Guerriglia a Kusa: il viaggio di Tahiro

Denji & Saragi Shi

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    Guerriglia a Kusa

    Il Viaggio di Tahiro



    Probabilmente non ci crederete, ma dopo tanto tempo, finalmente, fu proposta una nuova missione a Saragi.
    Vi ricordate di lui? Il mio diversamente alto coinquilino, genin, mai particolarmente rilevante (almeno finora) nel villaggio del Suono?
    E di me, vi ricordate? Io sono Haku, il serpente di compagnia che Saragi tiene con se nel suo piccolo appartamento ad Oto, mi occupo io di raccontare le sue storie, alcune volte mi porta persino in missione con lui.

    E parlando delle sue missioni, dopo un lungo periodo di scarsa attività, poche cose, giusto qualche sostituzione alle mura, quando finalmente arrivò la missiva, Saragi era elettrizzato.
    Ci credi, Haku? Finalmente mi mandano in missione ed addirittura nel Paese dei Fiumi! O almeno, qui c'è scritto che devo farmi trovare in una cittadina e la mia squadra partirà da lì, ma non ci sono molti dettagli in più., mi spiegò, rileggendo, e riflettendo, un pò su quanto riportato in quel foglietto di carta che stringeva fra le dita, Chissà chi altro sarà in missione con noi?, si chiese, memore del suo breve viaggio con un compaesano ed un genin di Kiri, quand'era ancora studente, e delle sue missioni in solitaria, seppur nella seconda era stato guidato da quel grosso mio simile, non so se vi ricordate.
    Ad ogni modo, dovremo essere nel Paese dei Fiumi entro tre giorni, quindi devo prepararmi!, avrebbe esclamato, concludendo le sue riflessioni.

    Certo, nessuno di noi due immaginava che una lettera pressoché uguale fosse stata mandata ad un genin di Suna di nome Denji, con il medesimo luogo in cui recarsi.

    [...]

    La cittadina nel Paese dei Fiumi si chiamava Rekai ed era parecchio grande, almeno per le mie percezioni di serpentello: un sacco di palazzi, come ad Oto, ma anche strade larghe e soleggiate, cosa per lo più assente al Suono, dove si parlava di vicoli, non d strade, a ciò che m'aveva spiegato il giovane Shi.
    Saragi girava di continuo la testa, sussurrando i suoi "ooooh", ed io, arrotolato sul suo collo, giravo lo sguardo assieme a lui.
    La missiva diceva di farsi trovare a mezzogiorno all'ingresso settentrionale della cittadina e lì, in effetti, c'erano ad attenderci un tizio con una strana maschera sulla bocca che aveva inciso il simbolo del villaggio dell'Erba, assieme ad un vecchietto seduto poco distante e piuttosto basso, quasi quanto il mio coinquilino. [Hitoshi Shoru] [Tahiro Wakabe]

    Salve, io sono Saragi Shi, lui è Haku., avrebbe esordito l'otese, presentandoci, Piacere, ma aspettiamo un altro ninja e non mi piacere ripetermi., tagliò corto il tipo con la maschera.
    Ed in effetti avremmo atteso fino all'arrivo del ninja di Suna, prima che lo shinobi di Kusa riprendesse a parlare.

    Io sono Hitoshi Shoru, piacere, sono un ninja di Kusa ed un membro della resistenza, da quando i Cremisi ci hanno invaso. Costui, invece, è il nobile Tahiro Wakabe, membro della famiglia dell'ormai defunto Daimyo dell'Erba., presentò il più giovane.
    Quindi lui è il nuovo Daimyo?, chiese subito, incuriosito, Saragi.
    No, quel titolo spetterebbe al primogenito del Daimyo, che però è tenuto prigioniero, crediamo, dalle forze Cremisi.
    Molti membri della famiglia del nostro defunto signore sono stati catturati, alcuni siamo riusciti a farli fuggire, come il terzogenito, e diversi cugini di vario grado. Tahiro-sama è uno di questi cugini non diretti.
    , spiegò Hitoshi, prima di essere interrotto dall'umano più anziano.
    Io ed il daimyo avevamo un bisnonno in comune, eh si si si., avrebbe detto, facendo un cenno affermativo con la testa più e più volte.
    Esatto, Tahiro-sama non è il primo in linea di successione, credo non sia nemmeno nei primi 12, ma compensa con tantissimi anni di esperienza diplomatica.
    Per questo le possibilità che i Cremisi lo vogliano eliminare sono poche, ma non del tutto nulle.
    E qui entrate in gioco voi due, ninja accademici.
    , iniziò a spiegare, puntando gli occhi su Saragi ed il suo compagno di missione.
    Io devo tornare sul fronte meridionale, ci sono voci di rinforzi mercenari in arrivo per i Cremisi e devo unirmi alla squadra che li bloccherà.
    Voi dovrete, invece, scortare Tahiro-sama fino alla cittadina di Tsuya, al confine fra Cascate ed Erba, in pieno Paese del Fuoco: deve arrivare lì entro una settimana, per un discorso ai nostri profughi che sono lì stanziati.
    , spiegò, offrendo poi una mappa al duo.



    Il punto blu siamo noi, qui a Rekai, quello viola, invece, indica la vostra meta, Tsuya, appunto., spiegò, porgendo poi la mappa al ninja di Suna, Avete domande?, chiese ancora.

    Saragi, a quel punto, rimase in silenzio, guardando verso l'altro shinobi del gruppo di scorta, aspettando per eventuali suoi quesiti, prima di farne qualcuno.
     
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    Guerriglia a Kusa

    Post primo - Proteggi il nonnetto




    Altro giorno, altra missione. Chi avrebbe mai detto che per farti pagare un lavoro avresti effettivamente dovuto lavorare?
    Quando Shu aveva proposto a Denji di intraprendere la carriera nelle forze armate dell'accademia, questo si era immaginato una vita in cui perdi le giornate ad ASPETTARE una missione, non che tu debba farne tutti i santissimi giorni. Meh.. Sbuffò il biondo. Se non altro lo stipendio arrivava e l'essere occupato gli impediva di cedere alla tentazione di scommettere i soldi su qualcosa di stupido. Ahhh, scommettere... era tanto in effetti che non provava il brivido di puntare tutto su qualcosa di improbabile, gli mancava la sensazione che provava nello stomaco un attimo prima che il dealer rivelasse l'ultim. carta o che si scoprisse quale volpe delle sabbie avesse tagliato per prima il traguardo. Credo fosse fame, in realtà.. Decisamente possibile, visto che spesso e volentieri i soldi che scommetteva erano quelli che avrebbe dovuto usare per mangiare.
    Certo era che adesso i soldi arrivavano puntuali e sapeva bene che col progredire del grado sarebbero aumentati, forse la scommessa migliore che poteva fare in quel momento era puntare proprio sul progredire rapidamente in quell'ambito. Decisamente meno divertente... e moooooolto più lento! Sussurrò parlando tra sé e sé, anche se era piuttosto sicuro che gli altri volti, adesso sopiti, che possedeva potessero sentirlo; qualche volta era persino convinto di averli sentiti rispondere!
    Certo era che adesso non potevano farlo, il suo corpo era infatti, come sempre, alterato dalla tecnica della trasformazione; questa lo riportava al suo aspetto originale, fatta eccezione per il piccolo anello collegato ad una catenina che fuoriusciva dal suo petto.
    Il percorso fino al paese dei Fiumi, da cui la missione avrebbe avuto inizio, non era stato breve, ma era finalmente arrivato. Nella sua vita precedente non avava lasciato spesso Suna e di certo non si era allontanato abbastanza per vedere qualcosa al di fuori del suo arido deserto, quindi aveva preso del tempo per esplorare quel luogo così lontano dalle sue abitudini.
    Giunse quindi sul luogo stabilito, ad aspettarlo vi erano quello che dal coprifronte dedusse essere il collega del villaggio del suono che lo avrebbe accompagnato (con un curioso serpentello arrotolato attorno al collo che, curioso, sembrava osservare attentamente quello che gli accadeva intorno) assieme all'obiettivo che avrebbero dovuto proteggere e quella che si rivelò essere la sua guardia del corpo.
    Piacere, Denji. Disse brevemente, accennando un sorriso, prima di venir rapidamente interrotto dal prolisso discorso del tizio dai capelli blu. Un simpaticone insomma. Di certo non una persona affabile, ma alla fine doveva tornare sul fronte, quindi Denji ammise a se stesso che l'avere quel tono dell'umore era piuttosto congruo con la situazione.
    Qual è il percorso più sicuro? Una domanda ovvia, ma a dir poco fondamentale. Il signore, senza offesa, non pare proprio di primo pelo, inoltre non ho mai visto un nobile che si fa un viaggio a piedi, immagino che avremo a disposizione dei mezzi di trasporto, corretto? Attese quindi una risposta e, nel mentre, ne approfittò per dare un occhio un po' più attento al suo collega. Non era piccolo perché visto da lontano, come inizialmente aveva pensato, era piccolo e basta. L'aspetto, però, non era di certo qualcosa su cui Denji poteva metter bocca.
     
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    Inizia il Viaggio

    La Prima Tappa



    Piacere, Denji-san, io sono Saragi Shi e lui è Haku., si sarebbe ripresentato il mio basso coinquilino all'arrivo del ninja di Suna, prima di far parlare lo shinobi di Kusa, che spiegò la missione.

    Fu proprio il genin della Sabbia a fare le prime domande, a cui, prontamente, Hitoshi rispose: Il percorso più sicuro è certamente dal Paese del Fuoco. Vi direi di evitare di costeggiare tanto i confini con la Pioggia, quanto quelli di Kusa: meglio che consumiate un giorno in più di viaggio, che rischiare di incappare in briganti, gratuitamente., rispose secco lo shinobi dell'Erba, indicando l'ampia area del Paese del Fuoco sulla mappa.
    Avrete un mezzo di trasporto., fu la risposta alla seconda domanda, Purtroppo Kusa non ha così tanti capitali, al momento, da permettere una vera carovana di scorta, ma avrete una carrozza, due cavalli ed un cocchiere che la conduca.
    Voi sarete tutta la scorta di Tahiro-sama per il viaggio.
    , spiegò Hitoshi, forse con una nota di vergogna nella voce.
    O almeno questo mi sottolineò poi Saragi, io ammetto che, da serpente, non colgo molto bene questi dettagli emotivi, non che il mio coinquilino ne sia esperto di suo, ma stava studiando.

    Prima che lo chiediate, ragazzini, non dormiremo nei boschi, ci sono delle piccole cittadine dove riposare, basta viaggiare con passo costante, si si si., s'intromise l'anziano parente del Daimyo, facendo ancora una volta dei cenni con il capo e con il bastone, mentre parlava.

    Se Denji non avesse avuto altre domande, il ninja di Kusa si sarebbe voltato verso me ed il mio coinquilino umano, che, dopo aver battuto un paio di volte le ciglia con quei suoi occhi bicromatici, chiese: Chi potrebbe voler dare la caccia a Tahiro-sama?
    I Cremisi hanno messo una taglia su ogni membro della famiglia del Daimyo, così come sui membri a capo della resistenza.
    I ryo che pagherebbero per le vite dei figli ancora liberi del nostro defunto signore sono parecchi, così come quelli sulla testa di Zesshou-sama, il nostro passato capo del villaggio di Kusa.
    Tahiro-sama non ha una taglia elevata, d'altro canto, non arriva nemmeno a mille ryo, credo.
    C'è, però, sempre qualche disperato pronto a recuperare dei quattrini che reputa facili.
    , spiegò ancora lo shinobi mascherato, in attesa di nuove domande, che di certo non sarebbero giunte da Saragi.

    [...]

    Tempo un'ora e la carrozza sarebbe stata pronta, con l'anziano uomo che già si trovava al suo interno, mentre il cocchiere, un tipo piuttosto anonimo, se volete il mio parere, stava dando l'ultima sistemata ai cavalli.
    Fu proprio quest'ultimo a dare un'ulteriore notizia ai due genin: Dovrebbero volerci quattro giorni, attraversando il Paese del Fuoco, per arrivare a Tsuya, forse cinque..
    Saragi a quel punto avrebbe atteso istruzioni dal suo compagno di missione: Denji-san, credo che fra noi due sia tu quello più esperto come ninja., esordì, Io so usare qualche hebiton e dei jutsu legati ai suoni, ho appreso come seguire delle tracce, ma finora ho partecipato solo a 3 missioni, quindi sono pronto a seguire i tuoi ordini su come organizzarci., propose al sunese, restando in attesa di indicazioni.

    Comunque il compagno di squadra gli avesse risposto, in poco tempo, il gruppetto sarebbe partito.
    Se l'anziano nobile avesse avuto uno, o entrambi, i genin a portata di chiacchiera, avrebbe iniziato: Allora, giovanotto, come mai hai scelto di fare il ninja? Il tuo paese non ti dava opzioni migliori per un lavoro rispettabile?

    Forse parole un pò astiose, mi avrebbe poi spiegato Saragi, ma anche uno spunto per chiacchierare lungo il viaggio senza troppe aspettative.
    In ogni caso, sarebbero andati avanti senza intoppi, o sorprese: nei dintorni, avendo delle percezioni poco superiori alla media, Denji avrebbe potuto vedere giusto qualche animale qua e là, dei passeri che volavano alti in cielo, qualche altro animale randagio lungo la strada percorsa, ma niente di più.

    Fino ad arrivare alla prima cittadina, al confine fra il Paese dei Fiumi e quello del Fuoco.



    Cittadina di Wakoki, ci sono delle piccole pensioni poco costose e Tahiro-sama è già stato qui durante il viaggio d'andata. , avrebbe detto il cocchiere, fermandosi, quado ormai era quasi il tramonto, proprio ai confini della città: Ditemi voi, giovani ninja, va bene come posto per riposare stanotte?

    Saragi si sarebbe a quel punto voltato verso il parigrado di Suna: stava a Denji decidere.
     
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    Guerriglia a Kusa

    Post secondo - prima tappa




    Saragi ed Haku, questi i nomi dei compagni che il biondo avrebbe avuto per la missione, non sembravano spruzzare esperienza da tutti i pori, ma d'altro canto anche Denji si stava approcciando da allora a quel mondo.
    La strada sembrava chiara: una parabola nell'entroterra per evitare i pericolosi confini, anche a costo di allungare leggermente il viaggio, che comunque sarebbe stato, fortunatamente, in carrozza.
    Non conosco bene questi territori, Hitoshi, ritieni che i paesi di cui parla siano sicuri? Chiesi prima di apprendere il tipo di nemici che avrebbero potuto dare la caccia al nostro protetto. Non sarebbe stato bello affrontare quella gente, se davvero erano disperati che cercavano di raccimolare due soldi non erano poi così diversi da Denji, se non fosse stato proprio Shu a trovarlo dopo il suo lungo sonno, magari le posizioni sarebbero state invertite.
    In breve i preparativi per la partenza furono pronti ed il gruppo si accinse quindi ad iniziare il lungo viaggio per portare Tahiro nel posto prestabilito. Senti.. Sussurrò il biondo avvicinandosi a Saragi, in modo da non farsi sentire dal vecchio. Pure io non è che abbia tutta questa esperienza... Alzò quindi la voce e si discostò dal ragazzo. Sono esperto nel corpo a corpo, vedrai che non avremo problemi, alla fine il nostro obiettivo è quello di non combattere proprio.

    [...]



    Il tedioso tragitto del primo giorno fu interrotto da Tahiro, che chiese il perché di quella scelta di vita. Beh, in breve mi ci sono ritrovato. Ammise Denji con un sorriso amaro. Diciamo che... sono fatto per questo, volente o nolente. Sospirò. Vorrei dirvi che si tratta di una vocazione, che la mia volontà di aiutare i più deboli mi ha portato a fare questa scelta, ma mentirei. Non sono un eroe, sono qui per lavoro. Attese quindi la risposta del suo compagno, se ci fosse stata.

    [...]



    Verso il tramonto il gruppo giunse al villaggio di Wakoki, sul confine con il paese del fuoco. Il biondo scese dalla carrozza e si guardò attorno, il sole stava per scomparire e continuare nel bosco sarebbe stato sciocco, soprattutto perché non avevano fretta. Va bene, cerchiamo una locanda che ci sembri sicura e prendiamo una stanza per la notte, partiremo domani all'alba. signor Tahiro, per la sua sicurezza sarebbe meglio se non rendesse troppo palese la sua posizione nobiliare. Per la sua sicurezza preferirei se potesse scambiarsi di vestiti con il nostro amico cocchiere prima di addentrarci nel villaggio, per questa notte ovviamente. Avvicinò quindi Saragi. Una volta trovata una locanda uno di noi resterà come guardia del corpo mentre l'altro effettuerà un giro di circospezione del luogo. Vista la mia predilezione per il corpo a corpo preferirei essere io a rimanere con l'obiettivo, se per te non è un problema. Ci ritroveremo nella stanza una volta che avrai fatto, se uno di noi avrà dei problemi manderà un segnale di allarme.
    Sarebbero quindi partiti alla ricerca di un posto per la notte, camera unica, ovviamente, e, se Tahiro avesse accettato lo scambio di vesti, Denji si sarebbe comportato in modo da far sembrare di essere la guardia del corpo del cocchiere.


     
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    Predoni

    L'ombra di una minaccia



    Alla domanda del ninja di Suna, Hitoshi scosse leggermente le spalle: Dovreste attraversare il solo Paese del Fuoco, sarete in pieno territorio accademico, mi aspetterei sia sicuro, per quanto, ovviamente, non sono così ottimista da negare la possibilità di predoni, sbandati di qualche tipo, lungo il vostro percorso, anche ignari del minimo valore di Tahiro-sama., ipotizzò, dopo averci pensato un attimo.

    Quando poi Denji offrì quella confidenza al mio basso coinquilino, fui quasi sicuro che Saragi avesse sorriso sotto la maschera che portava sulla parte bassa del viso, lieto di trovare qualcuno con altrettanta, poca, esperienza.
    Seppur, se posso dire la mia da semplice serpente spettatore: forse avrebbero avuto bisogno di qualcuno più esperto ad aiutare quel duo di giovani ninja.

    [...]

    Mentre erano nella carrozza, poi, alla domanda di Tahiro, fu Denji il primo a rispondere e potei sentire la curiosità scuotere leggermente il collo di Saragi, su cui ero arrotolato.
    Io ho sempre avuto un idolo, l'uomo più famoso del villaggio e sto, a poco a poco, imparando tante cose, esordì, perché vorrei diventare come lui: il Fondatore di Oto., aggiunse e probabilmente lo fece sorridendo nuovamente, lieto di condividere quelle confidenze con qualcuno di diverso da me.

    [...]

    L'anziano non ebbe niente da ridire sul piano proposto da Denji, una volta arrivati alle porte del villaggio, ed anche Saragi fece un cenno affermativo al suggerimento di dividersi dopo aver trovato una locanda adeguata.
    Così, dopo che anziano diplomatico e cocchiere si furono scambiati d'abito, il gruppo cercò una locanda nella cittadina di Wakoki; per quanto forse, per i canoni umani, il vecchio Tahiro con quel vestiario potesse apparire un pò buffo.

    La piccola città aveva solo due locande: il Fiore Bianco e l'Alba Chiara, come fu facile scoprire.
    Non c'erano luoghi particolarmente di rilievo, o centri turistici importanti al suo interno: di fatto, Wakoki era soltanto una città sul confine fra Paese dei Fiumi e quello del Fuoco.
    Ma, anche per una cittadina così piccola e di puro passaggio, ciò che trovarono il mio coinquilino ed il suo compagno di missione fu inaspettatamente desolante: entrambe le locande erano quasi vuote di ospiti, come poterono scoprire facilmente.
    Nel chiedere per una stanza, in una qualsiasi delle due locande, il relativo proprietario avrebbe osservato, pressoché nel medesimo modo: Siete molto coraggiosi a mettervi in viaggio di questi tempi da queste parti! C'è un gruppo di criminali, una banda di predoni che va in giro a cavallo ed attacca le carovane, o i piccoli gruppi di persone che viaggiano in queste foreste.,avrebbe spiegato, Si fanno chiamare Kishu..
    A quelle parole, però, fu l'anziano "falso cocchiere" a reagire: I Kishu? Ne ho sentito parlare nel Paese dei Fiumi, mi ricordano una banda di predoni che aveva infestato l'Erba fino ad una dozzina di anni fa.
    Si facevano chiamare i Centauri, o una cosa del genere, ai tempi... si si si si...
    , iniziò quindi a muovere il capo al ritmo dei suoi "si", senza aggiungere molto di più di sua spontanea volontà su quel tema.
    Non so niente di Centauri, ma gli unici altri miei clienti sono stati assaliti dai Kishu giusto ieri prima di arrivare qui, hanno anche un ferito, mi sa che resteranno qui per un bel pò., accennò con un misto di dispiacere e qualcosa che fece un attimo alzare un sopracciglio a Saragi, che non sapeva ben descriverla.

    A meno che, comunque, non fosse stato Denji stesso a chiedere ulteriori informazioni, tanto al locandiere quanto all'anziano di Kusa, una volta arrivati in camera, prima di procedere con il suo giro di ronda Saragi avrebbe chiesto lui stesso al politicante altri dettagli: Cosa sa di questi Kishu, Tahiro-sama?
    Il parente del Daimyo avrebbe fatto un cenno affermativo con il capo, più volte, prima di iniziare a parlare: Devi sapere, ragazzino, che c'era una banda simile di predoni a cavallo che infestava il Paese dell'Erba, ma parliamo di molto prima dell'invasione Cremisi, forse persino prima che tu nascessi.
    Si facevano chiamare i Centauri ed attaccavano le carovane dei grossi mercanti del nostro Paese, almeno finché uno di loro non chiese aiuto all'Accademia.
    Ricordo ai tempi di aver sentito parlare di questa richiesta: mi sembrava assurdo chiedere aiuto a shinobi esterni a Kusa per dei semplici ladri a cavallo, finché non scoprii che, si diceva, fra quei predoni ci fossero dei ninja e persino dei cavalli parlanti. Si si si si si...
    , avrebbe detto, fermandosi qualche attimo, per poi riprendere.
    Non so bene cosa successe, l'Accademia mandò qualcuno ed almeno una parte della banda fu catturata, o uccisa, non ricordo moltissimo.
    Il loro capo, però, so che scappò nel Paese dei Fiumi con un grosso cavallo parlante.
    Non ne ho più saputo niente per anni, poi con l'invasione Cremisi questa banda di predoni ninja è diventata un piacevole aneddoto.
    , aggiunse con un pò di tristezza nella voce.
    Quando ho iniziato il mio lavoro diplomatico nel Paese dei Fiumi, però, ho sentito storie sulle loro bande di predoni a cavallo, organizzate in più zone del Paese, che avevano preso di mira compagnie commerciali e carovane: niente di speciale, se si esclude che qualcuno raccontava di cavalli parlanti.
    Quel dettaglio mi ha fatto tornare in mente i Centauri, ma non so se ci siano veri collegamenti... no no no no...
    , ammise alla fine, riprendendo a scuotere il capo per rafforzare tale concetto.

    A meno di ulteriori domande da parte di Denji verso Tahiro, il mio basso coinquilino si sarebbe mosso per fare la sua ricognizione dei dintorni, portandomi con lui.
    Wakiki era, effettivamente, una cittadina tranquilla: non c'erano molte persone per le strade di sera, le case avevano sì delle luci accese che si intravedevano dalle finestre, ma, verosimilmente, erano tutte abitazioni di cittadini del luogo.
    A seguito di quanto sentito dire dall'anziano Tahiro, poi, Saragi si sarebbe avvicinato anche alle stalle che incrociava nel suo giro, tre in tutto, senza però individuare nessun cavallo parlante.

    Di ritorno alla locanda, il mio basso coinquilino avrebbe sentito alcune voci da una stanza che si trovava sull'estremità destra dello stesso piano dove riposavano anche loro, ma non si sarebbe fermato più di tanto lì, anzi sarebbe andato avanti, fino alla camera che condivideva con il resto del gruppo, entrandovi.
    Non ho visto niente di strano, Denji-san, non c'erano cavalli parlanti, né molte persone in giro per la città.
    Che facciamo domani? La possibilità di incontrare questi predoni implica dei cambiamenti per i nostri piani?
    , chiese il mio basso coinquilino.
    Devo arrivare a Tsuya fra 6 giorni, mi raccomando., li ammonì l'anziano, guardando prima il genin di Suna e poi quello di Oto (a me, non rivolse nemmeno uno sguardo).

    Saragi rimase ad aspettare un parere da Denji, nel frattempo, seppur, lo ammetto, nel mio piccolo mi chiedevo come mai quel tizio, Hitoshi, avesse parlato in modo così distratto di predoni, quando c'era la minaccia di questi tizi a cavallo? Forse per lui non risultavano così minacciosi come li faceva passare il locandiere?
    Chissà cosa ne pensavano i tipi che erano già stati loro vittime?
     
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