Fante di Fiori... Ah, aggiungi che nel posto in cui andremo dovrò prendere una cosa che mi appartiene, non ha alcun valore se non per me... stavo parlando del Leone dell'Inferno, il secondo Jigoku maledetto. In ogni caso stavo dicendo la verità, non aveva alcun valore. Lord Goemon stesso ne voleva stare distante, quegli Inchiostri erano invendibili da quanto erano pericolosi! Se mi chiedi quali possono essere i rischi in realtà sono quasi certa che non ci saranno Accademici, ma non posso escludere che quel posto sia abitato da qualche aberrazione che Orochimaru aveva sintetizzato. Dunque... sarebbe meglio chiedere l'aiuto di una terza persona, forte, ma esterna ai Fiori così da non creare concorrenza tra di noi. Se conosci qualcuno del genere sarò ben lieta di invitarlo e pagarlo in Ryo naturalmente, divendendo a metà tra me e te il costo. aggiunsi Ma non ti dirò altro, finché non sentirò la tua risposta. Se l'Oleandro al sentire la proposta di divisione del ricavato avesse dato qualche problema e io l'avessi percepito sarei intervenuta subito D'accordo, Oleandro. In segno di assoluta fiducia e sincerità nei tuoi confronti sono disposta a scendere al cinquanta per cento a me, l'esatta altra metà a te. In ogni caso mi sembra un'eccellente proposta, non credi? avevo dato gli estremi del lavoro. Non avevo aggiunto molto altro, poiché aveva tutte le informazioni necessarie per tirare le somme e le sue considerazioni. [Nota per Roro]Ti propongo di fatto una missione tra noi Nunkenin, cioè io, te e Shiltar all'Isola Jiro. Ora, dovevo farla molto tempo fa su basi diverse da accademico con altri pg ma vuoi per un motivo vuoi per un altro è saltato tutto. In ogni caso dovrà essere Febh a masterarci. In tutto ciò potrebbe starci benissimo anche Yato, come medico di supporto.
     
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    Hounko la testa calda - il dono di Namae


    Chapter III



    Presto le Matrone e la loro padrona si sarebbero accorte che i loro giochi di seduzione avevano effetto solo su Hounko, visibilmente infastidita dall'atteggiamento delle tre clienti. Era gelosa del padre a tal punto da fissarlo per coglierlo in flagranza di reato, quando il suo sguardo avrebbe ceduto alla tentazione e si sarebbe infilato nelle grazie in vista delle sue clienti. E lei lo avrebbe sgridato per la sua debolezza come Madama Umezawa gli aveva insegnato.
    Namae aveva esperienza in criminali, traditori, ninja accademici e molto altro ancora, ma al cospetto di una ragazzina in fase adolescenziale appariva piccolo e indifeso, incapace di far valere i suoi trent'anni di vita.

    L'Oleandro aveva giocato sporco. Yuri se ne sarebbe accorta, se attenta, quando l'Oleandro aveva sorseggiato il suo secondo cocktail, a base di vodka secca, erbe varie e impreziosito con un liquido che aveva riposto sotto al piccolo bancone. Al primo assaggio, i suoi muscoli facciali si erano rilassati a tal punto da cancellare ogni traccia di nervosismo e desiderio; e proprio in quel momento, Namae aveva iniziato a fissarla come si osserva un oggetto privo di valore e importanza.
    Namae ascoltò con attenzione ogni singola parola pronunciata dalla nuova aspirante Fante di Fiori e ne captò dettagli che prima avrebbe perso, e non era frutto di chissà quale pozione o sostanza, bensì dei suoi ormoni, della dopamina che aveva raggiunto il suo cervello.

    CITAZIONE

    Se ti svelassi ogni cosa su di me... dove finirebbe il mio fascino?


    Concordo. Rise, lasciandosi andare a una frecciatina maliziosa. Ti prometto che non indagherò oltre, né qui né fuori. Le sue labbra si piegarono in un sorriso malizioso mal riuscito, forse a causa dell'ormone o per la sua completa incapacità di essere sexy e affascinante.
    A lato della stanza, adirata da ciò che aveva udito, Hounko imitò il gesto del padre in modo denigrante, seppur comico a dire il vero, mimando con le labbra le sue parole.

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    Chissà se Namae fece finta di non vederla.

    Yuri iniziò a illustrare il lavoro che aveva appena menzionato nella sua presentazione, inarcando la schiena in modo che il suo seno prosperoso fosse a portata del suo sguardo. Fu difficile mantenere l'attenzione sugli occhi mandorlati di lei, estremamente difficile, ma ci riuscì seppur con una seconda dose di dopamina, che aggiungendosi alla prima ancora in circolo, spense sul nascere i bollenti spiriti.

    CITAZIONE

    Un lavoro... direi molto complesso. Ma estremamente redditizio. Sarò breve e coincisa, tuttavia ho la necessità di sapere una cosa prima di parlare. Le persone qui presenti sono affidabili? Possiamo parlare privatamente?Le informazioni che ti darò sono esclusive, se qualcuno altro le verrà a sapere perderemmo un vantaggio enorme.


    Stai parlando delle tue donne, vero? Esclamò, furibonda, incrociando la braccia al petto.
    Madama Umezawa aveva contribuito alla crescita di Hounko in modo indelebile e tangibile. Chi, come Yuri, aveva conosciuto la vecchia rigattiera non avrebbe avuto alcuna difficoltà a notarlo; la bambina taciturna, passiva e minuta che seguiva Namae in giro per il mondo si era trasformata in una ragazza estroversa, attiva, impulsiva e incapace di tenere a freno la lingua, come l'ammonì subito Namae, particolarmente infastidito dall'ingerenza dell'adolescente. Tuttavia, ella non aveva torto. Poco apprezzava chi puntava il proprio sguardo in casa altrui. Lui stesso avrebbe potuto sospettare di lei e delle due Matrone, entrate nel Nettare delle Orchidee come due semplici schiave.
    Perdonate Hounko, saggezza e adolescenza non vanno d'accordo ad Ame. Fece un sorso del suo cocktail.
    A ogni modo sì, potete fidarvi di lei. La mia carriera è iniziata con la sua liberazione e da lì non ci siamo mai separati Non mentì e fece segno di continuare, con la curiosità che gli rosicchiava l'animo. La donna non tardò a proseguire, chiedendogli se conoscesse Orochimaru.
    Solo di fama, ovviamente.

    CITAZIONE

    Il punto della questione era molto semplice: Orochimaru fa parte del passato ma ha lasciato dietro di sé molti laboratori. Luoghi di scienza occulta dove sono presenti un'infinità di macchinari, farmici e sostanze praticamente introvabili. Per lo più a nessuno interesserebbe usare quelle cose, non se ne farebbero niente... se non noi, i Fiori. Ci vorrà poco per convertire i macchinari per produrre droghe, e sostanze ad un livello prima impensabile. Sbaglieremo la concorrenza di Ame in pochissimo tempo.


    La dopamina che devastava il suo cervello non mitigò lo stupore che gli fece alzare le sopracciglia e a sgranare le palpebre. Sapeva a grandi linee ciò che Orochimaru aveva rappresentato per l'Accademia e il Continente Ninja, e la ragazza non sembrava mentire. Storie su farmaci, sostanze e armi sviluppati in laboratori segreti dal fondatore di Otogakure ne erano pieni i racconti e i libri di fantascienza.
    Nel Paese del Riso aveva udito tre leggende sui figli e l'eredità, genetico e non, di Orochimaru. Ad Oto, dove si era intrufolato passando direttamente dal Gate, aveva ascoltato altre storie.
    CITAZIONE

    La mia idea è semplice: andiamo in quel posto, ci prendiamo le macchine, ci prendiamo le materie prime. Ritorniamo ad Ame e iniziamo a produrre per conto nostro. Il sessanta per cento del ricavato futuro andrà alla Lacrima d'Argento e il quaranta al Nettare dell'Orchidea. Questo per ripagare il tuo supporto. Inoltre ti chiedo la tua buona parola al termine della missione nel farmi entrare come Fante di Fiori... Ah, aggiungi che nel posto in cui andremo dovrò prendere una cosa che mi appartiene, non ha alcun valore se non per me..


    Troppo generosa. Pensò quando lei rivelò le percentuali, ma rimase in silenzio, titubante ma troppo interessato per rifiutare. La percentuale offerta poteva essere alta per i vari pericoli che avrebbero dovuto affrontare. E fu lei stessa a citarli subito dopo, dimostrando ancora una volta di riuscire a leggergli i pensieri.

    CITAZIONE

    Se mi chiedi quali possono essere i rischi in realtà sono quasi certa che non ci saranno Accademici, ma non posso escludere che quel posto sia abitato da qualche aberrazione che Orochimaru aveva sintetizzato. Dunque... sarebbe meglio chiedere l'aiuto di una terza persona, forte, ma esterna ai Fiori così da non creare concorrenza tra di noi. Se conosci qualcuno del genere sarò ben lieta di invitarlo e pagarlo in Ryo naturalmente, divendendo a metà tra me e te il costo. Ma non ti dirò altro, finché non sentirò la tua risposta.


    Molto interessante, molto interessante. La sua lingua scivolò sul labbro inferiore. Non lo dava a vedere perché spesso il senso di giustizia emergeva dai suoi ricordi dimenticati e finiva per controllare le sue azioni, ma a determinare le sue decisioni più impulsive, come ogni cittadino di Ame, era l'amore per i soldi,  il potere, gli obiettivi che si era fissato nel cuore e la vendetta che aveva giurato di ottenere. E per strappare il cuore dal petto del Signore della Perdizione aveva bisogno di contatti e affari. Ma poteva fidarsi di lei?
    Hai pagato per queste informazioni? Chiese, divertendosi un po' con lei. Sì, stava pensando che la sua interlocutrice fosse un'otese, ma poteva star tranquilla, perché credere che quella bomba sexy fosse in realtà il tizio conosciuto nella missione che lo aveva condotto nelle braccia degli Umezawa sarebbe stato impossibile anche per la mente più geniale del Continente.
    Non indagherò, non sarebbe gentile farlo. E non tratterò sulle percentuali. La tua offerta è già generosa così, poi dopo la missione, in base ai pericoli affrontati e a ciò che troveremo, non credo che avremo problemi a trattare sui dettagli. Si rivolse a Hounko. Di là, nel mio ufficio, prendimi il catalogo La bambina annuì e uscì dalla stessa porta in cui era entrata.
    A differenza di molti, che usano Ame per arricchirsi, io credo nel villaggio e nell'importanza dei contatti. Dell'amicizia, potremo dire. Fortunatamente Amegakure ha al suo interno uomini e donne di questo tipo. Per quanto riguarda la tua promozione a Fante, non avrai problemi a fine missione. Ovviamente se tornerò a casa vivo e vegeto  La porta si aprì e Hounko fece il suo ingresso, trenta secondi dopo la sua uscita, con un raccoglitore in pelle stretto tra le mani. Avrai il mio benestare Confermò, e subito dopo annunciò:
    Ho un nome da proporti come elemento esterno ai Fiori. Non è un consiglio, vedilo come una condizione necessaria per la mia partecipazione Aprì il raccoglitore e, senza permettere alla kunoichi di sbirciarne il contenuto, egli estrasse una carta a testa in giù, posizionandola sul suo piccolo bancone. La invitò a osservarla, alzandosi dal divano se necessario.
    Consideralo un dono per questa tua missione. È un uomo molto potente, con cui ho un piccolo debito. Farlo partecipare solleverebbe me dal ripagare il mio debito e nel tuo caso potrai aggiungere qualcuno di potente alla tua lista di "amici". Quando la donna avrebbe sollevato la carta per posizionarla davanti a sé, ella avrebbe notato al centro il simbolo delle Picche, stampato in grande, con due lettere A agli angoli. La carta dell'Asso di Picche.
    Prima preoccupata dalle promesse di Yuri, Hounko si era rilassata quando i suoi piccoli occhi di cristallo avevano notato la carta estratta; aveva intuito la mossa scaltra di suo padre, che più di chiunque altro aveva difficoltà a fidarsi degli estranei, figurarsi di chi, dal nulla, entrava nella sua casa per proporgli una fetta del quaranta percento sui prodotti di Orochimaru, nascosti in un luogo segreto che solo lei conosceva.
    È sufficiente? Namae allungò la sua possente mano per siglare definitivamente l'accordo.


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    Il Fiore Lupo

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    Le trattative ebbero luogo e l'Oleandro dimostrò una straordinaria capacità di gestione delle proprie emozioni. Notai che ebbe praticamente quasi nessun sussulto ai vari movimenti del mio corpo. Non importava il sesso, o le preferenze sessuali. Di una cosa ero certa: non si poteva restare letteralmente di ghiaccio davanti al mio fascino e questo mi fece sorgere qualche dubbio. Che non avesse qualche sorta di abilità nel nascondere le proprie emozioni? Se fosse stato veramente così il Fante aveva a disposizione un potere molto utile, anche se d'altra parte poteva rivelarsi un'arma a doppio taglio. Poteva infatti creare qualche diffidenza di troppo nel trattare affari.

    Problema che invece non si pose minimamente nei confronti di sua figlia, che forse energizzata dagli insegnamenti della sua mentore, Madama Umezawa, reagì con un certo orgoglio femminile alle mie provocazioni. Sorrisi, sinceramente divertita dal piccolo teatrino che si andò a creare.

    Non ti preoccupare, Oleandro. Nessuna offesa. Anzi, se mi posso permettere le mie matrone sono disponibili ad offrire lezioni sulla cerimonia del the, o altre tipiche tradizioni. Gratuitamente.

    Concluso il siparietto e assicurata dalla riservatezza di quell'incontro andai a sciorinare il mio piano al Fante. Rimasi sorpresa dal suo mancato tentativo di negoziare un ulteriore fetta. Mi sembrava di capire che ad Ame si cercava in tutti i modi di guadagnare, che forse lOleandro stesse in qualche modo trovando una via che a me sfuggiva?

    In ogni caso accettò di buon grado la mia proposta e in quel momento andai proprio a battere le mani, esternando una visibile felicità Dunque l'accordo è siglato! Sono contentissima. E molto felice. Ora posso scendere nei dettagli. Prima di iniziare solo una domanda: dove posso trovare il tuo contatto? chiesi, perplessa mentre raccoglievo la carta che mi aveva offerto Comunque il laboratorio di Orochimaru si trova su un isola. Ho ottenuto queste informazioni tramite dei contatti esterni ad Ame, e mi è costato parecchio. Ma ho già pagato il conto, se hai paura di qualche creditore sulle mie spalle non ti preoccupare non ce ne sono. Stavo mentendo ma lui non avrebbe mai potuto saperlo. Ero io che ero a conoscenza di quel luogo Tuttavia nonostante il tuo incantevole supporto e dono mi stavo riferendo all'asso ... ovviamente abbiamo bisogno di una nave e di un equipaggio. Per arrivarci e per portare via il materiale Prima proverò a chiedere ad una persona di mia fiducia. Ha vari contatti e credo che, se non gratuitamente, potrà comunque garantirci un trasporto ad un prezzo equo. Dopodiché salperemo verso l'isola. Lì ti ripeto potremmo trovare difficoltà a me ignote. Non credo che i laboratori di Orochimaru siano privi di trappole o guardiani. Ma affrontati quelli il resto sarà a calare come impegno. Ti ricordo che dovrò avere di ritorno un oggetto. È un inchiostro, semplicemente un inchiostro. Nero, probabilmente, come la pece e magari contenuto in qualche luogo o calamaio speciale. Ricordarti: sarà mio. È l'unica cosa sulla quale non posso trattare. attesi qualche secondo buono ... se mi chiedi cosa è non ti risponderò ma ti posso dire che cosa può fare. Uccide, è talmente pericoloso che non si può fermare se non tramite dei contenitori appositi, appunto. E fuori da quelli non è controllabile da nessun essere umano... a parte qualche persona dotata di conoscenze eccezionali. E sia il caso che io sono una delle pochissime persone in grado di gestirlo. Temo che Orochimaru abbia provato a suo tempo a sfruttarlo, ma senza frutti. L'uso di questo oggetto e la conoscenza ad esso legati sono elementi rarissimi e dimenticati nel e dal mondo. Conclusi con un tono dannatamente serio. Non avevo nuovamente detto tutta la verità sul Leone dell'inferno ma infondo l'avviso sulla pericolosità del Jigoku l'avevo dato. Toccarlo per il Fante sarebbe stato deleterio.

    Ora non mi resta che muovere le acque, andare dal tuo cortese contatto e li chiedere il suo supporto. Ottenuto mi muoverò per recuperare una nave, e poi salperemo alla volta dell'isola. Ti contatterò, spero a breve... in ogni caso sai dove trovarmi, tesoro. Chiusi quella frase lanciando un'occhiattina maliziosa all'Oleandro. Non c'era molto altra da aggiungere sulla questione. I vari punti erano stati messi in chiaro e definiti.

    Se non hai altre domande tolgo, gentilmente, il disturbo. Mi sarei alzata, lentamente così da rimarcare le mie forme e la mia matrona si sarebbe portata via con sé il bicchiere dal quale avevamo bevuto. Non avrei aggiunto alcun commento, non potevo di certo lasciare una traccia del genere.

    E a quel punto mi sarei allontanata dal locale, inchinandomi al Fante in segno di rispetto prima di varcare la porta e uscire così dal Nettare dell'Orchidea. Il prossimo passo sarebbe stato dunque muovermi alla Locanda del Batuman, li dove lavorava l'Asso.


     
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    Conti in sospeso

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    Il giovane Uzumaki, con i capelli tinti di bianco per mascherare la sua vera natura, osservava il buttafuori di fronte a sè con i suoi occhioni azzurri e, almeno in apparenza, innocenti, mostrando anche una certa impazienza nel voler entrare. Il buttafuori, un colosso di almeno un metro e novanta, lo scrutò incerto: era vero che appariva incredibilmente fuori posto in un luogo simile, ma era anche vero che ad Ame spesso erano proprio gli individui meno sospetti i più terribili. Il padrone del locale gli aveva inoltre anticipato il suo arrivo, assicurandosi così che non lo lasciasse fuori per sbaglio. Una volta dentro, utilizzando nuovamente il nomignolo di Kai, avrebbe rivelato una frase concordata in precedenza al barista, attendendo impaziente che chi di dovere fosse avvertito della cosa.

    Agiva come una giovane spia, e tutto grazie a un fortuito incontro del giorno precedente.


    Era arrivato da poco ai Batuman, aveva chiesto nuovamente una stanza a Feng per "questioni in sospeso", senza però perdersi in dettagli. Aveva una diversa identità, più o meno: i capelli erano tinti di bianco, non aveva più la mascherina, e il suo nome era nuovamente Kai (Yato non aveva torto nel dargli un nome che fosse quasi identico al suo, gli evitava fin troppi problemi). Il suo piano però non poteva iniziare prima che calasse la sera, ed essendo arrivato presto sarebbe rimasto nella zona bar del locale, lontano dai guai, attendendo paziente il suo momento. Proprio per l'attesa, aveva portato con sè alcuni dei suoi fumetti, lo avrebbero aiutato a mantenerlo distratto invece di agire di fretta.

    Non era solo però. Un omone robusto era chinato al bancone, bevendo qualcosa di molto alcolico. Aveva l'aria stanca, e il suo volto truce gli incuteva un leggero timore. La bambina al suo fianco però non sembrava affatto intimidita da lui, anche se sembrava troppo diversa dall'uomo per essere la figlia. Deve aver preso dalla mamma. Distratto dal pensiero, chiedendosi a chi dei suoi genitori poteva somigliare lui, avrebbe riportato l'attenzione sulla bambina quando lei fissò il suo sguardo sulla sua figura, imbarazzandolo (e anche un po' impaurendolo), portandolo a nascondersi dietro il suo fumetto per qualche secondo. Gli sguardi però si erano ormai incrociati, quindi prese coraggio, mostrandole un sorriso solare e agitando la mano in segno di saluto. Sarò vero che le apparenze ingannano, ma lui appariva realmente innocente, e persino l'omone, per quanto gli incutesse timore, se era in un locale come quello accompagnato da una bambina così tranquilla al suo fianco, doveva essere un tipo a posto.

    Il gioco di sguardi sarebbe durato qualche minuto. La bambina aveva poche altre distrazioni dopotutto, e i suoi fumetti colorati erano di certo più interessanti di qualsiasi altra cosa che potesse offrirle un bar. Sperando di fare un favore al suo mentore che la accompagnava, avrebbe scosso appena il fumetto in sua direzione, invitandola a leggere. Le avrebbe mostrato la copertina dalla distanza, con un coloratissimo Spiderboy che saltava sopra edifici tipici del paese del Fuoco, ed il simbolo di Konoha stampato sotto al numero del fumetto, indicandone la provenienza. Te lo presto se vuoi. Sorrise solare, fin troppo generoso per gli standard di quella città marcia.
     
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    Accolli all'orizzonte

    Il Nettare dell'Orchidea




    Mi stai realmente chiedendo quanto gin mettere in un gin tonic? Namae non credeva alle proprie orecchie. La nuova bartender che si era presentata come una risorsa di esperienza, senza necessità di essere formata, gli aveva appena chiesto quanto gin erano soliti miscelare in un gin tonic. Una domanda legittima per capire come regolarsi, ma Namae non l'aveva presa benissimo, anche perché la domanda gli era stata posta davanti a un cliente, un sedicenne assettato che avrebbe bevuto persino benzina pur di sballarsi. Sbuffando, l'Oleandro prese la bottiglia di gin, afferrò l'acqua tonica e in pochi secondi servì il drink al ragazzino, che se ne andò felice e spensierato a stendersi su un divanetto vicino all'ingresso.
    Istruzioni per l'uso. Apri la bottiglia di gin, la capovolgi contando fino a due, quello che cade nel bicchiere è il giusto dosaggio. Annuì. E questo vale per tutti i cocktail. Mise il gin al suo posto, affianco alla vodka che aveva acquistato di contrabbando a Oto.
    Ci devo tornare in quel villaggio.
    Se sono qui per degustare i drink, capiranno presto che noi siamo specializzati a regalare sbornie a buon prezzo. E non è poco  Aggiunse, gonfio di soddisfazione.
    Signore, devo disturbarla. Mi dicono che è giunto il ragazzino. Lo avvisò uno dei bodyguard in servizio all'entrata.
    Non conosco nessuno Il ragazzino, perciò devi essere più preciso. Lo ammonì Namae, inebriato dal calore provocato da due shot appena deglutiti. Il buttafuori sbiancò di colpo e, consapevole di aver sbagliato a non chiedere un nome, pensò bene di fornire una descrizione del bizzarro ragazzo. In altre circostanze, Namae gli avrebbe lanciato contro un bicchiere, ma nei suoi occhi era rimasto impresso il sorriso felice del ragazzino con il suo gin tonic, e questo lo aveva messo di buon umore.
    Ah sì, nuvola bianca con il libricino da poppante. Fallo entrare, portalo di sopra.




    L'incontro tra Namae, Hounko e Kai era avvenuto il giorno prima, nel locale del suo amico mercenario, conosciuto come Ru Wai, Feng Gu e chissà quali altri nomi.
    Chinato sul bancone come un ramo sul punto di spezzarsi, Namae fissava il vuoto da almeno un'ora, con i sensi rallentati e ovattati da un mix a dir poco devastante di whisky e ormoni. Presente fisicamente nel locale, la sua testa era altrove, annegata tra i falsi ricordi delle giornate precedenti e i deliri generati dalle sostanze.
    Hounko sedeva al suo fianco e stringeva tra le piccole mani un piccolo bicchiere colmo di birra leggera.
    Senza attività interessanti per una giovane ragazzina della sua età, la sua attenzione si posò sul ragazzo seduto alla sua destra, a meno di due metri, con una chioma bianca che ad Ame era assai rara. Doveva essere un nuovo arrivato o una spia al soldo delle Picche, dato il locale.
    Qualunque fosse la sua origine, il ragazzino aveva un espressione innocente che solitamente ad Ame si perdeva dopo il terzo anno di età.
    Senza alcuna bevanda davanti a sé, egli stava leggendo con interesse un sottile libro, con una copertina colorata su cui era stampata l'immagine di un tizio con una strana uniforme rossa e blu, in volo tra due edifici. Quando il bambino gli rivolse un saluto all'ennesimo contatto visivo, Hounko ricambiò, senza alcun cenno di imbarazzo. A stuzzicare la curiosità della giovane era quel libro sottile che non aveva mai visto prima d'ora, con il simbolo di Konoha stampato sull'angolo in basso a destra.
    CITAZIONE

    Te lo presto se vuoi.


    La voce del ragazzo la fece sobbalzare. Non se ne era resa conto, ma mentre ripensava alla promessa di suo padre di iscriverla all'Accademia per fare di lei una forte kunoichi, in grado di sopravvivere da sola, il suo sguardo era rimasto fisso sul proprietario del libro.

    NLiEOd7kW
    Prestare no, ma posso dargli un occhiata? Scese dallo sgabello e, senza attendere una risposta dal ninja della Foglia, prese possesso della sedia vicino a lui.
    Wow! Esclamò. Vi erano i disegni anche nelle pagine interne!
    Ma dove lo hai rubato?
    Sul bancone, Namae si accese di gioia: senza ricordarsi di averlo ordinato lui stesso a sua figlia, l'Oleandro afferrò il piccolo boccale di birra come se qualcuno lo avesse dimenticato lì per sbaglio.
    Oh! della birra! Ora era diventato suo!
     
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    Il Gigante e la Bambina

    II



    Non bastasse che la ragazzina era accompagnata da un individuo con la faccia da criminale, aveva con sè una birra! Youkai si sentì un minimo sollevato nel vederla più interessata al suo fumetto che alla bevanda, iniziando a pensare che forse avrebbe potuto aiutarla a trovare hobby più interessanti.

    Per quanto, forse stupidamente, ancora si aspettava che il locale delle Picche fosse una garanzia per gente un minimo per bene, considerata la situazione non riusciva a fidarsi del tutto dell'omaccione. Come la figlia si era spostata, non si era fatto distrarre da altro se non dagli alcolici, e considerato lo sguardo stanco, chissà quali altre sostanze. Youkai si morse un labbro, incerto se la sua sarebbe stata la mossa giusta, ma si sentiva protettivo nei confronti della fanciulla. Dopotutto il suo scopo era uno solo: salvare chiunque potesse. Con che faccia sarebbe tornato a Konoha se non fosse nemmeno riuscito a tenere una bambina al sicuro? Approfittando del suo interesse sul suo fumetto, si fece protettivo, aprendolo per bene in bella vista sul tavolo, ed invitandola ad avvicinarsi con la sua sedia per avere una migliore lettura, e per poter reagire prontamente se l'energumeno si fosse rivelato sospetto. Annuì, sorridendo solare. Certo che puoi. Io l'ho già letto tre volte! Commentò, sfogliando qualche pagina in modo casuale, mentre teneva d'occhio l'energumeno.

    La domanda della giovane lo spiazzò, facendogli sbattere gli occhi un paio di volte. N-No, l'ho comprato... Ma capisco che sembri strano, qui ad Ame pare non sia così popolare. Nel paese del Fuoco lo conoscono tutti! Cercò di giustificare la sua sorpresa, non era ancora abituato a quanto fosse comune il crimine in quella città. E tu invece, da dove vieni? E qual'è il tuo nome? Io mi chiamo Kai. Sorrise solare, apparendo rassicurante. Doveva far sì che si fidasse di lui se voleva estrapolarle informazioni. Ottenute le risposte, avrebbe preso a sfogliare il fumetto, iniziando nel descrivere alcune vignette per far sì che l'energumeno non prestasse loro attenzione, e quando lo avesse visto distratto a sufficienza, avrebbe abbassato la voce, iniziando a fare domande alla giovane. E l'omone che sta con te chi è? Venite spesso al locale? Guardingo, per quanto uno come lui potesse sembrare minaccioso, era pronto a far riparare la ragazzina alle sue spalle al primo cenno sospetto.


    L'albino zompettò all'interno del locale, seguendo l'energumeno superando la sala principale, invitato ai piani superiori, riservati solo ad ospiti speciali. Sentendosi a dir poco fuori luogo nella discoteca del piano inferiore, in parte preferiva quel trattamento, d'altro canto lo trovava anche vagamente intimidatorio. Non era più a Konoha, quello non era un accordo fatto con un amico, o una richiesta ufficiale ad un superiore. Era qualcosa che poteva essere vantaggioso per entrambi, o uno dei due si sarebbe potuto trovare pugnalato alle spalle dall'altro. In quel momento, entrambi avrebbero dovuto soppesare diffidenza e fiducia in modo minuzioso, per assicurarsi che entrambi ottenessero quello che volevano, senza farsi fregare.

    Timidamente, aprì la porta indicatagli, mettendo piede al suo interno. Aveva dato la sua parte di fiducia, presentandosi direttamente dentro la tana dell'Oleandro. Ora stava a lui fare la sua mossa. Fece un timido e goffo inchino, chiudendo la porta alle sue spalle. Namae-san. Non si torna indietro.
     
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    Strappare i Legami

    Il Nettare dell'Orchidea



    Wow. E non ti annoia rileggerlo? Si era seduto al fianco del ragazzino e aveva gettato lo sguardo sulla carta stampata: ogni foglio era stato suddiviso in aree di diversa forma e dentro ognuna di esse vi era un disegno differente. In quella pagina, l'uomo vestito con abiti attillati camminava lungo le strade del villaggio che, a giudicare dall'atmosfera e dall'assenza di pioggia, non assomigliava ad Amegakure.
    Io sono Hounko e sono di Amegakure. Non era vero e lei lo sapeva, ma con i ricordi d'infanzia scombussolati e dolorosi preferiva definirsi sin da subito come una cittadina di Ame.

    Ascoltò con entusiasmo e curiosità i racconti e le descrizioni del ragazzo, mantenendo lo sguardo fisso sulle pagine del libro. Suo padre, seduto a pochi metri, aveva bevuto la birra di Hounko e persino un'altra. Tuttavia, al momento dell'ordinazione, aveva notato Hounko seduta affianco a un ragazzo dall'aria innocente, mai visto nel Veri Batuman.
    La lasciò fare, infondo aveva undici anni e un po' di socialità non le avrebbe fatto male. In quelle quattro mura erano protetti e al sicuro.
    Lui è mio padre. Rispose senza problemi Hounko. si chiama Namae, ma è conosciuto come abbassò la voce fino a farlo divenire un sussurro. l' Oleandro, proprio come il fiore. Astuta come una volpe, cambiò subito discorso. Il suo sguardo solare si spostò dal libro al volto di Kai.
    Dove lo hai comprato? Posso chiedere a mio padre se me lo compra. Attese una risposta da Kai, pronta a fiondarsi verso l'Oleandro per chiedergli qualche spiccio con cui comprare il libro.





    NLiFoJr6T


    Ragazzo. Rispose Namae, girato di spalle, le sue mani poggiavano sul gelido bancone dell'angolo bar rifornito di alcolici ed erbe mantenute fresche da un articolato sistema di umidificazione. L'euforia e il sarcasmo di qualche minuto prima al piano inferiore erano scomparse. La dopamina in circolo aveva frenato i bollori e gli istinti che l'alcool era in grado di far emergere anche dal più pacifico degli uomini. Figurarsi dai violenti.
    L'Oleandro appariva serio, concentrato, riflessivo, come se dietro di sé fosse giunta una delle carte maggiori del Mazzo. Invece l'ospite era solo un ragazzino con i capelli bianchi, con un fumetto in mano e metà dei suoi anni.
    Puoi metterti comodo. Si voltò e gli indicò le due poltrone poste davanti a un camino spento.
    Vi era tensione nell'aria. Se Kai temeva un aggressione dall'Oleandro, che aveva fiutato la possibile provenienza del ninja bambino, quest'ultimo soffriva all'idea di dover sondare una strada per un possibile abbandono che lo avrebbe segnato per sempre. Non si sarebbe tirato indietro, aveva accettato i rischi di tale decisione.
    Un ragazzino non entra in un osteria come il Batuman con un libro in cui vi è il simbolo di Konoha. O almeno non lo fa così alla leggera. Rimase in silenzio per alcuni secondi, fissandolo intensamente.
    O sei un ninja con degli agganci o sei un pazzo. Oppure entrambi. Chi sei realmente? Mentire non sarebbe stata una buona decisione, sopratutto con un Namae incredibilmente serio davanti. Non avrebbe avuto alcuno scrupolo ad aggredirlo per sincerarsi che fosse un ninja.

    Se Kai si fosse presentato come un ninja di Konoha, Namae avrebbe accolto la notizia annuendo.
    Bene. Ho bisogno di un ninja di Konoha. Qui ne girano pochi di voi. Saresti disposto ad aiutarmi? In cambio potrei aiutare te. Tossì È chiaro che non sei qui per una gita di fine scuola.
    Se avesse ricevuto una risposta affermativa, Namae si sarebbe potuto liberare di un peso nel cuore.
    Molto bene. Devi sapere che Hounko non è mia figlia. Ci sono ampie possibilità che sia originaria di Konoha o dintorni Non entrò nei dettagli. Non ha ricevuto un addestramento ninja, ma ha buone abilità atletiche e la vita ad Ame la resa scaltra come nessun'altro. La furbizia era la sua dote migliore.
    Qui è in pericolo. In grave pericolo. E la mia idea è quella di farle avere asilo a Konoha e iscriverla in Accademia, così che possa uscire da questo letamaio che lei ama. Sospirò. Me lo chiese una volta di potersi iscrivere in Accademia e da quel momento non ho più viaggiato fuori da Ame. Ora penso sia giunto il momento di prendere in considerazione tutto questoI suoi occhi si spensero, la sua voce s'incrinò.
    Puoi aiutarmi? Conosci qualcuno che può farlo? Tutto ad Ame aveva un prezzo, anche se si trattava di un patto con un accademico. Cosa vorresti in cambio?

     
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    Il Patto

    III



    Youkai sorrise, a suo agio con un'altra anima così innocente. Avrebbe ridacchiato imbarazzato, ben consapevole delle sue ossessioni. Heh... Sono un grande fan di questo personaggio, e poi il suo fumetto ha così tanti numeri che a volte mi dimentico qualche dettaglio e mi piace rinfrescarmi la memoria. Confessò, arrossendo appena.

    Si aspettava quella risposta, anche se ancora non capiva se le veniva naturale o era stata istruita a riguardo. Non sembrava però timorosa a riguardo, e almeno al momento sembrava molto a suo agio, grazie al fumetto persino euforica. Ascoltò il bisbiglio della bambina, annuendo convinto e sussurrando a sua volta. Ah, ma certo, il fiore. Aveva lo sguardo leggermente perso tra le varie vignette mentre il cervello riceveva in modo appropriato quell'informazione, portandolo a sbattere le palpebre e spostando gli occhi dall'uomo, alla bambina, alla porta principale del locale, mentre le rotelle giravano una alla volta per arrivare a comprendere cosa significasse realmente quell'informazione. Fiore?? Continuava a sorridere forzatamente mentre sfogliava le pagine insieme ad Honuko, stavolta però immerso nei suoi pensieri. In effetti i semi collaborano tra loro. Sono un po' come i villaggi, no? Hmm, però a Feng non piacevano i Quadri... Forse, se lui è qui, vuol dire che i Fiori non sono poi così male. Feng dopotutto era il suo punto di riferimento per capire chi potesse essere affidabile e chi meno, distinguendoli banalmente in brave persone e persone poco affidabili. C'era anche da dire che non conosceva l'uomo delle fenici in modo così approfondito, dal suo punto di vista era un saggio brav'uomo che aveva viaggiato in lungo e in largo. L'opzione che l'uomo si facesse chiamare Oleandro solo perchè gli piacessero tantissimo quei fiori fu scartata molto rapidamente: un pochino era maturato dopotutto.

    Cogliendolo in un momento distratto, Youkai avrebbe risposto alla domanda della bambina: Oh, l'ho preso a Ko... Tossì, rumorosamente. COMICON! Al Comicon. Heh! Ma era una fiera nel paese del Fuoco, credo lo vendano quasi solo lì... Tienilo pure, te lo regalo volentieri! Era un po' rigido dopo il suo scivolone, cercando di cambiare discorso rapidamente. Lo sapevo che mi sarei dovuto rimettere la mascherina...


    Il suo scivolone aveva insospettito Namae a sufficienza. Lo aveva un po' intimorito, ma grazie alla sua presenza proprio in quel locale e il rapporto con la figlia, gli aveva concesso il beneficio del dubbio, accettando di sua spontanea volontà un invito al suo locale. La presentazione nel suo ufficio non era però delle migliori, gli ricordava un po' quando Raizen si preparava a sgridarlo per qualcosa di serio. Mugolò appena al ricordo, zompettando all'interno andando a sedersi nella poltrona di fronte alla scrivania, abbastanza sorpreso da quanto fosse morbida. Dopotutto era abituato alle sedie dell'ufficio di Raizen, orgoglio dei Senju: le forme raffinate le rendevano sorprendentemente comode nonostante il materiale più rigido, ma le poltrone morbide avevano qualcosa in più che gli dava un certo comfort emotivo. Probabilmente perchè il legno gli ricordava che era lì per lavorare.

    Già la sua prima frase suonava come una sgridata. Poteva quasi sentire la voce dell'Hokage che lo ammoniva per quel dettaglio sovrappensiero. Non è mica vietato viaggiare e portarsi via qualche souvenir... Borbottò, agitando le gambette. La sensazione percepita dai due era ai due poli opposti: Youkai aveva ottenuto le informazioni necessarie sull'Oleandro per marchiarlo come potenziale brava persona, abbastanza di fiducia da volersi chiudere in una stanza con lui dopotutto; Namae invece aveva di fronte un ragazzino misterioso fin troppo spavaldo per poter essere un sempliciotto qualsiasi, e si comportava con estrema cautela e un discreto rispetto nei suoi confronti. La sua domanda gli aveva trasmesso un minimo di tensione, percependo come il Fiore lo stesse scrutando, cercando di capirne i segreti. Youkai inspirò appena, rispondendo con moderata calma. Sono solo un mercenario che viene dal Fuoco. E' lì che sono cresciuto. Gli sarebbe bastato per capire che aveva almeno un paio di agganci per muoversi liberamente.

    Potrei anche vivere qui da anni per quel che ne sai. Borbottò, gonfiando le guance. Non importava che l'altro sapesse che non era di Ame: dopotutto mercenari e nukenin come lui potevano provenire da ogni angolo del continente, ma era quasi offeso (e consapevole delle sue mancanze) che non avesse nemmeno preso in considerazione quella possibilità. Evidentemente in una città come quella saltava troppo all'occhio. Ho degli affari in sospeso che voglio risolvere. Con una certa fretta. Avrebbe ammesso senza timore.

    Youkai rimase sorpreso dalla richiesta di Namae. Aveva esposto una sua debolezza non da poco, era chiaro che amasse la figlia più di ogni altra cosa, e vedere nei suoi occhi la sincerità del timore che le succedesse qualcosa, forse per i pericoli della città stessa o di qualcuno in particolare, gli fece capire come anche in quel posto così dimenticato dagli Dei esistessero persone da un cuore puro. Si sorprese di quanto si era fatto ingannare unicamente dall'aspetto dell'Oleandro. Era visibilmente colpito da quella storia, ma aggrottò la fronte, incerto. Il suo primo istinto era naturalmente quello di aiutarlo, ma c'era la possibilità che volesse solamente infilare una spia tra le fila di Konoha, e non aveva intenzione di essere complice della cosa. Io... So come darle una possibilità. Commentò. Dopotutto aveva forti agganci con niente di meno che l'Hokage stesso, e portare via un'anima innocente da quel postaccio era più che un onore per lui. Ma non posso farmi bastare queste informazioni. E... Non posso farlo gratis. Commentò, con voce leggermente tremante. Non gli piaceva per niente dare un prezzo al salvare una vita, ma doveva convincere lui che quella era la condizione. Se non altro l'Oleandro sembrava pronto ad ascoltare la sua offerta. Prima Hounko. Lo osservò, con una serietà che non si addiceva al suo viso innocente. Perchè dici che venga proprio da Konoha? L'hai trovata da quelle parti? Possedeva qualche oggetto che proveniva da quel villaggio? Avere una forte connessione con quel villaggio in particolare potrebbe facilitare parecchio la cosa. Lui lo sapeva più di tutti. Poi, la parte più scomoda: In pericolo da cosa? Ame è pericolosa per tutti, non posso portar via una persona qualsiasi solo perchè temi non possa cavarsela qui. Hai un enorme locale che potrebbe ereditare, e non sembri così messo male economicamente da non poterle garantire una protezione adeguata. Commentò con naturalezza. Di certo ormai anche lui aveva dimostrato che la sua prima impressione non rappresentasse la sua vera persona.

    Terminata la parte della bambina, sarebbe passato alla ricompensa. Come ho detto, sono qui per dei conti in sospeso. Confessò, iniziando a farti teso. C'è una ragazza, una prostituta. A seconda della reazione di Namae, sarebbe arrossito di colpo, portando le mani avanti. N-N-No, un momento!! M-Mi sto spiegando male... Mugolò, schiarendosi poi la voce. Ho avuto modo di conoscere il suo passato. L'ho vissuto come fossero dei ricordi. E' stato orribile. L'imbarazzo era svanito, sostituito da dolore e rabbia. Ho visto come per tutta la sua vita sia stata usata come un oggetto. Come se avesse poco valore. E nessuno, nemmeno io la prima volta abbiamo fatto niente. Non sono riuscito a togliermela dalla testa. I pugni stretti erano posati sulle sue gambe, visibilmente nervoso. So che un membro dei Quadri voleva... comprarla, prima o poi. Pronunciò quella parola con sprezzo. Non posso permettere che questo ciclo continui fino alla sua morte. Voglio portarla via da lì. Via da Ame. Questa città non ha fatto altro che darle un prezzo e insegnarle solo sofferenza. Non merita una vita simile. Il suo sguardo determinato avrebbe affrontato quello di Namae, serio come poche volte nella sua vita. Aiutami a farla scappare. E in cambio garantirò anche ad Hounko il futuro che merita.
     
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    I termini dell'accordo

    Il Nettare dell'Orchidea






    COMICON? Esclamò Hounko, con gli occhi scintillanti di curiosità. La schiena s'incurvo all'indietro e le braccia si distesero per afferrare il regalo del ragazzino.  Lo sfogliò in modo frenetico, soffermandosi su ogni pagina solo il tempo necessario per dare un occhiata superficiale ai disegni. Estasiata dal dono da mostrare ai suoi amici di quartiere, non aveva notato il passo falso che Youkai fu sul punto di compiere. Lei no, ma qualcun altro sì.
    E quel qualcuno era il ninja che sedeva al bancone, a pochi metri dai ragazzini, con le palpebre socchiuse e lo sguardo perso nelle bollicine che salivano dalla birra che aveva richiesto. Con un fegato allenato come il suo, ci sarebbero volute altre dieci caraffe per distrarlo dal bambino con i capelli bianchi che stava dialogando con sua figlia.
    Siete diventati...amici Esclamò Namae, con un sorriso in volto distorto dall'alcool. Il ninja avrebbe udito un suono simile a un fischio sovrastare la caciara del locale e una forza richiamarlo verso la sedia dove Hounko sedeva prima del suo arrivo.[TA]
    Con un cenno della mano, lo smemorato chiese al barista qualcosa per scrivere. Sei invitato cena da noi, nel nostro locale. Ti scrivo indirizzo e quattiere. Avrebbe allungato il foglio verso il ragazzino.
    Non serve che porti nulla

      




    Seduto e con le braccia incrociate davanti all'addome, Namae ascoltò divertito i balbettii del ragazzino. Nessuno girovagava per Ame con un cimelio di Konoha senza essere preparato a difendersi da qualche esagitato. Figurarsi al Veri Batuman, famoso covo delle Picche, frequentato da anni dall'Oleandro.
    Esisteva quella ridotta possibilità che l'Oleandro si stesse sbagliando, che quel Youkai fosse realmente un mercenario di un paesino sperduto del Fuoco che nulla aveva a che fare con Konoha, ma la situazione ad Ame era diventata così incandescente da costringere lo smemorato ad assumersi dei rischi. Lo avrebbe ucciso, se si fosse rivelato inutile e dannoso. Ma non fu così.

    CITAZIONE
    Io... So come darle una possibilità.

    Bene. È quello che volevo sentirti dire. Sorrise, con la gola che si era asciutta all'improvviso. Aveva bisogno di bere. So di non potertelo chiedere gratis. Ogni cosa aveva un prezzo, soprattutto una vita. E per la vita di Hounko, per la sua salvezza, l'Oleandro era disposto a scendere sin dentro gli inferi. Non sarebbe stato semplice separarsi da sua figlia, ma non vi era altra scelta. Meglio viva e lontana, che morta.
    Lavorava come spacciatrice per un gruppo di ex ninja di Konoha, capitanati da un Akimichi. Si sono insediati qui e hanno pensato di intraprendere un business come se fossero a casa loro. Affermò, con i ricordi che riaffioravano davanti ai suoi occhi. Erano trascorsi moltissimi anni. La mia non è una certezza, ma le probabilità che sia del Paese del Fuoco sono molto alte. Cercò di schiarirsi la voce, inutilmente. Si alzò e si diresse verso l'angolo bar. Non commise l'errore di mostrare le spalle al ragazzino.
    Da come parli, è chiaro che tu non hai vissuto ad Ame nemmeno una settimana Disse, trattenendo a fatica una risata. La vodka zampillò nel bicchiere. Avere una famiglia ad Ame è un grosso handicap, un punto di debolezza che i nemici sfrutteranno per colpirti. Ciò che ho conquistato, sarebbe stato più facile da ottenere senza Hounko. Ammise, serio come mai lo era stato, mentre le sue labbra si bagnavano del Sex on the Beach che aveva terminato di versare nel bicchiere a cilindro.
    Quale drink vuoi che ti preparo? Chiese, curioso di sapere quale drink beveva di solito un ragazzino del Paese del Fuoco.

    Quando Youkai dettò i termini dell'accordo, il prezzo che Namae avrebbe dovuto pagare per ricevere l'aiuto richiesto, quest'ultimo esplose in una fragorosa risata, spruzzandosi il cocktail addosso per non bagnare il ragazzino.
    Sei uno spasso ragazzino! Continuò a ridere, paonazzo in volto. Oddio, non ho mai riso così ahahah Ogni volta che il suo sguardo si posava negli occhi innocenti dell'Uzumaki, Namae non riusciva proprio a non ridere. Si asciugò le lacrime agli occhi con un fazzoletto bianco che aveva nel taschino.
    Ti ammiro. No giuro, non ti prendo in giro. Dopo questa ragazza, te lo dico, dovrai salvare tutti gli abitanti di Amegakure, compreso me. Ad Ame ogni persona ha un prezzo, proprio come un oggetto. E viviamo finché qualcuno in alto non decida che non siamo degni..Divenne serio. Va bene, accetto questo incarico, ma prima dammi qualche informazione in più: come riusciresti a farla entrare a Konoha?

    Hai nominato i Quadri, perciò non sei proprio un novizio di qui Non aveva mai avuto contatti con loro.
    Accavallò le gambe.
    Raccontami tutto di questa ragazza, chi la vuole acquistare e dove si trova.
     
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