La Gelida ma Rovente Valle Huaguo

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    La Taverna

    III




    L’Hokage annuì alla domanda di Mai, intenzionato a non nascondere nulla a meno di rischi inammissibili per l’incolumità di qualcuno.

    Si, pare così.
    Però per qualche motivo sei andata via, o forse sei stata portata a farlo.
    Non è per forza negativo, a volte succede di doversi allontanare dalla propria terra d’origine, ma nel mondo dei ninja è raramente qualcosa di positivo, soprattutto per chi comanda, tra il voler tenere i segreti e tutto il tradimento di ninja influenti è sempre un mezzo disastro.


    Aveva già fatto una scelta e soppesato il risultato di quelle azioni, e decise che, col rischio che queste potessero emergere autonomamente era bene essere presenti in modo da gestirne i risvolti e dare le giuste motivazioni a quella sorta di prigionia a cui era stata silenziosamente condannata.
    Non espresse particolari preoccupazioni quando le riferirono dell’attuale status dell’ex Kurotempi, aveva già vissuto qualcosa di simile con Youkai dopotutto, venir privati del passato generava non poca curiosità verso di esso, era come aver la possibilità di riscoprire se stessi, quasi di conoscersi una seconda volta. L’hokage però sapeva anche che l’estrema adattabilità dell’essere umano lo rendeva in grado di rigenerare la mente anche da un frammento quasi inesistente, adattandosi al nuovo ambiente per prosperare, e Konoha era il luogo dei legami, non dell’arrivismo o del rigore marziale. Konoha era un posto per purificare l’anima a patto di accettare di essere insufficienti da soli.
    Il viaggio iniziò senza troppi problemi, tutto sommato era quasi paragonabile ad una gita se Mai non avesse dato dei segni particolari che gli fecero ripensare a quanto lontano fosse l’orizzonte a cui i suoi collaboratori gli avevano detto che guardava. Fu quella la ragione che lo spinse, durante una pausa a fermarla prima che si mettesse in meditazione.

    Mei, cosa stai facendo?

    Sapeva cosa stava facendo, poteva percepire in qualche modo quel chakra grazie al suo legame con i draghi e dopo un po' di tempo divenne palese anche per qualcuno affetto da importanti deficit cognitivi.

    So che sei curiosa.
    Anche io mi son ritrovato a dover ricostruire frammenti del mio passato.
    Ma devi essere prudente, e non lo sei affatto.
    Tu non ti stai vedendo dall’esterno ma la tua meditazione non sta andando bene.
    Ti ho vista assumere tratti da primate, probabilmente perché stai ripercorrendo le orme sbiadite dell’addestramento con i babbuini se ti lasciassi abbastanza tempo in breve ti ritroveresti a fare da arredamento termale, il chakra naturale trasforma in pietra se deviato e io non possiedo gli strumenti per invertire quel processo.


    Se si fosse opposta avrebbe scosso la testa.

    Non ti sto dicendo di fermarti, ti sto dicendo di aspettare, non manca tanto.
    Credere che non si sbaglierà perché non si è ancora sbagliato è stupido.
    Il chakra naturale fluttua, così come il tuo stato di meditazione, se uno dei due eccedesse la discesa sarebbe ripida e improvvisa.
    Pazienta, stiamo molto probabilmente andando dai tuoi maestri.


    Sapeva che ci sarebbe stata della recalcitranza, alcune persone nascevano con un eco dentro, quello del richiamo della natura.

    Vuoi allenarti?
    Impara ad ascoltare quel richiamo senza avvicinarti ad esso.
    Non è esattamente una trappola, niente nella natura lo è, ma come alcuni animali si ubriacano mangiando troppi frutti tu diverrai pietra se ti avvicinerai a quel chakra senza una guida.
    Se ti abitui a seguirlo cosa succederà quando ti chiamerà durante la notte quando dormi?


    Lasciò immaginare a lei la sensazione di non risvegliarsi perché tramutata in peitra.

    Curioso come entrambe le cose siano Ebrezza.

    Lasciò quel commento divertito a conclusione dell’argomento, sperando di averlo chiuso senza risultare troppo soffocante, era importante mantenere un equilibrio, in caso contrario avrebbe ottenuto risultati diametralmente opposti a quelli sperati.

    Perché, cosa ti interessa?

    Disse illuminato dalle fiamme placide del fuoco, parlava mentre con abilità lo rimestava, ossigenando la parte bassa dei tronchi in modo che le fiamme si alzassero dandogli vividezza.

    Non so quanto io sia stato chiaro Mai, il nostro incontro non è stato pacifico.
    Non per colpa tua, ma quel pazzo che ti accompagnava non era certo un tozzo di pane ed in un modo o nell’altro collaboravi con lui per deturpare la terra.
    Io… mi son detto di averti salvata, e me lo dico perché in te ho visto purezza, bontà e un ingenuità che veniva sfruttata a tua insaputa.
    Ma se avessi mentito a me stesso?
    Sono solito valutare bene le mie azioni, quindi sono anche certo di ciò che ho visto, ma se adesso scoprissi di essermi sbagliato, cosa faresti?

    Era una domanda estremamente difficile, ma era anche l’unica a cui Raizen dovesse dare risposta, fin dal primo giorno. Dovette però pensare meno altruisticamente per un momento e ammettere che se qualcosa doveva venire a galla era bene che lo facesse quando la situazione era ancora controllabile. Per quanto positivo potesse essere un incontro con i babbuini lui rischiava di essere solo contro un esercito, certo le cose sarebbero dovute andare nel peggiore dei modi, ma tendevano a farlo.
    Quale che fosse la risposta avrebbe indicato lo spazio di tronco accanto a lui.

    Siediti qui.

    Quando l’avesse fatto le toccò la fronte cercando di riprendere il filo di quel ricordo.

    Chi ti diede quel coprifronte?
    Come vivono i macachi?
    Come combattono?


    Erano domande ampie e idealmente ben radicate nel suo passato, non sapeva cosa avrebbero riportato dalla sua memoria ma era pronto a tutto, per il momento avrebbe evitato la parte del tradimento, molto probabilmente era in quell’evento che stava una delle ragioni per cui si era unita a Kurotempi quindi era meglio sondarlo con metodo.

    [...]

    La locanda era un luogo tranquillo, ma non privo di sorprese.

    Metti giù quel dito Mai.

    Disse mettendoci sopra l’ampio palmo.

    Non sappiamo con chi abbiamo a che fare, per ora.
    Parla a mezza voce e solo con me.


    Si voltò quindi dall’oste.

    Buon uomo.
    Un boccale del vino più rosso che avete la più grande delle porzioni di carne insieme a uno stufato rovente e un acqua e miele.


    Avrebbe fatto strisciare sul bancone almeno cento Ryo in più rispetto al costo di quelle pietanze.

    E qualche voce di corridoio sui ragazzoni delle sorgenti termali, dove alloggiano e per quanto restano.
    Se avete una stanza disponibile con due letti la prenderemo per una notte occupandola adesso stesso.
    Ovviamente noi non siamo mai entrati in questo bar e lei non ci ha mai visto.


    Attese reazioni suggerendo in caso di portare le risposte alle sue domande insieme al pasto nella camera ritirandosi quando gli fosse stata assegnata, meno si facevano vedere meglio sarebbe stato.
    Abbandonato il bancone si preoccupò di lasciare ben visibile all’oste una moneta piegata due volte su se stessa con una certa cura e precisione. Probabilmente era bene non costringerlo ad usare quella manualità per altri lavori.



    […Suna To...?]



    La scimmietta sapeva di dover ascoltare con estrema attenzione quando una di quelle creature glabre parlava, non riusciva ancora a capirli troppo bene e gli ci voleva ogni oncia del suo giovane cervello per comunicare efficacemente. Annuì energeticamente quando gli venne chiesto se la fiamma era un fuoco diverso, con le mani che ad ampi gesti identificavano qualcosa di grande, potente, di prezioso.
    Si portò infatti le mani al petto dopo quei gesti, per loro la fiamma era importante.
    Quando la richiesta di Ryugi virò sul loro aiuto la scimmietta annuì e aggiunse qualche scarabocchio al suo disegno. Una freccia che dalla fiamma inestinguibile scendeva ad indicare una seconda fiamma più normale, senza intemperie attorno, connessa poi a Ryugi con un altra freccia e anche ad un simpatico autoritratto della scimmia. Erano accomunati dal fuoco.

    Si, scendeva verso sud, ma non sappiamo di preciso dove fosse diretto e tantomeno da dove venga.
    Però sembra sapere il fatto suo.


    Accettò di far compagnia al primate mentre Ryugi andava a prendere del cibo per lui, che sembrò gradire anche se prediligeva la frutta essicata, per lui erano letteralmente caramelle, nel suo mondo fatto di prodotti non conservati non esisteva niente di così dolce.
    Il momento della mappa fu invece più problematico, disposta la cartina sul foglio la scimmietta la osservò a lungo e sembrò anche capire chi era cosa e giunto il momento di interagire con la carta, che sapeva essere assai più delicata del legno, iniziò a disegnare.
    :
    )
    Solo una volta finito l’ultimo arco sembrò ricordare un dettaglio.
    -
    C’era poco da interpretare, Akayuge non sembrava aver compreso di preciso cosa avesse davanti. :-)
    Forse però l’assenza della mappa non era un gran problema, la piccola era arrivata fino ad un certo punto delle terre otesi, riportarla lì poteva forse farle ritrovare la via di casa, nessun animale si serviva delle mappe dopotutto, eppure sapevano bene dove mettere le zampe quando migravano.
    Il viaggio non fu fonte di imprevisti, anche se era evidente dai suoi comportamenti che il piccolo macaco era un cucciolo era educato anche se estremamente curioso e per quanto elementare la sua conoscenza delle arti del suo clan la rendeva in grado di difendersi da praticamente ogni tipo di minaccia eccezion fatta per animali fuori scala come tigri o orsi.
    L’unico comportamento curioso furono le indicazioni sulle quali ogni tanto il Macaco si mostrava categorico, tirando, indicando e quando impellente spiegare le sue ragioni, disegnando la solita fiamma, distinguibile dalle altre per le sue curve voluttuose, quasi spirali, nutrite da un influenza esterna. Non succedeva spesso, ma nelle pause notturne era una costante anche se si interrompeva quando venivano riportati su un percorso leggermente più impervio ma più diretto.
    Sarebbe stata la scorta di Ryugi a trovare per la strada delle impronte alcune minute ma ben distinguibili e delle seconde con il contorno quasi impercepibile ma molto più grandi. Era una strada battuta se ci si muoveva a piedi quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi a prescindere da chi incontravano se si facevano gli affari loro, anche perché erano certi che Akayuge voleva condurli per quella strada.
    Muovendo verso Nord intanto il clima iniziò a farsi più frizzante e le notti abbastanza fresche da richiedere coperte o un fuoco, tranne per il macaco che durante la notte emetteva un tiepido vapore tutto attorno a se, la mattina sembrava svegliarsi affamato, ma la notte non era un problema.
    Superata la zona in cui il macaco era stato ritrovato, anche se erano lontani svariati chilometri dalla strada presa dalla guardia, la piccola scimmia parve avere qualche dubbio. Era freddo ma casa era a sinistra ed era ancora lontana, mentre il villaggio con la fiamma che pareva aver guidato la scimmietta a destra.
    Dove andare, cosa fare?
     
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