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Tipico, il neogenin non aveva grandi nozioni di quegli avvenimenti, probabilmente perchè nemmeno iscritto ai corsi accademici a suo temppo, quindi l'amministratore si offrì di dare un breve resoconto:Kurotempi è un gruppo che ha attaccato l'accademia, distruggendola. Era composto da decine e decine di ninja e ci fu una battaglia a dir poco epica. Alla fine li mettemmo in fuga, ma ormai l'edificio era andato del tutto.. Una spiegazione non troppo dettagliata, ed in effetti aggiungeva poco a ciò che Jyazu poteva sapere o meno, ma alla fin fine Febh adorava dar fiato alla bocca.
Quando il genin disse di non saper usare le carte ninja Febh si accigliò un poco, ma almeno avrebbe potuto contare, forse, sulla sua memoria. Ok, ok, si può fare anche così se pensi di essere in grado. Fece spallucce, poi socchiuse gli occhi. Ora, mettendo da parte le boiate come "voglio essere un fedele strumento del Suono"... Oddio non proprio parole adatte a un amministratore. ...sentiamo un pò, che cosa vuoi in cambio? Capirei se fosse stato il villaggio a convocarti e darti l'ordine di spiare...ma sei venuto di tua spontanea volontà..e questo di solito significa che quantomeno apprezzeresti una ricompensa..o sbaglio? Lo guardò con occhi penetranti, come a far capire che mentire sarebbe stato perlopiù inutile.. -
Tokì.
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[L'ufficio Amministrativo - Speranze]
Kurotempi. Bhè, almeno ora grazie all'amministratore si era fatto un idea più chiara della faccenda: tizi che ammazzano altri tizi intenti a distruggere un palazzetto pieno di tizi incazzati e ben addestrati, e alla fine era finita.
Facile, pensò.
« Farò del mio meglio, e magari riuscirò anche a riportare qualche informazione "utile". » Mormorò poi, in rapida risposta alle parole dell'amministratore; inizialmente l'aveva buttata lì senza pensarci nemmeno più di tanto, ma alla fine rimuginando in modo più compiuto sulla propria affermazione si era reso conto dell'effettiva difficoltà della cosa: memorizzare chissà quante pagine di documenti sarebbe stato un grosso problema. Evitò visibilmente di riprendere il discorso e di farlo notare all'amministratore. Ci avrebbe comunque pensato in seguito ingegnandosi all'ultimo momento in qualche modo.
Infondo tutto sembrava andare secondo i piani, la lecchinata inizialmente era partita bene: ma poi quando il Jonin riprese parola allo Yama sembrò di ricevere un calcio nelle palle con strizzata di testicoli annessa. Diavolo questa non se l'aspettava proprio, rimase spiazzato per qualche secondo ritrovandosi ingabbiato in una ragnatela di pensieri, pensieri malati che come in un esplosione gli fusero il cervello per qualche momento."La moretta all'ingresso! CHIEDIGLI LA MORETTA!"
"Pirla! Ma quale moretta! Fatti dare UN SACCO DI RYO!"
"soldi! SOLDI! SOOOLLLDIII!"
"DONNE!"
"POTERE!"
"SESSO!"
"..Al massimo una ciotola di ramen."
"Due?"
"Ora gliene chiedo tre."
" .. Facciamo un buono pasto per l'intero mese."
Benché quel miscuglio di pensieri, in pochi attimi lo Yama riuscì a ricordare l'esatto motivo per il quale aveva varcato la soglia di quell'ufficio, e sfrontatamente si era offerto di fare da spia a suna:
« Aspiro a grandi cose signore, ma per arrivarci devo dimostrare la mia fedeltà incondizionata. »
Spiegò, abbozzando un sorrisetto da serpente.
Se solo Febh avesse avuto il potere di leggere nel cranio dello Yama, beh, in quel caso quello che ci avrebbe trovato non sarebbe stato per nulla bello. O quantomeno, rassicurante.
Ma infondo era la verità, Jyazu Yama, nel profondo del suo principio di follia aspirava a grandi cose, che però non erano di certo Pace e Amore.
La palla a quel punto era nelle mani dello Yakushi: premiare quel giovane Genin oppure liquidarlo in qualche modo creativo?
...
"Hey, mal che vada gli chiedo la brunetta."
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Non sembrava un tipo con grandi pretese, cosa insolita per Oto...ma dopotutto anche Febh si discostava abbastanza da quello che era il ninja di Oto classico...anzi a dirla tutta si discostava e basta, quale che fosse il termine di paragone. Comunque quel tizio era interessante, e la sua smania di potere, associata però alla pazienza e alla volontà di impegnarsi per averlo erano ancora più interessanti. Forse esisteva davvero la possibilità che fosse un ninja dalla fedeltà incrollabile.
Uhm... Meditò a lungo lo Yakushi, massaggiandosi il mento. Beh...in fondo.. Borbottò qualcosa, ma dalle sue parole e dal suo viso era impossibile capire di cosa stesse parlando. La sua mente vagava a una stanza sotterranea in uno degli edifici di Oto. Un posto che era stato usato per scopi ignobili in passato, e che ora lui aveva riutilizzato per tenere al sicuro una cosa molto, molto importante. Sei solo un genin..ma iniziano tutti così in fondo..
Si chiese se lui avrebbe approvato. E ovviamente si rispose che non avrebbe mai approvato, visto che la scelta di un successore implicava che il predecessore era morto! Comunque lui non poteva più parlare nè a favore nè contro. E la responsabilità era tutta su Febh...volente o nolente. Bah..detesto questo lavoro... Scosse il capo.
Se torni con le giuste informazioni...non importa se poco importanti...ma se torni con qualcosa...allora avrai come premio uno dei più grandi tesori del villaggio. Un potere che è anche un sacrificio, quindi questa tua smania di fedeltà dovrebbe venire appagata. Febh incrociò le braccia. Il premio è grande, anche se rischieresti la pelle...ma mi pare di capire che sei disposto a tutto, no? Bene, con quello che voglio offrirti saresti decisamente più utile sia a Oto che a te stesso. "inoltre averti sotto controllo sarebe interessante"...ma evitò di dirlo.
Allora...affare fatto?. -
Tokì.
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[Patti con.. L'amministratore.]
Gli occhi del giovane sembrarono brillare per alcuni attimi quando lo Yakushi prese le redini del discorso; poi l'amministratore accennò a qualcosa di grande interesse.
Qualcosa a cui lo Yama non aveva mai pensato prima, ed in effetti..« Affare fatto. »
Era bastato nominare una parola tanto semplice per catturare l'attenzione del Genin: Potere. Lo Yama nel profondo agognava il potere come pochi altri, lo bramava a tal punto da esser pronto a sacrificare qualunque cosa: una sete di potere pericolosa che si sarebbe rivelata un arma a doppio taglio, da una parte benevola nel concedere a Jyazu la forza di cercare sempre la perfezione.. Ma dall'altra parte deteriorante. Qualcosa di squallidamente mortale, qualcosa che nessuno avrebbe potuto gestire, nemmeno lui stesso.
Quel sorriso che oramai balenava da qualche secondo sul viso del Genin s'allargo di poco, così fece per porgere la mano allo Yakushi distendendo il braccio in sua direzione, quasi a voler sigillare quel "patto" con una formale stretta di mano. Non avrebbe mai rifiutato un offerta del genere, nemmeno venendo a conoscenza di quanto oscura potesse essere l'eventuale fonte di quel potere.« Se c'è altro che posso fare per lei, non esiti a contattarmi. »
Mormorò alla fine, rivelando per l'ennesima volta quel suo lato da serpe che l'aveva portato con così tanta facilità a proporsi per quella così dubbia missione.. -
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Febh guardò la mano che gli veniva tesa con un sopracciglio inarcato. Forse quel principiante si stava prendendo troppe libertà, ma in fondo lui stesso era sempre stato contrario ai formalismi e a tutte quelle baggianate burocratiche...almeno finchè non erano diventati parte del suo status symbol.
Comunque strinse quella mano...forse un pò più forte del previsto magari. [Energia Viola] Comunque bada...se fai casino io non centro niente con la tua sotto-missione. Oto non centra niente. Nessuno centra niente e tu sei un povero psicopatico con manie di grandezza. Ok? Sorrise affabile, mentre stritolava quella mano con impietosa superiorità
E non temere. Se vorrai il potere dovrai tornare da me. E una volta che lo avrai ottenuto, continuerai ad essermi utile..
Certo..magari un qualche ninja di grande esperienza avrebbe pensato a queste patrole di Febh come a un preludio a una serie di missioni di carattere squisitamente personale, mirate ad accrescere unicamente le finanze dello Yakushi, o a ottenere vantaggi politici o più in generale
In realtà Febh stava pensando a come ristrutturare un'ala del palazzo Yakushi senza muovere un dito..a una serie di casse da consegnare nel paese del The e a diversi appuntamenti di "onesta riscossione" (leggasi "il pizzo") che il clan Yakushi applicava ad alcuni commercianti nel vicino paese del Fulmine. In sostanza...piccole faccende che non richiedevano certo un ninja, ma che comunque, a dispetto del suo status, gli erano state affibbiate dalla capoclan. Ma ora che lui si era trovato uno schiavetto a sua volta, avrebbe potuto delegarne una buona parte..e passare il tempo a dormire.
In effetti, sebbene Febh avesse commentato che Gyazu fosse atipico per un ninja di Oto visto che non era partito subito in quarta con il solito "voglio maggior potere" (pur rientrando rapidamente nei binari non appena quel potere gli era stato offerto) era fin troppo vero che il vero otese "atipico" era l'amministratore stesso, che se ne fregava altamente dell'ottenere maggior potere, e mirava solo a farsi i fatti suoi, con massimi guadagni con minimo impegno, qualcune cosa accadesse...
Certo...questo sempre che qualcuno non lo facesse uscire dai gangheri.... -
Tokì.
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[L'ufficio Amministrativo - Un Uomo Chiamato Tenaglia]
Certo la presa dello Yama era energica, abbastanza forte da cercare di dimostrare qualcosa allo Yakushi, insomma voleva spiccare i più possibile agli occhi di Febh. Ma poi, quando la mano dell'amministratore si strinse più energicamente di quanto lo Yama avesse pensato, la sua espressione sembrò mutare dal solito sorrisetto in una mezza smorfia: il lato destro sembrava soffrire, mentre il lato sinistro sorrideva imperterrito cercando di nascondere -disastrosamente- il fatto che stava soffrendo come un tricheco nella stagione dell'accoppiamento.
Diavolo, quel tizio, quell'amministratore, lo Yama se lo sarebbe ricordato per lungo tempo: Febh Yakushi sarebbe stato -nel bene e nel male- l'artefice del suo destino. Forse quella stretta di mano aveva un significato più profondo, allo Yama sembrò una dimostrazione di potere, potere al quale non poteva e non voleva ancora opporsi.
Jyazu Yama non ne sapeva molto di strette di mano, e ne sapeva ancora meno di quello che lo aspettava.« .. Senza alcun dubbio, a Suna non ne sapranno niente. »
Mormorò a denti stretti, puntando i proprio occhi dritti in quelli dell'amministratore: in testa gli balenava ancora il discorso di un istante prima. Potere. Potere. Potere. Potere. Potere. Potere. Potere. Potere. Potere.« Verrò a riscuotere il mio dono appena tornato da Suna, statenn..erh.. statene certo. »
Mormorò, facendo per ritirare la mano in sincronia con un sorrisetto piuttosto deciso.
« A presto amministratore, tila ringrazio per l'occasione. »
Deglutì.
Questa volta si era dimenticato di dargli del Lei.
Però forse non se ne era accorto, così fece per voltarsi e uscire dall'ufficio, senza dire nient'altro.
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[South Gate]
Entrammo a passo svelto nella struttura amministrativa. La porta dell'ufficio di Febh era la più lontana dal piccolo salottino di attesa all'ingresso quindi i pochi presenti poterono vedere notidamente me e il marmocchio ignorare qualunque fila e procedere diritti. Dopotutto si trattava di una faccenda prioritaria visto che il mio stare lì poteva essere interpretato come un momento di debolezza per le difese di Oto. In ogni caso qualunque sguardo indiscreto o accenno di reazione sarebbe stato sedato da una mia fulminante occhiata. Bussai alla porta, giusto per non sentirmi poi lo Yakushi sbratitare per non averlo fatto, ma entrai senza attendere un permesso che probabilmente non sarebbe mai arrivato (visto che il soggetto in questione stava per l'80% del tempo nel mondo delle fate...o meglio delle lucertole). Però quel giovane pressochè immortale mi stava simpatico, o meglio apprezzavo le sue doti combattive e questo valeva più di ogni altra cosa i miei occhi.Shinodari aveva detto che per fare grande Oto avrei dovuto fidarmi dei suoi shinobi ed in particolar modo dell'amministratore appunto e di Ledah, il rettore dell'ospedale...forse era davvero il momento di iniziare a farlo.
" Un marmocchio dal nome probabilmente fasullo, senza tetto, contro accademia...vedi tu che vuoi farci."
E si, perchè era molto più probabile che quel Neda pronunciato tanto per rispondere alla mia prima domanda fosse una compertura improvvisata piuttosto che il vero nome di quello shinobi. Comunque, detto ciò, mi sarei incamminato verso l'uscita e dunque in direzione delle mura per tornare al mio posto di guardia. Del destino di quel ragazzo poco mi importava: se sarebbe rimasto ad Oto avrebbe avuto l'opportunità di servire la mia causa, in caso contrario sarbbe stato solamente un altro rivale da trucidare.. -
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Le belle speranze avevano ben poco materiale su cui aggrapparsi, e purtroppo per Diogenes crollarono quasi immediatamente una volta aperta la porta. L'ufficio di febh era quanto di più simile a un pandemonio potesse immaginarsi: pile di documenti dappertutto, con svariati post-it di un rosso acceso che avevano scritto "URGENTISSIMO" a caratteri cubitali; un'amaca stesa tra due mobili con una lucertola a misura di chihuahua sopra, svariati mazzi di carte e fiches da gioco ovunque, e per concludere in bellezza un amministratore addormentato con la guancia spiaccicata sulla sua scrivania e un laghetto di bava tutto intorno. Un debole russare poi aggiungeva l'effetto scenico definitivo.
Se il nuovo arrivato cercava un posto con poche regole, poteva anche dire di essere a casa.
Febh fu svegliato di soprassalto dall'ingresso dei due Eh? uh..ahn? Si rialzò battendo gli occhi più volte, mentre cercava disperatamente di fare mente locale. Una scena abbastanza patetica..ma in qualche secondo fu nuovamente operativo, anche se aveva ancora un rivolo di bava accanto alla bocca. Dunque..stavo meditando...ditemi pure... Si sarebbe meritato uno schiaffo, o anche una quindicina...intanto la lucertola sull'amaca si stiracchiò lentamente, cambiando posizione ma senza svegliarsi.
La descrizione di Gene fu abbastanza sintentica, e ebbe come primissima risposta uno sguardo che ben esprimeva un "ma allora perchè mi hai svegliato?" Aspetta un attimo...è contro l'accademia e lo ammette...dà un nome falso...tagliagli la testa e siamo tutti contenti, no? Fece spallucce, del tutto insensibile al fatto che la vittima in questione fosse presente. Noi siamo nell'accademia, se dice di essere contro l'accademia allora è contro di noi..quindi è un nemico Si grattò la testa...qualcosa non gli quadrava in quel resoconto..oppure Gene voleva solo giocare al gatto col topo con quel tizio.... -
Sªkiji.
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Amministrazione
LA MIA TESTA
La mano che batte sulla porta e nessun segno di esitazione varcammo la soglia di quella porta, dinanzi a me si presentò un caos di scartoffie, postit dal colore intenso colsero la mia attenzione, su ognuno di essi vi era scritto URGENTISSIMO, ma ciò che colpi più la mia attenzione fu quell'amaca, al suo interno vi era una lucertola a misura di chihuahua qualcosa di davvero insolito da vedere in un ufficio amministrativo. Il guardiano accennò qualche parole al riguardo del mio finto nome e delle parole riguardanti all'accademia. L'amministratore Febh che prima accennò il gigante era palesemente ancora in fase di dormiveglia, lo aveva colto in un momento poco adatto, ma aveva fretta, non attese nemmeno una risposta dopo aver bussato alla porta. Le parole di Febh furono chiare, per loro non ero altro che un nemico o meglio una minaccia ma non ero d'accordo infatti appena terminò il suo discorso presi parola.
Molte delle persone che passeggiano per queste strade si nasconde per paura di morire, io me ne frego preferisco morire piuttosto che nascondermi dietro una maschera! Volete tagliarmi la testa? Fatelo! Non scappo dal mio destino ma se mi volevate morto non sarei qui in questo momento a cercare di difendere la mia parola. Tutta questa alleanza tra villaggi mi fa ridere, fondata su finzioni e parole, scommetto che ognuno di questi villaggi pagherebbe oro per poter portare a casa informazioni su un altro villaggio e su ogni singolo componente e scommetto che pure voi vorreste sapere qualcosa in più su tutto questo mondo. Sono disposto a morire per le mie convinzioni e per il villaggio che mi accoglierà e mi farà crescere come persone e come ninja.
AAAAAAAH!
Di nuovo quel dolore, la testa mi stava scoppiando, dei forti flash back mi passarono per la testa ed il dolore aumentava, delle forti scosse mi tormentavano da anni e delle voci mi passavano per la testa, una voce molto bassa e colma di odio e dolore. Mi tenevo la testa tra le mani. Un urlo di dolore, quei pochi secondi diventarono minuti, non smetteva, non potevo lasciarlo, ma lui riesce sempre a prendere il sopravvento. Odio e agonia, voleva soltanto porre fine a tutto quello che in passato è stato fatto per un piccolo difetto. Con voce tenue e colma di rammarico quella che chiamavo la mia parte nera parlò.
Non sono mai stato sincero come lo sono ora, non mi serve mentire sulla mia identità ripeto, mi chiamo Neda. Se oggi il mio sangue dovrà scorrere dovrà farlo il guardiano che mi a portato dinanzi a lei! Se invece mi darete la possibilità di dimostrare la mia fedeltà al villaggio un giorno potrò esservi utile
Fissai negli occhi l'amministratore senza timor alcuno che quel guardiano prendesse a lettera le mie parole e quelle dell'amministratore.. -
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E via con la filippica sul "giusto" e "sbagliato" e le magiche motivazioni di quello sbarbatello arrivato con la convinzione di poter cambiare il mondo. Febh sbadigliò, cafonissimo e spudoratamente annoiato. Blablabla sai quanto me ne frega di...EHI! All'improvviso il ragazzo si afferrò la testa, urlando e quasi rannicchiandosi.
Non vorrei vomitasse...inclinò la testa. O non vorrei che avesse qualche bomba in testa.. aggiunse con un filo di preoccupazione. Non che qualcuno sano di mente mettesse bombe in testa alle persone...anche se lui una volta ci aveva provato..con Luis. Peccato che Shinodari lo avesse fermato.
La voce del ragazzino si fece diversa...cambiò tono, atteggiamento e in generale...mente? Oh, stupendo! Uno schizofrenico! Ma perchè vengono tutti qui? Alzò gli occhi al cielo. Che poi, anche lui viaggiava abbastanza vicino al limite della schizofrenia, ma proprio per questo motivo non se ne rendeva nemmeno conto. Si appoggiò al bancone sbuffando, fissando negli occhi quella nuova personalità appena emersa.
Si, si...la fedeltà...almeno finchè non cambi di nuovo personalità... Ed ora il dilemma morale. Meglio ammazzarlo ed evitarsi guai...o accettarlo e trovare un modo per rendere inoffensiva la metà ribelle? Febh lo guardò a lungo, meditando sul da farsi....quindi si decise a sorridere.
Era un sorriso malvagio.
Uhmm...faresti di tutto per dimostrare la tua fedeltà a Oto? Davvero? Anche...diciamo...sottoporti a una piccola operazione chirurgica precauzionale? e mantenne quel sorriso estremamente inquietante.
Ledah avrebbe gradito un intervento simile, no? O almeno, per quel poco che Febh riusciva a capire il folle primario, pensava che un piccolo "innesto particolare" fosse per lui un esperimento interessante.. -
Sªkiji.
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Amministrazione
FEDELTÀ
Sibilò qualche parola sul mio conto, la mia schizzofrenia e le mie parole non contavano nulla per lui. In quell'ufficio si stava per decidere l'esito della mia vita in un villaggio accademico. Sapevo di dover star zitto e non dir niente sul mio passato, ora stavo li mentre l'amministratore mi fissava attentamente e rifletteva sul cosa fare del mio copro. La guardi in mobile attendeva istruzioni e non emanò alcuna rumore e alcuna mossa, pareva fosse una statua priva di vitalità. Un sorriso comparve sul volto di Febh comparve un sorriso alquanto sadico e malvagio, l'apparenza di quel tale poteva ingannare, io schizzofrenico? Nah...lui era il pazzo in questa situazione. Ultimò il suo discorso con con una semplice domanda. -Uhmm...faresti di tutto per dimostrare la tua fedeltà a Oto?-
Rimasi stupito, in precedenza avevo affermato di voler dimostrare la mia fedeltà al villaggio, bene era giunta l'ora di farlo. -Dire di no mi porterebbe solo in un profondo baratro sepolto sotto metri e metri di terra.- Sussurrai con tono malinconico.-Mi dica di più su cosa compete questo tipo di chirurgia. Dimostrerò la mia fedeltà a voi e al vostro villaggio!- Attesi immobile qualche informazione su ciò che dovrà accadermi una volta varcata quella porta dell'amministrazione.. -
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Niente di trascendentale, fidati. Diciamo l'equivalente di un piccolo guinzaglio, ovviamente temporaneo. Fece spallucce. Capirai che se uno arriva qua e prima dice di odiare l'accademia, e subito dopo cambia idea, per ovvi motivi io devo tutelarmi.
Sarà semplice, veloce e indolore. Un taglietto, un "guinzaglietto" e una ricucita, tutto qui. Sorrise
Ovviamente l'alternativa è un taglietto molto più profondo, diciamo permanente..e diciamo..."mozzafiato", ma nel vero senso del termine.
Ora..Febh non era una cattiva persona..ma era di Oto..ed era un filino pazzo. E per inciso, non era nemmeno una brava persona nel 100% del suo tempo. In sostanza, si faceva i fatti suoi, ma guai a irritarlo. E sparare minacce e ribelliono dopo essersi presentati alle porte del villaggio lo irritava abbastanza.
Tutto stava a contattare Ledah adesso, ma pensò che bastasse andare direttamente all'ospedale, una volta avuta una risposta positiva.. -
Sªkiji.
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Amministrazione
VITA
Quale variante rifiutare se non quella della morte? Passo a lei il testimone sulla scelta, nonostante tutto e lei che vuole mettermi un guinzaglio. Ovviamente ogni decisione sarà la migliore ma anche la peggiore, nessuno vorrebbe mai lasciarsi operare per poter entrare in un villaggio, ma probabilmente tutto questo un futuro verrà ricambiato con la mia più assoluta fedeltà a coloro che mi guideranno. Questo frammento di vita potrei chiamarlo RISURREZIONE, ma forse esagero a tralasciare quello che veramente mi porta in questo villaggio.Le faccio una sola domanda poi potrà farmi quel che vuole...Perchè le persone tendono a dare una seconda possibilità ad un altra se sa che questa persona non possa realmente cambiare? Mi voltai dal lato dove la mia pelle era più scura e guardai al di fuori di quella stanza attendendo una mossa da parte dell'amministratore.. -
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Ti rispondo con un'altra domanda: Perchè mai dovrebbe importarmi? Sei venuto qua a chiedere di entrare, ma facendo discorsi tali che ti avrebbero dovuto ammazzare seduta stante. Sei fortunato che ti viene offerta un'opportunità per tirare avanti.
E poi io non sto mai a farmi discorsi troppo complicati, che poi mi fa male la testa. Febh lanciò una pallina di carta al ragazzo voltato, che parlava con la sua "altra" voce. Facciamo così. Sei venuto ad Oto, non sei affiliato a nessun villaggio e le tue parole mi han fatto venire voglia di ammazzarti. Quindi hai due possibilità: mi sfidi per cercare di scappare senza farti ammazzare, e dico questo perchè è impensabile che tu vinca....oppure ti sottometti e fai esattamente come dico, per poter sopravvivere e, chissà, magari salvarti la pelle in futuro.
Facile, veloce ed efficace. E sorrise, con gli occhi che brillavano di un'intelligenza malvagia.
Ora muoviti e andiamo in ospedale, o se proprio ti va sfidami qui e adesso...se osi.CITAZIONEContinua QUI
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Quando Febh varcò la porta degli uffici improvvisamente si accese una luce rossa pulsante, mentre una sirena dava l'allarme. Gli impiegati cominciarono a muoversi freneticamente per sistemare i documenti in cartelle di ferro, chiudere ogni cassetto a chiave e mettere al sicuro ogni oggetto fragile. Due di loro indossarono un elmetto metallico e un terzo si gettò sotto il bancone. Che palle..ma perchè non riparate questo dannato allarme?? Sbottò lo Yakushi, alzando gli occhi al cielo. Si avvicinò a un'interruttore su una parete, abbassando la levetta per fermare tutto quel putiferio.
In realtà metà dei sensori erano settati per suonare in sua presenza, dopotutto aveva distrutto gli uffici più volte di chiunque altro, e gli impiegati avevano pensato bene di premunirsi, indicandolo come minaccia di livello SS. Al pari di un Bijuu senza controllo, per intenderci. E chiaramente nessuno aveva anche solo considerato l'idea di spiegare la cosa allo Yakushi. Scusa, qui sono un pò disorganizzati. Ma per fortuna ci sono io. Uno degli impiegati in quel momento ebbe una crisi epilettica. Vieni, gli archivi sono di qua. Fece cenno con un dito, dirigendosi verso il corridoio di sinistra.
Oltre la porta li aspettava una stanzetta ordinata con degli scaffali e diversi raccoglitori dall'aria polverosa. Allora..da quanto tempo hai detto che eri in coma? Disse dopo essersi avvicinato allo scaffale coi documenti relativi ai MIA, altresì detti "missing in action"..tutti i ninja otesi scomparsi durante le missioni..
