Addestramento dei 2 Uchiha

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  1. Shinodari
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    Il Figlio del Vento


    Il vento è cambiamento

    intro



    Narrato Parlato Pensato>Parlato nel linguaggio natio

    Oasi del Fuoco, Anauroch



    La luna era alta nel cielo, silente regina della notte stellata. Il chiarore si rifletteva su quelle lande sabbiose mutevoli, scolpite dalla brezza capricciosa.
    L'oasi era immersa nel sonno. A poca distanza da un intrusione rocciosa erano state erette un gruppo di una ventina di tende dai colori del sole e del fuoco, ornate con motivi che ricordavano refoli di vento. Una polla d'acqua, preziosa alleata in quell'ambiente proibitivo, completava il quadro.

    Una mano scostò lentamente uno dei drappi d'ingresso. Una figura minuta sbucò fuori silenziosamente, zaino in spalla. Si curvò all'interno per recuperare l'ultima sua creazione: una tavola di legno dai bordi arrotondati. Di dimensioni contenute, non raggiungeva l'altezza del suo proprietario, ma era sufficientemente ingombrante perché il giovane nomade fosse costretto a trascinarla sul terreno sabbioso.
    Non era la soluzione ideale per non dare nell'occhio, le scie che lasciava ad ogni passo avrebbero tradito la sua destinazione. E sarebbe finito in punizione per l'ennesima volta.
    Suo nonno paterno era stato categorico: quell'asse di legno era pericolosa.
    Tamashii sospirò. Conosceva i rischi, li aveva valutati. Aveva rivisto il progetto così tante volte da aver segnato in maniera indelebile la carta su cui aveva disegnato lo schema della tavola.
    Questa volta non si sarebbe tirato indietro. Desiderava assaporare la libertà di quel mare di sabbia un'ultima volta, prima di abbandonare la sua famiglia.
    Era il destino che lo aveva segnato dalla nascita. I “figli del vento” dovevano far ritorno alla loro dimora ancestrale, al loro clan d'origine: i Chikuma.
    Un sussurro nella lieve brezza che si era levata, il delicato sbattere d'ali e il Coelurosauravus planò sulla sua spalla sinistra. La lucertola volante avrebbe condiviso anche questa avventura fanciullesca.
    Il ragazzino sapeva orientarsi di notte, la sua scuola era stata la natura stessa.
    Nei giorni precedenti aveva perlustrato la zona con la scusa di studiare la fauna e la flora attorno all'oasi. E nei suoi giri aveva trovato una serie di dune che potevano servire allo scopo.
    Uscire dall'accampamento risultò più facile del previsto, grazie alla collaborazione delle sentinelle, che avrebbero chiuso un occhio. In fondo Tamashii era il nipote del capo clan del Popolo del Vento.
    Il deserto lo circondò nel suo silenzioso abbraccio. Il ragazzino si calcò sulla fronte il berretto, avvolgendo la sciarpa attorno al collo. La temperatura si era abbassata con il calar del sole.
    Raggiunse la bassa sporgenza di roccia dove aveva scelto di fare campo e montò una tenda da viaggio. Si strinse nella coperta lasciando che il Coelurosauravus si insinuasse all'interno in cerca di calore. Attese l'arrivo del nuovo giorno.
    Le prime luci dell'alba filtrarono attraverso il tessuto grezzo del suo riparo. Tamashii aprì gli occhi, destandosi dal dormiveglia in cui era caduto durante la notte. La lucertola sbucò da sotto le coltri, arrampicandosi sul braccio del ragazzino.
    Il cielo era terso, una piacevole brezza si era levata smuovendo la sabbia in superficie.
    Il vento non dovrebbe essere un problema, non nella prima parte della giornata... osservò il giovane nomade, nella sua lingua natia dalle sfumature musicali, rivolendosi alla lucertola alata. E non credo che avremo il tempo di confutare le mie previsioni. Conoscendo mio nonno, avrà urlato alle sentinelle di guardia e si sarà messo alla nostra ricerca. Nel migliore dei casi potremmo concederci due discese. Considerò, afferrando la tavola e incamminandosi lungo il crinale sabbioso.
    La vista dalla sommità era una visione da togliere il fiato per chi, come lui, amava le lande desertiche.
    Poggiò la tavola sul limitare del pianoro, pericolosamente in bilico. Salì sull'asse, incastrando i piedi nelle scanalature che aveva realizzato. L'idea l'aveva presa da una tavola realizzata per scivolare sulla neve. Il principio base ero lo stesso, variava l'attrito. La parte inferiore era stata lucidata con la cera in modo da migliorare la velocità di discesa.
    Pronto Koryukaze? Chiese al Coelurosauravus. Il rettile lo fissò con il suo muso allungato, la lingua schioccò fuori dalla bocca.
    Lo prendo per un si. Osservò il ragazzino, calandosi davanti agli occhi gli occhiali, la sciarpa a coprire naso e bocca.
    Si diede la spinta necessaria per precipitare nel vuoto. L'impressione iniziale fu molto simile, ma la sabbia accolse la tavola, lasciandola scivolare sulla sua superficie.
    Non era facile mantenere l'andamento senza rischiare di rotolare. Il vento sferzava nella loro direzione, accompagnando la discesa. La velocità era in aumento. Tamashii doveva compensare per non finire steso a pancia in giù alla fine del pendio, dopo aver ripulito il terreno per alcuni metri.
    Gli agganci lo tenevano fermo sulla tavola, ma non avrebbero accompagnato la caduta.
    Rallentò la velocità zigzagando lungo la duna, cercando di mantenere stabile l'assetto. Non si curò dei rischi a cui stava andando incontro, era troppo preso dal godersi l'attimo.
    TAMASHIII!!! l'urlo portato dal vento, il tono di voce che aveva imparato a riconoscere dalla nascita. Il ragazzino guardò verso il basso. Suo nonno l'aveva rintracciato prima del previsto.
    Si trattò di un istante, ma perse la concentrazione. L'asse cominciò ad ondeggiare pericolosamente, seguendo una traiettoria che il giovane nomade non riusciva più a controllare.
    Pensa Tamashii e in fretta! Mormorò a se stesso, mentre la fine del crinale si stava inesorabilmente avvicinando.
    Alla base il nonno si stava sbracciando, gridando nella sua direzione.
    Lo so anche io che devo rallentare. Se solo non avesse sbraitato al quel modo. Commentò il ragazzino, sforzandosi di equilibrare con il suo peso lo sfarfallio della tavola.
    E quando finalmente sembrò che la situazione fosse gestibile, l'asse si stava dirigendo contro il capo clan.
    Ma non è possibile! Nonno, allontanati! Gridò, arrischiandosi a gesticolare con una delle mani.
    Pessima idea. L'asse scelse di non obbedire al suo inventore, riacquistando velocità. Il ragazzino fece appena in tempo a sganciarsi dalle attaccature e saltare via, prima che la tavola cominciasse a ruotare su se stessa.
    Il giovane nomade si accucciò per attutire la caduta, ma una volta impattato contro la sabbia cominciò a rotolare verso il basso.
    La discesa terminò in una nuvola di sabbia, che al suo diradarsi, mostrò Tamashii disteso a faccia avanti con i vestiti rovinati.
    Davanti ai suoi occhi poteva soltanto vedere gli stivali del nonno, offuscati dalla sabbia che aveva coperto le lenti.
    L'anziano attese che il nipote riprendesse fiato.
    Riesci ad alzarti? Gli chiese con un tono di voce per nulla rassicurante.
    Il ragazzino si mise seduto. Riusciva a muovere gli arti senza provare dolore a parte qualche escoriazione di poco conto. I lividi sarebbero comparsi successivamente.
    Sei stato fortunato. Potevi romperti qualcosa. E che figura avesti fatto con il tuo clan d'adozione? Lo rimproverò tirandolo in piedi e costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
    Era conscio della , che la sua nascita comportava. Non l'aveva mica fatto apposta.
    Mi dispiace... non fece in tempo a finire, che l'uomo gli poggiò una mano sulla testa, accarezzandola.
    Sarai sempre libero come il vento, Tamashii. Nessuno incatenerà il tuo spirito. Il dono che ti viene fatto è di abbracciare fino in fondo la tua eredità. Quando sarai pronto sarà il vento stesso a chiamarti. Lo rassicurò. Torniamo all'oasi, ho una lettera da consegnarti. Aggiunse, incamminandosi verso l'accampamento.
    Una lettera? Per me? Fece eco. Si affrettò a recuperare le sue cose e seguì il nonno.


    Una settimana dopo
    20 aprile dell'anno 41
    Campo di addestramento 43,
    Paese del Fuoco
    Territori dell'Accademia



    Tamashii era confuso. Tutto si sarebbe aspettato tranne una lettera di convocazione da parte dell'Accademia. Perché gli era stato imposto di partecipare ad un corso di addestramento? Cosa doveva dimostrare? A chi doveva provare di essere degno di entrare a far parte del nuovo clan?
    Non comprendeva le motivazioni, ma aveva rispettato la decisione del nonno.
    Era stato un viaggio istruttivo, per chi conosceva solo il deserto.
    Il luogo dell'incontro era circondato da una rete metallica, la foresta faceva da cornice.
    Per il nomade era tutto nuovo. Non aveva mai visto dal vivo un'esplosione di natura così rigogliosa.
    Varcò la porta della stessa fattura della recinzione, sentendosi a disagio. Era come se volessero imbrigliare il vento, la sua natura libera. Il campo non era soffocante in quanto a dimensioni, però l'essere confinato, non era nella sua natura. Lungo il percorso non potè fare a meno di notare fantocci di legno, travi dello stesso materiale, bersagli e altri oggetti dall'utilizzo a lui ignoto.
    Non fu il primo ad arrivare. Erano presenti un giovane sulla ventina, forse qualche anno di più, dagli occhi scuri e i capelli corvini. Aveva un'aria risoluta. Stava sorseggiando una bevanda calda, a giudicare dalle volute di fumo, che salivano dal bordo della tazza per poi disperdersi nell'aria. Lo sovrastava in statura. Tamashii era minuto, superava di poco il metro e cinquanta. Si poteva dire fossero agli antipodi. Il giovane nomade aveva i capelli biondi, le iridi dorate, la carnagione abbronzata e le vesti inusuali, tipiche del suo clan natio.
    Il secondo ospite era un ragazzo dai capelli verdi, la carnagione chiara, un'aria malinconica, non sapeva dirlo con certezza, non riusciva ad inquadrarlo. Forse anche lui aveva ricevuto la convocazione. Non sempre la logica era una buona consigliera.
    I suoi dubbi vennero fugati dalla presentazione del loro... istruttore? Come si sarebbe dovuto appellare a lui? Il giovane dalla chioma corvina.
    Sicuramente era un tipo curioso.
    Li tempestò di domande. Fin troppe domande tutte in una volta.
    Tamashii attese il suo turno. Inspirò profondamente e rivolse ai presenti un inchino mentre sulle sue labbra affiorava un sorriso.
    L'educazione prima di tutto. La sua famiglia gli aveva insegnato ad essere cordiale.
    Mi chiamo Tamashii... esitò ...Chikuma... vengo dal deserto dell'Anauroch... Suna... si affrettò ad aggiungere. Piacere.
    Un movimento dietro la schiena ricordò al ragazzino di non aver terminato la presentazione. Lui è Koryukaze, un Coelurosauravus. Spiegò con naturalezza, incurante del fatto che non tutti sapessero di che specie si trattasse.
    Prese tempo, invece, per rispondere al resto delle domande.
    Quali sono i miei sogni?
    Portare onore al clan Chikuma. Non tradire gli ideali che mi sono stati impartiti dalla mia famiglia di origine. Essere uno spirito libero come il vento. Il vento non può essere imbrigliato. Cosa significa essere uno shinobi? Una scoperta continua di un mondo, che conoscevo solo attraverso i rotoli di pergamena, i racconti degli anziani. Ho vissuto finora nel deserto, per me al momento un ninja è solo un nome. Il reale significato lo apprenderò con l'esperienza. Spiegò, con una certa enfasi. Riguardo il mio futuro, vorrei apprendere le arti curative e avere la possibilità di andare in esplorazione. Il mio stile di combattimento? Mi piacciono le armi da mischia. La mia famiglia si tramanda l'uso della doppia lama. E considero il vento un mio leale compagno dalla duplice natura: offesa e difesa.
    Non aveva altro da dire, non al momento.

    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Tonico Coagulante Minimo × 1
    • Occhiali × 1
    • Tonico di Ripristino Minimo × 1
    • Shuriken × 6
    • Kunai × 2
    • Dadao × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Respiratore × 1
    • Accendino × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Sonagli [x5] × 1

    Note
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9 replies since 20/9/2021, 00:28   347 views
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