La Gelida ma Rovente Valle Huaguo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,993
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Tutte le strade portano alle terme

    I





    Mai Terumi, la dotata Eruzione di Kurotempi, una donna un po' fanciullesca dalle forme giunoniche il cui terribile potenziale distruttivo aveva portato l’associazione a circuirla con l’inganno per piegarla ai loro caotici intenti. Quell’organizzazione era ancora un mistero per
    l’Hokage, non ne aveva mai realmente capito l’obiettivo, ma erano responsabili di attacchi a scopo puramente terroristico dalla portata non indifferente. Proprio per quella ragione adesso viveva con Youkai, che spesso voleva dire con Raizen, a Konoha.
    La Montagna sapeva di star tenendo da troppo tempo al villaggio una bomba a orologeria, seppure i sospetti di un ritorno della memoria fossero ormai ben pochi le possibilità non erano nulle, ma considerando la sua posizione all’interno della setta restava una fonte di informazioni notevole e di fatto una risorsa che avevano strappato ad essa. Ma nonostante questo sentiva di poter correre il rischio, Mai gli era sempre sembrata di buon cuore, una vittima più che una calamità.
    Inizialmente Raizen le aveva mentito sulle sue origini, non poteva dirle, a pochi momenti dall’accaduto che la responsabilità delle sue ferite ricadeva anche su di lui, non senza poterne gestire le conseguenze.
    Solo a Konoha, e con una discreta sorveglianza in incognito aveva iniziato a svelare piccole briciole di verità fino a poterle rivelare di essere l’Hokage, un ninja e basicamente tutta la verità su se stesso, ma non su di lei. Era stato più complesso spiegare la situazione ad Hebiko che dovette vederla passare del tempo insieme a Youkai per capire quanto fosse inoffensiva. Non era stato un processo semplice, dovette innanzitutto spiegare che quella del mercante era un identità fittizia e non poteva abbandonarla fino a quando non fosse tornato in un posto sicuro, cosa che comportava il divieto di utilizzare le arti ninja. Nascondergliele per la durata del viaggio non fu complesso, e iniziò ad introdurla a quella verità partendo proprio dalla falsa identità.

    Mai.

    Iniziò a parlarle prima dell’ingresso al villaggio, rassicurato dal viaggio di ritorno in cui aveva potuto osservare quanto calme fossero le acque.

    Qualche giorno fa ti dissi che ero un mercante, ho continuato a ripetertelo per darti una mano a non dimenticare visto le difficoltà che ancora hai, ma era solamente un modo per proteggerci.
    Sicuramente avrai notato in questi giorni che abbiamo condiviso che me la cavo con le armi e anche con la vita lontana dal contatto umano.
    È perché sono stato addestrato a farlo.


    Parlava con gentile prudenza, ma non remissività, e le sue parole erano sincere, seppur con un po' di deformazione professionale era stato mosso da pura bontà.

    Sono un ninja.

    Per lei quella parola aveva poco senso, non ricordava chi fossero e cosa fossero in grado di fare quindi non si aspettava eccessive reazioni.

    E in generale me la cavo a fare il mio lavoro, cosa che col tempo mi ha fatto accettare come leader del villaggio nel quale ci stiamo recando per le tue cure.

    In un primo momento sembrò sorpresa dalla rivelazione, ma riflettendo sugli eventi del viaggio quella rivelazione giunse con un leggero preavviso che di fatto la rese più semplice da accettare e nel viso di lei calò solo un ombra di tristezza.

    Lo so, non era qualcosa da nascondere, ma non ero certo della tua identità, potevi essere una benedizione come una minaccia per me e di riflesso anche per te, per quello quando ho scelto di portarti con me ho preso queste precauzioni.

    Le lasciò digerire la rivelazione, notò che ne era stata colpita, dopotutto le sue prime interazioni col mondo erano state intorbidite da menzogne e se a dirle era l’uomo che diceva di averti trovato era un po' strano. Ma si lasciò convincere in qualche modo, forse per la realtà dei fatti tutto sommato credibile e forse perché sentiva di avere un debito verso qualcuno che l’accudiva senza chiedere nulla in cambio. C’era comunque un prezzo da pagare, e rimase per un po' in silenzio, leggermente apatica, ma l’interazione con l’animo più spontaneo e semplice di Youkai la aiutò a sbloccarsi nuovamente, anche se sovente andava a riflettere nel vicino vulcano della foglia. Diceva che il contatto con quell’elemento la tranquillizzava, ma solo Raizen sapeva quanto era vera quell’affermazione.

    Allora Mei.

    La chiamava così, anche se il suo nome era Maitsuki, germoglio di luna, quando la incontrò aveva perso la memoria, e non sapendo il suo nome Raizen ne scelse uno che ricordasse il suo, il resto lo fece l’istinto.

    Come procedono le giornate all’ospedale?

    Era quello l’impiego che Raizen aveva scelto per lei, già prima della perdita di memoria sapeva che era capace di utilizzare le arti mediche, e sembrava che fosse sua personale inclinazione far del bene e prendersi cura del prossimo. Il suo controllo del chakra nonostante tutto era rimasto ottimale per cui non dimostrò mai difficoltà a cimentarsi nelle tecniche di cura.
    Quando Mei concluse le sorrise.

    Siediti, devo dirti e mostrarti qualcosa di importante.

    Attese, porgendoli del the caldo, caldissimo, come piaceva a lei.

    Mi serve il tuo supporto per una missione.
    A nord nel paese delle nevi si trova un particolare clan di creature ninja, i macachi.
    Sembra vengano da una zona termale o comunque molto calda… una zona molto affine a te Mei.


    Inspirò.

    Lo so perché uno di loro era con te quando ti trovai io, sembrano tenere molto a te e conoscerti da ben prima che ti trovassi io.

    Sicuramente sarebbe arrivata qualche domanda, ragione per la quale, annuendo, avrebbe aggiunto dettagli.

    Quel giorno non c’eri solo tu e il macaco, c’era con voi un membro di Kurotempi.
    Quando ti vidi la prima volta sembrava non avessi problemi con la memoria, ma di una cosa sono certo, quell’uomo ti mentiva e nel farlo ti sfruttava non solo per deturpare la natura ma anche per fare del male alle persone.
    Tu non sapevi, tu non volevi farlo.


    Più tardi le avrebbe mostrato un ricordo in cui, vedendola nella pozza di lavà era comprensibile che lei serviva a fornire energia geotermica ma di come le richieste le giungessero dal macaco. Richieste che eseguiva senza sapere.

    Hai sicuramente sentito parlare di loro in questo periodo.
    Vi osservai a lungo e questo macaco seppure recalcitrante sembrava fare il gioco di quell’uomo per cui nutrivo anche qualche sospetto su di lui.
    Ho preferito allontanarti da entrambi, ma ora che le acque potrebbero essersi calmate, ora che vedo quanto ti manchi il tuo legame con la tua natura, quella del fuoco, vorrei riportarti da loro.
    A questo punto non devi più credermi, posso dimostrartelo se me lo permetterai.
    E il resto penso possano farlo i macachi se ti conoscono meglio di me, non voglio imprigionarti qui, sarà una tua libera scelta.


    Non era facile farsi dare nuovamente fiducia, per questo sarebbe stato cauto.

    Ma non qui, è meglio aiutare la tua mente in un luogo più affine ad essa, un luogo dove la fiamma della terra sia vicina.

    Si sarebbe fatto seguire, per la maggiore in silenzio se lei non avesse fatto qualche richiesta.

    Non so tanto di te, loro di sicuro sapranno aiutarti, quando ti ho portato qui speravo di darti una vita che fosse più vicina possibile a ciò che mi sembrava fosse la tua indole.

    Arrivati alle pendici del vulcano, seguendo un viottolo creato da grossi massi che spesso si perdeva tra la cenere si avvicinarono al suo cuore, fino a quando il calore fosse stato sopportabile per Raizen.

    Sfrutterò l’interrogazione mentale, forse c’è qualche ricordo perduto che potremmo riportare a galla.

    Poggiò la mano sulla sua fronte incandescente, un mare di fuoco lo accolse ma a lui serviva una sola informazione, al resto avrebbero badato i macachi.

    Dove si trovano i macachi della valle termale?

    Con quella domanda avrebbe usato l’immagine di Wukong, il fedele servitore che l’accompagnava quel giorno, sperando che potesse dargli una direzione, o una sensazione, qualcosa da seguire verso la meta.


    [...in un luogo non troppo più fresco…]

    Dopo i terribili eventi degli omicidi per avvelenamento Suna era tornata relativamente tranquilla, nonostante la letargica amministrazione stesse lasciando spazio alla criminalità questa non era un reale problema da gestire e la vita non ne veniva turbata. Nemmeno i notiziari facevano grandi titoli, segno che ancora non stava accadendo niente di eclatante, solo qualche vecchina dalle periferie o dai villaggi lontani riportava di movimenti inusuali, ma non era certo una novità che i vecchi fossero spaventati persino dalla loro ombra e qualsiasi evento inusuale fosse portatore di sciagura e distruzione.
    Nel temperato inverno sunese era una giornata come tante altre, persino per Ryugi nonostante fosse stata lasciata sola in casa dai propri genitori poiché in trasferta per curare gli affari di famiglia, dopotutto anche per il mercante più organizzato e importante ogni tanto si rendeva necessario un viaggio per rinsaldare qualche accordo o stringerne di nuovi. Quella volta si erano spinti parecchio a nord, convinti che maggiore fosse la distanza e diretto il commercio maggiore sarebbe stato il guadagno nell’esportare i frutti del deserto.

    Ryugi!!
    Presto!
    Vieni qui!


    Era il rumore di qualcosa che avrebbe dato una scossa alla giornata della giovane Kunoichi, dopotutto quello non era il giorno previsto per il ritorno dei suoi genitori, erano decisamente in anticipo!
    Sulla porta di casa avrebbe trovato uno degli accompagnatori dei suoi genitori trafelato, doveva aver fatto quanta più strada possibile di corsa.

    L’abbiamo trovata a nord, passati i confini otesi, eravamo quasi a destinazione.

    Non era possibile vedere niente se non un fagotto tenuto con grande cura dalla guardia, al suo interno un piccolo macaco, rannicchiato su se stesso, col viso affondato nel voluminoso pelo che indossava dei larghi pantaloni rossi, ricordavano il tipico vestiario del deserto.

    Dorme da quando sta con noi, era stremato.
    Quando ha toccato tuo padre ha come rilasciato una nube di vapore e poi ha dormito.
    Da allora si aggrappa a chiunque controlli il fuoco.


    Appena ripreso fiato avrebbe continuato il rapporto.

    In realtà è stato lui a trovare noi, è emerso da dei cespugli durante una pausa,e si è aggrappato a tuo padre, si è calmato poco dopo, diceva che gli sembrava di aver perso un po' di chakra.
    Da allora fatichiamo a tenerlo sveglio, sembra capisca e ha mugugnato qualcosa, ma crolla poco dopo qualche tentennamento, come se fosse in letargo… ma non mi risulta vadano in letargo no?


    Avrebbe passato il fagotto a Ryugi, sembrava che tremasse nonostante il sonno.

    I tuoi non sono potuti tornare indietro, saremmo stati troppo lenti.
    Hanno detto che era bene te ne occupassi tu.


    Decisione probabilmente dovuta alla fiducia che i due riponevano su di lei.

    Non abbiamo voluto fermarci agli altri villaggi, ci sembrava strano scaricargli un impellenza forse troppo grande considerando che riesce a capire gli umani.

    Poteva Ryugi risvegliare il piccolo macaco?




    Edited by F e n i x - 3/3/2024, 08:40
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline

    Gelide Scimmie

    Caldi Contatti



    [Konoha]

    Maitsuki. Mai. Membro delle squadre mediche all'Ospedale di Konoha.
    Queste le poche informazioni che la definivano: da quanto tempo era ospite della Foglia? Non avrebbe saputo dire se erano anni, o molto meno.

    La scoperta che Raizen, la prima persona incontrata al suo risveglio, fosse un ninja, e non un mercante, non le era stata molto gradita, ma non aveva altri a cui affidarsi, non conosceva nessuno, se non quel gigante chiacchierone, così, lo aveva seguito fino a Konoha.
    Nel villaggio della Foglia aveva scoperto che il suo unico conoscente era non solo uno shinobi, ma il Kage.
    Lui, in compenso, le aveva offerto una possibilità di lavoro nell'Ospedale del villaggio ed il lavoro le era piaciuto.

    Maitsuki era spesso affiancata da un'altra ninja medico, una signora con due simpatici cani; le volte in cui mancava quella dottoressa, coincidevano, per la maggior parte, con le visite di controllo ad uno Hyuga su una sedia a rotelle, o ai giorni in cui Youkai andava a farle visita, facendole una "sorpresa".
    Coincidenze per Maitsuki, ma non per chi, nel modo più gentile e riservato possibile, era incaricato di sorvegliare la smemorata "Eruzione".

    I giorni, comunque, diventarono settimane, poi mesi e così via, finché Raizen, offrendo un bollente thè alla sua ospite, le chiese aiuto per una missione.
    Il racconto sul Macaco e gli altri che erano con Mai prima che perdesse la memoria, la lasciarono confusa, perplessa, ma, più di tutto, desiderosa di sapere: la vita in ospedale le piaceva, ma Maitsuki era consapevole che le mancasse qualcosa, forse quelle creature le avrebbero permesso di scoprire che cosa.

    Con quel desiderio in mente, la donna seguì l'Hokage fin nel cuore di un vulcano, o almeno fin dove l'altro poté avanzare, prima di ascoltarne la domanda e lasciare che eseguisse quella particolare tecnica.
    L'immagine di Sun Wukong s'insinuò nella mente di Maitsuki e questa semplice azione sembrò aprire una porta, un varco verso immagini e ricordi sopiti.

    Una Mai molto più giovane, che lasciava cadere al suolo un coprifronte delle Sorgenti Termali, vagando da sola in un ambiente che andava cambiando lentamente, oltre a scivolare di continuo dalla fresca vegetazione delle Terre delle Sorgenti, fino ad un sempre più fitto ambiente innevato.
    Era solo il passare del tempo? Oppure nei suoi ricordi, Mai si stava spostando verso ambienti più freddi e rigidi?
    In quelle terre ricoperte di neve, Mai, triste e confusa, incontrò un macaco in armatura, qualcuno che Raizen avrebbe potuto riconoscere come un Sun Wukong più giovane.
    L'Hokage non riuscì a sentire il dialogo fra di loro, forse la memoria della donna non si era ancora risvegliata abbastanza, ma poté vedere il Macaco offrire la mano a Mai.
    La donna accettò quel cordiale invito e seguì Sun Wukong, mentre una leggera, e costante, nube di vapore si espandeva dalle zone scoperte del corpo del Primate, per quel contatto.
    Assieme li vide oltrepassare un passo di montagna fino ad una zona celata fra immensi pareti innevate, una zona che, forse, sarebbe stata paragonabile ai Fari dei Draghi, per come fosse ben celata.
    Il luogo a cui giunsero era una piccola foresta che cresceva fra calde terme dense di vapori e montagne innevate.

    La Montagna Sacra... la Valle Huaguo., bisbigliò Maitsuki, sbalordita dai suoi stessi ricordi.
    Raizen aveva adesso una meta e, forse, un percorso.

    [Suna]

    La nostra giovane Ryugi Nekki, dal canto suo, allenava di continuo la memoria, studiando resoconti di passate missioni, a cui aveva accesso come membro delle Squadre Speciali, o leggendo dai tomi della Biblioteca del Villaggio la storia dei passati Kazekage e di tutta Suna.
    Quando non era occupata con le sue attività da kunoichi, la nostra balbuziente amica si occupava di aiutare in casa, specie in quei particolari periodi in cui tanto il padre, ninja non di altissimo grado, quanto la madre, commerciante di ben più innegabili qualità, non erano al villaggio per i loro impegni.

    So che non vi aspettereste questo da una kunoichi delle Squadre Speciali, ma per quanto prossima ai vent'anni, la giovane Nekki non aveva fatto una carriera brillante come ninja e, quindi, viveva ancora con i genitori.
    Per questo motivo, doveva rispettare le regole della madre ed occuparsi, nel tempo libero, delle faccende di casa.
    Quel giorno rientrava in questa tipologia: era sola, intenta nel riordinare casa.
    Quando, però, uno dei membri della scorta dei genitori tornò prima del previsto, cercando di lei, in Ryugi ci fu un misto di preoccupazione, per l'inatteso ritorno anticipato, e sollievo, perché poteva interrompere la noiosa routine.

    Cccc chchchchchc che sususususususu succede?, avrebbe chiesto all'altro membro del clan Nekki, uno di quelli che avevano seguito il padre, offrendosi come scorta al viaggio di lavoro materno.
    Quello che il suo parente le mostrò sorprese Ryugi, oltre a provocare uno sguardo di estrema tenerezza tenerezza per quella specie di peluche che respirava avvolto in una coperta e, apparentemente, privo di sensi.
    Una scimmietta! Che tenero!!!, pensò impressionata, ascoltando come la creaturina, con tanto di pantaloni, avesse raggiunto il padre, assorbendone parte del calore, e probabilmente del chakra, al semplice contatto.
    Mumumumumu... , si fermò, piccolo respiro, Parla?, chiese ancora all'interlocutore, studiando ulteriormente la creaturina.
    I genitori le avevano affidato di scoprire cosa fosse successo al misterioso macaco, così la kunoichi allungò le braccia per prendere il fagotto e portarlo nel salotto di casa, poggiandolo su un tavolino rialzato.

    A quanto pare, questa creatura necessita di calore, o forse è stata attirata dal chakra di mio padre, quello dei Nekki?, si chiese la kunoichi, valutando le sue opzioni.
    Un katon potrebbe essere un'opzione altrettanto valida? O un oggetto riscaldato con il chakra?, enumerò ancora.
    Se avesse già imparato ad usare il Kiseki, forse avrebbe potuto sfruttare quello, o se avesse portato a compimento i progetti per possibili bombe incendiarie basate sul chakra, ma non aveva niente di tutto ciò.
    Posso provare una cosa, però., ipotizzò, aprendo la mano e generando una piccola vampa, che avrebbe mantenuto sospesa sopra il dorso, mentre poggiava il palmo sul corpicino della scimmietta. [Nota Vampa]
    Se la creaturina si fosse svegliata, grazie al contatto con la nostra giovane Nekki, questa avrebbe cercato di comunicare con il piccolo primate: Cicicicicicici, si fermò, ispirò e si concentrò sulla fiamma che danzava sul dorso della mano, Ciao, ssssono Ryugi. Tu come ti chiami?, avrebbe chiesto, ispirando e coordinando il respiro con la danza della vampa, Da do...dove vieni?, aggiunse infine.
    Ora c'era da vedere il comportamento del Macaco.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,993
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Neve e Fuoco

    II





    Nel tempo, le persone informate della condizione di Eruzione erano aumentate seppur la notizia non fosse mai esplosa per precisa intenzione di Raizen. Per quanto Konoha fosse misericordiosa avere uno dei generali di Kurotempi in casa poteva non essere esattamente qualcosa di positivo, per questo parte delle persone che le gravitavano attorno erano dei sorveglianti incaricati di osservare se ci fossero segni di recupero della memoria. Niente, eccezion fatta per qualche reminiscenza fisica del corpo, molto similare a quelle degli studenti che attivavano capacità legate al loro lignaggio, fu mai osservata, ed era un bene. Quel periodo gli permise di agire gradualmente e nel rispetto della sua condizione ma anche della sicurezza del villaggio, e con pazienza giungere a quel giorno senza rischiare terremoti emotivi.

    Va bene, andiamo.

    Come preventivato l’interrogatorio non fu definibile un’ esperienza normale, per nessuno dei due, scavarono a fondo in mezzo a stralci di passato complessi da localizzare nel tempo. Mei aveva abbandonato il suo villaggio per un motivo che non volle indagare dirigendosi a nord, ma senza passare per valli o montagne che dopotutto non erano comuni nel paese delle fonti termali dalle quali veniva. L’ambiente andò mutando insieme al clima le cui temperature parevano scendere, sintomo del fatto che forse stesse muovendo verso nord, ma potè convincersene solo quando vide qualche paesaggio ricordargli lo stretto tra le terre di Kumo e il resto del continente.

    Si, sembra sia nella catena montuosa che sorge nel paese del Gelo.
    Ho visto qualche luogo che ricordo, ma l’ultima parte del viaggio per me è irriconoscibile.
    Troveremo un modo, non preoccuparti.


    Le posò una mano sulla spalla.

    Andiamo a prepararci per il viaggio, non so cosa ci aspetta, Wukong sembrava molto affezionato a te, non so se il piacere di ritrovarti sia paragonabile all’averti fatto passare questo tempo lontano da loro.

    La routine della partenza era sempre la solita, verificare la relativa stabilità delle missioni in corso in modo da non ritrovarsi a dover gestire delle emergenze quando era lontano, fare alcune deleghe, lasciare qualche appunto sulla sua posizione e preparare qualcuno che potesse raggiungerlo rapidamente grazie alla conoscenza di quei territori.
    Cartina alla mano poterono notare che tra Konoha e la loro destinazione si poteva tracciare quasi una linea retta senza sconfinare ad Oto, sarebbe bastato risalire il fiume che passava dalla valle della fine per poi separarsene e procedere verso il Gelo, una discreta scampagnata che avrebbe richiesto qualche giorno durante i quali sarebbero riusciti a nutrirsi di carni salate di vario tipo e pane.

    Viaggiamo leggeri, faremmo provviste se necessario una volta lì, ma giunti al gelo saremmo praticamente ai piedi della montagna e dal villaggio ai piedi della montagna saremmo alla penultima tappa sperando di trovare qualche tipo di indicazioni.

    Se non ci fossero stati problemi nel viaggio sarebbero giunti a destinazione dopo due giorni esatti di camminata rapida ma non sfiancante, in un paese che viveva della terra e con due bar uno dei quali forniva anche qualche letto pur non avendo precisa preparazione in merito.
    Aprì la porta del locale attirando sicuramente qualche sguardo, una montagna con l’abitudine di schivare gli stipiti delle porte, i capelli lunghi che ne accentuavano l’imponenza e la carnagione bruciata come il mezzosangue che era.

    Buonasera.

    Lo accompagnò una folata di vento gelido che discendeva dalle montagne costringendolo a chiudere rapidamente, alcuni abbassarono lo sguardo mestamente, altri lo alzarono incuriositi, ma puntò dritto al bancone senza curarsene, con Mei che lo seguiva come un ombra.



    [Suna]


    Il tuttofare scosse la testa.

    Non saprei, ma sembra che la presenza umana non lo disturbi.
    Sembra anche che per lui anche il chakra non sia una novità.


    La scimmietta passò tra i due come una staffetta e con i modi gentili che si dedicavano ad un bambino quale sembrava essere. Raggomitolata in se stessa, in posa fetale come se si proteggesse dal mondo intero pareva che aspettasse proprio il caldo contatto con Ryuji. Quando la genin tentò di risvegliarla col suo chakra una quantità ben maggiore ne venne assorbita [la scimmietta sottrae un Alto di chakra] dando una carica non indifferente al piccolo primate che spalancò gli occhi, si illuminò per un momento e in un tripudio di getti di vapore che lo tenevano a distanza dalle superfici che andava a toccare nei suoi disordinati movimenti si rimise in piedi con dei passi a metà tra una raffinata arte marziale ed una danza pop che Ryuji aveva potuto vedere in qualche periferia del villaggio.
    Terminato quell’exploit gli occhi vispi e accesi si guardarono attorno mentre la guardia alta suggeriva di non avvicinarsi a lei. Nonostante la giovane età la sua preparazione sembrava essere vicina a quella di Ryuji.
    Guardo entrambi più di una volta, rendendosi conto che attorno a lui non c’erano ne armi, ne catene e neanche sbarre, lentamente e con un po' di sospetto abbassò le braccia, cercando di scorgere qualche segno di minaccia dalla mimica e dai movimenti dei due, ma niente arrivò. Forse perché aveva ricordato o forse perché aveva unito qualche puntino ma parve rilassarsi, riconoscendo Ryuji.

    Me... Akayuge.

    Disse indicandosi e battendo sul petto con le falangi anziché con la punta delle dita, aveva una voce fine ed acuta che confermava la sua giovane età. Ma probabilmente il suo vocabolario era ben poco esteso perché dopo la presentazione iniziò a scarabocchiare sul tavolo con le dita roventi, imprimendovi una pirografia. Posò un dito sul legno per poi muoverlo ad onde dando vita ad un nucleo scuro con delle sfumature che si alzavano, leggendolo in negativo si poteva capire che fosse una fiamma, sotto di lei però non c’era nulla, niente su cui ardere. In un altro disegno delle lineette diagonali ci cadevano sopra eppure la fiamma perdurava, anche quando sotto di lei comparivano delle linee zig zagate e veniva avvolta dall’ombra, la fiamma, perdurava.
    Guardò i due come se volesse assicurarsi che avessero capito e disegnata un altra fiamma cominciò ad imprimere una, due, tre… tantissime mani!
    Da tutte le parti!
    Tutte con le dita rivolte verso la fiamma e sopra di esse occhi scuri, dopo i quali si agitò, combattiva trotterellando per la stanza e attraversandola più volte fino a mimare una teatrale caduta e poi indicare ripetutamente i due.
    Se avessero capito, quale sarebbe stato il passo successivo?
    Una cosa era certa, il sole battente del deserto per Akayuge era qualcosa di sbalorditivo, rimase a fissare quel paesaggio per interi minuti senza saper dire niente, era davanti a qualcosa che non credeva potesse esistere, neanche un briciolo di neve, solo arida e bollente sabbia ed il sole a riscaldarlo quanto e più delle terme, tutto ciò che per lui solitamente era bianco adesso aveva il colore della sabbia, il freddo era sparito persino dai colori. Cosa che lo sorprese visto che si era risvegliato lì dopo essersi addormentato parecchio più a nord in territori molto simili a quello da cui proveniva.






    [Inizio light, i viaggi e la loro organizzazione mi piacciono sempre un sacco, un pò per nostalgia dei vecchi tempi in cui era la prassi farli organizza un pò il tuo, niente di impegnativo, ma alla fine viaggi con un bambino, per quanto riguarda la mia parte sentiti libero di interpretare Meio o mettermi i bastoni tra le ruote, per lei questo è un momento complesso ci sta ci siano attriti e non avrebbe senso la controllassi io]
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline

    Due Partenze

    Due Percorsi



    [Il Viaggio da Konoha]

    Le prime parole di Raizen non attecchirono subito su Maitsuki.
    La donna sembrava persa in altri pensieri, mentre l'Hokage dava indicazioni geografiche, per quanto vaghe, su ciò che aveva riconosciuto.
    Ma poteva biasimarla? Dopo un lungo tempo senza nessun ricordo, che non fossero quei pochi germogliati a Konoha, ecco che immagini di un passato ben più lontano, si risvegliavano nella sua mente.
    Sun... Wukong..., ripeté, guardandosi la mano, la stessa che, nell'immagine rivissuta dopo tanto tempo, stringeva quella della scimmia, quando entrambi erano più giovane.
    Poi Mai si voltò verso l'Hokage, forse lo interruppe persino, mentre stava invitandola ad andarsi a preparare: Avevo anche io un coprifronte? Ma il simbolo era diverso. Sono un ninja di un altro villaggio?, le prime, di tante domande che, di certo, la donna avrebbe iniziato ad avere con il ritorno dei ricordi.
    Una domanda, però, su tutte poteva girare nella testa dell'Hokage: aveva fatto bene a riaccendere la scintilla della memoria nella Calamità di Kurotenpi?

    [...]

    Mentre l'Hokage organizzava le attività del villaggio prima della sua partenza, Maitsuki non ebbe molto da fare tranne salutare la dottoressa con i due cani, di turno al suo ritorno in Ospedale, e poi Youkai, che incontrò a casa, quando stava sistemando le sue poche proprietà.
    Di certo, entrambi avrebbero potuto riferire a Raizen che la donna era distratta, oscillante fra momenti d'euforia e tristezza, ma comunque sognante nello sguardo, come se non osservasse chi le era attorno, ma cercasse qualcosa, o qualcuno, di lontano che vedeva solo lei all'orizzonte.

    [...]

    Il viaggio avrebbe seguito il percorso proposto dall'Hokage: in fondo, Mai a malapena ricordava il breve percorso dal Paese della Terra a quello del Fuoco, successivo al suo risveglio priva di memoria, e conosceva le zone vicino Konoha, frutto di qualche scampagnata con Youkai e lo stesso Kage, ma non aveva conoscenza, o meglio non aveva memoria, di quelle terre descritte nella mappa di Raizen.
    Dal canto suo, il Decimo avrebbe scoperto una cosa della "Calamità smemorata", lungo il viaggio: Maitsuki sfruttava ogni momento di pausa per isolarsi in una sorta di meditazione (o forse semplicemente per rivivere quei pochi ricordi?) e, nel farlo, il corpo aveva risvegliato un'altra conoscenza, oltre le abilità mediche, in qualche modo simile ad essa, l'affinità con il chakra Naturale.
    Sarebbe stato per caso, a meno di non sorvegliarla volutamente, ma durante una pausa, il primo giorno di viaggio, Raizen avrebbe potuto notare qualcosa di ferino nei lineamenti della donna, quasi scimmiesco e, se avesse avuto con se uno dei draghi capaci di leggere le particolarità del chakra, avrebbero scoperto che la kunoichi stava richiamando, seppur in minime quantità, il chakra eremitico.
    Ancora, però, non c'era evidenza di un risveglio del fattore ereditario dell'Abilità Innata dei Terumi.

    La seconda sorpresa sarebbe avvenuta la prima notte di viaggio: ovunque si fossero fermati, Mai avrebbe fatto una richiesta al Kage.
    Raizen, potremmo riprovare a scavare nella mia memoria? Vorrei cercare di ricordare qualcos'altro., cosa avrebbe risposto la Montagna?
    Poteva pilotare Mai perché ricordasse solo alcune cose, perché non ricordasse i Kurotenpi e tutto ciò che li riguardava? O avrebbe rischiato?

    In ogni caso, dopo due giorni di viaggio, la coppia avrebbe varcato i confini del Paese del Gelo, arrivando ai piedi delle Montagne che Raizen aveva riconosciuto e lì sarebbero entrati in una locanda, in cerca di informazioni.
    Molte persone avrebbero osservato la coppia: il gigante della Foglia (seppur dalle origini più settentrionali) e la donna dalle forme generose.
    Quando fossero stati vicini al bancone della locanda, proprio Maitsuki avrebbe fermato i passi della sua guida, indicando una terna di uomini che li osservavano da un tavolo nell'angolo a sinistra.
    Io avevo quel coprifronte., sarebbe stata la frase della donna.
    Nella sua semplicità ed innocenza, Mai stava indicando tre shinobi delle Terre delle Sorgenti.
    Sarebbero stati un problema? In fondo, la donna smemorata che lo accompagnava, era una criminale ricercata nelle sue terre natie. [Nota]

    [Il Viaggio da Suna]

    Il tentativo di contatto di Ryugi ebbe un risultato ben diverso da quello atteso: la scimmietta assorbì ben più di quella piccola vampa, sbalordendo la nostra giovane Nekki, che barcollò indietro, sorpresa davanti agli sbuffi di vapore ed all'agitarsi della creaturina.
    La prima cosa che la kunoichi notò fu come quel vapore gli evitasse il contatto diretto con le superfici, quasi fosse sospeso su delle piccole e momentanee nuvole.
    La seconda cosa evidente era che aveva una formazione marziale di qualche tipo: Ryugi stava iniziando a studiare alcuni stili, per affinare il suo controllo delle Vampe, e riconobbe dei movimenti che niente avevano di casuale nella scimmietta, fino alla guardia in cui si portò, osservando la genin e l'altro uomo del clan Nekki.

    Alla fine, dopo qualche attimo ancora di diffidenza, la creaturina si presentò: Akayuge.
    Ryugi sorrise: PPp pia...piacere, io sono Ryugi., disse ispirando a fondo per ridurre la balbuzia.

    Quello che fece poco dopo Akayuge un pò sorprese la kunoichi: in un modo tutto suo, anche la scimmietta comunicava con il chakra, non parole scritte, forse era troppo complicato, ma mediante immagini.
    Oltre una lieve nota d'ansia, quando il prezioso tavolo della madre venne usato come pergamena per scrivere, in Ryugi si acuì la curiosità per quelle immagini.
    Ci volle qualche istante per riconoscere ciò che stava disegnando: Un Fuoco?, si chiese la kunoichi, prima di rendersi conto che non c'era niente ad alimentarlo.
    E' un simbolo generico di una fiamma, o sta disegnando le vampe del mio clan?, fu il dubbio, considerando come avesse reagito tanto alle abilità di Ryugi stessa, quanto a quelle del padre.

    Le ulteriori immagini, però, raccontavano una storia diversa: la fiamma era circondata da linee diagonali da ogni parte, ma sembravano non toccarla.
    La fiamma è stata attaccata, ma gli attacchi non la raggiungono?
    Poi ci fu un terzo disegno, stavolta tante mani che si dirigevano verso la fiamma e degli occhi minacciosi.
    Qualcuno vuole prendere la fiamma?
    A quel punto, Akayuge parve quasi impazzire, o meglio, mimare una serie di scontri, o almeno tali le parvero, finché non cadde, in modo forse esageratamente vistoso, al suolo.

    Finita quella bizzarra narrazione, la scimmietta iniziò ad indicare i due: Le vampe forse?, poi ci ripensò e le sorse un dubbio.
    Puntò la mano destra verso il primo disegno: Questo non... questo è, ed una vampa sorse dall'altra mano, Un fuoco dididi diverso?, chiese alla scimmietta, usando la fiammetta per dare ritmo alle parole, mentre puntava la mano sugli altri disegni.
    Il ffff fuoco era pppp poten... no, il fuoco era pp protetto?, si corresse, considerando quello che anche l'altro aveva mimato, Tanti vvv volevanoo il ffff fuoco., continuò, per poi indicare Akayuge.
    Voi lo aaaa avete pppp protetto, ma è... siete statatsta stati scosco sconfitti?, chiese infine, prima di guardare se stessa e l'altro Nekki nella stanza, E vuoi l'aiuto delle nooooo nostre Vampe?, domandò ancora.

    Se avesse avuto una reazione positiva dalla scimmietta, Ryugi ci avrebbe riflettuto, osservando Akayuge, che sembrava guardare con stupore il deserto.
    Non conosce la sabbia?, valutò, per poi voltarsi verso il compagno di clan che aveva portato fin lì la scimmietta.
    Lo aaaa avete trotrotro trovato a NNNN Nord ddi Oto?, chiese all'altro, mantenendo gli occhi su Akayuge, Ssss sembra ccc confffufufufu confuuuso da ckkkkqkqkk qui., aggiunse, rivolgendo un cenno alla sabbia che si vedeva oltre la finestra del soggiorno, Ffff fofofofofo forse è ddddd di Oto?, continuò la giovane Nekki, facendo un ragionamento mentale.
    Non so molto del villaggio del Suono, ho letto qualcosa su serpenti ed altri rettili, come creature tipiche dei suoi abitanti, ma le scimmie?,quindi guardò alle incisioni nel tavolo di legno.
    Dubito sappia leggere una mappa, ma saprà tornare a casa., ipotizzò ancora, voltandosi verso l'altro Nekki, Aaaa asppppp aspetta qui con lui.

    Si allontanò qualche minuto, cercando un oggetto nella propria camera, per poi tornare in salotto e posizionarlo sul tavolo, vicino al primo disegno della fiamma.
    Era una mappa di una parte del continente.



    Ci vvv vorranno ttt tre giorni fino ad Oto., considerò la giovane Nekki, poi guardò Akayuge, Forse di più?, aggiunse perplessa.
    Possiamo risalire per il Paese dei Fiumi, passando dalla capitale, quindi attraverseremmo il Paese del Fuoco e da lì arriveremmo al Riso, eviteremo i villaggi ninja, ma ci fermeremo nelle piccole città lungo la strada., si bloccò a guardare nuovamente la scimmietta, Poi dovremo affidarci al suo senso dell'orientamento.
    Dopo quelle considerazioni, la giovane Nekki cercò del cibo per Akayuge: frutta fresca e qualche tipo di frutta secca che avesse in casa, per poi voltarsi verso il compagno di clan.
    Ttt.... stai con lui per mmmm mmm, piccola pausa, meno di uuuuuu, altra pausa, ttt totorno presto., disse spiegare alla scimmietta di aspettarlo con dei cenni, porgendogli un pò di frutta fresca da mangiare

    La kunoichi, teoricamente, si sarebbe sbrigata in pochi minuti: aveva già preso alcuni giorni di permesso dai suoi impegni nelle squadre speciali, pensava che li avrebbe occupati in casa, curandosi delle faccende domestiche (come già accennato), ma l'arrivo di Akayuge e quella strana storia l'avevano incuriosita, così, si preoccupò di avvisare una vicina di casa, nonché membro del clan, di dare un sguardo alla loro residenza, prima di sistemare le proprie cose per la partenza.

    Avrebbe viaggiato relativamente leggera: dei cambi d'abito per se e qualcosa, recuperato da vecchi cassetti, per la scimmietta, abiti più pesanti di quelli sunesi, ma d'altronde per lei ogni clima era più rigido di quello casalingo.
    Un pò di frutta secca, dalla dispensa, per Akayuge e qualche altra forma di cibo, carne secca ed inscatolati, per se e per l'altro membro del clan che li avrebbe dovuti accompagnare almeno fino ai confini del Paese del Riso.

    Quando fu pronta, recuperata la mappa, si riavvicinò alla piccola creatura, cercando di catturarne l'attenzione, quindi, usando la mano destra, indicò prima se stessa, Ryugi..., poi verso il primate, Akayuge..., quindi l'altro Nekki nella stanza, dopo, con l'indice puntò sulla mappa alla posizione di Suna, Qui... oooo ora., disse.

    Poi, con indice e medio mimò delle gambe che si muovevano, disegnando un percorso sulla mappa fino in prossimità di Oto, batté due volte sulla stessa, poi, continuando a mimare delle gambe che camminavano, si stacco dalla mappa ed arrivò fino alla fiamma incisa sul legno.

    Attese una reazione della scimmietta e, a meno che non fosse stata particolarmente contrariata e distruttiva, la kunoichi avrebbe offerto alla creaturina di saltarle in braccio, per poi recuperare lo zaino e prepararsi a partire: c'era da vedere fin dove li avrebbe portati quel viaggio, di sicuro, la prima tappa l'avrebbe indicata l'uomo della scorta paterna, il punto dove avevano trovato Akayuge.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,993
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    La Taverna

    III




    L’Hokage annuì alla domanda di Mai, intenzionato a non nascondere nulla a meno di rischi inammissibili per l’incolumità di qualcuno.

    Si, pare così.
    Però per qualche motivo sei andata via, o forse sei stata portata a farlo.
    Non è per forza negativo, a volte succede di doversi allontanare dalla propria terra d’origine, ma nel mondo dei ninja è raramente qualcosa di positivo, soprattutto per chi comanda, tra il voler tenere i segreti e tutto il tradimento di ninja influenti è sempre un mezzo disastro.


    Aveva già fatto una scelta e soppesato il risultato di quelle azioni, e decise che, col rischio che queste potessero emergere autonomamente era bene essere presenti in modo da gestirne i risvolti e dare le giuste motivazioni a quella sorta di prigionia a cui era stata silenziosamente condannata.
    Non espresse particolari preoccupazioni quando le riferirono dell’attuale status dell’ex Kurotempi, aveva già vissuto qualcosa di simile con Youkai dopotutto, venir privati del passato generava non poca curiosità verso di esso, era come aver la possibilità di riscoprire se stessi, quasi di conoscersi una seconda volta. L’hokage però sapeva anche che l’estrema adattabilità dell’essere umano lo rendeva in grado di rigenerare la mente anche da un frammento quasi inesistente, adattandosi al nuovo ambiente per prosperare, e Konoha era il luogo dei legami, non dell’arrivismo o del rigore marziale. Konoha era un posto per purificare l’anima a patto di accettare di essere insufficienti da soli.
    Il viaggio iniziò senza troppi problemi, tutto sommato era quasi paragonabile ad una gita se Mai non avesse dato dei segni particolari che gli fecero ripensare a quanto lontano fosse l’orizzonte a cui i suoi collaboratori gli avevano detto che guardava. Fu quella la ragione che lo spinse, durante una pausa a fermarla prima che si mettesse in meditazione.

    Mei, cosa stai facendo?

    Sapeva cosa stava facendo, poteva percepire in qualche modo quel chakra grazie al suo legame con i draghi e dopo un po' di tempo divenne palese anche per qualcuno affetto da importanti deficit cognitivi.

    So che sei curiosa.
    Anche io mi son ritrovato a dover ricostruire frammenti del mio passato.
    Ma devi essere prudente, e non lo sei affatto.
    Tu non ti stai vedendo dall’esterno ma la tua meditazione non sta andando bene.
    Ti ho vista assumere tratti da primate, probabilmente perché stai ripercorrendo le orme sbiadite dell’addestramento con i babbuini se ti lasciassi abbastanza tempo in breve ti ritroveresti a fare da arredamento termale, il chakra naturale trasforma in pietra se deviato e io non possiedo gli strumenti per invertire quel processo.


    Se si fosse opposta avrebbe scosso la testa.

    Non ti sto dicendo di fermarti, ti sto dicendo di aspettare, non manca tanto.
    Credere che non si sbaglierà perché non si è ancora sbagliato è stupido.
    Il chakra naturale fluttua, così come il tuo stato di meditazione, se uno dei due eccedesse la discesa sarebbe ripida e improvvisa.
    Pazienta, stiamo molto probabilmente andando dai tuoi maestri.


    Sapeva che ci sarebbe stata della recalcitranza, alcune persone nascevano con un eco dentro, quello del richiamo della natura.

    Vuoi allenarti?
    Impara ad ascoltare quel richiamo senza avvicinarti ad esso.
    Non è esattamente una trappola, niente nella natura lo è, ma come alcuni animali si ubriacano mangiando troppi frutti tu diverrai pietra se ti avvicinerai a quel chakra senza una guida.
    Se ti abitui a seguirlo cosa succederà quando ti chiamerà durante la notte quando dormi?


    Lasciò immaginare a lei la sensazione di non risvegliarsi perché tramutata in peitra.

    Curioso come entrambe le cose siano Ebrezza.

    Lasciò quel commento divertito a conclusione dell’argomento, sperando di averlo chiuso senza risultare troppo soffocante, era importante mantenere un equilibrio, in caso contrario avrebbe ottenuto risultati diametralmente opposti a quelli sperati.

    Perché, cosa ti interessa?

    Disse illuminato dalle fiamme placide del fuoco, parlava mentre con abilità lo rimestava, ossigenando la parte bassa dei tronchi in modo che le fiamme si alzassero dandogli vividezza.

    Non so quanto io sia stato chiaro Mai, il nostro incontro non è stato pacifico.
    Non per colpa tua, ma quel pazzo che ti accompagnava non era certo un tozzo di pane ed in un modo o nell’altro collaboravi con lui per deturpare la terra.
    Io… mi son detto di averti salvata, e me lo dico perché in te ho visto purezza, bontà e un ingenuità che veniva sfruttata a tua insaputa.
    Ma se avessi mentito a me stesso?
    Sono solito valutare bene le mie azioni, quindi sono anche certo di ciò che ho visto, ma se adesso scoprissi di essermi sbagliato, cosa faresti?

    Era una domanda estremamente difficile, ma era anche l’unica a cui Raizen dovesse dare risposta, fin dal primo giorno. Dovette però pensare meno altruisticamente per un momento e ammettere che se qualcosa doveva venire a galla era bene che lo facesse quando la situazione era ancora controllabile. Per quanto positivo potesse essere un incontro con i babbuini lui rischiava di essere solo contro un esercito, certo le cose sarebbero dovute andare nel peggiore dei modi, ma tendevano a farlo.
    Quale che fosse la risposta avrebbe indicato lo spazio di tronco accanto a lui.

    Siediti qui.

    Quando l’avesse fatto le toccò la fronte cercando di riprendere il filo di quel ricordo.

    Chi ti diede quel coprifronte?
    Come vivono i macachi?
    Come combattono?


    Erano domande ampie e idealmente ben radicate nel suo passato, non sapeva cosa avrebbero riportato dalla sua memoria ma era pronto a tutto, per il momento avrebbe evitato la parte del tradimento, molto probabilmente era in quell’evento che stava una delle ragioni per cui si era unita a Kurotempi quindi era meglio sondarlo con metodo.

    [...]

    La locanda era un luogo tranquillo, ma non privo di sorprese.

    Metti giù quel dito Mai.

    Disse mettendoci sopra l’ampio palmo.

    Non sappiamo con chi abbiamo a che fare, per ora.
    Parla a mezza voce e solo con me.


    Si voltò quindi dall’oste.

    Buon uomo.
    Un boccale del vino più rosso che avete la più grande delle porzioni di carne insieme a uno stufato rovente e un acqua e miele.


    Avrebbe fatto strisciare sul bancone almeno cento Ryo in più rispetto al costo di quelle pietanze.

    E qualche voce di corridoio sui ragazzoni delle sorgenti termali, dove alloggiano e per quanto restano.
    Se avete una stanza disponibile con due letti la prenderemo per una notte occupandola adesso stesso.
    Ovviamente noi non siamo mai entrati in questo bar e lei non ci ha mai visto.


    Attese reazioni suggerendo in caso di portare le risposte alle sue domande insieme al pasto nella camera ritirandosi quando gli fosse stata assegnata, meno si facevano vedere meglio sarebbe stato.
    Abbandonato il bancone si preoccupò di lasciare ben visibile all’oste una moneta piegata due volte su se stessa con una certa cura e precisione. Probabilmente era bene non costringerlo ad usare quella manualità per altri lavori.



    […Suna To...?]



    La scimmietta sapeva di dover ascoltare con estrema attenzione quando una di quelle creature glabre parlava, non riusciva ancora a capirli troppo bene e gli ci voleva ogni oncia del suo giovane cervello per comunicare efficacemente. Annuì energeticamente quando gli venne chiesto se la fiamma era un fuoco diverso, con le mani che ad ampi gesti identificavano qualcosa di grande, potente, di prezioso.
    Si portò infatti le mani al petto dopo quei gesti, per loro la fiamma era importante.
    Quando la richiesta di Ryugi virò sul loro aiuto la scimmietta annuì e aggiunse qualche scarabocchio al suo disegno. Una freccia che dalla fiamma inestinguibile scendeva ad indicare una seconda fiamma più normale, senza intemperie attorno, connessa poi a Ryugi con un altra freccia e anche ad un simpatico autoritratto della scimmia. Erano accomunati dal fuoco.

    Si, scendeva verso sud, ma non sappiamo di preciso dove fosse diretto e tantomeno da dove venga.
    Però sembra sapere il fatto suo.


    Accettò di far compagnia al primate mentre Ryugi andava a prendere del cibo per lui, che sembrò gradire anche se prediligeva la frutta essicata, per lui erano letteralmente caramelle, nel suo mondo fatto di prodotti non conservati non esisteva niente di così dolce.
    Il momento della mappa fu invece più problematico, disposta la cartina sul foglio la scimmietta la osservò a lungo e sembrò anche capire chi era cosa e giunto il momento di interagire con la carta, che sapeva essere assai più delicata del legno, iniziò a disegnare.
    :
    )
    Solo una volta finito l’ultimo arco sembrò ricordare un dettaglio.
    -
    C’era poco da interpretare, Akayuge non sembrava aver compreso di preciso cosa avesse davanti. :-)
    Forse però l’assenza della mappa non era un gran problema, la piccola era arrivata fino ad un certo punto delle terre otesi, riportarla lì poteva forse farle ritrovare la via di casa, nessun animale si serviva delle mappe dopotutto, eppure sapevano bene dove mettere le zampe quando migravano.
    Il viaggio non fu fonte di imprevisti, anche se era evidente dai suoi comportamenti che il piccolo macaco era un cucciolo era educato anche se estremamente curioso e per quanto elementare la sua conoscenza delle arti del suo clan la rendeva in grado di difendersi da praticamente ogni tipo di minaccia eccezion fatta per animali fuori scala come tigri o orsi.
    L’unico comportamento curioso furono le indicazioni sulle quali ogni tanto il Macaco si mostrava categorico, tirando, indicando e quando impellente spiegare le sue ragioni, disegnando la solita fiamma, distinguibile dalle altre per le sue curve voluttuose, quasi spirali, nutrite da un influenza esterna. Non succedeva spesso, ma nelle pause notturne era una costante anche se si interrompeva quando venivano riportati su un percorso leggermente più impervio ma più diretto.
    Sarebbe stata la scorta di Ryugi a trovare per la strada delle impronte alcune minute ma ben distinguibili e delle seconde con il contorno quasi impercepibile ma molto più grandi. Era una strada battuta se ci si muoveva a piedi quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi a prescindere da chi incontravano se si facevano gli affari loro, anche perché erano certi che Akayuge voleva condurli per quella strada.
    Muovendo verso Nord intanto il clima iniziò a farsi più frizzante e le notti abbastanza fresche da richiedere coperte o un fuoco, tranne per il macaco che durante la notte emetteva un tiepido vapore tutto attorno a se, la mattina sembrava svegliarsi affamato, ma la notte non era un problema.
    Superata la zona in cui il macaco era stato ritrovato, anche se erano lontani svariati chilometri dalla strada presa dalla guardia, la piccola scimmia parve avere qualche dubbio. Era freddo ma casa era a sinistra ed era ancora lontana, mentre il villaggio con la fiamma che pareva aver guidato la scimmietta a destra.
    Dove andare, cosa fare?
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline

    Riflessioni ed Ostacoli

    Fra scimmie e ricordi



    [Il Viaggio da Konoha]

    Se il commento sulla perdita del coprifronte era passato senza particolari repliche, forse complice il momento di sorpresa e confusione, dopo l'acquisizione di quei primi ricordi, Raizen avrebbe potuto notare, quando erano ormai in viaggio, che Maitsuki non fu altrettanto remissiva quando lui si oppose alle sue "pause meditative".

    Alla domanda del Decimo, infatti, Mei si fermò un attimo, confusa, forse dal tono più che dal quesito di per se: Cerco di concentrarmi, di ricordare qualcosa, sento... sento di essere vicina a Sun Wukong, così., avrebbe cercato di spiegare.
    Probabilmente, in quel momento, Raizen riteneva di aiutarla con le sue parole, ma alle orecchie di Maitsuki quelle erano ammonizioni, rimproveri persino, come lo sguardo di lei, che si andava adombrando, avrebbe potuto testimoniare.
    Certo, Mei stessa fece un leggero movimento indietro con le spalle, portandosi le mani al viso, quando la Montagna di Konoha le disse che i suoi tratti stavano assomigliando a quelli di un primate.
    Non capisci..., avrebbe debolmente obiettato, mentre l'Hokage iniziava a parlarle di chakra naturale e le suggeriva di pazientare, poiché avrebbero presto raggiunto le creature che l'avevano addestrata nel chakra naturale.

    Ma io così mi sento più vicina a Sun Wukong, vorrei ricordarlo, vorrei ricordare la mia vita passata!, protestò, forse con un tono che, in qualche modo, avrebbe ricordato quello di Youkai: quello di un bambino viziato, che non vedeva il pericolo delle proprie azioni.
    Probabilmente, da quelle parole e dai modi, non conoscendone il passato, sarebbe stato difficile collegare Maitsuki ad una Calamità di Kurotenpi.
    Malgrado le sue rimostranze, comunque, Mei ascoltò le parole di Raizen e fece anche un cenno affermativo sul suggerimento di ascoltare il chakra naturale senza farne uso.
    Anche se, a valutare attentamente le rimostranze che la donna aveva portato fino a quel momento, poteva essere chiaro che la "Calamità" non voleva riprendere ad usare il chakra naturale di per se, né cercava il potere, semplicemente, lo stava facendo per sentirsi più vicina a Sun Wukong in quel modo.

    [...]

    Quella sera, quando Maitsuki chiese di poter investigare nuovamente sui suoi ricordi, la replica di Raizen le fece, ancora una volta, nascere una nota di rimostranza sul viso, Mi interessa sapere chi ero, chi sono! Da dove vengo!, protestò, con un tono deciso, ben più del solito.
    Malgrado la sua protesta, la natura della donna che l'Hokage aveva salvato era molto più timida e pacata di quella di molti altri suoi soliti interlocutori, quindi ascoltò le obiezioni del Decimo e rifletté sulle parole che le disse.
    Dallo sguardo di Mei si poteva capire che fu colpita, forse fu l'accenno alla possibilità che lei stesse facendo del male alla natura, oppure fu la minaccia inespressa? O la richiesta di una sincera risposta da parte della donna?
    Io... io non lo so, io non so chi sono. Ero una persona cattiva? O ero semplicemente una sciocca che si è fatta ingannare da qualcun'altro? Vorrei ricordarlo, Raizen, davvero.
    Vorrei avere una risposta per te.
    So che mi hai aiutato, accolto, quand'ero confusa e sola, disarmata.
    Forse altri ninja non avrebbero avuto pietà di un nemico confuso, ma tu mi hai trattata prima di tutto come una persona e, spero, se anche scoprissi di essere ciò che temi, che resti abbastanza di me da non fare male a chi mi ha aiutato.
    , fu la risposta sentita della donna, dopo alcuni secondi di silenziosa riflessione.

    Quando poi la Montagna di Konoha accettò di guidarla in una nuova investigazione mentale, Mei sorrise, accettando di seguire i metodi dell'altro per recuperare altri ricordi.

    La prima domanda avrebbe mostrato una Mei molto più giovane, una bambina circondata da altri bambini, tutti in fila, con un uomo alto ed avanti negli anni che gli mostrava alcune tecniche basilari.
    Raizen avrebbe rivisto strascichi di quelle che erano lezioni di un qualche insegnante con il coprifronte delle Sorgenti Termali, lo stesso insegnante che avrebbe poi osservato Mei compiere la tecnica della moltiplicazione, prima di darle il suo coprifronte.

    Le successive due domande, invece, avrebbero offerto più informazioni, più dettagli.
    Di nuovo avrebbero visto la foresta circondata dalle terme, scavate in una montagna innevata, un luogo dove vivevano decine di macachi, che si muovevano nella vita di un piccolo villaggio rurale, ai piedi del piccolo castello costruito nel cuore della montagna stessa.
    I ricordi avrebbero mostrato primati in armatura da samurai, ma anche altri, con abiti più semplici, intenti a coltivare la terra, interagire fra loro, accogliere ospiti di altre razze (in fondo, Raizen stesso sapeva che persino i draghi avevano avuto interazioni almeno con le lucertole).
    Un flash avrebbe mostrato Sun Wukong intento a compiere la cerimonia del thé in onore di Mei stessa, in seguito, un ulteriore ricordo avrebbe rivelato che la fuggitiva del Paese delle Sorgenti stava curando alcune scimmie ferite con le sue doti mediche.
    Alla terza domanda, si palesò Sun Wukong intento ad addestrare altri Macachi: alcuni combattevano in armatura, usando armi di vario genere, altri sfruttando dei particolari stili di arti marziali, eseguendo complessi kata di allenamento.
    Un nuovo ricordo mostrò Sun Wukong sfruttare dei hyoton, combinandoli con le abilità di manipolazione della lava della Terumi stessa.
    Infine, avrebbero visto il giovane macaco guidarla nell'apprendere i misteri del chakra naturale.

    Quando l'investigazione mentale si fosse interrotta, Maitsuki sarebbe stata evidentemente più serena, quasi commossa: Io vivevo fra di loro, era la mia casa., fu il suo commento, prima di voltarsi, leggermente sorpresa, verso Raizen: Sputavo lava dalla bocca? E' una tecnica ninja? Mi puoi aiutare a ricordarla?, avrebbe chiesto quasi divertita.

    [...]

    La reazione dell'Hokage, quando Mei indicò il gruppetto di ninja nella locanda, un pò la sorprese, ma non parve offenderla, scrutò verso la Montagna di Konoha con titubanza, preoccupazione persino, specie quando quello le suggerì di parlare a mezza voce.
    L'oste, dal canto suo, un omino calvo e dall'aspetto anonimo, guardò il gigante che gli chiedeva cibo, un pò intimorito dalla stazza dello stesso, per poi avere una nota di sorpresa nello sguardo, quando accennò ai tizi delle Sorgenti Termali e chiese di loro.
    Ehm, vede..., balbettò appena, ma le successive indicazioni dell'Hokage, lo portarono ad un cenno affermativo del capo.
    L'ultima stanza al piano superiore, in fondo al corridoio., avrebbe poi detto, alla richiesta della stanza, porgendo loro una chiave.

    La "locanda" era, in effetti, un edificio composto da un piano terra ed uno superiore.
    Quello superiore aveva, come poterono scoprire una volta salite le scale, sei porte, che davano, verosimilmente, su altrettante camere.
    Una di fronte alle scale, quattro poi divise sui due lati e, infine, una all'estremità opposta del corridoio.
    La camera, una volta entrati, si sarebbe rivelata semplice, comoda e spaziosa: probabilmente l'oste, forte della scarsità di turisti in quel piccolo ed anonimo villaggio, fra i primi del Paese del Gelo, aveva preferito offrire più comodità agli ospiti, che averne un maggior numero.
    La stanza aveva anche una piccola area più privata, un bagno ricavato, semplice e minuscolo, probabilmente Raizen avrebbe avuto difficoltà ad usarlo senza ritrovarsi con un forte mal di schiena, ma per Maitsuki sarebbe stato sufficientemente comodo.

    Quando l'oste si fosse presentato dopo circa mezz'ora, con il cibo e le bevande richieste, avrebbe anche dato risposta alle domande dell'Hokage: I tre uomini delle Sorgenti Termali sono qui di passaggio, sono arrivati ieri, hanno fatto dei rifornimenti di provviste in alcuni negozi della cittadina e dovrebbero ripartire domani.
    Pare che siano diretti verso la zona delle montagne: alcuni abitanti dell'entroterra sono fuggiti, ma non so bene da cosa, so però che alcuni hanno superato i confini del nostro paese ed ora si sono mossi verso il Paese delle Sorgenti Termali.
    , avrebbe spiegato l'oste.
    A meno di domande più dirette e precise, comunque, l'uomo avrebbe poco fornire pochi dettagli in più, in fondo, non era un ninja o un politico, sapeva quello che sentiva dire dai viaggiatori, chiacchierandoci, o origliando.
    Quale poteva essere la causa di quei problemi? Il Gelo era vicinissimo al Paese del Fulmine, quindi ai Cremisi: quali erano i rapporti politici fra i due paesi?
    Se Kumo aveva invaso l'Erba, doveva, per forza di cose, essere passato dal Gelo? Oppure avevano marciato in un altro modo?
    O, magari, il problema non aveva niente a che fare con i servitori del Veterano?

    In ogni caso, un pò intimorito, l'oste avrebbe aggiunto un ultimo dettaglio: I tre uomini hanno pagato una stanza fino a domani. Dormono al vostro stesso piano, nella prima stanza all'ingresso dalle scale ed a quella adiacente. Si sono divisi fra le due camere., si scusò quasi nel dare quest'ultima informazione, con un leggero inchino.

    Quando l'oste lasciò la stanza, Maitsuki si sarebbe riavvicinata alla Montagna, erano evidenti sul suo viso una certa diffidenza, preoccupazione.
    Giorni fa, mi hai accennato che abbandonare un villaggio non è sempre una cosa negativa, ma temi che nel mio caso ci siano dei problemi?
    I ninja con quel coprifronte potrebbero volerci fare del male? Perché? Forse potremmo scoprirlo dai miei ricordi?
    , propose, a metà fra la curiosità ed il timore.

    Cosa avrebbe deciso di fare l'Hokage? Tanto per la richiesta della smemorata compagna di viaggio, quanto per i tre shinobi poco distanti da loro e la loro misteriosa missione.

    [Il Viaggio da Suna]

    La nostra giovane Ryugi osservava le risposte di Akayuge: la piccola scimmietta confermò l'importanza della fiamma nelle sue rappresentazioni ed il fatto che le servisse l'aiuto della kunoichi dei Nekki, per qualsiasi cosa fosse successo a quella "Fiamma".
    Certo, il fatto che per dare quelle ulteriori risposte la scimmietta pensò bene di dilaniare ulteriormente il tavolo della madre, fece preoccupare Ryugi per quando l'altra lo avesse scoperto, ma al momento c'erano problemi più pressanti ed urgenti.

    La mappa non risultò essere particolarmente utile per farsi capire sulla strada da fare, il ché comunque non si rivelò un problema, per quanto inizialmente quel sorriso dipinto fra le varie nazioni non aiutasse la tranquillità di Ryugi sul viaggio che li aspettava.

    E proprio durante il viaggio, la giovane Nekki notò alcuni dettagli relativamente ad Akayuge.

    Il più rilevante, che inizialmente la kunoichi non sapeva definire, fu il modo di fare, certe volte categorico, di quella scimmietta sul percorso da prendere.
    Furono i disegni della Fiamma, dopo i primi due cambiamenti di percorso obbligati, a farle sorgere un dubbio: Ci sta facendo seguire una scorciatoia?, il ché, in effetti, poteva anche avere senso, ma portava nuove domande.
    La strada si rivelò essere una strada battuta, con impronte, Akayuge, quindi sapeva di una strada da prendere che era "usata da persone"?
    Questo era il dubbio della nostra kunoichi: quel tratto, da Suna ad Oto, era lo stesso fatto, seppur in senso contrario, che Akayuge aveva fatto da svenuto, dopo l'incontro con il padre della nostra giovane Nekki.

    Avrebbe, in tal senso, posto una domanda alla guida che le aveva portato il piccolo macaco: Aaaaa aveaveaveaveaveave..., piccola pausa, Avevi deeetto che ha dododododododo, ulteriore pausa con un leggero sbuffo, dormito dal vvvvv vostro incontro?, chiese, con una leggera fatica.
    Se la guida le avesse confermato quanto le era stato detto in precedenza, durante una delle pause, Ryugi si sarebbe rivolta alla scimmietta, magari dopo averle dato altra frutta secca, siccome le piaceva così tanto.
    Akayuge, sussurrò dopo alcuni respiri per controllare la balbuzia, Strrrrr strada..., continuò, indicando per terra e facendo un cenno di camminare con le dita delle mani.
    Chi mmmmmm momomomo, piccola pausa, mostrato a te?, chiese, mentre con le mani indicava prima la scimmietta, poi l'ambiente circostante nella direzione che aveva voluto prendere proprio il macaco.

    Se in questo tratto era addormentato e se, soprattutto, non conosceva la sabbia di Suna, lui non sapeva, apparentemente, dove lo avrebbero condotto, ma in qualche modo voleva l'aiuto del mio clan? O semplicemente aveva dei ricordi che lo conducevano su questa strada, fino ad un certo punto. Ha seguito qualcuno in precedenza su questo percorso?, si chiese fra se, temendo ad articolare un discorso così complesso con una creatura tanto piccola e, alla fine, inesperta nel dialogo.

    Quale che fosse stata la possibile risposta del macaco, la nostra giovane amica nell'osservarlo durante il viaggio ebbe comunque un'ulteriore conferma delle basi marziali della creaturine da talune movenze, oltre che dal modo di sostenere il peso del corpo.

    L'ultima particolarità del macaco, forse la più curiosa, Ryugi poté notarla quando le temperature iniziarono ad abbassarsi: di notte il corpo di Akayuge sembrava rilasciare calore, ancora una volta sotto forma di vapore.
    Forse lo fa istintivamente per equilibrare la temperatura corporea?, si chiese, riflettendo, nel momento in cui notò quel dettaglio a come quel macaco fosse differente dalle prime scimmie che lei aveva incontrato.

    Perché, probabilmente, ricorderete che una delle prime missioni della nostra neopromossa genin (ai tempi) fu assieme allo Spadaccino pazzo di Oto contro un gruppo di scimmie (scimpanzé per lo più) che stavano assalendo dei villaggi agli ordini di un certo "Kan".
    Una vecchia storia, per quanto, la kunoichi trovava quasi ironico come, ai tempi, avesse risvegliato proprio contro degli scimpanzé le abilità del clan Nekki, ed ora quel piccolo Macaco fosse giunto fin da lei in cerca di aiuto.

    Quelle le considerazioni che durante i giorni di viaggio passarono per la mente di Ryugi, finché, arrivati in prossimità di dove il gruppo con i genitori aveva trovato la scimmietta, Akayuge si fermò.
    Che succede?, si chiese la giovane Nekki, guardando quella che poté valutare come confusione nel macaco.
    La kunoichi, allora, si sarebbe abbassata fino a guardare in viso la scimmietta ed avrebbe aperto la mano destra, rivelando una piccola vampa: Akayuge,, avrebbe esordito, mantenendo il respiro in equilibrio con la vampa stessa, Vuoi aaaa andddare alla Fiamma? Non ti ririririri ricordi la ssss... strada?, si fermò per pensarci un attimo.
    Fino a questo momento è sempre stato sicuro, forse, per quanto sappia la strada, c'è un altro motivo? Ha più opzioni?
    Dove vvvv vuoi aaa andare?, chiese, mentre sollevava la mano libera, prima di avvicinare la vampa, Fiamma, oooo oppure?

    Spenta quindi la vampa nella mano destra, avrebbe offerto la sinistra al Macaco, Gugugugu guidaci tu., propose con un cenno che cercava di trasmettere fiducia e sicurezza alla creatura.


    Edited by Shiltar Kaguya - 20/4/2024, 19:45
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,993
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Bivio

    IV




    Raizen annuì alle parole di Mei, comprensivo. Ed è giusto, ma se abbiamo la certezza che il tuo obiettivo verrà raggiunto in un paio di giorni perché dovremmo rischiare? Di sicuro due giorni non ti uccideranno, neanche una quarantina d’anni visto che la curiosità non ha mai ucciso nessuno, ma insomma, ci siamo capiti. Se qualcosa andasse storto dopo potrai sperimentare come meglio crederai, ma per qualche giorno meglio essere prudenti. Sospirò. Ti capisco Mei, sono un drago ogni volta che uso le mie tecniche, capisco che la natura abbia una voce calda e affettuosa, ma ci avvicineremo, vedrai. Sorrise. La tua mente sembra che abbia avviato un processo che non vuole fermarsi, e l’ho innescato sapendo che sarebbe potuto accadere, non voglio privarti dei ricordi, voglio riconsegnarteli con prudenza. Gli porse una tisana fatta di erbe di bosco, agrumata e balsamica. Sai cosa è prezioso in missione? Prese un sacchetto rovistando sul fondo delle tasche, al suo interno aveva frammenti di qualcosa, simili a pietre opache. Lo zucchero, e ancor di più i dolcificanti. Il cervello spesso si preoccupa solo perché sente fame e i benefici psicologici della dolcezza vengono sottovalutati. Tranne che dagli Akimichi. Mise due pietruzze nell’infuso e dopo averlo mescolato il sapore era una curiosa via di mezzo tra l’arancia e il ginepro. Assai complesso dire dove avesse raccattato gli ingredienti, ma pur non essendo miracolosa era rilassante. La notte successiva la discussione si ripresentò, ma percorrere quella strada anziché rasserenarla sembrava metterle più fretta, abituato dai vizi di Youkai riuscì a distendere un moto di rabbia con un respiro accompagnato dalle mani che mimavano l’ingresso e l’uscita dell’aria, facendolo scendere a patti. Credo che sarà una tua scelta, a prescindere dal passato hai vissuto anche il presente, a meno di impensabili contraddizioni spero non sarà una decisione difficile. Trovando un punto di incontro riuscirono ad accordarsi per una seconda seduta di indagine mentale. Non trovarono particolari sorprese inizialmente, sembrava essere la vita di una normale Kunoichi addestrata in una struttura più modesta di quella accademica ma con regole similari. Le domande successive invece permisero di avere uno sguardo sulla vita delle scimmie che pareva essere molto più umana di quanto ci si potesse immaginare, i primati infatti avevano una piccola società e per quanto tutti fossero in grado di combattere al livello di almeno un genin ben addestrato non facevano esclusivamente quello, coltivavano e costruivano e quando ne avevano l’occasione si dedicavano alla reinterpretazione della natura, facendo arte. L’unica cosa che pareva mancare era un corpo di polizia quelli che sembravano essere guerrieri specializzati infatti non si occupavano di risolvere dispute interne. Altro elemento importante che si potè vedere riguardava Sun Wukong, sembrava essere un titolo più che un nome proprio. Era il nome proprio di un grande eremita, e se i babbuini erano un antico clan di creature ninja lui era ancora più vecchio, il suo talento e la sua capacita di concentrazione erano tali che riusciva a studiare il chakra eremitico senza la guida di alcuna creatura. La pratica però lo avvicinò inevitabilmente ai primati, anche fisicamente, e iniziò a trasmettere loro le arti ninja fino a quando non si avvicinarono così tanto alla linea di separazione tra uomo e animale da essere quasi indistinguibili. I macachi erano grati a quell'uomo, così tanto da reputarlo come il primo del loro clan e dare il suo nome a chiunque fosse degno di fare loro da guida.

    Interessante… non avevo mai sentito parlare di un individuo simile, ma considerando la natura del chakra ciò che fatto è incredibile.
    Chakra naturale e umano non hanno un ottima compatibilità come puoi intuire da quello che accade quando lo utilizziamo.


    I ricordi mostrarono anche la particolare conformazione di quella sorta di villaggio di primati, essendo loro ben poco legati al terreno per muoversi avevano costruito le case su numerosi strapiombi o su robusti alberi che vi si affacciavano rendendo necessario spostarsi con delle liane o dele solide corde. Ogni inclinazione inferiore ad un angolo di novanta gradi era una buona occasione per creare dei terrazzamenti coltivabili e a volte era possibile vedere attrezzi di foggia particolari, più adatti ad un quadrimane come lo erano le scimmie piuttosto che per degli esseri umani.
    Quell'occhiata sembrò dissetare per un po’ Mei che passò la notte senza troppe proteste.

    […]

    Il colosso ascoltò attentamente l'oste e stranamente, cosa ben rara per chiunque lo conoscesse, non ebbe ulteriori domande da porgli.

    Grazie buonuomo.
    Io e lei non abbiamo mai parlato.


    E con un cenno della mano lo salutò tornando alle domande di Mei.

    No, non temo specificatamente per te, o meglio, non eri associata a brava gente, in tanti potrebbero non averti in simpatia.
    Ma per ora non cercheremo risposte da te, non sembrano essere cattivi, anzi, proveremo a interagire.


    Terminata la cena sarebbe tornato di sotto, alla ricerca di un drink, si sarebbe dunque appropinquato al bancone chiedendo un rhum senza ghiaccio e osservando qualche secondo il gruppetto di forestieri e dopo un sorso si sarebbe avvicinato.

    Anche voi lontani da casa pare.

    Se gli avessero chiesto come poteva saperlo avrebbe indicato le persone accanto a loro intente a parlottare senza troppi pensieri mentre loro stavano curvi e tentavano di dare meno nell'occhio. A prima vista sembrava un curioso forestiero, aveva infatti nascosto le armi.

    Da bere?

    Chiese mentre il braccio indeciso chiedeva se potesse o meno chiamare l'oste.

    Anche voi siete qui per i pregiati legni delle montagne fumanti?

    Aveva letto in una cartina il nome della catena montuosa ma aveva inventato di sana pianta il pregio dei legni per capire se chi aveva davanti potesse avere qualcosa da nascondere e fingere di rivelare qualcosa su di lui in modo che sembrasse non avesse niente da nascondere. Chiedeva apparentemente per far conversazione ed in lui niente poteva far sospettare che lo facesse per altre ragioni, non sapeva ancora se Mei potesse essere un problema, quindi l'avrebbe lasciata in camera in compagnia di Kubomi su cui aveva posto per sicurezza un sigillo di comunicazione.

    […]

    L'accompagnatore rispose positivamente a Ryugi.

    Si, per tutto il tragitto, non sta andando sicuramente a memoria, ma non sembra segua degli odori, almeno io non ne percepisco di particolari, anche se ammetto che possano esserci ninja con nasi migliori non penso che una scimmietta così giovane possa fare tanto di meglio.

    La conferma porto la sunese a nuove domande, questa volta per la piccola scimmia.

    Forse una sorta di sesto senso, come quello degli animali migratori.

    Ipotizzò la scorta mentre Akayuge, compreso che i due volevano comunicare si sedette ad ascoltare con attenzione, ma più che altro ad osservare i gesti. La risposta fu sorprendente rapida il dito del primate infatti si mosse e con un espressione felice non indicò il centro del petto ma leggermente sulla sinistra: il cuore. Possibile che fosse in grado di dare quel tipo di risposta figurativa?
    O forse tra le scimmie il concetto di istinto era così comune che era normale raccontarlo. Al momento era certo che Akayuge seguiva il fuoco, sulle sue tracce era partito ed ora stava tornando, ma se aveva soddisfatto le sue esigenze e tornava a casa cosa poteva fargli sorgere un dubbio?
    Ryugi si pose esattamente quella domanda e armata di indice ed un po’ di fango il macaco fece dei semplici disegni, una faccina che rappresentava se stesso, una per Ryugi con tanto di fiammelle e una per la guardia, un po’ storta e generica.

    Ei!
    Non sono così brutto!


    Ma il macaco non se ne curò, chiedendo pazienza per la sua arte. [Arte contemporanea]
    I volti vennero disegnati una seconda volta a destra, rendendo speculare quell'opera d'arte. Leggendola da sinistra verso destra si sarebbe dunque vista una linea tutta punte con dei cerchi irregolari sotto di essa e tra i due era stata posta una casetta con una faccia scimmiesca dentro, a poca distanza la prima faccia sarebbe stata quella di Akayuge, poi Ryugi e invine la guardia. Sulla parte destra della sua opera invece si trovava la guardia, Ryugi e poi Akayuge e oltre loro una sagoma umana che stava davanti ad una fiamma, in una posa solida e marziale sulla quale rimbalzavano cose.
    Posto davanti alla possibilità di scegliere si diresse quindi a destra, scegliendo tra le due la cosa più vicina che dopo una mezz’ora di cammino si sarebbe rivelato essere un piccolo villaggio. La scimmietta parve animarsi di una frenetica impazienza caracollando per le vie ad un passo spedito e salendo su per le case con agili balzi tra i balconi, in pochi minuti setacciò quella prima porzione ed andando a tentoni giunse finalmente in una locanda fermandosi davanti ad essa ed indicando il piano superiore. Neanche il tempo per i due di chiedersi cosa fare che la piccola creatura si acquattò sulle gambe divenne per un momento rossa come un peperone e dopo uno sbuffo si lanciò come un fuoco d’artificio a vapore dentro la finestra!
    Questione di istanti che dal suo interno provvenì un gridolino, immediatamente soffocato.
    Se i due avessero seguito la scimmia l'avrebbero trovata a battere felice le mani davanti a Mei mentre questa era indecisa se essere felice o spaventata.

    E voi…chi sareste?

    Chiese esterrefatta.
    Sotto sembrava che nessuno avesse sentito niente.
    Se avessero deciso di essere dei civili e passare dall'ingresso della locanda indubbiamente avrebbero dovuto presentarsi e spiegare la situazione per accedere alla stanza


     
    .
6 replies since 25/1/2024, 23:29   214 views
  Share  
.