Guerriglia a Kusa: il viaggio di Tahiro

Denji & Saragi Shi

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    Guerriglia a Kusa

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    Altro giorno, altra missione. Chi avrebbe mai detto che per farti pagare un lavoro avresti effettivamente dovuto lavorare?
    Quando Shu aveva proposto a Denji di intraprendere la carriera nelle forze armate dell'accademia, questo si era immaginato una vita in cui perdi le giornate ad ASPETTARE una missione, non che tu debba farne tutti i santissimi giorni. Meh.. Sbuffò il biondo. Se non altro lo stipendio arrivava e l'essere occupato gli impediva di cedere alla tentazione di scommettere i soldi su qualcosa di stupido. Ahhh, scommettere... era tanto in effetti che non provava il brivido di puntare tutto su qualcosa di improbabile, gli mancava la sensazione che provava nello stomaco un attimo prima che il dealer rivelasse l'ultim. carta o che si scoprisse quale volpe delle sabbie avesse tagliato per prima il traguardo. Credo fosse fame, in realtà.. Decisamente possibile, visto che spesso e volentieri i soldi che scommetteva erano quelli che avrebbe dovuto usare per mangiare.
    Certo era che adesso i soldi arrivavano puntuali e sapeva bene che col progredire del grado sarebbero aumentati, forse la scommessa migliore che poteva fare in quel momento era puntare proprio sul progredire rapidamente in quell'ambito. Decisamente meno divertente... e moooooolto più lento! Sussurrò parlando tra sé e sé, anche se era piuttosto sicuro che gli altri volti, adesso sopiti, che possedeva potessero sentirlo; qualche volta era persino convinto di averli sentiti rispondere!
    Certo era che adesso non potevano farlo, il suo corpo era infatti, come sempre, alterato dalla tecnica della trasformazione; questa lo riportava al suo aspetto originale, fatta eccezione per il piccolo anello collegato ad una catenina che fuoriusciva dal suo petto.
    Il percorso fino al paese dei Fiumi, da cui la missione avrebbe avuto inizio, non era stato breve, ma era finalmente arrivato. Nella sua vita precedente non avava lasciato spesso Suna e di certo non si era allontanato abbastanza per vedere qualcosa al di fuori del suo arido deserto, quindi aveva preso del tempo per esplorare quel luogo così lontano dalle sue abitudini.
    Giunse quindi sul luogo stabilito, ad aspettarlo vi erano quello che dal coprifronte dedusse essere il collega del villaggio del suono che lo avrebbe accompagnato (con un curioso serpentello arrotolato attorno al collo che, curioso, sembrava osservare attentamente quello che gli accadeva intorno) assieme all'obiettivo che avrebbero dovuto proteggere e quella che si rivelò essere la sua guardia del corpo.
    Piacere, Denji. Disse brevemente, accennando un sorriso, prima di venir rapidamente interrotto dal prolisso discorso del tizio dai capelli blu. Un simpaticone insomma. Di certo non una persona affabile, ma alla fine doveva tornare sul fronte, quindi Denji ammise a se stesso che l'avere quel tono dell'umore era piuttosto congruo con la situazione.
    Qual è il percorso più sicuro? Una domanda ovvia, ma a dir poco fondamentale. Il signore, senza offesa, non pare proprio di primo pelo, inoltre non ho mai visto un nobile che si fa un viaggio a piedi, immagino che avremo a disposizione dei mezzi di trasporto, corretto? Attese quindi una risposta e, nel mentre, ne approfittò per dare un occhio un po' più attento al suo collega. Non era piccolo perché visto da lontano, come inizialmente aveva pensato, era piccolo e basta. L'aspetto, però, non era di certo qualcosa su cui Denji poteva metter bocca.
     
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