La Congiura dei Serpenti

...strisciano nel Buio...

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    È colpa tua. Ratty

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    La Congiura dei Serpenti

    Capitolo 1

    Ospedale di Oto
    Allora, si è svegliata la nostra spia? Febh aveva cambiato un pò look per quell'occasione, indossando un lungo impermeabile bianco come quello del Detective Sasuke in una fiction andata in onda di recente, e aveva anche una pipa proprio come lui nella tasca, ma aveva deciso di non fumarla perché si era quasi strozzato con la tosse al tentativo fatto a casa di nascosto, con grande ilarità di Ssalar, ovviamente finito poi rinchiuso in una pentola a pressione in dispensa. Con un'espressione sicura di sé e i proverbiali occhiali senza lenti, si era rivolto al medico di turno dell'ospedale dopo essersi fatto riconoscere (dopotutto i membri del clan Yakushi non andavano MAI in quella struttura). Per una frazione di secondo ho quasi creduto che fosse quella vera stordita da un genjutsu o un controllo mentale, ma è semplicemente impossibile. Nemmeno il mangekyo sharingan eterno le avrebbe mai fatto firmare quel modulo. Spiegò, come se l'altro avesse anche solo una vaga idea di cosa parlava. Cosa avete trovato?

    Avuto un resoconto delle sue condizioni sarebbe entrato nella stanza, guardandosi intorno con cautela, giusto per evitare infiltrazioni sgradite o tentativi di camuffamento della sua vittima. Solo a quel punto si sarebbe avvicinato al letto, eventualmente svegliando la spia dormiente con una sapiente scarica elettrica, molto più debole di quella che la aveva quasi carbonizzata ma di certo abbastanza intensa da scatenarle un qualche disturbo da stress post-traumatico. E lui quella spia la voleva oltremodo turbata. Buongiorno Raggio di Sole. Spero che sia una pessima giornata per te. Sorrise, agghiacciante come un esperto torturatore. Ora...abbiamo qualcosa di cui parlare noi due, no?

    Amministrazione di Oto, Ufficio 3B

    Eccoci qui. Benvenuti, ragazzi. La donna dai lunghi capelli argentei aveva un qualcosa di familiare per Saragi, mentre l'altro genin probabilmente non la aveva mai vista prima, ma il suo nome era sulla lettera di convocazione che era arrivata a entrambi per quel giorno, a quell'ora e in quell'ufficio: Yayoi Shimaki. Mi chiamo Yayoi Shimaki, e sono una Jonin delle Squadre Speciali...oltre a essere una delle tre guardie dirette del Daimyo. Ma questo mese sono di turno per gestire le questioni interne. Era affabile e li aveva fatti accomodare su due poltroncine davanti a un tavolinetto di vetro, mentre lei sedeva sulla poltrona dirimpetto al centro dell'ufficio invece di usare la scrivania all'altro capo della stanza. Il tavolo era ingombro di buste di patatine e caramelle aperte. Servitevi pure, eh! Arrotolato attorno al suo corpo un piccolo serpente verde. Lei è Shea, la mia evocazione. Ma il serpente li snobbò, senza nemmeno un cenno del capo.

    Siete giovani e promettenti, quindi vi ho selezionati per una piccola indagine: c'è un tizio che bazzica per il quartiere dei piaceri e vorrei che lo pedinaste per un pò e scopriste cosa sta facendo. Poi battè una mano sulla fronte. Oh, ma dimenticavo! Voi vi conoscete già? Nel caso credo sia meglio se vi presentate! Intanto frugò tra le cartacce fino a tirare fuori una foto.

    Si chiama Shoboshi Miroku, Shoboshi è il cognome, o almeno questo è ciò che dicono i documenti che aveva quando lo abbiamo interrogato. Non sembra esserci nulla di sospetto, un semplice mercante che però ha qualche vizietto nel quartiere dei piaceri. Ma a me puzza un pò. Non abbastanza da mandargli dietro i miei serpenti, però gira senza una chiara meta e spesso appare vicino a zone calde in termini di criminalità locale. Disse con fare molto rilassato. Quindi ho deciso di lasciare la faccenda a due ninja di basso rango, così che facciate un pò di pratica. Domande? Lo troverete alla sala da the nel Quartiere dei Piaceri, difficile mancarla. A voi decidere come approciarvi...se entrare e parlarci o seguirlo, o entrambe le cose...quello che vi pare. Concluse facendo spallucce. Sembrava una missione adatta a due del loro livello.

    Amministrazione di Oto. Ufficio di Hebiko bis
    Con il suo ufficio ridotto a brandelli da Febh, Hebiko aveva diverse gatte da pelare, tra documenti da recuperare, firme, budget e svariati calcoli per le ricostruzioni, ma le questioni più grandi erano sicuramente la questione di Sylas in galera, cui aveva fatto ritardare l'esecuzione quasi abusando della sua posizione e l'arrivo di Kaji a breve.
    Unica altra piccola questione: Meredora le faceva visita in ufficio ogni due giorni. Composta, fredda, ma anche onnipresente, e ogni volta con piccoli doni che ricordavano manette, nodi in cornice, catene decorative (fino a un certo punto) e soprattutto la pressione di chi attende una risposta rispetto alle faccende di Sylas. Dunque? Novità? Avrebbe detto dopo aver posato un dolcetto a forma di gabbia sulla scrivania di Hebiko, prima di accomodarsi anche senza averne ricevuto il permesso. Proprio in quel momento un corvo bussò alla finestra...con un evidente messaggio sulla gambe. Meredora ovviamente non sarebbe uscita mentre Hebiko leggeva...ed era di Kaji. "Dove ci siamo incontrati per la prima volta. Fra un'ora. K." Nulla di più se non il fatto che la scrittura, sebbene più delicata ed elegante, era inequivocabilmente quella di Febh. Dopotutto erano la stessa persona. Di cosa si tratta? Avrebbe detto Meredora. Se riguarda la nostra questione...io verrò con te. Se non la riguarda...non avrai problemi a mostrarmi quel messaggio, no? Sorrise appena, sempre marziale e rigorosa nell'atteggiamento.

    A dirla tutta Meredora poteva essere un utile supporto, anche se un pò inquietante...ma come avrebbe reagito davanti a uno con la stessa faccia di Febh Yakushi?
     
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    Facile Bersaglio

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    L'invasione di Febh nell'ospedale aveva messo tutti in allerta: non solo uno Yakushi era un evento più unico che raro lì dentro, a meno che non fosse medico lui stesso, ma la proverbiale distruttività del Consigliere lo rendeva ancora più pericoloso intorno a pazienti giù indeboliti. Aaah... Febh-sama, veramente... Era chiaramente in difficoltà, gestire una paziente come Hebiko era stato complesso a sufficienza, senza che si intromettesse anche lo Yakushi. Non sappiamo cosa sia successo nell'ufficio, ma quella che abbiamo in stanza è indubbiamente la nostra dolce Consigliera. Probabilmente è ancora un po' scossa dagli eventi, non le consiglio una visita. Ma lo Yakushi non era bravo a seguire gli ordini.

    Il medico non parlava a caso, Febh avrebbe aperto la porta e avrebbe percepito uno spiedo fischiargli di fianco l'orecchio, andando a piantarsi nel muro del corridoio. Osservando l'interno della porta ora aperta, avrebbe notato una sua foto, con un bersaglio disegnato con un pennarello rosso, e diversi spiedi già conficcati sul suo volto. Ma sarebbe stata la voce stridula della Consigliera ad attirare la sua attenzione. TU!! Gridò, nera in volto, con i capelli del tutto sciolti, ma che schioccavano come fossero vivi, si poteva quasi sentire un leggero sibilìo lontano. Sporco, viscido... geko traditore!! Stavolta gli spiedi sarebbero arrivati all'originale, ma la donna era ancora indebolita a sufficienza perchè nessuno di quelli fosse particolarmente difficile da schivare (nemmeno se fosse stata a piene energie, ad essere onesti). Non provare ad avvicinarti sai!? Non appena mi rimetto in sesto darò fuoco a te e a quello stupido modulo!! Viste le minacce, era improbabile continuare a credere che quella fosse una spia. Si sarebbe leggermente calmata se Febh avesse tenuto le distanze, o avesse avuto l'accortezza di procurarsi dei dolci, cosa che l'avrebbe portata ad abbassare momentaneamente l'ascia di guerra. Oh ne abbiamo di cui parlare... Cosa che avresti dovuto fare nel MIO UFFICIO. Ringhiò, sibilando selvatica, come se tutto l'addestramento di Ogen fosse svanito in pochi secondi. Certo che non ero io quella che ti ha firmato il modulo. Ma ERO io quando vi ho visti entrare dalla porta, e anche quando ho subito il tuo stupido attacco. Borbottò, calmandosi solo in presenza di cioccolata e zucchero. Se avesse chiesto chiarimenti sarebbe stato accontentato, anche se i capelli ancora si muovevano aggressivi come a volerlo stritolare. Non lo so cos'è successo. Un secondo prima ero sorpresa nel vedere che fossi riuscito a recuperare Makoto così rapidamente, ed un attimo dopo qualcun altro aveva il controllo del mio corpo. Commentò rapidamente. Ho a MALAPENA avuto il tempo di reagire a quella COSA!! Se sapevi già che c'era qualcosa di sbagliato, dovevi pensare a stordirmi IN MODO DIVERSO!! NON PUOI RISOLVERE TUTTO CON LE ESPLOSIONI!! Da lì a poco sarebbero arrivati diversi infermieri ad implorarlo di andarsene, a meno che non fosse riuscito a calmare l'irritabile Vipera.

    Makoto era invece in una diversa stanza dell'ospedale, tecnicamente pronto ad essere dimesso, ma era rimasto lì tutto il tempo, forse in attesa di potersi avvicinare ad Hebiko. Chiedere ad un infermiere avrebbe dato Febh una breve spiegazione: Ah, lui. Non nascose un'espressione di odio e disgusto. La Consigliera gli ha dato un lasciapassare. Insiste che non sia il colpevole. I nostri mentalisti sono stati in grado di riconoscere che ci fosse un leggero dubbio nelle sue parole, ma non vuole sentir ragioni, lo dichiara innocente e non abbiamo prove sufficientemente schiaccianti. Anche se qualcosa avevano, visto l'astio che provava per il colosso di Kumo. Sarebbe stato libero di parlare con lui, se lo desiderava. Lo avrebbe trovato chino su sè stesso, tenendo gli scuri occhiali in mano, con gli occhi arrossati dal pianto Traditore... Non sono altro che uno sporco traditore... Aveva una lunga giornata davanti a sè.


    Aveva avuto modo di riprendersi completamente fisicamente, anche se mentalmente era ancora abbastanza scossa. La presenza di Febh ancora la irritava e la metteva in allerta, decisamente più del solito. Le flirtanti "minacce" di Meredora invece la mettevano in una diversa difficoltà, che mascherava magistralmente grazie al suo rigoroso addestramento, nonostante fosse internamente nel panico. Le continue visite della donna ragno, miste al silenzio di Kaji non la aiutavano a schiarire la mente da quella faccenda.

    La carceriera avrebbe ritrovato un ufficio ancora spoglio e sottosopra, ma pulito con alcune zone tattiche particolarmente in ordine, come gli scaffali principali e la scintillante nuova massiccia scrivania, generoso regalo degli Yakushi per il "piccolo incidente". Fece un profondo sospiro verso la donna. Abbiamo ripreso i ritmi, devo solo trovare il tempo di ridecorare la stanza e renderla di nuovo mia. Il mio servizio da the preferito, andato in mille pezzi... Mugolava, rattristata, facendo scivolare lo sguardo su Meredora. Ah. Certo. Non sei qui per questo. Fece un sorriso leggermente tirato, mostrandosi indaffarata tra un documento e l'altro, mentre le spiegava la situazione. Come dire... Il mio contatto è una persona particolare. Mi ha garantito la sua presenza, ma sa farsi aspettare. Una prima donna, se vogliamo. Serviva un po' di gossip, per tenerla calma. La fortuna però aveva iniziato a girare dalla sua parte, vista la lettera del corvo, arrivata nel perfetto miglior/peggior momento. Dopo una rapida lettura, Hebiko avrebbe sorriso alla donna. Heh. Parli dell'Oni... ed ecco che sbucano le corna. Meredora voleva seguirla, idea che Hebiko non disprezzava nemmeno... Peccato per il piccolo, insignificante problema dell'aspetto di Kaji e la sua identità praticamente identica a quella dello Yakushi. Iniziò a sudare freddo, sorridendo alla donna. Ahhh... Non credo sarà necessario, per quanto apprezzi... Dopotutto è un amico, non ho certo bisogno di una guardia del corpo con lui. Ma la Carceriera insisteva, volendo guardare il messaggio. Con la stessa identica scrittura di Febh. Hebiko strinse la lettera nella mano, allargando il suo sorriso. Ma dopotutto, perchè no! Una guardiana mi farebbe bene, no?


    Il viaggio sarebbe stato perlopiù silenzioso, dopotutto la Carceriera era di poche parole di suo, però la Vipera voleva prepararla psicologicamente. Sono grata della tua presenza. L'unica cosa che ti chiedo, è di essere la mia silenziosa guardiana. Il mio contatto è... particolare. Ma so con certezza che non è pericoloso nei miei confronti. Non aveva intenzione di spiegarle del fatto che fosse una copia di Febh, lo avrebbe giustificato come un gemello quando fosse arrivato il momento, ma non poteva ancora sapere. Non fino a che non fosse stato troppo tardi. Devi fidarti di me, d'accordo? E' importante, potrebbe essere l'unica occasione che ho per sapere qualcosa su mio fratello, e sono informazioni della massima importanza. Dopotutto ne andava della sua stessa vita. Peccato non potesse confessarlo. Era certa che, del gruppetto, sarebbe stato il piccolo Uzumaki a cedere per primo. Avrebbe aspettato di sapere quali fossero state le sue conseguenze, prima di pensare se rivelare qualcosa a qualcuno. Non prese nemmeno l'iniziativa nello spiegarle del perchè la caverna, era così e basta. Doveva fidarsi. La caverna sarebbe stato niente confronto ciò che le aspettava al suo interno.
     
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    occhi nel quartire: un nuovo incarico

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    Era un giorno come tanti, in un totale momento di tranquillità, quando Kuroshi ricevette la convocazione; proprio mentre era seduto sul tetto della sua casa, ammirando il cielo. Amava quei momenti di solitudine, che gli permettevano di riflettere e di prendersi una pausa dalle sue responsabilità quotidiane, e dai pensieri che affollavano la sua mente.

    Sin da quando aveva terminato l'esame da genin non aveva fatto altro che crucciarsi sulla strana vicenda legata a sua madre.

    Il guizzo di un uccello messaggero catturò la sua attenzione, un segno insolito dato che di solito non riceveva posta in quel modo. Con un misto di curiosità e leggera apprensione, prese la piccola pergamena legata alla zampa dell'uccello, ringraziandolo con un sorriso prima di lasciarlo volare via.

    La pergamena proveniva dall'amministrazione, era chiaro dal timbro impresso su di essa. In un primo momento aveva pensato che fosse stata Hebiko a convocarlo. Erano giorni che i due non si vedevano, e una tale messaggio fece rimanere il giovane genin abbastanza perplesso. Perciò scartò velocemente la pergamena, trovandovi inciso il sigillo ufficiale che indicava la sua convocazione all'ufficio di amministrazione 3b. Il suo cuore prese a battere più forte, mescolando eccitazione e nervosismo. Cosa sarà mai? si chiese, non potendo fare a meno di pensare a tutte le possibili ragioni per una convocazione così formale. Con un respiro profondo, decise di prendere la situazione con ottimismo, anche perché la firma sotto la convocazione non era quella della consigliera.

    in tutta fretta Kuroshi si avviò verso l'imponente edifico che ospitava l'amministrazione. Mentre camminava lungo il corridoio, poteva sentire il riverbero dei propri passi sul pavimento lucido. Con il volto leggermente coperto dallo sciarpone che indossava, camminava con passo deciso, cercando di nascondere la sua ansia sotto un'apparente calma. L'idea che potesse essere stato convocato per questioni riguardanti la storia di sua madre lo agitavano parecchio; anche se l'unica a dover essere a conoscenza dei fatti doveva essere esclusivamente Hebiko.

    Arrivato davanti alla porta dell'ufficio 3B, con un respiro profondo, si avvicinò alla porta e bussò tre volte, prima di spingerla delicatamente per aprirla. Poco prima di richiuderla si ritrovò un altro genin a varcare la soglia. Kuroshi osservò il nuovo arrivato con una curiosità. Nonostante fosse piuttosto basso per la loro età, c'era qualcosa nella postura e nell'atteggiamento che emanava una sicurezza insolita.

    Ma ciò che rendeva veramente unico, agli occhi dell'otese, erano i suoi occhi, uno di un vibrante blu cielo e l'altro di un caldo marrone nocciola, conferivano al suo sguardo una profondità e mistero.

    L'attenzione del giovane shinobi poi si rivolse verso la persona che li aveva convocati. Una donna che non aveva mai visto e di cui non aveva mai sentito parlare. I due si accomodarono proprio davanti alla donna. Kuroshi la guardava al di sopra del suo sciarpone mentre faceva la sua presentazione. Leggermente intimidito ma curioso, scambiò un'occhiata con l'altro genin. Era sempre stato un po' più riservato ma allo stesso tempo erachiaramente eccitato all'idea di lavorare direttamente sotto il comando di una delle tre guardie dirette del Daimyo.

    Lanciò di nuovo uno sguardo all'altro, e ora che lo osservava meglio gli venne in mente di averlo gia visto in passato. Mi chiamo Kuroshi Akodou! È un onore essere qui, rispose. Aveva già visto Saragi ai tempi dell'accademia, non erano nella stessa classe e non si erano mai parlati. Si ricordava bene di lui, d'altra parte non era uno che passava in osservato.

    L'invito a servirsi di caramelle e patatine lo aveva fatta sentire più a suo agio, ma non aveva ancora osato interrompere il flusso della conversazione per approfittarne. Il serpente, Shea, aveva aggiunto un elemento di sorpresa e mistero che aveva catturato la sua attenzione, sebbene il suo disinteresse lo avesse leggermente deluso.

    Una missione di pedinamento nel quartiere dei piaceri, huh? rifletté ad bassa voce. Sembrava un compito al quanto interessante.

    Quando la jonin tirò fuori la foto del "bersaglio", il giovane otese si spore leggermente dalla sedia, per poterlo guardare meglio. Ora che sapeva che era stato convocato per tutt'altro si rilassò. i suoi occhi ora erano brillanti di determinazione, fu il primo a rompere il silenzio. Capito, signora Shimaki. Quindi, dobbiamo tenere d'occhio questo Shoboshi Miroku per capire meglio le sue abitudini e, possibilmente, scoprire se c'è qualcosa di più dietro i suoi spostamenti nel quartiere, disse, cercando di mostrarsi il più professionale possibile nonostante la giovane età.

    Era la sua prima missione di questo tipo, e voleva assicurarsi di fare del suo meglio. Proprio il genere di missione che aveva sempre immaginato di svolgere.
     
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    Yayoi & Kuroshi

    Una nuova missione



    Era passato del tempo dalla missione con Akteru-sama, ma le scoperte fatte in quel Laboratorio del Fondatore ancora segnavano i pensieri e le giornate di Saragi.
    Il mio basso coinquilino era spesso sovrappensiero, o passava del tempo a controllare il riflesso nello specchio, in cerca di quei segni di decadimento, come i documenti, e gli esperimenti, visti nel laboratorio lasciavano presupporre.
    Più volte, lo ammetto, avrei desiderato parlargli, per comunicare come capissi le sue preoccupazioni, ma più di qualche leggera carezza sulla guancia, non potevo fare per comunicare con lui.

    Per fortuna, quel giorno particolare Saragi fu richiamato per una missione: doveva dirigersi nell'Ufficio 3B, presso l'Amministrazione di Oto.
    Ci potrebbe essere l'Erede-dono, forse lei saprebbe dirci qualcosa dell'esperimento del Fondatore? Degli Tsune...tsunehoko? Che ne pensi, Haku?, mi chiese, mentre, preparatosi, mi riposizionava attorno al suo collo, per poi uscire, diretti al luogo dell'incontro.

    [...]

    Non trovammo la Consigliera, ma delle persone diverse.
    Il primo era un altro piccolo umano, la pelle era decisamente più scura di quella del mio coinquilino, ma, in fondo, Saragi era pallida di carnagione, per usare un eufemismo.
    Non sapevo se l'incertezza, che avvertivo al contatto, del giovane Shi fosse dovuta al conoscere l'altro ragazzino, oppure perché l'altro gli stesse tenendo aperta, forse involontariamente, la porta della stanza dov'era diretto, la 3B.
    In ogni caso, per un istante o poco più, Saragi scrutò immobile l'altro, il collo leggermente rigido; Grazie., gli disse, varcando la porta che l'altro non aveva ancora chiuso e rilassando i muscoli.

    Nella stanza c'era poi una donna, non l'Erede, appunto, ma qualcuno che fece quasi fare un passo indietro a Saragi per la sorpresa.
    Sapevo che, dalla missione nel Laboratorio, era molto più teso, ma quella donna, se non l'aveva proprio riconosciuta, lo aveva di certo sorpreso.
    Quando Saragi si accomodò, capii anche perché: attorno alla vita della jonin, tale Yayoi Shimaki, c'era un grosso serpente verde dallo sguardo oltremodo intelligente (ed un pò strafottente).
    Si chiamava "Shea", un'evocazione di Yayoi Shimaki, quindi il terzo mio simile, dopo Aoda San ed Akteru, che mi faceva sentire inadeguato.
    Per qualche attimo tutta la mia concentrazione andò sull'altro rettile, incurante delle spiegazioni della donna e delle azioni di chi mi circondava.

    Fu la voce del genin a richiamarmi alla realtà: Piacere, io sono Saragi Shi e lui è Haku, il mio coinquilino., ci presentò, indicandomi con la mano destra, prima di compiere un leggero inchino, non proprio un gesto utile quando non sei particolarmente alto, ma non ero certo io a dover giudicare il galateo fra umani.

    Dopo le prime presentazioni e l'offerta di qualche caramella da parte della jonin (Saragi me ne porse una), arrivò la spiegazione del perché i due genin si trovavano lì: una missione di pedinamento.
    Shoboshi Miroku: gironzola per il quartiere dei Piaceri, a partire dalla sala del thé., si ripeté mentalmente Saragi, come poi mi disse.
    Quando la jonin chiese se c'erano domande, il mio coinquilino, dopo che il giovane Akodou disse la sua, alzò la mano: Che intende per criminalità, Shimaki-dono? Sospetta che abbia a che fare con qualche banda di ladri? O si tratta di qualche altro tipo di crimine?, chiese.
    Se è un mercante, avrà anche un negozio, o qualcosa del genere, ed una casa? Sapete anche dove sono questi luoghi? Semmai non lo trovassimo alla Sala da thé, potrebbero aiutare, immagino., suggerì.
    Oto, ed in particolare il Quartiere dei Piaceri, non erano esattamente la meta per gente che voleva vivere fuori dai crimini, dire che quel bersaglio apparisse in zone calde, ma dare una missione di pedinamento ad una coppia di genin inesperti (o almeno tale si sentiva il mio coinquilino), implicava che, verosimilmente, non era un assassino pericoloso, ma nemmeno un mercante che passava le serate a spendere il suo denaro in vizi "accettabili".
    Questa fu la supposizione che Saragi, in un secondo momento, condivise con me.

    Il mio basso coinquilino guardò il suo compagno di missione, dopo aver posto le sue domande, prima di abbassare lo sguardo su se stesso: Forse dovremmo usare la Tecnica della Trasformazione, se vogliamo seguirlo, che ne pensi, Kuroshi-san? Temo che non passeremmo troppo inosservati., disse il ragazzino di nemmeno un metro e cinquanta con gli occhi di due colori diversi ed un serpente bianco attorcigliato al collo.

    Intanto, comunque, c'era da vedere cosa la jonin avrebbe risposto alle sue domande.
     
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    La Congiura dei Serpenti

    Capitolo 1

    Ospedale di Oto
    Davanti al medico che spiegava come quella fosse sicuramente e oltre ogni ragionevole dubbio Hebiko stessa, lo Yakushi rimase per qualche secondo interdetto, con lo sguardo smarrito mentre cercava di ricalcolare il percorso. In effetti se la donna fosse stata solo sotto un controllo illusorio o da parte di un genjutsu avrebbe comunque potuto agire in maniera inconsueta...ma al punto da concedere ferie illimitate? Per sua pace d'animo decise di annuire e sorridere, fingendo che il medico avesse un grave difetto di pronuncia e non si fosse quindi spiegato bene. Capisco. Tracce di qualche jutsu? In ogni caso pochi minuti dopo sarebbe stato nella stanza della Consigliera, trovandola in condizioni di leggera irritazione, per usare un eufemismo. Non dovresti lanciare così gli spiedi, potresti colpire qualcuno. Disse, con il tono di un giudizioso consiglio mentre sollevando la mano afferrava tutti gli spiedi a mezz'aria con il chakra adesivo esteso, bloccandoli senza problemi.

    Uhm...sembra che la spia si sia sostituita all'originale un secondo prima di essere colpita. Avrebbe detto a quel punto, a braccia conserte, in un patetico tentativo di creare un alibi che lo giustificasse. Un vero problema: dovremmo lavorare assieme per beccarlo! Avrebbe aggiunto sollevando un dito in un vano tentativo di distogliere l'attenzione, ma in ogni caso non si sarebbe avvicinato, mantenendo una cauta distanza. Quindi...esattamente cosa è successo? Avrebbe chiesto dopo aver sopportato stoicamente qualche minuto di improperi, focalizzato sulla sua interpretazione di ciò che era accaduto per giustificare sé stesso. Alla menzione di come lei avesse perso il controllo nel momento in cui l'orbo di Kumo era entrato nella stanza lo Yakushi annuì gravemente. Una spia notevole a spostarsi così velocemente, non mi sono accorto di nulla. Rincarò. Ma per fortuna ti ho liberato dal problema, anche se in maniera un pò pirotecnica. Non c'è di che!

    Annuì, soddisfatto, mentre pensava a cosa fare dopo. Quindi...Magoo era una trappola. Mi sembra troppo scemo per essere realmente pericoloso quindi forse gli hanno appiccicato un qualche fuuinjutsu o qualcosa del genere. Si accigliò. Dici che lo dobbiamo mettere in prigione? Le chiese. Una Lettera di Kumo lo ha aiutato, da quanto ho capito, e potrebbe avere altre trappole addosso...oppure potrei tenerlo con me durante le indagini...tanto posso sottometterlo facilmente. Ovviamente avrebbe ignorato completamente insulti e aggressioni da parte di Hebiko, classificandoli mentalmente come stress da trauma ricevuto...ovviamente il trauma di essere stata sostituita da una spia e non certo di essere stata vittima di un tornado elettrico. Beh, se ti viene in mente qualcosa fammi sapere!

    Lasciata la stanza di Hebiko, magari sollevando una parete di roccia per fermare i suoi attacchi, si sarebbe recato nella stanza che gli indicò una delle infermiere deformi dell'ospedale (erano tutte cavie di Rengoku o di Ledah, dopotutto), trovandolo singhiozzante. Ah, eccoti. Sai che per colpa tua hanno provato a rapire Hebiko? Tirare su di morale gli altri non era tra le sue migliori qualità (anche se era convinto del contrario). Appoggiato allo stipite della porta e con le braccia conserte avrebbe continuato con lo stesso tono di rimprovero: Senti, Bellosguardo, ora voglio che mi dici esattamente cosa è successo quando sei andato via da Kumo. Ti hanno dato qualche amuleto o tracciato qualche simbolo addosso? E ora ci facciamo portare una cartina e mi indichi la strada che hai fatto. Poi un attimo di dubbio. Tu...riesci a leggere e vedere le cartine, si? Alle brutte gli avrebbe procurato una lente d'ingrandimento se la sua miopia fosse stata eccessiva. Qualche tuo amico di Kumo ti verrà a trovare? O hai raccontato di qualche posto dove bazzicavate da ragazzi che sarebbe un buon nascondiglio?

    In ogni caso... Il tono dello Yakushi si sarebbe fatto minaccioso. ...non pensare nemmeno per un secondo che potrai muoverti liberamente, dovrai stare entro sei metri da me, o ti strappo le gambe.

    Amministrazione di Oto, Ufficio 3B
    Yayoi puntò un dito su Saragi, sorridendo. Buona domanda, piccoletto. E bel serpente, per inciso. Avrebbe detto, sgranocchiando due patatine di malagrazia. Da quanto ha dichiarato è un rappresentante di cosmetici e porta campioni di profumi e contratti ai negozi del quartiere dei piaceri. Anche se è una zona malfamata, comunque c'è mercato. Poi avrebbe fatto spallucce. Non ho prove né sospetti di reati, ma quel tizio non mi piace a pelle, per questo mando voi.

    Avrebbe dato loro una carta con una mappa approssimativa degli stretti vicoli del quartiere dei piaceri, dove le pochissime piazze erano di pur piccole dimensioni e solo davanti agli edifici più noti come il bordello recentemente ricostruito e la vicina sala da The, immerse in un dedalo di stradine e vicoli a volte troppo stretti per camminare uno accanto all'altro. Non so dove alloggi, ma tutte le sere va alla Sala da The e immagino che subito dopo vada al bordello quindi...prendete questa e andate. Sciò! E fece cenno di sbrigarsi con la mano, nemmeno stesse allontanando degli animali domestici.

    Era la metà del pomeriggio e l'ingresso della Sala da The non era affollatissimo, ma dietro la porta si intuiva una presenza umana appostata, forse un guardiano di qualche tipo, mentre ogni tanto si osservavano delle cameriere e delle apprendiste geisha che si muovevano portando vettovaglie o vassoi. Dal vicolo da cui erano arrivato era facile osservare la struttura, a due piani e con un piccolo piazzale davanti, e da una brochure che si trovava un pò ovunque si poteva apprendere che il piano superiore aveva due stanze per il the per gli ospiti di lusso oltre agli alloggi dei lavoratori, mentre il piano terra ne ospitava almeno dieci, disposte in cerchio intorno a un giardino quadrato centrale, inaccessibile dall'esterno.

    Che strategia avrebbero scelto per trovare il loro uomo? Attendere che uscisse? Entrare, camuffati o meno, per avvicinarsi? Entrare di soppiatto? Yayoi aveva dato loro una piccola quantità di denaro che poteva essere sufficiente per una serata nella Sala da The per quattro persone con una intrattenitrice, a patto di non esagerare con gli extra o le mance.


    Amministrazione di Oto. Ufficio di Hebiko bis
    Hai talento nel fare ingelosire le persone. Avrebbe commentato alla menzione di una "prima donna", ma non era chiaro se fosse sarcastica o meno. E raccontami, come hai conosciuto questa prima donna? Anche se forse il discorso sarebbe stato interrotto dall'arrivo del corvo col messaggio, davanti al quale Meredora sorrise, riuscendo a concordare una sortita assieme nonostante le iniziali ritrosie della Consigliera.

    [...]

    Interessante scelta per un rendez-vous. Una persona più sospettosa di me penserebbe che vuoi approfittarti di me in una caverna nel bosco. Disse Meredora, con un abito da viaggio meno elegante di quello che usava di solito nelle carceri ma comunque molto efficiente e adatto al viaggio nonostante la gonna. Alla cintura una piccola sacca conteneva ciò di cui aveva bisogno, ma a guardarla sembrava completamente a suo agio nonostante si trovassero nel profondo del Bosco dei Sussurri. Ogni due mesi porto nel Bosco un terzo delle guardie per un addestramento speciale. Ci sono sempre due o tre che falliscono. Spiegò, attenta nel muoversi e nel cogliere le tracce, tanto che fuori dalla caverna avrebbe detto: Qui sono entrate tre persone di recente. Due sono ancora dentro, a meno di altre uscite. Una è andata via questa mattina. Il suo talento come Inseguitrice non era frutto di fandonie. Direi che ho fatto bene ad accompagnarti, no? Avrebbe sussurrato, sfiorando la guancia di Hebiko con le dita prima di entrare.

    L'interno della grotta era molto cambiato dall'ultima volta che la Consigliera era stata là. Fiori fosforescenti di immensa bellezza adornavano le pareti, splendidi anche se un pò malinconici, incorniciati da pietre preziose che scintillavano, appositamente incastonate qua e là nelle rocce di quell'anfratto, mentre al suolo petali di rosa portavano a una vera e propria stanza allestita all'interno della caverna, con mobili di lusso, un divano comodo e alcune sedie pregiate, mentre una diramazione portava a quella che sembrava essere una vasca da bagno con idromassaggio scolpita nella roccia, e poi altre verso un bagno perfettamente decorato e una stanza da letto, sul quale terminavano i petali di rosa.

    Meredora, inizialmente in guardia, avrebbe sfiorato nuovamente Hebiko. Complimenti, non pensavo fossi così temeraria. Mancano giusto un pò di catene appese al soffitto e sarebbe perfetta per un appuntamento. In quel momento dalla vasca da bagno sarebbe emersa una figura identica in tutto e per tutto allo Yakushi, cui apparve indosso una giacca da camera legata senza particolare rigore così da mostrare più del dovuto, sebbene indossasse un costume da bagno naturalmente (ma non quelli con calzoni e canotta e righe che usava Febh, solo un semplice slip).

    Aveva un lungo filtro con una sigaretta e sorrideva. Non mi aspettavo venissi qui con qualcuno, ma era prevedibile, a pensarci bene. Avrebbe sorriso, seducente. Ciao Hebiko. E ciao anche a te. Meredora sarebbe rimasta come pietrificata, nonostante il suo rigore e l'addestramento mentale, con evidenti pensieri che scorrevano come scariche elettriche sbattendo da tutte le parti. Immagino ci sarà da divertirsi. Prego, mettetevi comode...c'è uno spogliatoio se volete mettere un costume, per la vasca. Avrebbe indicato una delle nicchie. Poi parleremo delle questioni importanti. Sono a vostra disposizione.
     
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    Tra i due litiganti...

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    Il medico scosse la testa, dopotutto tracciare jutsu mentali ormai disattivati non era semplice. Non su di lei. Avrebbe descritto ciò che gli disse anche Hebiko pochi minuti dopo.

    MAGARI! Sbraitò la Vipera, vedendo i suoi spiedi raccolti, e allungando le mani come a pretenderli indietro. Sibilò con rabbia mentre lo Yakushi si creava un alibi che faceva acqua da tutte le parti: NOI!? Io ho un SACCO di altri impegni, e per colpa TUA ho perso un sacco di tempo in questo stupido ospedale!! Borbottò, levandosi di dosso tutte le colpe dell'essere così debole e impreparata contro genjutsu e mentalisti, una delle sue peggiori debolezze. Riflettè tra se e se, realizzando un problema che fino ad ora forse aveva sottovalutato troppo: la distruttività di Febh era tanto utile quanto rischiosa. Non aveva alcun dubbio che non la avrebbe mai usata contro di lei... almeno fino al giorno prima. Quanto potevano impiegare le voci a spargersi tra i nemici nell'evidenziare quanto Febh fosse impulsivo nel vedere un alleato che si comportava in modo sospetto? Quanti rischi c'erano che ricapitasse? E, se anche ci fosse andato più leggero le volte successive, quanto sarebbe stato facile per un nemico approfittarsi di una pesantemente indebolita Consigliera? Non poteva permettere che succedesse di nuovo. Sapeva di dover diventare più forte, la solita storia, ma sapeva anche di non dover sottovalutare forse la più grande eredità che suo padre poteva averle ceduto: ...Devo trovare la mia immortalità. Borbottò tra sè e sè. Sapeva già di essere uno degli esperimenti favoriti di Orochimaru, c'erano altissime possibilità che in lei ci fosse qualche mutamento genetico che potesse spingerla ad evolvere un'immortalità di qualche tipo. Il sui unici veri indizi erano l'essere l'Erede, e i Kemono, e sapeva ben poco di loro, ma erano una spinta sufficiente per convincerla ad indagare ulteriormente. Quello, e il sapere che non si sarebbe più dovuta nascondere nelle retrovie quando doveva combattere con Febh, naturalmente.

    Si morse un labbro nel sentire la menzione di una trappola. Il primo sospettato era naturalmente Makoto. Alzò lo sguardo verso il Consigliere quando commentò (a modo suo) come anche lui lo credesse innocente. Alla menzione della prigione scattò con le mani avanti. NO!!! No. Sudava freddo. Sto già impiegando tutte le mie risorse per togliere di lì un altro mio... collega. Non sapeva come descriverlo, dopo tutti quegli anni lontani. Ecco, bravo, tienilo d'occhio tu. E... assicurati che sia realmente innocente. Lo osservò, seria. Dopotutto sapeva di avere un discreto bias nei suoi confronti, e non poteva rischiare che la nostalgia le impedisse di liberarsi di una vera spia, tornata solo per ingannarla e che aveva fatto leva sul suo affetto passato. Se fosse stato lo Yakushi a dischiararlo pulito, si sarebbe decisamente sentita più tranquilla. ...Grazie. Non era ovvio aspettarsi che lo Yakushi mostrasse tanta gentilezza verso un idiota qualsiasi, che nonostante il buon cuore e la presunta innocenza, aveva rischiato di provocare pesanti danni al villaggio. Ora sparisci! Ho un appuntamento estremamente importante, non posso farmi distrarre dalla tua missione.


    Makoto alzò appena la testa all'entrata di Febh, e sentendo la sua frase il suo labbro prese a tremolare, facendolo poi scoppiare in un triste latrato, affondando nuovamente la testa tra le sue ginocchia. Come ho fatto a dargli fiducia!! Sembrava così onesto!! Dopo aver pianto per qualche altro minuto, annuì con convinzione alle richieste dello Yakushi, se non altro sembrava pronto ad ubbidire senza obiezioni. Alla menzione di un sigillo, prese a spogliarsi, levandosi la giacca e la maglia per restare a torso nudo, anche se il "dettaglio" che cercavano era sulla sua schiena: un jutsu che la ricopriva per metà, sconosciuto a Febh, ed un più comune e più piccolo sigillo di tracciamento. Sono entrambi ancora attivi. Chi li ha analizzati ha deciso che doveva essere una decisione del Consigliere cosa farne. Indicò goffamente il più grande, cosa che gli veniva difficile visti i suoi muscoli ed una scarsa elasticità. Hanno detto che questo è strano. Io non me ne intendo per niente. F aveva detto che serviva a rendermi invisibile per passare oltre le mura, ma i vostri dipendenti l'hanno riconosciuto come... hmmm. Si fece più pensieroso. Beh, non l'hanno esattamente riconosciuto, dicevano che fosse unico nel suo genere. Però hanno capito che si tratta di una sorta di... dicevano parabola. Per colpa di questo stupido tatuaggio, sono riusciti ad usare qualche jutsu da chissà dove, facendo sì che partisse direttamente da me stesso! Era frustrato, ferito, e probabilmente vendicativo. Da solo però sapeva di non avere le capacità sufficienti per farsi valere come avrebbe voluto... Però Febh poteva dargli un'occasione per farlo.

    Prese la cartina con confidenza. Certo che riesco a leggere. Vediamo un po'... Spinse la cartina così vicina al suo volto che la punta del naso ne creava un bozzo dalla parte opposta. Grazie alla lente avrebbe avuto più spazio di manovra, indicando grossolanamente il percorso fatto direttamente da una periferia di Kumo. E poi siamo passati da questo cancello. Indicò il nord gate, cancello che Febh sapeva essere attivo e controllato. Per quanto riguardava un re-incontro, scosse la testa. Oh no, F lo sapeva che questa mia scelta mi avrebbe reso a tutti gli effetti un traditore di Kumo. Però qualcosa gli ho raccontato, sembrava un sacco interessato nei confronti della signorina Hebiko, persino orgoglioso del fatto che avesse fatto carriera in politica! Non era difficile immaginare il perchè, visti i giorni precedenti. Quando lo Yakushi confermò di volerlo portare con sè, in un chiaro intento di vendicarsi del torto subito, Makoto scattò in piedi, gonfiando il petto e sbattendo i pugni tra loro. Sarò la sua ombra!! Ogni suo comando è per me un ordine! [Testo Visibile]



    Alla menzione sulla gelosia, Hebiko rimase interdetta per qualche secondo. Non pensava che la sua strategia avesse attecchito a tal punto su Meredora, soprattutto sapendola così fredda e calcolatrice. Ridacchiò, arrossendo appena. Ohoh, che dire, sono come miele per le api. Scherzò, dando più peso al suo lato sarcastico, anche se la domanda successiva lasciava intuire che forse non stava poi scherzando... oppure era declinazione professionale. Un po' come si conoscono tutti ad Oto: un'addestramento mortale. Era il modo più rapido per riassumere la pessima esperienza di quel giorno. Alzò un sopracciglio, incrociando appena le labbra ridacchiando. Meredora! Mi stavi forse interrogando? Il tono era giocoso, ma la sua era anche una tattica per distrarla ed evitare di spiegarsi meglio, cosa aiutata ulteriormente dal corvo in arrivo.


    Hebiko arrossì pesantemente, nonostante l'addestramento con Ogen certe affermazioni ancora la coglievano di sprovvista, e Meredora non sembrava il tipo di donna da andarci leggera sul tema. Arrossì visibilmente, coprendosi la bocca con la manica del kimono. Hoho, sei divertente! Vuoi farmi credere che possa essere in grado di sottometterti in qualsiasi modo? Emotivamente c'era chiaramente già riuscita, forse anche troppo bene... Ma era meglio non lo sapesse. La Vipera teneva la guardia alta, proprio perchè aveva già una discreta esperienza in quel bosco, ma Meredora non sembrava affatto turbata, forse al punto da essere incosciente. Avrebbe presto scoperto che in realtà il motivo era una differenza di esperienza abissale tra le due donne per quanto riguardava il Bosco. Oh, Kami... Lamentò, immaginando ciò che dovevano subire i dipendenti. Di cui uno dei suoi aveva appena preso le loro fila. Spero che il mio uomo sappia cavarsela, non vorrei aver pesantemente sottovalutato le sue capacità. Un po' ci teneva, nonostante volesse liberarsene, di certo non lo avrebbe voluto mangiato da qualche strana bestia. Anche quando furono finalmente di fronte alla grotta, la donna ragno mostrò abilità invidiabili, trovando tracce che per la rossa erano completamente invisibili. Aggrottò la fronte in un primo momento, come a voler cercare le stesse prove lei stessa, quasi incredula di come fosse riuscita a capire simili informazioni, e iniziando a domandarsi chi potesse essere il terzo ospite, del quale aveva ben poche idee. Di certo sapeva di Kaji, e quasi sicuramente Aji Tae lo accompagnava. Un leggero ghigno apparve sul suo viso, mostrandosi genuinamente orgogliosa della guardiana al suo fianco. Impressionante... Orgoglio che la guardiana non evitò di sfruttare, carezzando appena la guancia di quella che credeva la sua preda. Hebiko reagì con un leggero sorriso, prima di aumentare il passo, impaziente di metter piede nella grotta e nascondere il suo imbarazzo.

    L'imbarazzo mutò rapidamente in shock, e nuovamente incredulità: l'inospitale e umida grotta era stata trasformata in un residence privato di lusso, con tutte le comodità necessarie, più svariati extra tra cui una stanza dedicata interamente alle terme. La Vipera non potè evitare di restare a bocca aperta, non solo per la presentazione, ma anche e soprattutto perchè l'idea che avesse preso una settimana di tempo solo per creare tutto ciò le faceva ribollire il sangue. Non bastasse, dei petali di rosa sul pavimento indirizzavano un possibile ospite verso la camera da letto. E Meredora pensava fosse stato creato a pennello per lei. La Vipera sbattè gli occhi, ancora distratta da tutta la situazione, balbettando confusa verso la donna ragno: No, no, io non... Si sarebbe voltata in sua direzione, con confusione crescente. ...ma quali catene, cosa te ne fai- Oh, santo Tenchou. Per concludere, entrambe vennero distratte dall'apparizione del vero proprietario di casa: il primo "Febh", cosa che bastava per mandare in pappa il cervello della carceriera... e mezzo nudo, appena uscito dalla vasca, dettaglio che invece avrebbe colpito di più la Vipera, che socchiuse lo sguardo dopo un sorriso profondo, coprendosi parte del viso ormai completamente rosso con il kimono.

    Naturalmente. Commentò la donna, in risposta alla (forse) delusione di Kaji di saperla in compagnia. Che mi dici di te, invece? Sei rimasto qui, tutto solo, ad aspettarmi? Commentò, con un'espressione volutamente intenerita e vagamente sottomessa, che puntava a distrarlo dal raggirare la sua risposta. Dopotutto doveva testare quanto l'Hakai fosse realmente onesto nei suoi confronti. Al suo invito, rispose con un debole sorriso. MI piacerebbe molto. Temo però che seguire il tuo consiglio ti impedirà di... concentrarti su ciò che è realmente importante. Commentò, con sorriso malizioso. Saper usare la propria bellezza significava anche sapere quando "nasconderla", non poteva certo vantare di essere un tesoro irraggiungibile se la concedeva a chiunque. Era arrivato il momento di limitare anche i danni fatti a Meredora, per i quali si schiarì la voce con leggera difficoltà. A-ehm. Prima di continuare... Meredora, ti presento Kaji. Kaji, Meredora. A qualsiasi vago dubbio facciale della donna, chiaramente confusa dalla figura che aveva di fronte, avrebbe lentamente scosso la testa, sgranando gli occhi. No, quello non era lo Yakushi che tanto odiava, ma non aveva tempo di spiegarle tutto per filo e per segno. Se ne sarebbe accorta dal suo carattere.

    La mia accompagnatrice è libera di fare come più le piace, col permesso del padrone di casa. E' stato un lungo viaggio
    in mezzo al bosco, avrai bisogno di una rinfrescata.
    Inclinò appena la testa, concedendole un leggero sorriso, ed uno sguardo che invece quasi le imponeva quella scelta. La donna ragno stessa aveva probabilmente realizzato di aver bisogno di una doccia fredda, prima di scoppiare d'ira e indignazione di fronte al non Yakushi, la rossa confidava che seguisse il suo consiglio. Sperava solo che non tornasse poi nella stanza in bikini.

    Ma a quel punto, con Meredora o meno nella stanza, era arrivato il momento di attuare il suo piano improvvisato. Aveva ormai notato quanto la donna fosse aggressiva nel mostrare il suo interesse verso la viperella, e Kaji, per quanto ben più criptico, non sembrava da meno. Aveva di fronte a sè due temibili e scaltri avversari, che l'avrebbero potuta divorare se solo avesse voltato le spalle ad uno di essi... ma perchè preoccuparsene, se poteva usare quella passione contro loro stessi? Perchè non far sì che proprio loro "combattessero" tra loro per ottenere l'approvazione e chissà cos'altro dell'innocente ed elegante principessina? Hehe. Ammetto che il mio piano era di venire qui da sola, ma Meredora era così preoccupata. Devo ammettere che mi è stata estremamente utile, ha reso il viaggio in mezzo al nostro terribile bosco alquanto piacevole. Certo, si riferiva ovviamente a quanto fosse stato facile attraversarlo con le conoscenze approfondite della carceriera, per Kaji sarebbe stato ovvio, no? Non voleva però fare lo stesso errore con Aji e apparire indisposta, per cui, quando decise di accomodarsi su uno dei divani, invitò Kaji a fare lo stesso accanto a lei, aggiungendo: Ero impaziente di rivederti. Il caro Aji è stato fin troppo criptico quando parlava di te, iniziavo a temere ti stesse usando. Certo, da come l'ha descritto lui, sei sfuggito dalle mie mani alla prima occasione disponibile... Portò una mano a coprire goffamente la bocca, non nascondendo un'espressione di genuina delusione: non le serviva mentire, era realmente delusa dal sapere quanta poca influenza aveva realmente su Kaji, soprattutto il giorno in cui le serviva di più. Ma, se non altro, quell'emozione l'avrebbe aiutata a far sentire l'Hakai in fallo, come se il suo passo falso avesse fatto fare alla Vipera un passo indietro nei suoi confronti, in un certo senso avvertendolo di doversi rimettere in carreggiata se voleva realmente attirare la sua attenzione. Se così non fosse stato, avrebbe sicuramente ottenuto ulteriori informazioni sulle sue reali motivazioni. Sospirò, intristita. Immagino di essere stata una pessima compagnia. Piuttosto, raccontami meglio cos'è successo dopo. Dev'esser stato bello tornare ufficialmente tra i vivi dopo tanto tempo. La prendeva volutamente con calma, dopotutto l'uomo stesso con la sua settimana d'attesa e la sua accoglienza sembrava non avesse alcuna fretta. Lo sguardo scivolò sulla sua sigaretta. Ne hai anche per gli ospiti? Sorrise appena, aveva imparato ad apprezzare diversi miscugli di erbe, e se Kaji le avesse offerto la sua stessa pipa come sperava, l'avrebbe accettata con piacere, assaporandone gli intensi fumi... E probabilmente lasciando un leggero segno di rossetto sul bocchino. Su, aggiornami un po' sulla tua situazione. Ho tutto il giorno.
     
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    infiltrazione a luci rosse

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    Kuroshi si sentiva leggermente confuso dalla proposta di Saragi. Non essendo a conoscenza della Tecnica della Trasformazione, si sentiva un po' imbarazzato nell'ammettere la propria ignoranza. Tuttavia, non voleva sembrare incompetente di fronte al compagno di missione.

    Ah, sì... la Tecnica della Trasformazione, disse Kuroshi con un tono pensieroso, cercando di mascherare la sua incertezza. Penso che potrebbe essere un'opzione da considerare. Vogliamo sicuramente passare inosservati, e se questa tecnica può aiutarci in questo, allora potrebbe essere il modo migliore per procedere.

    Guardò il serpente bianco attorcigliato al suo collo, cercando conforto nel suo sguardo, anche se sapeva che non poteva rispondere. Se credi che sia il modo migliore per procedere, allora dovremmo darle una possibilità. concluse, sperando di non aver dato troppo nell'occhio con la sua incertezza.

    Il giovane genin con la sua solita espressione impassibile, osservò Yayoi puntare il dito verso di Saragi con un sorriso compiaciuto. Concentrandosi sulle informazioni che aveva appena ricevuto. Rappresentante di cosmetici, eh? E porta campioni di profumi e contratti ai negozi del quartiere dei piaceri, ripeté mentalmente, archiviando le informazioni nella sua mente. Non era un compito difficile da decifrare, ma sapeva che avrebbe dovuto essere cauto. Nel quartiere dei piaceri, gli interessi e le alleanze cambiano più velocemente delle fasi lunari.

    La mente del giovane Kuroshi iniziava a mettersi in moto, nel frattempo che la Jonin continuava a fornire informazioni. All'apparenza poteva sembrare che il ragazzo fosse distratto o cin la testa fra le nuvole, ma in realtà era immerso nei suoi pensieri.

    Tuttavia non si sarebbe lascia trascinare dalle sue congetture. Era consapevole che nel gioco dell'inganno e della manipolazione, era fondamentale procedere con cautela. Avrebbe dovuto raccogliere informazioni, scrutare i movimenti del sospettato e valutare attentamente ogni passo da compiere. Nel quartiere dei piaceri, le apparenze ingannano, mormorò tra sé e sé

    Le istruzioni di Yayoi risuonarono nella sua mente come un rintocco sinistro. Non c'erano prove concrete, solo un'intuizione non definita, ma persistente, nei confronti dell'uomo di cui si parlava. Kuroshi sapeva quanto fosse importante fidarsi del proprio istinto nel suo mestiere, ma era altrettanto consapevole dei rischi che comportava agire basandosi esclusivamente su sensazioni vaghe. Con un semplice cenno del capo, accettò silenziosamente la sfida implicita.

    Prese la mappa, i tratti sfocati delle strade e degli edifici sembravano ondeggiare davanti ai suoi occhi scrutatori. Non era molto, ma era tutto ciò che aveva a disposizione per iniziare. Studiò la disposizione delle strade con attenzione, tracciando mentalmente le possibili vie d'accesso e di fuga. Ogni angolo, ogni vicolo cieco, doveva essere preso in considerazione.

    Con un respiro profondo, piegò la mappa e la infilò nella tasca interna del sua divisa insieme alla foto del bersaglio. Era giunto il momento di scendere nell'arena, di immergersi nelle ombre del quartiere dei piaceri e di catturare l'essenza nascosta di quel misterioso rappresentante di cosmetici.

    Nel mentre si dirigevano alla sala da the, Kuroshi si sfilò il coprifronte e lo ripose nella divisa. Se bisognava andare nel quartiere a luci rosse sarebbe sicuramente stato più saggio nascondere il fatto che fosse un ninja accademico.

    Arrivati nel punto stabilito i due genin, si fermarono a poche centinaia di metri dall'ingresso della sala. Kuroshi scrutò attentamente l'ambiente circostante, facendo un rapido ma dettagliato esame della situazione. L'ingresso non era particolarmente affollato, ma dietro la porta sembrava ci fosse un qualche tipo di sorveglianza o controllo d'accesso. Questa osservazione lo indusse a trattare con prudenza e ad analizzare ulteriormente la situazione prima di agire.

    Le movenze delle cameriere suggerivano un'attività vivace all'interno del locale, ma anche la possibilità di infiltrarsi senza destare sospetti. Osservò l'entrata e l'uscita delle figure, cercando eventuali modelli o punti deboli nella sicurezza. Da questo momento ci divideremo! esordì rivolgendosi al suo compagno. Tu ti infiltrerai con la trasformazione, fingendoti cliente e curioserai in giro! disse metre estraeve dalla tasca il malloppo di soldi che gli aveva lasciato Yayoi. Ti lascio l'ottanta percento del denaro, potresti usarlo per fingerti cliente e perchè no corrompere qualche cameriera. Di sicuro sono una banca di informazioni. terminò mentre si infilava il restante del denaro di nuovo in tasca.

    Con calma e precisione, Kuroshi elaborò un piano d'azione. Avrebbe approfittato dell'orario tranquillo per osservare attentamente le attività intorno all'ingresso, valutando il momento migliore per muoversi. La presenza di un possibile guardiano rappresentava una sfida, ma anche un'opportunità: poteva essere sfruttato come fonte di informazioni o come punto di ingresso se gestito con astuzia.

    Io per il momento resterò ad osservare l'ingresso e capire se vi è un punto di accesso al secondo piano. magari riesco ad infiltrarmi. Dopo aver stabilito come procedere i due si sarebbero separati e Kuroshi si sarebbe appostato in cima all'edificio proprio di fronte la sala. Dal tetto avrebbe avuto la possibilità di sorvegliare l'ingresso e scrutare eventuali vie di accesso al secondo piano, qual'ora vi fossero state. Una volta in posizione si sarebbe [mimetizzato] facendo attenzione ad avere occhi e orecchie ben aperte. [Abilità] [Abilità]

     
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    Falce dei Kaguya


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    Iniziano le Indagini

    Cambiando pelle come un serpente



    Quando quella donna, Yayoi, fece i complimenti al mio basso coinquilino, tanto per la domanda, quanto per me, ammetto che mi agitai un pò, allegro, attorno al collo di Saragi, mentre il genin ascoltava le risposte della jonin.
    Profumi e cosmetici nel quartiere dei Piaceri? Immagino che servano, se ho ben capito che fanno in quella zona., fu la considerazione che il giovane Shi tenne per se, prima di rivolgere un cenno positivo alle parole del suo compagno di missione, che si trovava d'accordo sull'uso della tecnica della Trasformazione.

    La padrona di Shea non diede moltissime altre notizie: una mappa della zona dove dovevano investigare e qualche dettaglio sulle tempistiche di movimento del "sospetto" mercante, stava al mio basso coinquilino ed al suo parigrado fare il resto.
    Parigrado che prese la mappa, se la guardo e la mise in tasca, assieme alla foto del mercante, lasciando Saragi a guardarlo per qualche secondo, battendo le palpebre sorpreso: Ehm... Kuroshi-san, potrei vedere la mappa anche io?, avrebbe chiesto, sperando di potersi fare un'idea della zona dove si sarebbero dovuti muovere.

    [...]

    Arrivati nei pressi della Sala da Thé, fu sempre il ragazzetto più scuro a dare gli ordini al mio basso coinquilino: in più, aveva tenuto lui anche il denaro datoci dalla jonin!
    Saragi, vuoi per quel suo carattere un pò remissivo, fra l'andare in giro con una maschera sulla bocca, ed il pessimo umore accumulato dalla scoperta di una sua prossima probabile morte, non ebbe molto da ridire sul fatto che fosse il parigrado a gestire tutto ciò che gli era stato fornito, o organizzare le azioni.
    In fondo, Kuroshi gli ripropose il suo stesso piano: usare la trasformazione per investigare all'interno della sala da Thé, mentre l'Akodou investigava all'esterno.
    Va bene., concordò il basso Shi, Però aspetta di vedere il volto con cui entrerò, così da capire quando uscirò., gli suggerì, riflettendo su che aspetto prendere.

    Fu a quel punto che Saragi ripercorse le sue poche conoscenze mentalmente: L'Erede-dono non è il caso, né l'altro Consigliere, sono persone importanti qui ad Oto, potrei dare troppo nell'occhio., valutò, scartando le due personalità di rilievo conosciute più di recente.
    Anche il palestrato di quella vecchia missione fuori Oto, magari lui ci va pure in questi posti..., considerò, mentre il dubbio su che fine avesse fatto quel tizio gli ritornò in mente, ma quel ricordo portò alla mente la risposta alla domanda iniziale: con un singolo sigillo, ecco che Saragi Shi spariva ed appariva il genin di Kiri, quel "Hideo" che era stato il caposquadra nella nostra prima vera missione. [ST]
    Non aveva il coprifronte della Nebbia ed io mi ero nascosto fra i bordi del vestiario che Saragi ricordava addosso a quel ninja, Sarò questo genin di Kiri., disse, memore della voce di quel ninja, rivolgendosi a Kuroshi, prima di salutarlo con un leggero inchino del capo e dirigersi verso la Sala da Thé. [Abil]

    Così il mio basso coinquilino varcò l'ingresso dell'edificio, ripetendosi mentalmente l'idea che aveva avuto su come cercare qualche informazione e, nel frattempo, girando per il pian terreno di quel locale, finché non trovò un posto abbastanza centrale dove sedersi.
    Una volta accomodatosi, iniziò a guardarsi intorno, provando a trovare il "sospetto" mercante. [Abil]

    Che lo avesse notato, o meno, Saragi non avrebbe cercato di interagirci, piuttosto avrebbe cercato di attirare l'attenzione di una delle geishe che portavano bevande, chiedendo un thé al gelsomino e poi ponendo una domanda: Sono qui in viaggio, domani riparto per il Paese dell'Acqua, per caso può consigliarmi qualcuno che venda dei profumi, o altri cosmetici tipici del Paese del Riso? Per portare un souvenir ad un'amica.
    Chissà se la domanda avrebbe portato i risultati sperati.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    La Congiura dei Serpenti

    Capitolo 3

    Febh e Makoto
    Dopo essersi congedato da Hebiko con il cuore più leggero, dato che lei aveva compreso che il vero colpevole era la spia e che Febh sarebbe stato presente per aiutarla a superare il suo trauma da sostituzione di persona, il Consigliere Yakushi aveva raggiunto il prigioniero, trovandolo affranto e usando la sua proverbiale empatia per risollevargli il morale e curare la sua anima, nonostante i sospetti. Chiaramente quanto appena scritto è interamente frutto dell'interpretazione dello Yakushi stesso. Ti pare onesto uno che vuole aiutarti a compiere due reati? Scappare dal tuo villaggio e infiltrarti in un villaggio nemico? Alzò gli occhi al cielo, ma con tutta onestà non si può dire che lui fosse molto più sveglio in situazioni poco concitate.

    Quando Magoo si spogliò lo Yakushi ebbe un attimo di imbarazzo all'inizio (detestava gli spogliatoi e usava un costume da bagno con tanto di maglia, quindi figuriamoci) ma il Fuuinjutsu attirò la sua attenzione. Uno lo ho già visto, ma questo grosso mi pare una roba nuova... A quanto pareva era stato visto e studiato dalle guardia all'ingresso, ma giudicato un mero sistema di amplificazione di altri jutsu, senza reale potenzialità offensiva, quindi lo avevano fatto passare. E poi Gene si vanta che i suoi uomini sono i migliori. Sbuffò. Se tu ora morissi, il simbolo di tracciamento sparirebbe e quelli scapperebbero, se non lo hanno già fatto. Idem se lo spezzassi io. Ma per quanto ne sappiamo potrebbero aver già scoperto tutto con la questione di Hebiko quindi abbiamo poco tempo. Il North Gate è il più vicino al Bosco dei Sussurri quindi potrebbero essersi appostati là. O se sono entrati potrebbero essere nascosti ovunque, in un edificio abitato o anche in quelli vuoti come il Palazzo delle Lance. Avrebbe incrociato le braccia. Anche se questo Fuuin fosse un amplificatore potente, non credo potrebbero stare troppo lontani, quindi diamo per buono che fossero dentro le mura. La prima cosa da fare è andare al North Gate e indagare su quante persone sono entrate il giorno in cui sei arrivato tu. E dovrai guardare...con la lente...tutte le foto segnaletiche di chi è entrato...magari F ha usato una Henge assumendo un viso a te familiare.

    Con le Carte Ninja avrebbe potuto facilmente fare degli identikit a partire dalle informazioni delle guardie, che certo non potevano opporsi a un suo ordine, così da avere una prima scrematura. Che trovassero o meno qualcosa, avrebbe chiesto a Makoto di ripercorrere la strada che aveva fatto a ritroso, ovviamente dopo aver assunto l'aspetto di Hebiko con la Henge. Avanti, vediamo se salta fuori qualcosa!

    Amministrazione di Oto, Ufficio 3B
    Congedati i due ragazzi, Yayoi si sarebbe dedicata a coordinare altre missioni (dopo una piccola pennichella) mentre i due si recavano al Quartiere dei Piaceri, suddividendosi i compiti non appena arrivati a destinazione. Saragi ebbe parte del loro budget mentre si trasformava in Hideo, ninja di Kiri, guadagnando così l'ingresso e gironzolando fino a trovare i tavolini all'aperto del giardino interno, quello aperto a chi non era interessato a una stanzetta privata...o non poteva permettersela. Sedutosi al tavolo avrebbe aguzzato occhi e orecchie in cerca del sospettato senza però cogliere la sua presenza, quindi quando una cameriera ben vestita ma ancora giovane e non certo bella come quelle che intrattenevano gli ospiti delle sale private si avvicinò per ordinare, le chiese qualcosa riguardo alla necessità di cosmetici. Oh, ma certamente, ci sono almeno due o tre negozi nei vicoli. Avrebbe detto, affabile. Recupero una cartina e glieli indico, solo eviti i vicoli troppo stretti. Posso consigliare un the al Loto? E' più affine ai gusti di chi viene dal Paese dell'Acqua.

    Poco dopo la donna sarebbe tornata con l'ordinazione, esibendosi in una breve e stringata cerimonia del the, nata più per creare un piccolo intrattenimento a chi non poteva permettersi di assistere a quella vera, dopodiché posò una carta ancor più approssimativa di quella fornita da Yayoi davanti al ragazzo, mentre recuperava il pagamento per il the (nella sala grande si pagava subito la consumazione). Ci sono altri negozi nel villaggio, ma questi sono quelli nel quartiere dei piaceri, i più vicini. Stava per congedarsi quando ebbe un ripensamento. Oh, però se non fossi interessato a profumi del Paese del Riso ma a cose più esotiche, un nostro cliente abituale ha un campionario. Nel dirlo avrebbe voltato il capo verso una delle porte scorrevoli disposte intorno al giardino, una per ogni saletta privata del piano terra. Magari potrei chiedergli un piccolo parere, di solito è molto gentile. Anche se non lo disse, il tono lasciava intendere che quel servizio valeva una mancia generosa...però con i suoi sensi ovviamente Saragi avrebbe seguito il suo sguardo, di fatto individuando la sala dove si trovava il Profumiere.

    [...]

    All'esterno Kuroshi fu altrettanto fortunato. Guadagnato il tetto di uno degli edifici del Quartiere dei Piaceri, perlopiù in cattivo stato di manutenzione, si sarebbe appostato approfittando dei suoi abiti dal rivestimento mimetico mentre scrutava l'edificio in cerca di possibili brecce da cui infiltrarsi. C'erano almeno due possibili ingressi al piano di sopra (a patto di arrampicarsi senza far rumore, era troppo distante per saltare) e una finestra al piano di sotto che dava a una saletta privata al momento vuota, forse dimenticata aperta da una delle geishe. Proprio mentre contemplava come sfruttare quell'apertura, dato che la strada era al momento deserta, ed ecco che la finestra accanto venne aperta, e proprio dall'uomo che stavano cercando, il cui volto arrossito e alticcio dimostrava che non stava certo bevendo solo del The. Chiacchierava con qualcuno all'interno e non sarebbe stato difficile avvicinarsi abbastanza, nel vicolo, per sentire cosa veniva detto nella stanza (grazie all'orecchio fino del ragazzo)

    Sono certo che Naga-sama sia lieto del mio operato, mi ha anche dato un bonus! AHAHAHAH! Rideva l'uomo, con voce un pò roca da fumatore, alticcio. Certamente Shoboshi-san. Gli rispose la voce calma ed elegante di una donna, ma senza sporgersi dalla finestra (col rischio di essere visti) non le si poteva dare un volto. E sono felice che i tuoi affari stiano andando bene, ma servono più fondi. Hai individuato qualche bersaglio? Naga-sama ha detto di andarci coi piedi di piombo qui a Oto. L'uomo stava bevendo qualcosa e poi poggiò rumorosamente a terra la bottiglia o la tazza, comunque un contenitore di vetro. Due donne. Una vive nel quartiere dei piaceri, ricca ma non troppo, sposata a uno a cui non interessa e ha un amante giovane e scemo, anche se non quanto quel bietolone dell'altra volta. Disse. L'altra è una vedova del clan Akadou, vive dentro le mura, ma ha una passione per il chakra dei neogenin...schifosa vampira. Non parlare così dei nostri clienti, Shoboshi-san. E ricorda che non devono restare tracce. Lui però era sprezzante. Uhmpf! Hanno entrambe provato il Bacio del Naga...è solo questione di tempo. Ma ora parliamo un pò di noi...perché non ci divertiamo un pò, Tsukino-chan? Chiese con tono lascivo, ma la donna ridacchiò con fermezza, inziando a strimpellare uno shamisen.

    Forse Kuroshi avrebbe avuto qualche nome in mente pensando alle donne vedove all'interno del suo stesso clan, ma non poteva certo conoscere tutti, soprattutto chi viveva lontano dal loro quartiere, quindi sul momento non avrebbe potuto avere idea di chi parlavano. Poteva arrischiarsi a sbirciare nella stanza o entrare? Quale era la mossa successiva?

    Bosco dei Sussurri
    Il flirt tra Hebiko e Meredora continuava come un'abile rituale di corteggiamento mentre le due raggiungevano la caverna e la sorpresa all'interno, sebbene ciò che si trovarono di fronte, ossia un sosia dello Yakushi con atteggiamenti decisamente poco affini allo Yakushi, era molto più sorprendente della residenza lussuosa che era stata ricavata da quel luogo, mandando temporaneamente Meredora in sovraccarico di informazioni, totalmente colta alla sprovvista. Kaji sembrava totalmente a suo agio e anzi sorrise caldamente a Hebiko mentre questa celava il suo imbarazzo con la manica del Kimono e rispondeva a tono. Sono arrivato quattro giorni fa, il tempo di rendere questo posto più accogliente. Avrebbe detto. Ma non da solo, naturalmente. Non aggiunse altro mentre lei presentava Meredora e lui si avvicinava, ancora un pò gocciolante. Meredora, sono incantato. Si sarebbe proposto per un baciamano ma lei non avrebbe porto il braccio, cercando di riprendersi dopo aver fissato la Consigliera. Kaji...quindi non...? Lo sguardo di Hebiko non le fece finire la domanda. Avrebbero avuto tempo per chiarire, e lui non sembrò affatto risentito dal rifiuto del baciamano.

    Non serve cambiarsi. Mormorò lei dopo un breve colpo di tosse per riprendersi, componendo un mezzo sigillo mentre i suoi vestiti, in realtà composti dalle sue ragnatele, mutavano forma divenendo eleganti filamenti che drappeggiavano sul corpo nudo, opportunamente coperto dove serviva, prima di tramutarsi in un elegante costume intero che tuttavia sembrava svelare molto più di quanto nascondeva. Se siamo ospiti, allora stiamo al gioco. Poi verso Hebiko. Cambiati pure, resto io di guardia. Comunque andasse Kaji avrebbe osservato con un vaghissimo moto di gelosia quello scambio. Ah, vedo che siete molto amiche, sono felice di fare la tua conoscenza, Meredora. Non avrai certo pensato di essere il suo unico amico, no? Replicò prontamente lei, sorridente quanto lui anche se saette e fiamme nascevano nel punto di incrocio dei loro sguardi.

    Tra i due litiganti Hebiko, che si fosse cambiata o meno (certo era un pò imbarazzante essere l'unica vestita davanti a due persone in costume da bagno), avrebbe cercato poi di riportare la conversazione là dove le interessava. Che si fossero accomodati sui divani o nella vasca, avrebbe chiesto a Kaji le ultime novità. Non è Aji Tae a usare me. Ci siamo usati a vicenda, ma strettamente parlando lui è un mio sottoposto. Aveva certi...vincoli che ora ha fortunatamente rimosso. Quando a me, sono nuovamente vivo e devo ringraziare solo la tua fiducia, che stai pur certa non tradirò più. Meredora fece un gesto stizzito ma non approfondì, avvicinando invece una mano per sfiorare il ginocchio di Hebiko. Ti avevo promesso che non sarei stato un pericolo e avrei ripagato la tua fiducia, per questo mi sono allontanato il più possibile, per evitare problemi visto l'altro me. Ora sono il ministro di un governatore nel continente orientale. E' stato facile con le mie capacità. Possibile che in poche settimane avesse ottenuto tanto potere? Certamente Aji Tae gli aveva spianato la strada o aveva predisposto qualcosa prima ancora di fuggire dall'inferno. Piuttosto, se mai volessi un regno, sarei lieto di offrirtelo. Credo che governare Oto con il tocco che solo una donna di classe sa offrire sia la sua più alta aspirazione. Ribatté Meredora, con sguardo di sfida. Non mi piace il suo aspetto...evoca pessime impressioni. Sono ciò che lui sarebbe potuto essere. Disse, sibillino, senza approfondire, mentre forniva a Hebiko il tabacco della migliore qualità.

    Per quale motivo siamo qui? Avrebbe chiesto alla fine Meredora, dopo aver rifiutato il fumo. Accennavi a dei pericoli, per questo mi sono precipitato qui con un mio fidato sottoposto. Quanto ai miei compagni dell'altra parte...mantengo contatti molto labili, il nostro patto durava fino all'uscita dalla nostra...prigione. E sul non pestarci poi i piedi a vicenda. Aji Tae ha alcuni interessi in comune con me, per questo collaboriamo...sai, lui intende recuperare un tesoro che era in suo possesso moltissimi anni fa, e farebbe di tutto per averlo. Parole che sostanzialmente fornivano a Hebiko il punto debole del Mercante, ma perché parlarne così, dove forse potevano sentirlo? Ora dimmi del pericolo...e di come posso aiutarti.
     
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    segreti sussurrati: l'uomo nel quartiere dei piaceri

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    Dopo aver memorizzato il nuovo aspetto di Saragi, e averlo osservato entrare nella sala da the; Kuroshi, dal suo nascondiglio sul tetto fatiscente dell'edificio nel Quartiere dei Piaceri, osservava silenziosamente la vita che si svolge al di sotto. Le sue vesti mimetiche si adattavano perfettamente all'ambiente circostante, permettendogli di sfuggire alla vista anche nel cuore della città. Fisso lo sguardo sull'edificio di fronte a lui, cercava con attenzione eventuali varchi da cui potersi infiltrare.

    Dall'alto, poté distinguere almeno due punti di ingresso plausibili al piano superiore, anche se avrebbero richiesto un'arrampicata discreta per non destare sospetti. La sua attenzione si spostò quindi verso il piano inferiore, dove una finestra socchiusa sembrava promettere un accesso più agevole.

    Mentre osservava attentamente dalla sua posizione nascosta, una figura emerse dalla finestra traforata dell'edificio di fronte. Un uomo dal volto arrossito, con un aria vagamente familiare si sporse. È lui, l'uomo che stiamo cercando. Si disse tra sé e sé comparando quell'uomo alla foto che Yayoi gli aveva consegnato. Un po' sbronzo, una sorta di figura sbilenca, come se il peso dell'alcol lo tirasse verso il basso, e il suo volto arrossato era una prova evidente dei suoi eccessi, ma di sicuro era l'obiettivo dei due genin. Un sorriso ebete danzava sulle sue labbra, mentre parlava con qualcuno all'interno.

    La sua presenza diede al ragazzo un brivido di eccitazione. Questa era l'opportunità che stavano aspettando. Si sarebbe cosi avvicinato con cautela al vicolo sottostante, i suoi movimenti erano fluidi e silenziosi come quelli di un'ombra. Il suo udito era all'erta, pronto a captare ogni parola che viene scambiata all'interno dell'edificio.

    Appostato proprio sotto la finestra con le spalle appoggiate al muro, e [mimetizzatosi] nel medesimo modo, se ne stava acquattato. Il suono delle loro voci lo raggiunse, filtrando attraverso le pareti sottili. Poteva distinguere le loro parole, quasi come se fosse dentro la stanza con loro, un fantasma invisibile che ascolta senza essere visto.

    Le parole dell'uomo ubriaco risuonavano nel vicolo, accompagnate dal suono roco della sua risata. La sua voce era pesante, carica di una certa baldanza alimentata dall'alcol. Era possibile percepire la sua sicurezza traballante mentre si vantava dei suoi successi. Naga-Sama? gli fece eco nelle sua testa, mentre si appuntava mentalmente quel nome. Una risposta giunse da una figura invisibile all'interno, una voce femminile che riecheggiava con calma ed eleganza. La sua presenza era solo udibile, priva di un volto tangibile, ma confermò l'identità del sospettato. Ora non vi era alcun dubbio.

    L'uomo, nel frattempo, sembrava che continuasse a bere, e il suono di un contenitore di vetro che veniva posato rumorosamente a terra riempiva l'aria del vicolo. La conversazione si stava rivelando un tesoro di informazioni preziose, e Kuroshi restò immobile nell'ombra, ascoltando ogni parola con attenzione, pronto a cogliere ogni dettaglio utile alla sua missione.

    Dopo aver ascoltato attentamente la prima parte della conversazione tra l'uomo e la voce femminile dall'interno, il suo cervello iniziò immediatamente a elaborare e analizzare ogni dettaglio udito. La sua mente si trasformava in un laboratorio di analisi, dove ogni parola, tono e inflessione venivano dissezionati e sottoposti a un'analisi approfondita.

    Le parole pronunciate dall'uomo confermavano i sospetti di Yayoi sospetti riguardo al non essere solo un mercante di cosmetici, ma ad un coinvolgimento in attività illegali. Il fatto che abbia ricevuto un bonus suggeriva che i suoi compiti erano stati eseguiti con successo, un chiaro segno del suo ruolo chiave in quella che poteva essere una sorta di organizzazione.

    Dall'altra parte, la voce femminile manifestava una certa preoccupazione per la necessità di ulteriori fondi e sottolineava l'importanza di procedere con cautela. Questo indicava che l'organizzazione potrebbe essere in cerca di nuove risorse finanziarie e che l'attenzione era focalizzata sulla sicurezza delle loro operazioni.

    La richiesta di individuare nuovi bersagli invece, suggeriva che l'organizzazione potrebbe essere alla ricerca di nuove fonti di profitto o che stava cercando di consolidare il proprio potere nell'area. La menzione di "andare coi piedi di piombo" indicava che forse questo tale Naga-sama desiderava evitare l'attenzione indesiderata e agire con discrezione. Ma era troppo tardi, aveva già attirato l'attenzione dei piani alti di Oto.

    Le parole sprezzanti dell'uomo riguardo alle due donne suscitarono una gamma di emozioni contrastanti nello shinobi. Da un lato, la sua razionalità lo spingeva a considerare le informazioni in modo obiettivo e distaccato, mentre dall'altro la sua parte umana non poteva evitare di provare una certa empatia per le donne oggetto di tali disprezzi. Le loro vite complesse e ambigue lo avevano colpito in un certo senso, e si domandava quali fossero le loro storie dietro le descrizioni dell'uomo.

    La prima donna, sembra vivere una vita di lusso ma intrisa di insoddisfazione, coinvolta in relazioni extraconiugali che suggeriva un vuoto emotivo o una ricerca di qualcosa che le sfugge. Si chiedeva quali potessero essere i suoi veri desideri e quali le sue motivazioni per agire in questo modo.

    Al sentire la menzione della vedova del clan Akadou, la sua reazione fu istantanea e intensa. Un brivido freddo gli percorse la schiena, mentre la sua mente si riempiva di domande e sospetti. Essendo anch'egli parte del clan Akadou, la menzione di un membro coinvolto in attività sospette solleva una serie di preoccupazioni e interrogativi.

    La sua lealtà al clan e il suo senso di appartenenza si scontrano con la necessità di indagare su questa figura misteriosa e il suo coinvolgimento nelle attività criminali. Si interrogava se la vedova fosse una persona che conosceva personalmente, se fosse coinvolta direttamente nelle operazioni del clan o se agisse in modo indipendente.

    Sarà meglio andare in fondo a questa storia. Se qualcuno del clan sta commettendo dei reati e bene che subisca le conseguenze che merita. Kuroshi tentò di mantenere la calma e la lucidità anche sotto pressione, ma la tensione cresceva dentro di lui mentre rifletteva sulle implicazioni di questa scoperta. La sua mente era una tempesta di pensieri e emozioni, mentre cercava di elaborare un piano d'azione che proteggesse sia il clan che il suo dovere di combattere il crimine.

    Tuttavia, la sua priorità restava quella di rimanere nascosto e di continuare a raccogliere informazioni senza destare sospetti. Era fondamentale agire con cautela e astuzia in questa situazione delicata, e si preparò a osservare attentamente gli sviluppi futuri mentre si adattava alla nuova realtà che si era presentata.

    Con il cuore che batteva veloce nel petto, il genin si mosse con furtività cercando il momento perfetto per infiltrarsi nella stanza accanto. Si avvicinò silenziosamente alla finestra, sfruttando l'oscurità dell'ombra per fondere la sua figura con quella circostante.

    Una volta all'interno, La stanza della sala da the rifletteva l'estetica elegante e raffinata della tradizione giapponese. Le pareti erano rivestite da pannelli di legno lucido, delicatamente decorati con disegni floreali stilizzati che aggiungevano un tocco di grazia e armonia all'ambiente.

    Al centro della stanza si trovava un tatami, un tappeto di paglia intrecciata, su cui erano disposti eleganti cuscini rotondi per sedersi. La delicatezza del tatami trasmette una sensazione di calma e benessere.

    Nel punto focale della stanza si ergeva un basso tavolino di legno scuro, semplice ma elegante nel suo design. Su di esso era posizionata una teiera di ceramica smaltata, fiancheggiata da piccole tazze dal bordo sottile.

    Kuroshi si avvicinò di soppiatto alla parete che comunicava con la stanza accanto. Con mano ferma, estrasse un [Kunai] dal suo equipaggiamento e lo usò con destrezza per creare un piccolo foro nella parete accanto alla finestra. Lavorò con precisione chirurgica, assicurandosi che il foro fosse abbastanza grande da permettermi di osservare senza essere scoperto, ma abbastanza piccolo da non destare sospetti.

    Una volta completato il lavoro, si spostò con cautela verso il foro, mantenendosi nascosto grazie alla mimetizzazione del suo [rivestimento]. Con il cuore che batteva ancora più forte, si affacciò con attenzione attraverso il piccolo spazio appena creato per osservare la scena all'interno.


     
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    Cerimonia del Thé

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    Saragi e Kuroshi non si dissero niente altro, dopo che il mio basso coinquilino gli mostrò il volto che avrebbe usato: si divisero, semplicemente, per cercare tracce di quel mercante di profumi ognuno a modo suo.
    Io rimasi nascosto, fra i bordi del vestiario di quel nuovo aspetto che non riconoscevo, ma che, in fondo, celava solo agli occhi il giovane Shi, facendolo apparire come il genin di Kiri che avevamo conosciuto diverso tempo prima.

    Entrati nella sala da Thé, la cameriera che servì Saragi si dimostrò gentile, arrivando a proporgli un thé al Loto, "più affine" ai gusti di chi proveniva dal Paese dell'Acqua, come quel Hideo.
    Il mio coinquilino accettò con un cordiale cenno del capo: Sì, grazie, accetto il suggerimento., concordò, prima di riportare la discussione verso i cosmetici del Paese del Riso.

    La cameriera ci fornì informazioni su alcuni negozi che vendevano cosmetiche delle nostre terre natie, suggerendo anche quali vicoli visitare e quali evitare, di certo un gesto molto cortese.
    Probabilmente Saragi avrebbe anche cercato di far collimare quelle informazioni con la mappa fornitaci dall'evocatrice di Shea, se la sua attenzione non fosse stata attirata da come la cameriera ci preparò il thé.

    La cerimonia che eseguì, infatti, incuriosì il genin: non avevamo così tante proprietà da permetterci gli utensili adatti a qualcosa del genere, quindi Saragi fu indubbiamente affascinato, tanto da seguire ogni dettaglio con massima attenzione, non sapendo che era ben poca cosa rispetto a quanto potevano offrire le stanze private.
    Alla fine della cerimonia, il finto Hideo si prodigò in un leggero inchino, nell'assaporare, intanto, l'odore di quel thé.
    Complimenti, per i vostri gesti e per questo thé., si congratulò (aveva detto che fosse buona educazione fare i complimenti in quei casi) verso la cameriera, prima di sentirla parlare di un cliente con un "campionario più esotico".

    Che sia l'uomo di cui ci ha parlato Yayoi-dono? Shoboshi Miroku?, valutò fra se il genin, seguendo lo sguardo della sua interlocutrice.
    Potrei infiltrarmi da solo? Ma come? Che gli direi?, si chiese fra se Saragi, che valutò persino di usare la tecnica dell'Occultamento, ma in un luogo con una clientela variegata, probabilmente sarebbe stato beccato da qualche ninja lì per puro caso e questo avrebbe potuto generare dei problemi.
    In fondo erano lì per investigare, non per creare agitazione, quindi valutò difficile usare un approccio basato su un qualche jutsu.

    Usando al meglio le sue poche abilità di recitazione, mentre valutava tutto ciò, "Hideo" avrebbe continuato a sorseggiare il thé al Loto, per poi rispondere: Sì, grazie, sarebbe molto gentile se mi potesse presentare questo vostro cliente abituale.
    Dopo quelle parole, avrebbe posato la tazza del thé ed allungando sul tavolo un terzo di quanto gli rimaneva di metà della somma ricevuta nemmeno qualche ora prima, per incentivare la cameriera.

    Se quella, però, si fosse mossa senza invitarlo a seguirla, Saragi avrebbe azzardato un cenno della mano: Se fosse possibile, vorrei incontrare questo mercante di persona, per poter valutare personalmente le merci che può offrire., si fermò un attimo, mimando un'alzata di spalle, Sa, vorrei fare bella figura con questo souvenir e conoscendo i gusti della mia amica, potrei comprendere meglio cosa acquistare. , spiegò, sperando che l'altra accettasse, data anche la valida mancia, di presentargli questo "cliente abituale". [Abil]

    Ora c'era da vedere se il piano avesse funzionato o meno.
     
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    A carte scoperte

    III



    Makoto si strofinò la testa sconsolato, forse consapevole del suo non essere poi così sveglio. Beh, sono sempre stato più di Oto che di Kumo... Sospirò, forse stressato più dalla consapevolezza che senza un leader fidato sarebbe diventato solamente una misera pedina. Hebiko-chan aveva più a cuore i miei desideri... Certo tante volte mi diceva che erano idee stupide, ma poi tutti ci smuovevamo per cercare di realizzarle. Non che avessimo molto altro da fare. Ridacchiò, con il suo vocione profondo, mentre ricordava dei tempi più semplici, ormai andati.

    Makoto ascoltò le considerazioni di Febh annuendo con aria grave, anche se era difficile capire se fossero entrate nel suo cervello tutte le parole, o se volesse solo essere di supporto senza sembrare stupido. Il colosso sussultò per un momento quando Febh si trasformò in una copia di Hebiko, ancora a disagio per la situazione e per il re-incontro andato malissimo. Ma lo seguì senza alcuna opposizione, ora che era Oto voleva dimostrare di essere degno di quel posto.

    Alle mura, i due [guardiani] visibili lo osservavano da lontano, visibilmente incerti. Dopotutto Hebiko visitava spesso i vari clan per incontrarne i capi per svariati motivi, ma di rado aveva a che fare con le faccende alle mura. Il più alto dei due fece un cenno con la mano piuttosto informale, con un mezzo sorriso rivolto ai due presenti. Cosa vi porta da queste parti? L'altro, più silenzioso, alla richiesta dell'archivio di chi era entrato nel giorno richiesto apparve dubbioso, ma ubbidì senza problemi. Mentre lui perdeva tempo, il più grosso, Taro, sembrava estroverso abbastanza da voler far conversazione: Siete in partenza, o volevate solo assaggiare le bioches al ripieno di veleno di ragno giù all'angolo? Sono una delizia per il palato. Indicò un locale, non troppo distante da lì, abbastanza vicino perchè se ne potesse sentire il profumo. Il collega, Eizo, consegnò il necessario al duo, pazientando anche alla richiesta di una lente d'ingrandimento, invitandoli nel piccolo ufficio per farli stare comodi. Makoto avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per analizzare le varie foto, ma non avrebbe trovato niente che potesse essere d'aiuto a Febh. Nessuna foto di F, nessuna foto di una sua identità di copertura, nessuna foto di Makoto stesso. Eizo era nella stanza con loro, e anche se avessero chiesto un po' di privacy, sarebbe stata loro negata. Negativo. Un dipendente delle mura deve essere sempre presente, anche fosse una richiesta del Daimyo stesso. E naturalmente non posso lasciarvi portare fuori l'archivio, potrebbe essere facilmente contraffatto. Dopotutto si trattava di dati sensibili. Taro li aspettava fuori dalla porta, come di guardia. Un udito fino [Percezione +15] avrebbe potuto udirlo bisbigliare qualcosa, principalmente il nome di Hebiko, e la sua presenza nella stanza, ma poco altro. Sembravano perlopiù disponibili alle richieste del Consigliere, stava a lui sfruttarli al meglio.



    Kaji aveva in parte confessato di non essere solo, guadagnando qualche punto fiducia, nonostante la Vipera restasse in allerta, inconsapevolmente dal duo. Questo è un bene. Qualcuno dovrà pur tenerti d'occhio. Ridacchiò. Chi ha avuto questo onore? Era sicura fosse Aji, ma c'era una terza persona di cui era curiosa, e su cui non sapeva ancora come indagare. Meredora fortunatamente venne convinta solamente dal suo sguardo: c'era una spiegazione, ma non era il luogo nè il momento giusto.

    La donna ragno, forse per rifarsi dallo shock subito, sfoggiò le sue raffinate abilità di tessitura per cambiarsi sul posto, in una trasformazione che aveva visto di sfuggita alla tv mentre Youkai a palazzo guardava i suoi cartoni. Hebiko rimase a bocca aperta nell'osservare il suo jutsu, in parte per l'imbarazzo, in parte perchè non credeva avrebbe ceduto così facilmente ad una simile richiesta. Ed ora che entrambi si erano vestiti per l'occasione, rifiutare ulteriormente l'avrebbe fatta apparire fin troppo ostile, e l'ultima cosa che voleva era fare per la seconda volta di fila lo stesso errore che aveva portato Ogen a versarle il the in testa. La peggiore delle umiliazioni. Com'è... pratico. E sia, dopo aver preparato una simile accoglienza in una sola settimana, negarsi un bagno caldo sarebbe criminale. L'ultima occhiata fu in grado di percepire con soddisfazione come il seme della gelosia fosse ben piantato in entrambi, mentre lei spariva nello spogliatoio, concedendosi un sospiro liberatorio. Stupidi ragni. Lamentò, mentre con cura riponeva il suo kimono nell'armadio, osservando la modesta scelta di costumi lì presenti, con leggera irritazione. Pronto a tutto, huh.


    Sarebbe rimasta seduta sul bordo per un po', godendosi il calore di quelle terme... ed ora aveva tutto il suo corpo a disposizione per distrarre entrambi i presenti, senza che fosse nemmeno una sua decisione, cosa che avrebbe potuto spingere entrambi a rivelare più di quanto non avessero voluto senza nemmeno sospettare della sua influenza, soprattutto mentre erano anche concentrati nella loro battaglia di dover apparire meglio dell'altro. Hebiko stessa era un'esperta in gelosia, la miglior insegnante era proprio sè stessa, sapeva benissimo come usarla a proprio vantaggio. Un elegante kimono aiutava sicuramente a farla apparire più elegante accentuando le sue movenze, ma anche svestita sapeva essere leggiadra e posata, con un perfetto controllo sul suo corpo in ognuno dei suoi più piccoli movimenti. Con così tanti stimoli e distrazioni, le due inconsapevoli vittime della sua influenza si sarebbero dovute impegnare parecchio per non fare nemmeno un passo falso.

    Hebiko ascoltò con pacato interesse le parole di Kaji, dove secondo lui il loro rapporto era paritario, se non leggermente più vantaggioso per l'Hakai stesso. Hmmm. Sembrava rispettarti parecchio, non posso negarlo. Dopotutto si comportava come fosse un messaggero di Kaji stesso, impaziente di recuperarlo. Sapere dei suoi vincoli poteva tornarle utile, anche se per farlo avrebbe dovuto indagare di più. Hoho, eppure sembra un uomo così sicuro di sè. Fatico ad immaginarlo alle strette. Dopotutto al loro incontro sembrava emanare così tanta confidenza da sentirsi perfettamente a suo agio per tutta la durata del loro incontro. Parlare di fiducia fece aggrottare leggermente le sopracciglia di Hebiko, espressione che sembrò placarsi dopo una rapida occhiata alla mano di Meredora che le sfiorava il ginocchio. Aveva qualcun altro di cui potersi fidare ora, qualcuno che ancora non aveva dato alcun cenno di tradimento, se non una fissazione un po' troppo rigida verso le regole. Gesto che naturalmente Kaji avrebbe potuto notare, e con le parole della Vipera avrebbe presto capito come dovesse fare qualche step extra per usare realmente quella fiducia a suo vantaggio. Hebiko alzò le sopracciglia, osservandolo per qualche secondo, prima di ammorbidire il viso e sorridergli. Conosci bene le mie debolezze. E una parte di me vorrebbe crederti senza esitazione. Dopotutto, avere dei sottoposti fiduciosi sotto al suo comando era ciò che stava cercando di ottenere. Purtroppo, mi hai pugnalata alla schiena una volta, e usata senza esitazione una seconda. Le sue parole erano taglienti, in forte contrasto con la sua delicata espressione. Inclinò appena la testa. Temo che mi servirà ben più di una semplice promessa perchè io possa darti la stessa fiducia. Ho bisogno che mi dimostri con onestà che questo è ciò che vuoi, perchè io possa donarti la mia. Coloro che sono al mio fianco, lo sono perchè mi hanno dato indubbie prove che io possa realmente affidare loro la mia vita. Se qualcuno vuole starmi il più vicino possibile, devo avere la certezza che le sue intenzioni siano completamente sincere e a vantaggio di entrambi. Naturalmente, con Meredora che, letteralmente al suo fianco, le sfiorava una gamba, il messaggio era ben chiaro: la donna Ragno aveva un vantaggio al momento, non avendo tradito la sua fiducia. Kaji però ora sapeva che la volontà di Hebiko era quella di credergli, e di volerlo al suo fianco. Avrebbe avuto la volontà e le dimostrazioni sufficienti per arrivare ad un gradino al di sopra della donna ragno?

    Hm. Lasciarmi all'oscuro di tutto non è ciò che considererei fiducia... Ma al momento non ne sono stata lesa. Commentò, con un leggero cenno della testa, evidenziando per bene cosa non le piaceva, ma dandogli una piccola vittoria speranzosa per fargli capire che ci fosse speranza. Non potè nascondere la sua espressione sorpresa quando l'altro menzionò l'essere un ministro... e aprì ancor di più la bocca con shock quando le propose di "regalarle un regno", qualsiasi cosa volesse dire, anche se lo shock sembrava più incredulo ed estraniante, che orgoglioso. Meredora precedette le sue parole, alle quali avrebbe voluto dar ragione, ammettendo però che ad Oto non avrebbe fatto male unirsi ad un secondo regno, senza considerare il vantaggio politico che avrebbe potuto ottenere sul Mikawa portando agli effetti Oto ad espandersi senza nemmeno un singolo spargimento di sangue... Ma doveva prima capire meglio l'assurda situazione. No... No, un momento. Gesticolò appena con la mano, fermando i presenti, portandola poi alla tempia come se stesse trattenendo un forte mal di testa. Con l'aiuto di una persona influente come Aji e la tua intelligenza, posso immaginare che ottenere un simile ruolo possa esser stato semplice... A malapena, ma se era diventato il capo delle mezze persone, diventare ministro era stato sicuramente più facile. ...ma possedere un Regno?? E cedermelo?? Sono... lusingata, ma suona tutto tremendamente surreale. Lo osservava incredula. Sei tra i vivi da quanto, una settimana?? E del tuo passato c'è a malapena una traccia dimenticata. Chi è questo governatore? E come pensi di regalarmi il suo regno?? Fece un sospiro, calmandosi. Voglio fidarmi di te, davvero. Aveva la mano sul cuore mentre lo diceva, ed almeno in quel caso era davvero sincera. Dopotutto credeva davvero che Kaji potesse essere un ottimo alleato, l'altra metà di lui era una delle persone di cui poteva fidarsi ciecamente (anche se una settimana prima l'aveva tramortita solo per un leggero sospetto), quindi voleva credere che anche con il "sè originale" il loro rapporto poteva funzionare. Ma detto così... sembra tutto così assurdo, nemmeno fosse una trappola preparata a pennello. Magari una trappola dove tu non sei altro che un'inconsapevole pedina. Voleva ammettere che non lo credeva direttamente coinvolto, e che forse persino lui era stato ingannato, ma forse a spiegargli la situazione dal suo punto di vista poteva fargli comprendere quanto fosse surreale e sospetto.

    La pipa le venne offerta nel miglior momento possibile, ne aveva decisamente bisogno. Anche se, alla prima boccata, reagì con un paio di colpi di tosse, leggermente sorpresa. Oh, giusto, tu preferisci il tabacco. Hehe, in genere mi faccio viziare di più dalle erbe, le trovo più delicate e femminili. Avrebbe comunque accettato quella pipa senza commentare altro, a meno che uno dei due non fosse intervenuto in qualche modo. Alzò le sopracciglia con interesse quando venne a sapere qualche scomoda verità su Aji, prendendo una generosa boccata dalla pipa. Oh, il nostro cavaliere bianco ha un'anima più antica di quanto mi aspettavo? O si tratta di un cimelio d'infanzia? Domande innocenti, come se stessero dialogando del nulla, che però le avrebbero dato un gigantesco vantaggio contro il misterioso mercante.

    Hebiko sorrise con dolcezza quando arrivarono finalmente al punto focale di quella visita. Siamo qui esattamente per questo, Meredora cara. Mi serve il suo aiuto per il nostro piccolo problema. Si chinò appena verso Kaji, in un gesto innocente per restituirgli la pipa, invitandolo a prendere una boccata a sua volta, e nel mentre sfruttare il movimento per mettere ancora più in mostra il suo già esposto corpo, invitandolo e distraendolo a sufficienza per impedirgli di concentrarsi su qualsiasi bugia. Tu o qualsiasi dei tuoi amichetti, sapete niente del "Bacio di Naga"? Sta portando scompiglio tra i miei affari, ed Aji aveva qualche informazione sul mio caro fratellino che pare non abbia avuto tempo di condividere. Rivelò a Kaji come Naga fosse suo fratello, una piccola informazione regalata per spingerlo a dirle di più.

    Solamente se le avesse dato una risposta sufficientemente convincente avrebbe fatto la sua parte, rivelando il motivo di quella chiamata tempestiva. Oh, è molto semplice. La tua peculiare condizione ti rende... unico, una persona a sè stante. Sia tu che Febh. E questo per i Kemono è un grosso problema. Avrebbe ripreso la pipa per dare un'altra boccata, parlando con calma di quell'argomento. Pare che a loro non piaccia che ci siano troppi Hakai in giro... Ed ora tu sei uno di troppo. Osservò la sua reazione, sia per capire se poteva già essere al corrente del problema, sia perchè voleva vedere se la sua reazione fosse stata di arroganza o di timore. Sei appena tornato tra i vivi, rendere la tua permanenza così breve solo per colpa di un folle gruppo di primitivi troppo legati alle loro tradizioni. Commentò con disprezzo, ne sapeva poco anche lei, ma sapeva quel che bastava. Ma potrei avere una leggera leva su di loro... Certo, niente di tutto questo sarà semplice. Ma sarei disposta a fare di tutto per i miei più fedeli alleati. L'ultima frase era fondamentale: se Kaji voleva accedere ad ogni sua risorsa per risolvere quel problema, doveva prima confermarle di far parte della stretta cerchia di fedelissimi della Vipera. E per fare ciò, doveva darle una dimostrazione ben più importante di qualche chiacchiera e promessa.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    La Congiura dei Serpenti

    Capitolo 3

    Febh e Makoto
    Con il bestione dalla vista corta al seguito e l'aspetto di Hebiko in uno dei suoi eleganti kimoni, Febh camminava scimmiottando i modi di muovere della ragazza, appresi dopo lunghi e tremendi addestramenti proprio a palazzo Yakushi e quindi a volte supervisionati dallo stesso Consigliere, che pure non era molto bravo e pareva più una chiassosa pantomima dell'eleganza, più vicina a uno spettacolo di drag-queen di bassa lega. Davanti alle guardie alzò lo sguardo, sprezzante come pensava che si comportasse normalmente Hebiko: Che c'è? Non posso fare un'ispezione a sorpresa? Tks! Sbottò, internamente divertito e quasi tentato di fare altre volte qualche scherzo con l'aspetto di lei. Ci mancherebbe altro che devo preannunciarmi, io sono Hebiko Do-Ku-Ji-ta. Capito? Erede di Orochimaru e Consigliera del Villaggio, non l'ultima arrivata! Eizo comunque acconsentì all'accesso ai registri, mentre Taro si arrischiava a una conversazione che fece alzare un sopracciglio allo Yakushi camuffato. In che senso? Ti pare che possa partire senza bagaglio e con uno sconosciuto? Se il mio fidanzato Kato, vostro ex collega, tornasse e lo scoprisse che figura ci farei col clan Yotsuki? Replicò con assoluta fermezza. Ma...perché proprio quel locale? Non ricordo di esserci mai andata, o mi ci hai visto?

    In ogni caso si accomodarono nella stanza, verificando le uscite, e sebbene Makoto non avesse trovato alcun riferimento, mentre Eizo era presente e non ci fu verso di allontanarlo, Febh nel corpo di Hebiko ebbe una breve intuizione. Aspetta...verifica un secondo anche quante volte IO sono uscita. Abbiamo avuto un piccolissimo problema con un impostore in amministrazione, anche se non era affatto aggraziato ed elegante come me! E fece una piroetta di scarsa qualità, convinto che quella fosse una forma di eleganza. E poi...sarai anche qui a controllarmi...ma non mi pare siate così zelanti: LUI è entrato qui l'altro giorno. Dove sono le sue foto? E la sua scheda? Batté di malagrazia un dito sul petto del Guardiano. Non mi sono mai andati a genio i guardiani e quando sono imprecisi è anche peggio. Sembrava aver dimenticato che non aveva il suo aspetto, ma certo non sarebbe stato un problema per la reputazione di Hebiko, no? Non mi dirai che mancano carte...o che ce ne sono alcune secretate persino per ME? Vero? Chiese infine con voce squillante, mentre diceva a Makoto di mettersi in posa per far ricordare meglio ai Guardiani dove fossero i documenti con cui era stato per forza schedato, visti i sigilli che erano stati analizzati. E se non avessero avuto niente del genere...allora i sospetti sarebbero immediatamente ricaduti sul personale medico che aveva dato a Febh quelle informazioni.

    Quartiere dei Piaceri
    Con l'aiuto degli abiti e del rivestimento mimetico Kuroshi era difficile da notare e ancor meno da seguire nelle penombre del Quartiere dei Piaceri, e sebbene all'interno si discutesse di questioni sensibili nessuno dei due dava l'impressione di essersi resi conto della sua presenza. Riuscì a sentire quasi tutta la conversazione, pur mancando di conoscere l'argomento del quale di discorreva, ma sentì abbastanza da capire che si trattava di qualcosa di molto serio e che, marginalmente o meno, riguardava il suo stesso clan!

    Concentratosi sui discorsi, dopo poco comprese che la donna aveva un accento straniero, non era di oto anche se camuffava bene la cosa, e sembrava vagamente simile alle inflessioni degli immigrati dai paesi del continente più orientale che qualche volta aveva sentito in degli sceneggiati televisivi, ma non avrebbe saputo minimamente come localizzarla, perlomeno sul momento. L'uomo invece aveva un accento tipico delle zone del Paese del Fuoco. Non riuscendo a comprendere altro il giovane Akadou decise di farsi coraggio e osare maggiormente, scivolando fino alla stanza accanto, fortunatamente vuota (ma per quanto lo sarebbe rimasta?), per cercare di spiare la stanza accanto da un sottile buco nella parete divisoria, creato ad arte. Ma cosa avrebbe visto? E per quanto? Dobbiamo tornare indietro di qualche minuto e vedere la vicenda da un'altra prospettiva.

    Abilmente camuffato, Saragi aveva ordinato del The e chiesto informazioni alla cameriera in merito ai cosmetici dopo aver ringraziato per la sua ordinazione. L'incentivo fu più che sufficiente per attirare l'attenzione della ragazza che annuì, intascandolo con grazia come se stesse semplicemente ritirando le vettovaglie dal tavolo mentre sorrideva. Naturalmente sarà un onore per me presentarvelo. Al momento la mia sorella maggiore lo sta intrattenendo, ma vedrò se sono disponibili a un breve incontro. Visto l'ambiente, con Sorella Maggiore certamente intendeva semplicemente una intrattenitrice con maggiore anzianità o con cui aveva un rapporto amicale anche se di rango superiore, comunque si fermò alla richiesta di "Hideo", soppesando la situazione e il guadagno potenziale, per poi annuire. Ma certo, seguitemi pure, vi annuncerò sulla porta.

    Fece cenno a Saragi e al suo piccolo serpente nascosto di seguirla, avvicinandosi con passi leggiadri fino alla porta scorrevole che aveva fissato poco prima, inginocchiandosi di fianco accanto a essa e aprendola leggermente: dall'interno uno shamisen strimpellava una melodia accattivante e piacevole che tuttavia si interruppe di colpo per quell'intromissione. Tsukino-chan, un onorevole ospite vorrebbe parlare di affari con il tuo onorevole ospite. Sono certa che sarebbe una discussione di grande interesse. Ci fu un pò di silenzio all'interno mentre una voce maschile iniziava a protestare ma venne fermata prontamente. Naturalmente, Makoto-chan. Prego, fallo accomodare. Dovevano aver usato un linguaggio in codice per indicare che si trattava di un facoltoso pronto a spendere.

    Quando Makoto si fece da parte per permettere a Saragi/Hideo di entrare, quasi in contemporanea Kuroshi faceva il suo piccolo foro nel muro, quindi di fatto avrebbero visto la stessa scena: diverse bottiglie di alcoolici e almeno due teiere ormai vuote davanti all'uomo che dovevano seguire, che sembrava molto seccato per l'interruzione, mentre una cameriera con una veste elegante sedeva vicino a lui con lo shamisen posato graziosamente sulle cosce.

    Benvenuto, onorato ospite. Io sono Tsukino e spero di potervi intrattenere qui e ora. Il caro Shoboshi-sama ascolterà sicuramente le tue richieste. Spiegò con un sorriso gentile, mentre con le dita prendeva a pizzicare dolcemente il suo strumento, creando un gradevole accompagnamento. L'uomo sbuffò, irritato, ma fece cenno a Saragi di sedere davanti a lui versandogli un pò di liquore di riso, prima di dire. Allora? Perché tanta urgenza di vedermi? Non proprio l'atteggiamento di un mercante in cerca di acquisti. Io fornisco molti negozi qui intorno, potresti rivolgerti direttamente a loro, perché proprio io? Se però Saragi avesse fatto menzione di qualcosa di speciale e memorabile, come aveva detto alla cameriera, l'uomo si sarebbe fatto meditabondo. Uhm...ho delle cose, ma per clientela molto esclusiva. Non so chi sei e di chi sei figlio, perché dovrei trattarti da VIP?

    Intanto nella stanza accanto Kuroshi avrebbe percepito chiaramente dei rumori oltre la porta della stanza: da là a pochi secondi qualcuno sarebbe entrato! Che fare? [Nota] Se fosse riuscito a risolvere la questione, tornando poi a sbirciare, avrebbe potuto seguire il resto della conversazione, ma non gli sarebbe certo sfuggito il fatto che la suonatrice fissava Saragi/Hideo con la coda dell'occhio, mentre questi era focalizzato sul mercante. Semplice interesse o era pronta a colpirlo alla prima parola fuori posto?

    Bosco dei Sussurri
    Kaji sorrise mentre lei gli chiedeva chi lo avesse accompagnato, ma attese che Hebiko si fosse cambiata e accomodata per rispondere, mentre Meredora la fissava ammiccante dopo la sua dimostrazione con l'abito in tela di ragno, che spiegava anche come mai indossasse un abito da sera nella prigione: poteva cambiarne l'assetto a suo piacere. Dopo aver parlato di Aji-Tae, l'Hakai si lasciò andare ad alcune indiscrezioni, in buon controllo di sé anche se era evidentemente attratto dalle forme di Hebiko, come pure Meredora. Ma non ho portato Aji Tae con me questa volta. Sono qui con un mercante di nome Shoboshu Miroku, originario del Paese del Fuoco ma è a capo di una compagnia molto attiva là dove mi sono insediato. Ha fornito lui gran parte di questo materiale e aveva degli affari da sbrigare a Oto quindi mi ha accompagnato. E c'è una terza persona qui nella caverna, ma al momento riposa in una delle diramazioni più periferiche. Una mia collega, si chiama Raizou Enna. Potrai chiamarla Enna-san, se lo vorrai, è una instancabile lavoratrice, ministro del conio. Disse mentre versava una bevanda fresca per entrambe, che Meredora rifiutò. Naturalmente c'è una porta a separare il suo ambiente dal mio. E ho io la chiave.

    Quindi hai una guardia del corpo in agguato e cerchi di farci abbassare la guardia? Interessante. Fu il commento sprezzante della carceriera, che pure si stava rilassando parecchio nella vasca, la cui struttura era al livello dei maggiori hotel di lusso. Ammetto che Enna-san sa combattere, ma non ho bisogno di tendere agguati. Non con te. Disse fissando Hebiko negli occhi (e rigorosamente negli occhi) con un sorriso caldo, mentre Meredora accusava il colpo: quello era un punto per Kaji. Quanto ad Aji Tae, mi viene quasi da pensare che ti abbia colpito più di me. Sono quasi geloso. Ridacchiò...ma fino a che punto era una battuta? Dopotutto Kaji ERA Febh. Alle successive parole della Dokujita fu lui a dover incassare, dopotutto lei aveva ragione. Sono lieto di essere una tua debolezza. Le avrebbe detto, porgendo una ciotola con dentro ossa di topo essiccate salate, uno dei principali aperitivi otesi (si era informato, era ovvio), note anche come Nezusnack. Ma so anche che ho molto da farmi perdonare.

    Sarebbe interessante sapere i vostri trascorsi. Io ed Hebiko abbiamo una relazione idilliaca, mentre mi pare di capire che tra voi ci sia stata della turbolenza. Affondò Meredora, accettando gli snack come fosse una metafora della sua mossa vincente sulla scacchiera, specie quando ne prese uno e lo avvicinò alle labbra di Hebiko, come a volerglielo offrire direttamente dalle sue dita, cosa che Kaji trovò ovviamente irritante, ma ribatté prontamente. Certo, è normale sapere poco quando ci si conosce da poco e superficialmente. Lo sguardo di lei lo avrebbe trafitto e scorticato, se avesse potuto. Stava a Hebiko decidere se e quanto raccontare, dopotutto. A mia discolpa, non avevo modo di chiedere direttamente il tuo aiuto la seconda volta. Ma non ci saranno più sorprese, questo te lo posso giurare.

    Il discorso andò avanti, mentre Meredora liberava alcuni piccoli ragni in esplorazione nella caverna. Se Kaji se ne era accorto non lo diede a vedere, ma Hebiko certamente lo notò perché la carceriera aveva deciso così. Alla menzione dell'attuale lavoro dell'Hakai e delle sue intenzioni la Consigliera rimase ovviamente stupefatta e con lei la sua accompagnatrice che cercò invano di minare la grandezza di quelle affermazioni, mentre Kaji sorrideva del tutto a suo agio. Tramite Aji Tae ho fatto in modo di intrattenere un fruttuoso rapporto epistolare con il Daimyo del Paese delle Valli, fornendo supporto e consulenze in modo da farmi un nome. Ho addotto a una malattia che mi impediva di vederlo di persona per l'assenza di contatti diretti, ma quando lo ho incontrato due settimane fa mi ha immediatamente dato la carica di Ministro degli Interni. Dopotutto, il suo paese era sull'orlo della bancarotta, e come sai dal mio corrispettivo...sono bravo a pensare fuori dagli schemi e trovare soluzioni apparentemente impossibili. Spiegò, mentre dal suo punto di vista accumulava punti su punti rispetto a Meredora e alle sue visioni ristrette. Non penso di poterlo spodestare subito, ma se tu volessi avere quel paese, che ora avanza fiorente e pronto a fruttare...penso che in un mese o due potrei farlo. Per avere meno contrasti sei mesi, lo devo ammettere, ma so che sai essere paziente per le cose importanti. Francamente mi pare una spacconata. Replicò Meredora, ostile, guardandolo con occhi socchiusi. E' lontano, vero, ma le notizie corrono e la mia nomina dovrebbe essere riportata in qualche trafiletto del giornale di oggi o di domani, qui a Oto. Cosa che avrebbero in seguito potuto confermare. Si sarebbe avvicinato, nell'acqua, prendendo una mano di Hebiko se lei lo avesse concesso, mentre la guardava negli occhi con serietà. Le uniche volte nella mia vita che sono stato una pedina, è stato per mia volontà...e solo per essere poi promosso a un ruolo vincente. Grazie a te ho superato anche il condizionamento che il mio maestro mi aveva imposto riguardo Orochimaru...anche se mi è costato la vita. Ma è qualcosa per cui ora sinceramente ti ringrazio. Meredora non sapeva cosa dire, ma tutto dipendeva da quali informazioni Hebiko avrebbe condiviso o meno.

    Il discorso tornò a farsi più faceto mentre Kaji offriva del fumo, prendendo nota sui gusti di Hebiko che sapientemente si mostrava difficile da raggiungere con una critica velata che tuttavia la faceva apparire comunque adorabile, mentre distrattamente poi chiedeva qualcosa su Aji Tae approfittando del cambio di tenore della conversazione. Ho una scorta di erbe sequestrate ai prigionieri che potrebbe essere divertente condividere. Avrebbe detto Meredora, intromettendosi nella conversazione e allungando la mano per chiedere una boccata a Hebiko...un bacio indiretto, ma chiesto con naturalezza come se fosse qualcosa che facevano sempre. Noi due, naturalmente. Tutto questo contribuì a indispettire Kaji quel che bastava per fargli scoprire qualche carta. Non credo sia qualcosa della sua infanzia ma più qualcosa di acquistato dalla sua famiglia in passato e da lui ereditato. Un libro indistruttibile, che credo sia una delle leggendarie Pergamene di Indra. Pare descriva come forgiare qualunque cosa: La Leggenda della Spada Eterna. Meredora non ne aveva mai sentito parlare, ma Raizen che da quel libro aveva studiato poteva averlo accennato alla Dokujita?

    E infine arrivarono al nocciolo della questione, con il gesto di condividere la pipa con Kaji, in un bacio indiretto, Hebiko ottenne un irrigidimento da parte di Meredora, ovviamente gelosa, mentre lui accettò con eleganza, prima di restituirla, gettando appena un'occhiata vincente alla carceriera. Stava per soffiare una nube di fumo dalla forma elaborata quando alla domanda della Consigliera venne preso alla sprovvista e iniziò a tossire rumorosamente. COFF! COFF COFF COFF! Cos...COFF! Che hai detto? Meredora rimase stupita da quella reazione così inaspettata. In che senso...Naga è tuo fratello? Non è un nome comune...e...COFF...non credo più alle coincidenze. Di che stai parlando? Raizo Enna è Ministro del Conio del Paese delle Valli. Suo marito, il Ministro della Guerra, si chiama Naga Uzumaki...e da quel che so conosce le arti della Progenie del Serpente Bianco, ma non mi sarei mai aspettato che foste...fratelli! Aji Tae probabilmente sapeva, ma non lo aveva informato, e questo ovviamente aveva un peso più che rilevante nella mente dell'Hakai, che si fece ombroso. Ma...ok. Continua. Non so cosa sia questo Bacio di Naga ma forse ci sono cose che nessuno dei due sa.

    Ho sentito degli accenni su questi Kemono, ma sono solo vecchi ricordi delle fiabe di mia madre. Pensavo fossero come l'uomo nero. Kaji non aveva avuto modo di studiare le arti Hakai, essendo cresciuto con un ninja traditore in giro per le strade del continente, e Homura aveva volutamente omesso ogni menzione dei Kemono, per quanto conoscesse perfettamente di cosa si trattasse e avesse in ultimo subito le sue ferite per colpa di uno di essi, ma Kaji non sapeva nulla al riguardo. In che modo vogliono danneggiarmi? E soprattutto...cosa hanno a che vedere con Naga? Sembrava aver fatto un collegamento che in realtà non esisteva, basandosi sulla sorpresa e sulle parole di Hebiko. Per lei sarebbe stato meglio alimentare l'equivoco o sventarlo? Come procedere con ciò che aveva scoperto di nuovo? In che senso...tornato dai vivi? E come hai ascendente su questi...primitivi? Anche Meredora non sapeva cosa dire...ma nel mentre uno dei suoi ragni aveva raggiunto la porta che dava ai locali di Enna...tuttavia non appena entrò dalla serratura il segnale sparì nel nulla,. Uh...forse potrebbero esserci ospiti. Sibilò la carceriera all'orecchio di Hebiko, volutamente per non farsi sentire da Kaji.

    Era il momento di prendere decisioni.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Sorella maggiore?, pensò fra se, leggermente confuso, il mio basso coinquilino sotto mentite spoglie, mentre ascoltava le risposte della cameriera.
    La quale, dal canto suo, apprezzò di certo l'incentivo, se così vogliamo chiamarlo, di "Hideo", dimostrandosi favorevole a soddisfare la sua richiesta: farlo incontrare con il mercante di profumi che era, appunto, impegnato con una sua "Sorella maggiore".
    Forse intende una senpai?, valutò, contestualizzando le parole dell'altra, prima che il volto di Hideo abbozzasse un sorriso.

    La ringrazio infinitamente per la comprensione., rispose il fasullo ninja di Kiri, mentre l'altra lo invitava a seguirlo fino alla porta scorrevole (mi parve quasi che mi stesse guardando, ma probabilmente fu solo un'impressione).
    Sulla soglia della stessa, Saragi attese in disparte, ascoltando le parole che la cameriera, che scoprì chiamarsi Makoto, scambiò con questa sua "Sorella Maggiore", tale Tsukino.
    Tanto io, quanto il mio basso coinquilino, notammo strani dettagli nelle parole che si scambiarono: specialmente l'uso di "onorevole ospite" tanto per il mercante sospetto, quanto per "Hideo", Che sia un codice di qualche tipo?, avrebbe pensato Saragi e, onestamente, mi trovavo d'accordo con lui.

    Alla fine, potemmo entrare ed all'interno della stanza c'era più disordine che a casa nostra!
    Bottiglie di saké sparse qua e là, un paio di teiere a terra, vuote, e poi c'erano due persone: una giovane donna, Tsukino, con uno shamisen fra le mani, e cosa più importante, l'obiettivo della missione, Shoboshi Miroku.
    Se Tsukino, però, si presentò con cordialità a Hideo, il quale fece un leggero inchino del capo e del busto verso di lei, il mercante si rivelò meno cordiale, accennandogli di sedersi, offrendogli da bere, ma sbuffando e parlando con tono sgarbato.
    Innanzi tutto mi scuso per aver interrotto il suo meritato riposo, nobile Shoboshi-sama., avrebbe esordito, compiendo un inchino con la fronte quasi fino al suolo.

    Dovete sapere che dalla missione di qualche tempo prima che aveva portato a scoprire dei diversi "Saragi" e del poco tempo rimastogli, cercando informazioni sugli esperimenti del Fondatore che potessero avere a che fare con la Chiave Bianca, il mio basso coinquilino aveva scoperto anche diversi dettagli sul passato di Oto ed in generale sulla storia del Primo Kokage, fra queste, aveva studiato anche i modi in cui il Fondatore aveva interagito con i daimyo del Riso, quindi provò a replicare quel tipo di "servilismo", per mettere l'altro a suo agio.

    Mi presento, Hideo, genin di Kiri.
    Sono già stato in missione qui nei pressi del villaggio del Suono in passato, ma non avevo ancora avuto modo di visitare la Sala da Thé, o cercare un souvenir per una mia cara amica.
    , avrebbe mantenuto la stessa storia già detta alla cameriera Makoto, senza aggiungere eccessivi dettagli, in fondo non sapeva nemmeno il cognome di quello shinobi che aveva incontrato qualche anno prima.
    Speriamo che sia ancora un genin e che non sia veramente mai venuto qui., aggiunse fra se, come poi ammise con me.
    Avevo chiesto indicazioni per negozi che vendesse i migliori profumi tipici del Paese del Riso, ma Makoto-dono, se ho ben compreso il nome, mi ha gentilmente suggerito di chiedere a lei per qualcosa di ancora più esotico e, decisamente, desidererei che questa mia amica ricevesse il dono più indimenticabile, che le permetta di risaltare ulteriormente fra le altre., spiegò "Hideo".

    Quelle parole sembrarono, almeno, incuriosire l'obiettivo della missione che chiese come mai avrebbe dovuto considerarlo un "VIP".
    Ci pensò un attimo, il mio basso coinquilino, poi gli balenò in mente un azzardo che non gli avrebbe richiesto di dire nessuna menzogna: Non voglio dimostrarmi vanitoso, né ritengo che sarebbe corretto dirlo apertamente, ma posso giurarle che discendo da un passato Kage del mio paese natio.
    Inoltre non voglio risultare volgare dinanzi a lei e Tsukino-dono, parlando di denaro, ma posso assicurarle di avere una dignitosa quantità di denaro per sostenere la spesa per cui l'ho disturbata, dato il valore che ha per me questa mia amica.
    , rispose, sorridendo il più genuinamente possibile.

    In effetti, ristudiando quanto era capitato nella passata missione, Saragi si era fatto l'idea che i cloni usati per l'esperimento da cui era nato fossero, in effetti, cloni del Fondatore, quindi che, in qualche modo, anche lui discendesse dal suo eroe d'infanzia, lo Shodaime Kokage.
    E spero che due sesti della cifra dataci da Yayoi-sama sia più che sufficienti., avrebbe aggiunto fra se, aspettando di vedere le reazioni del nostro bersaglio e chiedendosi, tra l'altro, dove fosse finito Kuroshi nel frattempo.

    Io, nascosto sotto l'abito, ascoltavo in silenzio la scena, cercando di non agitarmi sotto l'henge del basso genin.
     
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    l'arte dello spionaggio

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    Kuroshi si muoveva con la grazia di una tigre nell'oscurità del Quartiere dei Piaceri. Il tessuto mimetico dei suoi abiti si fondeva con l'ombra, rendendolo una presenza sfuggente persino agli occhi più attenti. Mentre si avvicinava alla fonte dei sussurri, un fremito di eccitazione lo attraversava, sapendo di essere a un passo dal cuore di una conversazione che potrebbe svelare segreti cruciali per il suo clan.

    Con orecchie tese, captava ogni inflessione, cercando di trarre indizi anche da ciò che non veniva detto. Il suono di due voci, una straniera e una del Paese del Fuoco, si intrecciava nell'aria carica di tensione. L'accento della donna risuonava nei suoi timpani, vagamente familiare ma difficile da identificare. Forse proveniva dalle terre orientali, ma senza ulteriori indizi era un mistero irrisolvibile per il momento.

    Kuroshi si spostò con cautela verso la stanza adiacente, sfruttando ogni ombra disponibile per mascherare i suoi movimenti. Trovò un angolo tranquillo, scrutando attraverso un minuscolo foro nella parete. Il suo occhio si adattò al buco, cercando di cogliere qualsiasi movimento o gesto che potesse rivelare il contenuto della stanza accanto.

    La tensione aumentava mentre rimaneva immobile, la mente affollata di domande. Quanto avrebbe potuto apprendere da questa delicata conversazione? E cosa avrebbe significato per il suo clan? Con il fiato sospeso, si preparava a scrutare più a fondo nel mondo oscuro dei segreti che si celavano dietro quelle mura.

    Attraverso il buco nel muro, Kuroshi catturava un'istantanea della stanza. Le pareti erano avvolte nella penombra, illuminate solo da una tenue luce proveniente dalla finestra che aveva individuato poco prima. Davanti a lui, il soggetto della sua osservazione: il mercante, circondato da bottiglie di alcolici vuote e almeno due teiere ormai vuote. La sua espressione, seccata per l'interruzione di qualcuno che aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza, tradiva una certa impazienza. Non appena varcò la soglia, Kuroshi poté riconoscere la figura che aveva appena varcato la soglia.

    Saragi celato da una nuova identità data dalla sua trasformazione, era entrato in contatto con il bersaglio. Ben fatto! Saragi ha fatto la sua mossa. si congratulò mentalmente con il compagno per come stava svolgendo la sua parte, mentre un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto.

    La voce femminile che poco prima aveva udito, ora aveva un viso. Sembrava avere l'aspetto di una di quelle cameriere che lavoravano lì. Sedeva accanto a lui con grazia, lo shamisen riposato sulle sue cosce. Emanava un'aura di eleganza mentre sedeva con la sua postura raffinata e sicura di sé. Indossava una veste tradizionale dai colori vivaci, i tessuti morbidi che si drappeggiavano con grazia attorno al suo corpo. I suoi capelli, che elegantemente incorniciavano il suo viso, aggiungevano un tocco di delicatezza al suo aspetto.

    Con un movimento fluido, la cameriera posò lo shamisen sulle sue cosce, trattandolo con una cura quasi reverenziale. Lo strumento emetteva una nota di mistero e tradizione, il legno lucido e le corde tese pronte a vibrare con melodie antiche. Le sue mani, agili e sicure, sembravano pronte a far risuonare le corde con maestria, anche se al momento erano immobili, come se aspettassero il momento giusto per iniziare la loro danza musicale.

    Nel modo in cui si muoveva e si comportava, la cameriera trasmetteva un'aria di calma e compostezza, come se fosse abituata a fare parte di scenari simili. Il suo sguardo, fermo e penetrante, sembrava scrutare oltre la superficie delle cose, come se avesse visto e vissuto molto più di quanto potesse sembrare. Kuroshi si chiese quale ruolo avesse in quel luogo e in quella situazione, consapevole che la sua presenza non era solo decorativa, ma portava con sé un'enigmatica profondità che avrebbe potuto rivelarsi cruciale per comprendere gli eventi in corso.

    Nascosto dietro il sottile schermo della parete, Kuroshi osservava la scena con attenzione, mentre la voce melodiosa della cameriera, Tsukino, riempiva l'aria. La sua presenza trasudava una combinazione di grazia e fiducia, come se fosse abituata a muoversi in ambienti di alto livello.

    Con le dita agili, Tsukino accarezzava lo shamisen, creando una melodia leggera che sottolineava il suo discorso. Il suo sorriso gentile trasmetteva un'atmosfera di accoglienza, ma Kuroshi poteva percepire una sottile tensione nell'aria, come se qualcosa di più profondo stesse per emergere.

    Dall'altra parte, l'uomo di fronte a Saragi manifestava la sua irritazione con un'espressione stizzita. Tuttavia, concedeva al visitatore di sedersi e gli offriva del liquore di riso, anche se con evidente riluttanza. Le sue parole erano cariche di scetticismo e disinteresse, mentre chiedeva le ragioni di quella visita improvvisa e l'importanza del suo status.

    Kuroshi ascoltava attentamente, cercando di cogliere ogni sfumatura di significato dietro le parole scambiate. La domanda dell'uomo era diretta e sottolineava la mancanza di motivazioni valide per trattare Saragi come un cliente VIP. Tuttavia, l'implicita menzione di qualcosa di speciale da parte del genin aveva suscitato un lampo di interesse nell'uomo, che si preparava a valutare attentamente la situazione.

    La tensione nell'aria era palpabile mentre Kuroshi si preparava a scoprire cosa avrebbe risposto e come avrebbe influenzato l'andamento della conversazione. Presto, i veli del mistero si sarebbero sollevati, rivelando il destino di quella riunione clandestina nel cuore del Quartiere dei Piaceri.

    L'Otese era immerso nell'ascolto della conversazione quando improvvisamente captò dei rumori provenire dall'esterno della stanza. Un brivido di allerta gli percorse la schiena mentre si rendeva conto che qualcuno stava per entrare. La sua mente stavano già valutando le opzioni: dovrebbe restare fermo e sperare di non essere scoperto, o tentare un'azione rapida per risolvere la situazione?

    Mentre la tensione cresceva e i rumori provenienti dalla porta diventavano sempre più vicini, i suoi occhi saettavano da una parte all'altra della stanza, in cerca di qualcosa che potesse aiutarlo. Fu allora che il suo sguardo si posò di fronte a una piccola mensa di legno, accanto alla porta, proprio alla sua sinistra, colma di libri. Un lampo di genio lo colpì. Si mosse velocemente verso quest'ultima, e iniziò scrutare i vari libri posti su quella mensola. [Slot Azione I]

    I libri che Kuroshi aveva davanti a sé erano una raccolta di antichi volumi di poesia giapponese, preziosi tesori della cultura e della letteratura. Tra essi c'erano anche libri di sonetti per lo shamisen e haiku, riccamente decorati con eleganti calligrafie e illustrazioni tradizionali. Le copertine erano ornate da disegni di ciliegi in fiore, raffigurazioni di montagne innevate e scene di vita quotidiana del Giappone antico.

    Uno dei libri che spiccava tra gli altri, e attirò l'attenzione del giovane shinobi. Era un volume di sonetti per lo shamisen, dal dorso spesso e rigido. La copertina era decorata con motivi floreali stilizzati, e le pagine, pur conservando un aspetto antico, erano ancora piuttosto robuste. Rapidamente lo prese, aprì il libro e lo posizionò tra le due ante della porta. Esattamente nel punto in cui quest'ultime si sovrapponevano e giusto al centro del binario che faceva soccorrere l'una sull'altra; Sfruttando la sua consistenza per bloccarle e impedire loro di aprirsi facilmente. [Slot Azione II]

    La combinazione di questi libri antichi e preziosi come parte della barricata improvvisata aggiungeva un tocco di storia e cultura alla scena, mentre la loro utilità pratica nel bloccare la porta, forse, avrebbe fornito a Kuroshi un vantaggio cruciale nella sua lotta per la sopravvivenza.

    Con la porta ora bloccata da questa barriera, Kuroshi si ritirò nell'ombra della stanza restando accanto alla mensola, ancora mimetizzato nella sua veste. Restò in attesa, i sensi tesi mentre gli intrusi si avvicinavano, cosa sarebbe accaduto? Il cuore gli martellava nel petto mentre aspettava, i sensi all'erta per cogliere ogni minimo suono o movimento. Con un'adrenalina che gli faceva fremere le mani.

    Se il suo stratagemma avesse funzionato, avrebbe avuto la possibilità di ritornare a spiare dal buco cosa stava accadendo nell'altra stanza.

     
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