Le Profondità dell'Odio

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  1. leopolis
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    Il Volto del Tennin



    "Il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro." - Proverbi 27:17"

    Capitolo 1 - L'Addolorato



    Chi? Come? Perché? Era, forse, stata la Provvidenza ad avermi di nuovo mandato in quel mondo, pecora tra i lupi? Mi ritrovai in ginocchio; il fumo bianco ancora intorno a me. Mi avevano evocato? Come una creatura? Non era forse stata la Provvidenza ad avermi inviato lì?.. A ogni azione c'era un perché. Ogni evento accadeva come diretta conseguenza di qualcosa. Del volere di qualcuno. Come un meccanismo nella macchina del Fato. Una ruota. Dovevo capirlo. Realizzarlo il prima possibile.

    Ritrovandomi in ginocchio a guardare avanti, mi bastò un'occhiata per osservare l'area tutt'intorno. Non conoscevo quel luogo. Non sapevo dove si trovasse. Un tetro e tenebroso... teatro. - Ci hai mai pensato, Ainashi?.. Il Teatro di Guerra. Come se fosse uno Spettacolo... Uno spettacolo per noi, per i déi. - Ci avevo pensato. Tempo fa, a dire il vero. E avevo sempre creduto che fosse... giusto. Alla fine dei conti, gli umani davano i nomi alle cose intorno a loro, ma erano i déi a donare loro l'ispirazione. - Ciò che non si vede è sempre più importante di ciò che si vede. - Mi ricordai dell'antica massima, tra me e me. Strano. Il tempo passava, ma la Verità restava sempre tale. Peccato che era tornato in un mondo in cui la maggior parte delle persone si era dimenticata di quella massima. E che ben presto avrebbe pagato la propria... testardaggine.

    Poi guardai me stesso. Il mantello e la maschera. Donatemi dalla Provvidenza. La perfezione fatta vestiti.  


    [Nota]



    Se la Provvidenza voleva che fossi vestito in quel modo, così sarebbe stato. Poi misi mano alla balestra. Un altro strumento. Da quando ero tornato a poggiare i piedi sulla Terra, l'unica cosa che faceva la Provvidenza era darmi i dettagli. I pezzi del puzzle. A riempirmi di ciò che dovevo avere. Di ciò che volevo avere. Il resto era abbastanza scontato: ero solo la Mano. Nient'altro. Lo Strumento che la Provvidenza poteva usare a proprio volere e piacere per liberare il Caos e far sì che il Sole sprofondasse nell'Abisso. Fare in modo che le persone non potessero mai più vedere la luce. - Il mondo deve sprofondare in un pozzo di disperazione. - Amatsu-sama aveva ragione. Lo sapevo. Lo sentivo. La disperazione. Più profonda. Più intensa. Più nera. Essa doveva balzare nel mondo come un tornado. Un fiume in piena. Riempirlo del Nero più Profondo. Portare la spada tra le genti. Far sì che un fratello uccidesse l'altro, padre ammazzasse il figlio e la madre la figlia. - Far sì che i bambini mangino i propri parenti.

    Lo vidi solo qualche istante dopo. L'altro attore in quel teatro. Un figuro distante da me. Che mi guardava. Che voleva qualcosa. - « È-è proprio lui!! ...è davvero comparso come aveva promesso!! » - Aveva promesso... chi? - Pensai curioso mettendomi una mano sulla maschera. La sistemai per bene sul volto, in maniera tale da vederlo meglio. Annusarlo meglio. E, infine, divorarlo meglio. Del resto lo sentivo. La droga. L'Occhio infuocato dentro di me. Bramava sempre nuove anime. Nuovi modi per aprire il Cancello che Izanagi, - sempre maledetto sia il Suo nome, - aveva creato millenni addietro. In fondo... Un sacrificio in più, uno in meno. Che importa? - ...Probabilmente qualcuno vuole che tu combatta, Seinji. - L'Occhio rideva. Di gusto. Divertito da quella strana situazione. Probabilmente voleva combattere, ma c'era un problema: dovevi guadagnare l'onore per poter combattere contro il Dio delle Stelle, il Caos Incarnato. Oppure... bastava solo chiedermi di morire di nuovo, senza portare a compimento la mia missione terrena. E continuare ad amare le Tenebre da quel momento e per sempre.

    Senza proferire parola, notai come il figuro davanti a me continuasse ad arrabbiarsi sempre di più. Chi era lui? Di chi era l'attore? Cosa voleva? Il suo aspetto gridava chiaro: era un ninja di Kiri. Forse uno del passato. Di cui mi ero dimenticato. Scordato. Qualcuno che mi avevo lasciato dietro. - « SEINJI AKUMAAA!! Il traditore che ha dato origine a tutto! Ogni sventura nella mia vita è riconducibile a te! » - Difficilmente ero riconoscibile sotto il mantello e la maschera. Era solo un figuro. Senza identità, ormai. Un dettaglio al servizio del Caos; uno strumento nelle mani del Male. Un aggettivo. Poco più che un numero. Eppure... Il mio chakra non era cambiato. Le mie abilità non erano variate. Persino la mia energia vitale forse era la stessa. In un modo o nell'altro le persone con delle ottime capacità sensoriali avrebbero potuto riconoscermi. E io le avrei ucciso per aver svelato il mio segreto.  Il Primo... - pensai allungando una mano in direzione del figuro.



    Hai ragione, - Risposi. - Io sono la causa del tuo male. Sono il responsabile delle tue sventure. Dopotutto... è così. - Ghignai leggermente sotto la maschera, con la mano ancora allungata nella direzione del figuro. Rivolsi lo sguardo in alto. Verso le nuvole. I cieli. Che razza di posto era quello? Dove mi ero trovato? La landa degli dèi?


    Lo guardai avvicinarsi. Non mi mossi. Osservai la sua spada. Era simile a quella del... Come si chiamava il traditore che aveva ucciso l'amore in me? Arashi? Sembrava la spada di Arashi. - « Non dovresti essere vivo. Sei già morto. Hai già fallito. NON PUOI NEMMENO IMMAGINARE IL COSTO DI QUESTA TUA SECONDA VITA, MALEDETTO!! » - Aveva ragione, dopotutto. Vivo non dovevo essere. Morto dovevo restare. Ma, in fin dei conti, eravamo solo pedine su una scacchiera più grande. E coloro che ci manovravano erano, a loro volta, pezzi sulla scacchiera di qualcuno di ancora più grande.Da sempre, volevo essere un Cavallo. Non potevo decidere io; il Caos doveva... decidere quando l'Amore sarebbe sprofondato nel Nulla.

    Osservai la lama del figuro alzarsi, muoversi, schizzare. - Non di nuovo, - pensai, le mani nascoste nel mantello. Vidi che la traiettoria della lama era molto al di sopra di me. Perciò non agii, come a voler far vedere che non me ne importa nulla. Né della mia vita; né di me stesso.

    Nello stesso momento in cui il fendente della sua lama impattò sopra di me, facendo tremare le rocce e facendole cadere, creai un'illusione: una [nuvola di polvere - SA1,] che si protrasse dalla terra su cui erano cadute le rocce fino a me, avvolgendomi totalmente al suo interno. Per 5 secondi il figuro non avrebbe visto nulla, se non la polvere fittissima, che solo io sapevo essere un'illusione.

    Negli stessi secondi vari eventi si sarebbero succeduti. In primis, quasi al contempo io avrei effettuato due tecniche, [sprofondando - STA1]  - nel terreno mentre la mia figura era avvolta dalla polvere illusoria e lasciando sul mio posto una [copia di me - STA2 - Tecnica Rapida.] Nello stesso medesimo istante, mentre sprofondavo nel terreno avvolto dalla polvere illusoria, avrei [passato] alla neonata copia ben 3 carta-bombe del II livello, che la copia avrebbe subito nascosto nel mantello per poi allungare una mano in avanti.

    Subito l'illusione si sarebbe diradata. La polvere sarebbe scomparsa. E il figuro di nuovo avrebbe visto il suo Seinji Akuma, con la mano diretta verso di lui. Una figura ancora inginocchiata sul ginocchio destro solo. - «Se hai un briciolo di decenza, rimani in ginocchio e lascia che ti metta fuori combattimento, così che io possa usarti come tributo per rimediare al dolore che hai causato.». - - Va bene, - gli avrebbe risposto la copia e si sarebbe tolta la maschera.



    Va bene, - avrebbe ripetuto la copia alzando lo sguardo verso il Sole, quasi come se lo volesse trovare... Da qualche parte. Lì in alto. - Tagliami la testa. Decapitami, se è questo che vuoi. Ma a una condizione... - avrebbe aggiunto Seinji piegando anche l'altro ginocchio e abbassando il capo in maniera tale da far vedere la parte posteriore del collo. - Devi guardare i miei occhi da vicino quando lo farai. Devi ricordarti della mia morte.

    Al contempo, io mi mossi sotto il terreno in direzione di quelle rocce, quasi come se volessi abbandonare il terreno di scontro. Non avrei virato, continuando sotto alle rocce per due motivi: uscire da quella specie di arena muovendomi sotto il suolo ed eventualmente poi uscire e posizionarmi sui picchi che circondavano l'arena per avere una migliore visuale. In quello stato avrei percorso [diversi metri - SA2 - Azione Rapida] prima di posizionarmi a 24 metri dal mio punto di stanziamento originale, eventualmente ben al di fuori dall'arena.

    La copia, invece, avrebbe aspettato per capire cosa avrebbe fatto il figuro indemoniato.

    CASO 1 - SE il kiriano si fosse avvicinato con la spada in mano, per tagliare la testa a Seinji, la copia avrebbe, senza far fuoriuscire le mani dal mantello, [attivato le carta-bombe - SA3] impostando il tempo alla misura necessaria al nemico di avvicinarsi a distanza di combattimento da corpo a corpo. Al contempo, mentre il nemico si avvicinava, la copia avrebbe parlato per far sì che la sua voce ricoprisse il suono di attivazione delle bombe. - Falla finire. Ti prego. Donami questo sollievo. Uccidimi. Poni fine alla mia miseria. Uccidi la voce nella mia testa. Ti prego. Portami alla fine della strada. Spegni il sole per me. Spegnilo. Colpisci qui... - avrebbe detto la copia tirando le mani fuori dal mantello, come per far vedere che le mani fossero prive di qualsiasi oggetto. - Non esitare, kiriano. Colpisci forte. Rimandami da dove sono venuto. Rimandami nell'abisso in cui non c'è la luce. Ma con un colpo solo. Oh sì. Fammelo di nuovo provare. Il dolore. Lo voglio. Colpiscimi! Colpiscimi! Finché non sono stato io a mandare il mondo nel buio... a distruggere Kiri. A distruggere te. A mangiare viva la tua famiglia. A stuprare. A razziare. A uccidere. A torturare. A divertirmi. A mangiare. A divorare i bambini.Comunque, non appena il figuro si fosse trovato a debita distanza, la copia sarebbe semplicemente sparita in una nuvolina di fumo, senza portarsi le bombe, ma lasciandole sul posto, e il millisecondo successivo queste sarebbero detonate producendo un'esplosione estremamente [potente.]

    In quel momento io avrei ricevuto le informazioni volute dalla copia, ma sarei ancora rimasto sotto alla terra, senza riemergere. Altrimenti... beh, sarei subito diventato un target per il nemico che, forse, era sopravvissuto, o per il Grande Orologiaio, che aveva allestito quel genere di spettacolo.


    CASO 2 - SE il figuro avesse provato a decapitare la mia copia dalla distanza, negandomi l'onore di una decapitazione da samurai, la copia avrebbe provato a schivare il colpo, sempre se avesse potuto farlo. [Nota]


    CASO 3 - SE il figuro ci avesse ripensato, non si fosse avvicinato, né avesse attaccato a distanza, io avrei sfruttato quel periodo di tempo per [allontanarmi] ancora di più, fuoriuscendo dalla scacchiera e abbandonando il Teatro. Al contempo, la mia copia, ancora in ginocchio, avrebbe guardato il figuro negli occhi. - Tergiversi?.. Pensi di star sbagliando? - Tempo. Mi serviva tempo per mettere in pratica le mie illusioni. E per scoprire chi tirava i fili.



    La partita era appena iniziata. E il mio avversario... Il mio vero avversario rimaneva nascosto. A quanto sembrava. Dovevo trovarlo. Il prima possibile. E l'Occhio mi avrebbe aiutato a farlo.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra 79.5/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Illusione Polvere (3 bassi)

    2. Spostamento - Azione Rapida (1/2 Basso)

    3. Attivazione carta-bomba o Spostamento

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Movenza d'Ombra (4 bassi)

    2. Moltiplicazione Superiore del Corpo (3 bassi)

    Note


     
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11 replies since 22/7/2023, 01:31   218 views
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