Il Salvataggio dell'Armadillo

Masayoshi & Fudoh

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    Il Guardiano dell'Ovest / Antiche storie

    Chapter VII - Nel Deserto dell'Anarouch



    [Masayoshi e Tsuneyo]



    Affianco ai due Pakku apparsi nella stanza in cui il chunin era stato inghiottito, egli ascoltò quello che i due ebbero da dire, senza interromperli. Alzò un sopracciglio e  le labbra si contorsero in una smorfia di disappunto quando i due nomadi (impazziti) osarono affermare che fosse una buona idea fidarsi dei Kijin. Senza rendersene conto, si ritrovò catapultato nei ricordi d'infanzia che aveva sepolto in lui. La sua pelle percepì il calore delle fiamme alimentate dalla carne dei suoi concittadini, e nei suoi occhi smeraldo emersero le immagini dell'inferno che aveva lasciato alle spalle.
    Non scherziamo. Protestò lo Shokuto dopo essersi scrollato di dosso le orribili visioni.
    Hanno affinato il loro metodo di ...conquista. Sussurrò Tsuneyo, cercando di non farsi udire dai due nomadi.
    E questo per certi versi è un bene. Rispose Masayoshi, dopo un breve silenzio. Se i Kijin fossero saliti sulla groppa di Arumajiro con le asce sguainate, dopo aver costretto i Pakku a donare loro ospitalità, i due shinobi sarebbero avanzati calpestando ossa sgretolate e pozze di sangue grandi come laghi.
    Assolutamente.

    Il Rilascio lacerò in più punti il velo di illusione che dava origine all'Oasi dalla bellezza mozzafiato. Nel fugace contatto tra il suo chakra e il flusso del medium, il chunin vide la cascata prosciugarsi, l'erba scomparire e la porta d'ingresso riapparire alle sue spalle. Poi vide una figura orrenda, con la pelle rossastra, seduta in posizione del loto con gli occhi chiusi.
    È lui il creatore dell'illusione. Azzardò, mentre le crepe si ricomponevano come in un mosaico, gettandolo nuovamente al centro dell'illusione. Non si disperò. Nota la sua posizione, avrebbe potuto attaccarlo dalla distanza in molti modi. Abbassò il baricentro, infilò la mano destra nella Sacca Porta Oggetti e...si fermò.
    Una porta si era chiusa alle spalle di due Kijin.

    CITAZIONE

    Il Guardiano dell'Ovest? Bé, non è poi così lontano, straniero.
    L'Illusione? Intendi l'Oasi? Sai che è solo metà del tuo problema.,
    Io direi che è un ottavo del suo problema. Il problema più grosso siamo noi ed il Guardiano, ma, finché c'è l'Oasi, il Guardiano non apparirà.
    E finché non apparirà, ci sarà l'Oasi.


    Sconfiggiamoli e poi penseremo a quello grosso. Disse al suo collega suricato, inclinando il capo verso il basso e assaporando il momento di calma prima della tempesta tanto attesa. Davanti a sé aveva due Kijin da malmenare. Per certi versi, la vendetta dello Shokuto avrebbe avuto inizio con quel primo scontro.
    Si lanciarono verso di lui, scimitarre in pugno, uno a destra e uno a sinistra.
    Il Jinchuuriki capì al volo quale sarebbe stato il loro approccio al combattimento: sopraffarlo con attacchi simultanei, ben coordinati, in modo da costringerlo a difficili difese quasi simultanee.

    Slacciò il Katar del Deserto con la mano destra e lo posizionò davanti al busto, con la gamba destra avanti, la gamba sinistra leggermente piegata e il baricentro basso. Lucidata con cura dal fabbro di Suna prima della partenza, l'arma era di pregevole fattura. Le lame scintillavano, così come il manico rivestito d'oro che stringeva tra le sue dita.
    Il primo attacco fu una spazzata laterale piuttosto veloce.
    Non sono principianti. Ammise a se stesso, balzando all'indietro con una spinta poderosa della gamba sinistra e con lo sguardo sulla scimitarra del secondo Kijin, orientata dall'uomo verso il suo stomaco. [SD I]
    Avrebbe dovuto schivarlo, forte dei suoi riflessi superiori, ma il primo Kijin aveva già accorciato le distanza, con la lama distesa verso l'esterno, il che lasciava intuire un attacco in reazione alla sua prossima difesa.
    Con una smorfia di disappunto, si arrese all'idea di rovinare la sua nuova arma. Mentre l'affondo del secondo Kijin terminò la propria corsa a circa mezzo metro dal suo obiettivo, schiantandosi tra le due lame parallele che caratterizzava Il Katar, Masayoshi si abbassò sul posto, piegando le ginocchia, lasciando che fosse l'aria sopra di lui ad essere squarciata dal filo della lama. [SD II] [SD III]
    Non sono proprio male. Fu un pensiero premonitore. Rialzandosi, uno dei Kijin eseguì un fendente ascendente che mirava alla giunzione del suo arto superiore sinistro. Lo Shokuto accennò a una rotazione antioraria del corpo che si interruppe quando, con un 'agilità sopraffine, il guerriero lanciò la sua arma al compagno senza neanche troncare il movimento, trasformando il fendente in un pericoloso montante diretto verso il centro del suo petto.
    Un brivido di sorpresa gli artigliò la schiena. Con le palpebre spalancate e la bocca aperta in un espressione di stupore, Masayoshi riuscì a parare il montante frapponendogli in extremis il piatto delle lame, allungate di trenta centimetri per mezzo del meccanismo progettato e realizzato nelle mura.
    L'impatto tra il freddo acciaio e le dure nocche del Kijin risuonò nell'area con un rumore secco, insieme a un gemito di dolore. [Danno]
    L'uomo era riuscito a concentrare nel pugno una forza tale da spedirlo a sei metri di altezza. I due Kijin erano forti e sperò per il bene di Suna che appartenessero a una squadra di elitè.
    Bel colpo bastardo. Gridò dopo aver appeso il Katar sul fianco destro, allargando le braccia verso l'esterno per mantenersi stabile e per attirare l'attenzione su di sé. In basso, dove un secondo prima aveva schivato e parato i loro fendenti, un mammifero con l'elmo cornuto passò all'azione, furioso per il colpo che il suo evocatore aveva subito.
    Con una spinta della coda massiccia e lunga, Tsuneyo tentò di azzannare il collo del primo Kijin. [SA I - AdR]
    I piccoli denti dei suricati erano bilanciati da una quantità superiore a quella posseduta dalle creature più grandi, appuntiti come spilli, erano in grado di penetrare le carni degli umani con una sorprendente efficacia. Qualunque fosse l'esito del morso, il suricato avrebbe sferrato un poderoso colpo di coda verso il braccio destro con cui il nemico aveva lanciato la sua arma all'altro guerriero. [SA II - AdR].
    Si mise in piedi e quel piccolo suricato non sarebbe stato più così piccolo. Con il muso appuntito alla stessa altezza dello stomaco del Kijin, il collo del nemico sarebbe stato raggiungibile con facilità. Tsuneyo ruotò leggermente il busto verso destra e sferrò un gancio da destra verso sinistra in direzione del collo, forse già morso e grondante di sangue, con l'obiettivo di aprirgli la carotide con gli artigli progettati dalla natura per consentire a quei mammiferi dal muso particolare di scavare tane nelle rocce dell'Anarouch. [SA III - AdR]
    L'azione del suricato apparso dal nulla avrebbe forse catturato l'attenzione del secondo Kijin. Sarebbe stato un grave errore.
    Sebbene fosse a pochi metri dal suolo, o forse già a terra, poco importava, lo Shokuto eseguì tre rapidi sigilli e poi distese l'arto verso il nemico con due spade. Dal piccolo palmo del ragazzo, una sfera di pietra venne sparata verso il petto del Kijin, impedendogli forse di aiutare il suo collega dalla furia di Tsuneyo. [TA]

    NLiMsnCcp



    Atterrò ed estrasse nuovamente il Katar.


    [Fudoh, Myk, Koinu e Badanassu]

    Gli uomini scimmia erano stati chiari: catturare ogni creatura simile ai disegni che i predoni prima, e loro dopo, avevano mostrato ai Pakku rimasti. Si sarebbero gettati sopra la tartaruga se non fosse che Fudoh aveva l'aspetto di un Pakku onesto e sincero. Non erano guerrieri e l'arrivo degli uomini scimmia non li aveva trasformati in guerrieri.
    Si guardarono perplessi quando la tartaruga li salutò in una lingua sconosciuta. Nella bilancia su cui erano soppesate le possibili decisioni da prendere, il piatto scese sul lato sbagliato. Pericolo.
    Con i loro bastoni da saggi, iniziarono a camminare in direzione dell'uomo scimmia, ma si fermarono dopo pochi passi.
    Sono coloro che seguono i nostri salvatori. Sono gli unici ad essere ammessi qui. Ma dov'eri te quando lo hanno detto Disse il primo saggio, continuando a fissare con sospetto il misterioso Pakku.
    non c'è da fidarsi di quella tartarugaCommentò l'altro, riprendendo il cammino verso l'uomo scimmia.
    Farai bene ad andartene insieme agli altri. Sciò, non seguirci! Non vi vogliamo!

    Fudoh li seguì e le sue domande insospettirono ancor di più i due Pakku, che almeno si fermarono per poter rispondere al loro interlocutore confuso.
    Hai bevuto per caso?
    No, questo non è un Pakku. Te lo dico io. È un impostore! Si avvicinò a Fudoh guardandolo di traverso, in un modo che non si addiceva a un saggio curatore.
    Altrimenti saprebbe che Aladdin è riuscito a conoscere la verità grazie a loro.Di quale verità stava parlando?  Ci hanno dato tutto. Ricchezza, benessere... Lo guardò in cagnesco, poi con un gesto violento del bastone invitò il suo amico ad allarmare l'uomo scimmia, ancora lontano.

    CITAZIONE

    Scusate, sto divagando, dicevo: va bene che sono i nostri salvatori, ma quel bravo signore sta lavorando, è giusto andare a disturbarlo con una semplice domanda su una creatura che è, allo più, confusa e forse un pò goffa?


    Riuscì appena in tempo ad applicare la tecnica al terreno.
    Da dietro i Pakku, posizionati alla destra di Fudoh che li aveva raggiunti e fermati, fece il suo ingresso nella scena una iena grande quanto la Testuggine del Deserto, avvolta da una pelliccia bianca che un tempo era stata color nocciola, la più bella dell'estremo Ovest.
    Aveva un muso enorme, esagerato per il corpo che lo trasportava, marchiato da una rete di vecchie cicatrici. Molte ne aveva sulla groppa,  sotto al manto. Dentro le orbite nere splendevano due maestosi occhi blu notte. Era una creatura anziana, lontano ricordo della creatura che aveva dettato legge nel deserto. Nascosta dalla tecnica dell'occultamento, nell'unica strada che conduceva da Aladdin, la iena si fermò, con le unghie che si conficcarono nella roccia come fosse di burro. Se si fossero voltati verso l'uomo scimmia, non vi sarebbe stata alcuna iena.
    Nessuna creatura goffa entra a Saban'Na. Esordì, infastidito da ciò che aveva appena udito. La sua voce era antica come Arumajiro. Si fermò a sei metri di distanza. Che sapesse del jutsu?
    Allora le voci sulla fine del Turbine sono vere se non è ancora arrivato ... Si mise seduto. La tua copertura è saltata. Mostrati e forse avremmo qualche secondo per parlare.
    Se avesse avuto il coraggio di sciogliere la tecnica, la iena si sarebbe lasciata sfuggire una reazione di puro stupore.
    Siete in molti vedo, ma Suna deve essere messa male se ha ingaggiato un Kiriano per difendere il proprio territorio Un vecchio fuoco si accese dentro di lui. Allora il giovane Jyukai aveva ragione. Ora è il momento giusto, ma a quale prezzo?
    Avrebbe avuto il tempo di fare una o due domande, poi qualcuno sarebbe giunto lì a una velocità incredibile, accompagnando il suo arrivo con una bastonata sulla groppa della iena.
    Al tuo posto, bestia. La iena mugolò, ritirandosi e sdraiandosi di malavoglia nel terreno, troppo stanca persino per lamentarsi.
    Te vorresti raggiungere Aladdin, immagino Si rivolse a Fudoh, divertito. Si trova al di là degli spuntoni di roccia, ma dovrai fare in fretta. Fra poco oltrepasseremo il confine. Dove si stava dirigendo Arumajiro?
    Agitò il bastone e dal terreno emerse una fitta rete di corridoi da cui Fudoh non sarebbe riuscito a sfuggire. Anche saltando, qualunque fosse stata la distanza coperta, egli si sarebbe sempre ritrovato dentro un labirinto composto da pareti trasparenti su cui era riflessa la sua immagine. E a ogni azione spesa all'interno, una delle tante figure identiche a lui che ripetevano i suoi stessi movimenti lo avrebbe attaccato dalla distanza e dalle direzioni più improbabili, lanciandogli un solo kunai realizzato di vetro puntando al suo collo. [TA]
    Badanassu ne sarebbe rimasto fuori; tuttavia, in compagnia di Koinu e Myk, egli avrebbe dovuto fare i conti con la misteriosa iena che, dopo una seconda bastonata, si sarebbe gettata addosso alla tartaruga con le fauci spalancate, su cui si intravedeva uno strano bagliore.
    Il suo primo attacco sarebbe stato un morso inferto al volto. Se la tartaruga avesse nascosto il proprio muso nel carapace, la iena non avrebbe esitato a infliggere il proprio morso direttamente sul carapace, forte delle elevate capacità di penetrazione che il suo padrone gli aveva donato. [SA I]
    Sarebbe seguito un tentativo di capovolgerla a testa in giù mediante una testata inferta dal basso verso l'alto. [SA II]
    Il suo terzo e ultimo attacco sarebbe stato simile al primo: un secondo morso ma questa volta sul lato destro del carapace, nel tentativo di aprirgli quattro fori sulla fiera corazza della tartaruga, uno per ciascun canino. [SA III]













      

    Masayoshi Shokuto

    Statistiche Primarie
    • Forza: 600
    • Velocità: 600
    • Resistenza: 600
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 600
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 600
    • Precisione: 600
    Chakra
    89,5/100
    Vitalità
    17.5/18
    Slot Azione

    1. Morso Tsuneyo

    2. Colpo Coda Tsuneyo

    3. Artigliata Tsuneyo

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note

    Tsuneyo 3 Bassi consumati
     
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31 replies since 22/2/2023, 23:04   590 views
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