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Castlevania: terra di vampiri e di un passato oramai perso nell'oblio.
Il suo castello troneggia tetro e maestoso sul picco di un aspro dirupo, coronato da una luna piena e cremisi. In lontananza l'eco grave di tuoni e il balenare frenetico di lampi sembra presagire l'arrivo una temibile tempesta.
All'interno della fortezza la festa è già iniziata. Il vociare fragoroso si mescola perfettamente con la musica lugubre suonata da quella che pare essere un'orchestra di fantasmi. Tavoli ricolmi di pietanze, bevande e non meglio specificate sostanze vengono presi d'assalto dalla folla famelica. Personaggi di spicco ed eroi leggendari sono circondati da campanelli di adulatori e di curiosi. L'atmosfera sa di antico, di nostalgico ma c'è fermento.
In testa all'ampia sala il trono del signore di Castlevania si presenta al momento vuoto.
In un angolino, appoggiato su di un piccolo tavolino pieno di bottiglie in vetro per lo più vuote si trova un bizzarro personaggio. Fisico mastodontico avvolto da un elegante abito nero, molto simile ad una divisa militare d'epoca. Il viso seminascosto da quello che pare essere il copricato distintivo di un Kage, ma dalle fattezze di un cappello da cowboy in pelle scura, ma con gli ideogrammi "Rock 'n' Roll" al posto di quelli del paese di provenienza. Una sigaretta accesa fra le labbra e la barba sale e pepe, o meglio dei baffi a manubrio uniti alle basette, sono le uniche cose chiaramente distinguibili del suo volto.
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Il caotico vociare degli ospiti accompagnato dal rumore di bicchieri e stoviglie riempiva la grande e lussuosa sala.
Davanti a un servizio di flute, riempiti di un vino dolce e frizzante, si stanziava una strana figura avvolta da una pesante cappa nera lunga quasi fino alle caviglie. Di lui si potevano notare distintamente solo dei calzari, di pregevole fattura e color petrolio e una strana "gobba" all'altezza posteriore del collo.
Il figuro fissava i flute immobile ma, dopo qualche secondo, allungò la mano sinistra e ne afferrò uno, dalla base. Nel gesto l'uomo si inclinò leggermente, lasciandosi scappare una piccola ciocca di capelli argentei che fuoriuscì dal cappuccio della cappa.
Velocemente, si affrettò a fare un piccolo sorso del buon vino e nell'alzare la testa per dissetarsi, la luce del salone illuminò una piccola parte del suo viso, lasciando intravedere una piccola pupilla nera. Mentre sorseggiava però, la sua attenzione venne attirata da un uomo all'angolo della sala.
Il suo unico occhio visibile si sbarrò, tremante di stupore. Allora con la mano destra afferrò velocemente un secondo flute, dirigendosi poi con calma verso l'uomo.
Una volta arrivato davanti a lui, allungò la mano col flute pieno verso lo strano individuo. Guardandolo da testa a piedi.
"Ogni volta che ti vedo.. ti manca qualche pezzo. Ma riconoscerei quell'aura da scemo che ti circonda in mezzo a migliaia di altri stronzi"
Disse il gobbo incappucciato, con voce ferma e profonda, aspettando una reazione al flute offerto.. -
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L'uomo allunga una mano emettendo un mezzo grugnito verso il calice offertogli e si sofferva qualche secondo ad osservarlo, mentre espira lentamente il fumo. Poi, esclamando un rocoOplà! se ne lancia il contenuto in bocca, o quanto meno ci prova dato che la maggior parte gli finisce sul mento e sul petto. Sa di piscio sentenzia, facendo un altro tiro alla sigaretta ormai ridotta al filtro e poco più proprio come piace a te.
Con un gesto un po' impacciato muove una mano sul tavolo per abbrancare una delle bottiglie sul tavolino Riserva del gran signore della castello e la porge al suo interlocutore, con i miei omaggi. Con l'altra braccio prende una bottiglia per sé e nel bere a canna si fa un'altra mezza doccia.
Lo sai come funziona, i prezzi pregiati si vendono cari biascica osservandosi il petto, e non tutti i debiti si pagano in oro.
L'orchestra intanto ha preso a fare un pezzo uptempo. Come mai niente perizoma fantasmino come di consueto per questi eventi? mentre parla alza lo sguardo sulla sala, in particolare verso un tavolo, pare proprio che stasera ci sia da divertirsi e con un dito fa un gesto inequivocabile sul proprio naso.
Edited by Dapaisu - 31/10/2023, 22:09. -
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Dopo la risposta al suo flute, l'uomo incappucciato scoppiò in una fragorosa risata, affrettandosi a finire il proprio.
"Vedo che la lingua non te l'hanno ancora staccata. Bene!"
Esclamò divertito il presunto gobbo, mentre afferrava la bottiglia che gli era stata offerta. Senza esitazione ne bevve un gran sorso, commentando subito dopo.
"Merda di mulo. Come piace a te"
Dopodiché appoggiò la bottiglia sul tavolo, mentre il grande bozzo sulla schiena prese a muoversi a destra e sinistra, fino a diventare sempre più piccolo e scomparire. Disegnando così una figura umana, ora perfettamente normale, sotto la cappa. L'uomo alzò la mano destra e la porse al suo interlocutore, con l'intenzione di un saluto. Ma all'improvviso, con uno scatto fulmineo e improvviso, un secondo braccio destro fuoriscì dal gomito, afferrando la mano dell'uomo con cui si indicava il naso, scostandogliela dal viso, lasciando vedere chiaramente la deformazione che l'uomo incappucciato ora mostrava.
Dal lato destro della testa, ora completamente visibile a causa di quello che era appena capitato, uscì una seconda testa identica a quella "originale". I due volti erano pallidi, con dei lunghi capelli argentei, grandi occhi bianchi ma con piccole pupille nere e un rossetto blu sulle labbra.
"Sei il solito degenerato bastardo Dappa.. Uhuhuh.. chi te lo dice che non lo indossiamo sotto questa cappa?"
Parlò la seconda testa, con una voce ancora più grave della prima e decisamente più pungente.. -
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[The Lord of Castlevania]
*All'improvviso il portone principale della sala grande si aprì e la musica cessò di botto. Feci il mio ingresso a passo lento, quasi a voler prendermi il giusto tempo, mentre il mantello nero svolazzava maestoso. Allargai le braccia in un ampio gesto di calma, per sedare il fragoroso applauso che era spontaneamente scoppiato*
"Buona sera a voi tutti, miei cari ospiti! Benvenuti nella mia casa, benvenuti a Castlevania!"
*Mi accomodai sul mio trono, dove mi fu prontamente portato un grande calice dal contenuto color sangue*
"Brindo a voi! Che la festa abbia officialmente inizio!".
