Lo spadaccino e la kunoichi dalle iridi ametistaWest Gate e dintorni

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  1. Shinodari
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    Titolo del Topic


    III



    Quando ti risvegli da un incubo per scoprire di essere piombato in uno peggiore: la vita.



    Mentre gli stavo asciugando la guancia percepii il suo senso di frustrazione, Mosse la testa per rivolgerla dall'altra parte, per non incrociare il mio sguardo.
    Potevo capirlo? Si. Tasaki era costretto a letto, le sue ferite l'avevano reso indifeso. Non mi offesi per quel gesto istintivo.
    L'istante dopo sembrava essere venuto in parte a patti con la mia presenza, con la consapevolezza che ne derivava.
    Chi... sei?
    Chi sono? Mi sarei dovuta presentare con il mio nome completo o celare una verità che ormai in pochi conoscevano?
    Shinodari Nara Jaku Kazekumo. Mi presentai. Glielo dovevo. Prendersi cura di qualcuno significava non nascondersi dietro facili menzogne.
    E... cosa vuoi?
    Cosa voglio? La domanda mi prese di sorpresa. Ancora mi stupivo? Non avevo imparato a mie spese che ad Oto raramente qualcuno agiva senza esigere un proprio tornaconto?
    Sono un medico. Il mio scopo è curare le persone, evitare che muoiano. Per le cicatrici dello spirito non servivano le mie abilità curative. Cosa desidero da te? Vorrei che non ti riducessi mai più nello stato in cui ti ho trovato. Sei andato molto vicino alla morte. Sospirai. Suppongo che tu non me lo possa promettere, vero?
    Il giovane era ancora molto debole. Sapevo che non doveva sforzarsi, però non tutto poteva essere rimandato a dopo.
    Mi chiese di raccontargli quanto ero successo. In fin dei conti glielo avevo proposto io. Le mie parole avrebbero potuto minare il suo precario equilibrio interiore. In casi estremi potevo sempre sedarlo, se avesse voluto compiere qualche gesto inconsulto.
    Basta! La verità per quanto amara andava affrontata. Rimandando, gli avrei procurato solo un danno maggiore.
    Gli raccontai tutto, senza omettere nulla. Le informazioni riferitemi dal team medico presente sul luogo dello scontro, la testimonianza delle guardie di turno al gate occidentale. Per quanto mi costasse dirglielo, gli rivelai dell'incisione, del marchio dell'infamia. Cicatrici che avevo rimosso mentre lui era ancora in stato di incoscienza.
    Non sarebbe stato facile venire a patti con una verità cruda, violenta. Tasaki aveva tempo per metabolizzare l'accaduto. Il tempo necessario a rimttersi in forma.

    Mi mise al corrente delle sue motivazioni. Mi oscurai in volto. Nessuno aveva il diritto di prendere la vita di un altro... nessuno in un mondo utopico. Mi chiesi se Shiltar avrebbe compiuto le stesse azioni del Mizukage attuale. Non lo credevo, non dopo lo scontro con Yami. L'aveva risparmiato, non era sua la responsabilità se aveva rifiutato di vivere.
    Sei... bella. Come un angelo. Arrossii, pur sapendo che non era ancora del tutto in sé. Non ero un angelo, non nell'accezione che veniva data al termine. Piuttosto un angelo decaduto.
    Balbettai un Grazie in risposta.
    Quel suo commento, non mi avrebbe fermato dal replicare a quanto detto in precedenza.
    Il tuo gesto è stato nobile, ma estremamente impulsivo. Commentai. Avrei dovuto assecondare quel suo desiderio di giustizia? Il tuo conterraneo... Mi avevano messo al corrente che lui non fosse otese di nascita. …aveva messo a rischio la sicurezza di Kiri? Non tutti erano magnanimi nel dispensare le condanne. Non fraintendermi. Per me la vita è al di sopra di tutto o non sarei un guaritore, però il nostro ambiente non permette la clemenza, non sempre. Vendicare qualcuno... sembra che ti faccia sentire bene, in pace con te stesso, ma non è così. Anche se avessi vinto, se gli avessi impartito la lezione che, dal tuo punto di vista, meritava, sei sicuro che il tuo animo si sarebbe placato? La vendetta genera solo una spirale di violenza, il sangue chiama altro sangue. E alla fine resta solo un vuoto nell'anima. Sempre che tu sia ancora in vita. Se il Mizukage ha rispettato le leggi accademiche ci si può fare ben poco, a meno di non andare contro il coprifronte che indossiamo. Se ha ucciso il tuo conterraneo senza giusta causa, allora dovrebbe essere processato per i suoi crimini contro l'Accademia. Noi non siamo nella posizione di arrogarci tale diritto. Mi spiaceva essere così dura, ma avevo paura che avrebbe ritentato. E non era detto che sarebbe sopravvissuto. La carica di Mizukage non si assegna per gioco. E' uno dei ninja più forti del villaggio, se non il più forte. Cosa ti faceva pensare di essere in grado di sconfiggerlo? Perché lui si è accanito contro di te a quel modo? Perché ti ha inciso le carni con quella scritta infamante? Non potevo lasciar correre. Se voleva affrontarlo ancora una volta, doveva mettere la cosa nella giusta prospettiva. Quelle ferite sottolineavano la disparità tra le loro abilità.

    I gusti in fatto di tè del mio paziente erano molto specifici. Sorrisi. Gli feci cenno di restarsene tranquillo al letto.
    Mi dispiace, ma dovrai accontentarti della mia miscela preferita. Replicai, prendendo un paio di bicchieri. Il latte non credo sia una delle priorità qui al gate. La temperatura non sarebbe stata un problema. Avrei atteso che si raffreddasse prima di servirglielo. Lo zucchero... Rabbrividii. Mi voltai nella sua direzione. Sei sicuro? Tu bevi il tè con lo zucchero? Osservai, sottolineando la parola “zucchero”. Sai che ti perdi tutto il gusto? Ogni miscela ha un sapore unico. Probabilmente mia madre l'avrebbe preso come un affronto personale. Ricordavo le estenuanti sessioni riguardanti l'arte della cerimonia del tè. E se aggiungevamo che fosse pure un'abile assassina... No, non sarebbe stato per nulla piacevole. Non credevo sarebbe arrivata all'atto estremo, ma costringerlo a bere a forza la bevanda senza l'aggiunta di ingredienti che ne contaminassero il sapore, quello si. Per fortuna di Tasaki non ero lei.
    Mentre attendevo che l'infuso si raffreddasse, frugai tra il materiale medico alla ricerca di una cannula per le flebo. Non era una cannuccia, ma era sterile e, accorciandola, sarebbe stata una degna sostituta.
    Rivincita... Per poco non mi sfuggì di mano il bicchiere.
    Ci avevo provato.
    Come... posso... ringrazia... graziarti? Lo fissai dritto negli occhi.
    Potresti evitare di suicidarti. La tua vita è preziosa. Vivi e mi avrai ringraziato. La mia espressione si fece seria. O la prossima volta sarò io stessa a tatuarti in fronte con inchiostro indelebile la scritta “BAKA”! Sospirai. Se proprio desideri una rivincita, confrontati con i tuoi limiti. Sii umile. Ci sarà sempre qualcuno più forte di noi per quanto invincibili ci sentiamo. Almeno promettimi che, se lo affronterai di nuovo, sarò io il tuo medico. Non intendo permetterti di morire.
    Mi sedetti accanto a lui sulla branda. Poggiai il bicchiere con la cannuccia improvvisata sulla sedia.
    Ti aiuto io a bere il tè, non sforzarti per metterti seduto. Gli dissi, addolcendo il mio sguardo.
    Il cucciolo scelse quel momento per sollevarsi in volo e aggrapparsi allo schienale.
    Ciao ragazzo ninja. Io sono Ko, drago dei ghiacci. Si presentò.


     
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