In ricerca di alleati

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    Il Volto del Tennin


    Post 1 - In ricerca di alleati



    C’era un posto in quel Continente in cui potevi presentarti con qualsiasi coprifronte, senza la maschera o con la maschera, e sarebbe stato lo stesso. Era il Paese del Ferro, in cui regnavano i samurai con tanto di polvere da sparo e katane a volontà. Lì era indifferente chi tu fossi: il Kage di Konoha e lo studente di Kiri sarebbero stati odiati allo stesso modo da chi vedeva nei ninja più problemi che soluzioni. E chi era decisamente troppo debole per difendersi dagli shinobi, tant’è che se questi avessero voluto avrebbero spianato il Paese del Ferro in lungo e in largo senza troppi problemi.

    I samurai erano consci di questo e, nonostante l’odio che gli scorreva nelle vene, lasciava comunque che i ninja benevolenti entrassero nel loro Paese. Magari per comprare qualcosa. Avere dei doni. Spendere i soldi, insomma, anche per permette ai magnati del Paese del ferro di fare il possibile e non per far crescere quel ridicolo Stato.

    Certo, avevano anche imposto delle regole. Per esempio, gli shinobi che vi entravano non dovevano scontrarsi tra di loro. Non fare casino. Non uccidere samurai e così via. Come da tutte le altre parti, le regole non sempre venivano rispettate, ma almeno c’erano e la maggioranza comunque le teneva in considerazione. Questo rendeva il Paese del Ferro un posto ordinato e neutrale ai ninja, in cui andavano alla scoperta, alla ricerca delle informazioni o per farsi delle nuove conoscenze che mi sarebbero senz’altro servite dopo il mio ritorno dal Luogo Buio e Freddo in cui c’erano solo i Suoi occhi e poc’altro.

    [...]



    Al limitare tra il Paese delle Risaie e quello del Ferro c’era una locanda in cui spesso si soffermavano i viaggiatori e le locande, come ben si sa, rappresentano il miglior posto in assoluto per coloro che hanno bisogno d’informazioni. Del resto, il primo ninja che si ubriaca può facilmente esplicare agli altri i segreti del proprio villaggio… E le informazioni sono alla pari dell’oro, checché se ne dica! Lei, poi, si chiamava “Del Piacere Proibito” e offriva delicatezza di ogni sorta, che vi affluivano proprio a causa della neutralità del Paese del Ferro, che poteva avere legami diplomatici con tutti i Paesi ninja!

    Io lì mi recai con la maschera e il mantello, come sempre. Tanto, in molti non mi avrebbero nemmeno chiesto chi fossi. Mi sedetti al tavolo e iniziai la mia opera di “sorveglianza”. Lo feci prima di ordinare, per me, un piatto a base di pesce, che amavo tanto, e un po’ di acqua… Così mangiai attraverso il foro della maschera, finché non vidi entrare nella locanda un ragazzo estremamente alto, con il coprifronte di Konoha. Era vestito di nero e ovunque sul corpo aveva il logo degli Uchiha.


    [NOTA]

    Io ne conoscevo uno. Un jonin. Un tizio strano. Mi aveva battuto a scacchi, un giorno molto tempo prima. Anche se si era rivelato solo un codardo poco dopo. Da quel punto in poi, la mia attenzione si focalizzò solo su di lui e i miei occhi seguirono i suoi movimenti. Poi mi alzai e mi avvicinai a lui.

    - Giovane Uchiha… - Avrebbe sentito egli. - Bevi? - Strana domanda da un tizio con una maschera bianca sul volto.

     
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    Post 1 - Incontri inquietanti



    Estremo Nord, per quanto riguardava gli standard di viaggio dell'Uchiha. Raramente Kawayama si allontanava dal villaggio così tanto e così a lungo. Non che disdegnasse: trovava fosse sempre una buona occasione per fare esperienza, conoscere altri paesi e popoli ma, soprattutto, conoscere dal vivo il territorio. Dalle mappe si poteva imparare molto: posizioni dei fiumi, delle catene montuose e di piccoli villaggi o cittadine. Ma niente era paragonabile a visitare dal vivo i luoghi fuori dalle mura del proprio Villaggio e vedere con i propri occhi ciò che si era sempre letto sui libri.
    Ma in primis: perchè spingersi così lontano da casa? Ovviamente per commisioni non sue. Sua madre gli aveva chiesto se potesse andare lui a recuperare un preparato che faceva una vecchia erborista in un villaggio sperduto che si trovava letteralmente a cavallo dei confini dei tre Paesi: Risaie, Ferro e Fuoco. Era un prodotto che a Konoha veniva importato solo su commissione dal loro esperto di erbe locale ma i tempi d'attesa erano notevoli visto che il commerciante avrebbe intrapreso il viaggio per rifornirsene solo raggiunto un certo numero di ordini per recarsi in regioni così remote. E così questa fantastica opportunità capitò proprio al primogenito di famiglia che, ancora agli inizi della sua carriera ninja, aveva molto tempo libero rispetto al padre che invece si portava il lavoro anche a casa.
    E così, con il suo equipaggiamento al completo, il bravo figlio esemplare aveva salutato tutti e intrapreso il cammino verso Nord.

    [...]


    Prima lezione appresa sul campo: se il Paese delle Risaie ha un clima mite non molto dissimile da Kohona, per il tratto più vicino al confine s'intende, il Paese del Ferro era ben altra storia. Dopo aver portato a termine le sue commissioni l'acerbo shinobi si era perso cominciando a vagare a zig zag tra il confine dei due Paesi nordici fino a spingersi più dentro il Paese del Ferro. Si rese conto di questo piccolo per quanto non insignificante dettaglio quando si trovò in mezzo alla neve e lui non era equipaggiato per quella.
    Maledizione ma come ho fatto a imbroccare il sentiero sbagliato? Ho i piedi gelati e quasi terminato le razioni di cibo. Se non trovo un posto dove ripararmi entro un paio d'ore sarà un problema. Non sono equipaggiato per affrontare un territorio così ostile e l'arte del fuoco aiuta fino ad un certo punto.
    Balbettò a denti stretti da solo mentre iniziava a guardarsi in torno più che altro in cerca di selvaggina. Avesse trovato almeno un coniglio o simili poteva accamparsi con un falò e mettere qualcosa di caldo sotto i denti. Si frugò nella tasca tirando fuori il sacchettino che aveva acquistato dalla vecchia... Ma perchè aveva accettato di fare una cosa del genere e non si era inventato che aveva qualcosa da fare per il Villaggio?
    Ormai aveva preso la direzione verso Sud e non si azzardava a deviare troppo verso il Paese delle Risaie per evitare di perdersi nuovamente.
    Lo stomaco brontolava e il freddo aveva bello che penetrato in profondità le ossa. Kawayama iniziava ad avere le allucinazioni di centri termali all'orizzonte. Sognava ad occhi aperti grandi vasche naturali con acqua e vapori che avrebbero appannato qualunque vetro. Ma alla fine... In lontananza vide una locanda con del fumo che usciva dal comignolo e non sembrava un'allucinazione frutto della disperazione. Dall'aspetto sembrava molto più tangibile e reale. Questo bastò a dargli il vigore necessario a proseguire stoicamente fino a raggiungerla. Si ricompose un attimo per non dare proprio l'impressione di essere uno scappato di galera e poi fece il suo ingresso.
    Non erano delle terme ma il tepore che lo investì parve una panacea per le sue membra. Non era il solo cliente giunto in quel momento. Nel locale l'Uchiha notò un discreto affollamento e, in particolar modo, il fatto che non fossero ninja di un solo villaggio.
    La fauna qui è variopinta, devo dire.
    Pensò tra sè e sè avanzando nel locale fino a raggiungere il bancone. Appena riuscì ad avere l'attenzione dell'uomo delle ordinazioni fece il suo ordine (una ciotola di riso e del pollo al curry bello caldo e del the) per poi indicare che avrebbe preso posto ad uno dei tavoli liberi. Non voleva attirare l'attenzione di nessuno squadrando gli altri clienti. Cercò di rimanere cordiale al banco e rilassato nello schivare commensali un po' distratti per evitare di urtarli. Era in terra straniera e, indipendentemente dalle leggi in vigore, sapeva che era sempre meglio tenere un profilo basso, per quanto possibile.
    Aveva trovato un tavolo libero un po' al centro della sala quando una voce diretta a lui lo chiamò. La cosa che più gli diede da pensare non fu tanto il fatto che qualcuno avesse provato ad avvicinarlo: erano in una locanda in fin dei conti. Era il nome usato ad averlo messo subito sulla difensiva. Chi lo chiamava per cognome, e questo valeva anche al Villaggio, solitamente era in cerca di guoi.
    E ti pareva. Dovevo portarmi un mantello neutro così non si vedeva nè che ero un Uchiha ma soprattutto non pativo tutto quel freddo.
    Girò appena il viso con aria seria che trasudava diffidenza verso la fonte di quella voce. Quando scoprì una maschera bianca peggio si sentiva. Tra tutti quelli che poteva trovare proprio il tizio più inquietante doveva avvicinarlo?
    Dipende da chi lo cerca.
    Disse in tono fermo. Ma dentro di lui il cuore era balzato ad almeno trenta battiti al minuto in più. Sperava non si notasse.
    Calmo Kawa, calmo. Non fare casini prima di dare inizio ad uno scontro o peggio. Usa il cervello e non i muscoli.... Anche se, che cavolo, ma si può girare con una maschera del genere? Mette l'ansia! Sarà mica uno delle squadre speciali? Se così fosse, che vuole da me?
    Il teatrino animato dentro di lui sembrava, per il momento, non emergere esteriormente. Sicuro era che avrebbe preferito rimanere da solo e isolato invece che attirare sguardi curiosi. E comunque, sta cosa che lo avevano subito marchiato come Uchiha nemmeno fosse un capo di bestiame e solo perchè gli indumenti che portava avevano il marchio cucito ovunque lo stava innervosendo. Aveva sempre sostenuto che quel tipo di abbigliamento era solo fonte di informazioni verso chiunque li avesse visti. Perchè ostinarsi ad andare in giro con un bersaglio addosso? E se quel tipo lo avesse puntato proprio per quello? Prima di saltare a conclusioni affrettate era il caso di analizzare la situazione e vedere dove volesse andare a parare lo sconosciuto.
    Perdonatemi. Di norma non bevo con gli sconosciuti. Senza offesa, ma sono a posto così. La ringrazio.
    Disse il giovane con tono educato. Forse avrebbe dovuto trovarsi un tavolo più in disparte dove poter tenere meglio la situazione sotto controllo ma sembrava che i "tavoli migliori" fossero già stati presi.

     
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    Post 2 - In ricerca di alleati



    Se c’era qualcosa che mi piaceva degli Uchiha, era il modo in cui si mettevano in mostra. Davvero. Erano tra gli unici ad andare sempre in giro con 4 miliardi di simboli del clan. Come se volessero sempre dire: “guardatemi! Sono io il peggior idiota nel locale! E nessuno è più idiota di me!”. Insomma, c’era bisogno di qualcuno con un QI non troppo elevato? Beh, chiamate un Uchiha!

    L’avevo capito dopo l’incontro con Atasuke Uchiha, che di sicuro non brillava d’intelligenza (date le scelte che faceva) o con la ragazza che si era presentata alle mura di Kiri, di cui non ricordavo manco il nome. Insomma, fieri idioti. Stupidi e orgogliosi di esserlo. Per non dimenticarsi, poi, del loro modo di comportarsi. Di quella specie di strana aria di superiorità che solo loro avevano. Di quel loro modo di fare così arrogante e strano. Di quella falsità che si portavano addietro, ma che in realtà metteva semplicemente in mostra tutte le loro debolezze.

    Clan subdolo. Infimo.

    “Perfetto,” - pensai nel vedere il suo sguardo. Spaesato. Un po’. Ma sicuramente avrebbe provato a far vedere la sua finta superiorità anche in quell’occasione. A farmi capire chi era il padrone della situazione. A continuare a portare quella maschera, - lui in pelle e io in plastica.




    - Un amico, - risposi a quella sua specie di domanda, che domanda non era, ma tant’è. Non chiesi il permesso di sedermi di fronte a lui. - Un amico in cerca di relax... - Aggiunsi, sorridendo dentro di me. Mangiava del riso col pollo, motivo per cui, oltre al succo d’arancia, ordinai la stessa cosa e per un po’ rimasi in silenzio, squadrandolo mentre mangiava. Giovane leva di Konoha. Uno shinobi all’inizio della sua strada. Cos’era? Genin? Chunin? Forse jonin? Poco importava… Non ero mica venuto lì a menar mani. Non tanto per rispetto delle leggi dei samurai, - razza inferiore e infima, come gli Uchiha stessi, d’altronde, - ma per gustarmi la pausa. Per prepararmi al salto. Ritrovare le forze. I ricordi. Gli alleati. E per fornire regali ai miei amici.

    Il tipo, però, non sembrava aver preso per buona la mia richiesta e cercò, - con la finta gentilezza di tutti gli Uchiha, - di svignarsela.

    - La mia non è una richiesta, - aggiunsi con tono tranquillo per mettergli poi una mano sulla spalla. - E nemmeno una domanda. E’ più un… consiglio che ti conviene accettare. -
    Gli avrei posizionato di fronte una bottiglia con del succo d’arancia.
    - Tranquillo, non è veleno, - avrei detto. - E non hai nulla da temere…

    Qui, in realtà, mentii senza volerlo, perché un istante dopo 1 figura abbastanza grande e grossolana si posizionò proprio vicino a lui.



    - Uchiha? - Avrebbe chiesto anch’egli. - Konoha? - Avrebbe aggiunto. - Io sono un samurai e vi odio. Quelli come te hanno ucciso mio fratello… -

    Al sentirlo, ridacchiai mettendomi comodo per vedere cosa ne sarebbe derivato. Manco ad aspettare molto, il tizio, che stringeva nella mano destra un bicchiere da 0.5 con la birra dentro, avrebbe provato a [spaccarlo - Slot Azione 1] in testa al nostro eroe. Se ci fosse riuscito o no, poco importava, perché poco dopo avrebbe anche provato a usare l’altra mano, questa volta cercando di [afferrare - Slot Azione 2] il nostro buon Uchiha per il collo.

    E qui sarebbero state possibili due opzioni:

    Se fosse riuscito ad afferrare il morbido collo del foglioso, avrebbe iniziato a [Testo Visibile[stringere - Slot Azione 3(A)]] con sempre più [foga] in maniera tale da portare il piccolo foglioso allo svenimento per mancanza d’aria.

    Se NON fosse riuscito ad afferrare il collo del ragazzo, avrebbe ritirato entrambe le braccia all’indietro per darsi la spinta e usando lo slancio avrebbe provato a dare una [capocciata - Slot Azione 3(B)] direttamente sul naso del povero malcapitato.

    Io, al contempo, avrei iniziato a bere il succo di frutta godendomi la miglior scena di sempre. Certo, avrei potuto fare un paio di sigilli e addormentare tutta quella gente scostumata. Ma… ne valeva davvero la pena?

    [LEGGI BENE]

     
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    Post 2 - Seccature su seccature



    Liquidato l'inquietante tizio con la maschera, Kawayama prese posto e poco dopo arrivo anche il suo piatto bello fumante. Probabilmente avevano già qualcosa di pronto a disposizione e bastò loro dare una scaldata a dovere. Niente che turbasse il ninja; non era un tipo dai gusti difficili e raffinati. Aveva fame, freddo e voleva solo riposarsi e rifocillarsi tranquillamente. Un piano probabilmente troppo ambizioso.
    Quando si sentì prendere sulla spalla dal losco figuro dal viso in plastica, l'aria dell'Uchiha si fece molto meno gentile e accondiscendente.

    - La mia non è una richiesta... E nemmeno una domanda. E’ più un… consiglio che ti conviene accettare. -



    Era in casi come questi che Kawa si pentiva di non aver iniziato prima la via dello Shinobi e, in particolar modo, lo sviluppo dello Sharingan. Gli sarebbe tornata estremamente utile la sua abilità innata. Se sviluppata a dovere, semplice sguardo fulmineo, discreto e poco appariscente, e l'interlocutore avrebbe smesso di dargli fastidio. Ma no, così non era e doveva trovare altri modi per scrollarselo di dosso.
    Diede il primo boccone con una certa stizza prima di rivolgersi al suo non gradito ospite.
    Senti, "Amico"... Non è cortese disturbare la gente quando vuole solo mangiare. Tantomeno tali persone non gradiscono ricevere consigli non richiesti. Quindi, se proprio vuoi mangiare in compagnia, prendi il tuo ordine e siediti, altrimenti...

    - Uchiha? Konoha? Io sono un samurai e vi odio. Quelli come te hanno ucciso mio fratello… -


    Una voce tuonò verso il loro tavolo facendo quasi andare di traverso il pollo al ragazzo che fece in tempo a girarsi verso un energumeno che brandiva contro di lui un boccale di birra e lo guardava storto. Non ci volle un cane ninja per fiutare puzza di guai. Quando l'uomo levò il boccale, l'Uchiha aveva già capito che quello voleva frantumarglielo in testa.
    Deglutendo l'ultima forchettata, l'abitante di Konoha prese il suo piatto e si lanciò all'indietro sulla sedia per schivare il colpo che avrebbe a quel punto centrato il tavolo. [Schivata - Slot Difesa 1]
    Con la sedia a terra a Kawa non rimase che rotolare tenendo in equilibrio il suo pasto. Scioccamente, per la sua fissa contro lo spreco di cibo, perse tempo distraendosi col piatto per posarlo su un tavolo vicino consentendo così al suo avversario di raggiungerlo e afferrarlo per il collo sollevandolo da terra.
    Merda!
    Bofonchiò con l'aria strozzata il ragazzo mentre sentiva la presa farsi sempre più forte intorno al suo collo. Evidentemente voleva staccargli la testa dalle spalle.
    L'Uchiha portò istintivamente le mani alla gola cercando di allentare la presa con scarso successo. Il tempo stringeva e l'aria iniziava a mancare. Aveva poco tempo per fare la sua mossa e venirne fuori. Non poteva fare altrimenti: doveva combattere seriamente. Del resto avevano visto tutti: lui era la vittima, no?
    Non ci stette a pensare più del dovuto. Impastò una dose di Chakra sufficiente per eseguire l'unica tecnica che gli veniva in mente in quel momento e che poteva effettivamente tirarlo fuori da quell'impiccio non proprio simpatico.
    Non aveva molte opzioni ma quella che aveva scelto sembrava essere la più efficace: recidere i muscoli delle braccia alle spalle e alle ascelle avrebbe allentato presa e forza liberando lo shinobi in difficoltà e, forse ma era una vana speranza di Kawayama, avrebbe pure posto fine al combattimento nel momento i cui quello non avrebbe più potuto usare entrambi gli arti superiori.
    Fu con quell'idea che l'Uchiha attaccò con [Estrazione Mortale - Slot Tecnica 1] estraendo e provando a colpire i muscoli e i legamenti intorno alle spalle con due kunai contemporaneamente.
    Sperava che la cosa andasse in porto perchè il campo visino cominciava a farsi opaco: segno che l'ossigeno al cervello iniziava a scarseggiare.
    Se l'attacco non avesse sortito alcun effetto, al ragazzo cominciavano a rimanere poche carte in mano. Ma essendo in quel momento armato di kunai, avrebbe colpito le braccia del suo aggressore all'altezza delle giunture di gomiti e polsi fino a quando quello non avesse lasciato quella dannata presa. A costo di dissanguarlo e staccargli le braccia. [Attacco con arma - Slot Azione 2]
     
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    Il Volto del Tennin


    Post 3 - In ricerca di alleati




    Alla risposta del ragazzo, lo osservai con fare tranquillo e freddo. Non avrebbe visto nessuna emozione sul mio volto, non solo perché c’era la maschera, ma anche perché ero abituato a sentire risposte come quelle. Così tristemente… prevedibili. No. Non avrei inopportunato il ragazzo. Non in quel momento, almeno. Ci sarebbe stato il Caos a farlo. A scatenare Ombre e Luci sulla sua figura. A rivelare… Chi era per davvero.

    Io semplicemente sorrisi, mostrando i denti bianchi attraverso il foro della maschera. Avrebbe capito. Avrebbe saputo. E il Caos nella sua imprevedibilità non si fece attendere… E poi, diciamocelo: era nella Terra di gente che andava in giro in un sacco di protezioni, aveva una katana e non sapeva usare il chakra. Senza dimenticarsi, poi, delle enormi guerre che in passato erano state fatte tra i ninja e i samurai. Nemmeno troppi anni addietro…

    Comunque fosse, il colpo del grande e grosso samurai finì sul tavolo, mentre il nostro ninja finì per terra a rotolare. [NOTA]

    Una volta rotolato per terra, il nostro eroe venne subito rialzato dal samurai di buon cuore, che iniziò a stringere. [NOTA]

    Le braccia si avvinghiarono intorno al collo del povero malcapitato, che sarebbe morto asfissiato da lì a poco, mentre io osservato il tutto con fare piacevole. No. Lo sapevo. Era un Uchiha. Per quanto fossero… ignobili… il combattimento lo avevano nel sangue. Nei geni.
    E il risultato non tardò ad arrivare.

    Con un rapido movimento tirò fuori una lama, con cui provò a tranciare i muscoli e i legamenti al samurai che lo teneva immobile. L’attacco andò a segno, anche a causa della breve distanza, ma il [danno] inferto fu miserabile. Erano poco più che due graffi sul corpo di un guerriero esperiente che nel corso della vita ne aveva viste tante. Non solo: il tipo indossava un [mantello] che copriva praticamente tutta la figura del samurai e che fungeva anche da protezione. Dunque, il risultato di quell’azione fu nullo: solo due graffietti laddove voleva l’Uchiha, senza però che le lame fossero in grado di arrivare più in fondo.

    Lo stesso accadde poco dopo, quando cercò di ripetere la stessa azione in un punto diverso del corpo: di nuovo le lame andarono a segno, ma il risultato fu nullo, se non altri due [tagli]. I kunai di certo non erano noti per la loro elevata capacità offensiva e quel mantello rendeva le cose molto più complesse.

    [NOTA]

    Quindi la presa sarebbe rimasta. “Sarebbe” perché il Samurai stesso ci ripensò nel voler strangolare il giovane studente della Foglia e fu lui stesso a liberarlo, per poi provare a tirargli una capocciata [Slot Azione 1] sul naso.

    Indipendentemente da come sarebbe andato quel tentativo, il samurai avrebbe ritirato il braccio sinistro per cercare un montante diretto verso il mento del ragazzo, con le nocche che si sarebbero "dolcemente" schiantate contro l’osso mandando, forse, l’Uchiha in K.O. [Slot Azione 2]

    Infine, come se tutto ciò non gli fosse bastato, avrebbe alzato la sua grande e pesante gamba rivestita con placche di acciaio in qualità di protezione per provare a colpire il nostro eroe al centro del petto con la pianta del piede, in modo tale da schiantarlo il più possibile lontano oltre il tavolo. [Slot Azione 3]

    - Te lo avevo detto… - Commentai intanto io mettendo mano al cibo e osservando i movimenti dell’Uchiha. Se la sarebbe cavata oppure no?

    [SUGGERIMENTO]

    Comunque, quel piccolo scontro aveva attirato le attenzioni anche di altri samurai lì presenti. Le cose funzionavano così da quelle parti, sempre: prima la scintilla, poi il fuoco. Anche l'Uchiha lo avrebbe visto: 4-5 figure in protezioni d'acciaio. Si alzavano dai loro tavoli. Guardavano il ninja. Il diverso.

    Se si fossero tutti gettati sul nostro eroe, difficilmente egli sarebbe potuto uscirsene senza danni. Ma, per fortuna, c'ero io. Dall'altro lato del tavolo, mentre tutto quello succedeva, l'avrei incoraggiato.



    - Stai andando bene! Avanti così! -
     
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    Post 3 - Azione/Reazione



    Il Ninja aveva evitato una bicchierata in faccia preferendo una strangolatina. Un'idea che poteva essere efficacie se solo il suo attacco con i kunai avesse avuto una resa migliore. Tra le placche protettive che indossava quell'energumeno e il mantello, il suo attacco all'arma bianca non
    sortì i danni sperati. Del resto quello era il mondo vero: quello fuori dalle mura del villaggio e ben lontano dai banchi dell'accademia dove ciò che si pensava di fare rispettava in maniera fedele le aspettative. Lì, taverna che vai, gente che trovi, armi che hanno. E finchè Kawayama non si faceva un bel bagaglio di esperienza fuori dalla Foglia non lo avrebbe certo imparato sulle pagine di un libro di scuola.
    Nota positiva era che comunque quel samurai decise di lasciare la presa. Forse aveva trovato l'interferenza dell'Uchiha abbastanza fastidiosa mentre compiva il suo strangolamento; un po' come una mosca che ronza su un banchetto. Quantomeno, sentire nuovamente l'aria riempire i propri polmoni fu quasi rigenerante per il ragazzo, anche se il collo e la gola ne stavano comunque risentendo e non poco. Barcollante, Kawayama tossicchiava cercando di riprendere rapidamente aria, equilibrio e snebbiare il cervello prima che le cose potessero precipitare ulteriormente visto che l'omaccione della terra del Ferro non sembrava voler lasciare la sua preda. Era ben deciso a vendicare il fratello e non gli importava di scatenare la sua frustrazione sul primo Shinobi di Konoha che transitava sulla sua strada e correre il rischio di causare un incidente diplomatico tra paesi. Infatti quest'ultimo parve voler colpire nuovamente ma, invece che bloccare il suo avversario e divenire un bersaglio fermo che il lo shinobi poteva colpire, decise per qualcosa più d'impatto come una testata.
    L'Uchiha aveva avuto giusto il tempo di mettere a fuoco ciò che stava accadendo intorno e inquadrare quanto appena successo prima di veder il brutto muso di quel tipo arrivare come un ariete.
    Non vi era modo di pensare più di tanto; considerando che gli attacchi con i kunai non gli avevano fatto granchè e che quel mantello celava tutta una serie di placche in acciaio a protezione di quel corpo massiccio, anche un combattimento corpo a corpo non sarebbe andato a vantaggio del ninja che avrebbe solo colpito il duro metallo rischiando di farsi ulteriormente male. Gli rimaneva solo un'opzione: stenderlo con una proiezione.
    Aveva pensato troppo. Kawa riuscì ad improvvisare una difesa quasi istintiva portando le braccia davanti al volto per attutire il colpo di quella fronte contro il suo naso [Slot Difesa 1]che gli diede comunque un rinculo sullo zigomo sbilanciandolo all'ndietro. Inesistente fu invece la difesa per il montante che incassò con tutto il suo vigore. Cos'era quel rumore? Un dente rotto? Quantomeno non si era mozzato la lingua. Forse erano i kunai che gli erano caduti dalle mani per la botta subita.
    Il tempo sembrava quasi rallentare in quei momenti. I pensieri sembravano correre più veloci del normale nonostante il corpo probabilmente non riusciva ad andare allo stesso passo degli impulsi cerebrali. Il terzo colpo che arrivò al suo indirizzo però, doveva essere un punto di svolta. Non poteva continuare a incassare in quel modo. Non con un pubblico!
    Alcuni raccontavano la leggenda che dopo il terzo colpo il corpo non sentiva più niente. Se fosse vero o meno, nessuno poteva dirlo con certezza, perchè forse poteva essere così: il cervello anestetizzava la percezione dell'area colpita ma questo non significava che non vi fossero danni.
    Quando l'abitante della foglia vide arrivare quel calcio frontale, il suo corpo stava già reagendo. Impastando chakra Kawayama aveva intenzione di migliorare temporaneamente le proprie capacità per bloccare la gamba del samurai con il busto e le braccia tenendola sollevata [ Subisci e Mena]decise che era giunto il momento di vendicarsi. Si aggrappò con tutte le sue forze per poi strattonare la gamba e applicare una violenta torsione. [Slot Azione - Attacco 2]L'intento, visto che non poteva colpirlo direttamente con armi o pugni, e non potendo usare tecniche di tipo fuoco in un locale pubblico chiuso, era quello di rompergli la gamba andando ad agire sulle giunture del ginocchio e della caviglia. Se il samurai fosse caduto a causa dell'improvviso sbilanciamento tanto meglio, avrebbe fatto gioco allo shinobi che non avrebbe mollato la presa, aiutandosi con una gamba a fare ulteriormente leva sulla coscia del suo avversario, continuando a torcere fino a quando non avesse sentito i tendini e le ossa di quell'uomo staccarsi tra di loro con un sonoro scrocchio.
    Solo allora si sarebbe reso conto di altri samurai che si erano alzati in piedi interessanti non tanto allo scontro quanto più a colpire il ninja se ne sarebbe uscito vincitore dello scontro.




    Kawayama Uchiha

    Statistiche Primarie
    • Forza: 100
    • Velocità: 100
    • Resistenza: 100
    • Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 100
    • Concentrazione: 100
    • Intuito: 100
    • Precisione: 100
    Chakra
    8/10
    Vitalità
    1.5/8
    Slot Azione

    1. S&M

    2. Attacco

    3. ///

    Slot Difesa

    1. Slot Difesa 1

    2. S&M

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note









    Edited by Ewan Flynn - 14/12/2023, 22:08
     
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    Post 4 - In ricerca di alleati



    Osservandolo parare il primo colpo lanciato dai samurai, non potei fare a meno di allungare le labbra in un sorriso beffardo. Non si era perso, il giovane Uchiha, nonostante i problemi che i samurai gli creavano. E, comunque, forse sarebbe stato decisamente meglio, - anche per me, - abbandonare quella locanda prima che ci potessero essere altri danni.

     Così, il primo colpo del nemico arrivò dove dovette, mentre il secondo venne parato dalle braccia del foglioso. A quel punto rimasi anche curioso di vedere come il nostro ospite avrebbe continuato a reagire dinnanzi a tale prepotenza. Egli, da un certo punto di vista, mi stupì: prendendosi il colpo e il relativo danno, il ninja della foglia prese la gamba dell’altro e la strattonò. Non riuscì a romperla, ma fece perdere al samurai l’equilibrio e questi cadde a terra, procurandosi un bel [Danno].

     Probabilmente fu troppo per quel Samurai, che cadde al suolo privo di sensi e fu anche quello l’attimo in cui capii che bisognava finire i giochi, altrimenti prima o po’ il “i ragazzi hanno litigato” si sarebbe trasformato in “qualcuno è morto”.

    Fu allora che avrei compiuto i sigilli [Slot Tecnica 1 - Sonno delle Piume - Azione Rapida per eseguire la tecnica del Sonno delle Piume, che avrebbe calmato le acque e dato un attimo di respiro al giovane ninja foglioso. Al contempo, avrebbe anche assopito ben 8 tra gli altri presenti, facendo tornare nel locale l’atmosfera di calma e felicità che vi era poco prima.

    [NOTA]

    Comunque fosse andato per il giovane foglioso, dopo un po’ di tempo i samurai più aggressivi della locanda avrebbero iniziato a cadere addormentati. Io, al contempo, avrei semplicemente continuato a osservarli un po’ con il fare divertito (non ci potevo fare nulla, d’altronde) e un po’ cercando di capire se lì dentro ci fosse stato qualcun altro voglioso di attaccare briga con i ninja.

     
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    Post 4 - Sogni D'Oro


    Ne aveva prese parecchio, soprattutto nell'atto finale, ma ne aveva date anche. E questo diede il risultato finale: non riuscì a rompere la gamba del Samurai iracondo che lo aveva preso di mira ma intanto quello giaceva in terra privo di sensi con tutta la sua armatura mentre l'Uchiha era in piedi da prode guerriero.
    Tsè! Vedo che la pateticità è di famiglia. Entrambi battuti da un Uchiha. Ti va bene che io non ho motivo di ucciderti, nonostante la tua scarsa ospitalità per i visitatori.
    Commentò arrogante il ragazzone che, anche se studente, non era comunque un moccioso standard come si era abituati a vedere in un Villaggio Ninja.
    L'unico problema in quel momento era che... Beh, lui era lo straniero Shinobi e aveva appena steso un Samurai di casa in mezzo ad altri compaesani. Pessima situazione. Si guardò intorno rapidamente. Altri uomini si erano alzati dai loro tavoli e sembravano sul piede di guerra. Se un solo Samurai gli aveva creato tutti quei problemi, figurarsi un manipolo. L'unica opzione che poteva dargli una scarsa possibilità di venirne fuori con le proprie gambe era schivare, uscire da lì e coglierli di sorpresa non appena lo avessero seguito con l'unica vera arte magica efficacie che l'Uchiha poteva rivolgere loro contro: la tecnica della Palla di Fuoco. Se per uscire da lì avessero ristretto i ranghi, forse con una, massimo due tecniche sarebbe riuscito a stenderli. Ma doveva farlo fuori da lì. Non era suo interesse bruciare la locanda; e comunque in quel caso avrebbe sì causato un incidente diplomatico e lo voleva evitare.
    Raccolse i kunai rimettendoli via. Aveva capito che con loro quelle armi non erano efficaci e sarebbe stato inutile sprecarne o rovinarne le punte per nulla.
    Cercò con la coda dell'occhio di trovare una valida via di fuga. Non aveva fumogeni nè altri sistemi quindi doveva essere rapido e preciso nei movimenti.
    Le palpebre però si fecero pesanti. Le braccia non erano più ben piazzate a mantenere una posizione di guardia e le gambe sembravano diventate quasi di gomma.
    Ma cosa...?!
    Non era l'unico a sentirsi così. Sentì un rumore dietro di sè, verso sinistra. Kawayama si voltò vedendo un Samurai a terra. Non era quello che aveva steso lui, era un altro tizio ancora.
    Girando di qualche grado in più il collo vide l'inquietante tizio mascherato che lo aveva molestato a tavola, e a dirla tutta pure scatenato quel casino urlando il nome del suo Clan ai quattro venti, con le mani nella posizione della Tigre.
    Ma che stai facendo...?
    Senza rendersene conto l'Uchiha era in ginocchio e si sorreggeva a stento con le braccia.
    Maledizione...!
    Che vergogna. Un Uchiha steso da un'Arte Illusoria. Se ne fosse uscito vivo, quella storia non doveva venir fuori una volta tornato al Villaggio. Sarebbe stato l'onta del Clan, probabilmente.
    E infine crollò anche lui. Steso a terrà nel mondo dei sogni.

     
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    Il Volto del Tennin


    Post 5 - In ricerca di alleati



    - Questo ragazzo ha del potenziale, - pensai divertito mentre un ghigno malefico si formava sotto la mia maschera. - Tanto potenziale. - Di certo aveva le palle. Abbastanza per iniziare a sfottere la vittima di quel piccolo scontro perché quella giaceva a terra priva di sensi. Il problema, in altre circostanze, non sarebbe stata la vittima, bensì gli altri samurai lì presenti, che avrebbero più che volentieri trasformato il giovane Uchiha nell’oggetto della loro gang bang.

    - Bisogna solo dargli la giusta spinta… - pensai nuovamente mentre le mie dita componevano un solo sigillo, - ben nascosto dal mantello, motivo per cui sarebbe stato impossibile far risalire a me quella tecnica, a meno che qualcuno lì dentro non avesse avuto la possibilità di guardare al di là degli oggetti fisici.

    Ci volle del tempo affinché la tecnica funzionasse, il che era normale, motivo per cui i samurai che avevano deciso d’intromettersi riuscirono comunque ad alzarsi e fare qualche passo in direzione del povero Uchiha. Il tutto con fare arrabbiato e sicuramente con più di qualche volontà offensiva. La buona notizia fu proprio che ci ero io lì dentro: senza di me sarebbe morto, probabilmente male, tagliato in piccoli pezzettini, perché se era vero che i samurai non potevano usare ninjutsu o genjutsu, era altrettanto vero che le loro tecniche di spada potevano fare un sacco di danni contro qualsiasi arte magica e contro le persone anche.

    Io ero stato fortunato da quel punto di vista: non avevo mai importunato i samurai, non ero mai venuto lì a scatenare guerre, ma di sicuro prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Anche perché il Paese del Ferro si trovava in una posizione troppo strategica per poter essere lasciato “da solo” per troppo tempo. Prima o poi qualcuno ci avrebbe appoggiato e un occhio e non avevo molti dubbi che quel qualcuno sarebbe stato il guerriero di Oto, che in quel modo avrebbe avuto un importante sbocco sul mare e avrebbe messo le mani sulle risorse ferree della regione. Quella, però, era un’altra storia.

    Ciò che importa a noi è che dopo l’esecuzione della mia tecnica, i samurai iniziarono lentamente a crollare. Non tutti, ovviamente, anche perché la mia tecnica non poteva affatto raggiungere tutti i samurai. Fece comunque quanto avevo preventivato: mise fuori gioco il nostro piccolo Uchiha infuocato, che a quel punto non avrebbe aperto la bocca per un po’ e perciò non avrebbe causato altri problemi, e altri 8 samurai, che dopo un po’ caddero come dei sacchi di patate al terreno, privi di senso e di qualsiasi voglia di continuare il combattimento.

    Poco dopo, quando l’Uchiha cadde e lo fecero anche alcuni degli altri, io mi alzai e, senza togliere la maschera dal mio volto, mi rivolsi ai restanti:

    - Vi prego di perdonarlo. È ancora giovane e stupido. -

    Se c’era qualcosa che i samurai amavano molto, davvero molto di più rispetto ad altri guerrieri, era l’onore. In questo erano molto simili alla gente di Kiri, anch’essa totalmente focalizzata sull’onore: gesti, sguardi, non si può fare così, si deve fare colà.

    Dette quelle parole, avrei rapidamente fatto un balzo verso il tizio addormentato, l’avrei afferrato per il colletto come un sacco di patate e l’avrei messo sulla mia schiena. Poi, senza attendere oltre affinché i tizi lì dentro non potessero fare qualcosa, semplicemente andai via dalla locanda.
    Non preoccupatevi. Sarà adeguatamente punito per il suo comportamento.



    [Due ore dopo, nel Paese delle Risaie]



    Nonostante fosse un ragazzo abbastanza snello, non ebbi problemi a trasportarlo su di me come un inutile corpo vuoto. E, considerando che eravamo al limitare tra il Paese del Fuoco e quello del Ferro, non mi ci sarebbe voluto molto per giungere nella terra dominata dal Kage di Konoha.
    Sarebbe stato lì che avrei messo in atto il mio piano.

    Per prima cosa, avrei posizionato il corpo addormentato vicino a un albero. Poi avrei posizionato la mano dietro alla sua nuca, laddove i capelli erano maggiormente folti e, dunque, il sigillo che gli avrei messo in testa da lì a poco non sarebbe stato facilmente visto.
    Solo a quel punto il mio chakra avrebbe iniziato rapidamente a fluire, posizionando sulla sua testa ben 4 simboli.

    [Tecnica Simbolo del Pensiero - Fuuinjutsu abbondanti] - [Condizioni Simboli]


    [Tre ore dopo, “Bara no minashigo-in” - l’”Orfanotrofio della Rosa”]

    Prima ancora che il nostro Uchiha si potesse svegliare, avrei attuato il mio piano recandomi in un piccolo orfanotrofio nel Paese del Fuoco. Era sconosciuto dai più e quindi non era molto importante, ma mi avrebbe comunque permesso di disperdere un po’ ovunque i semi del male. Difatti, quando il nostro eroe avrebbe aperto gli occhi dopo 3 ore di sonno, avrebbe visto l’orfanotrofio dinnanzi a sé. Era pieno di vita. Pieno di bambini. Nulla era ancora accaduto. E tutto sembrava procedere per il verso giusto.

    Il grande edificio era circondato da reti in acciaio e vicino a lui non ci sarebbe stato nessuno (tant’è che io sarei rimasto nascosto tra le foglie di quel posto, a una trentina di metri). Sembrava, dunque, solo.

    Probabilmente, il nostro eroe avrebbe pensato che qualcuno lo aveva portato lì, in quanto egli stesso sembrava un orfano, ma ciò non era importante. Quello che era importante, era la comparsa di 3 ninja di Oto, probabilmente genin, ragazzi dell’età stessa del nostro Uchiha. Avevano alcune armi. Il coprifronte di Oto. E ora si trovavano in una terra diversa dalla loro. Una terra diversa da quella della loro origine.

    [NOTA]

    I 3 figuri, probabilmente, non si accorsero di lui o, almeno, era ciò che il ragazzo avrebbe potuto pensare. Subito dopo, infatti, le 3 figure di Oto avrebbero iniziato ad attaccare l’orfanotrofio: erano più veloci dei bambini, più forti e più letali. Uno ad uno i bambini sarebbero iniziati a cadere e la palla sarebbe dunque toccata al ninja appena svegliatosi.

    Egli avrebbe visto la mancanza del proprio coprifronte. Non c’era segno identificativi su di lui e uno strano pensiero si sarebbe fatto nella sua mente.

    Uccidere. Anch’egli. Coloro che vivevano in quell’orfanotrofio. Farsi strada sul sangue. Spargendo l’Odio. E la rabbia. Oppure… Difendere coloro che vi vivevano, contrastando i ninja di Oto. E uccidere loro.

    Quale sarebbe stata la scelta fatta dal ninja di Konoha?


     
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    Post 4 - Risvegli di Sangue


    Il mondo dei sogni perdurò a lungo. Successero molte code, la maggior parte delle quali l'Uchiha non ne sarebbe stato affatto contento se ne fosse venuto a conoscenza; anzi sarebbe stato furibondo. Non era come molti del suo Clan che andava in giro a vantarsi del proprio nome. Erano già abbastanza famosi per conto loro e, per questo, anche le loro peculiarità lo erano. Dire il proprio nome ai quattro venti come aveva fatto quello psicopatico con la maschera era come fare un sunto alla folla di tutte le capacità in possesso di quello shinobi. Non proprio il massimo visto che sarebbe stato come giocare a carte tenendole ben in vista sul tavolo.
    Ma ormai il danno era fatto. Kawayama e dopo essersela vista brutta con un energumeno ubriaco e corazzato, l'Uchiha aveva portato dignitosamente il proprio onore uscendone vincitore... Fino a quando le luci non si spensero.
    Quando si risvegliò per qualche istante la vista era annebbiata e le sensazioni amplificate. Gli faceva male la faccia, il collo e la mano sinistra. Lentamente i ricordi e la capacità visiva si stavano rimettendo insieme collegando gli indizi nel suo cervello. Ricordava la taverna, il tipo con la maschera e la rissa... Sì, era per quello che aveva tutti quei dolori. Ma dov'era adesso?
    La mano destra scivolò sul manto erboso sotto di lui. Non c'era neve. Lui era seduto a terra, schiena contro un albero. Si contò gli arti che erano tutti attaccati correttamente e sembravano anche integri. Riusciva a muoversi e questa era una gran cosa. Controllò il proprio equipaggiamento. Non gli mancava nulla e nemmeno gli acquisti fatti per la madre. Ma allora come c'era arrivato lì? E soprattutto: dov'era il lì?
    Ancora confuso, si guardò intorno. Sentiva delle voci squillanti.
    Non capisco... Dove mi trovo? Come ci sono arrivato?

    La testa in balia di una forte confusione causata da un vuoto non indifferente. Aveva cambiato Stato e nemmeno ne era consapevole.
    Si alzò in piedi constatando la propria stabilità. Di fronte a lui c'era una struttura circondata da una recinzione metallica. A prima vista non sembrava un posto losco anche se non sapendo dove fosse era meglio non abbassare la guardia.
    Dove sarà finito quel tipo con la maschera? Non ci credo che mi abbia lasciato stare. Sapeva a quale Clan appartenessi. Era ben deciso a volermi dare seccature.
    Pensò l'Uchiha mentre si aggirava intorno all'orfanotrofio tenendosi vicino agli alberi per non uscire nell'area scoperta tra lui e l'istituto. Vide i bambini che giocavano e vicino all'ingresso scorse un simbolo sull'insegna: il marchio del Paese del Fuoco. Dunque era rientrato in patria. Dopo aver perso i sensi qualcuno, evidentemente un benefattore, doveva essersi preso la briga di scaricarlo poco oltre il confine per non fargli fare un'indegna fine.
    Meglio così. Anche se per un po' sarà meglio tenersi alla larga dal Paese del Ferro.
    Pensò l'Uchiha. Doveva solo sperare non gli dessero missioni in quell'area ma, considerando il suo livello, probabilmente ci sarebbe voluto qualche anno prima che tornare in quelle terre.
    Ora che aveva le idee un po' più chiare, poteva fare ritorno a casa. Gli sarebbe bastato puntare verso Sud. Prima o poi avrebbe certamente incrociato una strada e di conseguenza avrebbe ritrovato facilmente la via di casa. Tutto bello se non fosse che... Aveva appena voltato le spalle all'Orfanotrofio quando vide tre figure con la coda dell'occhio.
    Non erano bambini nè normali visitatori. A prima vista sembravano dei ninja e con uno sguardo più attento Kawayama riuscì a identificarne la provenienza: Oto. Avevano tutti il coprifronte di quel Villaggio. Cosa ci facevano lì dei ninja stranieri? Nemmeno il tempo di completare il pensiero che quei tre fossero comunque alleati della Foglia e già erano spariti dalla sua vista. Sembrava non l'avessero nemmeno accorti dello shinobi di Konoha. Ma quello poco importava. La cosa rilevante e straziante per il giovane studente era che le urla divertire dei bambini si trasformarono in pura disperazione e panico.
    Cosa?!
    Senza esitare Kawa uscì allo scoperto fiondandosi dentro l'orfanotrofio. Aveva raggiunto il cortile quando trovò i primi corpi assassinati senza alcuna remora.
    Perchè?! Sono solo dei bambini innocenti... Questo è solo un orfanotrofio. PErchè stanno facendo tutto questo?!
    La rabbia e l'odio stavano montando nel suo animo. Non aveva preconcetti o pregiudizi contro ninja di altri paesi ma quelle azioni... Non le avrebbe perdonate nemmeno se fosse stato un Uchiha come lui a commetterle; figurarsi dei presunti traditori.
    Kawa corse verso l'ingresso che dava sul cortile dell'istituto, circa quindici metri di distanza dalla sua posizione, dove gli altri ragazzini si stavano dirigendo urlanti in cerca di riparo. Se tutti fossero riusciti a mettersi al sicuro dentro la struttura l'Uchiha avrebbe potuto presidiare gli ingressi. Erano solo in tre e a quanto pare non sapevano della presenza di uno shinobi di Konoha proprio in quel momento. [Slot Azione - Doppio Movimento] Kawayama individuò uno dei ninja di Oto piombare dall'alto come un falco sulla preda. Doveva aver ragionato in maniera similare ma con intenzione contraria a lui. Voleva bloccare l'ingresso per tenere fuori i ragazzini e consentire ai suoi compagni di eliminarli liberamente in campo aperto. Ma per sua sfortuna l'Uchiha era lanciato proprio in quella direzione e pretendeva vendetta.
    [Slot tecnica 1]
    Usufruendo del chakra Kawayama incrementò forza e velocità mentre estraeva un kunai dal suo porta armi alla gamba destra e puntava ad impattare con un affondo diretto al fianco sinistro della sua vittima: il primo ninja di Oto. Non gli interessava di nient'altro. L'obbiettivo primario era toglierlo di mezzo e garantire ai ragazzini di entrare dentro l'edificio. Poi avrebbe puntato gli altri due.
    Se fosse andato a segno con l'affondo del kunai, una volta sbattuto a terra l'avversario lo avrebbe colpito a sua volta con un calcio ben caricato diretto al ventre del nemico per scaraventarlo contro il muro.
    [Slot Azione 3]
    Se i colpi fossero andati a segno e lo shinobi nemico messo K.O. Kawa doveva individuare gli altri due e probabilmente non ci avrebbe messo molto. Bastava seguire le urla più straziate. A meno che non fossero loro a decidere di venire a cercare lui. Se la sarebbe vista per la prima volta contro due ninja preparati al tempo stesso. Una sfida ardua. Quella giornata era sicuramente una giornata di merda. Forse la peggiore in vita sua.

    Kawayama Uchiha

    Statistiche Primarie
    • Forza: 100
    • Velocità: 100
    • Resistenza: 100
    • Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 100
    • Concentrazione: 100
    • Intuito: 100
    • Precisione: 100
    Chakra
    8.5/10
    Vitalità
    8/8
    Slot Azione

    1. Movimento 1

    2. Movimento 2

    3. Attacco.

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Estrazione mortale.

    2. ///

    Note





    Edited by Ewan Flynn - 5/2/2024, 12:00
     
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    Post 6 - In ricerca di alleati



    Alla vista di quel che stava accadendo, il foglioso raggiunse i 3 figuri illusori che con tanta maestria avevo appena creato con velocità e foga. Non mi aspettavo niente di meno da persone come lui, fieri membri di uno dei più antichi clan del Continente. Non era ancora entrato sulla sua strada. Non aveva ancora percorso i passi di un ninja. Era rimasto alla stregua dello stesso bambino di sempre. Uno shinobi, sì, ma con il cuore buono di chi credeva ancora nella bontà del mondo e dei ninja intorno a lui.
    -Avanti, - dissi mentre il foglio, - pedina del mio Teatro, - correva in avanti. Sapevo già cosa sarebbe successo. Era il modo in cui ciò sarebbe successo che mi interessava maggiormente. D’altronde, il Simbolo del Pensiero aveva bisogno di tempo per poter agire.

    Il suo kunai, estratto con forza e velocità, impattò contro il fianco della vittima prescelta, entrando nell’illusione come un coltello penetrava nel burro. Il buon foglioso avrebbe sentito senza problemi la rottura dell’epidermide, il modo in cui il sangue avrebbe iniziato a fluire sul suo kunai bagnandovi la mano e poi anche i tessuti più interni nel corpo della vittima. Avrebbe visto un ghigno di dolore sul suo volto, quasi come se fosse stato colpito alla morte, mentre il ninja otese stesso si piegava sulle ginocchia portandosi una mano al fianco.

    “Bene,” - pensai unendo i palmi delle mani in una specie di applauso. Il [danno] non era comunque troppo alto, né troppo intenso e l’illusione non scomparve. In compenso, [provò - Slot Azione 1] a colpire il foglioso in contropiede con un rapido movimento del braccio, con un pugno mirante al ginocchio, con l’intenzione di fargli del male, il più possibile.

    Al contempo anche gli altri due figuri si sarebbero attivati, gettandosi sul foglioso come un gruppo di iene si gettava su una pecorella smarrita tra gli alberi delle montagne.

    Il primo avrebbe provato a [colpire - Slot Azione 2] il nostro buon samaritano con un kunai appena estratto. Un colpo dal basso verso l’alto, con la punta, traiettoria ascendente puntante direttamente verso il centro della gola, con l’intenzione di mandare il nostro foglioso dai padri sin da subito. Il colpo era illusorio, non mortale, ma senza lo Sharingan il buon Kawayama non avrebbe mai potuto saperlo.

    L’altro, al contempo, provò una cosa diversa, ma altrettanto fastidiosa: senza le armi, avrebbe provato ad [afferrare - Slot Azione 3] il buon per le spalle, da dietro. Un qualcosa che l’Uchiha aveva già vissuto sulla propria pelle e che già conosceva a pieno. SE, - e solo se, - ci fosse riuscito, l’illusione avrebbe iniziato a stringere con forza e foga, provocando pressione sul torace del foglioso con l’intenzione di… farlo soffocare.

     
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10 replies since 5/11/2023, 13:12   148 views
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